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Migrantes: domenica la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

24 Settembre 2021 - Domenica 26 settembre la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Tema scelto da Papa Francesco per questa Giornata “Verso un ‘Noi’ sempre più grande”. In Italia le celebrazioni ufficiali della Giornata si svolgeranno quest’anno nelle Marche. L’iniziativa è della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes che proprio in questa regione ha promosso, dal 23 al 27 agosto, a Loreto il Corso di Alta Formazione sul tema “Costruire e custodire la casa comune” con la partecipazione di vescovi, direttori Migrantes, operatori di diverse diocesi italiane. Un santuario, quello di Loreto, che ogni anno accoglie il pellegrinaggio regionale dei migranti. Per la celebrazione eucaristica nazionale, che si svolgerà domenica 26 settembre, Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, è stata scelta la Basilica Pontificia di Loreto. La celebrazione, in diretta su Rai Uno, sarà presieduta da Mons. Pietro Coccia, Presidente della Conferenza Episcopale delle Marche. Ma tutta la regione Marche è stata interessata alla preparazione per questo importante appuntamento. Macerata, Pesaro, Fano, San Benedetto del Tronto: in queste città come in molte parrocchie tante le iniziative organizzate a sostegno della GMMR. A Roma circa un migliaio saranno i migranti presenti in piazza San Pietro domenica insieme ai cappellani delle 47 comunità e 150 centri pastorali. L’invito arriva dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma guidato da mons. Pierpaolo Felicolo e dal Centro Astalli, presieduto da p. Camillo Ripamonti.  “Sarà una giornata di festa e ci stiamo mobilitando per stringerci intorno al Papa che non perde occasione per dimostrare vicinanza e sostegno verso tutta la realtà del mondo migrante”, dice mons. Felicolo che settimanalmente visita le diverse comunità etniche presenti nell’intera diocesi con molte iniziative di integrazione “per consolidare il cammino d’integrazione e di conoscenza reciproca”. Una integrazione che parte dall’apertura delle porte all’accoglienza che deve “necessariamente riguardare tutti” perché non possiamo lasciare in “condizioni precarie” coloro che arrivano, con mezzi di fortuna e rischiando la vita nei nostri territori fuggendo da violenze, guerre e miseria”. (Raffaele Iaria)      

Teologia della mobilità umana nel XXI secolo: un convegno svoltosi a Roma

24 Settembre 2021 -

Roma - “Migranti e pellegrini come tutti i nostri padri” (1 Cr 29, 15). Teologia della mobilità umana nel XXI secolo". È il tema di un convegno svoltosi nei giorni scorsi su iniziativa da UISG, USG e SIMI. Ad aprire i lavori il card. ard. Braz de Aviz che, dopo aver recitato la preghiera per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, ha ricordato come «coniugare la riflessione biblica teologica e pastorale con l’azione dei consacrati in favore dei migranti» sia «una testimonianza concreta che indica uno stile da seguire».  Non solo è uno stile da seguire, ma prendersi cura delle nostre sorelle e dei nostri fratelli costretti a fuggire «è una responsabilità inevitabile. Poiché siamo tutti migranti e la terra appartiene a Dio ricorda» il card. Silvano Maria Tomasi. 

Tra le autorità che hanno aperto i lavori anche P. Fabio Baggio, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale e P. Leonir Chiarello, Superiore Generale dei Missionari Scalabriniani.  «Per fare teologia pastorale oggi bisogna saper piantare la tenda tra il popolo di Dio. In particolare, come ricorda Papa Francesco, bisogna saper piantare la tenda tra gli abitanti delle periferie esistenziali; questo ci permette di ascoltare il popolo di Dio, leggere insieme i segni dei tempi e soprattutto di apprendere il senso della fede dei fedeli» - ha affermato P. Fabio Baggio.

Questo percorso va accompagnato da un «approfondimento sistematico» data «la complessità e la rapidità dei cambiamenti non ché l’ampiezza degli attori che il fenomeno migratorio coinvolge, che sono i migranti, i rifugiati, gli sfollati, i marittimi, e tutti coloro che in un modo o nell’altro vivono una forma di sradicamento» ha sottolineato P. Chiarello.

