Primo Piano

Issaka è morto di clandestinità: la gelida solitudine del portiere

20 Gennaio 2023 - Milano - Gli stenti uccidono sotto un ponte di Milano il giocatore del St. Ambroeus. Queste parole, oggi, sono listate a lutto e hanno un solo argomento: un ragazzo di nome Issaka. Ho guardato e riguardato la figurina del calciatore Issaka Coulibaly. No, non cercatela nella collezione Panini, non la troverete mai, e lui poi, non lo troverete più, l'ha inghiottito una notte gelida e di scighera di questa città, Milano, dove era giunto dal Togo. Posso solo dirvi che Issaka somigliava tanto, per fisico e volto, al fuoriclasse e suo connazionale Emmanuel Adebayor. Ma Issaka faceva il portiere amateur, come quelli che piacciono tanto a papa Francesco (che vorrei tanto conoscesse questa storia di un calciatore triste, sportivo vero anche se mai arrivato nel paradiso del supercalcio), e i gol li evitava, mentre l'altro, Adebayor, di gol ne ha segnati a raffica nella Premier inglese e a 38 anni fa ancora il bomber in qualche parte del mondo. A differenza di Adebayor, Issaka Coulibaly, non è diventato milionario con il calcio, ma il calcio è stata comunque la sua grande passione e lo ha arricchito nella sua breve vita terminata con un triplice e tragico fischio anticipato, a soli 27 anni. Il pallone e i guanti gli sono serviti giusto il tempo di allontanare per un po' la solitudine del portiere, a deviare in angolo i tiri mancini della miseria fino al gol finale della morte che ha insaccato nella porta vuota della sua povera esistenza. È morto di stenti e di freddo, Issaka, sotto un ponte della civilissima Milano, capitale riconosciuta della moralità e dell'accoglienza. Sarà ancora così caro vecchio Enzo Jannacci che cantavi El portava i scarp del tennis? Mah. Il portiere Issaka in campo portava gli scarpini tacchettati di gomma. Al margine della società, ma almeno lì, in campo, il numero 1: fortissimo, per chi lo aveva avvistato dalle parti del Pini, l'ex manicomio, per il torneo estivo dove era stato il migliore e aveva fatto vincere la sua squadra con quei tuffi da gatto nero dei pali. Questo raccontano quelli che hanno avuto il piacere di vederlo e di giocarci assieme, nel St.Ambroeus, la prima formazione milanese interamente composta da rifugiati e richiedenti asilo politico. Una morte annunciata come il risultato di un posticipo di una gara di dilettanti: Issaka è stato ritrovato cadavere, in un capannone di via Corelli, il 25 novembre scorso e la notizia l'abbiamo appresa solo ora, su Facebook, grazie a qualche amico di buon cuore che sa che la memoria di cuoio, qui sotto la Madonnina, non è fatta solo di Supercoppe nerazzurre e di luci rossonere a San Siro. Un amico di Issaka ha avuto la bontà di scrivere un tenero ricordo e di chiosare con una denuncia che suona come uno schiaffo per tutti noi, calciofili accecati solo dalla luce delle stelle milionarie e dalla futilità di un quotidiano clamore sotto i riflettori di questo Skyline italiano: « Issaka è morto di freddo e di clandestinità ». E forse prima di morire sì, « El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lü». (Massimiliano Castellani - Avvenire)

Rom e Sinti: a Torino una mostra su genocidio dimenticato

19 Gennaio 2023 - Torino - Dal 23 gennaio (inaugurazione alle 18) al 3  febbraio presso il «beeozanam community hub» di via Foligno 14 a Torino sarà allestita la mostra fotografica «Parrajmos (divoramento) sul tema «Rom e Sinti il genocidio dimenticato». Ingresso libero dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18. Per informazioni e prenotazioni visite guidate: 348.8257600.

Cattedra dell’Accoglienza: dal 6 al 10 marzo convegno con il card. Parolin

19 Gennaio 2023 -
“una novità in campo ecclesiale e civile”, come l'ha defiita don Francesco Fiorino, trai coordinatori dell’iniziativa. Si tratta di corso di formazione residenziale rivolto a “chiunque, a diverso titolo, sia impegnato a servire, nel rispetto e nel dialogo, l’altro, diverso, il lontano”. Il corso si terrà alla Fraterna Domus di Sacrofano dal 6 al 10 marzo, e vedrà la presenza, nel giorno di apertura, del cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin. Tra gli interventi quello di mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes.  L’iniziativa, partita nel marzo scorso a Sacrofano proprio alla presenza del card. Parolin, intende essere a cadenza annuale per “ribadire a noi stessi la necessità e l’urgenza della formazione, oltre che della condivisione delle esperienze e delle buone pratiche”.  “C’è una tensione costante tra ostilità e ospitalità”, ha spiegato mons. Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma mentre per il il rettore della Pontificia Università Lateranense, Vincenzo Buonomo, “il tema dell’accoglienza è legato alla mobilità umana, un dato ormai consistente nella nostra vita quotidiana, e che interessa gli Stati e la comunità ecclesiale, sia a livello locale che universale”.La Cattedra dell’Accoglienza “può diventare un laboratorio attraverso cui poter pensare e far pensare”, rivolto “a chi fa accoglienza quotidiana, a chi desiderare essere accolto e a chi deve governare l’accoglienza”. Alla Cattedra aderiscono  17 enti che si occupano già di accoglienza. (R.Iaria)

