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8×1000 Chiesa Cattolica: la forza di un gesto d’amore

15 Aprile 2024 - Roma - Un lavoro di squadra attende le Chiese diocesane, che fa sentire i credenti (sacerdoti e laici) protagonisti e non privilegiati nell'uso dei fondi destinati alla Chiesa Cattolica per operare il bene. E' un impegno per la narrazione non solo di ciò che si fa ma ciò che si è, come si condivide, di quello che accade fino a casa tua, nella tua comunità, nelle realtà vicine. Si sa poco sulle tante opere, dell'impegno della Chiesa sul fronte della carità e della promozione umana, dell'evangelizzazione e della missione. L'impegno è quello di fare rete per una partecipazione corale proprio nel focalizzare l'impegno variegato della Chiesa grazie a quanti operano nella comunicazione. Un parterre d'eccezione negli studi di Tv2000 coordinato dal direttore Vincenzo Morgante che ha raccolto tutti i media della grande rete ecclesiale: oltre a Tv2000 della Cei, il quotidiano Avvenire, l'Agensir, la Federazione dei Settimanali Cattolici e il Corallo che mette insieme le radio cattoliche. La storia della Chiesa italiana è anche la storia dell'8xmille, è fatta di storie di integralità, di integrazione, di dialogo e formazione, comunicazione, missione, accoglienza, solidarietà, che trova nel segmento della comunicazione ecclesiale uno spazio di pastoralità che sa mettere in circolo la narrazione della vita buona del Vangelo. Una nuova campagna che mette ancor di più la persona al centro, di una Chiesa che sa mettersi insieme, in uno stile sinodale. Oggi più che mai l'esortazione è stata quella di non perdere più tempo nel raccontare, in maniera integrata, cosa è la Chiesa, cosa fa la Chiesa. I dati presentati dal Servizio nazionale 8xmille della Cei hanno evidenziato come è importante far conoscere l'impegno della Chiesa che porti ad una adesione convinta (attraverso le firme) a sostenere ancora la Chiesa cattolica e quello che fa nel territorio. Volti, storie e persone reali che non sempre fanno cronaca ma fanno storia, la scrivono con la vita (tante volte in silenzio) nella loro quotidianità e con una grande varietà. Questa grande famiglia è rappresentate dalle  tv e dalle radio ma soprattutto dai settimanali cattolici capillarmente diffusi. Una sfida professionale che può invertire l'andamento narrativo dell'informazione che sa mettere in rilievo più i fatti più che i misfatti, il bene che si diffonde ha detto con passione il direttore di Tv2000 Vincenzo Morgante. L'idea creativa di raccontare l'ordinario è la mission della nuova campagna di quest'anno, fatto di gratuità e di semplicità e fra questi gesti quello della firma che innesca un percorso virtuoso e di bene. La campagna inizierà il 14 aprile prossimo che si svilupperà fino almeno fino settembre 2024. Una campagna che prevede l'integrazione con il territorio e far passare messaggi positivi nelle comunità sfatando anche i luoghi comuni sulla Chiesa e sul suo servizio. (Emzo Gabrieli)  

Terremoto in Turchia e Siria: la CEI stanzia 500mila euro come primo aiuto per la popolazione

6 Febbraio 2023 - Roma - La Conferenza Episcopale Italiana ha deciso lo stanziamento di 500mila euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, come prima forma di aiuto alle vittime del violento terremoto che ha devastato la Turchia e la Siria. Centinaia le vittime, migliaia le persone ancora intrappolate sotto le macerie, numerosi gli edifici colpiti. Un bilancio ancora provvisorio che, secondo le Caritas locali, crescerà drammaticamente: in Turchia la zona interessata è molto vasta e difficile da raggiungere, anche per le rigide condizioni climatiche. “La Cattedrale di Iskenderun è crollata, scuole ed episcopio non sono agibili, anche la chiesa della comunità siriaca e quella ortodossa sono andate totalmente distrutte. La situazione è in continuo divenire”, fa sapere il vescovo Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia e Presidente della Caritas in Turchia. In Siria il sisma ferisce un Paese già dilaniato dalla guerra e dove oltre l’80% della popolazione vive in povertà. “A nome della Chiesa che è in Italia esprimo profondo cordoglio e vicinanza alla popolazione provata da questo tragico evento, assicurando preghiere per le vittime, i loro familiari e i feriti. Mentre ci stringiamo a quanti sono stati colpiti da questa calamità, auspichiamo che la macchina della solidarietà internazionale si metta subito in moto per garantire una rapida ricostruzione”, afferma il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI. Lo stanziamento della Conferenza Episcopale Italiana aiuterà a far fronte alle prime necessità.

