Tag: Immigrati e rifugiati

Viminale: da inizio anno sbarcate 46.391 persone migranti sulle coste italiane

1 Ottobre 2021 - Roma - Sono 46.391 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 12.835 sono di nazionalità tunisina (28%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (5.994, 13%), Egitto (4.548, 10%), Costa d’Avorio (2.914, 6%), Iran (2.459, 5%), Guinea (1.846, 4%), Iraq (1.771, 4%), Eritrea (1.605, 4%), Marocco (1.585, 3%), Sudan (1.540, 3%) a cui si aggiungono 9.294 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è fornito dal Ministero dell’Interno ed è aggiornato alla 8 di questa mattina.

 

Mons. Savino: “dalla discriminazione siamo passati alla criminalizzazione” dei migranti

1 Ottobre 2021 - Cassano allo Ionio - “In Occidente, ma possiamo dire anche in Italia, gli immigrati sono diventati il capro espiatorio su cui abbiamo scaricato tutta una serie di contraddizioni”. Lo ha detto questa mattina mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, aprendo l’incontro delle Fondazioni antiusura del Sud in corso a Villapiana (Cs), come riferisce l’agenzia Sir. “Gli stranieri sono diventati estranei nei nostri territori, eppure non è difficile riconoscerne la presenza. Dalla discriminazione siamo passati alla criminalizzazione – ha detto il presule –. Stiamo vivendo il post cristianesimo, un processo di secolarizzazione che come vescovo mi inquieta”.

 

Migrantes Porto Santa Rufina: nell’incontro costruire il “noi”

30 Settembre 2021 - Porto Santa Rufina - Un incontro di colori. Quelli degli abiti di terre distanti. O di suoni e di voci di musiche antiche. Oppure quelli della preghiera nelle lingue native. Filippini, srilankesi, romeni, slovacchi, nigeriani, latinoamericani, italiani hanno animato con le loro tradizioni la 107ma Giornata del migrante e del rifugiato, celebrata nella diocesi di Porto-Santa Rufina nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. Per la prima volta dopo l'inizio della pandemia i migranti hanno condiviso i volti delle loro culture nell’esibizione che ha preceduto la Messa. Una consuetudine rinnovata di anno in anno. A introdurre la kermesse il diacono Enzo Crialesi, responsabile dell'Ufficio Migrantes diocesano, che ha ringraziato dell'accoglienza il parroco don Paolo Ferrari. Come finestre sul mondo i gruppi etnici si sono alternati nel salone della parrocchia offrendo con orgoglio la singolarità della loro identità storica. Un mosaico di ricchezza confluito nel delineare il volto dell'unica identità, l'umanità: il "noi" ribadito da papa Francesco nel suo messaggio: «Oggi la Chiesa è chiamata a uscire per le strade delle periferie esistenziali per curare chi è ferito e cercare chi è smarrito, senza pregiudizi o paure, senza proselitismo, ma pronta ad allargare la sua tenda per accogliere tutti». Riprendendo queste parole nella lettera alla diocesi il vescovo Ruzza ha sottolineato che «Il fenomeno migratorio caratterizza gli anni del nostro tempo in modo ineludibile e per i credenti l’accoglienza è un compito, una missione, un dovere evangelico». Parole chiare lette da suor Maria Grazia Pennisi, collaboratrice della Migrantes diocesana, all'inizio della Messa presieduta dal vicario generale don Alberto Mazzola e concelebrata dal parroco e dai sacerdoti responsabili dei migranti. «Profeta è colui che parla a nome di Dio», nell'omelia il vicario generale ha commentato il racconto evangelico di Marco in cui i discepoli vorrebbero impedire a un estraneo di scacciare i demoni nel nome di Gesù, ma il Maestro critica la posizione degli apostoli. «Non dobbiamo chiuderci ma essere aperti allo Spirito Santo – ha continuato il sacerdote – perché egli agisce come vuole, con chi vuole e quando vuole». La tentazione dell'uomo è quella di controllare e giudicare l'azione di Dio, invece il compito del cristiano è di rimanere in ascolto e parlare e agire di conseguenza. Comprendere la libertà dello Spirito Santo e la sua multiforme presenza là dove egli soffia significa accogliere l’incontra tra differenza e comunione. «Questo è l'invito di papa Francesco ad accrescere la nostra cattolicità. I membri della Chiesa devono impegnarsi ad essere sempre più cattolici, ovvero inseriti in quell'universalità che ci permette di incontrare le nostre sorelle e i nostri fratelli per costruire un "noi" che sia sempre più grande», ha concluso il vicario generale.  (Simone Ciampanella)

