Primo Piano

Viminale: da inizio anno sbarcate 152.272 persone migranti sulle coste italiane

30 Novembre 2023 -
Roma - Sono finora 152.272 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo il dato fornito oggi dal Ministero dell'Interno e aggiornato alle 8 di queta mattina. Di questi 18.159 sono di nazionalità guineana (12%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (17.073, 11%), Costa d’Avorio (15.967, 10%), Bangladesh (11.518, 8%), Egitto (10.882, 7%), Siria (9.285, 6%), Burkina Faso (8.410, 5%), Pakistan (7.454, 5%), Mali (5.866 4%), Sudan (5.799, 4%) a cui si aggiungono 41.859 persone (28%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Per quanto riguarda la presenza di migranti in accoglienza, i dati parlano di 140.858 persone su tutto il territorio nazionale di cui 530 negli hot spot (347 in Sicilia e 183 in Puglia), 105.639 nei centri di accoglienza e 34.689 nei centri Sai. La Regione con la più alta percentuale di migranti accolti è la Lombardia (13%, in totale 18.069 persone), Emilia Romagna, Piemonte e Lazio (9%), Campania (8%).

Migrantes: il 13 dicembre la presentazione del Rapporto Asilo

30 Novembre 2023 - Roma - Sarà presentato il prossimo 13 dicembre a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, l’edizione 2023 del Rapporto su Il Diritto d'Asilo della Fondazione Migrantes che ha per tema “Liberi di scegliere se migrare o restare”. Nei prossimi giorni il programma dell'iniziativa.

Camera dei deputati: approvato il decreto migranti che ora passa al Senato

30 Novembre 2023 - Roma - Nella seduta del 28 novembre u.s. l'aula della Camera dei deputati ha approvato, con 162 sì, 106 no e 2 astenuti, il c.d. decreto "Cutro 2" sui migranti (decreto 5 ottobre 2023, n. 133, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno), su cui il giorno precedente il Governo aveva posto la fiducia. Ora il provvedimento passa all’esame del Senato. Forti critiche sono giunte dalle forze politiche delle opposizioni, che contestano all'Esecutivo di utilizzare queste norme per fare propaganda. Il provvedimento estende da 30 a 45 giorni il tempo massimo di permanenza dei minori nelle strutture di prima accoglienza. E, in caso di flusso migratorio significativo, i Centri potranno ospitare fino al 50% di persone in più rispetto al limite di capienza fissato. I minori che abbiano compiuto i 16 anni saranno ospitati nei centri per gli adulti. Le misure sui minori introdotte nel decreto, con emendamenti e subemendamenti presentati durante l’esame in Commissione Affari Costituzionali, sono tra le più contestate dalle opposizioni. Come quella, ad esempio, che consente ai minorenni che abbiano compiuto i 16 anni di restare nei Centri di detenzione per adulti altri 60 giorni rispetto ai 90 già previsti dal dl del Governo. A causa di questa ulteriore modifica, i minori che hanno compiuto 16 anni potranno restare nei Centri per adulti per complessivi 150 giorni, cioè 5 mesi. Nel testo si stabilisce anche che l’attivazione delle strutture di prima accoglienza avvenga “sulla base delle esigenze del territorio e dell’entità degli arrivi in frontiera o dei rintracci” e si “elimina la possibilità per gli enti locali di gestire tali strutture” tramite convenzione con il Ministero dell’Interno”. Si consente, quindi, di realizzare o ampliare i CAS (Centri di Accoglienza straordinaria) per minori, in deroga al limite di capienza, nella misura massima del 50%. Fra le altre disposizioni contenute nel provvedimento, viene stabilito che non potrà entrare in Italia chi è condannato, anche con sentenza non definitiva, per lesioni personali ai danni di incapaci, minori o infermi o con prognosi di oltre 20 giorni. Porte chiuse anche a chi ha commesso reati "relativi a pratiche di mutilazione genitale femminile" e che abbiano comportato "lesioni permanenti al viso". Si riduce da 30 a 15 giorni (e da 60 a 40 giorni se chi ricorre risiede all'estero) il termine per presentare ricorso contro l'espulsione di stranieri con il permesso di soggiorno UE di lungo periodo. Si assegnano ispettori e sovrintendenti di Polizia in ambasciate e consolati fino 20 unità. E si stabilisce che la domanda di protezione internazionale non si perfezioni nel caso in cui lo straniero non si presenti in Questura per gli adempimenti richiesti. E’ disposta la riduzione da 12 a 9 mesi del periodo di sospensione della domanda nel caso in cui il richiedente asilo si allontani senza giustificazione dai Centri di accoglienza o si sottragga al trattenimento negli hotspot e nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR). Per le donne vittime di violenza è stato approvato un ordine del giorno presentato dalle opposizioni. Con questo si impegna il governo "a verificare compatibilmente con le risorse disponibili a normativa vigente" la possibilità di "indirizzare le donne migranti vittime di violenza accertata dai servizi socio-sanitari territoriali di riferimento, a percorsi presso le reti territoriali anti-violenza e a creare sezioni specifiche nell'ambito dei Centri Sai, prevedendo in tempi rapidi le risorse necessarie". Al momento restano nei Centri di detenzione. (Alessandro Pertici)    

Decreto Flussi: dal 2 dicembre la presentazione delle domande

30 Novembre 2023 - Roma - E’ ormai prossima la data di apertura della procedura telematica di trasmissione delle istanze ingresso regolarmente in Italia: il decreto flussi 2023 (i termini e le quote degli ingressi di lavoratori extracomunitari per il triennio 2023-25 sono stati definiti dal D.P.C.M. 27 settembre 2023) prevede il rilascio del nulla osta per 136.000 lavoratori non comunitari, di cui 52.770 ingressi per lavoro subordinato non stagionale, 680 ingressi per lavoro autonomo e 82.550 ingressi per lavoro subordinato stagionale. Fino al 26 novembre 2023, sul “portale servizi” del Ministero dell’interno, è stato disponibile l'applicativo per la precompilazione dei moduli di domanda. Le istanze potranno essere trasmesse esclusivamente con le consuete modalità telematiche, a decorrere dal: - 2 dicembre 2023 per i lavoratori subordinati non stagionali cittadini di Paesi che hanno accordi di cooperazione con l’Italia (Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Georgia, Ghana, Giappone, Giordania, Guatemala, India, Kirghizistan, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Perù, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina); - 4 dicembre 2023 per gli altri lavoratori subordinati non stagionali; - 12 dicembre 2023 per i lavoratori stagionali. Tutte le domande potranno essere presentate fino al 31 dicembre 2023. Prima di poter procedere all’invio della domanda per il nulla osta, i datori di lavoro devono verificare presso il centro per l’impiego competente che non ci siano altri lavoratori già presenti sul territorio nazionale disponibili a ricoprire il posto per cui si intende far arrivare personale dall’estero. Una verifica che si effettua inviando al CPI una richiesta di personale, trasmettendo l’apposito modulo disponibile sul sito dell’ANPAL e del Ministero del Lavoro. Il datore di lavoro deve allegare all’istanza di nulla osta una autocertificazione in cui dichiara di aver svolto tale procedura. (Alessandro Pertici)  

