6 Giugno 2025 - Uno spazio comune, quello di “Agorà – Spazio Migrante(S)”, attraverso cui dare voce ai tanti “giovani con un background migratorio” che oggi, come confermano i numeri, rappresentano una fetta importante del tessuto sociale.
Lo strumento sarà quello di una redazione multimediale composta da giovani, liceali e universitari, che – microfono e telecamera alla mano – racconteranno sé stessi e i luoghi in cui vivono. La redazione, coordinata da Giulia Cavallaro, studentessa universitaria, già responsabile della testata giornalistica dell’Ateneo messinese UniVersoMe, sarà affiancata da docenti e professionisti del settore che, in modo gratuito e volontario, metteranno a disposizione le proprie competenze.
Un gruppo eterogeneo in cui si sperimenta la bellezza ma anche la complessità dell’incontro tra culture, per trasformarla in una comunicazione capace di superare stereotipi e pregiudizi, e offrire così una “nuova narrazione” dei processi migratori che hanno contribuito a cambiare il volto delle nostre città e del nostro Paese.
L’idea progettuale, promossa dall’Ufficio diocesano Migrantes di Messina e finanziata dalla Fondazione Migrantes grazie ai fondi dell’8 per mille della Chiesa Cattolica, nasce dall’esigenza di valorizzare in modo concreto e costruttivo il protagonismo dei “giovani con background migratorio”, che abitano il nostro territorio e ne costituiscono una risorsa, spesso non adeguatamente valorizzata.
Oltre, infatti, ad una significativa presenza di ragazzi di seconda generazione nati e cresciuti in riva allo Stretto, appartenenti alle comunità filippina e srilankese, tra le principali presenze straniere in città, negli anni successivi alla pandemia è cresciuta in modo esponenziale anche la popolazione studentesca nella sua componente internazionale.
Obiettivo del progetto è utilizzare la comunicazione come strumento di inclusione sociale, promuovendo il dialogo interculturale all’interno del territorio dell’Arcidiocesi. «Di fronte a questo straordinario patrimonio umano – spiega il diacono Santino Tornesi, direttore dell’ufficio Migrantes di Messina – abbiamo sentito l’urgenza di costruire uno spazio pensato per quei ragazzi che vivono pienamente la città, ma che troppo spesso faticano a esprimere il proprio punto di vista. In molti casi, infatti, si sentono percepiti come "estranei", come qualcosa di altro. Con questo progetto vogliamo invece dimostrare che, anche partendo da storie, culture ed esperienze molto diverse, è possibile incontrarsi e riconoscersi. È proprio in questi punti di contatto che può nascere un autentico dialogo interculturale, capace di arricchire non solo chi vi partecipa, ma l’intera comunità».
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