Un Re diverso dagli altri

27 Novembre 2023 –

Francesco ricorda che secondo i criteri del mondo “gli amici del re dovrebbero essere quelli che gli hanno dato ricchezze e potere, lo hanno aiutato a conquistare territori”, magari anche a comparire “sulle prime pagine dei giornali o sui social”. Gesù, invece, è un re diverso, per lui amici “sono coloro che lo hanno servito nelle persone più deboli”; non a caso “chiama i poveri fratelli”; è un re che si identifica “con gli affamati, gli assetati, gli stranieri, gli ammalati, i carcerati”. Realtà “sempre molto attuali” per il vescovo di Roma, perché “affamati, persone senza tetto, spesso vestite come possono, affollano le nostre strade: le incontriamo ogni giorno. E anche per ciò che riguarda infermità e carcere, tutti sappiamo cosa voglia dire essere malati, commettere errori e pagarne le conseguenze”.

Per il Vangelo si è benedetti “se si risponde a queste povertà con amore, col servizio: non voltandosi dall’altra parte, ma dando da mangiare e da bere, vestendo, ospitando, visitando, in una parola facendosi vicini a chi è nel bisogno”; la sua “sala regale è allestita dove c’è chi soffre e ha bisogno di aiuto”; sorelle e fratelli “prediletti” sono le donne e gli uomini “più fragili”. Amici sono coloro che hanno lo stesso stile di Gesù: “la compassione, la misericordia, la tenerezza”.

Un programma impegnativo, un Vangelo che interroga tutti e che chiede se abbiamo davvero messo in primo piano il bene comune, l’attenzione all’altro; se siamo chiusi nel nostro piccolo mondo o se abbiamo teso la mano e accompagnato chi ha chiesto solidarietà. La differenza tra essere “pecore” e non “capre”, come leggiamo in Matteo, è tutta qui: fare o non fare, azione o omissione.

Nelle parole preparate per questa domenica, non mancano i riferimenti all’attualità. In primo luogo, il conflitto tra Israele e Palestina: “c’è finalmente una tregua e alcuni ostaggi sono stati liberati. Preghiamo che lo siano al più presto tutti: pensiamo alle loro famiglie”.

Nello stesso tempo si chiede che “entrino a Gaza più aiuti umanitari, e che si insista nel dialogo: è l’unica via, l’unica via per avere pace. Chi non vuole dialogare non vuole la pace”. Quindi l’Ucraina che ha commemorato l’Holodomor, il genocidio perpetrato 90 anni fa dal regime sovietico, che causò la morte per fame di milioni di persone: “lacerante ferita” resa ancora più dolorosa dalle atrocità della guerra in atto. La preghiera – “per tutti i popoli dilaniati dai conflitti” – è “la forza della pace che infrange la spirale dell’odio, spezza il circolo della vendetta e apre vie insperate di riconciliazione”.

Conferma, infine il Papa, che sabato 2 dicembre sarà a Dubai alla Cop 28, perché il nostro mondo è minacciato “da un altro grande pericolo, quello climatico, che mette a rischio la vita sulla terra, specialmente le future generazioni. E questo è contrario al progetto di Dio”. (Fabio Zavattaro – Sir)