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Incontro che fa superare le paure: domani incontro al Divino Amore con rom e sinti

8 Maggio 2019 - Roma - Solo l’incontro fa superare ogni paura ed abbattere ogni muro. Ne è convinta la Fondazione Migrantes, organismo pastorale della CEI, che per domani, 9 maggio, dalle 15.30 alle 18.00 presso l’Auditorium del Divino Amore a Roma invita la cittadinanza ad un incontro per conoscere il popolo rom e sinto che vive in Italia condividendo con loro un momento di arricchimento culturale, di festa, di arte e di musica. “Molti non vi conoscono e hanno paura. Questa li fa sentire in diritto di giudicare e di poterlo fare con durezza e freddezza, credendo anche di vedere bene. Ma non è così. Si vede bene solo con la vicinanza che dà la misericordia… Da lontano possiamo dire e pensare qualsiasi cosa, come facilmente accade quando si scrivono frasi terribili e insulti via internet”, diceva papa Francesco alle comunità di migranti durante la sua visita a Bologna dell’ottobre 2017. Parole “certamente vere” per quello che riguarda i Rom e Sinti presenti nel nostro Paese, sottolinea il direttore della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis, in una lettera aperta ricordando anche le parole pronunciate da Papa Paolo VI a Pomezia, il 26 settembre 1965 incontrando questo popolo: “Voi nella Chiesa non siete ai margini, ma, sotto certi aspetti, voi siete al centro, voi siete nel cuore”. Oggi, quando si pronuncia la parola “rom”, la “mente – scrive ancora don De Robertis - rincorre il fantasma urbano del povero, dell'accattone, di colui che fruga nei cassonetti o che, con un figlio in braccio, chiede l'elemosina nei vagoni della metropolitana. La si pronuncia con sdegno, la si scrive sui quotidiani con indignazione, la si ritrova nei documenti istituzionali come problema da risolvere. È una parola che genera timore, che richiama paure ataviche, che rafforza pregiudizi e stereotipi. Dietro quelle tre lettere, invece, ci sono volti di donne, di uomini e di bambini e soprattutto ci sono persone che nella maggior parte dei casi vivono in abitazioni come le nostre, studiano, lavorano, pagano le tasse”. Nella mattinata di domani i circa 500 rom e sinti, insieme agli operatori pastorali, pregheranno con Papa Francesco in Vaticano. Saranno accompagnati dal card. Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Saranno presenti anche il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il Card. Peter Kodwo Appiah Turkson, il Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, il Card. Angelo De Donatis, il Presidente della Commissione CEI per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, il Vescovo Mons. Guerino Di Tora, il neo Arcivescovo di Siena-Val d’Elsa-Montalcino e Segretario della Commissione CEI per le Migrazioni, Mons. Paolo Lojudice e il Vescovo di Avezzano, Mons. Pietro Santoro.    

Mons. Lojudice: il pensiero al mondo rom e ai migranti

6 Maggio 2019 - Roma – “Forse sarà un caso ma saluterò e ringrazierò il Papa della fiducia che mi ha accordato, per la prima volta dopo la mia nomina ad arcivescovo di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino, ‘circondato dal popolo rom’: è un’eredità che ormai mi appartiene e a cui resterò legato per tutta la vita”. Lo ha detto questa mattina il neo arcivescovo della diocesi toscana, Mons. Paolo Lojudice parlando anche dell’incontro che circa 500 tra rom e sinti avranno la mattina del 9 maggio con Papa Francesco promosso dalla Fondazione Migrantes. Nel comunicare la nomina, il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario di Papa Francesco per la diocesi di Roma ha “ringraziato il Signore” per tutti gli anni che “don Paolo ha vissuto nella Chiesa di Roma”; ne ha ricordato “lo spirito spiccatamente romano” e ha sottolineato una curiosa coincidenza: la nomina arriva nel giorno in cui monsignor Lojudice festeggia i trent’anni di ordinazione sacerdotale. Del nuovo Arcivescovo di Siena, il Cardinale vicario ha evidenziato “l’attenzione al popolo di Dio”, alla “dimensione caritativa e alla realtà missionaria”, i suoi “stretti rapporti con la popolazione rom”, la “particolare attenzione ai migranti”, lo stile fatto di “presenza, tenacia, dedizione, coinvolgimento, inventiva”. “Siamo fatti tutti di una comune umanità, tutti, come si dice in una battuta comune, ‘sulla stessa barca’ ", ha detto Mons. Lojudice: "questa consapevolezza mi ha spinto sempre più a superare e a far superare barriere, ostacoli, muri che spesso si ergono tra le persone; a capire che la nostra vocazione e la nostra vita sacerdotale sono “impastate” con quella della gente a cui siamo mandati, che non sono prima alcuni o prima altri, vicino o lontani, bianchi o neri, ma tutti… A comprendere e a far comprendere che noi preti per primi dobbiamo scendere dai ‘piedistalli di argilla’ dove qualche volta saliamo con il rischio di precipitare rovinosamente a terra, per servire prima di essere serviti”. Infine, il “saluto al popolo rom della città di Roma”, in “un momento storico molto delicato, in cui il rischio di discriminazione sociale è molto alto, anche all’interno della Chiesa”. (R.Iaria)

