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Ucraina: Comunità S.Egidio, il 21 maggio concerto per la pace a Roma

4 Maggio 2022 -
Roma - Sabato 21 maggio, in Piazza del Popolo a Roma, si terrà il concerto per la pace, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e dai Giovani per la pace, per dire no alla guerra: “Play music stop violence”. Un evento a ingresso gratuito per diffondere, con la musica, un forte messaggio di pace e sostenere il lavoro della Comunità di Sant’Egidio nell’accoglienza ai profughi dall’Ucraina. La serata si aprirà con artisti e band emergenti da tutta Italia, finalisti del contest per la pace, e proseguirà con una maratona musicale che vedrà avvicendarsi sul palco artisti che uniranno la loro voce “per chiedere la fine della guerra in Ucraina e di ogni guerra, nella convinzione che l’unico futuro possibile ponga le sue fondamenta sulla pace. La musica ha una grande forza ed è stata decisiva, insieme alla solidarietà, in momenti difficili della storia. Oggi lo può essere ancora”. L’accesso all’area del concerto sarà possibile dalle 17:30. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Roma, dalla Regione Lazio, dal Ministero della Cultura, dall’Agenzia nazionale giovani e dalla Siae, ha come radio ufficiale Rai Radio2 che racconterà l’evento attraverso collegamenti in diretta e con contenuti extra sui social del canale e curiosità dal backstage. Il concerto sarà presentato da Carolina Di Domenico e Pier Ferrantini, mentre la “Social band” accompagnerà nelle loro performance gli artisti sul palco. Un evento non solo dedicato alla musica, ma anche alla solidarietà: saranno raccolti infatti fondi per sostenere gli aiuti che la Comunità di Sant’Egidio da Leopoli sta facendo pervenire in tutte le zone colpite dal conflitto in Ucraina e l’accoglienza ai profughi nei Paesi limitrofi e in Italia.

Ucraina: finora oltre 106mila profughi hanno raggiunto l’Italia

3 Maggio 2022 -
Roma - Sono 106.597 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte fino a oggi in Italia, 101.530 delle quali alla frontiera e 5.067 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Ne dà notizia il Viminale precisando che “sul totale, 55.261 sono donne, 13.908 uomini e 37.428 minori”. “L’incremento, rispetto a ieri, è di 638 ingressi nel territorio nazionale”. Milano, Roma, Napoli e Bologna continuano ad essere le principali città di destinazione dichiarate all’ingresso in Italia.

Ucraina: oltre 20mila i profughi ucraini nelle scuole italiane

3 Maggio 2022 - Roma - «Abbiamo accolto nelle scuole più di 20mila ragazzi ucraini e di questi quasi 19mila sono stati 'validati', cioè abbiamo dato loro la continuità rispetto al loro percorso scolastico». Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, dicendo di essere «in contatto continuo con la viceministra e il ministro dell’Istruzione ucraino. Abbiamo chiaro che stiamo facendo un’accoglienza che deve avere anche un segnale: permettere ai ragazzi di tornare in Ucraina, quando finalmente questa follia sarà finita». A chi gli chiedeva se saranno necessarie nuove risorse, il ministro ha risposto: «Stiamo mettendo tutte quelle necessarie».

Ucraina: Onu, oltre 5,4 milioni di rifugiati

2 Maggio 2022 - Roma -  Sono 5,4 milioni i rifugiati ucraini fuggiti dal loro paese a seguito dell'invasione delle truppe russe iniziata lo scorso 24 febbraio. Lo dicono i dati dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Il flusso dei rifugiati ha subito un rallentamento molto marcato da fine marzo, anche se negli ultimi giorni è leggermente aumentato. Donne e bambini rappresentano il 90% di questi rifugiati, mentre quasi due terzi dei bambini ucraini hanno dovuto abbandonare le proprie case, compresi quelli che si trovano ancora nel Paese. Quasi sei rifugiati ucraini su dieci (2.992.575 al 28 aprile) sono fuggiti in Polonia, che ospita di gran lunga il maggior numero tra i paesi europei.