L'evento prevedeva sessioni di lavori in gruppo, alle quali  hanno partecipato  più di 250 partecipanti registrati appartenenti a circa 70 congregazioni ed operanti in tutto il mondo. L’obiettivo di queste tre giornate è stato proprio quello di affrontare insieme alle Chiese locali dei paesi di partenza, di transito e di accoglienza le sfide poste dalle migrazioni. I relatori, accademici, studiosi, teologi e teologhe internazionali, e operatori e operatrici pastorali hanno presentato e discusso lo stato delle loro ricerche, tese a rispondere alla realtà degli attuali movimenti migratori attraverso una riflessione aperta all’azione. Molte le condivisioni di buone pratiche a livello locale che hanno approfondito tanto la realtà del percorso migratorio - spesso forzato e dovuto a conflitti, persecuzioni, gravi squilibri economici e di sviluppo, ai cambiamenti climatici in atto - quanto l'impegno nel processo di guarigione fisica, psicologica, e spirituale di questa «grande comunità di migranti, tra i quali c’è il gruppo più vulnerabile dei rifugiati, degli accampati nei grandi campi di profughi, delle vittime di tratta, di bambini e adulti; che sono il nostro dolore e una ferita che abbiamo come umanità» e sulla quale dobbiamo «riflettere per nutrire e illuminare le nostre coscienze e le coscienze nelle nostre comunità, della Chiesa e della società»  ha detto Sr. Jolanta Kafka, Presidente della UISG nel suo intervento di chiusura dei lavori. 

«Non dimentichiamo - afferma P. John Larsen, rappresentate delegato della USG - che è nel nostro DNA di “gente del Libro” avere una passione per il ministero dei migranti».

Quelle emerse in questi giorni di riflessione e di dialogo sono «quattro piste di azione», conclude P. Aldo Skoda, Direttore del SIMI: «oggi più che mai le migrazioni sono un fenomeno sfidante la società e la chiesa; Ed è opportuno tenere presente, oltre ai numeri e alle statistiche, il volto umano di quanti, bambini, uomini e donne, hanno lasciato tutto alle loro spalle; In questo la chiesa si si è sempre fatta carico del peso di sofferenza ma anche delle speranze degli uomini e donne di diverse epoche e culture; Un riferimento importante rimane certamente l’azione e il magistero di Papa Francesco in quanto «la sfida non è solo quale azione pastorale per e con i migranti vogliamo realizzare, ma anche quale volto di società e di chiesa vogliamo costruire insieme,  per un “noi” sempre più grande che è anche il messaggio della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che celebreremo domenica prossima».

Migrantes Sicilia: incontri in vista della GMMR

7 Maggio 2021 - Palermo - "Verso un 'noi' più grande" è il tema scelto da Papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il 26 settembre, In preparazione l'Ufficio Migrantes della Conferenza Episcopale Siciliana e con l'ufficio Migrantes della diocesi di Agrigento promuove due incontri - in modalità online - sul “Verso un noi sempre più grande: il noi, le relazioni, la persona”. Il primo appuntamento è per martedì 11 maggio alle 18:30 con Mauro Magatti, Sociologo presso l’Università Cattolica di Milano. Il secondo incontro il martedì successivo, martedì 18 maggio alle 18:30 con mons. Antonio Staglianò, vescovo delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Siciliana. CESI per le Migrazioni.  (R.I.)

GMMR: nelle Marche le celebrazioni principali

6 Maggio 2021 - Roma - Le celebrazioni ufficiali della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato si svolgeranno quest’anno nelle Marche. L’iniziativa è della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes che proprio in questa regione promuoverà, dal 23 al 27 agosto, a Loreto, in collaborazione con il SIMI (Scalabrini International Migration Institute),  il Corso di Alta Formazione sul tema “Costruire e custodire la casa comune” con la partecipazione di vescovi, direttori Migrantes, operatori di diverse diocesi italiane. Un santuario, quello di Loreto, che ogni anno accoglie il pellegrinaggio regionale dei migranti.  Nelle Marche anche la celebrazione eucaristica nazionale c che si svolgerà domenica 26 settembre, Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Attualmente nelle Marche risiedono 136mila cittadini stranieri, il 9% della popolazione mentre i cittadini marchigiani  residenti all’estero sono 155mila con una incidenza sulla popolazione marchigiana pari al 10%.  (Raffaele Iaria)

