Tag: Centro Astalli

Centro Astalli: “sI portino in salvo i migranti che ora sono in mare”

11 Aprile 2020 -
Roma - Il Centro Astalli esprime “seria preoccupazione per la sorte di decine di bambini, uomini, donne ora in mare”. “Sono persone stremate, disperate che non hanno scelto di salire su una barca. Non è un viaggio il loro. È aggrapparsi all’unica possibilità di sopravvivere, pagata a caro prezzo” si legge in una nota diffusa oggi. “Il coronavirus non può essere pretesto dei governi per autodenunciarsi ‘porto non sicuro’ – denuncia il Centro Astalli – in mare ci sono esseri umani che non sono mai stati al sicuro in vita loro, sono persone in fuga dalla guerra, dalla povertà, dai centri di detenzione libici”. Il Centro Astalli chiede che l’Europa “non volti le spalle ai migranti” e si prevedano “adeguate misure di quarantena in modo da non esporre nessuno al pericolo di contagio; si soccorrano le persone che necessitano di cure urgenti, bambini e donne incinte; si attui un piano di solidarietà tra gli stati Ue”. In questo modo, per il Centro, “si tratterebbe di accogliere pochi migranti per Paese, non incidendo in alcun modo sulla sicurezza interna. Portiamo in salvo i migranti. L’epidemia che ci troviamo a fronteggiare ci insegna più di tutto che nessuno si salva da solo. Domani i cristiani celebrano la Pasqua, la resurrezione di Cristo che sconfigge la morte. Salviamo i migranti, sconfiggiamo la loro morte, salvando le loro vite”.

Centro Astalli su nave affondata al largo della Turchia: “chiudere accordo con Ankara e aprire canali legali d’ingresso”

5 Gennaio 2020 - Roma - “Chiediamo che lo scellerato accordo tra Ue e Turchia per il blocco di migranti sia eliminato e lasci il posto a canali legali d’ingresso che garantiscano sicurezza e dignità a persone in fuga”. Lo si legge in un tweet del Centro Astalli all’indomani del naufragio di una piccola imbarcazione al largo della costa occidentale della Turchia con 15 migranti a bordo. Al momento proseguono le ricerche, ma almeno una decina di profughi, fra cui donne e bambini, sarebbero annegati.

Centro Astalli: “salvare vite umane torni ad essere priorità”

7 Ottobre 2019 - Roma - Il Centro Astalli esprime “profondo cordoglio e dolore” per le vittime dell’ultimo naufragio avvenuto davanti alle coste di Lampedusa.  Almeno 9 i morti, oltre 20 i dispersi, tra loro 8 sono bambini. Solo pochi giorni fa “ricordavamo le vittime di una delle più grandi tragedie del mare. Oggi ancora una volta piangiamo la morte di innocenti”, sottolinea il Centro Astalli in una nota evidenziando che “l’urgenza umanitaria che si consuma ogni giorno nel Mediterraneo - di fatto derubricata a effetto collaterale di politiche di contenimento dei flussi - necessita di azioni che tutelino ogni donna, uomo, bambino migrante. Salvare vite umane torni ad essere priorità. Assicurare il diritto d’asilo oggi vuol dire: permettere a migranti forzati di arrivare in Europa senza rischiare la morte affidandosi a trafficanti e criminali attraverso vie legali di accesso; garantire operazioni di soccorso in mare per coloro che rischiano la vita in un naufragio; tornare ad applicare le convenzioni internazionali ratificate, e nei rapporti di politica estera anteporre sempre il rispetto dei diritti umani a qualunque altra valutazione”. Per il presidente del Centro Astalli, p. Camillo Ripamonti “il sangue di questi innocenti grida, non possiamo più rimanere indifferenti, perché la nostra indifferenza ormai si è fatta complice”. Da qui l’auspicio che “il Governo italiano e quello europeo mettano mano con urgenza al tema dei salvataggi in mare ridefinendo i termini di nuove missioni”.