Trieste: posta la prima pietra di inciampo a un rom e sinto in Italia

19 Gennaio 2023 - Trieste - Ieri a Trieste, in piazza della Libertà, è stata posta la prima pietra di inciampo a un rom e sinto in Italia. È un fatto storico che si deve all’alleanza e alla collaborazione tra l’associazionismo dei giovani rom e giovani ebrei (UCRI Unione Comunità Romanès in Italia UGEI), dice Stefano Pasta in un post. La posa è avvenuta nel luogo in cui Romano Held suonava; oltre al rabbino di Trieste Alexander Meloni e a Gunter Denmig (l’artista inventore delle pietre di inciampo), i protagonisti sono stati i parenti  e discendenti di Romano, oltre a diversi rappresentanti delle comunità rom e sinti. Romano Held era nato a San Pier d’Isonzo, il 21 gennaio 1927, da Alberto Held, un sinto italiano, e Maria Hudorovic, una romnì istriana. Gli Held sono una famiglia di musicisti che ha vissuto nella zona di Trieste fino a quando, negli anni Quaranta e in particolare dopo l’armistizio, si spostano sui monti sopra a Udine, nella zona di Fagagna, per sfuggire ai nazisti. Il 1 maggio 1944, Romano fu arrestato mentre si stava muovendo con la propria carovana, all’età di soli 17 anni, grazie alla delazione di un collaborazionista fascista. Come si legge nei documenti che con Luca Bravi "abbiamo ritrovato all’Archivio di Stato di Udine, in quanto ‘girovago’ - scrive Pasta -  venne immediatamente condotto al carcere di Udine fino al 31 maggio 1944. Romano Held risulta sulla lista dei presenti sul convoglio partito da Trieste, il 31 maggio 1944, con destinazione Dachau (fermate intermedie a Udine e Gorizia)". Giunto al lager il 2 giugno 1944, registrato con la matricola 69525. Viene liberato dall’armata americana a Dachau nell’aprile del 1945. Tornato in Italia, a Trieste Romano riprende l’attività familiare di musicista nelle principali piazze della città, tra cui piazza della Libertà. Anche a causa delle pessime condizioni di salute patite nel lager, morì a Trieste nel 1948, a soli 21 anni. La posa della prima pietra di inciampo d’Italia a un rom e sinto è l’esito di "un percorso biennale. Sono molto contento di aver partecipato alle ricerche e al cammino per restituire una parte di memoria dimenticata, insieme a Luca Bravi, Simone Santoro, Gennaro Spinelli, Bernadette Fraioli".

Cei: da lunedì il Consiglio Permanente

19 Gennaio 2023 -
Roma - Si svolgerà da lunedì 23 a mercoledì 25 gennaio, a Roma, presso la sede della CEI  la sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente. Dopo l’Introduzione del card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, in programma alle ore 16 del 23 gennaio, i lavori prevedono la scelta del tema principale dell’Assemblea Generale di maggio e alcuni aggiornamenti sul secondo anno del Cammino sinodale avviato nelle diocesi italiane e sulla Ratio Nationalis per la formazione nei seminari.
All’ordine del giorno, poi, la presentazione della prossima edizione della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani e due comunicazioni: la prima sulla proposta di rilancio del Progetto Policoro e la seconda sulla partecipazione dei giovani italiani alla GMG di Lisbona, in programma dal 1° al 6 agosto. Mercoledì 25 gennaio nella Sala Marconi di Palazzo Pio il Segretario Generale, Mons. Giuseppe Baturi, illustrerà in conferenza stampa il Comunicato finale.

“Artemide Zatti. Santo salesiano amico dei poveri”: un libro sulla sua beatificazione e canonizzazione

19 Gennaio 2023 - Roma - La canonizzazione di Artemide Zatti avvenuta  il 9 ottobre 2022 a Roma rivive in un libro bilingue, italiano e spagnolo "Artemide Zatti. Santo salesiano amico dei poveri",  Edizione S.D.B e che raccoglie discorsi e documenti relativi non solo a questo evento, ma anche alla beatificazione. Editorialmente il volume è curato da don Giuseppe Costa, Co-portavoce della Congregazione Salesiana. Il libro  è soprattutto fotografico, con immagini di Gregorz Galazka e testi del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime. Vi vengono raccolti anche i discorsi e le omelie pontificie. Varie foto provengono dall’Archivio Salesiano Argentino, dall’ANS e dal Vaticano. Nel suo insieme - spiega l'agenzia salesiana Ans -  è come trovarsi una documentazione dal valore storico che certamente può far conoscere meglio questa figura di santo infermiere e salesiano coadiutore. È, quest’ultima, una vocazione specifica salesiana alla quale teneva moltissimo lo stesso fondatore, San Giovanni Bosco. “Sant’Artemide Zatti – ha scritto in una lettera che accompagna il volume Don Á.F. Artime – ci ha riportati alla santità semplice, ma esigente dei salesiani impegnati nel lavoro quotidiano e ci ha fatto riscoprire aspetti della nostra storia forse troppo presto messi nel dimenticatoio. Papa Francesco più volte ha richiamato la nostra memoria ed attenzione alla Patagonia salesiana, autentico paradigma di fatica generosa e di donazione indiscussa a Dio e al prossimo”.        