Modello 730: Redditi o CU: ecco come fare la scelta 8Xmille

20 Settembre 2022 - Roma - Per effettuare la scelta per la destinazione dell’8xmille dell’Irpef alla Chiesa cattolica occorre utilizzare le apposite schede pubblicate ogni anno dall’Agenzia delle Entrate insieme ai modelli fiscali. Chi presenta la dichiarazione dei redditi e utilizza quindi il modello 730, oppure il modello Redditi, può utilizzare la scheda presente in ciascun modello (nel caso del 730, la scheda è il Modello 730-1) e firmare per la Chiesa cattolica. La scheda con la scelta andrà poi consegnata in busta chiusa al sostituto d’imposta o al Caf o al commercialista per l’invio insieme alla dichiarazione dei redditi. Il termine per l’invio della dichiarazione è il 30 settembre per il 730 e il 30 novembre per il modello Redditi. Anche chi possiede solamente il modello CU (Certificazione Unica) e non è obbligato alla presentazione della dichiarazione dei redditi può effettuare la scelta a favore della Chiesa cattolica utilizzando la scheda allegata al modello CU. Nel caso in cui, per qualsiasi ragione, non si disponga della scheda allegata al modello, è possibile utilizzare la scheda presente nel modello Redditi. La scheda deve essere firmata e consegnata in busta chiusa entro il 30 novembre a qualsiasi ufficio postale oppure ad un Caf o commercialista. La scheda per la destinazione dell’8xmille dell’Irpef può anche essere presentata direttamente dal contribuente utilizzando i servizi telematici della Agenzia delle Entrate.  

Così la firma dell’8xmille aiuta la crescita del Paese

20 Settembre 2022 - Roma - Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica oggi significa contribuire a far crescere l’Italia, con un gesto dalla forte valenza civile e sociale, che di fatto rafforza e alimenta tutte quelle forme di welfare destinate a chi è in difficoltà. E non c’è bisogno di grandi analisi per capirlo, basta scorrere le storie delle iniziative sostenute dalla Chiesa grazie ai fondi dell’8xmille. Un impegno costante per dare futuro a chi rischia di perdere la speranza, dando gambe ai cammini delle comunità cristiane e, soprattutto, offrendo un aiuto concreto per l’avviamento al lavoro, ai poveri, ai malati e agli anziani, oltre che con il microcredito e la lotta all’usura. Insomma, là dove la crisi morde c’è sempre una mano tesa sostenuta a sua volta dalla firma di moltissimi contribuenti e sempre puntualmente rendicontata. Basta visitare www.8xmille.it per rendersene conto. Si scopre così che quella semplice firma non è mai solo un tratto di penna su un foglio o la spunta su una casella, ma, grazie a ben 8mila diversi progetti, un modo per arrivare accanto a coloro che hanno bisogno, siano essi vicini o lontani. Chiunque abbia un reddito in Italia può fare la propria parte, perché la scelta dell’8xmille può avvenire attraverso i diversi modelli: oltre al 730, anche il Modello Redditi o il Modello CU. Ciò significa che, oltre ai dipendenti e ai pensionati, anche gli autonomi e gli imprenditori possono scegliere di sostenere la speranza in tutto il Paese, con l’8xmille del proprio reddito personale senza aumentare di un solo euro le imposte. A ricordare l’importanza di questa scelta è anche Gian Luca Galletti, presidente dell’Unione cristiana imprenditori dirigenti (Ucid) e già ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare: «Non c’è dubbio che oggi siamo di fronte a un momento di grande difficoltà economica e di preoccupazione per le famiglie italiane, sulle quali ricadono anche le difficoltà e le preoccupazioni delle imprese – sottolinea Galletti –. Tutto questo si somma a una spesa pubblica in difficoltà: quello che abbiamo dovuto mettere nei decreti aiuti e il grande debito pubblico che ci portiamo dietro dal passato di fatto limitano la capacità d’intervento dello Stato». L’unica vera risposta in questo momento, aggiunge il presidente dell’Ucid, «è quella della sussidiarietà, che oggi è davvero indispensabile per mantenere un welfare in Italia. E la Chiesa cattolica in questo è in prima linea: penso a tutto quello che viene fatto nella mia città, Bologna, con i numerosi servizi offerti dalle realtà cattoliche sul territorio». In ballo c’è qualcosa di molto serio, nota Galletti: «Questi servizi oggi sono sempre più indispensabili se si vuole evitare una vera crisi sociale e l’8xmille alla Chiesa cattolica va in questa direzione. Si tratta di sostenere una presenza capillare sui territori che solo la Chiesa può assicurare. Tutto questo va al di là ovviamente dell’aspetto religioso, cioè del sostegno a una comunità con una precisa identità di fede. È una scelta di tipo sociale fatta in virtù di un’esigenza che in questo momento è forte e che nei prossimi mesi probabilmente lo sarà ancora di più». Da parte loro, gli imprenditori, se vogliono che le loro aziende crescano, «devono operare sul territorio tenendo presente il monito, che è contenuto nella Dottrina sociale della Chiesa, sul giusto profitto. Sono chiamate, cioè, a distribuire una parte del loro guadagno sul territorio in cui operano, dando un giusto lavoro, dignità al lavoro e operando scelte non solo in base al profitto come la delocalizzazione che fa risparmiare sulle imposte ma spoglia il territorio di competenze e di risorse. Chi vive d’impresa, insomma – conclude Galletti –, è chiamato a comportarsi da imprenditore e da cittadino». Anche quando sceglie la destinazione dell’8xmille. (Matteo Liut)

