Camera dei deputati: approvato il decreto migranti che ora passa al Senato

30 Novembre 2023 – Roma – Nella seduta del 28 novembre u.s. l’aula della Camera dei deputati ha approvato, con 162 sì, 106 no e 2 astenuti, il c.d. decreto “Cutro 2” sui migranti (decreto 5 ottobre 2023, n. 133, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell’interno), su cui il giorno precedente il Governo aveva posto la fiducia. Ora il provvedimento passa all’esame del Senato. Forti critiche sono giunte dalle forze politiche delle opposizioni, che contestano all’Esecutivo di utilizzare queste norme per fare propaganda.

Il provvedimento estende da 30 a 45 giorni il tempo massimo di permanenza dei minori nelle strutture di prima accoglienza. E, in caso di flusso migratorio significativo, i Centri potranno ospitare fino al 50% di persone in più rispetto al limite di capienza fissato. I minori che abbiano compiuto i 16 anni saranno ospitati nei centri per gli adulti.

Le misure sui minori introdotte nel decreto, con emendamenti e subemendamenti presentati durante l’esame in Commissione Affari Costituzionali, sono tra le più contestate dalle opposizioni. Come quella, ad esempio, che consente ai minorenni che abbiano compiuto i 16 anni di restare nei Centri di detenzione per adulti altri 60 giorni rispetto ai 90 già previsti dal dl del Governo.

A causa di questa ulteriore modifica, i minori che hanno compiuto 16 anni potranno restare nei Centri per adulti per complessivi 150 giorni, cioè 5 mesi. Nel testo si stabilisce anche che l’attivazione delle strutture di prima accoglienza avvenga “sulla base delle esigenze del territorio e dell’entità degli arrivi in frontiera o dei rintracci” e si “elimina la possibilità per gli enti locali di gestire tali strutture” tramite convenzione con il Ministero dell’Interno”. Si consente, quindi, di realizzare o ampliare i CAS (Centri di Accoglienza straordinaria) per minori, in deroga al limite di capienza, nella misura massima del 50%.

Fra le altre disposizioni contenute nel provvedimento, viene stabilito che non potrà entrare in Italia chi è condannato, anche con sentenza non definitiva, per lesioni personali ai danni di incapaci, minori o infermi o con prognosi di oltre 20 giorni. Porte chiuse anche a chi ha commesso reati “relativi a pratiche di mutilazione genitale femminile” e che abbiano comportato “lesioni permanenti al viso”. Si riduce da 30 a 15 giorni (e da 60 a 40 giorni se chi ricorre risiede all’estero) il termine per presentare ricorso contro l’espulsione di stranieri con il permesso di soggiorno UE di lungo periodo. Si assegnano ispettori e sovrintendenti di Polizia in ambasciate e consolati fino 20 unità. E si stabilisce che la domanda di protezione internazionale non si perfezioni nel caso in cui lo straniero non si presenti in Questura per gli adempimenti richiesti. E’ disposta la riduzione da 12 a 9 mesi del periodo di sospensione della domanda nel caso in cui il richiedente asilo si allontani senza giustificazione dai Centri di accoglienza o si sottragga al trattenimento negli hotspot e nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR).

Per le donne vittime di violenza è stato approvato un ordine del giorno presentato dalle opposizioni. Con questo si impegna il governo “a verificare compatibilmente con le risorse disponibili a normativa vigente” la possibilità di “indirizzare le donne migranti vittime di violenza accertata dai servizi socio-sanitari territoriali di riferimento, a percorsi presso le reti territoriali anti-violenza e a creare sezioni specifiche nell’ambito dei Centri Sai, prevedendo in tempi rapidi le risorse necessarie”. Al momento restano nei Centri di detenzione. (Alessandro Pertici)