Primo Piano

Vittorio Veneto: messa in ricordo della piccola Mariia

1 Agosto 2022 - Vittorio Veneto - Grande commozione nella Chiesa della Consolata di Vittorio Veneto per la Messa di suffragio celebrata per la piccola Mariia Makkovetska, deceduta nelle acque del Lago di Revine lo scorso 27 luglio durante una gita del Grest organizzato dal Collegio cittadino Santa Giovanna d’Arco. Ha presieduto l’Eucarestia, in rito greco-bizantino, don Yuri Khodan, cappellano della Comunità Ucraina presente in diocesi; hanno partecipato alla celebrazione la mamma Antonieta, la nonna Ivana, e il nonno Igor. Oltre ai famigliari e ai numerosi fedeli ucraini, c’erano gli amici di scuola e del Grest della piccola Mariia. Il vescovo di Vittorio Veneto mons. Corrado Pizziolo prendendo la parola all’inizio della celebrazione, si è rivolto all’assemblea con queste parole: “Quello che stiamo vivendo è un momento molto triste e doloroso. La morte è sempre un grande mistero di dolore, di sofferenza, ma lo è in particolare quando a morire è un bambino o una bambina innocente. Sono vicino alla mamma di Mariia, alla nonna, ai familiari e alla comunità ucraina che vive questo momento con grande dolore e sofferenza. Mariia era battezzata, immersa e unita in Gesù e noi abbiamo questa speranza che per sempre è con Gesù risorto. Vi sono vicino, prego con voi, prego per voi, per Mariia e per i suoi familiari”.  

Veneti del Mondo: sabato la giornata nella Piana del Cansiglio

1 Agosto 2022 - Venezia - Nella mattinata di sabato 30 luglio, nella Piana del Cansiglio si è svolta la ventinovesima edizione del “Cansiglio Day” che, per volere della Regione, dal 2018 è anche la “Giornata dei Veneti nel Mondo”. Presente alla manifestazione il Governatore del Veneto, Luca Zaia che ha ringraziato gli organizzatori per per la loro “formidabile capacità di aggregazione”. Zaia ha poi ricordato “L’infaticabile, straordinario, impegno di don Canuto Toso che fondò la Trevisani nel Mondo, organizzatrice storica della kermesse, nel lontano 1973”. Il Governatore si è poi rivolto ai presenti con queste parole: “Oggi la Piana del Cansiglio torna a essere il centro del mondo. Del mondo della nostra emigrazione. Del mondo in senso geografico, dove l’emigrazione veneta ha portato i migliori valori della nostra terra: onestà, laboriosità, spirito di sacrificio, inventiva, diventando anno dopo anno, decennio dopo decennio, un punto di riferimento per i contesti sociali nei quali ogni veneto emigrato si è inserito con rispetto e senso civico. Nessuno di loro è andato a delinquere e a riempire le carceri. Oggi, ha aggiunto il presidente – è il giorno della festa, dell’orgoglio, della gratitudine, nel quale riabbracciamo gli emigrati veneti di oramai svariate generazioni e rinnoviamo loro il grazie di tutto il Veneto per essere stati ed essere tutt’oggi uno dei migliori nostri biglietti da visita. Oggi è anche un momento di riflessione perché siamo di fronte a una nuova emigrazione di giovani che scelgono di andare all’estero per fare esperienze di alto livello professionale. C’è chi parte per scelta e chi per necessità: a questi ultimi dobbiamo riservare le attenzioni necessarie”. (Mirko Dalla Torre)

Migrantes Albenga-Imperia: messa al luna park con il vescovo

31 Luglio 2022 - Albenga - Mercoledì 27 luglio, si è rinnovato l’appuntamento annuale della celebrazione della Messa per i lunaparkisti , presieduta dal vescovo Guglielmo Borghetti che ha voluto esprimere la propria sollecitudine pastorale verso i fedeli del Luna Park. L’evento è stato organizzato dall’Ufficio diocesano Migrantes, di cui era presente il direttore, don Edmondo Bianco. C’erano anche il parroco dalla parrocchia Cuore Immacolato di Maria di Andora, don Stefano Caprile; Giorgio Pizzo, diacono permanente già direttore dell’ufficio Migrantes; il sindaco di Andora, Mauro Demichelis, che come avviene ormai da quarant’anni ha accolto in modo ospitale l’attività dei lunaparkosti. È sempre particolarmente significativo per la diocesi rispondere al desiderio manifestato dai lavoratori del Luna Park di celebrare una Messa lì dove vivono e lavorano nei mesi estivi. Lo stesso momento diventa occasione di invitare a partecipare alla liturgia festiva parrocchiale, così da favorire un legame tra la parrocchia e coloro che soltanto per un breve periodo ne fanno parte. (E.B.)