8xmille Chiesa cattolica: firmare tutti per far crescere gli aiuti

31 Maggio 2022 - Roma - Dopo il 730 è tempo anche del modello Redditi. E dunque è il momento di ricordarsi della scelta dell’8xmille. Una firma che non costa niente, ma che vale molto. Soprattutto per chi riceve aiuto dalla Chiesa Cattolica. Come è noto ormai da più decenni, tutti possono firmare, sia coloro che sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi, sia coloro che invece ne sono esonerati perché ad esempio hanno solo redditi da lavoro dipendente o da pensione, come tanti giovani o anziani. Quest’ultima platea, negli ultimi anni, si è ampliata notevolmente. E dunque è importante invitare anche costoro a esprimere la scelta. Lo si può fare ad esempio attraverso il passaparola in famiglia (figli nei confronti dei genitori o altri parenti), nelle parrocchie, nelle associazioni. Anche perché l’operazione non è complicata e comporta solo un piccolo sacrificio di tempo, a fronte di risultati di grande rilevanza sociale. In particolar modo coloro che presentano il modello Redditi, specie se lo fanno attraverso un Caf o il proprio commercialista, abbiano cura di ricordarsi di esprimere la scelta, utilizzando l’apposita scheda presente all’interno del modello stesso. Firmare, infatti, è importante per una serie di ragioni. La prima è che con la firma si contribuisce in maniera concreta alla realizzazione degli ottomila progetti di aiuto che la Chiesa italiana realizza ogni anno a favore dei più bisognosi. La seconda che è che questo strumento è una specie di referendum che permette al cittadino di dire allo Stato in che maniera vuole che sia impiegata una parte delle risorse derivanti dalle entrate fiscali (l’8xmille del gettito complessivo Irpef, appunto). È opportuno ricordare, infatti, che ogni firma ha lo stesso valore, indipendentemente dal reddito: si tratta della somma totale che lo Stato riceve dall’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef, appunto) e non dell’Irpef versata da ciascun contribuente nella dichiarazione dei redditi. Infine bisogna considerare che la quota del gettito Irpef sarà comunque destinata, e ripartita in proporzione alle preferenze di chi ha firmato. In sostanza: se non si firma, si lascia agli altri cittadini la facoltà di decidere per noi. Perché i fondi vengono sempre ripartiti per intero. Vediamo anche come si sceglie a favore della Chiesa Cattolica. Nel modello Redditi esiste, come detto l’apposita scheda. Occorre ricordarsi di compilarla. Chi è esonerato dalla dichiarazione dei redditi in quanto, ad esempio, possiede solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati può utilizzare la scheda allegata al Modello CU. Nel riquadro relativo alla scelta per l’Otto per mille, si deve firmare nella casella 'Chiesa cattolica', facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta. Infine è necessario firmare anche nello spazio 'Firma' posto in basso nella scheda. La scheda va consegnata entro il 30 novembre in una busta chiusa, che deve recare cognome, nome, codice fiscale del contribuente e la dicitura 'Scelta per la destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef' presso qualsiasi ufficio postale che provvederà a trasmetterla all’Amministrazione finanziaria (il servizio di ricezione della busta con la scheda da parte degli uffici postali è gratuito), oppure a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (Caf , commercialista). Gli intermediari devono rilasciare, anche se non richiesta, una ricevuta attestante l’impegno a trasmettere le scelte, hanno facoltà di accettare la scheda e possono chiedere un corrispettivo per il servizio. Inoltre, la scheda può essere presentata direttamente dal contribuente avvalendosi del servizio telematico entro il 30 novembre. (Mimmo Muolo)  