Centro Astalli: fare memoria “è atto dovuto”

3 Ottobre 2019 - Roma - "Fare memoria è atto dovuto". A sei anni dal terribile naufragio, avvenuto nella notte del 3 ottobre davanti alle coste di Lampedusa in cui persero la vita 368 migranti, "fare memoria e mantenere vivo il ricordo di quel tragico giorno e dei tanti altri che ne sono seguiti è atto dovuto", ricorda oggi il Centro Astalli sottolineando che da allora oltre 18mila persone sono morte in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa per chiedere asilo. "Un numero impressionante di bambini, donne e uomini, relegati troppo spesso all’oblio della nostra indifferenza", si legge in una nota diffusa pochi minuti fa:  neanche più un morto nel Mediterraneo: fu questo l’appello rivolto alle istituzioni nazionali ed europee. Oggi, come sei anni fa," torniamo a chiedere di fermare l’ecatombe di migranti in mare. Sia priorità mettere in atto vie legali per garantire accesso alla protezione e sconfiggere così il traffico di esseri umani. Sia priorità il salvataggio in mare delle persone, come previsto da convenzioni internazionali e diritti umani, troppo spesso calpestati con norme demagogiche contro la solidarietà. Siano priorità politiche strutturali e di lungo periodo che permettano di preparare i territori ad un’accoglienza diffusa di richiedenti asilo e rifugiati. Sia priorità - conclude il Centro Astalli - contro ogni semplificazione, affrontare il tema della migrazione nelle sue diverse componenti con responsabilità e lucidità, non strumentalizzandolo o banalizzandolo, eliminando i discorsi di odio, razzismo e xenofobia". (R.I.)

P. Ripamonti: “nel Mediterraneo ora una risposta corale da parte degli Stati europei”

27 Agosto 2019 - Roma - “Alziamo lo sguardo per porre fine all’ecatombe. L’urgenza umanitaria del Mediterraneo richiede ora risposta corale da parte degli Stati europei che hanno il dovere di salvare vite umane”. Lo dichiara padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, esprimendo cordoglio per le vittime del naufragio davanti alle coste libiche in cui avrebbero perso la vita 40 persone. “Sempre più ripiegati su noi stessi, anestetizzati al dolore altrui, lasciamo morire in mare persino dei bambini – aggiunge il gesuita -. In queste ore così complicate per il futuro dell’Italia, vogliamo ribadire che la politica trova senso e significato nella promozione e nella tutela di ogni essere umano. È guardare oltre l’esclusivo interesse di pochi per perseguire un’idea di bene comune che garantisce pace e sviluppo per tutti, mettendo al centro gli ultimi e i perseguitati della terra”.  

Centro Astalli: dolore per il bombardamento che ha colpito un centro migranti in Libia

3 Luglio 2019 - Roma - Con “profondo dolore” il Centro Astalli apprende del bombardamento che ha colpito durante la notte il centro di detenzione per migranti di Tajoura, sobborgo nella zona est di Tripoli. 40 persone sono morte e 80 risultano ferite, ma il bilancio delle vittime è destinato a salire. Si tratta per lo più di migranti subsahariani. “Orrore si aggiunge alla tragedia quotidiana che le persone, già provate dalla fuga dai loro paesi di origine a causa di guerre, persecuzioni, violenza generalizzata, sono costrette a vivere nei centri di detenzione dove vengono sottoposte a torture di ogni genere”, si legge in una nota del Centro dei gesuiti che evidenzia come la Libia “non è un paese sicuro, è un paese dove da tempo si combatte una guerra civile, dove manca stabilità politica e militare e dove vengono perpetrate sistematiche violazioni dei diritti umani soprattutto a danno dei migranti”. “Volevamo la prova che la Libia non fosse un porto sicuro ora l’abbiamo, una prova pagata a prezzo di decine di vite umane in un centro di detenzione che non doveva essere lì, nel quale non dovevano esserci migranti, ma anche questa tragedia non servirà a smuoverci dalla nostra colpevole indifferenza!”, dichiara padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli: “a fianco alle vittime del conflitto che si sta consumando in Libia dobbiamo contare anche queste. Concediamoci un tempo per piangerle, forse siamo ancora in tempo per tornare indietro dalle nostre ottuse ed egoistiche logiche da fortezza Europa”.

Centro Astalli: oggi “colloquio sulle migrazioni” alla Gregoriana

17 Giugno 2019 - Roma - In occasione delle celebrazioni della Giornata Mondiale del Rifugiato 2019 il Centro Astalli organizza, in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana, il colloquio sulle migrazioni “Rifugiati: ai confini dell’umanità”. Appuntamento questa sera alle ore 17.30 presso l’Aula Magna della Pontificia Università Gregoriana. Intervengono Luciano Manicardi, Priore della Comunità di Bose, e Massimo Cacciari, filosofo. Introduce e modera l’incontro Marco Damilano, direttore de L’Espresso. Saluti iniziali di P. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli.