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Migranti e media: si parla di loro, ma non con loro

14 Febbraio 2025 - L'altro editoriale di Nello Scavo, inviato del quotidiano "Avvenire" e presidente dell’Associazione Carta di Roma, pubblicato sul numero 1 del 2025 di "Migranti Press". “Richiedente asilo, rifugiato, vittima di tratta, migrante non possono essere usati come sinonimi perché rimandano a condizioni giuridico–amministrative diverse. Tanto meno le persone che arrivano nel nostro paese irregolarmente possono essere accomunate sotto la definizione comune di ‘clandestini’, termine non solo fortemente connotato negativamente, ma anche inesistente giuridicamente”. Già nel 2018 le linee guida per i media elaborate da “Carta di Roma” mettevano in guardia da una comunicazione fuorviante e strumentale. Da allora qualcosa è cambiato in meglio? Alcune discontinuità sono state registrate. Se è vero che la rappresentazione delle migrazioni è quella di una “crisi permanente”, sempre adoperando toni  allarmistici imbastiti con il consueto campionario di “emergenza”, “crisi”, “allarme”, “invasione”, i ricercatori del XII Rapporto Carta di Roma, Notizie di contrasto, segnalano una lieve diminuzione della comunicazione parossistica. È un piccolo ma importante segnale, perché dice che il lavoro di questi anni ha permesso di innescare, anche grazie a “Carta di Roma”, una maggiore attenzione all’armamentario delle parole scelte da chi comunica. Chi, invece, è ancora assente dal panorama informativo sono i protagonisti. Nel 2024 la voce delle persone migranti e rifugiate sono state presenti solo nel 7% dei servizi dei telegiornali. Si parla di loro, ma non con loro. Non c’è da sorprendersi: il primo tema in agenda resta quello dei “flussi migratori”, mentre parlare di “accoglienza” è quasi una rarità. Le scelte mediatiche, dunque, rispecchiano lo spartito scritto dalla politica. Un pessimo segnale per un giornalismo, pur tra alcune eccezioni, vissuto tra assuefazione e complicità. C’è un altro dato che conferma le cattive abitudini di tante redazioni e le ricadute sull’opinione pubblica, il calo netto dell’attenzione mediatica verso la questione migratoria: parliamo di una contrazione del 40% circa in stampa e telegiornali di prima serata. Le considerazioni e le raccomandazioni finali del Rapporto non valgono solo per chi fa informazione. “Si sono rivelati molto costruttivi gli approfondimenti che attraverso molteplici ingredienti (dati, analisi, testimonianze, comparazioni) riescono a penetrare la superficie del fenomeno per darne letture articolate, inedite e stimolanti per la riflessione. Al contrario, le letture dell’accoglienza attraverso lenti parziali e ideologicamente condizionate non contribuiscono in alcun modo alla comprensione del fenomeno”. Valerio Cataldi, che a dicembre mi ha passato il testimone alla presidenza di Carta di Roma, così apriva il rapporto annuale: “Le persone spariscono (di nuovo). La politica (ancora) in primo piano”. Una sintesi perfetta, e amara.

“Notizie di contrasto”, il XII Rapporto dell’Associazione Carta di Roma

19 Dicembre 2024 - In occasione della Giornata internazionale delle persone migranti, è stato presentato a Roma nella sede della Stampa estera, il XII Rapporto dell’Associazione Carta di Roma “Notizie di contrasto”, un’analisi dei media italiani aggiornata al 31 ottobre 2024 realizzata in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia. Il Rapporto si struttura individuando continuità e discontinuità rispetto al passato sul fronte della comunicazione dei fenomeni migratori.