Al card. Bassetti il Premio Internazionale “Empedocle” per il suo impegno nel Mediterraneo

30 Novembre 2023 - Agrigento - Nel pomeriggio del prossimo 16 dicembre, ad Agrigento, sarà il cardinale Gualtiero Bassetti a ricevere il “Premio Internazionale Empedocle”, in memoria di Paolo Borsellino, promosso e curato dall’Accademia di Studi Mediterranei, Istituto di Alta Cultura animato dalla fondatrice Assunta Afflitto Gallo e presieduto dal vescovo Enrico dal Covolo, già rettore della Pontificia Università Lateranense.  Il prestigioso riconoscimento -per la sezione “Mare Nostrum” -”Lago di Pace”- va ad un porporato noto non solo per il suo ruolo alla guida dell’episcopato italiano, ma anche per il suo impegno continuo sul fronte del Mediterraneo e le sue battaglie in difesa della dignità dei migranti, tema al centro di diversi convegni  promossi anche recentemente dall’Accademia agrigentina. Presenti l’arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano, don Carmelo Mezzasalma - presidente del Comitato Scientifico dell'Accademia - e diverse autorità Istituzionali, politiche, religiose, nonché personalità della scienza e della cultura, con il presidente emerito della Conferenza Episcopale italiana , già arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, nella Sala Zeus del Museo Archeologico, ci saranno altri tre premiati. L’ambasciatrice del Regno del Marocco presso la Santa Sede, Rajae Naji El Mekkaoui, autorevole giurista, membro del Consiglio Superiore degli Ulema, annoverata fra le personalità più influenti del mondo arabo; il medico palermitano Antonio Montalto, console onorario dell’Italia in Armenia da tempo dedito a progetti umanitari e di cooperazione nelle aree colpite da catastrofi naturali e guerre in tutto il mondo (sezione “Medicina – Coscienza Universale”); la pedagogista dell’ Università Cattolica, Coordinatrice Nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Milena Santerini, da sempre a servizio del primato educativo nelle sue attività accademiche e istituzionali (sezione “Giustizia, Legalità, Pedagogia Interculturale e interreligiosa”). Tutti terranno una lectio magistralis. I lavori saranno introdotti alle ore 16 da monsignor Dal Covolo al quale seguiranno interventi del sindaco di Agrigento Francesco Micciché, dell’arcivescovo di Agrigento Alessandro Damiano; della presidente onorario Assunta Gallo Afflitto, del presidente del Comitato Scientifico don Carmelo Mezzasalma, del socio onorario dell’Accademia nonché sindaco di Palermo Roberto Lagalla, del presidente del Consorzio Universitario di Agrigento Antonino Mangiacavallo; della dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale Maria Buffa; di Roberto Sciarratta e Giuseppe Parello, rispettivamente direttore e commissario straordinario del Parco Archeologico Valle dei Templi. Alla fine della XXIX edizione del Premio si terrà il recital “Empedocle” tratto dal poemetto della monaca eremita, già ricercatrice alla Sorbona, Mirella Muià. A dare voce al grande pensatore  il noto attore Gaetano Aronica, accompagnato al pianoforte dal Maestro Marco Palmisano che ha trascritto in musica l’intero testo.    

Decreto flussi: 607mila domande precompilate

30 Novembre 2023 -

Roma - Decreto flussi: sono 607.904 domande precompilate presentate, a fronte di 136mila i lavoratori non comunitari che potranno fare ingresso regolarmente in Italia in forza dello stesso decreto: 52.770 per lavoro subordinato non stagionale, 680 per lavoro autonomo e 82.550 per lavoro subordinato stagionale. Per agevolare le operazioni, dal 30 ottobre al 26 novembre, è stata data la possibilità di precompilare i moduli di domanda, tramite il “Portale Servizi ALI”: al termine di questa fase di precompilazione informa il Viminale- delle 607.904 istanze inserite, 253.473 sono di lavoro subordinato non stagionale, 260.953 relative al lavoro stagionale, 86.074 riferite all’assistenza familiare e socio-sanitaria.

Minori migranti: la Corte di Strasburgo punisce l’Italia

30 Novembre 2023 -

Bruxelles - Mentre dilaga la polemica sul decreto legge immigrazione del governo, per l’Italia arriva una condanna dalla Corte europea per i diritti umani di Strasburgo (che dipende dal Consiglio d’Europa, del tutto indipendente dall’Ue). Al centro, il fatto che quattro migranti irregolari minorenni africani siano stati alloggiati nell’hotspot di Taranto, previsto per soli adulti, in condizioni degradanti e di privazione della libertà. Un verdetto che sembra destinato a mettere in questione la volontà del governo di consentire la promiscuità con adulti di migranti minorenni con più di 16 anni. I quattro (tre gambiani e un ghanese) avevano raggiunto la costa italiana a bordo di un’imbarcazione fatiscente il 22 maggio 2017. I ricorrenti sostengono di aver immediatamente informato le autorità italiane di essere minorenni. Ciononostante, furono trasferiti nell’hotspot di Taranto. Solo a metà luglio furono poi trasferiti in centri per minori. Tradotto: i migranti minorenni hanno dovuto convivere con adulti per quasi due mesi. Non basta: i ricorrenti, scrive la Corte, hanno lamentato che «il centro era sovraffollato e che le condizioni erano malsane». Il tutto documentato con foto. I loro legali hanno inoltre fatto riferimento a un rapporto sui Cie pubblicato nel gennaio 2017 dalla Commissione straordinaria sui diritti umani del Senato. Uno dei vicepresidenti, il senatore di Forza Italia Riccardo Mazzoni, visitò l’hotspot di Taranto, confermando che vi erano ospitati minori senza una vera e propria separazione dagli adulti, e sottolineando che «i servizi offerti non possono coprire le esigenze di un'accoglienza prolungata ». Il governo italiano non ha negato, ma ha cercato di giustificarsi: il 22 e il 26 maggio 2017 erano approdati due grandi gruppi di migranti, tra cui 202 minori. Numeri, questo l’argomento italiano, «particolarmente difficili da gestire».