“Gli italiani nel mondo. E la Chiesa con loro”: il 24 gennaio la nuova puntata

19 Gennaio 2023 - Milano - Siamo nel mese della pace e alla vigilia del viaggio di papa Francesco in Congo e Sud Sudan, teatri bellici. Anche la rubrica «Gli italiani nel mondo. E la Chiesa con loro» affronterà l'argomento. Lo farà declinando tematiche proprie.  Martedì 24 gennaio - su Radio Mater, dalle 18.50 alle 19.30 - sarà ospite don Bruno Mollicone, cappellano militare della Operazione «Prima Parthica». Da Erbil, in Iraq, si collegherà per presentare la singolare comunità di soldati italiani che vive all’estero, impegnata a mantenere la pace. Una comunità accompagnata dalla Chiesa dell’Ordinariato militare. Don Bruno, inoltre, commenterà il messaggio pontificio per la pace - che ha due fuochi: il Covid 19 e la guerra - e testimonierà il bene che gli italiani, attraverso l’8xmille, hanno fatto per la promozione di quel territorio. Condotta da Massimo Pavanello, sacerdote della diocesi di Milano, la trasmissione si avvale della consulenza della Fondazione Migrantes. Radio Mater si può ascoltare – in Italia – attraverso la radio (sia in Fm, sia in Dab). In tutto il mondo su internet al seguente indirizzo https://www.radiomater.org/it/streaming.htm/

Quei volti che guardano al futuro: una mostra a Milano del Centro Astalli

19 Gennaio 2023 - Milano - Venti pannelli ad altezza d' uomo, ciascuno raffigurante un giovane rifugiato che guarda negli occhi chi gli si avvicina. È "Volti al futuro, con i rifugiati per un nuovo noi", la mostra itinerante realizzata dal Centro Astalli di Roma, che verrà inaugurata domani nella Comunità di Villapizzone. Gli scatti, realizzati dal fotografo Francesco Malavolta, celebrano i primi 40 anni del Centro Astalli, la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, un' organizzazione nata nel 1980 su intuizione di padre Pedro Arrupe. La filosofia alla base di questa forma di accoglienza si poggia su tre parole: accompagnare, nel senso di farsi compagni di strada dei rifugiati cercando di capire i loro bisogni; servire, cioè mettersi al servizio delle loro esigenze; e infine, difendere, quindi spendersi per i loro diritti. E proprio per rendere questi obiettivi alla portata e all' attenzione di tutti è stata ideata questa mostra fotografica, il cui titolo gioca sull' omografia fra vòlti, nel senso di rivolti al futuro, che può essere interpretato come un monito a noi che dobbiamo guardare a un futuro di convivenza più che a una politica dell' oggi, e vólti, i volti raffiguranti i venti rifugiati che guardano anch' essi a un futuro migliore. A essere rappresentati sono venti ragazzi, fra i 20 e i 30 anni, che sono stati o sono ancora ospiti del Centro Astalli: tutti sorridenti, sono in piedi e alle loro spalle lo sfondo è sfocato ma permette di intuire un contesto cittadino. «Lo sfondo sfocato della città è simbolo del processo di integrazione in divenire, un processo che spesso per ragioni politiche e burocratiche si realizza a fatica. Il fatto che i pannelli siano ad altezza d' uomo vuole dare l' idea che quei rifugiati noi li abbiamo di fronte, sono volti in cui specchiarsi e con cui confrontarsi»: padre Camillo Ripamonti è il presidente del Centro Astalli, nonché uno degli organizzatori della mostra. Il messaggio che vuole lanciare con queste fotografie è quello di riportare al centro i rifugiati e camminare con loro: «Spesso i rifugiati sono considerati numeri o problemi, noi vogliamo far capire che sono prima di tutto persone che camminano con noi e che con noi vogliono costruire un futuro che sia bello per tutti». La mostra è stata pensata per ricordare i 40 anni di attività del Centro Astalli, non una festa autocelebrativa ma un momento di memoria per un' organizzazione che in questi anni ha accolto e integrato quasi 20mila rifugiati. Un numero, il 40, che oltre a simboleggiare un lungo percorso, ricorda anche i 40 anni di cammino del popolo di Israele nel deserto. È proprio questa l' immagine scelta da Papa Francesco nell' introduzione che ha donato a questa mostra: «Quaranta, nella Bibbia, è un numero significativo che ha molti rimandi, ma certamente pensando a voi mi viene in mente il popolo di Israele che per 40 anni cammina nel deserto, prima di entrare nella terra della promessa. Anche gli ultimi quarant' anni della storia dell' umanità non sono stati un progredire lineare: il numero delle persone costrette a fuggire dalla propria terra è in continua crescita. In questi quarant' anni e in questo deserto, tuttavia ci sono stati tanti segni di speranza che ci permettono di poter sognare di camminare insieme come un popolo nuovo "verso un noi sempre più grande"». L' augurio con cui il pontefice conclude la sua introduzione è che si possa realizzare finalmente una «cultura dell' incontro», che si possa progettare qualcosa che coinvolga tutte le persone, non solo i volontari. È questo uno dei motivi per cui si è scelto di creare una mostra che fosse itinerante: nel suo viaggiare fra città come Milano, Roma, Padova o Grumo Nevano, in provincia di Napoli - tutte città che ospitano una succursale del centro Astalli - è diventata di volta in volta parte integrante della struttura che l' ha ospitata, andando a fondersi completamente con lo spirito di accoglienza del luogo. La speranza di padre Camillo è che questi venti pannelli continuino a raccontare la loro storia anche quando il loro viaggio sarà concluso: le foto verranno infatti donate ai centri dove sono nate, si potranno spostare, potranno costituire nuovi nuclei o, perché no, essere donate alle scuole. (Rachele Callegari)

Vangelo Migrante: III domenica del tempo ordinario | Vangelo (Mt 4,12-23)

