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Centro Astalli: “lasciar morire in mare i migranti non ci rende più sicuri o immuni dai mali del mondo”

20 Agosto 2020 -
Roma - Il Centro Astalli esprime "profondo cordoglio" e "dolore" per le vittime e "preoccupazione per la sorte dei migranti che "cercavano di venire in Europa per fuggire dalla Libia, paese in guerra e altamente instabile". Così il centro dei gesuiti per i rifugiati dopo il naufragio che ha causato la morte di almeno 45 persone al largo della costa libica. "Evacuare i migranti dalla Libia è l’unico modo per interrompere l’ecatombe nel Mediterraneo", evidenzia il Centro Astalli che chiede l'impegno di risorse per "aprire vie legali e quote d’ingresso negli Stati europei per coloro che fuggono da povertà, guerre e crisi umanitarie. Lasciar morire in mare i migranti non ci rende più sicuri o immuni dai mali del mondo".

R.I.

 

Centro Astalli: “inviare l’esercito rafforza narrativa strumentale e alimenta la paura”

29 Luglio 2020 - Roma - “Si parla di 12.000 arrivi, tre volte di più dello scorso anno ma se raffrontati agli anni precedenti sono molto contenuti. È una narrativa strumentale: inviare l’esercito può tutelare e tranquillizzare l’opinione pubblica – ricordiamo però che l’esercito è stato chiamato anche per il Covid e la movida – ma rafforza anche l’idea che ce n’è bisogno e che siamo invasi”.
Così padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli di Roma, commenta al Sir i consistenti arrivi di migranti sulle coste siciliane, le polemiche politiche e le fughe dalla tensostruttura di Porto Empedocle, che hanno portato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese alla decisione di inviare in zona l’esercito. “I migranti – osserva padre Ripamonti – negli ultimi anni sono diventati il capro espiatorio che serve a prendere voti, spostare gli assi politici e impaurire le persone. Ora che non siamo più nel picco dell’epidemia e i piccoli focolai vengono dall’esterno, i migranti diventano, per eccellenza, coloro che portano la malattia e vengono strumentalizzati. In questo modo si rischia di alimentare la paura”. A suo avviso “la strumentalizzazione del fenomeno migratorio per fini politici non ne aiuta la gestione, che dovrebbe essere ordinaria e programmata”. “Si poteva immaginare due mesi fa che le persone sarebbero arrivate anche quest’estate e in emergenza Covid – afferma il gesuita all'agenzia –. Se si fosse programmato per tempo non ci saremmo trovati a gestire in modo approssimativo queste situazioni. Anche sistemare in tensostrutture molte persone insieme in periodo di Covid non è una soluzione adeguata”. Il governo sta pensando di affittare una nuova nave-quarantena. Secondo padre Ripamonti questa “può essere una soluzione-tampone in alcune situazioni ma non può essere l’unica modalità”.

Centro Astalli: soccorrere ed evacuare subito i migranti dalla Libia

17 Luglio 2020 - Roma - Il Centro Astalli esprime “seria preoccupazione” per le condizioni dei 65 migranti dispersi nel Mediterraneo a causa della “mancanza di un intervento tempestivo di soccorso in mare da parte delle autorità competenti e si appella alle istituzioni nazionali e sovranazionali affinché “si intervenga subito per ritrovarli e portarli in salvo”. “Lasciar morire degli esseri umani senza far di tutto per soccorrerli dovrebbe suscitare vergogna e rabbia in ogni cittadino europeo e invece indifferenza e assuefazione sembrano avallare sempre più politiche di chiusura e di respingimento” si legge nella nota del Centro gestito dai Gesuiti che chiede al Governo italiano di “attivarsi tempestivamente per dar seguito a quanto dichiarato ieri dalla Ministro Luciana Lamorgese nell’incontro con Fayez al Serraj a Tripoli riguardo la necessità di operazioni di evacuazione dei migranti presenti nei centri gestiti dal Governo libico attraverso corridoi umanitari organizzati dalla UE e gestiti dall’ONU. Spezzare il giogo dei traffici di esseri umani è possibile investendo risorse ed energie in operazioni legali che tutelino la dignità e i diritti umani dei migranti”.