Ucraina: contributi alle famiglie

2 Maggio 2022 - Roma - Trecento euro a persona al mese per adulto e 150 euro, sempre al mese, per ciascun minore di 18 anni al seguito. È attiva da ieri e raggiungibile dal sito del Dipartimento della Protezione civile la piattaforma che consente ai profughi provenienti dall’Ucraina di richiedere un contributo di sostentamento. Fino a qualche giorno fa, secondo i dati diffusi dal Viminale, erano arrivate in Italia 103.954 persone in fuga dal conflitto in Ucraina, di cui 36.915 minori. Il contributo è destinato a coloro che hanno presentato domanda di permesso di soggiorno per protezione temporanea rilasciata dalla Questura i quali si trovino, o siano stati, in condizione di autonoma sistemazione, vale a dire presso parenti, amici o famiglie ospitanti per almeno dieci giorni nell’arco di un mese. Non possono chiedere il contributo coloro i quali siano alloggiati presso strutture messe a disposizione dallo Stato italiano (Cas-Centri di assistenza straordinaria, Sai- Sistema di accoglienza e integrazione, strutture per l’accoglienza diffusa, alberghi). Il sostegno può essere richiesto entro il 30 settembre e viene riconosciuto per un massimo di tre mesi dalla data riportata sulla ricevuta di presentazione della domanda di permesso di soggiorno; in base al periodo trascorso tra la domanda e la richiesta di contributo, può essere riconosciuto per una quota mensile, per due o per l’intero ammontare. Per accedere alla piattaforma è necessario disporre del codice fiscale (rilasciato anche quello con la domanda di soggiorno).

Ucraina: a Tor Vergata” corsi di lingua italiana per i profughi

29 Aprile 2022 -  Roma - Parte il progetto “Tor Vergata” per l’Ucraina: corsi di lingua italiana per i profughi ucraini”. È questa la nuova iniziativa promossa dal CLICI - Centro di Lingua e cultura italiana dell’Università di Roma “Tor Vergata” in collaborazione con la sezione di slavistica della Macroarea di Lettere e Filosofia, che è stata presentata questa mattina nel corso dell’evento “Prepararsi all’accoglienza” . La giornata è promossa dal Corso di Laurea Magistrale in Lingua e Cultura italiana a stranieri per l’accoglienza e l’internazionalizzazione - LICUS dell’università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e realizzata in collaborazione con il CLICI. All'iniziativa presenti i rappresentanti di Unicef Italia, Caritas Roma, ANPAS, FCEI e Fondazione Migrantes che porteranno le testimonianze del lavoro sul campo. Infine, il corpo docente LICUS presenterà le prospettive attraverso le quali si guarda alla formazione delle studentesse e degli studenti che saranno i futuri operatori dell’accoglienza mediante la specificità dell’insegnamento della lingua e cultura italiana a stranieri.        

Ucraina: 102mila i profughi arrivati in Italia

28 Aprile 2022 -
Roma -  Sono 102.654 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte fino a oggi in Italia, 97.826 delle quali alla frontiera e 4.828 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Ne dà notizia il Viminale precisando che sul totale, 53.132 sono donne, 12.958 uomini e 36.564 minori. L’incremento, rispetto a ieri, è di 882 ingressi nel territorio nazionale. Le principali città di destinazione sono sempre Milano, Roma, Napoli e Bologna.

Migrantes Savona-Noli: sostegno allo studio dell’Italiano

28 Aprile 2022 - Savona - Il progetto di sostegno allo studio dell’italiano ‘La scuola che sogniAMO’ all’improvviso è stato costretto a misurarsi con la più stretta e drammatica attualità, provocata dal consistente arrivo, anche a Savona, dei profughi ucraini. Così si è provato a rispondere alle più urgenti necessità sul fronte della comprensione linguistica dei ragazzi in età scolare e dei loro familiari, perché possano calarsi con meno difficoltà e più rapidamente nella nuova realtà. L’iniziativa ‘La scuola che sogniAMO’, dopo la necessaria fase di programmazione, era arrivata nelle scuole, con il coinvolgimento di circa 40 alunne e alunni, iscritti all’Istituto comprensivo Savona III, nei plessi De Amicis, Astengo e Guidobono, e di studenti del Ferraris-Pancaldo. Accompagnati dalle indicazioni degli insegnanti di italiano, i volontari stavano svolgendo gli interventi di supporto nei locali delle scuole. Ma i programmi hanno dovuto essere modificati in tutta fretta. La crisi umanitaria generatasi a fronte dello scoppio del conflitto in Ucraina e il conseguente arrivo di un ingente numero di famiglie anche sul territorio savonese richiede una sostanziale implementazione dei progetti della scuola Migrantes. Per questo motivo è stato previsto un ampliamento degli interventi linguistici che risponda specificamente ai bisogni dei minori e degli adulti (principalmente donne) recentemente arrivati. A favore delle donne ucraine è prevista l’attivazione di nuovi corsi di alfabetizzazione; per i minori inseriti nella scuola pubblica, invece, si prevede un vero e proprio inserimento all’interno del progetto ‘La scuola che sogniAMO’. Alcuni bambini sono già entrati a far parte dei gruppi di supporto precostituiti, altri lo saranno quanto prima. “Grazie alla mobilitazione di educatori e logopedisti, che hanno fornito la scuola di tabelle di comunicazione bilingue, la prima accoglienza linguistica di questi bambini è stata facilitata. Benché la situazione si presenti mutevole, la scuola Migrantes prevede, per il periodo estivo, di coinvolgere tutte le famiglie ucraine che decideranno di restare anche nelle attività ludico laboratoriali previste dal progetto”, spiega il direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes di Savona-Noli, Davide Carnemolla.