19 Gennaio 2023 - Con il Motu proprio ‘Aperuit illis’, Papa Francesco ha stabilito che “la III Domenica del Tempo ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio”. Non a caso la Parola di questa domenica ci offre il messaggio generativo del Vangelo: “il regno dei cieli è vicino!” Giovanni è stato arrestato, la voce del Giordano tace ma poco più in là sulle rive di un lago si alza una voce libera: esce allo scoperto, e senza paura, un giovane rabbi che da solo va ad affrontare i confini nella meticcia Galilea, crogiolo di genti, regione quasi perduta per la fede, e dice: “convertitevi perché il regno dei cieli è vicino”. Dio è vicino, è qui, e non al di là delle stelle. Quel regno di giustizia, di pace, d’amore, desiderato da ogni uomo di buona volontà, finalmente non è più solo una bella ma irrealizzabile utopia: è vicino. Non si tratta di un regno completamente presente ma in via di costruzione: quanto più gli uomini accolgono Gesù e il suo messaggio, tanto più i segni della presenza del regno dei cieli diventano riconoscibili. “Convertitevi”, allora, significa ‘accorgetevene’, ‘sapevatelo’, si direbbe oggi; giratevi verso la luce, perché la luce è già qui. La notizia bellissima è questa: Dio è all’opera per guarire la tristezza e il disamore del mondo e ogni strada del mondo è Galilea. La conversione non nasce dalla paura di essere condannati dal giudizio di Dio, ma dalla bellezza del progetto finalmente realizzabile. La gioia nel cuore del discepolo è la naturale conseguenza: la vita ha finalmente un senso compiuto e l’uomo può dedicare tutta la sua vita per collaborare alla costruzione del regno dei cieli. L’esito felice del progetto è assicurato da Gesù. La prima e fondamentale conversione consiste proprio nel fidarsi di Lui e della Sua lieta novella. Chi non crede alla vicinanza del regno di Dio inevitabilmente si rassegna ad una vita mediocre e senza senso. Se l’invito alla conversione per vedere il regno dei cieli, e farne parte, è rivolto a tutti, non tutti però hanno lo stesso compito. Alcune persone sono chiamate a seguire Gesù più da vicino: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. I dodici apostoli dopo la morte e la risurrezione di Gesù, avranno il compito di guidare le comunità cristiane nella custodia e nella diffusione del Vangelo. Non si tratta di un compito più importante degli altri, ma di un servizio indispensabile perché tutti possano essere discepoli. Quel rabbi ci mette a disposizione un tesoro di vita e di amore, un tesoro che non inganna, che non delude. Ascoltarlo è sentire che la felicità non è una chimera, è possibile, anzi è vicina. (p. Gaetano Saracino)

Richiesta di protezione in Italia, Tribunale Ancona, “Ai migranti risposte in 5 giorni”

19 Gennaio 2023 - Ancona - Questura e prefettura sono tenute a trovare soluzione per l’accoglienza in città entro 5 giorni dalla presentazione della domanda di protezione internazionale e qualsiasi prassi dilatoria è da considerarsi illegittima. L’ordinanza, che segna un punto importante anche per il diritto d’asilo e il sistema dell’accoglienza italiano, è stata appena emessa dalla Prima Sezione civile del Tribunale di Ancona, dopo il ricorso promosso da un cittadino pachistano lo scorso 28 ottobre. L’uomo, 27 anni, dall’8 agosto stava cercando di ottenere il riconoscimento di richiedente protezione internazionale presso la questura del capoluogo, ma si è visto per mesi rinviare la formalizzazione, ogni volta con la stessa motivazione: la mancanza di posti di accoglienza nei Cas, i Centri di accoglienza straordinaria gestiti dalla prefettura e negli analoghi progetti ex Sprar, oggi Sai, governati dal Comune. E così non ha potuto fare altro che dormire per strada o nei parchi urbani, cercando un pasto caldo alla mensa della Caritas. Ora, con l’ordinanza del Tribunale a favore, il suo destino potrà cambiare. La storia del giovane di 27 anni è emblematica perché comune a molti, in tutta Italia. «Ad Ancona, 100mila abitanti, sono almeno un centinaio le persone che negli scorsi mesi hanno provato a depositare richiesta di protezione ma si sono visti rimandati indietro con la motivazione che sul territorio non ci sono posti liberi per l’accoglienza. Pachistani, afghani, somali, egiziani, eritrei soprattutto, arrivati attraverso la rotta balcanica e spinti nel capoluogo dal passaparola secondo cui qui le procedure di accoglienza internazionale sarebbero state meno farraginose che altrove, per poi rimanere bloccati nel limbo. In questi mesi come più volte denunciato abbiamo raccolto decine di rinvii da parte della questura che superavano anche i sei mesi». A raccontarlo è Valentina Giuliodori dell’Ambasciata dei Diritti Marche, un’organizzazione che si batte per l’accoglienza dei migranti e che ha sostenuto il ricorso del cittadino pachistano, presentato dall’avvocato Paolo Cognini. Secondo il pronunciamento che ne è scaturito, emesso del giudice Alessandra Filoni, la prassi seguita della questura in questi mesi «ha completamente capovolto il percorso previsto dal legislatore », in quanto, prosegue il Tribunale di Ancona, «non può mai venirsi a creare l’opzione tra accoglienza e abbandono, tanto che sono state espressamente previste “strutture straordinarie” da attivare nel caso in cui l’afflusso massiccio di richiedenti porti a una saturazione dei posti disponibili nelle ordinarie strutture di prima accoglienza». L’ordinanza ha inoltre una particolare rilevanza per i casi analoghi, sia in sede amministrativa che giudiziaria, poiché mette assieme due aspetti finora trattati in modo separato, il tema della formalizzazione della richiesta di protezione e quello dell’accoglienza che, spiega l’avvocato Cognini, «sono parti integranti del medesimo dispositivo di tutela e di garanzia del richiedente e dell’istituto della protezione internazionale ». L’ordinanza assume ancora maggiore rilevanza preso atto del fatto che la situazione di Ancona è diffusa in tante altre città italiane, dove davanti alle questure sono lunghissime le file di persone che vorrebbero presentare richiesta di protezione internazionale, ma che vengono rimandate indietro, in attesa di nuovi posti d’accoglienza. Aumenta così il numero dei senza dimora e quindi delle situazioni di fragilità e marginalità, che parte dell’opinione pubblica finisce per percepire come un problema sociale. (Marco Benedettelli - Avvenire)        

