17 Giugno 2021 - Roma - Centinaia di ragazzi stranieri soli in transito subiscono abusi, sono testimoni di violenze inaudite lungo la rotta balcanica e sono respinti illegalmente alle frontiere del Nord Italia, nonostante la minore età. È la denuncia contenuta nel rapporto che Save the children pubblica oggi, in vista della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra il 20 giugno. Il nuovo rapporto è stato realizzato lungo le rotte tra Oulx, Ventimiglia, Udine e Trieste. I minori migranti si spostano a piedi, nascosti sotto i camion o sui treni, trasportati in macchina in autostrada dai “passeur”, attraversano boschi e montagne pericolose come il Passo della morte tra Italia e Francia, spesso di notte, per superare confini blindati, vengono respinti una, due, dieci, venti volte, “in modo spesso brutale e illegale, nonostante abbiano meno di 18 anni, anche tra Paesi membri dell’Ue”. Hanno raccontato a Save the children le atrocità subite o a cui hanno dovuto assistere, soprattutto lungo la rotta balcanica: derubati, picchiati, denudati in Croazia, detenuti e sottoposti a violenze in Bulgaria. “Una volta arrivati in Italia, minori e famiglie continuano a essere vittime di respingimenti alle frontiere interne, che per i minori soli sono illegali”. A Oulx, sul confine italo-francese, ogni giorno sono almeno tre/quattro i minori soli ad approdare a un rifugio che li accoglie dopo i traumi e le fatiche del loro viaggio. Sono in gran parte maschi, ma non mancano i casi di ragazze in viaggio da sole, in particolare da Paesi dell’Africa Occidentale, quindi più esposte al rischio tratta a scopo di sfruttamento sessuale. In Francia, a Mentone, i minori soli oltre a venire rinchiusi in container come gli adulti, si vedono la propria data di nascita cambiata per risultare maggiorenni e quindi respingibili verso Ventimiglia, mentre tra la cittadina italiana di Claviere e la francese Monginevro, come denunciano gli operatori, “se trovi il ‘poliziotto buono’ sei accolto e tutelato, altrimenti vieni considerato maggiorenne e devi tornare da dove sei partito qualche ora prima”. Nel 2020 sono state effettuate verso la Slovenia 301 riammissioni dalla provincia di Gorizia e 1.000 dalla provincia di Trieste, ma “potrebbero esserci diversi minori”, denuncia il rapporto. In tutto il Friuli Venezia Giulia gli arrivi sono in crescita, nei primi quattro mesi del 2021 si registra un aumento dei flussi già del 20% rispetto allo stesso periodo del 2020. A fine aprile 2021 erano 6.633 le ragazze e i ragazzi stranieri non accompagnati censiti sul territorio italiano; nello stesso mese in 302 si sono allontanati dalle strutture di accoglienza. Sempre ad aprile 2021 gli ingressi registrati in Italia sono stati 453, di cui 149 da sbarchi. Gli altri 304 sono invece stati rintracciati sul territorio, probabilmente passati dalla rotta balcanica a piedi o con i camion.
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Card. Bassetti: corridoi umanitari espressione di “accoglienza, fraternità ed integrazione, ma anche di legalità”
17 Giugno 2021 - Roma - Occorre riscoprire «il coraggio di chinarsi sul prossimo e di curargli le piaghe», per dirsi davvero fratelli. Così il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana ieri ha parlato dei corridoi umanitari evidenziando come essi siano «una salvezza», espressione di «accoglienza, fraternità ed integrazione, ma anche di legalità». La Chiesa italiana, attraverso Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, li promuove a sua volta e anche la prossima settimana arriveranno 43 profughi dal Niger salvati attraverso questo strumento. La dimostrazione, continua il cardinale, che «anche la Chiesa italiana vuole fino in fondo chinarsi sull’umanità. I corridoi umanitari sono quello che Gesù chiede a noi credenti e che la comune natura umana a cui apparteniamo, chiede a tutti noi».
Istat: elevata la povertà assoluta tra gli stranieri
16 Giugno 2021 - Roma - Elevata la povertà assoluta tra gli stranieri. Lo certifica l’Istat nel Report Povertà pubblicato oggi.
Le persone straniere in povertà assoluta sono oltre un milione e 500mila, con una incidenza pari al 29,3%, contro il 7,5% dei cittadini italiani. Le famiglie in povertà assoluta sono nel 71,7% dei casi famiglie di soli italiani (oltre 1 milione e 400mila) e per il restante 28,3% famiglie con stranieri (oltre 568mila), pur rappresentando queste ultime solo l’8,6% del totale delle famiglie. Per le famiglie con almeno uno straniero – si legge nel Report - l’incidenza di povertà assoluta è pari al 25,3% (22,0% nel 2019); è al 26,7% per le famiglie composte esclusivamente da stranieri (24,4% nel 2019) e al 6,0% per le famiglie di soli italiani (dal 4,9% del 2019).