Aie, libri per i bambini ucraini

29 Luglio 2022 - Roma - Cinquemila libri in ucraino per le bambine e i bambini rifugiati in Italia: raggiunge un nuovo traguardo la raccolta fondi a favore dell' Ukrainian Book Institute, ente governativo ucraino per la promozione della lettura, sostenuta dalla Federazione degli editori europei e dall' Associazione italiana editori. Sono stati infatti stampati da Rubbettino Print i libri che nei prossimi giorni verranno distribuiti nel nostro Paese grazie all' associazione Refugees Welcome e alla Regione Emilia-Romagna.

Vangelo Migrante: XVIII Domenica del Tempo Ordinario | Vangelo (Lc 12,13-21)

28 Luglio 2022 - La pagina del Vangelo di questa domenica, piuttosto diretta, non ha bisogno di interpretazioni: “fate attenzione e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede” (…). È necessario arricchirsi davanti a Dio! Nel Vangelo le regole che riguardano la ricchezza si possono ridurre essenzialmente a due soltanto: non accumulare; quello che hai ce l’hai per condividerlo. Ma, visto che conquistare dei beni è un’aspirazione umana fondamentalmente e che i beni sono comunque necessari per una giusta esistenza, Gesù, con la parabola del ricco stolto,  mette in guardia da un atteggiamento che allontana da Dio e dal prossimo e non assicura affatto dalla miseria, dalla vecchiaia e dalla morte. Tutt’altro. L’accumulo delle ricchezze è il contrario del Padre Nostro. In quella preghiera non si dice mai ‘io’, ‘mio’, ma sempre ‘tu e tuo; noi e nostro’: la radice del mondo nuovo, inaugurato da Gesù. L’uomo ricco della parabola, invece, è tutto un ‘io-mio’ ed è solo al centro del suo deserto di relazioni: “i miei beni, i miei raccolti, i miei magazzini, me stesso, anima mia; demolirò, costruirò, raccoglierò...”. Non ha un nome proprio, perché il denaro ha mangiato la sua anima, si è impossessato di lui, è diventato la sua stessa identità: è ‘un ricco’ senza identità visto che nessuno entra nel suo orizzonte e non c’è alcun ‘tu’ a cui rivolgersi. Uomo senza aperture, senza brecce e senza abbracci.  Questa non è vita. E, non a caso, Gesù la mette in correlazione con la sorte di tutti: la morte. “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta indietro la tua vita”; ma quell'uomo ha già allevato e nutrito la morte dentro di sé con le sue scelte. È già morto agli altri, e gli altri per lui. La morte ha già fatto il nido nella sua casa. Perché, sottolinea la parabola, la sua vita non dipende dai suoi beni, non dipende da ciò che uno ha, ma da ciò che uno dà. La vera ricchezza e la vera vita sono solo di ciò che si dà via. Alla fine dei giorni, sulla colonna dell’avere resta soltanto ciò che avremo avuto il coraggio di mettere nella colonna del dare. Chi accumula ‘per sé’, invece, lentamente muore. Arricchire davanti a Dio significa ricevere vita in cambio dell’amore donato. Prendersi cura della felicità di qualcuno, aiuta Dio a prendersi cura della propria. (p. Gaetano Saracino)    

Migrantes Vittorio Veneto: morte Mariia Markovetska, vicinanza e preghiera

28 Luglio 2022 - Vittorio Veneto - La comunità dei migranti ucraini della diocesi di Vittorio Veneto e' stata attraversata in queste ore da un dramma. , 8 anni, ucraina, scappata dalla guerra con la mamma, ieri pomeriggio e' morta nel lago di Revine, durante un'uscita del Campus San Giuseppe di cui era ospite. Indagini sono in corso da parte della Magistratura. Il parroco don Khodan ha invitato alla preghiera e alla vicinanza con la famiglia. Altrettanto ha fatto il vescovo di Vittorio Veneto Mons. Corrado Pozziolo e l'ufficio Migrantes della diocesi. Sono numerosi i bambini ed i ragazzi ucraini ospiti dei Grest e delle attività parrocchiali della diocesi vittoriese.

