Tag: Mobilità umana e migrazioni

Bergamo: un master sul “Diritto delle Migrazioni”

21 Ottobre 2019 -   Bergamo - Prenderà avvio il 28 febbraio 2020, all’Università degli studi di Bergamo, la X edizione del Master “Diritto delle Migrazioni, le politiche migratorie, i profili normativi”. Realizzato in collaborazione con l'OIM (Organizzazione Internazionale Migrazioni), l’ICMC (International Catholic Migration Commission) e il CIR (Consiglio Italiano Rifugiati), il Master è stato definito “un’eccellenza e una ricchezza a livello europeo” dalla Presidente della commissione per la cultura e l’istruzione a Bruxelles e risponde alle esigenze di essere preparati, competenti sul “Diritto delle Migrazioni”, affiancando la forza del “Diritto alla forza del Vangelo”, in linea con il pensiero di Papa Francesco, espresso nel discorso tenuto nel Meeting Internazionale sulle Migrazioni, il 21 febbraio 2017.  “Parliamo – diceva il Papa in quell’occasione -  di milioni di lavoratori e lavoratrici migranti, di profughi e richiedenti asilo, di vittime della tratta. La difesa dei loro diritti inalienabili, la garanzia delle libertà fondamentali e il rispetto della loro dignità sono compiti da cui nessuno si può esimere. Proteggere questi fratelli e sorelle è un imperativo morale da tradurre adottando strumenti giuridici, internazionali e nazionali”. Per la decima edizione sono a disposizione dieci Borse di studio per studenti meritevoli. Le iscrizioni si chiuderanno il 16 gennaio 2020. Le informazioni didattiche, la modalità di iscrizione, il costo e le scadenze sono pubblicate nella pagina web dell’UNIBG: http://sdm.unibg.it/corso/diritto-delle-migrazioni-migration-law/

Siracusa: parte il primo corso per formazione delle badanti

17 Ottobre 2019 - Siracusa – Ha preso avvio in questi giorni a Siracusa, in Sicilia, il primo corso di formazione per badanti, promosso dalle suore scalabriniane con il patrocinio del comune, della diocesi di Siracusa e degli uffici diocesani di Caritas e Migrantes. Le lezioni si terranno nella parrocchia di Santa Rita e gli allievi sono 12 in totale, tutti di nazionalità straniera. Il corso, completamente gratuito, durerà 120 ore e alla fine verrà consegnato un attestato di Assistenza alla cura della persona nel suo ambiente personale e sociale. L’iniziativa ha l’obiettivo di assicurare un aiuto non solo di tipo sanitario alle persone anziane. Le lezioni sono affidate a medici, avvocati, informatici e la responsabile del progetto, sr. Angelina Preci.

Tv2000: tre docu-film dedicati al mese missionario

16 Ottobre 2019 -

Roma - In occasione del mese missionario straordinario indetto da Papa Francesco, Tv2000 trasmette tre documentari ambientati in diversi parti del mondo e dedicati alla missione. ‘Una corsa della vita’ , di Rosario Sardella, che racconta i progetti del Cuamm- Medici con l’Africa in Sierra Leone, in onda domenica 20 ottobre in seconda serata.  

“Seminare il futuro”, anche questo diretto da Rosario Sardella, dedicato all’impegno dell’associazione giacomogiacomo Onlus nelle baraccopoli di Nairobi in Kenya, in onda lunedì 21 ottobre in seconda serata. 

“La scelta”, documentario in due parti diretto da Andrea Salvadore, in onda sabato 26 e domenica 27 ottobre in seconda serata, sulla vita delle bambine di strada salvate dalle suore di Madre Teresa e portate a Barasat, a pochi chilometri da Calcutta. Il documentario è il terzo capitolo di un racconto cominciato con “Le bambine di Calcutta” e ‘Le bambine di Calcutta crescono’.​

 

Il tema migranti al Sinodo dei Vescovi

16 Ottobre 2019 - Città del Vaticano - Da oggi a domani mattina si svolgerà una nuova tornata di Circoli minori all’interno del Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia, riuniti in vaticano. Le loro relazioni saranno, poi,  presentate all’assemblea nel pomeriggio di domani. Ieri, durante il dibattito i 173 Padri Sinodali si sono nuovamente, tra i tanti temi, soffermati sui migranti, “trapiantati nelle città e sradicati dai contesti di provenienza”, come si legge in una nota preparata dal Vatican News. “Nella città, luogo di contrasti politici, sociali, economici, del vuoto esistenziale e dell’individualismo esasperato, l’indigeno è un sopravvissuto. Essere presenti con il Vangelo è un dovere. Dunque – hanno sottolineato i presuli - la città è anche luogo di missione e santificazione. La raccomandazione è quella di promuovere una pastorale specifica che consideri gli indigeni protagonisti”. Considerata poi l’importanza data alla terra nella Bibbia è stato ribadito “la gravità dello strappare un popolo dal proprio territorio. La difesa dei territori è la pietra miliare per il bioma dell’Amazzonia e degli stili di vita dei popoli tradizionali”. Per questo è stata raccomandata una “difesa intransigente” dei popoli indigeni: “il diritto alla loro cultura, alla loro teologia e alla loro religione è una ricchezza da salvaguardare nell’interesse di tutta l’umanità”.

La Sapienza: un incontro sul tema della ricerca sulle migrazioni

16 Ottobre 2019 - Roma – La ricerca sulle migrazioni internazionali è un ambito di ricerca relativamente recente, che risale a soli 50 anni fa. Qualche pioniere, francese e americano, aveva già affrontato l’argomento in precedenza, in quei due grandi paesi di immigrazione con un passato migratorio anteriore rispetto a molti altri nuovi paesi di immigrazione attuali, ma la maggior parte delle ricerche è iniziata a metà degli anni ‘70 e all’inizio degli anni ‘80. Le serie di cifre esistevano, ma erano poco diffuse al grande pubblico. Invece la rappresentazione delle migrazioni attraverso dati statistici, grafici, analisi demografiche, mappature e storia migratoria è il risultato di una più recente suddivisione nelle varie discipline e di un approccio ormai multidisciplinare. Oggi risulta importante, nel dialogo tra gli scienziati e il pubblico nonché i politici, la questione della dimensione visiva e quantificata come strumento di comunicazione. Con queste premesse si discuterà del tema lunedì 21 ottobre, in una giornata di Studi all’Università la Sapienza di Roma insieme agli studiosi francesi Virginie Baby-Collin (Università di Aix-Marseille), Sophie Bouffier (Università di Aix-Marseille), Hervé Le Bras (EHESS) e Philippe Rekacewicz (Le Monde diplomatique). L’iniziativa rientra nel ciclo “Mondo Macchia Vivente. Omaggio a Leonardo”, un ciclo di 30 dialoghi italo-francesi organizzati dall’Ambasciata di Francia in Italia e Institut français Italia in programma fino a dicembre, in ben 10 città italiane.    

Figli di stranieri e oggi mediatori

15 Ottobre 2019 -

Milano - «Fino a pochi anni fa mettevo tra parentesi la mia parte ispanica, temevo che fosse un ostacolo al sentirmi pienamente parte di questa società. Ora ne sono orgoglioso, la vivo come una risorsa, ho recuperato l’amore per la lingua e le tradizioni della mia terra di origine». Kevin è nato in Italia da genitori dominicani, sogna di fare il mediatore culturale «per costruire ponti tra mondi diversi e mettere la mia doppia appartenenza al servizio di una convivenza più umana. Adesso ce n’è davvero bisogno». Anche Fatima, origini marocchine, ha in mente un lavoro simile, «lavorare con i bambini e aiutare chi ha difficoltà di adattamento o di apprendimento di una lingua». Sono due componenti della 'squadra' di giovani che si sono coinvolti nel lavoro promosso dalla cooperativa Mondo Aperto, fondata nel 2004 da alcune donne di varie nazionalità – marocchina, albanese, romena, spagnola e cinese - che a La Spezia lavora per promuovere accoglienza e integrazione dei migranti.

