1 Ottobre 2019 - Città del Vaticano - “Oggi è necessario un nuovo impulso nell’attività missionaria della Chiesa per affrontare la sfida di annunciare Gesù morto e risorto”. È questo l’invito che papa Francesco lancia nel video messaggio di ottobre, realizzato dalla Rete mondiale di preghiera del Papa per diffondere ogni mese le sue intenzioni.
Lo sfondo su cui matura l’intenzione del Papa sono i 100 anni dalla lettera apostolica “Maximum Illud” di Papa Benedetto XV. Per questo motivo, e per la vitalità missionaria espressa in questi anni del suo magistero, chiaramente evidenziata nell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”, il papa ha indetto il Mese missionario straordinario Ottobre 2019 con il tema “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”.
“Arrivare alle periferie, agli ambienti umani, agli ambienti culturali e religiosi ancora estranei al Vangelo: in questo consiste quella che definiamo missio ad gentes – prosegue il Papa nel video messaggio -. E ricordare che il cuore della missione della Chiesa è la preghiera. In questo Mese missionario straordinario preghiamo perché lo Spirito Santo susciti una nuova primavera missionaria per tutti i battezzati e inviati dalla Chiesa di Cristo”.
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GMMR: durante la celebrazione con Papa Francesco l’incenso della comunità etiopica
29 Settembre 2019 - Città del Vaticano - Durante la liturgia di questa mattina per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato in Piazza San Pietro, viene bruciato l’incenso. Un incenso originario dell'Etiopia meridionale, dal campo profughi di Bokolmanyo, dove convivono 40.000 rifugiati e le comunità ospitanti che stanno recuperando una tradizione antica di 600 anni di raccolta di un incenso di alta qualità. Attraverso questo mestiere, i rifugiati si guadagnano da vivere, diventando autosufficienti e meno dipendenti dall’assistenza.
Questo incenso ci ricorda che anche i rifugiati possono prosperare, non solo sopravvivere.
L’incenso è stato donato al Papa dal Principe Jaime de Bourbon de Parme, già Ambasciatore dei Paesi Bassi presso la Santa Sede, attualmente collabora con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati).
Papa Francesco: la tiepidezza spirituale trasforma la nostra vita in un cimitero
26 Settembre 2019 - Città del Vaticano - Papa Francesco, nella sua omelia alla messa di oggi a Casa Santa Marta, prende in considerazione la prima Lettura proposta dalla liturgia del giorno e cioè un brano tratto dal Libro di Aggèo. E’un testo duro, riferisce Vaticano News, in cui attraverso il profeta, il Signore sollecita il popolo a riflettere sul suo comportamento e a cambiarlo dandosi da fare per ricostruire la Casa di Dio. Aggèo, dice il Papa, cercava di smuovere il cuore del popolo pigro e rassegnato a vivere da sconfitto. Il Tempio era stato distrutto dai nemici, era tutto una rovina, ma quella gente aveva fatto passare gli anni così, fino a quando il Signore invia un suo eletto per “ricostruire il Tempio”. Ma il loro cuore era amareggiato e non avevano voglia di mettersi al lavoro. Dicevano: “Ma no, no, non ci mettiamo avanti, forse è un’illusione, meglio non rischiare, ma rimaniamo un po’ così …”. Quella gente, prosegue, “non aveva voglia di rialzarsi, di ricominciare; non si lasciava aiutare dal Signore che voleva rialzarlo”, con la scusa che il tempo giusto non era ancora arrivato.
E questo è il dramma di questa gente, anche di noi, quando ci prende lo spirito di tepore, quando viene quella tiepidezza della vita, quando diciamo: “Sì, sì, Signore, va bene … ma adagio, adagio, Signore, lasciamo così … Ma, domani lo farò!”, per dire lo stesso domani e domani rimanda al dopodomani e dopodomani rimanda dopo … e così, una vita di rimandare decisioni di conversione del cuore, di cambiare vita …
E’ un tepore, dice Papa Francesco, che tante volte si nasconde dietro le incertezze e intanto rimanda. E così tanta gente spreca la sua vita e finisce “come uno straccio perché non ha fatto nulla, soltanto conservare la pace e la calma dentro di sé”. Ma quella “è la pace dei cimiteri”.