Educare senza confini: concluso in Senegal il progetto della cooperativa Sophia

25 Maggio 2022 - Roma - “Voi siete il futuro di questo paese: abbiate coraggio! La migrazione è un diritto di tutti, ognuno deve poter scegliere dove vivere. E’ importante però che si emigri in modo regolare, come gli europei che vengono a vivere qui, in Senegal. Voi potete avere tutto quello che desiderate, qui o altrove, ma è importante che abbiate un piano chiaro di quello che volete costruire”.  Lo ha detto l’arcivescovo Benjamin Ndiaye, il 24 maggio a Dakar (Senegal), di fronte a una rappresentanza di 220 studenti e 20 docenti di 10 istituti d’istruzione superiore che hanno partecipato al progetto “Educare Senza Confini” della cooperativa Sophia di Roma e sostenuto coi i contributi dell'8 x 1000 della Chiesa cattolica. Il progetto ha lo scopo di formare i docenti delle scuole di Dakar a diffondere una maggiore consapevolezza del fenomeno migratorio presso gli studenti e le loro famiglie per prevenire rischi della migrazione irregolare, rendendo le scuole africane centri di informazione e prevenzione per i ragazzi che vogliono emigrare. Nel silenzio attento della platea, l’arcivescovo Ndiaye, spende delle parole di incoraggiamento per i giovani e per il progetto di Sophia: curarsi delle sofferenze che i giovani che decidono di partire subiscono durante il viaggio di migrazione e nei paesi stranieri è un tema prioritario a livello pastorale. L’equipe di Sophia ha infatti pensato un evento conclusivo che desse la possibilità agli studenti di esprimersi, di condividere i loro pensieri e i loro desideri. A questo scopo, durante il progetto le classi aderenti erano state guidate nella realizzazione di project work di gruppo. Il lavoro più sorprendente è stato presentato dal liceo Banque Islamique: attraverso una breve opera teatrale gli studenti hanno inscenato i temi più toccanti affrontati grazie ad Educare Senza Confini. Il prof. Diouf, che li aveva guidati, commenta felice: “E’ stato tutto perfetto, gli studenti hanno fatto un lavoro eccellente”. Erik Conte, socio della Cooperativa Sophia in loco per coordinare le attività, è grato perché è certo che le parole del vescovo Ndiaye siano arrivate al cuore degli studenti:  “L’arcivescovo Ndiaye si è fatto prossimo agli studenti, incoraggiandoli a scegliere il loro meglio. Sono sicuro che, grazie alle parole del vescovo e alla formazione sulla migrazione, gli studenti si sentiranno sempre più capaci di decidere e farsi domande sul proprio futuro.”

La “pagella in tasca”: l’Agenzia Onu lancia il progetto con il contributo della Fondazione Migrantes