GMMR: nuovo video del Papa

28 Luglio 2022 - Città del Vaticano - Nel nuovo video pubblicato in vista della 108a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (GMMR), che verrà celebrata l’ultima domenica di settembre, Papa Francesco invita a crescere insieme come umanità promuovendo il contributo culturale e spirituale che migranti e rifugiati possono dare alle comunità che li accolgono. Insieme al Pontefice Bertrand Gorge dalla Francia racconta, nel video, come, aprendo le porte di casa all’accoglienza, la sua famiglia si è umanamente arricchita grazie alla presenza di rifugiati con cui hanno condiviso parte della propria vita. Nel video, presentato nell’ambito della campagna comunicativa promossa dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero dello Sviluppo Umano Integrale  papa Francesco chiede: come possiamo favorire un incontro arricchente con migranti e rifugiati?

Migrantes Caltanissetta: concluso il campo multiculturale

28 Luglio 2022 -
Caltanissetta - "Siamo dello stesso sangue tu ed io". Questo il titolo del primo campo della Migrantes della diocesi di Caltanissetta  che si è concluso ieri a Roccella (CL). Cinque giorni all'insegna dell'incontro multiculturale e religioso che ha visto la collaborazione oltre a Migrantes Caltanissetta, del gruppo Scout Cl 4, di alcuni giovani scout provenienti dalla Francia e del sostegno della Caritas diocesana. È stata - spiega la Migrantes di Calatanissetta  - una grande sfida mettere insieme tante realtà e tante persone con un background completamente diverso. Anche solo per il cibo, ognuno dei partecipanti ha dovuto fare lo sforzo di "andare verso", di cambiare prospettiva.
I temi affrontati sono stati il rispetto dell'ambiente, la capacità di andare oltre il male ricevuto, il potere avere punti di riferimento anche al di fuori del proprio gruppo parentale o culturale di riferimento, l'amicizia.
"Sono stati giorni intensi, a volte faticosi, ma il sorriso di chi per la prima volta vedeva il mare o si 'riconciliava' con esso ci ha ripagato di ogni sforzo", si legge in una nota dell'Ufficio Migrantes.

Spettacolo Viaggiante: giorno di festa oggi al Luna Park di Cavallino-Treporti

27 Luglio 2022 - Venezia - Giorno di festa al Luna Park di Cavallino-Treporti del Patriarcato di Venezia. Questa mattina presso la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Elisabetta le famiglie lunaparchiste si sono ritrovate per celebrare i sacramenti per i loro figli. Don Mirko Dalla Torre, responsabile Migrantes del Triveneto per la pastorale dei fieranti e dei circensi, che ha presieduto la Santa Messa, nell’omelia ha ricordato ai ragazzi di saper “…trovare in Gesù il vero tesoro della vita e diventare voi stessi tesoro per tutti coloro che incontrate, in modo particolare nelle piazze dove sostate con le attrazioni”. La formazione catechetica dei ragazzi avvenuta tra le carovane in queste calde mattine estive, è stata seguita dalla catechista Alessandra, da anni impegnata nella catechesi parrocchiale. “È stata un’esperienza nuova ed entusiasmante lavorare con i ragazzi del Luna Park; in loro ho colto interesse e passione", ha detto la catechista che continuerà in queste settimane a seguire nel cammino di fede i giovani lunaparchisti. Alla Celebrazione Eucaristica erano presenti Flaviano e Monica Ravelli, della diocesi di Adria-Rovigo, membri della Consulta nazionale dello Spettacolo Viaggiante della Fondazione Migrantes.

Migranti climatici: cresce l’allarme per i bambini

27 Luglio 2022 - Roma - Circa 10 milioni di bambini sono stati sfollati nel 2020 in seguito a shock di natura meteorologica. È la denuncia di Unicef e Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), che con la Georgetown University e l’Università delle Nazioni Unite hanno lanciato nuove linee guida per proteggere, includere e promuovere l’empowerment dei bambini migranti nel contesto del cambiamento climatico. I principi guida affrontano le vulnerabilità dei bambini che si spostano sia all’interno dei Paesi sia attraverso le frontiere, spinti dagli impatti negativi dei cambiamenti climatici. Si basano su convenzioni internazionali e puntano a fornire a governi, organizzazioni e gruppi della società civile un fondamento per costruire politiche che tutelino i diritti dei più piccoli. I bambini sfollati, a causa delle conseguenze dell’innalzamento del livello del mare, degli uragani, degli incendi e della perdita di coltivazioni, «sono esposti — dichiara Catherine Russell, direttore generale dell’Unicef — a maggiori rischi di abuso, tratta e sfruttamento», hanno l’alta probabilità «di perdere l’accesso all’istruzione e a cure mediche», sono più frequentemente costretti «a matrimoni precoci e lavoro minorile». Le «esigenze e aspirazioni» di questi bambini «sono ancora trascurate nei dibattiti politici», evidenzia António Vitorino, direttore generale dell’Oim. Si tratta, precisa, di «una sfida immensa che dobbiamo affrontare ora»

