Tag: Immigrati e rifugiati
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Vicini e vigilanti: un progetto Migrante a Palermo
Palermo - Avvicinandoci al termine di questo anno molto particolare ci fermiamo un attimo a riflettere sull’esperienza fatta con il Progetto “Una Sola Famiglia Umana”, con cui la Fondazione Migrantes ci ha consentito di attivare uno sportello di ascolto legale, sanitario e di ricerca lavoro presso la Parrocchia San Nicolò da Tolentino di Palermo in stretta collaborazione con il parroco Padre Adriano Titone.
Abbiamo svolto con fatica le attività di ascolto e rallentati dalle tante restrizioni ministeriali legate all’ancora attuale emergenza sanitaria dovuta al Covid 19, ma questo non ci ha visto arrendevoli anzi sempre più determinati a dare ascolto a chi ha manifestato in vari modi le tante difficoltà legate sia alla parte amministrativa e burocratica relativa ai documenti necessari per ottenere i tanti bonus previsti dal governo - con maggiori difficoltà per le persone straniere - sia alla ricerca di lavoro per chi lo ha perso durante la pandemia e si è ritrovato in serio disagio economico e sociale.
Abbiamo collaborato in stretta sinergia con l’associazione APICOLF, soprattutto nell’attività di ricerca ed offerta di lavoro, cercando di dare risposte concrete a quelle famiglie in cerca di sostegno in termini di assistenza familiare e mediando le condizioni di regolarizzazione dei rapporti di lavoro che si sono attivati.
Con lo spirito che contraddistingue il nostro servizio, seguendo le orme di chi come Padre Adriano Titone e Padre Sergio Natoli che ci hanno sempre sostenuto ed hanno sostenuto le tante esigenze di molte famiglie che si sono rivolte a noi, abbiamo affrontato delle difficoltà con momenti di crescita e di sperimentazione ingegnosa di modalità alternative di essere operativi. Ciascuno ha cercato in vari modi di non fermarsi e di restare attento anche al solo e semplice ascolto in quei momenti di lockdown in cui potevamo solo rispondere al telefono, ma per molti utenti del nostro sportello ha significato davvero tanto, essere ascoltati e supportati nelle piccole operazioni amministrative e burocratiche da compiersi solo a distanza.
Si è lavorato inoltre in rete con altre associazioni locali per dare risposte agli innumerevoli bisogni emersi a causa della pandemia. Si pensi dalla distribuzione di generi di prima necessità distribuiti dalla Parrocchia e persino consegnati a domicilio laddove è stato necessario; alle innumerevoli segnalazioni alle Unità di Strada Notturne per portare un pasto caldo ai senza dimora, con annessa segnalazione ai Servizi Sociali territoriali competenti e potremmo raccontare anche di persone che poi hanno riscattato la loro condizione avviando percorsi di autonomia abitativa e lavorativa. Abbiamo messo in campo la voglia di esserci, utilizzando varie competenze professionali (legali, mediche, sociali, spirituali, etc.) al completo servizio di chi si è rivolto a noi, cercando di fare quanto possibile per dare risposte concrete e di confidare anche nella costante preghiera di chi ci ha accompagnati nel percorso, non sempre facile.
In preparazione a questo Santo Natale abbiamo cercato di tradurre in operatività le parole del nostro amato Papa Francesco, facendo nostri i termini "Vicinanza" e "Vigilanza". La preghiera permette a Dio di starci vicini, libera dalla solitudine e dà speranza, ma la vigilanza, l’attenzione ai bisogni dell’altro ci permette di ridestarci dal sonno dell’indifferenza.
Ecco il nostro servizio è un’ottima palestra per la nostra anima e quest’anno tanto difficile che speriamo porti via tante difficoltà, ci ha proprio insegnato che non possiamo cadere nel sonno dell’indifferenza, non possiamo anestetizzarci al solito “ho fatto il mio dovere, non posso fare altro..”, no! Dobbiamo reinventarci cercando di non lasciare nulla di intentato, perché spesso il nostro semplice ed umile ascolto è un conforto per quelle persone che vivono momenti di grande scoraggiamento, soprattutto in un momento in cui ci sentiamo tanto distanti e spesso soli. Siamo certi che neppure il famigerato Virus Covid-19, potrà toglierci l’amore per il prossimo e la speranza di esserci sempre per chi ha bisogno, riscoprendo il vero senso del Natale nella sua pura essenza.
Che questo tempo natalizio ed il nuovo anno siano un tempo prosperoso e fecondo e, perché no, pieno di sana positività!
Rosa De Luca
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Eurostat: pandemia frena arrivi e richieste di asilo
Roma - Durante il terzo trimestre del 2020, 111.700 richiedenti asilo per la prima volta hanno presentato domanda di protezione internazionale negli Stati membri dell’Unione europea. Lo segnala Eurostat in occasione della Giornata del migrante, registrando un aumento del 132% rispetto al secondo trimestre del 2020. “Tuttavia, nonostante questo aumento, il numero di domande era ancora inferiore a quello dei periodi di rendicontazione pre Covid-19 del terzo (159.900) e del quarto trimestre del 2019 (177.200). Con 18.100 richiedenti per la prima volta nel terzo trimestre del 2020, i siriani sono rimasti il gruppo più numeroso di persone in cerca di protezione internazionale, davanti agli afgani (11.200 richiedenti per la prima volta) e ai venezuelani (9.600). Il numero più alto di richiedenti è stato registrato in Germania (con 27.200 richiedenti), seguita dalla Spagna (26.900) e Francia (21.700). “Le domande di protezione internazionale pendenti sono quelle che sono state presentate in qualsiasi momento e sono ancora all’esame delle autorità nazionali competenti alla fine del periodo di riferimento. In altre parole, si riferiscono allo stock di domande per le quali le decisioni sono ancora in sospeso. Alla fine di settembre 2020, 790.800 domande di protezione erano all’esame delle autorità nazionali”.
Scalabriniani: “Commissione Ue e Stati membri si facciano garanti del pieno rispetto delle norme più basilari del diritto comunitario e internazionale”
Roma - “Risulta che, alla data di ottobre 2020, siano 6.770 i richiedenti asilo e migranti accolti in campi situati nella Federazione della Bosnia Erzegovina. Si stima che il numero di coloro che dormono all’addiaccio o in palazzi abbandonati nel Cantone di Una Sana e altrove nel Paese va da 2.000 a 3.500 persone”. Questi i numeri che “Dunja Mijatović, Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha messo nero su bianco pochi giorni fa, supportati dai recenti video ‘rubati’ alle frontiere interne ed esterne dell’Ue e divenuti virali a conferma delle accuse già presentate in questi anni”: lo ricorda una nota diffusa oggi dai Missionari Scalabriniani, in occasione della Giornata internazionale per i diritti dei migranti. “Quei fotogrammi raccolti sul campo non lasciano troppi dubbi, le sequenze sono dure, le urla sono intollerabili. Colpiscono in particolare le clip ‘riprese’ da un ragazzo afghano che dice di aver nascosto il cellulare negli slip ed aver potuto così girarle e alla fine denunciare l’accaduto”, sottolinea fratel Gioacchino Campese, presidente della Ascs-Agenzia Scalabriniana per la cooperazione allo sviluppo.“Le riammissioni a catena, denuncia anche l’Ics (Consorzio Italiano di Solidarietà-Ufficio rifugiati di Trieste), con cui dal confine italo–sloveno ‘si deportano illegalmente i rifugiati fino in Bosnia, hanno l’effetto di esporre le persone a condizioni inumane e a un rischio di morte: vanno pertanto immediatamente fermate’. E fatti simili – prosegue la nota dei Missionari Scalabriniani – accadono anche in Bosnia dove vengono da tempo denunciati episodi di violenza ed uso estremo della forza da parte della polizia”. Di qui la denuncia: “Come Missionari Scalabriniani, nell’occasione della Giornata internazionale per i diritti dei migranti 2020, ripetiamo che non è accettabile restare muti una volta di più su questi respingimenti violenti, utilizzati, di fatto, come principale se non unico ‘strumento di controllo dei confini’ con gli Stati europei”. E l’appello: “La Commissione europea e gli Stati membri della Ue, inclusa l’Italia, devono con urgenza farsi garanti del pieno rispetto delle norme più basilari del diritto comunitario e internazionale, attualmente calpestate e ignorate di fatto”.