Roma - Nei primi tre mesi e mezzo del 2021 sono giunti sulle nostre coste più di 8.520 migranti e rifugiati, di cui 1.196, il 14%, minori stranieri non accompagnati. Tra dicembre e marzo a Ventimiglia sono stati assistiti 72 nuclei familiari con 116 bambini a carico e raggiunti oltre 169 minori non accompagnati, tra cui 6 ragazze, a Lampedusa 59 famiglie con 130 bambini, di cui 52 bambine, 181 donne e 404 minori stranieri non accompagnati, di cui almeno 33 ragazze. Dopo i primi 4 mesi di attività, Unicef e Save the children hanno rinnovato la collaborazione congiunta fino a dicembre 2021 a supporto dei minori migranti in arrivo attraverso la rotta del Mediterraneo centrale e quella balcanica con team a Lampedusa e Ventimiglia. Tra gli interventi: primo soccorso psicologico, informazioni sui loro diritti, nonché sui servizi e sulle opportunità disponibili, una valutazione tempestiva delle potenziali vulnerabilità e problemi di protezione specifici, tra cui quelli connessi alla violenza di genere, e con la distribuzione di kit contenenti materiali utili per il viaggio e l’igiene personale. A disposizione c’è uno spazio per ragazze, lo Youth corner, realizzato nel Child friendly space, un luogo sicuro che offre ascolto e protezione a minori soli e famiglie, il servizio di Helpline minori migranti di Save the children e di informativa tramite la piattaforma on-line U-report on the move di Unicef. Lampedusa continua ad essere uno dei principali punti di arrivo e ciclicamente l’hotspot ospita molte più persone di quanto la struttura sia capace di accogliere: “Di fatto, non sempre sono garantiti spazi dedicati a minori soli, famiglie con bambini e donne”, informano le organizzazioni. A Ventimiglia “la situazione appare ancora drammatica”. Secondo dati raccolti dal team di Save the children, circa 200 minorenni soli hanno oltrepassato la frontiera nel 2020. Dopo la chiusura del Campo Roja a luglio 2020, “si sono ulteriormente ridotti fino a quasi scomparire i servizi di assistenza e accoglienza per bambini, adolescenti e famiglie. Tanti minori dichiarano inoltre di essere respinti alla frontiera con la Francia e rinviati in Italia, vedendo così rifiutato il diritto alla protezione per minore età”.