Migranti: oltre 35mila gli arrivi da gennaio sulle coste italiane

27 Luglio 2022 - Roma - Sono 36.773 i migranti giunti sulle coste italiane, via mare, dall’inizio dell’anno.  Raffiche di arrivi negli ultimi giorni in particolare, con 1.561 persone arrivate in un solo giorno, tra Sicilia e Calabria, domenica scorsa, 24 luglio. Dall’inizio dell’anno sono stati 10.465 i migranti intercettati e riportati in Libia, 176 sono morti e altri 634 sono scomparsi nel 2022, secondo l’Oim.

Stranieri: Corte Costituzionale, “la morte del coniuge non può impedire l’acquisizione della cittadinanza”

26 Luglio 2022 -
Roma - Lo straniero (o l’apolide) che, in conseguenza del matrimonio con un cittadino italiano, abbia maturato i requisiti legali per chiedere la cittadinanza, non può vedersi negare il relativo provvedimento a causa della morte del coniuge verificatasi nel corso del procedimento per il riconoscimento del suo diritto. È quanto si legge nella sentenza n. 195 depositata oggi (redattrice la giudice Emanuela Navarretta), con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 5 della legge 5 febbraio 1992, n. 91 “nella parte in cui non esclude, dal novero delle cause ostative al riconoscimento del diritto di cittadinanza, la morte del coniuge del richiedente, sopravvenuta in pendenza dei termini previsti per la conclusione del procedimento di cui al successivo articolo 7, comma 1”. Come spiega una nota dell’Ufficio comunicazione e stampa della Corte Costituzionale, nella motivazione della sentenza, la Consulta ha spiegato che è intrinsecamente irragionevole e, dunque, in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione, negare la cittadinanza allo straniero (o all’apolide) sposato con un cittadino italiano ma rimasto vedovo dopo aver presentato l’istanza e prima della definizione del relativo procedimento. La morte è infatti un evento del tutto indipendente sia dalla sfera di controllo del richiedente sia dalla ragion d’essere dell’attribuzione della cittadinanza. Per la Corte, infatti, “la morte, pur se scioglie il vincolo matrimoniale, non fa venire meno, tuttavia, la pienezza delle tutele, privatistiche e pubblicistiche, fondate sull’aver fatto parte di una comunità familiare, basata sulla solidarietà coniugale, e dunque non può inibire la spettanza di un diritto sostenuto dai relativi presupposti costitutivi”; tale è il diritto a ottenere la cittadinanza qualora siano maturati i prescritti requisiti di durata del matrimonio: due anni, se i coniugi risiedono in Italia, tre anni se risiedono all’estero, con un dimezzamento dei termini in presenza di figli. “La norma che, dopo il decorso di questo periodo di tempo e dopo la presentazione dell’istanza di cittadinanza, ne inibisce il riconoscimento a causa dello scioglimento del vincolo matrimoniale derivante, durante il procedimento amministrativo, dalla morte del coniuge, è, dunque, del tutto irragionevole – conclude la Consulta – e risulta totalmente estranea anche all’esigenza di evitare possibili utilizzi strumentali del matrimonio”.

Migranti: Ue, in contatto con Paesi per ricollocamenti

26 Luglio 2022 - Bruxelles - La Commissione europea sta lavorando "con gli Stati membri interessati per l'attuazione del meccanismo di solidarietà" volontaria sui migranti . Lo ha detto la portavoce Ue, Anitta Hipper, rispondendo a una domanda sugli sbarchi di questo fine settimana sulle coste dell'Italia. "Il ruolo della Commissione è di coordinare il meccanismo di solidarietà" e "la dichiarazione di solidarietà, adottata il 22 giugno scorso" da 13 Paesi membri, rappresenta "il primo passo della progressiva attuazione del nuovo Patto" sulla migrazione, ha evidenziato la portavoce.