Operazione pane unisce l’Italia all’Ucraina

28 Aprile 2022 - Milano - Un ponte di solidarietà che unisce l’Italia all’Ucraina, nel segno del bene alimentare più semplice e prezioso: il pane. Protagoniste, le comunità francescane che nel nostro Paese offrono supporto e accoglienza alle famiglie in fuga dalla guerra. E che poi, rovescio della stessa medaglia della condivisione, portano concretamente gli aiuti a realtà da settimane ostaggio dell’angoscia legata al conflitto. Come Leopoli dove una prima missione sul campo, a fine marzo ha avuto come destinazione le suore benedettine del convento di San Giuseppe. «Appena hanno aperto i pacchi con gli aiuti, i nostri confratelli ucraini e le religiose ci hanno detto che li avevamo salvati» – spiega fra Etjen Mgushi dell’Antoniano di Bologna, protagonista del viaggio solidale assieme a fra Roberto Simonelli delle mensa “Padre Lino” di Parma. «Nella periferia sud di Leopoli le benedettine ospitano una decina di famiglie – prosegue fra Etjen – e la situazione ovviamente non è buona. Tutto parla di guerra. E di paura». Una sofferenza che si traduce nella voglia di fuga, appena contemperata dai primi ritorni di questi giorni. «La quantità di chi scappa è enorme – prosegue il religioso –, al confine le code sono lunghissime. Molti escono dal Paese a piedi. Tra loro tante mamme con i bambini in braccio». Come noto, “Operazione pane” è la campagna partita dall’Antoniano di Bologna a sostegno delle mense francescane che in tutta Italia ogni giorno mettono in tavola migliaia di pasti per chi non ha da mangiare. Con lo scoppio della guerra, la rete della solidarietà si è allargata in un impegno a doppio binario, che guarda sia alla dimensione domestica che all’Ucraina. In particolare nel nostro Paese viene garantito il sostegno alle realtà francescane impegnate nell’accoglienza, come i conventi di Bordighera e Monte Nero in provincia di Imperia. Ma anche Bologna stessa, e Palermo, per la precisione Badia la cui comunità ospita 22 profughi tra cui 9 bambini tra gli 8 e i 14 anni. Sul fronte del conflitto, invece, la rete della solidarietà è  tesa a sostegno dei 60 francescani che operano in Ucraina, in città tristemente note alle cronache belliche: Kiev naturalmente ma anche Odessa e Konotop mentre in Romania si lavora, oltreché sull’emergenza, sul terreno dell’inserimento e dell’integrazione dei profughi. «La nostra preoccupazione è per coloro che non sono riusciti a scappare – spiega fra Giampaolo Cavalli, direttore di Antoniano – ma «vogliamo aiutare anche chi è riuscito a superare il confine». Porte aperte a tutti dunque, all’insegna di un impegno che in maggio vedrà una seconda missione ucraina. Nel nome del bene più semplice e prezioso che esista: il pane. (Riccardo Maccioni)

Scuole aperte d’estate per i profughi: un aiuto per la didattica e la lingua

28 Aprile 2022 -

Milano - Scuole aperte d’estate per l’accoglienza e l’integrazione dei profughi ucraini. Lo ha deciso la Commissione Cultura: una risoluzione che impegna il governo a tenere aperti gli istituti nel periodo estivo a supporto dei quasi 40.000 minori ucraini arrivati in Italia. «Per continuare il prezioso lavoro di integrazione didattica, linguistica e culturale» spiega Vittoria Casa (M5s), presidente della commissione. Sono 17.441 giovanissimi ucraini arrivati in queste settimane nei nostri istituti scolastici. In tutto nel nostro paese sono arrivati 101.772 ucraini: 52.623 sono donne, 12.747 uomini, 36.402 minori e di questi circa la metà frequentano ora le nostre scuole.

I più piccoli arrivano impauriti, imbronciati, intimiditi. «Basta il passaggio di un’ambulanza e i loro occhi si riempiono di terrore, corrono a nascondersi sotto i tavoli », racconta l’educatrice di una scuola materna romana. I più grandi finiscono, con il tempo, per aprirsi e fare nuove amicizie. «Al Newton è arrivato un ragazzino ucraino – racconta la preside, Cristina Costarelli –. È molto bravo nelle discipline scientifiche, sta imparando l’italiano ed ha un mediatore che trascorre tutta la giornata scolastica con lui, gli fa una traduzione immediata delle lezioni. Ha una modalità di approccio diversa da quella italiana: i ragazzi e i docenti da subito sono stati molto espansivi, accoglienti e affettuosi con lui che appariva invece molto distaccato. Ora sta ingranando, si sta aprendo, si sta inserendo, anche se dice che vuole giustamente rientrare, appena si potrà, nel suo Paese». In generale, i dirigenti scolastici parlano di un buon inserimento dei ragazzi ucraini nelle loro scuole, innanzitutto umano, con le difficoltà linguistiche che sono immaginabili. I mediatori sono stati reperiti soprattutto grazie alla rete di conoscenze che ognuno ha messo in campo e grazie al passaparola, pur avendo chiesto agli enti locali di fare una ricognizione delle istituzioni che possono metterli a disposizione. «Sono figure che cominciano a scarseggiare – lamenta Costarelli – e talvolta sono persone che hanno una conoscenza della lingua italiana limitata, perché si tratta di lavoratori da tempo in Italia».