CEI: non spegnere i riflettori sulla drammatica situazione dell’Afghanistan

30 Settembre 2021 - Roma - “Non spegnere i riflettori sulla drammatica situazione dell’Afghanistan”. È l’appello che rivolgono i vescovi italiani al termine del Consiglio Permanente che si è concluso a Roma ieri.  Il Consiglio Permanente della CEI – si legge nel comunicato finale – “non ha mancato di volgere lo sguardo anche al di fuori dei confini nazionali”: la situazione in Afghanistan “rimane drammatica e incerta anche se i riflettori sul Paese si sono quasi spenti. Lo sforzo messo in campo dalle nostre comunità per l’accoglienza e la protezione internazionale degli afghani arrivati con i numerosi ponti aerei è stato esemplare, così come lodevole è stata la risposta da parte delle diverse forze politiche”. La Chiesa in Italia – si legge nel comunicato finale dei lavori - che si è resa subito disponibile a supportare tale impegno, si “augura che la stessa sollecitudine abbracci anche gli afgani che nei prossimi mesi si metteranno in cammino per raggiungere l’Europa attraverso la rotta balcanica e il Mediterraneo. Ogni respingimento infatti negherebbe un diritto fondamentale del popolo afgano, che scappa da guerra e violenza”. L’auspicio, hanno sottolineato i vescovi, è che “il diritto alla protezione internazionale sia tutelato non solo per gli afghani ma anche per gli uomini e le donne in fuga da 70 Paesi, che arrivano via terra e via mare sia in Italia che in Europa”. Come ha detto il Papa, dopo la preghiera dell’Angelus di domenica 26 settembre 2021, in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: “Non chiudiamo le porte alla loro speranza”. (R. Iaria)  

Commissione Ue: necessario unire le forze su scala europea per un nuovo patto su migrazione e asilo

29 Settembre 2021 - Bruxelles - “Unire le forze per trovare soluzioni e risposte”: è il leit motiv che accompagna – a un anno dall’adozione della proposta, da parte della Commissione europea, per un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo – l’odierna relazione sulla migrazione e l’asilo. La Commissione rende noto inoltre di essere impegnata ad adottare un piano d’azione rinnovato dell’Ue contro il traffico di migranti e una comunicazione sull’applicazione della direttiva dell’Unione sulle sanzioni nei confronti dei datori di lavoro. Le iniziative sviluppate nell’ambito dell’approccio globale alla migrazione del nuovo patto sulla migrazione e l’asilo “mirano a prevenire lo sfruttamento organizzato dei migranti e a ridurre la migrazione irregolare, coerentemente con l’obiettivo del nuovo patto che mira a promuovere una gestione sostenibile e ordinata della migrazione”. Tali iniziative “affronteranno sia le sfide che ancora persistono nello smantellamento dei gruppi della criminalità organizzata sia la necessità di adattarsi alle nuove sfide, compreso il traffico di migranti avallato dallo Stato, in risposta alla situazione alle frontiere esterne dell’Ue con la Bielorussia”. Il vicepresidente della Commissione Margaritis Schinas afferma: “La scorsa settimana è trascorso un anno da quando abbiamo presentato le nostre proposte per un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo. Se da un lato i progressi a livello di adozione sono stati oltremodo lenti, dall’altro continuano a emergere sfide migratorie di natura nuova e meno nuova”. Tutti questi sviluppi, denuncia il commissario greco, “dalla continua pressione nel Mediterraneo centrale al deterioramento della situazione in Afghanistan e alle nuove pressioni sulle nostre frontiere orientali, dimostrano l’assoluta necessità di un quadro europeo sostenibile in materia di asilo e migrazione”. Aggiunge: “Le proposte del patto, se adottate, potrebbero migliorare notevolmente la capacità degli Stati membri di affrontare una vasta gamma di problematiche attualmente presenti. Se c’è qualcosa che abbiamo imparato negli ultimi anni è che in tali situazioni agire individualmente non è un’opzione praticabile. È giunto il momento di unire le forze per trovare soluzioni”. (SIR)  

Migrantes Messina: iniziative per la Giornata Nazionale in memoria delle Vittime dell’immigrazione