I giudici hanno ravvisato tre violazioni della Convenzione europea dei diritti umani. La prima riguarda l’articolo 3, che vieta la tortura e i trattamenti disumani e degradanti. « La Corte – si legge – prende atto che il governo non contesta l’informazione sottoposta dai ricorrenti circa le carenze delle condizioni materiali dell’hotspot di Taranto». E, vista la durata della permanenza, «conclude che i ricorrenti sono stati sottoposti a un trattamento disumano e degradante ». Seconda violazione: articolo 5, che vieta la privazione di libertà salvo nei casi previsti dalla legge e, in caso d’arresto, prescrive il diritto di essere informati sulle ragioni. Il governo assicura che i ragazzi erano liberi di muoversi, ma Mazzoni invece afferma che liberi di uscire erano solo gli adulti. La Corte contesta inoltre che la detenzione dei quattro a Taranto è avvenuta «senza una chiara e accessibile base legale». Terza violazione: l’articolo 13 della Convenzione (diritto a un ricorso effettivo): la Corte afferma che, dal momento che all’inizio non era stato nominato un tutore legale, i minori non avevano al momento potuto denunciare le violazioni. L’Italia dovrà ora risarcire ciascuno dei quattro migranti con 6.500 euro per il danno non pecuniario, più 4.000 euro per i costi legali. La sentenza arriva nel giorno in cui si giungono le critiche indirette dell’Alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Türk, all’accordo Italia-Albania. «La tendenza preoccupante di esternalizzare le procedure di asilo – ha dichiarato davanti al Parlamento Europeo - mandando i migranti in Paesi terzi non fa che alimentare i timori per i diritti umani». (Giovanni Maria Del Re - Avvenire)

Migrantes: “Incrementare il sostegno ai nuclei familiari che vogliono rientrare”

29 Novembre 2023 - Roma – “Incrementare il sostegno ai nuclei familiari che vogliono rientrare e il bisogno di rispondere positivamente alle richieste di proroga”. Lo ha chiesto oggi pomeriggio la Fondazione Migrantes in occasione di una audizione alle Commissioni Finanze e Tesoro di Camera e Senato nell’ambito Dello “schema di decreto legislativo recante attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale”. “Chi parte ha sempre nel cassetto il sogno di rientrare. Oggi – ha detto la rappresentante della Fondazione Migrantes, Delfina Licata accompagnata dal Direttore Generale mons. Pierpaolo Felicolo - il sogno di rientrare è di difficile realizzazione”. La Migrantes ha dedicato l’edizione 2023 del Rapporto Italiani nel Mondo al tema del ritorno indagando i motivi che non lo rendono possibile e quanto invece, proprio alla luce della “sete demografica” avvertita dall’Italia, sia qualcosa da “incoraggiare, conoscendo il fenomeno e mettendo in atto strumenti efficaci. Le nostre osservazioni in questa sede, quindi – ha spiegato la relatrice -  riguardano specificatamente il solo art. 5 dello schema di decreto legislativo relativo alla riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale dedicato al nuovo regime agevolato a favore dei lavoratori rimpatriati”. Dopo aver spiegato i compiti della Fondazione Migrantes e sottolineato che l’Italia “non ha mai smesso di essere un paese di emigrazione e non ha mai subito la trasformazione da paese di emigrazione a paese di immigrazione come erroneamente spesso sentiamo dire o leggiamo”, Licata ha evidenziato alcuni dati circa la mobilità italiana nel mondo cresciuta dal 2006 del 91% e caratterizzata, ogni anno, da giovani (il 44% tra i 18 e i 34 anni) e giovani adulti (il 24% tra i 35 e i 44 anni) e sottolineato che “il bisogno di rientro non è soltanto una necessità demografica. L’Italia ha bisogno di capitale umano e professionale plasmato dalla mobilità che è la cifra distintiva dell’epoca che stiamo vivendo. Chi parte non è mai la stessa persona di chi rientra. Il rientro dall’estero è di una persona e di un lavoratore/lavoratrice arricchito culturalmente e professionalmente proprio dall’esperienza di mobilità”. Per Migrantes il 2021 è stato l’anno nel quale si è manifestato l’impatto dell’introduzione delle nuove agevolazioni fiscali per l’attrazione di capitale umano in Italia. Il numero di rientri è, infatti, raddoppiato passando da una media di 2-3 mila all’anno ad oltre 6.500 (dati Gruppo Controesodo). Le agevolazioni hanno funzionato perché “le misure sono state disegnate dal basso guardando alle necessità italiane sicuramente, ma analizzando anche la situazione della mobilità italiana che nel frattempo, anche grazie alla pandemia mondiale da Covid-19, ha ulteriormente cambiato le sue peculiarità. Osservando chi, da dove e verso quali territori è rientrato è palese però che queste misure messe in atto debbano essere ulteriormente migliorate”. Per Migrantes non sono solo gli incentivi fiscali ad essere auspicati, ma anche “il riconoscimento della dimensione famigliare, l’accompagnamento e il sostegno della famiglia che dall’estero rientra in Italia.  Non è solo l’incentivo fiscale ad essere ricercato, quindi, è ben altro. È un sistema che si prenda cura della famiglia e l’accompagni nelle fasi di transizione dall’estero all’Italia. Da qui poniamo in evidenza le numerosissime richieste di proroga che sono sottoposte all’attenzione della Fondazione Migrantes di chi aveva già strutturato un progetto di rientro e si trova in questa fase di transizione bloccato tra una decisione presa e una trasformazione in atto che mette in discussione equilibri personali e soprattutto familiari molto delicati”. I dati relativi al 2021 dei rientrati, grazie all’introduzione del DL 34/2019, sono caratterizzati dal “considerevole aumento dei rientri nelle regioni meridionali anche se il Nord, e la Lombardia in particolare, si confermano essere le aree di maggiore attrazione essendo il territorio particolarmente devoto al Terzo Settore e ricco di multinazionali”, ha concluso la relatrice della Migrantes che ha evidenziato come l’attuale mobilità, all’interno di una Italia sempre più longeva e spopolata, vede il Sud soffrire maggiormente per cui la partenza per il Meridione di Italia si trasforma in una doppia perdita, dal Sud verso il Nord (mobilità interna) e dal Nord verso l’estero (secondo percorso migratorio). Allo stesso tempo, però, è “anche vero che l’analisi della mobilità partendo sempre dalle fragilità strutturali dei nostri territori deve concentrare l’attenzione del decisore su un’altra prospettiva altrettanto importante, quella cioè che mette a confronto le aree metropolitane e le cosiddette aree interne o del margine. In questo caso l’analisi si fa ancora più complessa considerando che le aree interne non si trovano soltanto al Sud Italia ma all’interno di ogni territorio regionale e sono quelle aree che soffrono ad esempio la carenza di un sistema di trasporto idoneo o di una moderna digitalizzazione che permetterebbe di usufruire di uno smart working che sia davvero il ‘lavorare da dove si vuole quando si vuole’ e non come attualmente viene concepito in Italia, il ‘lavorare da casa’”. (Raffaele Iaria)