Quando noi entriamo in questo tepore, in questo atteggiamento di tiepidezza spirituale, trasformiamo la nostra vita in un cimitero: non c’è vita. C’è soltanto chiusura perché non entrino dei problemi come questa gente che “sì, sì, siamo nelle rovine ma non rischiamo: meglio così. Già siamo abituati a vivere così”.
Papa Francesco avverte che tutto questo succede anche a noi “con le piccole cose che non vanno bene, che il Signore vuole che noi cambiamo”. Lui ci chiede la conversione e noi gli rispondiamo: domani. Da qui l'invito alla preghiera: “Chiediamo al Signore la grazia di non cadere in questo spirito di ‘cristiani a metà’ o, come dicono le vecchiette, “cristiani all’acqua di rose”, così, senza sostanza. Cristiani buoni, ma che lavorano tanto – avete seminato molto, ma avete raccolto poco. Vite che promettevano tanto, e alla fine non hanno fatto niente”.
Che il Signore ci aiuti, conclude il Papa, a “risvegliarci dallo spirito del tepore”, a lottare contro “questa anestesia soave della vita spirituale”.
Papa Francesco: il vescovo sia vicino al popolo di Dio per non lasciarsi condizionare dalle ideologie
20 Settembre 2019 - Città del Vaticano - I vescovi siano vicini a Dio con la preghiera, ai loro sacerdoti, vicini fra loro e, infine, al popolo di Dio. E’ la strada che il Papa indica, questa mattina, nell’omelia della Messa a Casa Santa Marta. La sua riflessione, riferisce Vaticano News, parte dalle Letture della Liturgia di ieri e di oggi, concentrandosi sui consigli che l’Apostolo Paolo dà al giovane vescovo Timoteo: consigli che proseguono, poi, anche nella Seconda Lettera.
Ieri al centro di questi consigli vi era l’esortazione a non trascurare il “ministero come un dono”. Oggi il cuore della riflessione è il denaro, ma anche il pettegolezzo, “le chiacchere, le discussioni stupide”: tutte cose che indeboliscono la vita ministeriale, sottolinea Francesco. “Quando un ministro – sia sacerdote, diacono, vescovo – incomincia ad attaccarsi ai soldi”, si lega alla radice di tutti i mali, ribadisce il Papa richiamandosi alla Prima Lettura di oggi nella quale Paolo ricorda, appunto, che l’avidità del denaro è la radice di tutti i mali (1Tm 6,2c-12). “Il diavolo entra dalle tasche”, dicevano “le vecchiette del mio tempo”, rimarca il Papa, come altre volte.
Nell’omelia Francesco si concentra sui consigli che l’apostolo Paolo dà a Timoteo e a tutti i ministri nelle due Lettere. A essere vicini sono, infatti, chiamati non solo i vescovi ma anche sacerdoti e diaconi. Sono quattro le “vicinanze” che il Papa indica. Prima di tutto il vescovo “è un uomo di vicinanza a Dio”. Il Papa ricorda che quando gli apostoli per servire meglio vedove e orfani hanno “inventato” i diaconi, per spiegarlo Pietro afferma che “a noi”, cioè agli apostoli, spetta “la preghiera e l’annuncio della Parola”. “Il primo compito di un vescovo” è, dunque, pregare: “dà la forza”, spiega, e risveglia anche “la coscienza di questo dono, che non dobbiamo trascurare, che è il ministero”.