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Tra le continuità, l'Associazione segnala la permanenza della rappresentazione delle migrazioni come una “crisi permanente”, con un linguaggio allarmistico che registra una presenza relativamente costante di parole come “emergenza”, “crisi”, “allarme” e “invasione” (5.728 occorrenze) nel periodo 2013-2024, anche se con una lieve diminuzione nell’ultimo anno. Le migrazioni restano principalmente una questione politica, con toni polarizzanti e un lessico rigido che enfatizza i contrasti: il 26% delle notizie sulle migrazioni contiene almeno una dichiarazione di un esponente politico. Ma le persone migranti e rifugiate continuano a non essere protagoniste: solo il 7% dei servizi dei telegiornali include la voce diretta dei protagonisti delle migrazioni, confermando un trend consolidato negli anni recenti. Il primo tema in agenda è sempre quello sui “Flussi migratori”, mentre rimane basso il valore della voce “Accoglienza”. Tre i principali elementi di discontinuità, distintivi del 2024 rispetto al 2023.
  1. Un netto calo dell’attenzione mediatica verso la questione migratoria (contrazione del 40% circa in stampa e Tg prime time). Assenza di eventi che hanno generato picchi di attenzione particolari, come era stato nel 2023 per la strage di Cutro e il decennale del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013.
  2. La crescita delle voci Economia e Lavoro (11 %) e Società e cultura (18,3%). Incidenti e sicurezza sul lavoro, lotta a lavoro nero e caporalato, dibattito sulla riforma della cittadinanza, razzismo nello sport, episodi di antisemitismo.
  3. Il tema principale dell’anno è l’accordo tra Italia e Albania sui centri per persone migranti.
Nello Scavo, nuovo presidente dell'Associazione Carta di Roma
Nella stessa giornata, l'Associazione comunica anche l'elezione dell'inviato del quotidiano Avvenire, Nello Scavo, a nuovo presidente: “Attraverso questa scelta si proverà a dare continuità a un lavoro impegnativo importante difficile, stando a fianco ai giornalisti e nello stesso tempo sollecitando tutti i nostri colleghi a prendere coscienza di cosa Carta di Roma significa e di quello che chiede, e di come può essere utile al nostro lavoro di ogni giorno, specialmente per i tanti cronisti sul campo, sul territorio, sul terreno, che sentono la responsabilità di raccontare il nostro tempo attraverso le storie, dando un nome alle persone e ai fatti”.

(fonte: Associazione Carta di Roma)

La copertina del XII Rapporto dell'Associazione Carta di Roma

Fico: “la sfida del linguaggio è una sfida culturale”

17 Dicembre 2019 - Roma - "Ritengo che l’impegno comune, che assume il sottoscritto come presidente della Camera e che assumete voi ogni giorno, è quello di essere onesti e seri. Oneste con le persone cui rivolgiamo i messaggi. Sempre e comunque. Solo in questo modo saremo capaci di offrire un contributo positivo. Solo in questo modo dimostreremo un reale rispetto verso l’altro”. E' quanto ha scritto in un messaggio il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico in occasione della presentazione del settimo Report di Carta di Roma "Notizie senza approdo". Per Fico “la sfida del linguaggio è una sfida culturale, che riguarda certamente il giornalismo, ma non solo. Riguarda la società nel suo insieme e in particolare la politica, che nell’affrontare fenomeni delicati e complessi come quelli dei fenomeni migratori, dovrebbe essere capace di usare modalità e registri congrui proponendo ragionamenti seri e costruttivi, senza cedere ad ansie propagandistiche”. Occorre - ha quindi aggiunto -  essere consapevoli della responsabilità che grava su ognuno in questo ambito ogni giorno"

Notizie senza approdo: i principali dati del Report presentato oggi alla Camera dei Deputati