Intanto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha incontrato a Roma la viceministra dell’Educazione ucraina, Rogova Vira. È stato costituito un gruppo di lavoro per rafforzare l’impegno dei due Paesi e risolvere una serie di questioni legate all’organizzazione del processo educativo. Il ministero dell’Istruzione italiano, che ha tracciato le linee guida per l’accoglienza e ha creato una sezione dedicata del suo sito web con materiali didattici e informazioni sul sistema scolastico ucraino, punta anche al supporto psicologico e al recupero della socialità proprio grazie alle attività dedicate previste nel periodo estivo. (D. Fas.- Avvenire)

Ucraina: da Crotone il Rosario per la pace su Tv 2000

27 Aprile 2022 - Roma - Guarda ancora alla guerra e al desiderio di pace l’appuntamento settimanale di “Prega con noi”. Tv2000 e radio InBlu2000 invitano i fedeli, le famiglie e le comunità religiose a ritrovarsi stasera alle 20.50, per recitare insieme il Rosario per la pace in Ucraina trasmesso su Tv2000, InBlu2000, e su Facebook e dedicato in particolare alle vittime innocenti della guerra, agli anziani, alle mamme e ai bambini sotto le bombe o in fuga. La preghiera sarà trasmessa dalla Chiesa Santa Maria Protospataris, parrocchia degli ucraini a Crotone, e presieduta da don Vasyl Kulynyak, parroco della comunità ucraina dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina.  

Ucraina: 106 i minori profughi che arriveranno venerdì a Polistena

27 Aprile 2022 - Polistena - Una storia da «aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più». Solo che questa volta gli amici in più sono 106 minori ucraini tra i 3 e i 17 anni che arriveranno venerdì a Polistena, grosso centro calabrese della Piana di Gioia Tauro. Vengono dalle città martoriate di Bucha e Irpin, sono quasi tutti soli, e saranno ospitati per due mesi dalla 'Comunità Luigi Monti' gestita dai Padri Concezionisti che già accoglie 29 ragazzini affidati dal tribunale e dal centro giustizia minorile e dai servizi sociali territoriali, bellissima esperienza anche di lavoro pulito e economia circolare. «Ci stiamo stringendo per accoglierli – ci spiega fratel Stefano Caria, responsabile della Comunità –. I nostri ragazzi hanno già preparato tutta la casa, si sono stretti nelle stanze, hanno pensato giochi da fare coi ragazzi ucraini». Un’iniziativa che coinvolgerà tutto il paese, dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Michele Tripodi alle parrocchie, dalle scuole all’Azione cattolica diocesana, dalla Caritas della diocesi di Oppido-Palmi agli scout dell’Agesci e a tante associazioni. Senza alcun contributo pubblico, solo volontariato. «L’avvocato Maria Calogero tutore speciale del tribunale dei minori di Reggio Calabria, che segue parecchi dei ragazzi che ospitiamo in comunità – racconta fratel Stefano –, è in contatto con padre Giovanni Amante, parroco della chiesa ortodossa di San Giacomo Maggiore di Messina che ospita già alcuni ragazzi ucraini ed era alla ricerca di una grossa struttura dove poter accogliere questo gruppo. L’avvocato ha chiesto a noi. Avevamo appena messo le bandiere di Italia, Ucraina e della pace, ci siamo guardati in faccia... abbiamo detto subito di sì. Metteremo qualche letto a castello e ce la faremo». Nel giro di due mesi si provvederà all’accoglienza diffusa sul territorio. «Ci sono già molte famiglie disponibili. Il nostro è un intervento di emergenza. Una sorta di ospedale da campo, come dice papa Francesco». I minori si trovano a Kiev da dove un avvocato ucraino ha contattato la collega Maria Isabella Celeste, impegnata da anni anche nel campo del volontariato con i Paesi dell’Est e che collabora con l’'Associazione Camminiamo Insieme' di Palmi, la cui direzione è affidata a Maria Calogero che ha chiesto l’aiuto dei fratel Stefano. «Abbiamo mandato una dichiarazione di accoglienza all’amministrazione militare di Kiev e ho avuto la loro risposta che ringrazia per la solidarietà dimostrata e dà l’okay per il viaggio». Domenica scorsa tre pullman sono partiti da Messina, hanno fatto sosta a Polistena per scaricare letti a castello, generi alimentari, biancheria, abbigliamento, e poi sono partiti per la Polonia, esattamente verso Przemysl, dove i ragazzi sono stati trasferiti da Kiev. Con loro dodici accompagnatrici, alcune delle quali sono le mamme, ma gran parte dei minori sono soli. «Una parte dei ragazzi non hanno più genitori, altri hanno solo la mamma mentre il papà è in guerra». Su ogni pullman tre autisti, un interprete e un medico, anche per effettuare i tamponi Covid. Tra i 106 minori c’è una bambina di 3 anni, due di 6 anni, quattro di 7 anni. La fascia più numerosa è quella 13-14 anni, sia maschi che femmine, mentre da 15 anni in su sono più femmine che ragazzi. «Ci aiuteranno nell’animazione l’Azione cattolica diocesana, le scuole e gli scout dell’Agesci. Mentre l’alberghiero qui vicino preparerà i pasti per loro. Abbiamo anche un bel campo di calcetto. Sarà davvero una sinergia importante di tutto il territorio. E, ci tengo a ripeterlo, non usufruiremo del bando del governo, quindi non riceveremo rette o altro, il nostro sarà volontariato puro». Si passerà poi alla seconda fase di accoglienza diffusa. Ci sono già molte disponibilità, ma i ragazzi chiedono di non essere allontanati tra loro. Ucraina chiama, la Calabria risponde: con due Chiese, cattolica e ortodossa, che con l’aiuto di tutti gli altri attori, hanno creato un ponte. (A.M.Mira - Avvenire)