La seconda vicinanza alla quale è, poi, chiamato il vescovo è quella ai suoi sacerdoti e diaconi, i suoi collaboratori, che sono i vicini più prossimi. “Tu devi amare prima il più prossimo, che sono i tuoi sacerdoti e i tuoi diaconi”, evidenzia:
E’ triste quando un vescovo si dimentica dei suoi sacerdoti. E’ triste sentire lamentele di sacerdoti che ti dicono: “Ho chiamato il vescovo, ho bisogno di un appuntamento per dire qualcosa, e la segretaria m’ha detto che tutto è pieno fino a tre mesi…”. Un vescovo che sente questa vicinanza ai sacerdoti, se vede che un sacerdote lo ha chiamato oggi, al massimo domani dovrebbe richiamalo, perché lui ha il diritto di conoscere, di sapere che ha un padre. Vicinanza ai sacerdoti. E i sacerdoti, vivano la vicinanza tra loro, non le divisioni. Il diavolo entra lì per dividere il presbiterio, per dividere
Così infatti, avverte il Papa, iniziano i gruppetti che “dividono per ideologie”, “per simpatie”. La terza vicinanza dunque è quella dei sacerdoti fra loro, mentre la quarta è quella al popolo di Dio:
Nella seconda Lettera, Paolo incomincia, dicendo a Timoteo di non dimenticarsi la sua mamma e la sua nonna, cioè di non dimenticarsi da dove sei uscito, da dove il Signore ti ha tolto. Non dimenticarti del tuo popolo, non dimenticarti delle tue radici! E adesso, come vescovo e come sacerdote, occorre essere sempre vicino al popolo di Dio. Quando un vescovo si stacca dal popolo di Dio finisce in un’atmosfera di ideologie che non hanno niente a che fare con il ministero: non è un ministro, non è un servitore. Ha dimenticato il dono – gratuito – che gli è stato dato.
In conclusione, il Papa riassume e torna a chiedere di non dimenticare queste “quattro vicinanze”, inclusa quella del collegio episcopale e presbiterale: la vicinanza a Dio, la preghiera; la vicinanza ai sacerdoti da parte del vescovo e dei sacerdoti con il vescovo; la vicinanza dei sacerdoti tra loro e dei vescovi tra loro e la vicinanza al popolo di Dio. Il quale, esorta con decisione, è invitato a pregare perché vescovi e sacerdoti abbiano queste vicinanze, “per i vostri dirigenti”: “quelli che vi conducono sulla via della salvezza”.
Voi pregate per i vostri sacerdoti, per il parroco, per il vice parroco, o soltanto lo criticate? Bisogna pregare per i sacerdoti e per i vescovi, perché tutti noi – il Papa è un vescovo - sappiamo custodire il dono – non trascurare questo dono che ci è stato dato – con questa vicinanza.
Papa Francesco: a novembre viaggio apostolico in Thailandia e Giappone
13 Settembre 2019 - Città del Vaticano - Papa Francesco, dal 19 al 26 novembre 2019, visiterà Thailandia e Giappone. Lo ha comunicato oggi ai giornalisti il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni.
“Su invito del Governo del Regno della Thailandia e dei Vescovi del Paese, Sua Santità Papa
Francesco compirà un Viaggio Apostolico nel Regno della Thailandia dal 20 al 23 novembre 2019”, ha detto Bruni aggiungendo che il papa “accogliendo l’invito del Governo e dell’Episcopato del Giappone, compirà un Viaggio Apostolico nel Paese dal 23 al 26 novembre 2019, dove visiterà le città di Tokyo, Nagasaki ed Hiroshima”. Tema della vista in Giappone è “Proteggere ogni vita” e riprende - comunica la Sala Stampa della Santa Sede - l’enciclica Laudato si’. Il tema della visita del Papa in Giappone esprime la determinazione del Pontefice e della chiesa giapponese a proclamare il Vangelo della vita portato da Cristo, pregando e lavorando per la pace. “Discepoli di Cristo, discepoli missionari” è il motto del viaggio in Thailandia che si inserisce come culmine delle celebrazioni per la fondazione del vicariato apostolico del Siam. Prima di Papa Francesco aveva visitato i due Paesi Giovanni Paolo II: in Giappone nel 1981 e in Thailandia nel 1984. (Raffaele Iaria)
Papa Francesco: accogliere la sfida dell’accoglienza
10 Settembre 2019 - Roma - Questa mattina, dopo aver celebrato la Santa Messa in privato, Papa Francesco si è congedato dalla Nunziatura Apostolica di Antananarivo. Quindi si è trasferito in auto all’Aeroporto di Antananarivo per la Cerimonia di congedo dal Madagascar al termine di un viaggio durante il quale oltre al Madagascar il Papa ha visitato Mozambico e Isole Mauritius.
