“Pace senza confini”: appello per dire “no alla frontiere che dividono”

18 Settembre 2019 – Madrid – Ventisette conferenze su diversi temi, la preghiera in luoghi differenti e un appello finale, ieri sera, per dire “no alle frontiere che dividono”. Si sono ritrovati, per il 33 appuntamento di “Uomini e religioni” a Madrid, i leader di tutte le religioni del mondo su invito della Comunità di Sant’Egidio nello “spirito di Assisi”. E’ stata, infatti, la città di Francesco ad ospitare, nel 1986, su invito di Giovanni Paolo II, il promo incontro di preghiera per la pace con i principali rappresentanti di tutte le religioni del mondo. Da allora diversi appuntamenti annuali in molte città. Il prossimo anno la città scelta è Roma,  ha annunciato ieri sera, il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, chiudendo l’edizione 2019 dalla capitale spagnola sul tema “Pace senza confini”. Davanti a migliaia di persone che affollavano piazza dell’Almudena, l’appello finale con una grande invocazione per uscire dai recinti, da frontiere che diventano prigioni e barriere, per riscoprire il mondo come “una casa comune”. I leader religiosi hanno voluto dare voce al “lamento silenzioso e al grido di chi è lasciato fuori dal benessere, come se non fosse un uomo o una donna come noi”. E, soprattutto, di chi è vittima delle troppe guerre ancora in corso nel nostro mondo. Da Madrid si è levato anche un forte “no” all’estremismo religioso e alla tentazione antica di credere che i grandi problemi possano essere risolti da soli. “Siamo preoccupati – si legge nell’appello – per le future generazioni perché vediamo consumarsi l’unico pianeta di tutti, come se fosse solo di alcuni. Perché vediamo riaffacciarsi il culto della forza e le contrapposizioni nazionalistiche, che hanno creato grandi distruzioni nella storia. Perché il terrorismo non cessa di colpire gente inerme. Perché sembra indebolito il sogno di pace”, a trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino che aveva dato tanta speranza al mondo. Guerre e pace, epidemie, sicurezza e sicurezza informatica, spostamenti di popolazioni, sostenibilità del pianeta e riscaldamento globale, fine del rischio nucleare e riduzione delle disuguaglianze “sono ben più vasti di una sola nazione”.

I leader religiosi chiedono “a tutti, ai responsabili politici, ai più ricchi del mondo, agli uomini e alle donne di buona volontà, di fornire le risorse per evitare che milioni di bambini muoiano ogni anno senza cura e per mandare a scuola i milioni di bambini che non possono andarci. Non nascondiamoci dietro un muro di indifferenza”.

Il card. Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid, che ha promosso insieme alla Comunità di  Sant’Egidio l’incontro, parla di giorni “in cui siamo stati incoraggiati a non essere isole, a non seminare pregiudizi, ma la pace, perché l’umanità porta iscritta in sé la vocazione della fraternità”. È vero, c’è chi cerca di ripristinare i confini, in quello che il messicano, padre Alejandro Solalinde, minacciato più volte dai narcotrafficanti, ha suggestivamente definito un “tempo migrante”, ma – avverte il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo – “il cielo è uno solo” e ad esso tutti si rivolgono, “nella disperazione come nella gioia, dai precari rifugi sotto le bombe in Siria come nel culto delle chiese, delle sinagoghe, delle moschee, dei templi”.(Raffaele Iaria)

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