GMMR: la presentazione del Messaggio di Papa Francesco

6 Maggio 2021 - Città del Vaticano -  “Possiamo imparare ad essere fratelli e sorelle migliori, oppure possiamo precipitare ancora più profondamente nell’ossessiva preoccupazione solo per noi stessi”. Così il card. Michael Czerny, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, presentantando questa mattina il messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Come ripete il Papa, “possiamo uscire dalla pandemia migliori o peggiori”, ha detto il cardinale: Sono le alternative a cui si trovano di fronte i passanti, nell’episodio evangelico del Buon Samaritano: “Ognuno ha delle ‘buone scuse’ per allontanare i suoi occhi dalla vittima mezza morta. Il Samaritano oltrepassa la tipica contrapposizione tra ‘noi’ e ‘loro’. Niente da guadagnare, forse tutto da perdere, ma senza compassione per un altro che è vittima di una rapina, come nel racconto, o di una pandemia terrificante come quella di oggi”.  “Tutti soffriamo in modo diversi”, a causa della pandemia: “Cosa succede quando i sopravvissuti in una scialuppa di salvataggio devono tutti aiutare a remare a riva?”, si è chiesto il porporato gesuita: “e se alcuni prendono più della loro parte delle razioni, lasciando altri troppo deboli per remare? Il rischio è che tutti periranno, i ben nutriti e gli affamati allo stesso modo”.  Ecco perché, come scrive il Papa nel messaggio, l’attitudine del Buon Samaritano, che “abbandona l’egoismo per prendersi cura di tutti”, è “essenziale per sopravvivere”, ha spiegato il cardinale sulla scorta della Fratelli tutti, in cui il papa presenta una terza prospettiva per il futuro: non più “gli altri”, ma solo “noi”. Il titolo scelto dal papa quest’anno per la 107ma giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato “Verso un ‘noi’ sempre più grande” : questo “noi” universale “deve – ha detto p. Fabio Baggio, sottosegretario della Sezione Migranti del Dicastero vaticano pe lo Sviluppo Umano Integrale - diventare realtà innanzitutto all’interno della Chiesa, la quale è chiamata a fare comunione nella diversità”. Per favorire un’adeguata preparazione alla celebrazione di questa giornata, la Sezione Migranti e Rifugiati – ha spiegato p. Baggio -  ha allestito una campagna di comunicazione attraverso la quale verranno elaborati i sei punti proposti dal Messaggio. Nei prossimi mesi saranno proposti sussidi multimediali, materiale informativo e riflessioni di teologi ed esperti che aiuteranno ad approfondire il Messaggio. “Fino a quando la logica prevalente rimarrà: ‘cosa è meglio per me’ e non ‘quale è la mia parte in un’azione che sarà il meglio per noi tutti e per la nostra casa comune’, non sarà possibile sanare un’economia malata”, ha quindi sottolineato sr. Alessandra Smerilli, sottosegretario dello stesso dicastero spiegando che  in  ambito economico “non è difficile scorgere questo noi sfigurato, e la pandemia lo ha reso più evidente”. “La finanza, che ha come sua vocazione originaria l’inclusione, mettere insieme chi ha capitale con chi vuole sviluppare progetti ed è privo di mezzi, è diventata – ha quindi aggiunto - in gran parte dei casi pura speculazione. Si pensi alle operazioni speculative sui generi alimentari, che rischiano di lasciare interi paesi senza accesso al cibo a causa degli aumenti dei prezzi. E i più poveri sono costretti a migrare. Si pensi alle crescenti disuguaglianze, economiche, tecnologiche, di accesso alle cure”. “Eppure, ci sono segni di speranza” per uno sviluppo più sostenibile, equilibrato, inclusivo”. (R.I.)

GMMR: Papa Francesco, “non ci siano più gli altri, ma solo un noi”