Il pontefice arriverà a Roma-Ciampino questa sera alle 19.00.
“Accettare la sfida dell’accoglienza e della protezione dei migranti che oggi vengono qui per trovare lavoro e, per molti di loro, migliori condizioni di vita per le loro famiglie” è stato l’invito che ha rivolto ieri ai mauriziani durante l’incontro con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico, ultimo appuntamento pubblico nelle isole Mauritius e di tutto il viaggio in Africa. “Il Dna del vostro popolo – ha ricordato il pontefice – conserva la memoria di quei movimenti migratori che hanno portato i vostri antenati su questa isola e che li hanno anche condotti ad aprirsi alle differenze per integrarle e promuoverle in vista del bene di tutti”: “Abbiate a cuore di accoglierli come i vostri antenati hanno saputo accogliersi a vicenda, quali protagonisti e difensori di una vera cultura dell’incontro che consente ai migranti – e a tutti – di essere riconosciuti nella loro dignità e nei loro diritti”, ha detto papa Francesco. (R.I.)
Don Ferretti: “abbiamo vissuto la tenerezza del Papa” ieri in Mozambico
6 Settembre 2019 - Maputo - “Abbiamo vissuto la tenerezza del Papa, la felicità di essere stati visitati dal ‘pastore’. Quando è andato via la gente non finiva di ballare”: così don Giorgio Ferretti, parroco della cattedrale dell’Immacolata Concezione a Maputo, in Mozambico, descrive al Sir l’emozione di aver accolto nella sua parrocchia Papa Francesco, ieri pomeriggio, durante l’incontro con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i catechisti e gli animatori.
“C’erano tanti giovani, bambini, famiglie – racconta -. Il Papa si è voltato e ha salutato tutti. C’è stata una grande energia perché la gente ha capito che si stava rivolgendo a loro”. Un altro momento “molto commovente”, prosegue, “è stato l’incontro con l’anziano cardinale e alcuni anziani religiosi che hanno lavorato più di 50 anni in questo Paese. Abbiamo vissuto la tenerezza che lui predica”. Don Giorgio Ferretti, è fidei donum della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino dal 2017. Guida una parrocchia che comprende la gran parte della capitale del Mozambico. I circa 150 catechisti della parrocchia si occupano di 2000 bambini e adolescenti, tra cui molti ragazzi di strada. A Maputo lo chiamano “padre George”.
“Il Papa ci esorta, come cristiani, a combattere un mondo materialista e una religione della prosperità con l’arma della compassione – commenta don Ferretti -. Ci parla di compassione e la vive insieme a noi. L’altro messaggio è evangelizzare e non fare proseliti. In un mondo plurireligioso dobbiamo testimoniare la bellezza di essere seguaci di Cristo. Essere testimoni veri e onesti e incontrare nelle altre religioni i semi di bene e di pace, perché Dio è Dio di tutta l’umanità”. Altro messaggio significativo è stato l’invito del Papa a “non correre dietro ai benefici personali” e alla “mondanità spirituale”.
“In Mozambico siamo poveri – risponde il missionario -, lo stipendio medio di un parroco si aggira intorno agli 80/100 dollari. Tutti noi saremmo anche tentati di cercare di più. Ma il Papa ha ragione: prima il Signore, perché tanto non ci mancherà niente. Il denaro diventa un dio e non si possono servire due padroni. Questo purtroppo è vero ovunque. Il Papa l’ha detto in diverse occasioni e a diversi livelli della Chiesa. Il denaro è il diavolo, rovina la spiritualità della gente e la piega al materialismo. Noi dobbiamo cercare di restare più liberi possibili”.