Per l’Istituto di statistica italiano la “criticità” per le famiglie con stranieri è più marcata nei comuni fino a 50mila abitanti (27,1%, contro il 6,5% delle famiglie composte da soli italiani). Le famiglie con almeno uno straniero dove sono presenti minori mostrano un’incidenza di povertà pari al 28,6% (301mila famiglie), valore dell’incidenza uguale a quello delle famiglie di soli stranieri, che è oltre tre volte superiore a quello delle famiglie di soli italiani con minori (8,6%). Nel Mezzogiorno e nel Nord l’incidenza supera il 30% nelle famiglie con stranieri dove sono presenti minori, (rispettivamente 35,2% e 30,7%, contro l’11,8% e il 7,0% delle famiglie di soli italiani con minori). Nelle famiglie con stranieri in cui la persona di riferimento è in cerca di occupazione, l’incidenza della povertà assoluta è pari al 29,1% (per un totale di 39mila famiglie); se la persona di riferimento è occupata, la condizione di povertà riguarda invece una famiglia su quattro (25,4%). A livello territoriale, l’incidenza più elevata si registra nel Mezzogiorno, con quote di famiglie di soli stranieri in povertà quasi quattro volte superiori a quelle delle famiglie di soli italiani (rispettivamente 31,9% e 8,4%). Nel Nord, le famiglie di soli stranieri registrano valori dell’incidenza pari al 28,4% mentre nel Centro i valori sono più contenuti (19,9%). Rispetto al 2019, segnali di peggioramento si registrano per le famiglie del Nord (di soli italiani, miste o con stranieri), mentre nel Mezzogiorno il peggioramento riguarda le famiglie di soli italiani (dal 7,4% all’8,4%).
Card. Parolin: guardiamo i migranti con il Vangelo
16 Giugno 2021 - Città del Vaticano – “Oggi siamo chiamati a rigettare proclami individualistici e astratti per integrarci invece in proposte solidali". A parlare, ieri sera, il card. Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, in occasione della veglia di preghiera “Morire di Speranza”, durante la quale sono stati letti alcuni dei nomi di migranti morti nel tentativo di raggiungere l’Europa. Dal 1990 sono stati 43.390 le persone scomparse senza contare i dispersi. In loro ricordo anche una candela accesa per ognuno dei nomi pronunciati.
"L’Europa - ha detto il porporato - sarà in grado di prospettare un futuro coeso solo se sarà in grado di andare oltre gli interessi particolari e perseguire politiche volte a una integrazione sempre più imprescindibile. L’Europa se non trova l’unità nella solidarietà difficilmente la troverà in altro, i soli interessi non uniscono veramente, solo la solidarietà è la via per uscire dalla tempesta”. Nell’omelia il segretario di Stato ha esortato a volgere lo sguardo verso “tante vite spezzate mentre, per terra o per mare, erano in cerca di speranza”: “una tragedia che da anni bussa alle porte di casa nostra e soprattutto alla porta della nostra coscienza. E che potrebbe ancora più tristemente degenerare in un vero e proprio naufragio di civiltà”. Il Mar Mediterraneo da tempo “è più luogo di scontro che simbolo di incontro”. “Attorno alle acque che hanno visto sorgere alcune tra le civiltà più splendenti della storia - ha sottolineato il cardinale Pietro Parolin - si assiste a una regressione del vivere comune, tra naufragi, morti, scene di rabbia e di miseria, dibattiti e discussioni senza fine, strumentalizzazioni di varia natura e soprattutto tanta, troppa indifferenza”. L’antico nome dato dai Romani al Mediterraneo, mare nostrum, “rischia così di tramutarsi in un desolante mare mortuum”.
Per il card. Parolin “la solidarietà è la via per uscire dal buio della tempesta”. E ha esortato a pregare “anche per i governanti e i responsabili della società civile”. “Preghiamo - ha concluso - per le istituzioni europee, perché la questione migratoria trovi finalmente una risposta solidale. L’Europa, infatti, sarà in grado di prospettare un futuro coeso solo se saprà andare oltre la ricerca di interessi particolari e perseguire politiche di ampie vedute, volte a un’integrazione sempre più imprescindibile. Se non si trova l’unità nella solidarietà, difficilmente la si troverà in altro. Gli interessi, infatti, non uniscono veramente, ma chiudono in sé stessi”.