Papa Francesco: il circo “esprime una dimensione dell’anima umana: quella della gioia gratuita”

29 Novembre 2023 - Città del Vaticano - All’Udienza Generale di questa mattina in Vaticano erano presenti i partecipanti al Festival dei talenti circensi italiani che si sono esibiti davanti a papa Francesco. Il Pontefice li ha ringraziati per “questo momento di gioia” aggiungendo che il circo “esprime una dimensione dell'anima umana: quella della gioia gratuita, la gioia semplice, fatta con la mistica del gioco. Ringrazio tanto queste ragazze e questi ragazzi che ci fanno ridere ma anche ci danno un esempio di allenamento molto forte perché per arrivare a quello che arrivano loro c'è un allentamento forte, molto forte”. E da qui l’invito ad un appaluso.  (Raffaele Iaria)

Papa Francesco: preghiamo per chi è disabile perché cresca l’inclusione nelle comunità

29 Novembre 2023 - Città del Vaticano - Sono le persone con disabilità al centro dell’intenzione di preghiera per il mese di dicembre scelta da papa Francesco. Una preghiera affinché «siano al centro dell’attenzione sociale», sottolinea il Pontefice nel video che solitamente annuncia l’intenzione per il mese alle porte. Video diffuso come ogni mese dalla Rete mondiale di preghiera del Papa e realizzato in collaborazione con il Dicastero per lo Sviluppo umano integrale. Una scelta dettata anche dal fatto che proprio a dicembre le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata internazionale delle persone con disabilità (il 3), con l’obiettivo di promuovere i loro diritti e il loro benessere non sempre riconosciuti. «Si tratta di cambiare un po’ la nostra mentalità per aprirci ai contributi e ai talenti di queste persone con diverse abilità, sia nella società che nella vita della Chiesa – dice il Papa nel videomessaggio –. E quindi, creare una parrocchia completamente accessibile non significa solo eliminare le barriere fisiche, ma anche capire che dobbiamo smettere di parlare di “loro” e cominciare a parlare di “noi”»

Tratta: a Roma domani si presentano i risultati del progetto europeo Net-works

29 Novembre 2023 -
Roma - Si terrà nella Casa internazionale delle donne, in via della Lungara 19, a Roma, giovedì 30 novembre, fra le 9.30 e le 12.30, la Conferenza finale del progetto europeo Net-works intitolato “Integrate, non invisibili”. Verranno presentati i risultati del progetto Net-works, finanziato dall’Unione europea, per l’integrazione a lungo termine delle donne sopravvissute alla tratta di esseri umani, e le attività realizzate tra il 2022 e il 2023. La conferenza sarà moderata da Oluwakemi Victoria Ajibola, assistente sociale e presidente della Nigerian Women Association. Tra i relatori, Gianni Rosas, direttore dell’Organizzazione internazionale del lavoro per l’Italia, e Adina Balam, responsabile europea della Rete internazionale Thalita Kum, che interverranno sul tema Sfide per l’integrazione delle sopravvissute alla tratta di esseri umani nel contesto europeo. Durante l’evento sarà lanciato un videotutorial multilingue indirizzato alle potenziali vittime di tratta e alle sopravvissute nell’Unione europea per incoraggiarle ad intraprendere percorsi di integrazione, nella legalità e col supporto di enti antitratta, incluse misure di conciliazione vita-lavoro per madri. Sarà presentato anche un toolkit per operatori e professionisti coinvolti nell’inserimento lavorativo delle donne uscite dalla tratta con strumenti utili per aziende, cooperative e associazioni nel passaggio delicato dal recupero personale all’autonomia lavorativa.
Grazie al progetto Net-works 54 donne sopravvissute alla tratta hanno ottenuto il sostegno di enti antitratta in 5 Paesi: Italia (Comunità Papa Giovanni XXIII), Lituania (Centras Kopzi), Lettonia (Shelter Safe House), Spagna (Fundaciòn de Solidaridad Amaranta) e Germania (The Justice Project). Le associazioni impegnate sul campo hanno formato un team di lavoro che garantisca percorsi di integrazione in una prospettiva centrata sulla persona, culturalmente sensibile e attenta al background migratorio delle vittime per facilitarne l’integrazione a lungo termine con un approccio olistico, anche collaborando con Nordic Diaspora Forum in Svezia e Inas Cisl in Italia. I percorsi di integrazione hanno favorito il processo di avvio dell’empowerment e del lavoro di 30 madri, incinte e/o con bambini piccoli. Tra le nazionalità predominanti Nigeria (29 beneficiarie), seguita da Costa d’Avorio, Camerun e Repubblica Democratica del Congo (12 beneficiarie). Per quanto riguarda il principale supporto ottenuto dalle beneficiarie attraverso i percorsi pilota di integrazione, il 23,3% ha frequentato percorsi di formazione e orientamento professionale, il 21,7% ha frequentato un corso di lingua, il 18,3% ha ottenuto sostegno alla mobilità, il 16,7% tirocini, il resto altri tipi di supporto alla maternità e all’integrazione. In Italia, la Comunità Papa Giovanni XXIII, leader del progetto, ha fornito un supporto psicosociale competente a 29 beneficiarie presenti nelle case rifugio e nelle case famiglia di 7 regioni italiane, attraverso tirocini, corsi di formazione al lavoro e sui diritti e doveri delle lavoratrici, formazione professionale e patenti di guida.