Lussemburgo: “PassaparolaMag” passa dalla carta al web

18 Gennaio 2023 - Roma - Il mensile cartaceo fondato nel Granducato di Lussemburgo da Paola Cairo e Maria Grazia Galati nel 2004 non andrà più in stampa dopo 18 anni di pubblicazioni. La Rivista italiana di Lussemburgo, diffusa anche in Francia e Germania, punto di riferimento informativo degli italiani e degli amanti dell’Italia, si sposta dalla carta al web. “La copia di PP di dicembre 2022-gennaio 2023, inviata prima di Natale ai nostri abbonati e ancora in edicola, è l’ultima” dichiarano le fondatrici. Che nel loro editoriale spiegano che “non ci sono più le condizioni per continuare;  questa per noi è una trasformazione, non una rinuncia”. L’informazione italiana sarà veicolata attraverso il sito www.passaparola.info (e passaparola.lu) che è sempre stato complementare alla rivista. “Anche se sparisce la formula cartacea continuiamo a diffondere l’informazione locale, nazionale, internazionale in italiano e in francese attraverso i nostri media: il sito in primis e la radio. Articoli, agenda, reportage, approfondimenti saranno arricchiti in formato web e rilanciati sui social. “Continuiamo a fare informazione attraverso la nostra trasmissione radiofonica su Radio Ara -  dicono all’unisono le fondatrici e direttrici – e continueremo a incrementare le nostre attività culturali con servizi, progetti, editoria, viaggi, promozione culturale, organizzazioni eventi e/o media partnership”.    

Centro Astalli: “servono soluzioni durature e dignitose per chi vive in strada”

18 Gennaio 2023 -
Roma - Il Centro Astalli esprime “profondo cordoglio” per la morte di due uomini senza dimora a Roma. “Nonostante lo sforzo significativo della giunta capitolina di implementare e potenziare il sistema cittadino di accoglienza in favore di persona senza fissa dimora, ancora in troppi rischiano di morire di freddo e di stenti in città – afferma padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli -. È urgente stringere le maglie di una rete sociale per la presa in carico immediata di chi vive all’addiaccio. Le istituzioni pubbliche, in collaborazione con gli enti del Terzo settore, devono presidiare i territori in maniera capillare e mettere in campo soluzioni durature e dignitose per i più fragili. Nelle ultime settimane registriamo un aumento delle persone che si rivolgono ai servizi di bassa soglia del Centro Astalli in cerca di coperte, abiti pesanti per affrontare i rigori dell’inverno in strada. Anche consumare un pasto caldo, fare una doccia al riparo, sono servizi richiesti da tante persone che non hanno un’abitazione. Il 60% delle circa 250 persone che in questi giorni si rivolgono ai servizi di via degli Astalli vive in strada. Si tratta di migranti, perlopiù giovani uomini”.

Migrantes Triveneto: mons. Felicolo, “la pastorale delle migrazioni è un tratto primario dell’annuncio del Vangelo”

18 Gennaio 2023 - Mestre - “La pastorale delle migrazioni in ogni suo aspetto, è un tratto primario dell’annuncio del Vangelo, e la Chiesa, è chiamata a dare attenzione ad ogni forma di mobilità umana”. Questo è stato il pensiero di mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes che ha incontrato questa mattina la Commissione Migrantes del Triveneto, presieduta dall’arcivescovo, mons. Luigi Bressan. A don Bruno Baratto, direttore della Migrantes di Treviso il compito di presentare la situazione migratoria Triveneta. Don Baratto ha sottolineato che: “…la realtà  migratoria Triveneta è complessa e con realtà diversa legate alla differenza delle tre Regioni. Erano 704.000 nel 2021 gli stranieri presenti nelle Trevenezie, con una percentuale del 2,7% in meno rispetto al 2020 e con gruppi culturalmente diversi tra loro. La presenza delle donne ha sorpassato quella degli uomini e i permessi di soggiorno sono soprattutto per ricongiungimenti familiari”. Per quanto riguarda la emigrazione Triveneta, “…rimane ancora alto il numero di coloro che lasciano le nostre terre”, ha continuato don Baratto. Il quesito lanciato da don Baratto, “Quali interrogativi ci pone, nel contesto migratorio, una società che si sta impoverendo del futuro?”, ha poi aperto tra i presenti il confronto e la condivisione sulle diverse realtà diocesane. (MDT)

Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani: veglie, predicazioni, incontri a più voci

18 Gennaio 2023 -

Roma - Da Acireale a Padova, anche quest’anno sono tante le iniziative promosse dalle diocesi italiane in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. A Bologna il cardinale arcivescovo Matteo Zuppi presidente della Cei presiederà il Vespro il 25 gennaio alle 18 in San Paolo Maggiore. A Padova, invece appuntamento domani alle 20.45 nella Basilica di Santa Giustina per la Veglia di preghiera cui parteciperanno, il vescovo Claudio Cipolla e i rappresentanti del locale Consiglio delle Chiese cristiane. Animerà la serata il coro Shalom. Tante le iniziative organizzate dalla diocesi di Roma. In particolare a Santa Maria in Trastevere, venerdì 20 gennaio alle 20, guiderà la preghiera il patriarca greco-ortodosso di Alessandria, Teodoro II mentre martedì 24, alle 19, sempre nella basilica di Trastevere, alla preghiera serale della Comunità di Sant’Egidio predicherà il pastore valdese Paolo Ricca.