29 Settembre 2021 - Messina - In occasione della Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime dell’Immigrazione, che si celebra domenica prossima, 3 ottobre, l’Ufficio Migrantes della diocesi di Messina-Lipari-S. Lucia del Mela, in collaborazione con la “Stella Maris” di Milazzo e la Cappellania cattolica filippina, propone 3 momenti di preghiera e riflessione: per i migranti che hanno perso la vita durante il viaggio della speranza per scappare da situazioni di guerra, da persecuzione e impoverimento; per quanti sono morti perché vittime di tratta e di sfruttamento lavorativo; per quanti pesano sulla coscienza di quei Paesi che, in nome della difesa delle frontiere, hanno respinto chi arrivava in cerca di protezione. Il programma prevede alle 10.00 al Cimitero monumentale di Messina, una Preghiera itinerante, guidata dal direttore dell’Ufficio Migrantes, Santino Tornesi, che si snoderà dalla porta centrale fino alle tombe dei migranti forzati per l’offerta dei fiori: un secondo momento, alle ore 12.30, al Porto di Milazzo per una preghiera, guidata da p. Carmelo Russo, delegato diocesano per l’Apostolato del mare, in ricordo delle vittime dei naufragi, e lancio in mare di una corona di fiori. Il terso momento alle 17.00, nella Chiesa dell’Istituto “Collereale” a Messina con una Celebrazione eucaristica, animata dalla Cappellania cattolica filippina e presieduta dal cappellano p. Ferico Duque. La Giornata è stata istituita con la Legge dello Stato n. 45 del 21 marzo 2016, ricordando la data del 3 ottobre 2013, giorno in cui un'imbarcazione carica di migranti, in maggioranza eritrei, affondò a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa. Si trattò del naufragio più grave accertato in termini di perdite di vite umane: 368 morti certi, altri venti presunti, 155 superstiti, di cui 41 bambini. Nei 3 articoli che compongono la Legge, viene evidenziato che essa è stata voluta per conservare e rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro Paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria. La Giornata è momento privilegiato – ricorda la Migrantes diocesana, per sensibilizzare l'opinione pubblica e la comunità ecclesiale alla solidarietà civile nei confronti dei migranti, al rispetto della dignità umana e del valore della vita di ciascun individuo, all'integrazione e all'accoglienza”.  

Viminale: da inizio anno sbarcate 45.714 persone migranti sulle coste italiane

29 Settembre 2021 - Roma - Sono 45.714 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane dall’inizio dell’anno secondo i dati forniti dal Viminale e aggiornati a ieri mattina. Dei nuovi arrivati 12.834 sono di nazionalità tunisina (28%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (5.539, 12%), Egitto (4.093, 9%), Costa d’Avorio (2.872, 6%), Iran (2.351, 5%), Guinea (1.841, 4%), Iraq (1.717, 4%), Eritrea (1.588, 4%), Sudan (1.511, 3%), Marocco (1.479, 3%) a cui si aggiungono 9.889 persone (22%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. I minori stranieri non accompagnati sono stati 6.678.

Migrantes: due famiglie afghane ospitate nella diocesi di Cefalù

27 Settembre 2021 - Cefalù - La diocesi di Cefalù, in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio, ospiterà due famiglie afghane in fuga dal proprio Paese dopo che i talebani sono tornati al potere. A dare l’annuncio sono stati il vescovo Giuseppe Marciante, il Servizio pastorale cooperazione tra le Chiese e Migrantes e la Caritas diocesana in occasione della 107ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si è celebrata ieri. “Gli ultimi, gli indifesi, i nostri fratelli immigrati non sono un peso, non sono pietre ‘da scartare’, ma parte dell’unica Chiesa che è in Cristo”, ha sottolineato mons. Marciante, aggiungendo che “con loro vogliamo condividere sofferenze e speranze nel segno dell’accoglienza e dell’integrazione”. “Come discepoli del Cristo trasfigurato – ha spiegato – vogliamo dare un gesto concreto a questi nostri fratelli, dare voce alla dignità umana che è in ognuno di noi con il megafono della carità e della solidarietà”.

Teologia della mobilità umana nel XXI secolo: un convegno svoltosi a Roma

24 Settembre 2021 -

Roma - “Migranti e pellegrini come tutti i nostri padri” (1 Cr 29, 15). Teologia della mobilità umana nel XXI secolo". È il tema di un convegno svoltosi nei giorni scorsi su iniziativa da UISG, USG e SIMI. Ad aprire i lavori il card. ard. Braz de Aviz che, dopo aver recitato la preghiera per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, ha ricordato come «coniugare la riflessione biblica teologica e pastorale con l’azione dei consacrati in favore dei migranti» sia «una testimonianza concreta che indica uno stile da seguire».  Non solo è uno stile da seguire, ma prendersi cura delle nostre sorelle e dei nostri fratelli costretti a fuggire «è una responsabilità inevitabile. Poiché siamo tutti migranti e la terra appartiene a Dio ricorda» il card. Silvano Maria Tomasi. 

Tra le autorità che hanno aperto i lavori anche P. Fabio Baggio, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale e P. Leonir Chiarello, Superiore Generale dei Missionari Scalabriniani.  «Per fare teologia pastorale oggi bisogna saper piantare la tenda tra il popolo di Dio. In particolare, come ricorda Papa Francesco, bisogna saper piantare la tenda tra gli abitanti delle periferie esistenziali; questo ci permette di ascoltare il popolo di Dio, leggere insieme i segni dei tempi e soprattutto di apprendere il senso della fede dei fedeli» - ha affermato P. Fabio Baggio.