Commissione Ue: proposta legislativa contro traffico migranti

28 Novembre 2023 -
Bruxelles - Per contrastare la tratta dei migranti, la Commissione europea propone “un regolamento per rafforzare il ruolo di Europol e la cooperazione tra agenzie nella lotta contro il traffico di esseri umani”. Ciò si basa sul Centro Europol contro il traffico di migranti. Il ruolo del Centro “sarà ora elevato a una vera dimensione europea lungo aree strategiche”: rafforzare il coordinamento a livello Ue (il Centro europeo contro il traffico di migranti sarà rafforzato e sarà sostenuto dagli Stati membri, Eurojust, Frontex e dalla Commissione); cooperazione tra agenzie europee; migliorare la condivisione delle informazioni. Inoltre: rafforzare le risorse (gli Stati membri dovranno designare servizi specializzati per contrastare il traffico di migranti e collegare questi servizi all’applicazione sicura della rete di scambio di informazioni); rafforzare il sostegno di Europol attraverso l’invio di personale. Per raggiungere questi obiettivi, la Commissione propone inoltre di aumentare le risorse finanziarie e umane di Europol. La Commissione Ue lancio dunque un appello all’azione per un’alleanza globale contro il traffico di migranti. “I migranti dovrebbero essere protetti dalla tratta. È necessario interrompere il modello di business in continua evoluzione dei trafficanti e smantellare le reti criminali transnazionali attraverso azioni informate, decise e coordinate delle forze dell’ordine e della magistratura”. L’appello all’azione per un’alleanza globale “è fondamentale per riunirsi sulla prevenzione, la risposta e le alternative alla migrazione irregolare, affrontando le cause profonde della migrazione irregolare e facilitando i percorsi legali”.
(Photo European Commission)

Migrantes: favorevoli alla promzione della conoscenza della storia dell’emigrazione italiana nelle scuole

28 Novembre 2023 - Roma - La Fondazione Migrantes “saluta favorevolmente” la promozione, attraverso un Progetto nazionale, della “conoscenza della storia e del presente migratorio del nostro Paese e del nostro popolo, affinché le nuove generazioni si riconoscano pienamente inserite in un’epoca e in una società naturalmente migrante e dove la mobilità sia non depauperamento ma opportunità di arricchimento che nasce dal confronto con realtà nazionali e culturali altre, più o meno distanti, e che abbia pieno compimento nel processo di circolarità”. E’ quanto ha detto la curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, Delfina Licata, intervenendo oggi davanti alla Commissione Cultura della Camera, nell’ambito dell’esame della proposta di legge recante “Disposizioni per la promozione della conoscenza dell’emigrazione italiana nel quadro delle migrazioni contemporanee”. Durante l’audizione – alla quale era presente anche il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo – dopo la presentazione dell’organismo pastorale della Cei e del Rapporto Italiani nel Mondo, Licata ha sottolineato che la mobilità italiana oggi, “proprio perché vede soprattutto protagonisti i giovani, non è più solo sfuggire da situazioni di fragilità economica e occupazionale. La mobilità è desiderio di rivalsa e di crescita. Questo bisogno lo si trova tanto nelle aree metropolitane medio-grandi quanto nelle città medio-piccole. Essa accompagna chi vive nelle aree depresse e chi risiede in zone ricche del nostro Paese, quelle aree apparentemente prive di problemi ma che, nell’epoca della mobilità e della fluidità dell’identità, diventano per alcuni troppo strette al punto da spingere a cercare spazi vitali più ampi”. Il nostro Paese  “non ha mai smesso di essere un paese di emigrazione e non ha mai subito la trasformazione da paese di emigrazione a paese di immigrazione come erroneamente spesso sentiamo dire o leggiamo. Il nostro Paese è chiamato – ha spiegato la relatrice - oggi a fare un salto culturale importante e assolutamente necessario. L’Italia deve riconoscersi Paese della migrazione, società fondata sulla mobilità al punto tale che moltissimi connazionali non fanno rientro in Italia, ma sono pienamente protagonisti di quella mobilità circolare europea che produce ricchezza culturale, professionale ed economica all’interno del Vecchio Continente. Lo testimonia il fatto che non vi è paese al mondo in cui non vi sia presenza italiana e che, nell’ultimo anno, i nostri connazionali e le nostre connazionali sono partiti da tutte le province d’Italia raggiungendo 195 destinazioni diverse nel mondo”. Per questo serve una “rivoluzione culturale” attraverso la quale “sappia riconoscere e riconoscersi società interculturale già in essere, società plurale di uguali diritti e doveri dove non conta la nazionalità di partenza quanto la valorizzazione del background migratorio come di un elemento arricchente e portatore di novità. Ciò vale per gli italiani da sempre in mobilità, ma vale anche per i tanti cittadini di nazionalità non italiana che hanno scelto l’Italia come meta del loro progetto migratorio e vale anche per le seconde e terze generazioni che lottano per essere riconosciuti figli e figlie di questa Italia in crisi demografica, per i ‘nuovi’ italiani che hanno preso la cittadinanza italiana”.  La proposta di legge in discussione guarda a questo futuro e lo fa “partendo dal fatto che l’unica Italia che cresce oggi è quella che mette radici all’estero (+91% dal 2006), che a partire sono giovani e giovani adulti (il 44% delle partenze nell’ultimo anno per la sola motivazione espatrio), ma che l’Italia fuori dell’Italia è anche costituita da chi è all’estero da più di 15 anni (il 51,1% dei 6 milioni di residenti italiani all’estero) e da chi nasce con la cittadinanza italiana fuori dei confini nazionali (il 40,4% del totale, +175% dal 2006). Tutto questo patrimonio non può essere disperso, ma va innanzitutto riconosciuto come importante e prezioso e poi conosciuto e tramandato alle nuove generazioni che vivono nella cosiddetta epoca della mobilità e che, nel caso particolare degli italiani, hanno la mobilità come cifra caratteristica e strutturale della loro dimensione culturale e identitaria”. Per questo Migrantes si dice favorevole il Progetto nazionale proposto in quanto “si avverte la necessità di rendere le nuove generazioni pienamente consapevoli del loro passato e presente migratorio, del loro vivere in un Paese della migrazione e in una società fondata sulla migrazione, dove l’interculturalità è abbondantemente abitata”. (R.Iaria)

Mons. Belotti: a lui è stato dedicato il sagrato della chiesa del suo paese d’origine