Ucraina: papa Francesco, “tacciano le armi”

27 Aprile 2022 -
“Vi chiedo di perseverare nella preghiera incessante per la pace". E' il nuovo appello lanciato questa mattina da papa Francesco al termine dell'udienza generale. "Tacciano le armi, affinché quelli che hanno il potere di fermare la guerra, sentano il grido di pace dell’intera umanità!”, ha detto salutando i fedeli di lingua portoghese.

Ucraina: 70mila profughi hanno chiesto protezione

27 Aprile 2022 - Roma - I tecnici informatici della Protezione civile stanno ancora verificando il funzionamento dei meccanismi. Ma se non ci saranno intoppi a livello digitale, entro stasera o domani potrebbe già essere operativa la piattaforma online che consentirà ai profughi ucraini giunti in Italia e ospitati presso abitazioni private, se in possesso dei requisiti richiesti e dopo un’apposita registrazione, di poter percepire il contributo di autonoma sistemazione stabilito dal governo: 300 euro mensili per ogni adulto e 150 per minore, per un massimo di tre mesi. Lo confermano ad Avvenire fonti della stessa Protezione civile, interpellate ieri. Il contributo, viene spiegato, verrà «erogato negli uffici di Poste italiane, in contanti, a ogni profugo che si presenterà con un documento d’identità valido» (il passaporto può andar bene), sommato alla certificazione prevista (il cedolino che dimostra l’avvenuta richiesta di protezione, accordata dall’Ue e recepita dall’Italia) e alla registrazione sulla piattaforma on line. Se i test informatici daranno esito positivo, il meccanismo potrebbe partire entro la settimana e poi andare a regime ai primi di maggio. Per poter richiedere l’erogazione del contributo, occorre anzitutto aver richiesto nella locale questura il permesso di protezione temporanea accordato dalla direttiva Ue e recepito dall’Italia. Una volta presentata la domanda, con i dati del cedolino (codice fiscale provvisorio e altre informazioni) si può entrare nella piattaforma web, registrarsi e presentare la richiesta. Il sistema, spiegano alla Protezione civile farà alcune verifiche, compresa l’eventuale presenza del richiedente in strutture pubbliche o convenzionate (in quel caso, non si avrà diritto al contributo). Se arriverà l’ok, il profugo richiedente potrà recarsi poi presso l’ufficio postale più vicino e chiedere allo sportello il contributo di 300 euro per sé e di 150 per ogni minore a suo carico, che l’impiegato erogherà in euro contanti. Al momento, su 101.204 profughi ucraini entrati in Italia dall’inizio della guerra, fa sapere il Viminale, circa 70mila hanno chiesto protezione nel nostro Paese: 65mila domande in base alla normativa Ue, le restanti invece richieste di asilo, protezione speciale o altro. La seconda condizione è non alloggiare già in strutture pubbliche o convenzionate: al momento, solo 10mila sono i rifugiati ucraini ospitati nei centri d’accoglienza straordinaria (Cas) o del Sistema accoglienza e integrazione (Sai) del ministero dell’Interno e un’altra minima quota presso realtà del Terzo settore. Gli altri 90mila alloggiano presso familiari o conoscenti. Le donne sono finora 52.308, bambini e ragazzi 36.247, gli uomini adulti 12.649. I minori non accompagnati ammontano a 3.143, di cui 2.600 vivono con familiari e altri 500 in strutture autorizzate dal Tribunale dei minorenni. Le principali città di destinazione dichiarate sono ancora Milano, Roma, Napoli e Bologna. Per i contributi di autonoma sistemazione, il governo e la Protezione civile hanno ipotizzato un limite di spesa di 54 milioni di euro, sufficiente per erogare (per 3 mesi massimo, entro il 31 dicembre 2022) importi di 300 e 150 euro mensili a una platea stimata sulle 60mila persone. Invece, per l’accoglienza diffusa (calcolata per un massimo di 15mila persone e che verrà attuata dai Comuni e dagli enti del Terzo settore) il tetto di spesa è stato fissato sui 142 milioni di euro. Anche la raccolta delle manifestazioni d’interesse, da parte di enti e associazioni, è avvenuta attraverso una piattaforma della Protezione civile. Al momento, si è conclusa con 48 offerte per un totale di 26.412 posti messi a disposizione. Sarà la Commissione di valutazione, costituita dal capo Dipartimento Fabrizio Curcio, a verificare entro 9 giorni il possesso dei requisiti richiesti per le associazioni che hanno partecipato al bando. Per gli enti autorizzati, è previsto un contributo di 33 euro al giorno per ogni profugo ospitato. (Vincenzo R. Spagnolo)