Ad Assisi il vescovo Domenico Sorrentino presiederà le celebrazioni di mercoledì 18 nel Santuario della Spogliazione e mercoledì 25 nella Cattedrale di San Rufino mentre sarà a Foligno il 20 gennaio nella pro-cattedrale di Sant’Agostino per una liturgia cui parteciperà padre Sebastian Lungu, della Chiesa ortodossa romena.

Appuntamento domani alle 18.30 invece nella parrocchia di Maria Madre della Chiesa in Rossano per l’incontro di preghiera cui parteciperanno l’arcivescovo di Rossano-Cariati, Maurizio Aloise, padre Ioan Manea della Chiesa ortodossa romena di Cosenza, il pastore Stefano Rugna della Chiesa pentecostale Bethel di Rossano e il pastore Adelmo Pereira della Chiesa pentecostale missione cristiana. Molto ricco il calendario degli appuntamenti a Milano dove stasera alle 18.30 l’arcivescovo Mario Delpini predicherà nel Tempio valdese di via Sforza mentre venerdì 20 gennaio alle 18 Paolo Naso (evangelico, docente alla Sapienza

di Roma) interverrà presso la Chiesa metodista di via Porro Lambertenghi sul tema: “Il cristianesimo di fronte a vecchi e nuovi razzismi”. Tra gli eventi promossi a Firenze dal Consiglio delle Chiese cristiane, martedì 24 gennaio alle 18 presso l’Antica Canonica di San Giovanni, la presentazione del libo di Riccardo Burigana “Alla scoperta dell’unità. Il dialogo ecumenico nel XXI secolo” con il pastore Pawel Gajewski e monsignor Timothy Verdon. A Torre Annunziata, in Campania, lunedì 23 gennaio alle 19 presso la Comunità evangelica luterana di via Carminiello, alla celebrazione ecumenica interverranno il vescovo di Nola, Francesco Marino e il pastore Alberto Rocchini.

Ci spostiamo in Abruzzo con la diocesi di Avezzano che promuove due appuntamenti (oggi alle 18 nella chiesa metodista di Villa San Sebastiano e il 25 gennaio 18 in San Rocco ad Avezzano) ai quali interverranno il vescovo dei Marsi, Giovanni Massaro, il parroco ortodosso romeno Daniel Mititelu, e la pastora valdese, Hiltrud Stahlberger-Vogel. Quanto ad Acireale, in Sicilia, lunedì 23 gennaio alle 19 si terrà la celebrazione ecumenica della Parola nella chiesa parrocchiale “San Paolo Apostolo”. Infine Vicenza, dove il cuore della Settimana sarà la veglia di preghiera di sabato 21 gennaio presieduta dal vescovo Giuliano Brugnotto alle 20.30 nella Basilica dei Santi Felice e Fortunato con la partecipazione di cattolici, evangelici e ortodossi.

Ancora 360 milioni di cristiani rischiano a causa della loro fede

18 Gennaio 2023 - Milano - Nostra Signora dell’Assunzione è un cumulo di macerie carbonizzate. La chiesetta di Chan Thar, costruita dai missionari cattolici nel 1894, è stata rasa al suolo dalle forze armate al potere da quasi due anni in Myanmar. Queste ultime “puniscono” la Chiesa per la sua difesa dei diritti umani e civili nel Paese. È solo l’ultimo, tragico esempio di una persecuzione che dilaga, a macchia di leopardo, nel pianeta nei confronti dei cristiani. Modalità, dinamiche e obiettivi variano da contesto a contesto. Per questo, spesso, il quadro complessivo sfugge agli osservatori. Il minimo comune denominatore è, però, l’accanimento nei confronti di chi cerca di seguire il Vangelo. A tracciare una mappa complessiva del fenomeno è l’ultimo rapporto di Porte aperte/Open doors, organizzazione che, da tre decenni, monitora la situazione dei battezzati nel mondo. L’anno appena trascorso è stato il peggiore per i fedeli. Il numero assoluto di quanti soffrono gravi forme di discriminazione e abusi non è cambiato: 360 milioni ovvero un cristiano su sette. A crescere, però, è il punteggio degli indicatori nei cinquanta Paesi a rischio. Al primo posto nella World watch list 2023, c’è, di nuovo, la Corea del Nord, a causa della “legge contro il pensiero reazionario” che ha portato a un aumento degli arresti e delle chiusure di chiese. Pyongyang, nel precedente studio, era stata sostituita dall’Afghanistan. Quest’ultima nazione è scesa al nono posto. Non si tratta, però, di una notizia positiva. Il calo è dovuto al fatto che gran parte dei cristiani presenti è fuggita. Tra loro Nasiry, protagonista di “Figlio di una serva”, libro di Cristian Nani, pubblicato da Porte Aperte. Il profugo è stato intervistato dall’autore in un luogo segreto per ovvie ragioni di sicurezza. La conversione dall’islam a un altro credo è punita con la morte fin dai tempi della Repubblica. Se, tuttavia, questa era tollerante verso i convertiti, i taleban perseguono con ferocia «l’apostasia». La piccola comunità cristiana d’Afghanistan, dunque, vive clandestina. Una Chiesa primitiva, con liturgie scarne e costretta a esprimere la fede nell’ombra. Le minacce e la violenza dei taleban non sono riuscite comunque a impedire alla minoranza di crescere. A preoccupare Open doors/Porte aperte è, però, soprattutto l’Africa subsahariana dove l’oppressione ha raggiunto un’intensità senza precedenti. Lo abbiamo visto nei giorni scorsi: domenica, nel giro di ventiquattro ore un sacerdote è stato arso vivo in Nord Kivu, nell’Est del Congo, e una bomba ha massacrato 14 persone in una chiesa pentecostale in Nigeria. Papa Francesco ha voluto esprimere il proprio dolore per le vittime innocenti e ha espresso «compassione e vicinanza a tutte le famiglie fortemente colpite da questo dramma», si legge nel telegramma inviato. Il Pontefice, che fra due settimane si recherà proprio in Congo e in Sud Sudan, ha implorato per il «dono della pace» per l’Africa dilaniata da conflitti dimenticati. I cristiani sono colpiti due volte dalla guerra mondiale a pezzetti in corso, per parafrasare Francesco. Come il resto della popolazione, subiscono le conseguenze dell’instabilità politica e del continuo innalzamento della diseguaglianza. La loro azione a protezione dei più fragili a motivo del Vangelo, a loro volta, li porta ad essere discriminati o uccisi dai potenti di turno. In termini assoluti, le uccisioni di cristiani sono in lieve calo: 5.621 vittime rispetto alle 5.898 del 2022. Diminuisce anche di oltre la metà la cifra delle chiese attaccate o chiuse: poco più di duemila, l’anno prima erano state oltre cinquemila. Cruciale, in questo senso, la riduzione in Cina: mille casi contro i precedenti 3mila. In drastico aumento, invece, i rapimenti dei fedeli, passati da 3.829 a 5.259. Di questi, quasi cinquemila si concentrano in tre nazioni: Nigeria, Mozambico e Congo. Sono decine di migliaia poi i cristiani aggrediti, quasi 30mila casi. Solo in India, dove il governo del radicale indù Narendra Modi ha compresso i diritti degli esponenti delle altre fedi, in 1.750 sono stati arrestati senza processo. Alla vessazione aperta si somma una pressione strisciante, fatta di abusi quotidiani sul lavoro, a scuola, nei servizi. Episodi difficili da quantificare ma che hanno un forte impatto sulle comunità. Sono sempre di più i fedeli che, non reggendo la pressione, decidono di fuggire, trasformandosi in sfollati interni o profughi. Fenomeno particolarmente evidente in Medio Oriente ma anche nel Sahel a causa della violenza jihadista, in Iran e Myanmar. Lo sfollamento è una strategia deliberata di persecuzione volta a cancellare la presenza cristiana in molti Paesi. Ancor più crudele la condizione delle cristiane. Migliaia sono obbligate a matrimoni forzati o subiscono violenze sessuali. Il rapporto riesce a registrare appena una manciata di casi di quelli realmente esistenti: oltre 2mila stupri e 717 nozze obbligate. Troppo spesso, però, per ragioni culturali e sociali, questo tipo di abusi non viene denunciato. Per questo, Open doors/ Porte aperte ha deciso di potenziare la ricerca sulla violenza di genere. (Lucia Capuzzi - Avvenire)  