28 Novembre 2023 - Bergamo - E’ stata intitolato a mons. Lino Belotti, già presidente della Fondazione Migrantes, il sagrato  della Chiesa di Cristo Re di Comenduno di Albino, suo paese natale. Alla cerimonia anche il direttore Migrantes della diocesi di Bergamo, don Sergio Gamberoni. Don Lino è morto all’età di 87 anni il 23 marzo 2018. Era nato nel 1930 in una famiglia contadina del bergamasco, a Comeduno di Albino. Ordinato sacerdote nel 1954 a soli 24 anni: era entrato in seminario a Bergamo a 12 anni per gli studi ginnasiali e liceali, in prima Teologia passò alla Comunità Missionaria “Paradiso”, abbracciando l’idea di fare il missionario, raccontava egli stesso: “ho incominciato a pensare a questa opportunità sin dal principio, da quando fummo informati circa l’istituzione della Comunità. Il vescovo Bernareggi e don Minzoni, i fondatori, avevano illustrato l’opportunità ai giovani chierici, contribuendo così a dare una ulteriore spinta alla mia vocazione missionaria, che si può dire è nata contestualmente con la nascita del ‘Paradiso’”. La comunità fu fondata nel 1949 per aiutare le diocesi con carenza di clero e per essere presenti fra gli emigranti. In seguito don Lino è stato nominato superiore della Comunità Paradiso. E’ stato Vescovo ausiliare emerito a Bergamo, direttore generale della Fondazione Migrante dal 1987 al 1996 e presidente della commissione episcopale della Cei per le migrazioni e della Migrantes. Il primo incarico come parroco, dal 1961 al 1966, fu a Goro di Ferrara nella diocesi di Comacchio. Ma l’appellativo di “prete dei migranti” gli deriva dal fatto che dal 12 settembre 1966 al 1973 fu il cappellano degli emigrati italiani in Svizzera. “Quella di La Chaux de Fonds è stata una delle esperienze più belle della mia vita” ha detto raccontando la sua vita nel volume “Preti tra i Migranti. Esperienze pastorali della Chiesa di Bergamo nelle Missioni Cattoliche Italiane d’Europa”, promosso dall’Ufficio Migrantes della diocesi bergamasca.  Quando don Lino arrivò in Svizzera, chiamato per risollevare la Missione Cattolica Italiana di La Chaux de Fonds, nella diocesi di Friburgo, che era in una fase di stallo gli emigrati italiani erano ancora molto stagionali e vivevano soprattutto in baracche, specie i boscaioli. In territorio elvetico don Lino arrivò assieme a don Sandro Dordi, che aveva preso la residenza  a Le Locle. “Ovviamente – scriveva don Lino - ci incontravamo regolarmente e programmavamo insieme le varie attività”. Una delle difficoltà iniziali che il sacerdote dovette affrontare “è stata forse la lingua”, ma dopo poco più di un anno era pronto a insegnare religione in lingua francese in una scuola di Rattrapage. I corsi, della durata di circa un anno, avevano lo scopo di aiutare i nuovi immigrati ad imparare la lingua e a far conoscere le realtà della città e a socializzare. Tra gli impegni principali di don Lino tra i connazionali la visita alle famiglie, l’ascoltare, il favorire l’integrazione tra italiani e con la popolazione locale. Raccontava che conservava l’elenco delle seimila famiglie di Italiani residenti nella Missione, provenienti da tutte le province dell’Italia: “si può dire le ho visitate tutte. Sul mio indirizzario avevo indicato per ciascuna il cognome e il nome del papà, come pure della mamma, il paese di provenienza in Italia e l’indirizzo di residenza in Svizzera”. “Dedichiamo, con un effigie, il sagrato della chiesa parrocchiale nel quinto anniversario della sua morte - ha affermato il parroco, don Alfio Signorini -. Un'occasione bella per dire grazie per quanto ha fatto nella comunità di Comenduno, a perenne memoria”. (Raffaele Iaria)

MSNA: un dossier sul mensile della diocesi di Milano

28 Novembre 2023 -
Milano - “Non sono affatto un’emergenza, nonostante le cifre (20mila presenze a giugno 2023, 100mila in totale negli ultimi 10 anni). Sono invece un fenomeno ‘non gestito’, dove si rischia di farli scivolare nel circuito criminale e comunque di perdere le loro preziose potenzialità”. È la sintesi dell’inchiesta di copertina de “Il Segno”, mensile della diocesi di Milano, di dicembre, dedicata ai così detti minori stranieri non accompagnati. “In maggioranza 16-17enni, hanno in genere dietro alle spalle un viaggio molto pericoloso da Paesi africani o asiatici, ma anche un progetto migratorio ben definito in testa. Vogliono emergere, lavorare, mandare soldi alla famiglia rimasta in patria. Sono insomma pieni di vita e affamati di futuro”. Tuttavia, “molte cose non funzionano nella fase cruciale della prima accoglienza: questa dovrebbe essere a carico dello Stato, ma il più delle volte ricade sui Comuni, che per carenza di risorse o di organizzazione non sempre riescono a garantirla, lasciando i migranti al loro destino. Che spesso significa cadere nell'illegalità"  

Migrantes: conclusasi la visita di mons. Felicolo alle Mci del Regno Unito

28 Novembre 2023 - Londra - Il Direttore Generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, ha visitato le missioni cattoliche italiane di Londra dal 23 al 27 di Novembre. Sono state giornate intense di incontri, riunioni, celebrazioni che hanno avuto come scopo principale il desiderio di far sentire agli emigrati italiani della nostre Missioni la vicinanza e il sostegno della Chiesa Italiana. Mons. Felicolo, nella sua prima visita a Londra in veste di Direttore generale ha lavorato per continuare a tessere il filo della storia dando uno sguardo al passato della migrazione in Inghilterra ma anche per cercare di cogliere attentamente quali le modalità possibili per operare efficacemente per il futuro. Durante la prima giornata il Direttore ha incontrato gran parte dei sacerdoti impegnati nelle missioni di Londra: don Francesco Buttazzo, il superiore delle Missioni Scalabriniane, don Andrea Fulco parroco della Chiesa Italiana di st Peter, il suo collaboratore don Giuseppe de Caro e don Antonio Serra, responsabile della Missione Cattolica italiana  operante nel nord di Londra nonché Coordinatore Nazionale. Mons. Felicolo ha potuto constatare il grande clima di amicizia e di fraterna collaborazione che esiste tra i sacerdoti impegnanti nella pastorale dei migranti e ha colto l’occasione per incoraggiarli ad intensificare la collaborazione tra di loro per rispondere sempre meglio alle esigenze di una realtà così vasta e complessa come Londra. La sera dello stesso giorno, mons. Felicolo si è incontrato con mons. Paul McAleen, referente per i migranti della conferenza Episcopale di England and Wales e con altri sacerdoti per discutere su come ottimizzare la gestione delle proprietà della Missione. Il giorno successivo, Sabato, il Direttore Generale ha viaggiato per visitare in tre città diverse le tre comunità della Missione Cattolica di Londra. “Ho trovato delle persone che ci tengono ad incontrarsi e sono animate da tanta voglia di fraternità e di stare insieme. Vivace anche il desiderio di incontrarsi a pregare insieme nella lingua italiana", ha detto. Domenica ha incontrato la comunità della Missione di Enfield e subito dopo si è recato alla Chiesa di st Peter per celebrare la Santa messa con gli emigrati italiani. A San Peter’s mons Felicolo ha trovato la stessa voglia di incontrarsi e lavorare insieme. Il Direttore nei suoi spostamenti ha potuto constatare le distanze enormi che i londinesi devono percorrere per recarsi da un posto all’altro. Queste distanze condizionano anche la pastorale. Proprio per questo, a seguito di una serie di incontri con il Coordinatore Nazionale è emersa l’esigenza di pensare in maniera prospettica anche a strutture più dinamiche “in uscita” che possano facilitare l’intercettazione di tanti italiani, soprattutto giovani, che vivono in una vasta città di 11 milioni di abitanti come Londra. (don Antonio Serra - Coordinatore Missioni Cattoliche Italiane nel Regno Unito)