27 Agosto 2021 - Roma - Una “pagella in tasca”, per permettere ai ragazzi rifugiati di arrivare in Italia e poter proseguire gli studi. Il progetto, promosso da Intersos, Unhcr e Agenzia Onu, partirà a settembre, quando giungeranno i primi cinque minori non accompagnati che saranno ospitati da famiglie affidatarie di Torino. L’ingresso dei giovani migranti verrà consentito attraverso un visto per motivi di studio e riguarderà, in tutto, 35 rifugiati in Niger tra i 15 e i 17 anni. La “pagella” sarà un canale di accesso in Italia regolare e sicuro: i minori potranno così continuare a studiare senza rischiare la vita affidandosi ai trafficanti di persone per affrontare il viaggio nel Mediterraneo. Il progetto, riconosciuto dai ministeri dell’Interno, degli Esteri e del Lavoro, e dal Comune di Torino, coinvolge famiglie e organizzazioni del privato sociale nell’accoglienza e nella promozione dei percorsi di inclusione dei minori: c’è, quindi, una forte partecipazione della società civile accanto alla presa in carico istituzionale. «Con questo progetto lavoriamo a due obiettivi: aumentare le opportunità di accesso all’educazione per i ragazzi e le ragazze rifugiate e ampliare i canali di accesso sicuri per chiedere asilo» ha detto Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per Italia, Santa Sede e San Marino. «È importante creare le condizioni per accogliere in modo sicuro e pianificato i giovani rifugiati offrendo loro la possibilità di studiare in Italia e, allo stesso tempo, sottraendoli ai rischi connessi a viaggi tanto disperati quanto pericolosi». Il progetto è stato realizzato con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana nell’ambito della campagna “Liberi di partire, liberi di restare - Fondi 8 per mille Chiesa cattolica”, della Fondazione Migrantes, di Acri e Fondazione Compagnia San Paolo