Mons. Perego: sbarchi, segno di un mondo povero in movimento

26 Luglio 2022 - Roma - Continuano, anche in questa calda estate, gli sbarchi di persone e famiglie dell’Africa, dell’Asia e del Medio Oriente a Lampedusa, sulle coste siciliane e su altre coste del nostro Sud, e continuano i morti. I nostri vicini, dalle altre coste dello stesso Mare Mediterraneo non si rassegnano a vivere in situazione di guerra, di povertà di persecuzione, o in campi lager, ma si sono messi in cammino. A muoverli talora è la rabbia di essere vittime di Governi che investono più in armi che in salute e scuola, di multinazionali che sfruttano le loro terre, ma anche il desiderio di nuove situazioni di pace e di lavoro per costruire un futuro migliore. Per questo, gli sbarchi continueranno. Cosa fare? Anzitutto, non smobilitare, ma continuare e rafforzare a livello europeo la sicurezza nel Mediterraneo, tutelando chi si trova in mare. Inoltre, si dovrà investire nell’adeguamento e nella sicurezza dei porti importanti per gli arrivi dei migranti, oltre che in personale necessario per l’accompagnamento e la mediazione culturale, la tutela sanitaria. La Tutela di queste persone è la prima parola d’ordine, nel segno del rispetto della dignità di ogni persona. Viene successivamente l’identificazione e la valutazione se una persona abbia diritto a una forma di protezione internazionale, come i tanti minori, le donne in gravidanza, i malati, le vittime della tratta, le persone che provengono da situazioni di guerra o da disastri ambientali o da persecuzioni politiche o religiose. Chi non ha diritto a una forma di protezione internazionale ha comunque il diritto ad essere ascoltato, a una cura e al rispetto, prima del rimpatrio, laddove esistono accordi con i Paesi di provenienza come ad esempio per i tunisini. Un secondo impegno è quello di investire in cooperazione e sviluppo. Oggi l’emergenza ha anzitutto un nome: la povertà, la fame e la sete, le guerre di un Continente come l’Africa al di là del Mediterraneo. La drammatica mobilità delle persone, destinata ad aumentare nei prossimi anni, potrà essere gestita solo con grossi investimenti non in armi e in progetti di sfruttamento di queste terre, ma in azioni diplomatiche di mediazioni dei conflitti, in investimenti in cooperazione allo sviluppo, nel condono del debito estero dei Paesi più poveri, valorizzando anche il cammino migratorio di persone e famiglie come risorsa economica e sociale nel continente europeo, destinato nei prossimi anni – causa la denatalità – a dover far conto su imprenditorialità e manodopera di immigrati. Dall’Europa, la casa comune, sarà indispensabile, poi, che arrivino nuovi segnali di una consapevolezza e responsabilità politica comune: dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti e dei richiedenti asilo condivisa concretamente in maniera proporzionale dagli Stati membri; della valorizzazione delle migrazioni, con un’attenzione particolare alla mobilità delle persone, alla tutela di chi chiede una protezione internazionale, allo scambio di buone prassi. Ogni caduta in letture culturali, sociali e politiche delle migrazioni viziate da pregiudizi che alimentano conflittualità, soprattutto con le elezioni alle porte, continuano a generare violenze e morti, minano le nostre città, tradiscono la democrazia e non costruiscono il futuro insieme. (mons. Gian Carlo Perego - Presidente Cemi e Fondazione Migrantes)     Il testo è stato pubblicato sul sito www.famigliacristiana.it    

Corridoio umanitario per 300 afghani

26 Luglio 2022 - Roma - I primi nove afghani sono arrivati ieri a Fiumicino con un volo da Teheran, altri 200 sbarcheranno sempre a Roma provenienti da Islamabad domani e il giorno dopo toccherà ad un terzo gruppo, anche quest’ultimo in partenza dalla capitale iraniana: in tutto 300 persone che arriveranno nel nostro paese grazie al Protocollo d’intesa che vede da un lato il coinvolgimento di Viminale e Farnesina, dall’altro quello della Comunità di Sant’Egidio, della Cei, della Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane, della Tavola Valdese e dell’Arci, in collaborazione con Acnur, Oim e Inmp (Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà).