La veglia è stata promossa dal Centro Astalli, Caritas Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Migrantes, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Scalabrini Migration International Network, ACLI, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ACSE. (R. Iaria)
Barche a vela e barconi
16 Giugno 2021 - Roma - In questi giorni dodici barche a vela sono giunte nel porto di Genova provenienti dal nord della Francia dopo aver gareggiato nel mar Baltico. Sono le prime vele europee che si preparano al “The Ocean Race” (La corsa oceanica) che avrà inizio nell’autunno del 2022 per concludersi nel giugno 2023.
Una gara assai impegnativa che correrà sulle onde nel fruscio delle vele e nel soffio del vento.
Potrebbe sembrare fuori luogo guardare attraverso un evento così lontano dagli sport ordinari la storia che l’uomo e il mondo stanno vivendo.
C’è però un messaggio che potrebbe essere colto anche se non si conosce o si pratica questa disciplina.
Innanzitutto ci sono la determinazione e il coraggio nell’affrontare un mare in burrasca governando le vele perché non subiscano ma sfruttino la forza del vento.
In questa immagine si coglie il cammino dell’uomo di fronte al male, agli ostacoli, alla mancanza di riferimenti sicuri. Un cammino che si è aperto non solo con la pandemia perché molti altri sono le ferite del pianeta e il cuore dell’uomo è ogni giorno messo alla prova da piccoli e grandi egoismi, da piccole e grandi offese che puntualmente la cronaca registra.
Un giornale, cartaceo o elettronico, è come un mare in burrasca, le pagine appaiono come onde violente e a volte non bastano quelle distese per riprendere fiducia.
Si avverte sempre più frequente l’esigenza di un riferimento per continuare la navigazione verso un porto sicuro. Si comprende quanto sia forte a angosciante questa esigenza in coloro che attraversano il mare nella notte con la speranza di incontrare l’alba.
La dodici barche a vela accolte nel porto di Genova al termine del “The Ocean Race Europe” possono essere dunque uno splendido evento sportivo per pochi addetti ma possono anche far nascere pensieri nuovi sul futuro dell’umanità e del pianeta.
A partire dall’ascolto del silenzio mentre si naviga quale esperienza che intreccia il valore di una competizione sportiva con il valore della vita dell’uomo.
Le vele e il vento sono i simboli di una postura intellettuale che nella complessità e nell’incertezza consente di scoprire e vivere l’alleanza tra la fragilità e la forza nel costruire il bene comune.
Anche le barche a vela ricordano che il mare è una grande scuola di umanità per i velisti come per quei pescatori che nei giorni scorsi a Lampedusa si sono buttati in acqua per soccorrere alcune persone in pericolo durante il trasbordo dal barcone che li stava trasportando dall’Africa.
La barca a vela può stare accanto al relitto del barcone naufragato il 18 aprile 2015 che, ha ricordato Papa Francesco, è stato accolto domenica 13 giugno nel porticciolo di Augusta. (Paolo Bustaffa)
“Migrantes”: a fianco degli ucraini a Roma nell’insegnamento della lingua e cultura italiana
15 Giugno 2021 - Roma - Da diversi anni la Fondazione Migrantes aiuta gli stranieri appena arrivati ad apprendere gratuitamente le basi della lingua italiana. A tal fine, la Fondazione ha creato uno speciale Progetto di formazione lingua e cultura italiana per l'integrazione, che viene attuato in diverse parrocchie cattoliche a Roma, che visitano le comunità nazionali. Non fa eccezione la comunità ucraina, che ha la possibilità di acquisire gratuitamente la conoscenza della lingua e della cultura italiana grazie al fatto che la sede dei cardinali greco-cattolici ucraini si trova a Roma - Basilica minore di Santa Sofia. Quest'anno si sono formati due gruppi di ucraini: uno per principianti e l’altro focalizzato sul miglioramento delle competenze linguistiche esistenti dell'italiano.
"Sentiamo il bisogno di aiutare chi viene in Italia. Ci sono molte ragioni per cui le persone lasciano la loro patria, quindi per rendere la loro vita un po' più facile, offriamo questi corsi a varie comunità cattoliche a Roma. Conduciamo formazione in un giorno non lavorativo per i migranti, di solito dopo o prima della Liturgia”, ha affermato mons. Pierpaolo Felicolo, direttore Migrantes della diocesi di Roma: "tra gli studenti del corso ci sono anche persone che vivono nel paese da molto tempo, ma vogliono conoscere la lingua a un livello molto più alto. A causa delle restrizioni dovute alla pandemia quest'anno la formazione si è svolta online. "Era importante per noi non fermarci, ma continuare gli studi. Abbiamo in programma di realizzare in futuro questo progetto di una sorta di scuola di lingue per aiutare i migranti. Penso che sia estremamente necessario per loro, perché possono parlare una lingua straniera gratuitamente e rapidamente ", ha spiegato.