Papa Francesco: prosegue il viaggio in Africa
6 Settembre 2019 - Roma – Prosegue il viaggio di Papa Francesco in Africa Occidentale. Dopo la visita in Mozambico, ieri, oggi il pontefice volerà verso Antananarivo, in Madagascar. Domani il pontefice visiterà nella capitale il Presidente Andry Rajoelina al Palazzo Presidenziale. In mattinata incontrerà le autorità, la società civile e il corpo diplomatico nel Ceremony Building e nel pomeriggio avrà modo di incontrare i vescovi del Madagascar nella Cattedrale di Andohalo. Continuerà visitando la tomba della Beata Victoire Rasoamanarivo e alle 18.00 incontrerà i giovani nel Campo Diocesano di Soamandrakizay. Domenica celebrazione nel Campo Diocesano di Soamandrakizay seguito dalla preghiera mariana dell’Angelus. Nel pomeriggio visita alla Città dell’Amicizia – Akamasoa, dove terrà anche una preghiera per i Lavoratori nel Cantiere di Mahatzana, l’incontro con i sacerdoti, religiosi e religiose nel Collège Saint Michel.
Papa Francesco in Africa: ieri l’arrivo in Mozambico
5 Settembre 2019 - Roma - Alle 18.10 di ieri sera Papa Francesco è atterrato a Maputo, capitale del Mozambico, prima tappa di un viaggio - il 31.mo del Pontificato - che in 6 giorni lo porterà anche in Madagascar e Isole Mauritius. Molto festosa l'accoglienza, con danze e canti tipici, ma senza discorsi ufficiali. Ai piedi dell'airbus Alitalia, il Pontefice ha trovato ad attenderlo il capo dello Stato, Felipe Nyusi, e i vescovi locali, con i quali si è intrattenuto per diversi minuti in una atmosfera cordiale e gioiosa, prima di prendere l'auto con cui raggiungerà la nunziatura di Maputo, sua residenza in questi giorni. In particolare il Pontefice si è fermato quasi un quarto d'ora a osservare con molto interesse le danze tribali eseguite in suo onore da un gruppo locale in vesti tradizionali.
Papa Francesco: “riconciliazione fraterna, unica speranza per una pace solida e duratura”
4 Settembre 2019 -
Città del Vaticano - Mentre è in volo per il Mozambico, prima destinazione del suo 31° viaggio apostolico che fino al 10 settembre si articolerà in tre tappe – Mozambico, Madagascar, Maurizio – Papa Francesco questa mattina con un tweet ha invitato ad unirsi alla sua preghiera “perché Dio, Padre di tutti, consolidi in tutta l’Africa, la riconciliazione fraterna, unica speranza per una pace solida e duratura”.
Papa Francesco: incontro con migranti prima del viaggio in Africa
4 Settembre 2019 - Città del Vaticano - Ha avuto inizio questa mattina il 31° Viaggio Apostolico Internazionale di Papa Francesco che visiterà tre paesi dell’Africa Occidentale: Mozambico, Madagascar e Maurizio.
Alle ore 7.00, prima di lasciare Casa Santa Marta per recarsi all’aeroporto, il Santo Padre ha incontrato circa 12 persone accolte dal Centro Astalli e dalla Comunità di Sant’Egidio e provenienti da Mozambico, Madagascar e Maurizio. Il gruppo era accompagnato dall’Elemosiniere Apostolico, Card. Konrad Krajewski.
Alle ore 7.20, lasciato il Vaticano, il Papa si è trasferito in auto all’Aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino da dove, dopo poco le ore 8.00, a bordo di un A330 dell’Alitalia, è partito alla volta del Mozambico. L’arrivo all’Aeroporto di Maputo è previsto per le ore 18.30. (R.I.)
Papa Francesco: in preghiera a S. Maria Maggiore prima del viaggio in Africa
3 Settembre 2019 - Roma – Questa mattina Papa Francesco, come di consueto, si è recato a Santa Maria Maggiore per pregare alla viglia del suo 31mo viaggio apostolico che lo porterà in Mozambico, Madagascar e Mauritius. Come ormai consuetudine, prima di un viaggio, il Papa si raccoglie in preghiera davanti all’icona di Maria Salus Popoli Romani. (R.I.)
Papa Francesco: il 5 ottobre il nuovo Concistoro. Tra i nuovi cardinali Zuppi e p. Czerny
2 Settembre 2019 - Città del Vaticano - Sesto Concistoro del suo Papato con dieci nuovi cardinali dalle periferie del mondo più tre cardinali non elettori.
Ieri mattina, a sorpresa, Papa Francesco, al termine della preghiera mariana dell’Angelus (iniziata in ritardo perché bloccato da un guasto dell’ascensore, ndr) ha annunciato per il 5 ottobre un nuovo
Concistoro con nomine che vanno dal Congo al Guatemala, dal Marocco all’Indonesia. Per l’Italia l’arcivescovo di Bologna, Mons. Matteo Zuppi. “La loro provenienza esprime la vocazione missionaria della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della Terra”, ha detto Papa Francesco.
Tra le nomine anche p. Michael Czerny, gesuita, Sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
Con loro Mons. Miguel Angel Ayuso Guixot, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso; Mons. Jose Tolentino Medonca, archivista e bibliotecario; Mons. Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo, arcivescovo di Jakarta; Mons. Juan de la Caridad Garcia Rodriguez, arcivescovo de San Cristobal de la Habana; Mons. Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa; Mons. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo; Mons. Alvaro Ramazzini Imeri, vescovo di Huehuetenamgo; Mons Cristobal Lopez Romero, arcivescovo di Rabat.Tre gli ultraottantenni: Mons. Michael Louis Fitzgerald, arcivescovo emerito di Nepte; Mons. Sigitas Tamkevicius, arcivescovo emerito di Kaunas e Mons. Eugenio Dal Corso, vescovo emerito di Benguela. (R. Iaria)
Papa Francesco: “promuovere insieme la giustizia e la pace”
27 Agosto 2019 - Città del Vaticano - Promuovere insieme «giustizia e pace». È uno dei passaggi del messaggio di saluto che Papa Francesco ha voluto inviare al Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi iniziato domenica. A leggere il messaggio è stato il moderatore della Tavola valdese, il pastore Eugenio Bernardini.
«Prego per tutti voi, affinché in questi giorni di incontro, di preghiera e di riflessione possiate fare esperienza viva dello Spirito Santo, che anima e dà forza alla testimonianza cristiana» scrive il Papa, sottolineando che «siamo chiamati a proseguire il nostro impegno nel cammino di reciproca conoscenza, comprensione e collaborazione, per testimoniare Gesù e il suo Vangelo di carità. Come discepoli di Cristo possiamo offrire risposte comuni alle sofferenze che affliggono tante persone, specialmente i più poveri e i più deboli, promuovendo così la giustizia e la pace».
Papa Francesco: persone e non numeri
20 Agosto 2019 - Rimini - “Tanti nostri contemporanei cadono sotto i colpi delle prove della vita, e si trovano soli e abbandonati. E spesso sono trattati come numeri di una statistica”. È la constatazione di Papa Francesco al centro del messaggio inviato ai partecipanti alla quarantesima edizione del Meeting di Rimini, apertosi domenica 18 agosto. Nel testo, a firma del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, il Pontefice fa esplicito riferimento “alle migliaia di individui che ogni giorno fuggono da guerre e povertà̀: prima che numeri — avverte il Papa — sono volti, persone, nomi e storie. Mai dobbiamo dimenticarlo, specialmente quando la cultura dello scarto emargina, discrimina e sfrutta, minacciando la dignità̀ della persona”. Per il Papa ci sono tanti “dimenticati” che “hanno urgente bisogno di vedere il volto del Signore per poter ritrovare sé stessi!”.
“L’uomo di oggi – si legge ancora nel messaggio - vive spesso nell’insicurezza, camminando come a tentoni, estraneo a sé stesso; sembra non avere più consistenza, tanto è vero che facilmente si lascia afferrare dalla paura”.
La speranza viene, continua il messaggio, dal “fissare lo sguardo sul volto di Gesù e acquistare familiarità con lui”, perché “guardare Gesù purifica la vista e ci prepara a guardare tutto con occhi nuovi”. È questa apertura allo sguardo di Cristo che “rende il cristiano una presenza nel mondo diversa da tutte le altre, perché porta l’annuncio di cui – senza saperlo – più hanno sete gli uomini e le donne del nostro tempo: è tra noi Colui che è la speranza della vita”.