Questo percorso va accompagnato da un «approfondimento sistematico» data «la complessità e la rapidità dei cambiamenti non ché l’ampiezza degli attori che il fenomeno migratorio coinvolge, che sono i migranti, i rifugiati, gli sfollati, i marittimi, e tutti coloro che in un modo o nell’altro vivono una forma di sradicamento» ha sottolineato P. Chiarello.

L'evento prevedeva sessioni di lavori in gruppo, alle quali  hanno partecipato  più di 250 partecipanti registrati appartenenti a circa 70 congregazioni ed operanti in tutto il mondo. L’obiettivo di queste tre giornate è stato proprio quello di affrontare insieme alle Chiese locali dei paesi di partenza, di transito e di accoglienza le sfide poste dalle migrazioni. I relatori, accademici, studiosi, teologi e teologhe internazionali, e operatori e operatrici pastorali hanno presentato e discusso lo stato delle loro ricerche, tese a rispondere alla realtà degli attuali movimenti migratori attraverso una riflessione aperta all’azione. Molte le condivisioni di buone pratiche a livello locale che hanno approfondito tanto la realtà del percorso migratorio - spesso forzato e dovuto a conflitti, persecuzioni, gravi squilibri economici e di sviluppo, ai cambiamenti climatici in atto - quanto l'impegno nel processo di guarigione fisica, psicologica, e spirituale di questa «grande comunità di migranti, tra i quali c’è il gruppo più vulnerabile dei rifugiati, degli accampati nei grandi campi di profughi, delle vittime di tratta, di bambini e adulti; che sono il nostro dolore e una ferita che abbiamo come umanità» e sulla quale dobbiamo «riflettere per nutrire e illuminare le nostre coscienze e le coscienze nelle nostre comunità, della Chiesa e della società»  ha detto Sr. Jolanta Kafka, Presidente della UISG nel suo intervento di chiusura dei lavori. 

«Non dimentichiamo - afferma P. John Larsen, rappresentate delegato della USG - che è nel nostro DNA di “gente del Libro” avere una passione per il ministero dei migranti».

Quelle emerse in questi giorni di riflessione e di dialogo sono «quattro piste di azione», conclude P. Aldo Skoda, Direttore del SIMI: «oggi più che mai le migrazioni sono un fenomeno sfidante la società e la chiesa; Ed è opportuno tenere presente, oltre ai numeri e alle statistiche, il volto umano di quanti, bambini, uomini e donne, hanno lasciato tutto alle loro spalle; In questo la chiesa si si è sempre fatta carico del peso di sofferenza ma anche delle speranze degli uomini e donne di diverse epoche e culture; Un riferimento importante rimane certamente l’azione e il magistero di Papa Francesco in quanto «la sfida non è solo quale azione pastorale per e con i migranti vogliamo realizzare, ma anche quale volto di società e di chiesa vogliamo costruire insieme,  per un “noi” sempre più grande che è anche il messaggio della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che celebreremo domenica prossima».

A Lecce il cinema diventa un laboratorio di inclusione sociale con gli ospiti della Casa della Carità

23 Settembre 2021 - Lecce - Il cinema è spazio di aggregazione e di comunità, veicolo potente di riflessione, crescita, cambiamento. Proprio da un festival di cinema, Vive le cinéma di Lecce, dedicato alle produzioni francesi, ha preso corpo il percorso formativo dell’Accademia della Carità, progetto di reinserimento sociale della Fondazione Casa della carità di Lecce che partirà regolarmente a ottobre e comprenderà diverse materie, dalla storia dell’arte al diritto costituzionale. Dal 14 al 18 settembre scorsi Vive le cinéma è stato il primo “laboratorio di idee” dell’Accademia della Carità. Oltre venti ospiti della Casa della Carità, persone senza fissa dimora e richiedenti asilo, hanno potuto assistere alle proiezioni dei film in concorso e ne hanno discusso in incontri ad hoc con il direttore dell’Accademia, lo sceneggiatore e regista Alessandro Valenti, che è anche uno dei tre direttori artistici di Vive le cinéma con il produttore Angelo Laudisa e la storica dell’arte Brizia Minerva. Uno degli incontri ha visto come protagonista Aïssa Maïga, attrice e regista, ospite della sesta edizione del festival, vincitrice della menzione speciale con il suo documentario “Marcher sur l’eau” (già selezionato a Cannes) per la pregnanza del tema scelto e per la profondità con la quale la regista ha saputo declinare il racconto, allo stesso tempo personale e collettivo, della drammatica questione dell’accesso all’acqua in Africa. «È stato un incontro denso e toccante – ha commentato Alessandro Valenti – pieno di contenuti, perché le persone coinvolte in questo progetto hanno lunghe e importanti storie alle spalle e certamente comprendono i temi delicati affrontati nei film selezionati . Ad Aissa hanno detto si essersi sentiti meno soli, dopo aver visto un film come il suo, che parla delle estreme difficoltà di comunità costrette alla ricerca quotidiana di un bene di primissima necessità come l’acqua. Hanno riflettuto sul fatto che il dolore non è qualcosa di esclusivo, e che proprio per questo si può e si deve condividere, in un percorso comune di riscatto. Riflessioni come queste, nate dalla visione di un film, a mio parere sono il motivo per cui il cinema non morirà mai». Sempre nell’ottica dell’inclusione e della partecipazione attiva, la consueta giuria del festival composta da personalità del mondo del cinema ha ceduto il posto, quest’anno, a due giurie di studenti: la prima, del corso di laurea in Dams dell’Università del Salento, l’altra, del Liceo Palmieri di Lecce. Le giurie hanno assegnato il Premio come miglior cortometraggio a “Bruit Blanc” di Thomas Soulignac, il Premio come miglior lungometraggio è andato ex aequo a due film, entrambi selezionati al Festival di Cannes: “Si le vent tombe” di Nora Martirosyan, ambientato in Nagorno-Karabakh, e “Slalom” di Charlène Favier, che tratta lo scottante tema degli abusi nel mondo dello sport professionale. “Marcher sul l’eau” ha ricevuto anche il premio come miglior documentario.  