Ucraina: 101mila i profughi in Italia

26 Aprile 2022 -

Roma - Sono 101.204 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte fino a oggi in Italia, 96.512 delle quali alla frontiera e 4.692 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Ne dà notizia il Viminale precisando che “sul totale, 52.308 sono donne, 12.649 uomini e 36.247 minori”.

“L’incremento, rispetto a ieri, è di 450 ingressi nel territorio nazionale”. Le principali città di destinazione si confermano Milano, Roma, Napoli e Bologna.

Ucraina: Rosario per la pace, domani sera con la comunità di Crotone su Tv2000

26 Aprile 2022 -

Roma - Sarà trasmesso da Crotone la preghiera del Rosario su tv 2000, domani sera, mercoledì 27 aprile, alle 20.50. la preghira sarà dedicata in particolare alle vittime innocenti della guerra, agli anziani, alle mamme e ai bambini sotto le bombe o in fuga dalle loro case e sarà trasmessa dalla Chiesa Santa Maria Protospataris, parrocchia della Comunità degli ucraini a Crotone, e presieduta da don Vasyl Kulynyak, parroco della comunità ucraina della doiocesi di Crotone-Santa Severina.

 

Ucraina: protezione temporanea  per le persone sfollate

26 Aprile 2022 - Roma - E' stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 15 aprile 2022 il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 marzo 2022 recante Misure di protezione temporanea per le persone provenienti dall'Ucraina in conseguenza degli eventi bellici in corso. Il provvedimento stabilisce che la protezione temporanea, di cui alla decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio del 4 marzo 2022, che accerta l'esistenza di un afflusso massiccio di sfollati dall'Ucraina, ha la durata di un anno a decorrere dal 4 marzo 2022. La protezione temporanea  si applica in  favore  delle persone  che  sono  sfollate  dall'Ucraina  a  partire  dal  24  febbraio 2022 incluso, a seguito dell'invasione militare delle  forze  armate russe che ha avuto inizio  in  tale data, appartenenti alle seguenti categorie:
  1.     a) cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022;
  2.     b) apolidi e cittadini di paesi terzi diversi dall'Ucraina  che beneficiavano di protezione internazionale o di protezione  nazionale equivalente in Ucraina prima del 24 febbraio 2022;
  3.     c) familiari delle persone di cui alle lettere a) e b).
La protezione temporanea si  applica  anche agli apolidi e cittadini di paesi  terzi  diversi  dall'Ucraina  che possono dimostrare che soggiornavano in Ucraina prima del 24 febbraio 2022 sulla base di un permesso di soggiorno permanente valido rilasciato conformemente al diritto ucraino e che non  possono  ritornare in condizioni sicure e stabili nel proprio paese o  regione  di origine. Il Questore del luogo in cui la persona è domiciliata rilascia agli sfollati un permesso di soggiorno per protezione temporanea di durata annuale. Qualora la protezione temporanea non cessi per effetto di una decisione adottata dal Consiglio dell'Unione europea sarà prorogato automaticamente di sei mesi in sei mesi per un periodo massimo di un anno. Il permesso di soggiorno perde efficacia ed è revocato, anche prima della sua scadenza, in conseguenza dell'adozione da parte del  Consiglio dell'Unione europea della predetta decisione di cessazione della protezione temporanea. Il permesso di soggiorno consente al titolare l'accesso all'assistenza erogata in Italia dal Servizio sanitario nazionale, al mercato del lavoro e allo studio. La richiesta del permesso di soggiorno va presentata direttamente in Questura e il permesso è rilasciato in formato elettronico a titolo gratuito.   In precedenza, era stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 87 del 13 aprile 2022 la legge n. 28 del 5 aprile 2022, di conversione del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina. La legge, che è entrata in vigore il 14 aprile 2022, dispone, fra l’altro, un aumento di 54.162.000 euro per l'anno 2022 delle risorse dedicate alla locazione e alla gestione dei centri di accoglienza per i rifugiati ucraini e introduce una serie di misure a sostegno degli studenti, dei ricercatori e dei docenti di nazionalità ucraina che svolgono attività di studio o ricerca presso le università, le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e gli enti di ricerca. (A. Pertici)        