Da un po’ di tempo le energie e le professionalità vengono indirizzate verso un ambito 'strategico': le nuove generazioni, giovani nati in Italia da genitori stranieri o arrivati qua da piccoli e cresciuti in quella che considerano ormai la loro terra, un mondo che conta più di un milione e mezzo di persone. «Sono parte integrante delle nostre città e saranno i protagonisti attivi del futuro - dice Florentina Stephanidi, origini albanesi, fondatrice e cuore pulsante della cooperativa -. Molti di loro non hanno avuto un’esistenza facile, c’è chi sperimenta una estraneità sia nei confronti del Paese di origine sia di quello in cui risiedono, come degli apolidi emotivi. Hanno dovuto fare ricorso a tutta la loro resilienza per trovare il giusto equilibrio per poter valorizzare il loro vissuto e fare diventare la loro bi-culturalità una risorsa per se stessi e per la società».

La cooperativa Mondo Aperto si è fatta promotrice di due iniziative in questa prospettiva: l’allestimento della mostra multimediale 'Nuove generazioni. I volti giovani dell’Italia multietnica' - inaugurata al Meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini nel 2017 e che in questi due anni è stata ospitata in decine di città - e il progetto Next Generation, in corso di svolgimento. I mediatori interculturali e gli operatori di Mondo Aperto stanno formando un gruppo di ragazzi di seconda generazione sulle tematiche dell’intercultura, della mediazione e del dialogo tramite un percorso che comprende esperienze di vario genere, come lo psicodramma, attività di cittadinanza attiva e di volontariato con Croce Rossa Italiana e momenti di convivenza per costruire un’amicizia 'senza frontiere'. L’obiettivo è accompagnare questi giovani fino alla formazione di un’associazione di volontariato che si occupi di situazioni di disagio infantile o adolescenziale legate a matrici culturali o etniche. Da settembre è prevista la creazione di laboratori artistici ed espressivi (teatro, scrittura creativa, cinema) nelle scuole primarie e secondarie del territorio. Miranda, originaria dell’Albania, è convinta che «le fatiche provate sulla nostra pelle possono venire capitalizzate fino a diventare una risorsa per tanti ragazzi come noi e un vantaggio per la società italiana, dove la diversità del colore di pelle o di cultura viene ancora vissuta come un problema. Ma questo è il futuro, anzi, è già presente». (Giorgio Paolucci – Avvenire)

La Sapienza: domani la presentazione del “Piccolo Festival delle Spartenze”

14 Ottobre 2019 - Roma – Domani, martedì 15 ottobre, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma Giuseppe Sommario, Ricercatore della Cattolica e Fondatore e Direttore del “Piccolo Festival delle Spartenze. Migrazioni e Cultura”, parlerà del Festival organizzato da tre anni dall’Associazione AsSud, delle ragioni che lo hanno visto nascere in Calabria e poi diventare itinerante, della sua idea di nuova narrazione del fenomeno migratorio, delle tante attività che sono sorte in seno alla manifestazione. Il tutto, all’interno del Corso “Territorio e Migrazioni” tenuto dalla prof.ssa Flavia Cristaldi. In particolare, si parlerà del Campus AsSUD, della Notte dei Ricercatori Italiani nel Mondo e dei Premi Spartenze 2019. A tal proposito, per l’occasione sarà consegnato il Premio Spartenze 2019 a Sergio Gaudio. Ricercatore calabrese Gaudio svolge la sua attività di ricerca presso il dipartimento di fisica della Embry-Riddle Aeronautical University (USA), dove, dal 2015, fa parte del gruppo LIGO-Supernova, il team scientifico che ha realizzato l’antenna Ligo che si è aggiudicato il 3 ottobre 2017 il premio Nobel per la fisica.

Razzismo nello sport: un Osservatorio contro le discriminazioni

14 Ottobre 2019 - Roma - Un Osservatorio nazionale contro le discriminazioni nello sport che possa fare sistema e coinvolgere il maggior numero di istituzioni e organismi pubblici, il mondo dello sport e del calcio, quello del terzo settore e dell'associazionismo sportivo. E’ quanto emerso da una tavola rotonda promossa a Roma da Uisp, Unar e Rete Fare-Football contro il razzismo in Europa. Alla tavola rotonda, dal titolo "Strategie, strumenti e buone pratiche per sconfiggere il razzismo. Dai grandi stadi ai campetti di periferia, nella società. Durante l’incontro sono state richiamate alcune buone pratiche di sport per l’inclusione come Mondiali Antirazzisti Uisp e Balon Mondial di Torino.