Viminale: da inizio anno sbarcate 43.372 persone sulle coste italiane

22 Settembre 2021 - Roma - Sono 43.372 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi, secondo i dati del Viminale aggiornati a ieri mattina, 12.646 sono di nazionalità tunisina (29%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (5.454, 13%), Egitto (4.058, 9%), Costa d’Avorio (2.844, 7%), Iran (2.128, 5%), Guinea (1.800, 4%), Eritrea (1.575, 4%), Iraq (1.563, 4%), Sudan (1.496, 3%), Marocco (1.477, 3%) a cui si aggiungono 8.331 persone (19%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. 6.624 sono i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. I minori stranieri non accompagnati sbarcati sulle coste italiane lungo tutto il 2020 sono stati 4.687, 1.680 nel 2019, 3.536 nel 2018 e 15.779 nel 2017.  

Mons. Massara: aprire il cuore all’accoglienza

21 Settembre 2021 - Fabriano - “La nostra terra ha sofferto il dramma del terremoto mentre queste famiglie hanno vissuto quello della guerra. Come noi abbiamo ricevuto tanta solidarietà in quei momenti e continuiamo a riceverla ancora oggi, ora spetta a noi aprire il nostro cuore e le nostre case per accogliere chi ha bisogno di aiuto e far risplendere nei loro occhi il sorriso che la guerra ha seppellito”. Con queste parole, mons. Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e vescovo di Fabriano-Matelica, ha annunciato l’accoglienza in diocesi di tre famiglie afghane. La notizia è riportata dal settimanale diocesano “L’Appennino Camerte”. “La nostra terra – dichiara il presule – sarà per loro un luogo di speranza, dove respirare la bellezza della libertà. A questi nostri fratelli e sorelle do il benvenuto: le nostre case sono aperte per voi e i nostri cuori lo sono ancor di più. Possa risplendere sui vostri volti la gioia che vi è stata negata nella vostra terra”. Come sta avvenendo per diversi Comuni che hanno dato la disponibilità alla prefettura di ospitare le famiglie bisognose che arrivano dall’Afghanistan, anche la diocesi di Camerino si muove “per alleviare il dolore e le sofferenze di coloro che stanno vivendo il dramma della guerra”. Una delle tre famiglie è già arrivata nelle Marche, mentre le altre due arriveranno nei prossimi giorni. “L’arcivescovo ha dato la disponibilità, rispondendo alla richiesta delle prefetture, di accogliere queste famiglie – dice don Aldo Buonaiuto che si occuperà della gestione del programma di accoglienza –. Come sappiamo avevano bisogno di una risposta immediata e l’arcivescovo non si è tirato indietro, anzi ha pensato di dare una risposta attraverso alcune case dell’istituto di sostentamento del clero per cercare di dare a queste famiglie una prima accoglienza”. Come riporta il settimanale diocesano “le famiglie saranno accolte nel territorio diocesano ma continueranno a far capo alla prefettura, coordinati a livello nazionale. Seguiranno – spiega don Buonaiuto – un percorso di integrazione, dove i bambini andranno a scuola e per gli adulti si cercherà un lavoro, così che possano riprendere una vita normale, serena e felice”. Ma all’impegno della diocesi si è unita una vera e propria gara di solidarietà: “Il ringraziamento – dice il sacerdote – va alla solidarietà del territorio e di tutti coloro che hanno voluto contribuire, anche con piccoli gesti, per far sì, in pochissimo tempo, di arredare e mettere insieme le strutture. Il nostro ringraziamento va a tutte le persone che hanno concretamente aiutato la grande rete del volontariato cattolico, dell’associazionismo, dei laici che hanno ognuno contribuito a sostenere ed aiutare anche nella preparazione dell’accoglienza. È stato un bell’attestato di un popolo solidale, che ha compreso il dramma di queste persone e si è prodigato per dare il proprio contributo”. (SIR)      