In ognuno la traccia di ognuno: oggi il “colloquio sulle migrazioni” del Centro Astalli

17 Giugno 2020 - Roma – “In ognuno la traccia di ognuno. Con i rifugiati per una nuova cultura dell'accoglienza e della solidarietà”. Questo il tema del colloquio sulle migrazione promosso, oggi pomeriggio, dal Centro Astalli a pochi giorni della Giornata mondiale del Rifugiato. L’incontro in streaming, introdotto dal presidente del Centro Astalli, sarà aperto dal saluto di Luciana Lamorgese, Ministro dell'Interno e di Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede. Seguiranno gli interventi del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e della filosofa Donatella Di Cesare. A moderare il dibattito Bianca Berlinguer. Celebrare la Giornata mondiale del rifugiato 2020 in Italia oggi vuol dire chiedere che “i migranti in Libia e nei campi delle isole greche vengano evacuati immediatamente, che si aprano vie di ingresso legali in Europa, che i Balcani non siano vie di morte e violenze, che tutti gli stati membri dell’Unione europea smettano di commerciare in armi e invece investano in cooperazione allo sviluppo e in tutela dell’ambiente”, sottolinea il Centro Astalli, aggiungendo che occorre “non smettere di chiedere giustizia e camminare al fianco dei rifugiati ogni giorno lasciandosi contagiare dalla loro speranza e dal loro coraggio”.

R.Iaria

Centro Astalli: al via campagna social #traccesolidali

3 Giugno 2020 - Roma - Il Centro Astalli lancia oggi #traccesolidali, una campagna social per la prossima Giornata mondiale del rifugiato che si celebra il 20 giugno. L’invito è a postare entro il 20 giugno su Facebook, Instagram e Twitter una foto che rappresenti un piccolo gesto di solidarietà, attenzione, cura dell’altro e di ciò che ci circonda, usando l’hashtag #traccesolidali. Il Centro Astalli condividerà le foto sulle pagine social e tra tutte quelle arrivate sarà estratto a sorte il vincitore di 3 mascherine realizzate dalle rifugiate di Casa di Giorgia, che accoglie una trentina di donne e bambini.

Papa Francesco: “è un momento delicato per il diritto d’asilo”

29 Maggio 2020 - Città del Vaticano - Un apprezzamento al Centro Astalli “per il coraggio con cui affrontate la ‘sfida’ delle migrazioni, soprattutto in questo delicato momento per il diritto d’asilo, poiché migliaia di persone fuggono dalla guerra, dalle persecuzioni e da gravi crisi umanitarie”. Lo ha rivolto Papa Francesco nella lettera indirizzata a padre Camillo Ripamonti, direttore del Centro Astalli. “Il vostro esempio – ha scritto il Papa nella lettera autografa, datata 23 maggio e riferita alla recente presentazione del Rapporto annuale 2020 del Centro Astalli – possa suscitare nella società un rinnovato impegno per una autentica cultura dell’accoglienza e della solidarietà”. Il Papa rivolge un pensiero “ai rifugiati che voi accogliete con amore fraterno: a tutti sono spiritualmente vicino con la preghiera e l’affetto e li esorto ad avere fiducia e speranza in un mondo di pace, di giustizia e di fraternità tra i popoli”.

Centro Astalli: riprende il corso di formazione sulla mobilità per i docenti

26 Maggio 2020 - Roma - Il Centro Astalli, in collaborazione con CeFAEGI – Centro di Formazione per l’Attività Educativa dei Gesuiti d’Italia, Fondazione Magis, Scalabrini International Migration Network, promuove la “La mobilità umana: tra passato, presente e futuro”. Riparte infatti il corso di formazione per i docenti degli istituti secondari di primo e secondo grado, sospeso a causa dell’emergenza da Covid-19 dopo il primo incontro ”Mobilità umana e giustizia globale”, tenuto da p. Lorenzo Prencipe, presidente CSER – Centro Studi Emigrazione Roma. Il secondo e terzo appuntamento si terranno in modalità online. Il primo è previsto oggi con p. Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, e Andrea Pecoraro, protection associate UNHCR, che tratteranno il tema “Rifugiati e richiedenti asilo: accoglienza e integrazione in Italia”. "In un tempo in cui il mondo è attraversato da una gravissima crisi sanitaria che mette in discussione stili di vita, relazioni e visione del futuro, i migranti – si legge in una nota - ancora una volta pagano il prezzo più alto. La pandemia acuisce gli effetti dei decreti sicurezza, entrati in vigore alla fine del 2018: aumentano esclusione sociale e precarietà per tanti richiedenti asilo e titolari di protezione, a scapito di accoglienza e inclusione sociale. Il mondo della scuola è sollecitato oggi più che mai a rileggere la realtà con nuovi strumenti". Altro incontro venerdì 29 maggio con p. Renato Colizzi, presidente Magis, e Arnout Mertens, direttore programmi e innovazione del JRS International, che dialogheranno sul tema “Il futuro delle migrazioni tra ambiente e cittadinanza globale”. "I cambiamenti climatici - spiega la nota del Centro Astalli  - e le sue conseguenze sulla pace, la stabilità e la sicurezza riguardano l’interno pianeta: le Nazioni Unite considerano possibile l’esodo di 200 milioni di persone entro il 2050 per le sole cause ambientali".