Per questo, “saremo ‘originali’ se il nostro volto sarà lo specchio del volto di Cristo risorto”. Papa Francesco, concludendo, auspica che il Meeting “sia sempre un luogo ospitale, in cui le persone possano ‘fissare dei volti’, facendo esperienza della propria inconfondibile identità”.
Papa Francesco: appello alla comunità internazionale per evitare tragedie in mare
29 Luglio 2019 - Città del Vaticano - Papa Francesco torna a parlare di migranti e a chiedere l’impegno della comunità internazionale. Lo scorso 8 luglio, durante una celebrazione nella Basilica di San Pietro, nel sesto anniversario del suo viaggio a Lampedusa aveva detto che i migranti “sono persone, non si tratta solo di questioni sociali o migratorie”. E ieri, nel dopo Angelus, ha ricordato le recenti vittime di un naufragio avvenuto nelle acque del Mediterraneo. “Ho appreso con dolore – ha detto il Pontefice - la notizia del drammatico naufragio, avvenuto nei giorni scorsi nelle acque del Mediterraneo, in cui hanno perso la vita decine di migranti, tra cui donne e bambini. Rinnovo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con prontezza e decisione, per evitare il ripetersi di simili tragedie e garantire la sicurezza e la dignità di tutti”. Da qui l’invito a “pregare insieme a me per le vittime e per le loro famiglie. E anche domandare col cuore: ‘Padre, perché?’”. E poi un minuto di silenzio.
Durante l’Angelus Papa Francesco, commentando il vangelo della domenica, ha parlato del Padre Nostro, “sintesi di ogni preghiera”. (R.Iaria)
Cattolici Ucraini Bizantini: Papa Francesco erige Erezione Esarcato e nomina il card. De Donatis Amministratore Apostolico
11 Luglio 2019 - Città del Vaticano – Papa Francesco ha eretto oggi l’Esarcato Apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia ed ha nominato Amministratore Apostolico sede vacante il card. Angelo De Donatis, Vicario Generale del Papa per la Diocesi di Roma. Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede.
La presenza di fedeli greco-cattolici ucraini in Italia risale a più di vent’anni fa, e la loro cura pastorale fu progressivamente organizzata all’interno della Fondazione Migrantes della Conferenza
Episcopale Italiana, con la nomina di un sacerdote coordinatore nazionale e la responsabilità delle
singole comunità affidate al locale vescovo latino. Il collegamento con la Chiesa Arcivescovile Greco-cattolica Ucraina è stato garantito – spiega la nota – anche attraverso la persona di un Vescovo Visitatore Apostolico, attualmente nella persona di Mons. Dionisio Lachovicz. Ad oggi il numero di fedeli ha raggiunto le 70.000 unità, suddivise in 145 comunità assistite da 62 sacerdoti. La chiesa cattedrale e la sede dell’Esarcato saranno presso la parrocchia dei Santi Sergio e Bacco in Roma.
Papa Francesco: gli ultimi “gridano al Signore” chiedendo si essere liberati dai mali che li affliggono
8 Luglio 2019 - Città del Vaticano - Il pensiero di Papa Francesco va nuovamente oggi agli “ultimi” che “ogni giorno gridano sl Signore chiedendo di di essere liberati dai mali che li affliggono”. L’occasione è il sesto anniversario della visita del Pontefice sull’isola di Lampedusa che il papa ha voluto ricordare con una celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro insieme a 250 migranti accompagnati da volontari e da rappresentanti della Chiesa italiana che si occupano del tema della mobilità. Per Papa Francesco “sono gli ultimi ingannati e abbandonati a morire nel deserto; sono gli ultimi torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione; sono gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di un’accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea”. Essi – ha detto - sono “solo alcuni degli ultimi che Gesù ci chiede di amare e rialzare. Purtroppo le periferie esistenziali delle nostre città sono densamente popolate di persone scartate, emarginate, oppresse, discriminate, abusate, sfruttate, abbandonate, povere e sofferenti. Nello spirito delle Beatitudini siamo chiamati a consolare le loro afflizioni e offrire loro misericordia; a saziare la loro fame e sete di giustizia; a far sentire loro la paternità premurosa di Dio; a indicare loro il cammino per il Regno dei Cieli. Sono persone, non si tratta solo di questioni sociali o migratorie! “Non si tratta solo di migranti!”, nel duplice senso che i migranti sono prima di tutto persone umane, e che oggi sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata”.