Non solo formazione: la forza di Scuola Cantiere Sophia

21 Settembre 2021 - Roma - Se sei nero, un euro in meno. Sono i termini contrattuali - quando si riesce ad avere un contratto - tra un bracciante e il suo datore di lavoro. Una discriminazione sorpresa e denunciata dai sindacati della Flai Cgil, che hanno contestato lo sfruttamento che accade nelle campagne piemontesi: un lavoro tosto e duro, svolto per molte ore sotto al sole cocente, per una paga misera, raccogliendo frutta nei campi. Diritti sbiaditi, calpestati ai quali spesso i migranti rinunciano per mancanza di informazioni o semplicemente per necessità. Molto spesso infatti chi arriva nel nostro Paese viene catapultato in una realtà che non conosce, finendo in balia degli eventi e delle persone. “Questa notizia ci lascia sconvolti, anche se purtroppo, accade più spesso di quanto possiamo pensare. Lo abbiamo imparato in questi anni. Molti ragazzi migranti che abbiamo accompagnato in percorsi e progetti infatti ci hanno raccontato storie simili: sfruttamento, abbandono a sé stessi, degrado e solitudine. Per questo, all'inizio sono sempre molto diffidenti, e prima di aprirsi con noi passa molto tempo”, spiega Giuseppe, educatore di Sophia Impresa Sociale che in questi anni ha formato moltissimi ragazzi. L’ultima “impresa” è stata la “Scuola Cantiere Sophia”, percorso di formazione ai mestieri artigianali che, con il sostegno di Fondazione Cattolica Assicurazioni e dell’Elemosineria Apostolica di Papa Francesco ha avviato 15 giovani ad operare interventi di manutenzione nelle parrocchie di Roma. “La parte più importante è creare un legame. Un rapporto personale che vada oltre alla semplice formazione professionale o al semplice ‘ti do una mano’: un accompagnamento a 360 gradi che riesca a far comprendere ai ragazzi la loro unicità, i propri diritti; e ancora la relazione con colleghi e con amici, l'importanza della fiducia in sé e negli altri”, continua Giuseppe. “L’esistenza di una squadra di lavoro con un obiettivo preciso, la manutenzione delle parrocchie di Roma, permette ai giovani di focalizzarsi meglio e pensare alle proprie qualità e limiti in relazione agli altri”. E i frutti di questo tipo di percorso sono sempre maturati, come testimoniano i racconti dei ragazzi seguiti, che, inseriti nel mondo del lavoro, prendono in mano il proprio percorso. “Siamo come una famiglia. Giuseppe è molto bravo, riesce a spiegare a tutti” commenta Mustafa Ibrahim che ha terminato con successo la prima parte di “Scuola Cantiere Sophia”. Il giovane del Sudan lavora adesso come magazziniere presso una nota catena di arredamento fai da te, ma ha fatto un piccolo passo in più verso il suo sogno di diventare muratore nel suo paese d'origine.  (Alessio Mirtini)  

Viminale: da inizio anno sbarcate 43.354 persone migranti sulle coste italiane

20 Settembre 2021 - Roma - Sono 43.354 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 12.638 sono di nazionalità tunisina (29%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (5.454, 13%), Egitto (4.058, 9%), Costa d’Avorio (2.844, 7%), Iran (2.128, 5%), Guinea (1.800, 4%), Eritrea (1.575, 4%), Iraq (1.563, 4%), Sudan (1.496, 3%), Marocco (1.477, 3%) a cui si aggiungono 8.321 persone (19%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.