Secondo Felicia D'Alessandro, responsabile del Progetto formazione lingua e Cultura italiana per l'integrazione, la formazione per gli ucraini è iniziata cinque anni fa. Un progetto simile è frequentato da comunità cinesi, filippine, rumene e indù nelle loro parrocchie a Roma. "Non abbiamo potuto tenere lezioni in classe quest'anno, quindi le abbiamo spostate online. Naturalmente, i giovani apprendono lo studio online molto più velocemente. Ecco perché abbiamo implementato una doppia lente di lezioni: l'apprendimento della lingua e l'apprendimento delle competenze informatiche per coloro che non sanno come farlo ", ha detto. Secondo D'Alessandro il progetto coinvolge almeno trenta insegnanti che insegnano l'italiano non solo ai migranti, ma anche a diverse istituzioni religiose e collegi. A causa del lavoro, gli ucraini chiedono di tenere lezioni una volta alla settimana e siamo sempre attenti alle circostanze in cui vivono i nostri studenti. Dopo le vacanze estive, a settembre, inizieremo a formare nuovi gruppi di studenti, spero in aula", ha aggiunto.
Dell'efficacia di questo progetto linguistico e culturale è convinto p. Marco Semegen, presidente della Società religiosa “Santa Sofia”: “Sebbene il corso sembri poco appariscente e tranquillo, i suoi frutti sono grandi". Quest’anno due gruppi di ucraini hanno studiato online, spiega sottolineando la responsabilità di ogni studente del corso, perché nonostante sia gratuito, "comporta molto lavoro di volontariato" .
Al termine della formazione, i partecipanti al progetto hanno sostenuto un test per il livello di conoscenza della lingua italiana. “Grazie a Dio e al Patriarch Josif Slipyj, abbiamo questa casa della Società religiosa “Santa Sofia”, dove possiamo dare la possibilità agli ucraini che non conoscono l'italiano di studiarla. Una persona che vive all'estero deve conoscere la lingua per poter prima comprendere i suoi diritti, le sue responsabilità e potersi tutelare” ha concluso p. Marco. (Ruslana Tkachenko)
Viminale: da inizio anno sbarcate 17.698 persone migranti sulle coste italiane
15 Giugno 2021 - Roma - Sono 17.698 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane dall’inizio dell’anno. Di questi 2.704 sono di nazionalità bengalese (15%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (2.627, 15%), Costa d’Avorio (1.417, 8%), Egitto (1.066, 6%), Eritrea (1.009, 6%), Guinea (952, 5%), Sudan (911, 5%), Marocco (632, 4%), Mali (572, 3%), Algeria (550, 3%) a cui si aggiungono 5.258 persone (30%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Sempre secondo il Viminale fino ad oggi sono stati 2.824 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare.
Per quanto riguarda la presenza di migranti in accoglienza, i dati parlano di 76.744 persone su tutto il territorio nazionale di cui 1.411 negli hot spot (1.194 in quelli della Sicilia e 217 in quelli della Puglia), 49.577 nei centri di accoglienza e 25.756 nei centri Sai. La Regione con la più alta percentuale di migranti accolti è la Lombardia (13%, in totale 9.779 persone), seguita da Emilia Romagna e Sicilia (10%), Lazio e Piemonte (9%), Campania (7%), Toscana, e Puglia (6%).
Corridoi umanitari: domani un convegno con il card. Bassetti
15 Giugno 2021 - Roma - Domani, mercoledì 16 giugno, a Roma, all’Ambasciata d’Italia presso la Sede, il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, concluderà l’evento “Governare le migrazioni. La buona pratica dei corridoi umanitari”, organizzato dall’Ambasciata e dalla Comunità di Sant’Egidio.
Dopo il saluto iniziale dell’ambasciatore Pietro Sebastiani, sono previsti gli interventi di Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio; Luciana Lamorgese, Ministro dell’Interno, e Paolo Naso, Coordinatore di “Mediterranean Hope” (programma rifugiati e migranti della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia).