Scalabriniane: dal 22 ottobre al 17 novembre il Capitolo generale

14 Ottobre 2019 - Roma – Si svolgerà dal 22 ottobre al 17 novembre presso il centro di spiritualità internazionale di Rocca di Papa (Rm) il Capitolo Generale delle Missionarie di San Carlo, note come Scalabriniane. Al centro il tema “Consacrate per la missione con i migranti e i rifugiati”. Al capitolo prederanno parte 35 religiose in rappresentanza di diversi paesi. Tra i momento la testimonianza di una delle partecipanti al sinodo e una sul progetto Servizio Itinerante, che risponde alla volontà della congregazione di essere, anche se come semplice segno, in posti di emergenza. A presiedere la liturgia che aprirà l’incontro Mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, già Direttore generale della Fondazione Migrantes.  

CCEE: “Svegliati, Europa!”

7 Ottobre 2019 - Strasburgo - Nella sessione conclusiva dei lavori dell'Assemblea Plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa svoltosi a  Santiago de Compostela, i Presidenti delle Conferenze Episcopali d'Europa hanno indirizzato un messaggio a tutta l'Europa. “Dalla tomba dell’Apostolo Giacomo, meta di numerosi pellegrini provenienti da ogni parte del nostro continente, anche noi, vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, rinnoviamo la nostra professione di fede sul fondamento degli Apostoli”, si legge nel testo: “in questi giorni, abbiamo avuto la gioia di vedere tanti giovani, e meno giovani, raggiungere a piedi Santiago, arrivando davanti alla Porta della Gloria. Consapevoli dei nostri limiti e delle tante debolezze che causano sofferenza a tutta la Chiesa, anche noi siamo entrati nella Cattedrale per depositare, nel rito dell’abbraccio, le nostre afflizioni e suppliche sulle spalle dell’Apostolo, per chiedere perdono dei nostri errori e impegnarci con speranza e fiducia per il futuro”. “Come sentinelle del mattino, vigili e pronte per indicare il nuovo giorno, vogliamo dare un messaggio di speranza all’Europa in affanno e diciamo con forza: Svegliati, Europa!”, scrivono i presidente delle Conferenze Episcopali Europei che in questi giorni hanno riflettuto sul tema “Europa, tempo di risveglio? I segni della Speranza”. Ogni uomo – scrivono i vescovi – “nutre il desiderio segreto di incontrare qualcuno che aiuti la sua coscienza a risvegliarsi, a risvegliare le questioni decisive dell’esistenza, del futuro oltre la morte, del male che ferisce l’umano, e dei mali che violentano la vita e il cosmo”. Per questo il messaggio è un invito a guardare “nelle diverse storie e tradizioni, nelle sfide vecchie e nuove” i segni di speranza presenti in Europa, a cominciare dai santi e dai martiri che “incoraggiano e annunciano il futuro”.

Memoria è dialogo

2 Ottobre 2019 - Roma - “Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10,2). La vita si fa storia. Il tema scelto da Papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2020 ci consegna diversi spunti di riflessione. Come ogni anno, avremo modo di approfondirli nei mesi che seguiranno la pubblicazione del messaggio, ma al momento ne possiamo cogliere almeno due che si tengono a vicenda e ci provocano in quanto comunicatori. Innanzitutto l’importanza della memoria per la comunicazione odierna: leggere l’attualità contestualizzandola nella storia e afferrare il frammento riconducendolo all'insieme non sono semplici slogan, ma un programma di lavoro. Senza memoria, non c’è identità. E questo vale soprattutto per un mondo, quello dell’informazione, i cui confini - sotto la spinta delle moderne tecnologie - diventano sempre più labili. C’è, poi, un secondo spunto: la memoria non è statica, ma dinamica. E in questa sua dinamicità permette lo sviluppo del dialogo tra le generazioni. Una sfida, questa, da vivere appieno: se colta nella sua essenza, infatti, ne beneficerà tutta la società che verrà ricomposta e pacificata nelle sue mille sfaccettature. (Vincenzo Corrado)  

Roma: martedì la presentazione del rapporto dell’Osservatorio sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca

27 Settembre 2019 -   Roma – Sarà presentato martedì prossimo, 1 ottobre, presso il Miur, il XI rapporto dell'Osservatorio sull'internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca. L’incontro è promosso dalla Fondazione Intercultura Onlus e avrà come tema principale la ricaduta sociale delle borse di studio che ogni anno consentono a circa 1.500 studenti delle scuole superiori di partecipare a programmi scolastici internazionali in oltre 60 Paesi del mondo. I dati sono stati rilevati attraverso una ricerca effettuata da IPSOS, che ha evidenziato i benefici economici e sociali dell’esperienza all’estero. Inoltre, a tre anni dall'ultima indagine, saranno presentate le nuove stime sui partecipanti ai programmi di mobilità studentesca e l'aggiornamento dell'indice di internazionalizzazione delle scuole secondarie superiori italiane. Tra i relatori dell'incontro ci saranno Nando Pagnoncelli (IPSOS), Maurizio Franzini, Istat e Università La Sapienza di Roma con un intervento sul tema "Disuguaglianza sociale e istruzione", Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per il Sistema, Educativo di Istruzione e Formazione e Antonello Giannelli, Presidente ANP.

Migrantes: alcune nomine

26 Settembre 2019 - Roma - Nel corso dei lavori della sessione autunnale, il Consiglio Episcopale Permanente della Cei ha nominato membro della Commissione Episcopale per le migrazioni Mons. Roberto CARBONI, , Arcivescovo di Oristano e Amministratore Apostolico di Ales - Terralba. Durante lo stesso incontro ha confermato Coordinatore nazionale della pastorale dei cattolici africani di lingua francese in Italia don Matthieu Malik Faye. Ne da notizia oggi il comunicato finale dei lavori diffuso durante una conferenza stampa presieduta dal Segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo. Ad entrambi l’augurio di un proficui lavoro.

Migrantes: Mons. Carboni nuovo membro della CEMI

26 Settembre 2019 - Roma - Mons. Roberto Carboni, Arcivescovo di Oristano e Amministratore Apostolico di Ales – Terralba è il nuovo membro della Commissione CEI per le Migrazioni. A nominarlo il Consiglio Permanente della CEI che si è riunito a Roma questa settimana. Durante l’incontro anche la nomina del ​Coordinatore nazionale Migrantes della pastorale dei cattolici africani di lingua francese in Italia, il sacerdote don Matthieu Malik Faye del Senegal. A Mons. Carboni e a don Malik gli auguri di un proficuo lavoro.    

Come eravamo: il salvataggio italiano, quaranta anni fa, dei boat people vietnamiti