Scalabriniane: è morta sr. Manuela Simoes

25 Luglio 2022 -
Roma - E' scomparsa ieri sr. Manuela Simoes, religiosa scalabriana e molto attiva a fianco dei migranti. Sr. Simoens ha guidato l'Ufficio pastorale Migrantes della diocesi di Lamezia Terme e ha lavorato con l'ufficio Migrantes della diocesi di Reggio Calabria-Bova, "lasciando - ricorda la diocesi lametina -  a quanti hanno avuto il dono di conoscerla e di collaborare con lei, la testimonianza di una vita offerta a Dio e ai fratelli”. “In un periodo segnato dall’intensificarsi dei flussi migratori anche nella nostra città, in particolare nel periodo dell’emergenza nord-Africa, nel sorriso di suor Manuela donne, uomini, giovani e bambini giunti a Lamezia Terme e nel comprensorio hanno visto il ‘sorriso evangelico’ di chi, in nome di Cristo, apre la porta e spalanca le braccia sempre, a chi ha fame di amore, di speranza, di riscatto”, prosegue la nota, nella quale si sottolinea che “tutti ricordano il suo lavoro instancabile e professionale, il calore dei rapporti umani, la sempre pronta disponibilità per gli altri”. “La nostra Chiesa diocesana e la nostra città, insieme agli operatori e ai volontari che più strettamente hanno collaborato con lei, insieme alle sorelle e ai fratelli che oggi sono pienamente inseriti nella nostra comunità anche grazie al suo lavoro, oggi esprimono gratitudine al Signore per la sua vita e il suo servizio”. “Il nostro vescovo Serafino Parisi – concludono dalla diocesi – porge le condoglianze alla sua congregazione e la ringrazia per il suo servizio alla Chiesa degli ultimi. Ci uniamo alla preghiera delle sue consorelle scalabriniane perché il Signore possa accogliere suor Manuela con quel ‘venite benedetti dal Padre mio’, riservato a quanti, nel nome di Cristo, aprono la porta agli stranieri e agli ultimi di ogni tempo e di ogni luogo”. Durante gli anni di servizio nella comunità di Reggio Calabria - sottolinea la Migrantes di Messina- Lipari-S. Lucia del Mela. -avuto modo di conoscerla e apprezzarla per il suo impegno con i migranti e l’amore per la famiglia religiosa". "Siamo grati a Dio - sottolinea p. Gabriele Bentoglio, direttore Migrantes di Reggio Calabria-Bova -  per averla donata al Centro Ascolto della parrocchia di Sant'Agostino di Reggio Calabria - negli anni in cui ha servito donne e uomini, bambini e anziani con amore materno e totale dedizione, nello spirito missionario del Beato Giovanni Battista Scalabrini". Nel giorno ottavo della sua dipartita, domenica prossima, 31 luglio, alle ore 18,30, una messa di suffragio si terrà nella parrocchia  reggina. La Fondazione Migrantes ricorda la figura di sr. Manuela e delle sua famiglia religiosa a fianco dei migranti e delle attività della Migrantes e esprime le condoglianze alla superiora generale delle scalabriniane, sr. Neusa de Fatima Mariana e alla Provinciale sr. Milva Caro e alla consorelle scalabriniana.