Roma: la parrocchia di Sant’Eligio propone la prima Festa dei Popoli

16 Settembre 2021 -

Roma - Incontro, dialogo e condivisione tra culture e fedi diverse. Con queste finalità nasce la prima Festa dei Popoli della parrocchia di Sant’Eligio, nelle periferie est di Roma, che si terrà nel week-end del 18 e 19 settembre. «Un’occasione ideale per fare un’esperienza di interculturalità, per vivere a stretto contatto con popoli diversi, dove la musica, il dibattito e la convivialità faranno da collante», racconta Errico Valeriano, rappresentante della Caritas parrocchiale e tra gli organizzatori. L’idea nasce dall’enciclica “Fratelli Tutti” di Papa Francesco e «dalle sue parole – spiega Valeriano - che ci invitano a creare una comunità che si sostenga e dove ci si aiuti a vicenda a guardare avanti, soprattutto in questo periodo». Nel quartiere di Villaggio Prenestino, dove sorge la parrocchia, «ci sono molte famiglie di immigrati, soprattutto africani, che vivono qui anche da 25 anni – racconta – e ci siamo resi conto della necessità di fare un salto di qualità nell’accoglienza». Già da due anni ogni domenica viene garantita una Messa in inglese «e abbiamo notato essere molto apprezzata, creando unione e condivisione, dunque l’idea di fare ancora di più». Protagonisti saranno i residenti del quartiere e le persone provenienti dai due centri per migranti presenti in zona. «In tutto – spiegano gli organizzatori – si tratta potenzialmente di 400 persone alle quali si aggiungeranno dai quartieri vicini dove si è sparsa la voce dell’evento. In più – sottolinea Valeriano – molte persone che hanno vissuto qui sono rimaste legate, anche per l’aiuto che siamo riusciti a dare loro nel cercare un lavoro o una sistemazione». Non solo dialogo e confronto, ma anche divertimento e nuove conoscenze. «Il progetto – spiega non è solo quello di continuare negli anni, ma anche di proseguire con campagne di sensibilizzazione e magari arrivare nelle scuole». Durante il weekend, inoltre, l’atmosfera di scambio reciproco e fratellanza «permetterà a tutti di compiere un viaggio ideale tra i tanti Paesi della Terra» e di riscoprire «la solidarietà, la fratellanza e l’umanità che rende possibile trasformare le differenze in ricchezze e vivere come un’unica grande famiglia». Nella due giorni sono infatti molti gli eventi in programma. Si parte sabato 19 con un momento di dialogo tra Chiese e religioni diverse, al quale parteciperanno monsignor Marco Gnavi, incaricato dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso; l’Imam Abdellah Redouane, segretario generale del Centro Islamico di Roma; padre Gheorghe Militaru, rappresentante degli Evangelici rumeni; padre Giuseppe Wang e padre Joseph Akkashima, rispettivamente cappellani cattolici della comunità cinese e di quella nigeriana a Roma. Si parlerà inoltre del tema dei migranti con monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma. Domenica, invece, spazio alla scoperta tra culture, con gli stand degli oggetti tipici artigianali dei paesi di provenienza e celebrazione eucaristica presieduta dal vicegerente monsignor Gianpiero Palmieri. Messa che sarà animata dalle comunità cattoliche di diversa etnia, ognuna con i propri canti. Nel pomeriggio, sempre nel rispetto delle norme anti-Covid, sarà la volta dei piatti tipici, nonché di danze e costumi folkloristici grazie alla presenza di giovani e adulti dei centri migranti. (Salvatore Tropea – Romasette)

CISOM: uno stand a Genova per raccontare i soccorsi in mare

15 Settembre 2021 - Genova - Con un Posto Medico Avanzato e un Ambulatorio mobile attrezzato, quest’anno saranno due le postazioni di primo soccorso allestite dal CISOM, chiamato a supportare il servizio sanitario del 61° Salone Nautico di Genova, il più grande del Mediterraneo. Per tutta la durata dell’evento – che si svolgerà dal 16 al 21 settembre, squadre di medici, infermieri e soccorritori del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, presteranno immediata assistenza al numeroso pubblico di visitatori che affollerà la prestigiosa manifestazione, che anche quest’anno accoglierà tutto il mondo della nautica da diporto e non solo. Vista l’importanza dell’evento il Raggruppamento CISOM della Liguria - si legge in una nota - ha richiesto il supporto e la collaborazione anche di Raggruppamenti limitrofi, organizzando ulteriori squadre a piedi di volontari soccorritori e team di sanitari a bordo delle nuove e-bike di pronto intervento. Il Salone Nautico, sarà infatti l’occasione per presentare "l’innovativo servizio sanitario del CISOM: biciclette a pedalata assistita equipaggiate con un defibrillatore semiautomatico e uno zaino di primo soccorso, agili e veloci, pronte ad intervenire immediatamente in caso di emergenza. Le e-bike, rappresentano senza dubbio una risorsa efficace, permettono infatti ai sanitari di raggiungere in tempi brevi tutte quelle zone inaccessibili ai normali mezzi di soccorso, intervenendo tempestivamente ed efficacemente in caso di necessità". Uno stand dedicato al CISOM permetterà di raccontare ed illustrare le molteplici attività di soccorso svolte in oltre cinquant’anni di operatività durante le maxi emergenze nazionali, focalizzandosi in maniera particolare sull’impegno del Corpo nella primissima assistenza in mare. Proprio per ricordare le tante persone tratte in salvo nelle diverse operazioni, il CISOM presenterà al Salone una suggestiva installazione, costituita da un parallelepipedo con 130 giubbotti di salvataggio, simbolo di tutte le vite salvate in oltre dieci anni di interventi nel Mar Mediterraneo a bordo delle unità navali della Guardia Costiera e Guardia di finanza.    