6 Maggio 2021 - Città del Vaticano - “Camminare insieme verso un noi sempre più grande, a ricomporre la famiglia umana, per costruire assieme il nostro futuro di giustizia e di pace, assicurando che nessuno rimanga escluso”. E’ l’invito di Papa Francesco nel Messaggio del Papa per la 107ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che sarà celebrata domenica 26 settembre 2021, sul tema: “Verso un noi sempre più grande”. “Nei momenti di maggiore crisi – scrive -  come ora per la pandemia, i nazionalismi chiusi e aggressivi e l’individualismo radicale sgretolano o dividono il noi, tanto nel mondo quanto all’interno della Chiesa”. “La storia della salvezza – ricorda – vede un noi all’inizio e un noi alla fine, e al centro il mistero di Cristo, morto e risorto perché tutti siano una sola cosa. Il tempo presente, però, ci mostra che il noi voluto da Dio è rotto e frammentato, ferito e sfigurato”. “E il prezzo più alto lo pagano coloro che più facilmente possono diventare gli altri” come gli stranieri, i migranti, gli emarginati, che abitano “le periferie esistenziali”. Ma per il pontefice “siamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità”. Di qui il “duplice appello a camminare insieme verso a un noi sempre più grande”, rivolto “anzitutto ai fedeli cattolici e poi a tutti gli uomini e le donne del mondo”. Per i membri della Chiesa Cattolica, precisa il Papa, “tale appello si traduce in un impegno ad essere sempre più fedeli al loro essere cattolici”, poiché “la cattolicità della Chiesa, la sua universalità è una realtà che chiede di essere accolta e vissuta in ogni epoca” e si traduce nell’impegno ad “abbracciare tutti per fare comunione nella diversità, armonizzando le differenze senza mai imporre una uniformità che spersonalizza”. I cattolici sono chiamati a “impegnarsi, ciascuno a partire dalla comunità in cui vive, affinché la Chiesa diventi sempre più inclusiva”, ha sottolineato nel testo presentato questa mattina in Vaticano.  Sottolineando che nell’incontro con la diversità degli stranieri, dei migranti, dei rifugiati, e nel dialogo interculturale che “ne può scaturire ci è data l’opportunità di crescere come Chiesa, di arricchirci mutuamente”: ogni battezzato, “dovunque si trovi”, è “a pieno diritto membro della comunità ecclesiale locale, membro dell’unica Chiesa, abitante nell’unica casa, componente dell’unica famiglia”. “Oggi la Chiesa – sottolinea ancora papa Francesco nel messaggio che abbiamo è chiamata a uscire per le strade delle periferie esistenziali per curare chi è ferito e cercare chi è smarrito, senza pregiudizi o paure, senza proselitismo, ma pronta ad allargare la sua tenda per accogliere tutti”. Tra gli abitanti delle periferie “troveremo tanti migranti e rifugiati, sfollati e vittime di tratta, ai quali il Signore vuole sia manifestato il suo amore e annunciata la sua salvezza”. In questa prospettiva, “i flussi migratori contemporanei costituiscono una nuova frontiera missionaria, un’occasione privilegiata di annunciare Gesù Cristo e il suo Vangelo senza muoversi dal proprio ambiente, di testimoniare concretamente la fede cristiana nella carità e nel profondo rispetto per altre espressioni religiose. L’incontro con migranti e rifugiati di altre confessioni e religioni è un terreno fecondo per lo sviluppo di un dialogo ecumenico e interreligioso sincero e arricchente”. (Raffaele Iaria)

GMMR: presentato il primo video di Papa Francesco

6 Maggio 2021 - Città del Vaticano - Nel corso della presentazione del messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante che si celebrerà il prossimo 26 settembre, è stato presentato un video del pontefice che presenta la Giornata di Papa Francesco e spega il senso del tema "Verso un 'noi' sempre più grande". “È un invito rivolto a tutti, perché - ha detto il Papa - ci impegniamo a restaurare la nostra famiglia umana”. Per Papa Francesco “siamo come tanti granelli di sabbia, tutti diversi e unici ma che insieme possono formare una spiaggia bellissima, una vera opera d’arte” ed ha ribadito che "siamo tutti nella stessa barca, e siamo chiamati ad impegnarci affinché non ci siano più muri che ci separano, affinché non ci siano più gli altri, ma solo un noi grande come l’intera umanità”. (Raffaele Iaria)

“Verso un ‘noi’ sempre più grande”: il messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