“Morire di Speranza”: dal 1990 oltre 43mila i migranti morti nel tentativo di raggiungere l’Europa
15 Giugno 2021 - Roma - 43.390 persone morte, senza contare i dispersi, dal 1990 a oggi, nel mare Mediterraneo o nelle altre rotte, via terra, dell’immigrazione verso l’Europa. Sono i dati che forniscono i promotori della veglia interreligiosa "Morire di Speranza" che si svolgerà questo pomeriggio a Roma, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, presieduta dal card. Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede.
Un "conteggio drammatico", che si è ulteriormente aggravato nell’ultimo anno: sono infatti 4071 le persone che, da giugno 2020 ad oggi, hanno perso la vita nel Mediterraneo e lungo le vie di terra nel tentativo di raggiungere il nostro continente, soprattutto dalla Libia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale.
Durante la veglia verranno ricordati alcuni nomi di chi è scomparso e accese candele in loro memoria. Parteciperanno numerosi immigrati di diversa origine e saranno presenti anche familiari e amici di chi ha perso la vita in mare. L'iniziativa, on occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, è promossa da Comunità di Sant’Egidio, Centro Astalli, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Scalabrini Migration International Network, ACLI, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ACSE.
Card. Bassetti: Mediterraneo ancora al centro del mondo
15 Giugno 2021 - Roma - «Il Mediterraneo è diventato il cimitero più grande d’Europa»: le parole pronunciate dal Papa all’Angelus, con le quali ha ricordato una delle più silenziose e drammatiche realtà del nostro tempo, ci interrogano profondamente. Nel mondo d’oggi, infatti, quasi più nulla sembra scalfire l’animo umano. Persino la morte di uomini, donne e bambini al largo delle nostre coste non sembrano turbare più di tanto la quotidianità del vivere.
Eppure la cerimonia svoltasi ad Augusta in Sicilia evocata da Francesco a San Pietro, in cui è stato esposto il relitto del peschereccio che il 18 aprile 2015 naufragò nel Canale di Sicilia con oltre mille migranti, ha proprio questo obiettivo: scuoterci da quell’ignavo torpore in cui la civiltà occidentale si è rifugiata per scappare da se stessa e dalle proprie responsabilità. «Questo simbolo delle tragedie», ha concluso il Papa, deve «interpellare le coscienze» e favorire «la crescita di un’umanità più solidale che abbatta il muro dell’indifferenza».
Queste parole portano alla luce alcune grandi questioni. In particolar modo, la centralità del Mediterraneo nel mondo contemporaneo. Forse mai come oggi, infatti, il Mediterraneo non è più soltanto un bacino marittimo che bagna tre continenti spesso in conflitto tra loro, ma un angolo visuale fondamentale da cui guardare il mondo intero. Questo mare è solcato da navi mercantili che viaggiano in tutte le direzioni; è caratterizzato da importanti centri strategici per le risorse energetiche
del pianeta; è attraversato da migliaia di chilometri di cavi sottomarini che permettono le comunicazioni; e, infine, è drammaticamente percorso da uomini e donne migranti che provengono dal Nordafrica, dall’Africa subsahariana, dal Corno d’Africa, dal Vicino Oriente e dall’Asia centrale.
La centralità del Mediterraneo è segnata, dunque, da una pervasiva globalizzazione economica che si tramuta però in una dolorosa indifferenza quando il focus si sposta sui poveri e sui migranti. Questo strabismo concettuale non solo non è evangelicamente accettabile, ma è estremamente carico di incognite e di rischi per il futuro. Chiudere gli occhi davanti ai «popoli della fame» significa, prima di tutto, chiudere gli occhi a Cristo e a quell’umanità sofferente di cui da sempre si prende cura lo sguardo del Samaritano. In secondo luogo, voltare lo sguardo oggi alle migrazioni internazionali significa non affrontare concretamente una delle più grandi questioni sociali di domani: come si governa la mobilità umana? Come combattere lo sfruttamento della tratta? Come integrare queste persone nelle società d’accoglienza?