Incontro che fa superare le paure: al Divino Amore incontro per conoscere il popolo rom e sinto

6 Maggio 2019 - Roma - Solo l’incontro fa superare ogni paura ed abbattere ogni muro. Ne è convinta la Fondazione Migrantes, organismo pastorale della CEI, che per il 9 maggio prossimo, dalle 15.30 alle 18.00 presso l’Auditorium del Divino Amore a Roma invita la cittadinanza ad un incontro per conoscere il popolo rom e sinto che vive in Italia condividendo con loro un momento di arricchimento culturale, di festa, di arte e di musica. “Molti non vi conoscono e hanno paura. Questa li fa sentire in diritto di giudicare e di poterlo fare con durezza e freddezza, credendo anche di vedere bene. Ma non è così. Si vede bene solo con la vicinanza che dà la misericordia… Da lontano possiamo dire e pensare qualsiasi cosa, come facilmente accade quando si scrivono frasi terribili e insulti via internet”, diceva papa Francesco alle comunità di migranti durante la sua visita a Bologna dell’ottobre 2017. Parole “certamente vere” per quello che riguarda i Rom e Sinti presenti nel nostro Paese, sottolinea il Direttore della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis, in una lettera aperta ricordando anche le parole pronunciate da Papa Paolo VI a Pomezia, il 26 settembre 1965 incontrando questo popolo: “Voi nella Chiesa non siete ai margini, ma, sotto certi aspetti, voi siete al centro, voi siete nel cuore”. Oggi, quando si pronuncia la parola “rom”, la “mente – scrive ancora don De Robertis - rincorre il fantasma urbano del povero, dell'accattone, di colui che fruga nei cassonetti o che, con un figlio in braccio, chiede l'elemosina nei vagoni della metropolitana. La si pronuncia con sdegno, la si scrive sui quotidiani con indignazione, la si ritrova nei documenti istituzionali come problema da risolvere. È una parola che genera timore, che richiama paure ataviche, che rafforza pregiudizi e stereotipi. Dietro quelle tre lettere, invece, ci sono volti di donne, di uomini e di bambini e soprattutto ci sono persone che nella maggior parte dei casi vivono in abitazioni come le nostre, studiano, lavorano, pagano le tasse”. In mattinata i circa 500 rom e sinti, insieme agli operatori pastorali, pregheranno con Papa Francesco in Vaticano. Saranno accompagnati dal card. Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Saranno presenti anche il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, il Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, il card. Angelo De Donatis, il Presidente della Commissione CEI per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, il vescovo Mons. Guerino Di Tora, il vescovo ausiliare di Roma e Segretario della Commissione CEI per le Migrazioni, Mons. Paolo Lojudice e il vescovo di Avezzano, Mons. Pietro Santoro.      

Migrantes: il 9 maggio incontro con il popolo rom e sinto

2 Maggio 2019 - Roma - Giovedì 9 maggio dalle ore 15.30 alle ore 18.00 a Roma, presso l’Auditorium del Divino Amore (Via del Santuario, 10), la Fondazione Migrantes ha organizzato un incontro, aperto alla cittadinanza, per conoscere il popolo rom e sinto che vive in Italia condividendo con loro un momento di arricchimento culturale, di festa, di arte e di musica. In mattinata circa 500 rom e sinti, insieme agli operatori pastorali, pregheranno con Papa Francesco in Vaticano. Saranno accompagnati dal Presidente della CEI, il card. Gualtiero Bassetti. Saranno presenti anche il Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, il Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, il card. Angelo De Donatis, il Presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, il vescovo mons. Guerino Di Tora, il vescovo ausiliare di Roma e segretario della Commissione Cei per le Migrazioni, mons. Paolo Lojudice e il vescovo di Avezzano, mons. Pietro Santoro.