Centro Astalli: “aumenta esclusione sociale”

20 Maggio 2020 -   Roma - “In tutti i nostri servizi si sono fatti sentire gli effetti dell’entrata in vigore dei decreti sicurezza, non tanto sul numero delle persone che abbiamo assistito ma sulla loro vita che è divenuta sempre più precaria. In queste settimane di chiusura caratterizzate dallo slogan ‘Io resto a casa’ è diventato ancora più evidente che nel nostro Paese molte persone questa casa non ce l’hanno e tra questi molti migranti che abbiamo reso irregolari nel tempo, con le nostre politiche di esclusione che, invece di creare sicurezza, creano instabilità sociale”. Lo ha detto oggi padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, durante la presentazione via web del Rapporto annuale 2020 “Un anno di attività in favore di richiedenti asilo e rifugiati”. A seguito della crescente precarietà la struttura dei gesuiti ha registrato nel 2019 l’aumento del 29% di accessi al centro di ascolto. Secondo il Rapporto gli utenti che si sono rivolti al servizio sprovvisti di documenti validi sono notevolmente aumentati (+79%). Agli effetti dei decreti sicurezza si sono aggiunte le complicazioni dovute alle disposizioni della Questura, che non riconosce più come residenza valida l’indirizzo fittizio né per i richiedenti asilo né per i titolari di protezione umanitaria, che si ritrovano così sprovvisti di un requisito fondamentale per convertire il permesso di soggiorno in motivi di lavoro. Circa i due terzi delle persone che si sono rivolte all’ambulatorio nel 2019 non risulta iscritta al Servizio sanitario nazionale. La riduzione dei servizi sociali nei centri accoglienza straordinaria (Cas) ha reso più difficoltosa anche la cura delle vulnerabilità. Nei centri in convenzione con il Siproimi, rispetto all’anno precedente, il numero degli ospiti vulnerabili è salito in proporzione dal 30 al 40%. Nel 2019 si sono rivolti al Centro Astalli 20.000 persone migranti, di cui 11.000 a Roma (sono 7 le associazioni della rete). I volontari sono 617, gli operatori un centinaio. Sono stati distribuiti 56.475 pasti e accolte 835 persone, di cui a Roma 375. I beneficiari dei progetti realizzati sono stati 1.495. Gli studenti incontrati nell’ambito dei progetti “Finestre e Incontri” sono stati 25.679. Padre Ripamonti ha parlato anche del Decreto Rilancio che “aiuta la regolarizzazione per badanti, colf e braccianti: un primo passo in una direzione che restituisce dignità alle persone ma che non ci può bastare”. Il presidente del Centro Astalli ha ringraziato il Governo e ha incoraggiato “i ministri a continuare in questa direzione”. La legge sull’immigrazione, ha ricordato il sacerdote gesuita, “non è al passo con i tempi e quando si chiedono regolarizzazione e diritti emergono vecchie posizioni ideologiche che non rispecchiano quanto viviamo”. A questo proposito ha ricordato che il Centro Astalli è tra i promotori della legge di iniziativa popolare per il riordino della materia immigrazione, presentata nel 2017. “In più occasioni negli anni scorsi abbiamo ribadito la necessità di passare dall’emergenza alla programmazione – ha detto -, di considerare il fenomeno migratorio in termini strutturali e non emergenziali, di essere lungimiranti. L’emergenza sanitaria ha smascherato la direzione verso cui ci siamo incamminati. Il 2020 può diventare uno spartiacque se e solo se ripartiremo in una prospettiva di solidarietà”. P. Ripamonti ha sottolineato le criticità dei decreti sicurezza e lanciato l’allarme per la mancata integrazione: “La vera emergenza non sono gli arrivi ma i troppi che abbandoniamo”. In Italia nel 2019 sono sbarcate infatti poco più di 11mila persone. “Nonostante la pandemia ci abbia dimostrato che i confini non esistono – ha affermato – anche nel 2019 con arroganza abbiamo chiuso i porti costringendo donne, uomini e bambini in centri di detenzione in Libia, alla deriva in barche inadeguate e fuori dai porti, in attesa che si giocasse la partita del più forte, in un’Europa poco solidale, come si è mostrata a tratti anche in queste settimane di pandemia”. Anche i morti nel Mediterraneo (oltre 40 mila dal 2000) “sono paragonabili a quelli che hanno riempito di lacrime i nostri occhi nelle ultime settimane. Quanto dolore vederli andarsene soli. Soli come tanti migranti a cui noi Europa abbiamo reso difficile l’approdo”.