Sono queste alcune delle domande che le migrazioni nel Mediterraneo impongono all’agenda pubblica dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia. Non solo ai governi, ma anche alla Chiesa. Al centro di tutti questi interrogativi si colloca un concetto che è alla base del pensiero cristiano: la difesa e la valorizzazione della persona umana. Ed è per questo motivo, sulla base dell’intuizione lapiriana di trasformare il Mare Nostrum in una «grande lago di Tiberiade», ovvero in un luogo di pace e speranza, che i vescovi del Mediterraneo si sono riuniti nel febbraio del 2020 a Bari e lo rifaranno nel febbraio 2022 a Firenze in un incontro di preghiera, fraternità e dialogo. Un’antica profezia di pace ha attraversato tutto il XX secolo: che questo mare unisca e non divida. Oggi cerchiamo, con umiltà e fervore, di seguire il sentiero segnato da questa visione profetica. Il Mediterraneo in cui si affacciano le civiltà che appartengono alla «triplice famiglia di Abramo», come scriveva La Pira, può realmente diventare un luogo di incontro tra culture, religioni e popoli diversi. Un incontro che, dopo secoli di divisione, potrebbe cambiare la storia non solo del Mediterraneo, ma del mondo intero. (Card. Gualtiero Bassetti - Presidente CEI)
Viminale: da inizio anno sbarcate 16.817 persone sulle coste italiane
14 Giugno 2021 - Roma - Sono 16.817 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane dall’inizio dell’anno. Di questi 2.704 sono di nazionalità bengalese (16%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (2.486, 15%), Costa d’Avorio (1.417, 9%), Egitto (1.066, 6%), Eritrea (1.009, 6%), Guinea (952, 6%), Sudan (908, 5%), Marocco (623, 4%), Mali (572, 3%), Algeria (512, 3%) a cui si aggiungono 4.568 persone (27%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.
La storia di Moussa Balde e il peso dell’indifferenza: la risposta di “Confini” per sensibilizzare i più giovani sull’immigrazione
14 Giugno 2021 - Roma - “Una storia che fa emergere una lunga catena di dettagli, sempre dello stesso colore: indifferenza, solitudine, abbandono, violenza”. Lo ha detto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, celebrando una preghiera per Moussa Balde, giovane ragazzo guineano di 23 anni, suicidatosi al Centro di permanenza per i rimpatri. “Una ferita aperta che pesa profondamente sul mio cuore” ha continuato l’arcivescovo, e che mostra che “se non c’è comunità nell’accompagnare questi fratelli e sorelle vince l’indifferenza”. Ed è proprio l’indifferenza il principale ostacolo che incontrano tanti che, come Moussa, decidono di venire nel nostro paese con la speranza di una vita migliore.
Il giovane guineano infatti, venuto in Italia nel 2017, ha provato ad integrarsi, imparando la lingua e mettendosi anche a studiare (aveva preso la licenza di terza media). Uno slancio positivo che però si è interrotto nel momento in cui Moussa ha dovuto fare i conti con la realtà: senza un sostegno, il giovane è entrato in una spirale negativa di depressione e ansia non riuscendo a trovare un lavoro e perdendo con il tempo ogni stimolo nel farlo.
I numerosi “No” ricevuti hanno portato il giovane a chiedere l’elemosina. Ed è proprio mentre chiedeva la carità di fronte ad un supermercato di Ventimiglia che il giovane guineano ha subito l’ennesimo trauma: una violenta aggressione da parte di tre italiani. Ricoverato per le lesioni subite, il giovane è stato raggiunto da un decreto di espulsione perché risultato privo di permesso di soggiorno e trasferito al Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino, dove, ancora sotto shock e senza alcun sostegno psicologico, ha deciso di togliersi la vita.
“La vicenda tragica di Moussa mostra cosa possono generare l’odio e l’indifferenza” spiega Marco Ruopoli, presidente di Sophia Impresa Sociale, cooperativa romana che dal 2013 si occupa di dare sostegno ai migranti in condizione di vulnerabilità. Per questo è nato “Confini” (progetto educativo sostenuto dalla Fondazione Migrantes) per “sensibilizzare i ragazzi riguardo il tema della migrazione sui cui hanno una visione distorta e lontana dalla realtà che li porta a considerare gli stranieri come qualcosa di negativo”. “In fondo, il nostro obiettivo principale”, rivela Erik, responsabile di Confini, “è favorire l’integrazione cercando di alzare la voce contro l’indifferenza”. (A. C.)