Mons. Russo: l’8xmille e il significato di una firma

10 Giugno 2021 - Sono trascorsi 30 anni da quando, nel 1990, è entrato in vigore il sistema di sostentamento del clero previsto dal nuovo Concordato (1984) che, abolendo la vecchia “congrua”, istituiva l’8xmille e le offerte deducibili. Prima della sua effettiva applicazione, questa grande trasformazione era stata accolta con un certo comprensibile timore dalla Chiesa, come è normale quando si lascia un sistema consolidato per sperimentare qualcosa di assolutamente nuovo. Ma la storia di questi 30 anni ha dimostrato che non era un timore fondato. Cosa ricorda di quel periodo, mons. Stefano Russo, segretario generale della CEI? Per me quelli sono stati gli anni della formazione al ministero sacerdotale. Sono stato ordinato sacerdote ad aprile del 1991, proprio 30 anni fa, e quel timore di cui lei parla l’ho respirato solo indirettamente. Non avendo vissuto la mia esperienza ministeriale all’interno del sistema precedente, mi sento però di poter affermare che ho sempre ritenuto l’8xmille e le offerte deducibili una soluzione eccellente: affida il sostegno economico della Chiesa e di tutte le sue attività innanzitutto alla responsabilità dei fedeli, e, in secondo luogo, anche di tutti gli altri cittadini che, in qualche modo, apprezzano lo straordinario lavoro svolto sul territorio dalle comunità cristiane. In effetti l’altissima percentuale di firme da sempre raccolte dalla Chiesa cattolica è il segno di una grande fiducia riposta nei suoi confronti dagli italiani. Quali sono, a suo giudizio, i principali motivi di questa fiducia? Credo che questa fiducia nasca dalla vicinanza e dalla reciproca conoscenza. Gli italiani, e non solo quelli che frequentano attivamente le comunità cristiane ma anche quelli che lo fanno solo occasionalmente, sanno bene che dove si trovano le persone, e specialmente quelle che hanno maggiormente bisogno, chi vive il Vangelo risponde sempre “presente”, non si tira mai indietro. Penso alla presenza capillare in tutta Italia delle parrocchie e di tutte le iniziative solidali ed educative ad esse collegate (mense, centri di ascolto, oratori, centri giovanili), nelle grandi periferie come nei piccoli centri. È una testimonianza che sostiene la firma; una testimonianza che passa anche dalle scuole cattoliche, che servono bambini e ragazzi di ogni età, e molto spesso in alcune zone del Paese rappresentano le uniche risorse educative disponibili. E passa pure dalle strutture sanitarie di ispirazione cristiana… Certamente non tutte queste realtà beneficiano dei fondi 8xmille, ma tutte insieme esprimono in pienezza la gioia del Vangelo. Molto spesso viene sottovalutato il senso comune delle persone: si è sviluppato nei secoli un profondissimo attaccamento alla storia spirituale e culturale del proprio territorio. Non è un caso se definiamo “campanilismo” il legame – a volte perfino esagerato – che le persone hanno verso la terra e le tradizioni delle proprie origini. L’immagine del campanile diventa l’emblema delle radici e del senso di appartenenza. Le somme ricevute, e sempre puntualmente rendicontate, dalla Chiesa cattolica in questi 30 anni, vengono spese per la carità, per le esigenze del culto e della pastorale e per il sostentamento del clero. Nella sua esperienza di sacerdote e poi di vescovo, quale di queste destinazioni, stabilite dalla legge, ha avuto modo di apprezzare maggiormente? Mi sta chiedendo… a quale delle dita della mia mano io sia più affezionato. Queste tre destinazioni dell’8xmille sono totalmente complementari. Glielo mostro con un esempio. Nel momento in cui in una diocesi vengono investiti dei fondi per la manutenzione di un edificio di culto storico, non solo si sta contribuendo al rafforzamento e alla tutela dell’identità di quel luogo, ma si sta contemporaneamente permettendo a tante famiglie di vivere dignitosamente, dando lavoro alle maestranze impegnate nel restauro, e si sta permettendo alla comunità di beneficiare di un luogo in cui ritrovarsi e socializzare, accogliere e aprirsi a tutti. Lo stesso si dica quando, insieme al contributo delle offerte deducibili, quei fondi vengono usati per il sostentamento del clero. Garantire una vita dignitosa ai sacerdoti in attività e a quelli anziani o ammalati, vuol dire anche garantire alle loro comunità una presenza sicura e sempre disponibile, come è nello stile di vita e di servizio dei nostri sacerdoti, da sempre. Da sempre… e mai come oggi. Stiamo attraversando un periodo di difficoltà senza precedenti a causa di questa terribile pandemia. I sacerdoti hanno certamente pagato un tributo pesantissimo in termini di contagi e di decessi, e molto spesso proprio per mantenersi fedeli al servizio di accompagnamento e di assistenza agli ultimi, ai malati, ai sofferenti. Le sembra che le persone nel nostro Paese se ne stiano rendendo conto? Sono convinto di sì, e soprattutto nelle zone in cui purtroppo il virus è stato più violento e feroce. Come Segretario Generale della CEI ho avuto modo, in questi mesi, di raccogliere le testimonianze di moltissimi confratelli Vescovi che me lo hanno confermato. E non mi riferisco solo ai sacerdoti che si sono spesi, con coraggio e abnegazione, nel servizio spirituale dentro le terapie intensive e nei reparti Covid degli ospedali. Mi riferisco anche alle decine di migliaia di volontari che, in tutto il Paese, hanno consegnato, porta a porta, cibo e medicine, soldi per pagare le bollette e gli affitti, sostegno e conforto alle persone. Per contrastare la pandemia, la Chiesa italiana, solo lo scorso anno, ha messo a disposizione del nostro territorio una cifra superiore ai 226 milioni di euro, più altri 9 milioni per progetti di contrasto della pandemia nei Paesi del Sud del mondo. È stato uno sforzo straordinario, possibile solo grazie alla fiducia di chi ha scelto, ancora una volta, di firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica. Ogni singola firma ha contribuito in modo determinante. A proposito, mons. Russo, la campagna promozionale di quest’anno punta proprio sul valore di ogni firma, lo strumento concreto con cui ciascuno dei contribuenti italiani può scegliere di devolvere l’8xmille del gettito Irpef alla Chiesa cattolica. Questo gesto, stiamo sentendo ripetere nei vari media, è “più di una firma; molto di più”. Perché? Perché ogni firma è come una porta che si spalanca. Chi firma può vedere con i propri occhi come il frutto di quel gesto di fiducia e di partecipazione costruisca benessere e solidarietà, di cui beneficiano tutti. In qualche modo, però, quella porta che si apre è anche la fiducia con cui chi firma ci spalanca il cuore. È una grandissima responsabilità che avvertiamo, sacerdoti e laici, perché sappiamo bene di non poter deludere le giuste aspettative di chi si fida di noi. Chi firma dà il suo concreto contributo con un gesto semplice ma efficace. E noi vogliamo rispondere con trasparenza, efficacia e, soprattutto, frutti concreti. Per un cattolico praticante, che vive in una comunità cristiana, quali valori esprime quella firma? Chi firma, nella propria comunità, fa un gesto di comunione, di partecipazione e di solidarietà. In qualche modo esprime la propria corresponsabilità con la missione di tutta la Chiesa, se ne fa carico. Certamente sono persone che nella propria realtà locale già partecipano alla vita della comunità cristiana e la sostengono, col proprio tempo, con le proprie capacità e anche con le proprie offerte in parrocchia, nella misura delle possibilità di ciascuno. Ma firmare per l’8xmille o fare un’offerta deducibile per i sacerdoti è ancora qualcosa in più. Un valore aggiunto. Significa prendere a cuore anche le sorti delle parrocchie con risorse più esigue della propria, perché i criteri di distribuzione di questi fondi sono assolutamente perequativi. E significa anche fare un gesto di libertà, perché non è certamente automatico che questo sistema continui a funzionare e ad alimentarsi se non scendono in campo, ogni anno, le libere scelte dei fedeli. Di tutti i fedeli e insieme a loro anche di chi in chiesa non ci va. E a questi ultimi, ai non praticanti, cosa vorrebbe dire per invitarli a mettere ugualmente la propria firma a favore della Chiesa cattolica?    A chi non è praticante vorrei dire che firmare per la Chiesa cattolica significa compiere un gesto di fiducia e di grande generosità, al quale noi ci impegniamo a rispondere con la massima trasparenza nel rendere conto. È bello pensare che per partecipare insieme a noi a costruire un mondo più giusto, accogliente e fraterno, un mondo a misura del Vangelo, non serva alcuna tessera di appartenenza. Torniamo all’immagine della porta, che avevo proposto in precedenza: ai cristiani non piace chiudersi a chiave, noi siamo per le porte aperte. Del resto è questa la Chiesa in uscita che Papa Francesco ha sognato e ci sta chiedendo fin dall’inizio del proprio servizio come Successore di Pietro e come Vescovo di Roma. Il nostro Dio – ricordava il Santo Padre solo qualche mese fa, all’Angelus – “continua a chiamare chiunque, a qualsiasi ora, per invitarlo a lavorare nel suo Regno. Questo è lo stile di Dio, che a nostra volta siamo chiamati a recepire e imitare. Egli non sta rinchiuso nel suo mondo, ma ‘esce’: Dio è sempre in uscita, in cerca di noi. Esce continuamente alla ricerca delle persone, perché vuole che nessuno sia escluso dal suo disegno d’amore”. Ecco, vorrei fare mio questo invito del Papa. La Chiesa che è in Italia vuole avere questo stesso stile nell’annunciare il Vangelo. Al fianco degli ultimi, innanzitutto, e insieme a tutti quelli che vogliono starci. Anche grazie a una firma per la scelta dell’8xmille. (Stefano Proietti)