6 Maggio 2021 - Città del Vaticano - Pubblichiamo di seguito il testo del Messaggio di Papa Francesco per la 107° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà celebrata domenica 26 settembre 2021, sul tema: “Verso un noi sempre più grande”: Cari fratelli e sorelle! Nella Lettera Enciclica Fratelli tutti ho espresso una preoccupazione e un desiderio, che ancora occupano un posto importante nel mio cuore: «Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica. Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”» (n.35). Per questo ho pensato di dedicare il messaggio per la 107° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato a questo tema: “Verso un noi sempre più grande”, volendo così indicare un chiaro orizzonte per il nostro comune cammino in questo mondo. La storia del “noi” Questo orizzonte è presente nello stesso progetto creativo di Dio: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi”» (Gen 1,27-28). Dio ci ha creati maschio e femmina, esseri diversi e complementari per formare insieme un noi destinato a diventare sempre più grande con il moltiplicarsi delle generazioni. Dio ci ha creati a sua immagine, a immagine del suo Essere Uno e Trino, comunione nella diversità. E quando, a causa della sua disobbedienza, l’essere umano si è allontanato da Dio, Questi, nella sua misericordia, ha voluto offrire un cammino di riconciliazione non a singoli individui, ma a un popolo, a un noi destinato ad includere tutta la famiglia umana, tutti i popoli: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio» (Ap 21,3). La storia della salvezza vede dunque un noi all’inizio e un noi alla fine, e al centro il mistero di Cristo, morto e risorto «perché tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21). Il tempo presente, però, ci mostra che il noi voluto da Dio è rotto e frammentato, ferito e sfigurato. E questo si verifica specialmente nei momenti di maggiore crisi, come ora per la pandemia. I nazionalismi chiusi e aggressivi (cfr Fratelli tutti, 11) e l’individualismo radicale (cfr ibid., 105) sgretolano o dividono il noi, tanto nel mondo quanto all’interno della Chiesa. E il prezzo più alto lo pagano coloro che più facilmente possono diventare gli altri: gli stranieri, i migranti, gli emarginati, che abitano le periferie esistenziali. In realtà, siamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità. Per questo colgo l’occasione di questa Giornata per lanciare un duplice appello a camminare insieme verso a un noi sempre più grande, rivolgendomi anzitutto ai fedeli cattolici e poi a tutti gli uomini e le donne del mondo. Una Chiesa sempre più cattolica Per i membri della Chiesa Cattolica tale appello si traduce in un impegno ad essere sempre più fedeli al loro essere cattolici, realizzando quanto San Paolo raccomandava alla comunità di Efeso: «Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo» (Ef 4,4-5). Infatti la cattolicità della Chiesa, la sua universalità è una realtà che chiede di essere accolta e vissuta in ogni epoca, secondo la volontà e la grazia del Signore che ci ha promesso di essere con noi sempre, fino alla fine dei tempi (cfr Mt 28,20). Il suo Spirito ci rende capaci di abbracciare tutti per fare comunione nella diversità, armonizzando le differenze senza mai imporre una uniformità che spersonalizza. Nell’incontro con la diversità degli stranieri, dei migranti, dei rifugiati, e nel dialogo interculturale che ne può scaturire ci è data l’opportunità di crescere come Chiesa, di arricchirci mutuamente. In effetti, dovunque si trovi, ogni battezzato è a pieno diritto membro della comunità ecclesiale locale, membro dell’unica Chiesa, abitante nell’unica casa, componente dell’unica famiglia. I fedeli cattolici sono chiamati a impegnarsi, ciascuno a partire dalla comunità in cui vive, affinché la Chiesa diventi sempre più inclusiva, dando seguito alla missione affidata da Gesù Cristo agli Apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,7-8). Oggi la Chiesa è chiamata a uscire per le strade delle periferie esistenziali per curare chi è ferito e cercare chi è smarrito, senza pregiudizi o paure, senza proselitismo, ma pronta ad allargare la sua tenda per accogliere tutti. Tra gli abitanti delle periferie troveremo tanti migranti e rifugiati, sfollati e vittime di tratta, ai quali il Signore vuole sia manifestato il suo amore e annunciata la sua salvezza. «I flussi migratori contemporanei costituiscono una nuova “frontiera” missionaria, un’occasione privilegiata di annunciare Gesù Cristo e il suo Vangelo senza muoversi dal proprio ambiente, di testimoniare concretamente la fede cristiana nella carità e nel profondo rispetto per altre espressioni religiose. L’incontro con migranti e rifugiati di altre confessioni e religioni è un terreno fecondo per lo