Migrantes Carpi: la storia del viaggio del giovane musulmano Ebrima in un libro
14 Giugno 2021 - Carpi – “Io e i miei piedi nudi”. Questo il titolo di un volume di Giulia Bassoli ed Ebrima Kuyateh pubblicato dalla Fondazione Migrantes nella collana “Testimonianze e esperienze delle migrazioni” che sarà presentato a Carpi venerdì prossimo, 18 giugno, nel Cortile del Vescovado alla presenza del vescovo, mons. Erio Castellucci, Vice Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Il volume racconta la storia del viaggio del giovane musulmano Ebrima Kuyateh, partito dal Gambia nel 2012 per aiutare la sua famiglia dopo la morte del padre, e arrivato in Italia nel 2014. Il viaggio di Ebrima è lo stesso di tanti altri giovani, partiti in cerca di un futuro dignitoso, e si intreccia con tante altre storie. Non è un solo un viaggio dall’Africa, ma soprattutto un viaggio in Africa: da quando è stato costretto ad abbandonare la scuola, Ebrima si è spostato prima all’interno del suo paese, poi dal Gambia in Senegal, dove ha lavorato per alcuni mesi senza garanzia di stipendio. Infine dal Senegal alla Libia, passando per il Mali, il Burkina Faso, il Niger e poi il deserto. Molto diversa da quella che si sperava che fosse, la Libia si rivelerà essere una pericolosissima gabbia, infiammata dalla guerra civile e dal traffico di esseri umani, una gabbia da cui non si può uscire e in cui è sempre più rischioso restare. Il Mediterraneo diventerà una sorta di scelta obbligata, una fuga dalla trappola libica, dove ancora una volta si rischierà la vita, su piccoli gommoni invece che su navi.
La storia di questo viaggio è una storia nota, ma che “abbiamo necessità di continuare ad ascoltare. I temi che emergono sono molteplici: il dramma della povertà e dello sfruttamento, la violazione dei diritti umani che persiste in Libia, ma anche la solidarietà e la possibilità di un’integrazione positiva sul nostro territorio”, si legge nella presentazione.
Anche il libro ha una storia: dopo essere arrivato in Italia, Ebrima ha trascorso un periodo di tempo a Carpi e a San Marino di Carpi, e ha conosciuto i volontari di Migrantes, con cui ha instaurato un rapporto di amicizia. Molte volte è stato invitato a testimoniare il suo percorso, nelle parrocchie ma anche in ambienti laici: il suo è un racconto di fatica e sofferenza, ma anche e soprattutto di speranza, gratitudine e integrazione. In seguito, è nata l’idea di realizzare un libro, che è stato scritto insieme a Giulia Bassoli, volontaria di Migrantes ed è arricchito dalla prefazione di mons. Castellucci e dalla postfazione del direttore dell’Ufficio Migrantes diocesano Stefano Croci.
Papa Francesco: il Mediterraneo è il più grande cimitero d’Europa
14 Giugno 2021 - Città del Vaticano – Ieri pomeriggio ad Augusta, in Sicilia, la cerimonia di accoglienza del relitto della barca naufragata il 18 aprile 2015. Questo “simbolo di tante tragedie del Mar Mediterraneo – ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus ieri mattina - continui a interpellare la coscienza di tutti e favorisca la crescita di un’umanità più solidale, che abbatta il muro dell’indifferenza. Pensiamoci: il Mediterraneo è diventato il cimitero più grande dell’Europa”.
Il relitto di quell'imbarcazione con a bordo 1000 migranti (solo 28 i superstiti) verrà esposto in maniera permanente nel porto della cittadina siciliana dopo essere rientrato da Venezia, dove era stato esposto per la Biennale del 2019.
L’iniziativa di ieri sera è avvenuta all’interno delle celebrazioni per la Madonna della Stella Maris. A conclusione della cerimonia civile una concelebrazione eucaristica dei sacerdoti di Augusta con l’arcivescovo di Siracusa, Mons. Francesco Lomanto.
Viminale: da inizio anno sbarcate in Italia 15.375 persone sulle coste italiane
11 Giugno 2021 - Roma - Sono 15.375 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 2.608 sono di nazionalità bengalese (17%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (2.138, 14%), Costa d’Avorio (1.410, 9%), Egitto (1.043, 7%), Eritrea (973, 6%), Guinea (945, 6%), Sudan (905, 6%), Marocco (623, 4%), Mali (568, 4%), Algeria (466, 3%) a cui si aggiungono 3.696 persone (24%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.