San Paolo del Brasile: incontro dei Presidenti della Migrantes del mondo

27 Novembre 2023 -

San Paolo - Dal 21 al 24 novembre si è tenuto a San Paolo del Brasile l’incontro dei Presidenti della Migrantes del mondo nel Seminario dei Padri Scalabriniani. Il tema dell’incontro è stato la collaborazione tra le Conferenze Episcopali e i Padri Scalabriniani, in vista del loro prossimo Capitolo Generale. L’incontro - al quale ha partecipato per l'Italia mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes - si è aperto con una relazione di Padre Fabio Baggio, Sottosegretario del Dicastero Pontificio per lo Sviluppo integrale, che ha trattato il tema “La Chiesa e le migrazioni”. È seguito nei gruppi di lavoro un confronto tra esperienze per mettere a fuoco cosa maggiormente impedisca una pastorale migratoria efficace. Una seconda relazione è stata tenuta dal Padre Generale degli Scalabriniani Leonir Chiarello, che ha approfondito la figura e l’impegno per i migranti in San Giovanni Scalabrini che visitò San Paolo nel 1904. Negli spazi del convegno è stato possibile visitare la Chiesa e la Parrocchia di San Carlo gestita sempre dagli Scalabriniani dove esiste una cassa del Migrante, una serie di servizi socio-sanitari e un centro studi. Si è potuto visitare anche la Cattedrale neogotica di San Paolo, il museo dell’immigrazione e la Chiesa cinquecentesca dei Gesuiti attorno alla quale nacque la città di San Paolo, oggi una megalopoli di 25 milioni di abitanti. Il convegno è continuato analizzando, alla luce del confronto, i punti in comune nella pastorale migratoria (la cura e l’accompagnamento dei migranti, la tutela della loro dignità), le problematiche (l’indifferenza, la paura, la mancanza di conoscenza nel mondo delle migrazioni) e le proposte operative (un lavoro coordinato, la cura della comunicazione, la specificità della pastorale migratoria rispetto ai servizi caritativi ai migranti). Dopo una breve presentazione dell’attività dell’Istituto Teologico inter-congregazionale, con oltre 120 studenti, nell’ultima giornata si è potuto visitare l’orfanotrofio realizzato da Padre Giuseppe Marchetti nel 1925, oggi trasformato in un centro diurno per minori e adolescenti, i servizi educativi annessi e il museo con le testimonianze di un secolo di vita di quest’opera straordinaria di carità nei confronti dei minori di ieri - gli orfani degli italiani che morivano prematuramente anche durante il viaggio - e di oggi. La giornata si è conclusa con la Santa Messa concelebrata dai Vescovi e presieduta dal Card. di San Paolo Odilo Pedro Scherer.

Migrantes Taranto: svoltosi il XX° congresso diocesano

27 Novembre 2023 - Taranto - Il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato che si è celebrata lo scorso mese di settembre continua a essere al centro dell'anno pastorale nella diocesi di Taranto che si concluderà con la Festa dei Popoli il 19 maggio 2024. Infatti è il tema del  convegno  diocesano organizzato dall’Ufficio diocesano per la pastorale Migrantes  che si terrà giovedì 23 novembre 2023 alle ore 9 nell’aula magna dell’Università degli Studi di Bari, Dipartimento Jonico, in via Duomo. Molti  i relatori del consueto appuntamento relativo alla conoscenza dei vari aspetti della pastorale migratoria, giunto alla ventesima edizione, con l’intervento dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero, che ha tenuto l’introduzione e la conclusione dei lavori, moderati Marisa Metrangolo, direttore diocesano della Migrantes, che così riferisce nella presentazione del convegno “In un mondo in cui guerre e conseguenze climatiche continuano a generare migranti e rifugiati il grido di aiuto di migranti e rifugiati non può lasciarci indifferenti.La cura pastorale dei migranti è un’attività missionaria da non trascurare, che potrà aiutare  a riscoprire la gioia della fede cristiana che si è ricevuta”. Al convegno porteranno il saluto il direttore del Dipartimento jonico prof. Paolo Pardolesi, la dirigente scolastica del liceo ginnasio statale “Aristosseno” prof.ssa Rita Frunzio, il vice prefetto dott.ssa Adriana Famá, il sindaco e presidente della Provincia Rinaldo Melucci il prof. Antonio Uricchio, presidente Anvur e consigliere Avepro Agenzia Vaticana. La relazione principale sul tema del convegno è stata affidata a mons. Ciro Alabrese, direttore diocesano dell’Ufficio Educazione Scuola e Università. Sono seguiti  gli interventi della dott.ssa Rosa Anna De Palo, presidente del Tribunale di Taranto, del Comandante del Porto Cap. Vasc. Rosario Meo, dei docenti universitari proff.ri Cosima Ilaria Buonocore, Francesco Saverio Damiani e Paolo Stefanì e della dott.ssa Flavia Leopardo dell’associazione “Noi e Voi”. “Persecuzioni, guerre, fenomeni atmosferici e miseria sono tra le cause più visibili delle migrazioni forzate contemporanee – evidenzia la direttrice di Migrantes, dott. Marisa Metrangolo  - Per porvi termine è necessario l’impegno comune di tutti, ciascuno secondo le proprie responsabilità, chiedendoci che cosa possiamo fare, ma anche cosa dobbiamo smettere di fare. Il diritto di migrare e quello di vivere nella propria terra si fondano sui principi della libertà e della destinazione universale dei beni che il Signore ha creato e destinato a tutta l’umanità. Entrambi questi diritti oggi sono a rischio: quello di migrare viene fermato da muri che si alzano, da nazionalismi di ritorno, da legislazioni che indeboliscono il diritto di lasciare la propria terra di chi cerca un lavoro e un sostegno alla vita personale e familiare o fugge da guerre, disastri ambientali, dittature; quello di rimanere nella propria terra è ostacolato dalle numerose guerre e conflitti in atto, da forme nuove di colonialismo, dalla mancanza di pari opportunità di uomini e donne e dal grave sfruttamento". “Dal Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes – aggiunge Metrangolo - si evidenzia quanto sia  necessario un cambiamento della narrazione per superare quella dell’emergenza. Infatti l’attenzione dei media al tema dell’immigrazione in Italia è evidente che è sempre più orientata all’allarmismo. Nel dibattito pubblico il binomio immigrazione-sicurezza rimane di stringente attualità, generando un diffuso clima di paura e di intolleranza, come sottolinea il rapporto Immigrazione di Fondazione Migrantes e Caritas Italiana 2023. Ma ci si dimentica di aggiungere che le migrazioni in Italia da più anni registrano una certa stabilità, se non addirittura in fase calante per la carenza occupazionale, soprattutto delle donne, la irregolarità crescente per la mancanza di incontro tra domanda e offerta di lavoro, la maggiore insicurezza dei migranti, soprattutto sul lavoro, ma anche nella vita sociale. Questo in particolare sta costringendo alla partenza dall’Italia di albanesi, cinesi, polacchi, ucraini”. “Tante sono state le istituzioni e le persone che sono state affianco in tutti questi anni ed hanno dato sostegno –  conclude– e dobbiamo ringraziare in modo particolare l'ufficio immigrazione della Questura con la dott.ssa Rossella Fiore, l’Ufficio Immigrazione della Prefettura ed i componenti del suo staff che si sono succeduti, come la dott.ssa Teresa Pricolo, l’assessorato ai servizi sociali del Comune. Ma non dobbiamo dimenticare il prezioso apporto degli arcivescovi mons. Benigno Luigi Papa, mons. Filippo Santoro e l'attuale mons. Ciro Miniero, promotori della Pastorale migratoria, oltre all'Ufficio diocesano missionario, alla Caritas diocesano, alle parrocchie e soprattutto i volontari che si sono succeduti da vent'anni e gli operatori che si prodigano nell’Ufficio Migrantes”.