CEI: da domenica torna la campagna 8xmille della CEI

7 Maggio 2021 - Roma - Non è mai solo una firma. È di più, molto di più. Con questo claim parte la nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere. La campagna, on air dal prossimo 9 maggio, racconta come la Chiesa cattolica, grazie alle firme dei cittadini riesca ad offrire aiuto, conforto e sostegno ai più fragili con il supporto di centinaia di volontari, sacerdoti, religiosi e religiose. Così un piatto di minestra, una coperta, uno sguardo diventano molto di più e si traducono in ascolto e carezze, in una mano che si tende verso un’altra mano, in una scelta coraggiosa di chi si mette quotidianamente nei panni degli altri. Ogni frase sottolinea il rilievo della firma: un gesto che si trasforma in progetti che fanno la differenza per tanti. Dalla casa d’accoglienza Gratis Accepistis che, nel centro storico di Aversa, offre ospitalità e conforto ai più fragili, alla Casa di Leo che insieme all’Emporio solidale, a Potenza, sostiene molte famiglie in difficoltà; dalla Comunità e la dimora, rete solidale che, a Pordenone, combatte le gravi marginalità e il disagio abitativo, alla Casa della Carità Santi Martiri di Otranto, di Poggiardo, che propone ascolto e accoglienza nel cuore del Salento, passando per le mense Caritas di Latina e Tivoli, a pieno regime anche durante la pandemia per aiutare i nuovi poveri e gli anziani soli. Farsi prossimo con l’agricoltura solidale è, invece, la scommessa dell’Orto del sorriso di Jesi, che coltiva speranza e inclusione sociale. “La nuova campagna ruota intorno al ‘valore della firma’ e a quanto conta in termini di progetti realizzati – afferma il responsabile del Servizio Promozione della CEI Massimo Monzio Compagnoni –. Chi firma è protagonista di un cambiamento, offre sostegno a chi è in difficoltà. È autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. Grazie alle firme di tanti cittadini la Chiesa cattolica ha potuto mettere a disposizione del Paese un aiuto declinato in moltissime forme”. La campagna, ideata per l’agenzia Another Place da Stefano Maria Palombi che firma anche la regia, sarà pianificata su tv, con spot da 40”, 30” e 15”, web, radio, stampa e affissione. Le foto sono di Francesco Zizola. Sul web e sui social sono previste due campagne ad hoc: “Stories di casa nostra”, che mette in luce i profili di alcuni volontari; “Se davvero vuoi”, brevi video dei protagonisti della campagna, volutamente senza sonoro, per catturare l’attenzione degli utenti rimandandoli al sito per conoscere le loro storie. Su www.8xmille.it sono disponibili anche i filmati di approfondimento sulle singole opere mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille a livello nazionale e diocesano. Nella sezione “Firmo perché” sono raccolte le testimonianze dei contribuenti sul perché di una scelta consapevole. Non manca la Mappa 8xmille, in continuo aggiornamento, che geolocalizza e documenta con trasparenza quasi 20mila interventi già realizzati. Sono oltre 8.000 i progetti che, ogni anno, si concretizzano in Italia e nei Paesi più poveri del mondo, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo. La Chiesa cattolica si affida alla libertà e alla corresponsabilità dei fedeli e dei contribuenti italiani per rinnovare la firma a sostegno della sua missione.        