Rifugiati: oggi la presentazione del Rapporto 2020 del Centro Astalli

20 Maggio 2020 -

Roma - Mentre esce il rapporto annuale del Centro Astalli, presentato questa mattina - il mondo è attraversato da una gravissima crisi sanitaria che mette in discussione stili di vita, relazioni e visione del futuro. Il rapporto descrive un anno, il 2019, al fianco di oltre 20mila rifugiati e richiedenti asilo, con dati sui servizi offerti e su nazionalità e status. E mostra come le politiche migratorie, “restrittive, di chiusura - se non addirittura discriminatorie” - che hanno caratterizzato l’ultimo anno, acuiscono precarietà di vita, esclusione e irregolarità. Il quadro che ne emerge dice quanto oggi sia alto il prezzo da pagare in termini di sicurezza sociale per non aver investito in protezione, accoglienza e integrazione dei migranti, denuncia il Centro Astalli.

Il Rapporto si presenta come uno strumento per capire quali sono le principali nazionalità dei rifugiati che giungono in Italia per chiedere asilo; quali le difficoltà che incontrano nel percorso per il riconoscimento della protezione e per l’accesso all’accoglienza o a percorsi di integrazione e descrive il Centro Astalli come una realtà che, grazie agli oltre 500 volontari che operano nelle sue 7 sedi territoriali (Roma, Catania, Palermo, Vicenza, Trento, Padova, Napoli), si adegua e si adatta ai mutamenti sociali e legislativi di un Paese che fa fatica a dare “la dovuta assistenza a chi, in fuga da guerre e persecuzioni, cerca di giungere in Italia”.

Ad arricchire la pubblicazione di quest’anno un inserto “Rifugiati: ai confini dell’umanità” con le foto di Francesco Malavolta. Un racconto fatto di immagini di migranti lungo le rotte del Mediterraneo: salvataggi in mare, fatica, viaggi in cerca di salvezza di uomini e donne che ci portano in dono il coraggio e la speranza in un futuro insieme. Le foto sono commentate da Alessandro Bergonzoni, Melania Mazzucco, Luciano Manicardi.

Centro Astalli: “i diritti e la dignità delle persone non sono stagionali”

12 Maggio 2020 - Roma - “I diritti non sono stagionali, non c’è un tempo in cui sono maturi, non c’è un tempo di saldi dei diritti”. Lo afferma padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, a proposito del dibattito in corso sulla regolarizzazione di circa 600.000 migranti che lavorano senza diritti in Italia. “Un tema cruciale per la vita di tante persone – prosegue – rischia di diventare un insopportabile gioco di potere e di consensi”. “Come sempre – osserva al Sir – trattiamo la questione nella sua parzialità: come gestire l’attuale periodo di raccolta di frutta e verdura, per quanto tempo concedere il permesso di soggiorno, solo per il tempo strettamente necessario al bisogno di manodopera? Dimentichiamo che abbiamo a che fare con persone con la loro dignità, che non è stagionale”. Padre Ripamonti cita le parole di Papa Francesco al termine dell’udienza generale del 6 maggio: “È vero che c’è crisi per tutti, ma la dignità delle persone va sempre rispettata. Perciò accolgo l’appello di questi lavoratori [i braccianti agricoli] e di tutti i lavoratori sfruttati e invito a fare della crisi l’occasione per rimettere al centro la dignità della persona e la dignità del lavoro”.