Oxfam: “migliaia di minori e neo-maggiorenni in Europa”
11 Giugno 2021 - Roma - Anche se i flussi si sono ridotti negli ultimi anni, ad oggi sono 6.633 i minori non accompagnati accolti in Italia, e Paesi come la Francia, ne contano più di 30.000. Si tratta di ragazzi che spesso hanno alle spalle esperienze terribili. Basti pensare alla rotta balcanica e al confine orientale italiano, dove molti minorenni soli sono stati respinti dalle polizie di frontiera e costretti a un viaggio a ritroso verso la Bosnia. A quanto avviene sulle isole greche, dove centinaia di minori senza famiglia sono bloccati da mesi in campi profughi senza accesso a servizi e istruzione. E alla situazione delle nostre coste, dove negli ultimi 5 mesi sono sbarcati oltre 2.600 ragazzi soli. È l’allarme lanciato ieri da Oxfam, Greek council for refugees, Dutch council for refugees, Acli Francia in un nuovo rapporto che denuncia i rischi che comporta compiere 18 anni per i minori arrivati soli in Europa. Dal report emerge che “nessuno dei 5 Paesi presi in esame – Francia, Grecia, Paesi Bassi, Irlanda e Italia – ha adottato politiche sistemiche in grado di sostenere i giovani migranti nel loro percorso di integrazione”. Le norme prevedono che i minori rifugiati arrivati in Europa siano ospitati in strutture adeguate e affidati a tutori per tutte le questioni amministrative e legali. L’accesso a strutture di accoglienza per i neo-maggiorenni varia però da Paese a Paese: in Irlanda vengono trasferiti in alloggi per adulti caratterizzati da standard molto bassi, in Grecia possono finire in uno dei campi profughi o per strada, in Italia ci sono diverse opzioni ma anche il rischio, più che concreto, di essere messi semplicemente alla porta. Una delle difficoltà più serie per i ragazzi neomaggiorenni in Italia, riguarda l’ottenimento di un permesso di soggiorno: a 18 anni il diritto di non essere espulsi decade ed è necessario ottenere un documento che garantisca il diritto a restare. Chi ha fatto richiesta di asilo e diventa maggiorenne mentre è ancora in attesa dell’esito può trovarsi in enorme difficoltà se la domanda viene rigettata. A quel punto è preclusa la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per studio o lavoro, e il rischio di cadere nell’irregolarità è altissimo. Le organizzazioni lanciano perciò un appello all’Italia e all’Unione europea per “un deciso cambio di passo” verso “politiche strutturate” con “più fondi per l’integrazione”.
Viminale: da inizio anno sbarcate 15.252 persone migranti sulle coste italiane
10 Giugno 2021 - Roma - Sono 15.252 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 2.608 sono di nazionalità bengalese (17%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (2.113, 14%), Costa d’Avorio (1.410, 9%), Eritrea (971, 7%), Egitto (958, 6%), Guinea (945, 6%), Sudan (905, 6%), Marocco (623, 4%), Mali (568, 4%), Algeria (456, 3%) a cui si aggiungono 3.695 persone (24%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.
Mattarella: “Grazie a guardia costiera per salvataggio vite umane”
9 Giugno 2021 - Roma - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale l’ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, capo di stato maggiore della Marina militare, accompagnato da una rappresentanza di appartenenti alla Forza Armata, in occasione del 160/mo anniversario di fondazione. "Vorrei rivolgere - ha detto Mattarella - un saluto e un ringraziamento al Corpo delle Capitanerie di porto, la Guardia costiera, per l’opera preziosa che svolge con grande competenza e generosità per il controllo dei confini, per salvare vite umane, in questi ultimi anni con grande intensità, considerata la grande quantità di persone che dalla disperazione vengono spinte nel Mediterraneo in condizione di grande insicurezza". "Siamo - ha aggiunto - immersi nel mare e questo rende per noi decisivo il compito di assicurare libertà di navigazione, la sicurezza dei mari e delle coste, la salvaguardia delle vite umane in mare: sono esigenze irrinunciabili per il nostro Paese così come lo sono per la comunità internazionale, ma il nostro Paese lo avverte in maniera particolarmente intensa e protagonista".
Lamorgese: 24.825 richieste soggiorno, 8mila permessi rilasciati
9 Giugno 2021 - Roma - "In relazione all’esito favorevole dell’attività istruttoria svolta dagli sportelli unici per l’immigrazione ad oggi sono pervenute alle questure per il rilascio di permesso di soggiorno 24.825 istanze, a fronte delle quali sono stati rilasciati circa 8 mila titoli di soggiorno". Lo
ha detto la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, rispondendo, durante il question time in aula alla Camera, a una interrogazione sulle iniziative volte ad assicurare in tempi celeri l’esame delle domande di regolarizzazione presentate da lavoratori stranieri, anche al fine di facilitarne l’accesso alla campagna vaccinale anti-Covid. (Dire)
Viminale: da inizio anno sbarcate 15.195 persone migranti sulle coste italiane
9 Giugno 2021 - Roma - Sono 15.195 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 2.608 sono di nazionalità bengalese (17%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (2.113, 14%), Costa d’Avorio (1.410, 9%), Eritrea (971, 7%), Egitto (958, 6%), Guinea (945, 6%), Sudan (905, 6%), Marocco (623, 4%), Mali (568, 4%), Algeria (456, 3%) a cui si aggiungono 3.638 persone (24%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal Ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.