Un Re diverso dagli altri

27 Novembre 2023 -
Francesco ricorda che secondo i criteri del mondo “gli amici del re dovrebbero essere quelli che gli hanno dato ricchezze e potere, lo hanno aiutato a conquistare territori”, magari anche a comparire “sulle prime pagine dei giornali o sui social”. Gesù, invece, è un re diverso, per lui amici “sono coloro che lo hanno servito nelle persone più deboli”; non a caso “chiama i poveri fratelli”; è un re che si identifica “con gli affamati, gli assetati, gli stranieri, gli ammalati, i carcerati”. Realtà “sempre molto attuali” per il vescovo di Roma, perché “affamati, persone senza tetto, spesso vestite come possono, affollano le nostre strade: le incontriamo ogni giorno. E anche per ciò che riguarda infermità e carcere, tutti sappiamo cosa voglia dire essere malati, commettere errori e pagarne le conseguenze”. Per il Vangelo si è benedetti “se si risponde a queste povertà con amore, col servizio: non voltandosi dall’altra parte, ma dando da mangiare e da bere, vestendo, ospitando, visitando, in una parola facendosi vicini a chi è nel bisogno”; la sua “sala regale è allestita dove c’è chi soffre e ha bisogno di aiuto”; sorelle e fratelli “prediletti” sono le donne e gli uomini “più fragili”. Amici sono coloro che hanno lo stesso stile di Gesù: “la compassione, la misericordia, la tenerezza”. Un programma impegnativo, un Vangelo che interroga tutti e che chiede se abbiamo davvero messo in primo piano il bene comune, l’attenzione all’altro; se siamo chiusi nel nostro piccolo mondo o se abbiamo teso la mano e accompagnato chi ha chiesto solidarietà. La differenza tra essere “pecore” e non “capre”, come leggiamo in Matteo, è tutta qui: fare o non fare, azione o omissione. Nelle parole preparate per questa domenica, non mancano i riferimenti all’attualità. In primo luogo, il conflitto tra Israele e Palestina: “c’è finalmente una tregua e alcuni ostaggi sono stati liberati. Preghiamo che lo siano al più presto tutti: pensiamo alle loro famiglie”. Nello stesso tempo si chiede che “entrino a Gaza più aiuti umanitari, e che si insista nel dialogo: è l’unica via, l’unica via per avere pace. Chi non vuole dialogare non vuole la pace”. Quindi l’Ucraina che ha commemorato l’Holodomor, il genocidio perpetrato 90 anni fa dal regime sovietico, che causò la morte per fame di milioni di persone: “lacerante ferita” resa ancora più dolorosa dalle atrocità della guerra in atto. La preghiera – “per tutti i popoli dilaniati dai conflitti” – è “la forza della pace che infrange la spirale dell’odio, spezza il circolo della vendetta e apre vie insperate di riconciliazione”. Conferma, infine il Papa, che sabato 2 dicembre sarà a Dubai alla Cop 28, perché il nostro mondo è minacciato “da un altro grande pericolo, quello climatico, che mette a rischio la vita sulla terra, specialmente le future generazioni. E questo è contrario al progetto di Dio”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Migrantes: mons. Felicolo in visita alle comunità italiane nel Regno Unito

27 Novembre 2023 - Londra – Si conclude oggi la visita del direttore generale della Fondazione Migrantes, monsignor Pierpaolo Felicolo nel Regno Unito. Accolto dal coordinatore nazionale delle Missioni Cattoliche Italiane, don Antonio Serra, mons. Felicolo ha incontrato le comunità italiane presenti e ha celebrato la Santa Messa in diversi momenti. E’ stata l’occasione per il direttore dell’Organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana per conoscere le Missioni cattoliche Italiane del Regno Unito e ascoltare le loro testimonianze. Nel Regno Unito – secondo il dato riportato recentemente dal Rapporto Italiani nel Mondo della Migrantes – risiedono circa 460mila cittadini con passaporto italiano, il 7,7% dei circa 6milioni che vivono fuori dai confini italiani.