Ucraina: Unhcr, 5,2 milioni i profughi

26 Aprile 2022 - Ginevra -  Il numero di rifugiati ucraini che sono fuggiti dal loro paese sotto l'attacco delle truppe russe dal 24 febbraio ha superato i 5,2 milioni.  Il dato è dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Secondo l'Unhcr, 5.232.014 ucraini hanno lasciato il loro Paese dall'inizio dell'invasione, 45.270 in più rispetto a ieri. Dall'inizio di aprile sono fuggiti poco meno di 1.197.000 ucraini, molto meno dei 3,4 milioni che avevano scelto di partire a marzo.    L'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim)ha evidenziato che che oltre 218.000 non ucraini, principalmente studenti e lavoratori migranti, hanno lasciato l'Ucraina per i paesi vicini.   Quasi sei rifugiati ucraini su dieci (2.909.415 al 24 aprile) sono fuggiti in Polonia, che ospita di gran lunga il numero maggiore, anche se alcuni si sono poi trasferiti in altri paesi europei.

25 aprile: liberi, limpidi e diritti

25 Aprile 2022 - “Quanto più s’addensa e s’incupisce l’avversario facci liberi e intensi”. Lo scrive nella “Preghiera del Ribelle” Teresio Olivelli, ucciso a 29 anni nel campo di sterminio nazista di Hersbruck colpevole di aver sottratto un giovane ucraino alla bestialità di un kapò. Ufficiale degli Alpini, aveva partecipato alla ritirata di Russia e aveva conosciuto la tragedia di uomini, soprattutto giovani, che andavano a morire per un delirio di onnipotenza dei dittatori del tempo. Ribellatosi per amore della verità al regime fascista entrò nella Resistenza con i partigiani cattolici, le “Fiamme Verdi”, che rifiutavano l’uso indiscriminato e spesso vendicativo delle armi, che si opponevano a condanne sommarie a morte chiedendo che fossero i legittimi tribunali a esprimere il giudizio. Mentre infuria la guerra e cresce l’odio in terra europea il XXV Aprile, riletto con le parole di un giovane proclamato beato il 3 febbraio 2018, si conferma memoria, monito e appello a ritrovare e vivere valori e ideali senza i quali in nessun tempo e in nessun luogo è stato ed è possibile prevenire o spezzare la spirale del terrore e dell’orrore. La “Preghiera del Ribelle” si accende oggi con le sue invocazioni: “facci liberi e intensi” nel distinguere l’aggredito dall’aggressore; “facci liberi e intensi” nella ricerca e nella rimozione delle cause di ogni conflitto; “facci liberi e intensi” nel dire che le armi non hanno mai portato e mai porteranno alla pace; “facci liberi e intensi” nell’accettare sacrifici pur di fermare la mano di Caino, “facci liberi e intensi” nel chiedere che l’unità dei cristiani sia al servizio della verità e non giustifichi alcuna menzogna. Sono richieste di uomini liberi da letture ideologiche dei fatti, per uomini limpidi nel dire che la vittoria non è la pace, per uomini intensi nel condividere il pianto e la speranza. Il XXV Aprile suscita questi tre atteggiamenti interiori. Ha bisogno di uomini e donne ribelli alla falsità, al rifiuto dell’altro, all’indifferenza. Ha bisogno che la libertà venga compresa e amata nella consapevolezza che non si raggiunge una volta per tutte e che ogni giorno va compresa e difesa. L’urlo di dolore e di disperazione che arriva dall’Ucraina come da altri Paesi lacerati da guerre scuote davvero le coscienze nel giorno in cui si celebra la liberazione da due dittature mentre si è vittime della follia di una terza? Le ombre dell’odio, dello scontro e dell’indifferenza rimangono minacciose e neppure è prevedibile il loro dissolversi. In questo tempo lacerato venga dal XXV Aprile un messaggio libero, limpido, diritto. (Paolo Bustaffa)