Storie di speranza e di coraggio: l’8X1000 della Chiesa Cattolica italiana

5 Maggio 2021 - Roma Non è mai solo una firma. È di più, molto di più. Con questo claim parte la nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere. La campagna, on air dal prossimo 9 maggio, racconta come la Chiesa cattolica, grazie alle firme dei cittadini riesca ad offrire aiuto, conforto e sostegno ai più fragili con il supporto di centinaia di volontari, sacerdoti, religiosi e religiose. Così un piatto di minestra, una coperta, uno sguardo diventano molto di più e si traducono in ascolto e carezze, in una mano che si tende verso un’altra mano, in una scelta coraggiosa di chi si mette quotidianamente nei panni degli altri. Ogni frase sottolinea il rilievo della firma: un gesto che si trasforma in progetti che fanno la differenza per tanti. Dalla casa d’accoglienza Gratis Accepistis che, nel centro storico di Aversa, offre ospitalità e conforto ai più fragili, alla Casa di Leo che insieme all’Emporio solidale, a Potenza, sostiene molte famiglie in difficoltà; dalla Comunità e la dimora, rete solidale che, a Pordenone, combatte le gravi marginalità e il disagio abitativo, alla Casa della Carità Santi Martiri di Otranto, di Poggiardo, che propone ascolto e accoglienza nel cuore del Salento, passando per le mense Caritas di Latina e Tivoli, a pieno regime anche durante la pandemia per aiutare i nuovi poveri e gli anziani soli. Farsi prossimo con l’agricoltura solidale è, invece, la scommessa dell’Orto del sorriso di Jesi, che coltiva speranza e inclusione sociale. “La nuova campagna ruota intorno al ‘valore della firma’ e a quanto conta in termini di progetti realizzati – afferma il responsabile del Servizio Promozione della CEI Massimo Monzio Compagnoni –. Chi firma è protagonista di un cambiamento, offre sostegno a chi è in difficoltà. È autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. Grazie alle firme di tanti cittadini la Chiesa cattolica ha potuto mettere a disposizione del Paese un aiuto declinato in moltissime forme”.  La campagna sarà pianificata su tv, web, radio, stampa e affissione. Gli spot sono da 40”, 30” e 15”. Sul web e sui social sono previste due campagne ad hoc: “Stories di casa nostra”, che mette in luce i profili di alcuni volontari; “Se davvero vuoi”, brevi video dei protagonisti della campagna, volutamente senza sonoro, per catturare l’attenzione degli utenti rimandandoli al sito per conoscere le loro storie. Su www.8xmille.it sono disponibili anche i filmati di approfondimento sulle singole opere mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille a livello nazionale e diocesano. Nella sezione “Firmo perché” sono raccolte le testimonianze dei contribuenti sul perché di una scelta consapevole. Non manca la Mappa 8xmille, in continuo aggiornamento, che geolocalizza e documenta con trasparenza quasi 20mila interventi già realizzati. Sono oltre 8.000 i progetti che, ogni anno, si concretizzano in Italia e nei Paesi più poveri del mondo, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo. La Chiesa cattolica si affida alla libertà e alla corresponsabilità dei fedeli e dei contribuenti italiani per rinnovare la firma a sostegno della sua missione.