20 Settembre 2019 - Città del Vaticano - Si è parlato molto sui giornali italiani, tra luglio e agosto, della vicenda dei “boat people” vietnamiti salvati nel 1979 dall’Italia grazie a un’efficace quanto repentina operazione compiuta nel Mar cinese meridionale. Una storia per alcuni aspetti commovente, protagonista un paese, il “bel paese”, piuttosto diverso da quello che sarebbe diventato 40 anni dopo. Belle immagini, quelle che ritraggono i marinai italiani in compagnia delle persone soccorse, in gran parte bambini, e dei loro genitori riconoscenti. Belle immagini quelle dei profughi intenti a verniciare il ponte della nave, per rendersi utili. Bellissimo vedere i visi sorridenti, le espressioni soddisfatte che solo chi vive una vita piena, e piena di senso, riesce ad avere. Impressionante osservare quanto rispetto trasudi da quel messaggio, diventato famoso, che veniva letto in lingua vietnamita ai profughi: “Le navi vicine a voi sono della Marina Militare dell’Italia e sono venute per aiutarvi. Se volete, potete imbarcarvi sulle navi italiane come rifugiati politici ed essere trasportati in Italia. Attenzione, le navi vi porteranno in Italia, ma non possono portarvi in altre nazioni e non possono rimorchiare le vostre barche. Se non volete imbarcarvi sulle navi italiane potete ricevere subito cibo, acqua e infine assistenza e medici. Dite cosa volete fare e di cosa avete bisogno”. Commovente leggere i ringraziamenti dei vietnamiti: “Ammiraglio, comandante, ufficiali, sottufficiali e marinai; grazie per averci salvati! Grazie a tutti coloro che con spirito cristiano si sono sacrificati per noi notte e giorno. Voi italiani avete un cuore molto buono; nessuno ci ha mai trattato così bene. Eravamo morti e per la vostra bontà siamo tornati a vivere. Questa mattina quando dal ponte di volo guardavamo le coste italiane una dolce brezza ci ha accarezzato il viso in segno di saluto e riempito di gioia il nostro cuore. Siete diversi dagli altri popoli; per voi esiste un prossimo che soffre e per questa causa vi siete sacrificati. Grazie”. E infine la risposta dei soccorritori, sobria, finanche severa. Ma quanto civile...: “Noi siamo dei militari; ci è stata affidata una missione e abbiamo cercato di eseguirla nel modo migliore. Siamo felici d’aver salvato voi e così tanti bambini e di portarvi nel nostro paese. L’Italia è una bella terra anche se gli italiani, a volte, hanno uno spirito irrequieto. Marco Polo andò con pochi uomini alla scoperta dell’Asia; voi venite in tanti nel nostro piccolo mondo. Sappiate conservare la libertà che avete ricevuto”. Fu una corsa agli aiuti, all’accoglienza, dalle diocesi cattoliche alla comunità civile. Alla fine si raccolsero anche troppe risorse rispetto al necessario. Era il 1979. Che cosa è successo, dopo? Cosa ci ha cambiato tutti così tanto? Cosa ci ha imbarbarito, resi duri, cinici, ben più che “irrequieti”, piuttosto, in qualche caso, ringhiosi giustizieri? Nel cercare di rispondere a queste domande, imperativo rigoroso è l’esercizio dell’obiettività. L’Italia era in effetti un paese diverso. Il mondo era diverso. Da poco si era consumata la tragedia di Aldo Moro, l’atmosfera era cupa come il piombo di quegli anni. Il Muro a Berlino era ben saldo e ogni tanto, bisogna ricordarlo sempre, qualcuno moriva nel tentativo di oltrepassarlo. Chi oggi rivendica primazie nazionali potrebbe anche ricordarci che all’epoca il fenomeno migratorio dall’estero in Italia era pressoché sconosciuto. E che pertanto è improprio parlare dell’accoglienza di un migliaio di vietnamiti paragonandola all’arrivo quotidiano sulle coste italiane di centinaia di migranti. L’Italia del 1979 viveva ancora un profondo senso di colpa: anche a causa del terrorismo, era ricaduta nelle lacerazioni di 35 anni prima, quando si era trovata spaccata in due per effetto di una guerra decisa da una dittatura alla quale, se non aveva aderito entusiasticamente, non aveva neanche opposto una grande resistenza. Un paese al quale nonostante tutto era stata concessa una generosa apertura di credito dai suoi ex nemici. In un certo senso echeggiava ancora, nella coscienza nazionale, la celebre frase di De Gasperi quando dopo una corposa anticamera in occasione della conferenza di pace a Parigi, di fronte ai leader dei paesi vincitori, aveva esordito così nel suo intervento: “Tutto è contro di me, tranne la vostra personale cortesia”. Di più. Occorre dirlo: l’Italia era un paese della Nato e andare ad accogliere i profughi vietnamiti in fuga dal regime comunista rappresentava oggettivamente una formidabile occasione di propaganda occidentale. Però, soprattutto, l’Italia voleva ricambiare la “cortesia” di essere stata aiutata. Voleva entrare a pieno titolo nel novero dei paesi più sviluppati, democratici, civilizzati. Era assetata di futuro. Di grandi ideali. La classe politica, nelle sue carenze, rappresentava pregi e difetti della società italiana ma non aveva rinunciato a sognare, ad avere un’idea di paese. Esistevano ancora gli uomini di Stato. Dello Stato. Esistevano ministri, come Attilio Ruffini nel 1979 alla Difesa, che al più piccolo dei suoi figli Ernesto raccontava come l’operazione di salvataggio dei profughi vietnamiti era in assoluto ciò di cui andava più fiero di tutta la sua carriera politica. C’era Pertini. C’era una macchina organizzativa capace in soli cinque giorni di trasformare tre navi da guerra, la Vittorio Veneto, la Andrea Doria e la Stromboli, in ospedali da campo e accoglienti nursery per chi non parlava una parola di italiano. Una classe politica che non aveva timore di chiedere aiuto al Vaticano per avere interpreti vietnamiti (si immagini quali polemiche oggi potrebbe suscitare un fatto del genere). L’Italia accolse quella povera gente, pure essendo ancora relativamente povera. Ma non pensò al contingente. Pensava a quello che avrebbe potuto essere, al sogno di un’Italia di cui essere fieri. Servirebbe tanto, oggi, una politica che ricominciasse a parlare di progetti a lunga scadenza, una classe dirigente che, da destra e da sinistra, volesse mettersi seriamente attorno a un tavolo riscoprendo il gusto dell’unica missione per la quale una élite in quanto tale trova la sua giustificazione, quella di assumersi la responsabilità di disegnare il futuro di una comunità. Ecco cosa ci è successo, in fondo. È accaduto che, 40 anni dopo, abbiamo smesso di sognare. Di sognare un bel Paese. (Marco Bellini – Osservatore Romano)