Cattedra dell’Accoglienza: domani la presentazione dell’edizione 2023

18 Gennaio 2023 - Roma - “Il Signore bussa alla porta con il volto delle persone fragili, dei fratelli e delle sorelle che vivono una povertà, un abbandono, una schiavitù”. E’ quanto ricorda continuamente papa Francesco che ha fatto del tema dell’accoglienza una delle costanti del suo magistero, riproponendo con forza la fede incarnata nel servizio. Per questo un gruppo di realtà di ispirazione cristiana, che lavora nel sociale, ha deciso di promuovere la Cattedra dell’accoglienza un corso di formazione residenziale per chiunque, a diverso titolo, sia impegnato a servire, nel rispetto e del dialogo, l’altro, il diverso, il lontano, il bisognoso. Il corso, che si terrà alla Fraterna Domus di Sacrofano, dal 6 al 10 marzo 2023, si avvale del contributo di docenti e accademici di diversa estrazione culturale e religiosa, e ha lo scopo di formare ad una dimensione essenziale dell’essere umano: la condivisione. Domani, giovedì 19 gennaio, alle ore 12, la presentazione dell’iniziativa, presso la Sala Marconi di Palazzo Pio. A illustrare la Cattedra, saranno presenti  mons. Benoni Ambarus, Vescovo Ausiliare di Roma, il Rettore della Lateranense, Vincenzo Buonomo e Alessia Pesci della CNCA, il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza. “L’uomo di oggi ha bisogno di accoglienza, di chi lo ascolti, lo comprenda e lo supporti”, scriveva don Francesco Bisinella, fondatore della Fraterna Domus. Per questo è quanto mai necessario offrire una possibilità di crescita a quanti sono già impegnati o vorranno impegnarsi sul fronte largo dell’accoglienza. Perché l’impegno non sia episodico od emotivo, ma fondato e consapevole. Alla Cattedra aderiscono Associazione Volontari del Servizio Sociale Cristiano - Fraterna Domus, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori, Azione Cattolica Italiana, Comunità di Sant'Egidio, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII,  Auxilium Società Cooperativa Sociale, Congregazione della Missione - Missionari Vincenziani Italia, Centro Astalli ODV - Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, Fondazione Migrantes – Organismo Pastorale della CEI, Istituto Tevere, Opera di Religione Mons. Gioacchino Di Leo ODV, Associazione Cercasi un fine APS, Religions for Peace – Sezione italiana, USMI, Fondazione San Vito ONLUS)      