Il pontefice riprende l’immagine della scala di Giacobbe. “In Gesù Cristo il collegamento tra la terra e il Cielo – ha detto - è assicurato e accessibile a tutti. Ma salire i gradini di questa scala richiede impegno, fatica e grazia. I più deboli e vulnerabili devono essere aiutati”.
“Mi piace allora – ha proseguito il Papa - pensare che potremmo essere noi quegli angeli che salgono e scendono, prendendo sottobraccio i piccoli, gli zoppi, gli ammalati, gli esclusi: gli ultimi, che altrimenti resterebbero indietro e vedrebbero solo le miserie della terra, senza scorgere già da ora qualche bagliore di Cielo”. Si tratta, quindi, “di una grande responsabilità, dalla quale nessuno si può esimere se vogliamo portare a compimento la missione di salvezza e liberazione alla quale il Signore stesso ci ha chiamato a collaborare. So che molti di voi, che sono arrivati solo qualche mese fa, stanno già aiutando i fratelli e le sorelle che sono giunti in tempi più recenti. Voglio ringraziarvi per questo bellissimo segno di umanità, gratitudine e solidarietà”, ha concluso. (R.I.)
Papa Francesco ai pellegrini messicani: essere accoglienti con i migranti
26 Giugno 2019 - Città del Vaticano – Questa mattina Papa Francesco ha invitato, salutando i pellegrini messicani presenti all’Udienza generale, ad essere "tanto accoglienti con i migranti". Il Papa, a braccio e in spagnolo si rivolgeva ai fedeli provenienti dall'arcidiocesi di Tlalnepantla, guidati da Mons. Josè Antonio Fernandez Hurtado, alla delegazione dello Stato di Tlaxcala, di Saltillo, Città del Messico e alla parrocchia San Antonio de Padue di Guadalajara. Il saluto del Pontefice arriva proprio quando dal Messico, si documenta l'ennesima dolorosa tragedia dei migranti: un padre (cittadino salvadoregno) e sua figlia di 23 mesi morti annegati nel Rio Grande mentre cercavano di attraversare il confine con gli Stati Uniti, evitando il muro che si sta costruendo su volere del presidente Trump. La foto dei due corpi, riversi a faccia in giù nell'acqua, sta indignando l'America.
Papa: “immensa tristezza” per l’immagine del papà e della sua bambina morti annegati nel Rio Grande
26 Giugno 2019 - Città del Vaticano - “Il Santo Padre ha visto, con immensa tristezza, l’immagine del papà e della sua bambina morti annegati nel Rio Grande mentre cercavano di passare il confine tra Messico e Stati Uniti. Il Papa è profondamente addolorato per la loro morte, prega per loro e per tutti i migranti che hanno perso la vita cercando di sfuggire alla guerra e alla miseria”. E’ quanto afferma il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti rispondendo alle domande dei giornalisti sulla foto di un papà e una bambina riversi nell'acqua di un canneto sporca di fango, trasportati a riva dalla corrente sulla sponda sud del fiume Rio Grande dove cercavano di passare il confine tra il Messico e gli Usa. La bambina, di 23 mesi, è avvinghiata a lui. Si era infilata dentro la t-shirt del padre e si vede il suo braccio attorno al suo collo. La foto esta stata scattata dalla giornalista Julia Le Duc e pubblicata dal quotidiano messicano La Jornada. Dall'inizio del 2019 quasi 500mila persone migranti sono stati fermate in Messico nel tentativo di attraversare il confine statunitense mentre lo scorso i migranti morti al confine furono 283. Sempre lunedì sono stati trovati anche i corpi di altri tre bambini e di una donna. (R.I.)