“Pace senza confini”: appello per dire “no alla frontiere che dividono”

18 Settembre 2019 - Madrid – Ventisette conferenze su diversi temi, la preghiera in luoghi differenti e un appello finale, ieri sera, per dire “no alle frontiere che dividono”. Si sono ritrovati, per il 33 appuntamento di “Uomini e religioni” a Madrid, i leader di tutte le religioni del mondo su invito della Comunità di Sant’Egidio nello “spirito di Assisi”. E’ stata, infatti, la città di Francesco ad ospitare, nel 1986, su invito di Giovanni Paolo II, il promo incontro di preghiera per la pace con i principali rappresentanti di tutte le religioni del mondo. Da allora diversi appuntamenti annuali in molte città. Il prossimo anno la città scelta è Roma,  ha annunciato ieri sera, il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, chiudendo l’edizione 2019 dalla capitale spagnola sul tema “Pace senza confini”. Davanti a migliaia di persone che affollavano piazza dell’Almudena, l’appello finale con una grande invocazione per uscire dai recinti, da frontiere che diventano prigioni e barriere, per riscoprire il mondo come “una casa comune”. I leader religiosi hanno voluto dare voce al “lamento silenzioso e al grido di chi è lasciato fuori dal benessere, come se non fosse un uomo o una donna come noi”. E, soprattutto, di chi è vittima delle troppe guerre ancora in corso nel nostro mondo. Da Madrid si è levato anche un forte “no” all'estremismo religioso e alla tentazione antica di credere che i grandi problemi possano essere risolti da soli. “Siamo preoccupati - si legge nell’appello - per le future generazioni perché vediamo consumarsi l'unico pianeta di tutti, come se fosse solo di alcuni. Perché vediamo riaffacciarsi il culto della forza e le contrapposizioni nazionalistiche, che hanno creato grandi distruzioni nella storia. Perché il terrorismo non cessa di colpire gente inerme. Perché sembra indebolito il sogno di pace”, a trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino che aveva dato tanta speranza al mondo. Guerre e pace, epidemie, sicurezza e sicurezza informatica, spostamenti di popolazioni, sostenibilità del pianeta e riscaldamento globale, fine del rischio nucleare e riduzione delle disuguaglianze “sono ben più vasti di una sola nazione”. I leader religiosi chiedono “a tutti, ai responsabili politici, ai più ricchi del mondo, agli uomini e alle donne di buona volontà, di fornire le risorse per evitare che milioni di bambini muoiano ogni anno senza cura e per mandare a scuola i milioni di bambini che non possono andarci. Non nascondiamoci dietro un muro di indifferenza”. Il card. Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid, che ha promosso insieme alla Comunità di  Sant’Egidio l’incontro, parla di giorni “in cui siamo stati incoraggiati a non essere isole, a non seminare pregiudizi, ma la pace, perché l’umanità porta iscritta in sé la vocazione della fraternità”. È vero, c'è chi cerca di ripristinare i confini, in quello che il messicano, padre Alejandro Solalinde, minacciato più volte dai narcotrafficanti, ha suggestivamente definito un “tempo migrante”, ma - avverte il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo - “il cielo è uno solo” e ad esso tutti si rivolgono, “nella disperazione come nella gioia, dai precari rifugi sotto le bombe in Siria come nel culto delle chiese, delle sinagoghe, delle moschee, dei templi”.(Raffaele Iaria)