Scalabriniane: aperta ieri l’Assemblea generale in Brasile

17 Gennaio 2023 - Roma - La X Assemblea Generale della Congregazione delle Scalabriniane è iniziata! Le suore sono arrivate domenica 15 gennaio e ieri  hanno iniziato questo momento di incontro, gioia e condivisione della missione scalabriniana. Suor Neusa de Fatima Mariano, Superiora Generale della Congregazione, ha aperto i lavori sottolineando il significato della presenza di ciascuna suora: "Siamo un bel gruppo internazionale, rappresentiamo e teniamo presente l'universalità e la bellezza del nostro essere consacrate e missionarie come suore missionarie di san Carlo Borromeo, scalabriniane, al servizio dei migranti e dei rifugiati. Con questa Assemblea si apre una nuova pagina nella storia della Congregazione e, allo stesso tempo, si stabilisce un particolare tempo di grazia nella Congregazione, un tempo favorevole di rivitalizzazione e di ricerca di nuove prospettive. Soprattutto, è un tempo di manifestazione della presenza dello Spirito Santo tra noi". Secondo la superiora generale, "siamo invitate a vivere questa Assemblea in attenzione ai bisogni del mondo e in docilità ai suggerimenti dello Spirito, affinché diventi un autentico kairòs, un tempo di Dio ricco di grazia e di trasformazione per l'intera Congregazione". La celebrazione di apertura è stata presieduta da Mons. Alessandro Ruffinoni, vescovo emerito della diocesi di Caxias do Sul/RS.  

Viminale: da inizio anno sbarcate 3.862 persone migranti sulle coste italiane

17 Gennaio 2023 -
Roma - Sono 3.862 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno.  Di questi 725 sono di nazionalità ivoriana (19%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Pakistan (414, 11%), Guinea (364, 9%), Egitto (358, 9%), Afghanistan (334, 9%), Siria (249, 6%), Eritrea (213, 6%), Bangladesh (188, 5%), Tunisia (161, 4%), Camerun (131, 3%) a cui si aggiungono 725 persone (19%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.  Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.

Ebraismo e Cristianesimo a scuola

17 Gennaio 2023 -
Roma - Si terrà a Ferrara il 15 e il 16 marzo l’evento “Ebraismo e Cristianesimo a Scuola. 16 Schede per conoscerci meglio”, promosso congiuntamente dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI). L’annuncio dell’iniziativa arriva in una data simbolica, ovvero nel giorno in cui si celebra la 34ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, che ha proprio l’obiettivo di sensibilizzare i cattolici verso il rispetto, il dialogo e la conoscenza della tradizione ebraica.
Al centro del Convegno, che si svolgerà presso il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS, ci sarà infatti la presentazione di alcune schede sull’ebraismo destinate alla redazione dei libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica (IRC) nelle scuole, predisposte da un gruppo misto di redattori ebrei e cattolici. In tal modo, CEI e UCEI intendono confermare l’impegno a operare insieme per una corretta conoscenza e trasmissione della tradizione e della storia ebraica alle nuove generazioni. Luogo privilegiato perché ciò avvenga è l’insegnamento scolastico della religione cattolica, all’interno del quale le 16 schede costituiscono un capitale di cultura e di conoscenza che si rivela importante in un contesto storico come l’attuale dove rigurgiti di antisemitismo sembrano mostrare ancora una forte capacità di condizionare e deformare il linguaggio, le azioni, la cultura e la storia.
L’evento di Ferrara è articolato in due momenti. Nel pomeriggio del 15 marzo è previsto il momento istituzionale, con gli interventi delle autorità locali e dei rappresentanti della CEI e dell’UCEI. Seguiranno la consegna delle schede agli editori e la visita delle mostre permanenti del MEIS. La sessione del 16 marzo, invece, ospiterà alcuni laboratori didattici rivolti agli insegnanti dei diversi ordini di scuola su temi quali la storia dell’ebraismo italiano, “Gesù ebreo”, aspetti inerenti la terminologia e il linguaggio.
Con la presentazione delle schede giunge a compimento un progetto avviato tre anni fa e condotto, per la Segreteria Generale della CEI, dall’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, dall’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università e dal Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica. Un percorso che aveva già visto tappe significative nel giugno 2019 e nel dicembre 2021 con un seminario per insegnanti e un incontro presso il Monastero di Camaldoli.

Card. Zuppi: messaggio per le esequie di fratel Biagio Conte

17 Gennaio 2023 -
Roma - Pubblichiamo di seguito il messaggio che il Presidente della CEI, Card. Matteo Zuppi, ha inviato all’Arcivescovo di Palermo, Mons. Corrado Lorefice, in occasione delle esequie di fratel Biagio Conte, missionario laico e fondatore della “Missione di Speranza e Carità”, scomparso il 12 gennaio.
Eccellenza Reverendissima, caro Corrado,
a nome della Chiesa in Italia, esprimo profondo cordoglio a Lei, alla grande famiglia della “Missione di Speranza e Carità”, alla comunità ecclesiale e alla città di Palermo per la morte del nostro fratello Biagio Conte, uomo appassionato di Cristo il cui messaggio resta una profezia per il mondo di oggi.
In una società in cui si cerca una felicità individuale, fratel Biagio ci ricorda che la vera felicità ce la dona il tempo speso per il prossimo, specialmente per chi è povero, scartato. Il suo amore per gli ultimi, la scelta di cercare delle risposte per non abituarsi mai allo scandalo della povertà e alla sofferenza dei poveri, l’accoglienza intelligente e generosa sono un’eredità preziosa, da raccogliere e continuare, non solo a Palermo ma in tutto il Paese. Fratelli tutti!
Per Biagio chi era nel bisogno era un fratello, a prescindere dalla lingua, dalla provenienza e dallo stato sociale, nessuno escluso. Seguendo le sue orme riusciremo a rompere le catene dell’egoismo tra guerre e violenze e voleremo sulle ali della dignità e della solidarietà, come fratel Biagio ha fatto e ci ha insegnato a fare. La commozione di tanti per la sua scomparsa ci attesta quanto ha saputo toccare il cuore con il suo esempio.
Grazie, terra e Chiesa di Sicilia, per questo dono prezioso!
Card. Matteo Zuppi
Presidente della Ce