Mons. Staglianò: nessuno escluso, solo così l’accoglienza è giusta e vera

22 Aprile 2022 -

Roma - La nuova 'inutile strage' della guerra in Ucraina non accenna a finire. Il decisivo «Fermatevi!» di papa Francesco a questa pazzia fratricida sembra ancora non ascoltato dalla realpolitik dell’insipienza umana che, invece, riprende la 'corsa agli armamenti' investendo miliardi per comprare e usare armi. L’utopia cristiana della pace è irrisa come astratta e impraticabile. E mentre si discute e ci si accapiglia, la guerra genera mostruosità: città distrutte, stragi e civili in fuga, ormai a milioni. La sofferenza degli innocenti interpella la coscienza di ognuno di noi. Come dire che 'Dio è amore', secondo il Vangelo? Soprattutto in questo frangente, bisognerà dirlo con l’opera della carità, in un’ospitalità davvero cattolica, che non esclude nessuno.

Nei migranti e nei profughi c’è tutto il dramma del mondo, e tanto dolore può spingerci a riscoprire quel 'noi' che ci precede e ci fa dire con verità che Dio è Padre. È cristianamente impossibile essere 'adoratori del Padre' senza essere 'custodi dei fratelli tutti'. Accogliere alcuni e respingere altri mostrerebbe, invece, che non c’è vera fede in Dio e che non si è cresciuti molto in umanità.

L’accoglienza diventa allora un kairòs, un tempo di grazia che ci fa uscire da visioni ristrette e ci fa respirare e pensare in grande, in sintonia con il cuore di Dio. E la Chiesa diventa, come ha ricordato recentemente papa Francesco alla Congregazione per le Chiese orientali, «un segno tangibile della carità di Cristo aprendo nuove strade da percorrere insieme». Scrive Etienne Grieu: «L’apertura all’altro, specialmente a colui che soffre, fa passare dalla semplice immagine di Dio, quali siamo per la creazione, alla somiglianza con lui, cioè a un legame molto più intimo con lui, attraverso l’unione ai suoi disegni e ai suoi modi di essere. È così che ci rivestiamo di Cristo». NellaFratelli tutti il Papa chiarisce come, per i cristiani, c’è un motivo più profondo della semplice solidarietà e c’è una sorgente utile a tutti: «Come credenti pensiamo che, senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possano essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità. Siamo convinti che 'soltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani si può vivere in pace fra di noi'. Perché 'la ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità'» (272). E alla fine dell’Enciclica, Francesco ricorda come sia importante la lezione dei testimoni, citando tra gli altri Charles de Foucauld che voleva essere il fratello universale, «ma solo identificandosi con gli ultimi arrivò a essere fratello di tutti» (287).

Si risveglia nei momenti difficili una sensibilità bella, e però occorre vigilare: può restare solo emotiva, come è stata all’inizio del Covid, dal quale non stiamo uscendo migliori. Così, ora le immagini della sofferenza indicibile delle vittime della guerra in Ucraina risvegliano quell’«eterno dovere di restare umani », di cui parlava Simone Weil. E però si può anche insinuare anche una deformazione grave: accogliamo gli ucraini perché li avvertiamo simili a noi, respingiamo gli altri profughi perché li sentiamo diversi e persino pericolosi? Già più volte, e da più parti, si è chiarito che non è vero: abbiamo bisogno gli uni degli altri, e gli immigrati sono preziosi anche per la nostra economia e per contrastare la denatalità. Nell’accoglienza dei profughi ucraini, allora, c’è un esercizio di umanità e di carità che va incoraggiato e sostenuto perché diventi cura e coinvolgimento delle comunità verso tutti, nessuno escluso: dall’Ucraina come dall’Africa tutta (pensiamo in modo particolare ai lager della Libia) o dal Vicino Oriente.

Una comunità accoglie davvero se si coinvolge, immedesimandosi nel dolore e nel dramma di chi vive, nella propria carne, l’abbandono e la perdita degli affetti più cari, per i quali vale la pena stare in questo mondo. Papa Francesco ce l’ha spiegato nella Fratelli tutti, chiarendo (al punto 129) il 'come' e il 'perché': «I nostri sforzi nei confronti delle persone migranti che arrivano si possono riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Infatti, 'non si tratta di calare dall’alto programmi assistenziali, ma di fare insieme un cammino attraverso queste quattro azioni, per costruire città e Paesi che, pur conservando le rispettive identità culturali e religiose, siano aperti alle differenze e sappiano valorizzarle nel segno della fratellanza umana'». (mons. Antonio Staglianò - Vescovo di Noto e delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Sicilia)

                  Il testo è stato pubblicato sul numero odierno di Avvenire come lettera al direttore