Rom e sinti: è morta sr. Mercedes Amostegui

25 Luglio 2022 - Roma - Si è spenta ieri suor Mercedes Amostegui delle Suore Francescane Missionarie di Maria. E’ morta a Pamplona, in Spagna, dove era nata. Intenso nella sua vita l’impegno pastorale a fianco dei rom e sinti e molto vicina all’attività della Fondazione Migrantes insieme all’impegno delle sue consorelle. “Noi della Comunità di Sant’Egidio abbiamo conosciuto a Roma le suore Francescane Missionarie di Maria, quando erano accampate nel quartiere di Tor Bella Monaca, all’inizio degli anni Ottanta. Le Suore si fermavano spesso con i Sinti e con alcuni Rom Xoraxane, condividendo in modo semplice e concreto la loro vita quotidiana, vivendo con loro nell’ascolto e nella condivisione”, ricorda oggi Susanna Placidi della Comunità di Sant’Egidio. Stare con gli zingari -  diceva sr. Mercede durante sun convegno, nel 1990 promosso dal Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti – “è una risposta al Vangelo che viviamo come Missionarie, pronte ad andare ovunque e a tutti per annunciare la salvezza, siamo inviate come priorità a coloro ai quali Cristo non è rivelato e a coloro tra i quali la Chiesa è meno presente… Desideriamo porci sulla linea dell’’Ultimo’ tentando di concretizzare la Parola: ‘Ultimo tra gli ultimi’, vivendo in carovana con la presenza di Cristo Eucarestia. Per noi l’evangelizzazione è fuori del tempo, fuori da schemi, fuori da programmi, essere Chiesa in mezzo ai Rom, cogliendo le occasioni offerte dalla vita quotidiana perché possano conoscere Dio e la sua Provvidenza che salva. Stabilire soprattutto un’amicizia nell’ascolto. Giorno per giorno in una dimensione di Fede che è Luce, Faro, forza alla nostra vita insignificante, ma cristianamente vera”. “Ricordiamo – ci dice Susanna Placidi -  con affetto tanti momenti vissuti insieme di preghiera e di amicizia con i Rom come quando Giovanni Paolo II venne a visitare i Rom accampati a Tor Bella Monaca, ma anche nei momenti bui degli sgomberi romani e nelle messe di Natale con i Sinti nei quartieri della periferia romana”, insieme a don Matteo Zuppi, oggi arcivescovo di Bologna, cardinale e presidente della Cei: “una presenza sempre vicina, silenziosa e attenta ai piccoli, fedele al Vangelo e pronta all’amicizia e all’ascolto. La accompagniamo con la nostra preghiera, che il Signore la accolga come donna di fede, appassionata al popolo Rom e Sinto, riposi in pace”. La Fondazione Migrantes ricorda questo impegno di sr. Mercedes e la affida al Padre ringraziando il Signore “per avercela donata” e come esempio di vicinanza a chi è più povero ed indifeso.

La storia di Arjan: una gioventù in fuga dalla sua terra, tornato a casa per una vita di fede

25 Luglio 2022 - Andria - La fuga dalla propria terra è un tema caro. A latitudini diverse, per motivazioni altrettanto diverse, in tanti sono costretti a “fare le valigie”, almeno chi ne possiede una, per lasciare il proprio nido e sfidare la sorte altrove. Che siano di necessità di sopravvivenza, come purtroppo accade per sempre più migranti dei paesi africani, asiatici, europei in passato dilaniati da guerra e povertà, che sia per dissonanza rispetto ai propri obiettivi, la porta che si affaccia su un nuovo mondo si apre spesso, e talvolta non viene mai più riaperta dall’esterno. A volte ci vuole altro rispetto al costruire un sogno che viene portato poi, a distanza di tempo, nella terra natia. In diverse realtà nel continente africano la guerra è un fatto quotidiano, e la sua fine non è prevista in agenda. Allo stesso modo succede per fame e sete, abbandono e malnutrizione, clima e distruzioni dell’uomo. La volontà di tornare e l’occasione di farlo viaggiano su due linee parallele, ed è raro che una delle due prenda una direzione diversa. Nonostante questo, fede e speranza non vanno mai perse, soprattutto per chi riesce a ricostruirsi altrove, senza mai perdere la ricchezza di ciò che è stato o ciò che si nasconde dentro di sé. È la storia di queste persone che regala al mondo una possibilità di riscatto, affinché l’essere umano riesca a condurre una vita di scelte sue, oltre che di costrizioni. Commovente è l’esperienza di Arjan Dodaj, un ragazzo, all’epoca di 16 anni, costretto a lasciare l’Albania per venire in Italia, con il proposito di ripartire, o forse di cominciare davvero per la prima volta. Prima ancora di ciò che si nasconde dall’altra parte del ponte, è il viaggio a spaventare, perché può trasformarsi in una tragedia priva di voci, ma solo di numeri di una lista di chi non ce l’ha fatta. Quel viaggio Arjan l’ha compiuto in motoscafo, insieme ad altri giovani della sua stessa età, altri ancora più piccoli. È arrivato al largo della Puglia, passando la prima notte in un casolare diroccato. Da qui riceve un ordine, scambiato per consiglio, di camminare inesorabilmente seguendo i binari del treno. Arjan cammina, si ferma solo per resistenza. Arriva a Cuneo, dove aveva dei conoscenti, e da qui cerca di iniziare, di mettere in circolo le sue aspirazioni di serenità. Lavora prima come giardiniere, poi come saldatore. Ma un giorno incontra il volto fraterno della Chiesa, da cui viene accolto a braccia aperte come fonte di ricchezza di un singolo per la comunità intera e, da quel momento, la linea della sua vita e quella della fede si incrociano e si fanno inseparabili. Riceve il battesimo, frequenta il seminario a Roma e nel 2003 riceve la consacrazione al sacerdozio, per le mani di Giovanni Paolo II. Ogni vita può avere innumerevoli svolte, cambi di rotta, ostacoli da sormontare e gioie da coltivare. E il destino di Arjan, unito alla sua volontà, era quello di tornare nel luogo da cui tutto era partito, da cui lui era dovuto partire. Nel disegno di Dio c’è il ritorno nella terra natia, e il suo cuore rispondeva con lo stesso desiderio. Dapprima ritorna, nel 2021, come “sacerdote fidei donum” e, in seguito, come arcivescovo di Tirana-Durazzo. Ora conduce una quotidianità stabile nel suo paese, che intanto ha potuto iniziare ad accogliere e a riabbracciare, dopo essere stato obbligato a farsi lasciare. Vive e fa vivere di fede, circondato da una fonte inesauribile di speranza che oggi diventa ispirazione per chi, con lui, prega, e per chi conosce la sua storia. Ci sono voluti 29 anni da quel viaggio con poche aspettative nel mezzo dell’Adriatico, ma Arjan ora è sereno, la Chiesa rappresenta il suo porto sicuro. Come dovrebbe accadere sempre più, la storia di un singolo deve diventare modello di comunità. Il passo ultimo si farà quando nessuno dovrà vivere nell’obbligo di andar via e nel rischio di non poter mai abbracciare casa una seconda volta. Arjan, per quanto appaia errato dirlo, fa parte di un circolo ristretto: ha potuto voltarsi indietro ed esistere nel luogo in cui aveva smesso di farlo. Per tanti invece non c’è un’opzione, ma un rischio che la sua terra non abbia più un volto, schiacciata dalle ipocrisie di un uomo che spesso perde il senso del sé e dell’altro. Nell’opera di Gesù Cristo la pace non era una semplice condizione per l’esistenza di un popolo, ma l’elemento fondante della sua sopravvivenza. Se il viaggio è ricchezza, la Casa è il tetto dove ci sentiamo al sicuro, dove ogni insicurezza fa spazio alla certezza di un rifugio. Agli altri il dovere di rispettarlo. (don Geremia Acri – Migrantes Andria)