Domande Asilo: aumentano nell’Ue

18 Settembre 2019 - Roma - A luglio sono state presentate circa 62.900 richieste di protezione internazionale negli Stati membri dell’Unione Europea (più Norvegia e Svizzera), con un aumento del 26% rispetto a giugno. È quanto emerge dai dati diffusi dall’ Easo, l’Ufficio europeo di assistenza all’asilo. Il dato è leggermente più alto di quello registrato a luglio 2018 (59.375) e sostanzialmente uguale allo stesso mese del 2017 (62.040). Dall’inizio dell’anno, sono state presentate 400.500 domande di protezione internazionale nell’Ue (più Norvegia e Svizzera) con un aumento del 11% rispetto allo stesso periodo del 2018. Questi livelli rimangono “drasticamente più bassi” di quelli registrati durante la crisi migratoria del 2015/2016, ha spiegato Easo. Tra le nazionalità, siriani, afgani e venezuelani hanno presentato circa un quarto di tutte le domande di protezione internazionale.

L’autentica tradizione

13 Settembre 2019 - Roma - “La convergenza e l’interattività consentite dalle piattaforme digitali devono favorire sinergie, integrazione e gestione unitaria. Questa trasformazione richiede percorsi formativi e aggiornamento, nella consapevolezza che l’attaccamento al passato potrebbe rivelarsi una tentazione perniciosa. Autentici servitori della tradizione sono coloro che, nel farne memoria, sanno discernere i segni dei tempi e aprire nuovi tratti di cammino”. Le parole, rivolte lo scorso anno da Papa Francesco ad Avvenire, hanno fatto da filo conduttore a Mons. Stefano Russo, Segretario generale della CEI intervenuto alla presentazione dei palinsesti di Tv2000 e del circuito radiofonico InBlu. Rimandano a uno sguardo, con cui interpretare questa stagione; a una disponibilità fattiva, nel segno della collaborazione e della condivisione. È l’augurio fiducioso con cui riprendere il lavoro quotidiano. (d. Ivan Maffeis)

Fratel Biagio Conte: oggi arriverà alla sede di Strasburgo del Parlamento europeo

12 Settembre 2019 - Roma – Il missionario laico Biagio Conte, dopo 65 giorni di cammino penitenziale, in cui ha percorso 1.000 km, arriverà oggi alla sede di Strasburgo del Parlamento Europeo, cercherà di incontrare i responsabili e autorità dell’Unione Europea per consegnare loro una lettera. Ne dà notizia lo stesso Fratel Biagio con una telefonata fatta da un paesino tedesco ai volontari della missione. Fratel Biagio è partito l’otto luglio, con il traghetto, dal porto di Palermo rendendosi esule dall’Italia sulle rotte dei migranti, approdando a Genova, per poi proseguire per Milano dove ha incontrato rappresentati del Comune di Milano e l’arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini. Poi, sempre rigorosamente a piedi è andato in Svizzera, a Bellinzona, ha attraverso tutto il Ticino e ha scalato sotto la grandine il Monte San Gottardo. Il 14 agosto ha raggiunto il santuario di Sachseln dove è sepolto e venerato San Nicolao della Flue, patrono della Svizzera; lì ha pregato per tutto il popolo svizzero. Ha proseguito per Berna dove, al Palazzo Federale, ha incontrato alcuni funzionari del Governo Svizzero. Ha parlato anche con tante persone comuni, sacerdoti e Vescovi, che lo hanno accolto e incoraggiato. Poi, nei giorni scorsi si è voluto recare a Baden, nel Canton Argovia, un comune della Svizzera di circa 20.000 abitanti, dove ha vissuto per qualche anno da piccolo. Suo padre, non trovando lavoro in Sicilia, si recò in Svizzera, con tutta la famiglia, come migrante. In diverse zone della Svizzera Fratel Biagio ha trovato tanti migranti italiani provenienti dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Calabria, dalla Puglia che lo hanno accolto con grande gioia. Ora mancano gli ultimi 30 km, perché il missionario arrivi a piedi a Strasburgo, sede del Parlamento Europeo, successivamente si incamminerà verso la sede europea di Lussemburgo e infine alla sede del Parlamento Europeo di Bruxelles.