Migrantes Torino: il primo appuntamento delle NarrAzioni di ordinaria accoglienza

15 Settembre 2021 - Torino - Si intitola Per una comunità Accogliente e si terrà oggi nella sala conferenze della Migrantes di Torino: un incontro per guardare insieme alla capacità delle comunità civili ed ecclesiali di essere accoglienti e inclusivi interrogando attori e testimoni di accoglienza. Durante la mattinata le testimonianze di alcuni rappresentanti della rete delle parrocchie accoglienti, del progetto della Città di Torino Rifugio Diffuso – Accoglienza in famiglia, delle Famiglie Accoglienti e di Casa Aylan. Reagiranno alle sollecitazioni: Elena Piastra, sindaca del Comune di Settimo Torinese, Marzia Sica, Responsabile Obiettivo Persone di Compagnia di San Paolo e Roberta del Bosco, Area Welfare e Territorio FONDAZIONE CRT. Modererà la mattinata Sergio Durando, Direttore della Migrantes torinese.  

Roma: riapre in presenza la mensa di via Dandolo

14 Settembre 2021 - Roma - Da domani, mercoledì 15 settembre, la mensa dei poveri della Comunità di Sant’Egidio a Roma, in via Dandolo 10, a partire dalle 16.30, permetterà nuovamente ai senza fissa dimora e a tutti gli ospiti, molti stranieri, che normalmente la frequentano di sedersi a tavola. Negli ultimi mesi infatti, in questo centro – che non ha mai chiuso neanche durante il lockdown – i pasti venivano soltanto distribuiti e consumati altrove, per il rispetto delle misure dettate dalla pandemia. La svolta è stata permessa grazie all’apertura – il martedì e il giovedì pomeriggio - dell’hub vaccinale di Sant’Egidio che, dall’inizio di luglio, ha già realizzato la vaccinazione di alcune migliaia di persone che, per motivi ambientali e burocratici, sarebbero rimaste “invisibili” al sistema sanitario. Da domani, a questi ultimi, “oltre al vantaggio dell'importante protezione per la loro salute e per quella di tutta la popolazione, sarà restituita anche la dignità di poter sedere a tavola, grazie ai certificati vaccinali mentre chi non ha ancora non li possiede sarà comunque accolto, come sempre, e avrà la possibilità di ricevere un pasto da asporto, come è accaduto nei mesi passati”, spiega la comunità.  

“Uomo a mare… autori di nuovi pezzi sul Mediterraneo”: a Mazara del Vallo il seminario Fisc

14 Settembre 2021 - Mazara del Vallo – Da giovedì 16 settembre a sabato 18 si terrà a Mazara del Vallo il seminario di formazione “Monsignor Alfio Inserra”, organizzato dal giornale diocesano “Condividere”, dalla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) e dalla Uila. Tema dell’edizione di quest’anno è “Uomo a mare! Autori di nuovi pezzi sul Mediterraneo”: «L’incipit è la frase di rito che viene pronunciata quando ci si trova nella peggiore emergenza d’affrontare e, cioè, quando qualcuno cade in mare mentre si naviga – spiega il direttore di “Condividere” Max Firreri – in un contesto più allargato, come tema del seminario, quella frase d’allarme vuole rappresentare una situazione grave che si registra nel Mediterraneo: non solo migranti ma anche l’ambito dei pescatori dei quali si parla solamente quando succedono fatti di cronaca. Ma c’è di più: l’allarme per lo stato di salute del Mediterraneo, la questione ecologica e mondo della pesca (al quale Mazara del Vallo è legato da un filo inossidabile), fatto di uomini e di economia». Il seminario, oltre che della Diocesi e del Comune di Mazara del Vallo, è patrocinato dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. «L’idea del tema di questa nuova edizione, la prima in presenza dopo il periodo di pandemia, ruota attorno al Mediterraneo, visto da prospettive diverse e non solo da quella più dibattuta/comune delle migrazioni – spiega il vescovo, mons. Domenico Mogavero – da qui la sfida che lancia il seminario ai giornalisti: diventare autori di nuovi pezzi su questo mare. Spiegarlo attraverso i racconti e i volti degli uomini».

Viminale: da inizio anno sbarcate 41.204 persone migranti sulle coste italiane

13 Settembre 2021 - Roma - Sono 41.204 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 11.973 sono di nazionalità tunisina (29%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Bangladesh (5.342, 13%), Egitto (3.754, 9%), Costa d’Avorio (2.791, 7%), Iran (1.978, 5%), Guinea (1.688, 4%), Eritrea (1.557, 4%), Marocco (1.464, 4%), Sudan (1.459, 3%), Iraq (1.447, 3%) a cui si aggiungono 7.751 persone (19%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è aggiornato alle 8 di questa mattina ed è diffuso dal Viminale. Fino ad oggi sono stati 6.460 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato a oggi, 13 settembre. I minori stranieri non accompagnati sbarcati sulle coste italiane lungo tutto il 2020 sono stati 4.687, 1.680 nel 2019, 3.536 nel 2018 e 15.779 nel 2017.