17 Dicembre 2019 - Roma - Eventi e dichiarazioni che riguardano o ruotano attorno all’immigrazione e ai suoi protagonisti continuano a essere considerati dall’informazione come tema altamente notiziabile: in crescita sulle prime pagine dei quotidiani (il 30% in più rispetto all’anno precedente) e stabile nei telegiornali di prima serata, con il I semestre del 2019 che dedica all’immigrazione il numero più alto di servizi degli ultimi 15 anni, pari a quanto registrato nel secondo semestre (pre-elettorale) del 2017. E’ quanto emerge dal Rapporto “Notizie senza approdo” presentato a Roma questa mattina alla Camera dei Deputati. Nel corso degli anni, si legge nel Report, trova conferma l’ipotesi di una assenza di correlazione tra quantità̀ di esposizione mediatica del fenomeno e l’incremento della percezione di insicurezza delle persone. Da questo punto di vista il 2019 risulta “emblematico”: una grande e continua attenzione al tema e un calo di dieci punti dell’insicurezza percepita nei confronti degli “stranieri”. Una percezione che torna ai livelli del biennio 2013-2014, anni che hanno preceduto la grande esposizione mediatica del tema. Il quadro – reale – della presenza straniera in Italia resta, in compenso, stabile, con una percentuale nel 2019 pari all’8,7%, del tutto in linea con i dati degli anni precedenti. Le prime pagine dei quotidiani, si legge nell’analisi, segnalano l’aumento di visibilità di due dimensioni tematiche: la gestione dei flussi migratori (prima voce con il 51%) e la dimensione della società e della cultura (seconda voce con il 23%, 5 punti in più rispetto alle rilevazioni degli ultimi anni). Fa da contraltare la contrazione del tema dell’accoglienza che si dimezza rispetto all’anno precedente (collocandosi al quarto posto con il 9% di attenzione). Le notizie da prima pagina con un tono allarmistico sono diminuite rispetto agli anni precedenti per attestarsi nel 2019 su una percentuale del 18%, sei punti percentuali in meno del 2018. Il valore più basso negli ultimi 5 anni di rilevazione. Per i ricercatori “permane la pervasività del tema sulle prime pagine: sono 29 i giorni senza copertura alcuna”. L’analisi lessicale condotta sui termini “migrante”, “rifugiato” e “profugo” segnala che l’uso di tutti i termini segue una curva dall’andamento dapprima crescente, con picco nel 2015, per rifugiato, profugo e migrante e nel 2014 per immigrato, e poi decrescente. Si nota che nel 2018 la frequenza d’uso di tutti i termini è comunque più elevata rispetto al 2013 mentre nel 2019 si registra un forte calo nell’uso di tutti i termini ad esclusione di migrante. Inoltre, “se da un lato sono rari i casi in cui i rifugiati e i profughi vengono rappresentati come individui dotati di capacità di azione e controllo, dall’altro, quando ciò accade, l’orientamento dei titoli è prevalentemente negativo”. Trova conferma una tendenza già emersa nel 2018: la centralità della politica che occupa la scena dell’immigrazione: in oltre 1 servizio dei telegiornali su 3 è presente la voce di esponenti politici e istituzionali. Nei notiziari, nel 2019 si ritrovano i valori più alti del quinquennio per la categoria tematica “Flussi migratori” con il 48% dei servizi connessi a eventi e dichiarazioni relativi a partenze, arrivi, porti, navi. Allo stesso tempo si osservano i valori più bassi degli ultimi 5 anni per la narrazione dell’Accoglienza (8%). Su 304 giorni analizzati solo 1 giorno non ha notizie di immigrazione. Per quanto riguarda le interviste i ricercatori del Report – giunto alla settima edizione – sottolineano che le interviste ai migranti mandate in onda dalle testate del prime time riguardano fragilità e debolezza (connesse agli arrivi via mare e all’accoglienza); alterità e minaccia; rivendicazione; comunità integrate e razzismo. La maggior parte delle interviste è focalizzata sul tema dell’emergenza, ed è “declinata secondo un frame conflittuale e emergenziale. L’analis – scrivono - delle categorie socio-economiche coinvolte dimostra ulteriormente la ‘politicizzazione’ del dibattito sull’immigrazione, declinato, prevalentemente, in chiave di confronto politico privo di approfondimenti e di tematizzazione”. “Una struttura narrativa così chiusa e rigida impedisce la costruzione di una contro-narrazione: tutte le voci principali – spiegano - partecipano al frame egemonico, che descrive l’immigrazione come un luogo di conflitto tra le cosiddette élite dominanti e il popolo che cerca di tutelare la propria identità. Le poche interviste che cercano un racconto alternativo dell’immigrazione, fuori da questo schema (racconti di buone pratiche di integrazione, di iniziative dal basso, tematizzazione dell’immigrazione e individuazione della complessità delle cause e degli effetti) appaiono del tutto marginali”.