Assisi: il 4 ottobre sarà la Cei a offrire l’ olio a S. Francesco

23 Luglio 2022 - Assisi - Non sarà una regione, il prossimo 4 ottobre, festa di San Francesco d' Assisi, patrono d' Italia, ad offrire l' olio per la lampada votiva sulla tomba del Santo. Quest' anno l' invito è stato rivolto alla Conferenza Episcopale Italiana. Lo ha annunciato il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi. "Sarà un momento - ha spiegato il porporato - di gratitudine per quanti stanno aiutando il popolo italiano a far fronte agli effetti della pandemia. Sarà anche occasione per una preghiera speciale per l' Italia e per la pace".    

Esagerare

25 Luglio 2022 - Milano - Darcy viene dal Burundi, la zia l’ha portato in Italia a 18 mesi per farlo curare. Ricoverato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, i medici parlano di una situazione cerebrale compromessa con una speranza di vita di pochi anni. La neurologa dice che ha bisogno di cure, ma soprattutto di affetto. Propone a suor Cecilia di prenderlo con sé a Monte Tauro, nella comunità della Piccola Famiglia dell’Assunta nata dal carisma di don Dossetti, sulle colline riminesi. Ogni membro della comunità accompagna una persona disabile come fosse suo figlio, in una simbiosi totale: si mangia, si dorme, si prega insieme, si costruisce un legame che porta a conoscersi in tutte le pieghe. Suor Cecilia racconta: «Quando ero giovane desideravo un grande amore, qualcosa di esagerato, che non conoscesse limiti. Non mi accontentavo di rapporti banali. In questi anni con Darcy ho capito che Dio sta esaudendo il mio desiderio, vivere un amore totalmente gratuito che travalica ogni ostacolo fisico e intellettivo. Proprio come quello di Gesù per l’uomo». Darcy oggi ha vent’anni, una scoliosi ha compromesso parte del polmone sinistro, la respirazione è faticosa. «Ma lui vive, mi guarda, sorride, comunica a suo modo con me, percepisce di essere una persona amata, dentro tutti i suoi limiti. Le sembra poco?» (Giorgio Paolucci)