sviluppo di un dialogo ecumenico e interreligioso sincero e arricchente» (Discorso ai Direttori Nazionali della Pastorale per i Migranti, 22 settembre 2017). Un mondo sempre più inclusivo A tutti gli uomini e le donne del mondo va il mio appello a camminare insieme verso un noi sempre più grande, a ricomporre la famiglia umana, per costruire assieme il nostro futuro di giustizia e di pace, assicurando che nessuno rimanga escluso. Il futuro delle nostre società è un futuro “a colori”, arricchito dalla diversità e dalle relazioni interculturali. Per questo dobbiamo imparare oggi a vivere insieme, in armonia e pace. Mi è particolarmente cara l’immagine, nel giorno del “battesimo” della Chiesa a Pentecoste, della gente di Gerusalemme che ascolta l’annuncio della salvezza subito dopo la discesa dello Spirito Santo: «Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Ebrei e proseliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio» (At 2,9-11). È l’ideale della nuova Gerusalemme (cfr Is 60; Ap 21,3), dove tutti i popoli si ritrovano uniti, in pace e concordia, celebrando la bontà di Dio e le meraviglie del creato. Ma per raggiungere questo ideale dobbiamo impegnarci tutti per abbattere i muri che ci separano e costruire ponti che favoriscano la cultura dell’incontro, consapevoli dell’intima interconnessione che esiste tra noi. In questa prospettiva, le migrazioni contemporanee ci offrono l’opportunità di superare le nostre paure per lasciarci arricchire dalla diversità del dono di ciascuno. Allora, se lo vogliamo, possiamo trasformare le frontiere in luoghi privilegiati di incontro, dove può fiorire il miracolo di un noi sempre più grande. A tutti gli uomini e le donne del mondo chiedo di impiegare bene i doni che il Signore ci ha affidato per conservare e rendere ancora più bella la sua creazione. «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”» (Lc 19,12-13). Il Signore ci chiederà conto del nostro operato! Ma perché alla nostra Casa comune sia assicurata la giusta cura, dobbiamo costituirci in un noi sempre più grande, sempre più corresponsabile, nella forte convinzione che ogni bene fatto al mondo è fatto alle generazioni presenti e a quelle future. Si tratta di un impegno personale e collettivo, che si fa carico di tutti i fratelli e le sorelle che continueranno a soffrire mentre cerchiamo di realizzare uno sviluppo più sostenibile, equilibrato e inclusivo. Un impegno che non fa distinzione tra autoctoni e stranieri, tra residenti e ospiti, perché si tratta di un tesoro comune, dalla cui cura come pure dai cui benefici nessuno dev’essere escluso. Il sogno ha inizio Il profeta Gioele preannunciava il futuro messianico come un tempo di sogni e di visioni ispirati dallo Spirito: «Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni» (3,1). Siamo chiamati a sognare insieme. Non dobbiamo aver paura di sognare e di farlo insieme come un’unica umanità, come compagni dello stesso viaggio, come figli e figlie di questa stessa terra che è la nostra Casa comune, tutti sorelle e fratelli (cfr Enc. Fratelli tutti, 8).   Preghiera   Padre santo e amato, il tuo Figlio Gesù ci ha insegnato che nei Cieli si sprigiona una gioia grande quando qualcuno che era perduto viene ritrovato, quando qualcuno che era escluso, rifiutato o scartato viene riaccolto nel nostro noi, che diventa così sempre più grande. Ti preghiamo di concedere a tutti i discepoli di Gesù e a tutte le persone di buona volontà la grazia di compiere la tua volontà nel mondo. Benedici ogni gesto di accoglienza e di assistenza che ricolloca chiunque sia in esilio nel noi della comunità e della Chiesa, affinché la nostra terra possa diventare, così come Tu l’hai creata, la Casa comune di tutti i fratelli e le sorelle. Amen.   Roma, San Giovanni in Laterano, 3 maggio 2021, Festa dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo   FRANCESCO

GMMR: giovedì la presentazione del messaggio di Papa Francesco

4 Maggio 2021 - Città del Vaticano – Sarà presentato giovedì 6 maggio, alle ore 11.30, in diretta streaming dalla Sala Stampa della Santa Sede, il Messaggio di Papa Francesco per la 107a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che sarà celebrata domenica 26 settembre 2021, sul tema: “Verso un noi sempre più grande”. Nel corso della Conferenza Stampa verrà presentato il primo video inedito del Pontefice per la campagna di preparazione alla 107a Giornata. Il messaggio sarà presentato dal card. Michael Czerny, S.I., Sotto-Segretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale;  da p. Fabio Baggio, Sotto-Segretario della stessa sezione, da sr. Alessandra Smerilli, Sotto-Segretario del Dicastero, da mons Paul McAleenan, Vescovo Ausiliare di Westminster e da Sarah Teather, Direttrice Jesuit Refugee Service del regno Unito.