Papa Francesco: persone e non numeri

20 Agosto 2019 – Rimini – “Tanti nostri contemporanei cadono sotto i colpi delle prove della vita, e si trovano soli e abbandonati. E spesso sono trattati come numeri di una statistica”. È la constatazione di Papa Francesco al centro del messaggio inviato ai partecipanti alla quarantesima edizione del Meeting di Rimini, apertosi domenica 18 agosto. Nel testo, a firma del Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, il Pontefice fa esplicito riferimento “alle migliaia di individui che ogni giorno fuggono da guerre e povertà̀: prima che numeri — avverte il Papa — sono volti, persone, nomi e storie. Mai dobbiamo dimenticarlo, specialmente quando la cultura dello scarto emargina, discrimina e sfrutta, minacciando la dignità̀ della persona”. Per il Papa ci sono tanti “dimenticati” che “hanno urgente bisogno di vedere il volto del Signore per poter ritrovare sé stessi!”.

“L’uomo di oggi – si legge ancora nel messaggio – vive spesso nell’insicurezza, camminando come a tentoni, estraneo a sé stesso; sembra non avere più consistenza, tanto è vero che facilmente si lascia afferrare dalla paura”.

La speranza viene, continua il messaggio, dal “fissare lo sguardo sul volto di Gesù e acquistare familiarità con lui”, perché “guardare Gesù purifica la vista e ci prepara a guardare tutto con occhi nuovi”. È questa apertura allo sguardo di Cristo che “rende il cristiano una presenza nel mondo diversa da tutte le altre, perché porta l’annuncio di cui – senza saperlo – più hanno sete gli uomini e le donne del nostro tempo: è tra noi Colui che è la speranza della vita”.

Per questo, “saremo ‘originali’ se il nostro volto sarà lo specchio del volto di Cristo risorto”. Papa Francesco, concludendo, auspica che il Meeting “sia sempre un luogo ospitale, in cui le persone possano ‘fissare dei volti’, facendo esperienza della propria inconfondibile identità”.

 

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