21 luglio: 25mila i rom in emergenza abitativa, per metà italiani.

9 Aprile 2019 - Roma - I rom che vivono nelle baraccopoli italiane, sia istituzionali che informali, sono circa 25mila: 15 mila nei campi rom comunali (7.200 dell’ex Jugoslavia), 9.600 in baraccopoli informali (sono 300 a Roma) di romeni e alcuni bulgari. Il Rapporto annuale 2018 – presentato ieri nella Giornata Internazionale per i diritti dei rom dall’Associazione 21 Luglio, alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora – svela che i campi autorizzati sono 127 in Italia in 74 Comuni (16 a Roma). Più della metà i residenti minori, il 45% ha cittadinanza italiana, l’aspettativa di vita è di 10 anni inferiore alla media nazionale. Un lieve calo delle presenze è dovuto non a politiche inclusive, ma all’allontanamento volontario dai campi: inserimenti abitativi autonomi o trasferimenti all’estero. Le cause? «La condizione drammatica di molti insediamenti, la crisi economica, numerosi proclami politici». Nel 2018 la 21 luglio ha registrato 125 discorsi d’odio contro rom e sinti, di cui 38 (il 30%) gravi. A Roma 28 sgomberi forzati nel 2016, 33 nel 2017, 40 nel 2018 coinvolgendo 1.300 persone con un costo di 1 milione 640 mila euro. Meno 8% il tasso di scolarizzazione del 2018, 940 gli alunni iscritti, ma solo il 20% frequenta: 200 bambini. Per il rapporto sul tema “I margini del margine” l’Associazione 21 luglio ha ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella una medaglia per la sua stesura.  

Card. Turkson agli operatori pastorali: portare ai rom la speranza e la ragione di essere i protagonisti del proprio sviluppo umano integrale

9 Aprile 2019 - Città del Vaticano - “Nonostante gli sforzi  congiunti  tra  le varie  istituzioni  ecclesiali  e sociali, intraprese per favorire  l'inserimento delle  popolazioni  rom  nella società e per assicurare la loro  piena partecipazione       ai diritti e  ai             doveri, molto c'è ancora  da        fare”. E’ quanto ha scritto il card. Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, in un messaggio inviato ai partecipanti all’incontro annuale del Comité Catholique International pour les Tsiganes (Ccit) che si è concluso ieri a Trogir, in Croazia e che ha avuto come tema “La missione di ritorno: sorgente di cambiamento”.  In diversi paesi i Rom continuano a “rimanere nelle periferie esistenziali,    emarginati, dimenticati e privi del necessario”, aggiunge il porporato: “penso  a coloro che vivono segregati          nei cosiddetti "campi             nomadi" e nelle banlieue delle città, sotto i ponti e ai margini delle strade, spesso ingannati  e traditi  anche  dai loro conterranei.  Penso  alle  mamme  che  chiedono  l'elemosina con  i piccoli       in braccio, ai ragazzi e alle ragazze  che abbandonano il percorso  scolastico,  spesso costretti  a farlo.  Penso ai padri che vorrebbero assicurare il benessere alle famiglie, ma  nessuno offre loro un'opportunità di lavoro a causa  della  diversità.  Penso, infine, a molti uomini,  donne e bambini  vittime  del traffico  di esseri umani o di altre forme di schiavitù”. “Cari Amici, prosegue il card. Turkson, voi raggiungete i Rom in tanti luoghi, ma soprattutto  nelle periferie, dove molti non osano o non vogliono andare per paura di umiliazioni o di rigetto: voi vi accostate a loro là dove è necessario rinunciare a se stessi, per farsi pieno dono secondo  la logica  del Vangelo. Agendo  in questa direzione, portate loro la speranza e la ragione di essere  i protagonisti del proprio sviluppo umano integrale,  della crescita nella fede e  della formazione etica e spirituale”. Per il cardinale quanti hanno rapporti di amicizia con questo popolo sono chiamati a impegnarsi anche nella “sensibilizzazione” delle comunità parrocchiali per “rispondere all’invito di papa Francesco ad accogliere, proteggere, promuovere, integrare come i migranti così anche i rom”. La cooperazione con altre istituzioni ecclesiali “aiuta a sfruttare tutte le risorse spirituali e materiali che la Chiesa mette a disposizione per promuovere lo sviluppo integrale dei poveri e per risolvere più facilmente le cause strutturali della povertà, quindi porta vantaggio alla popolazione rom”. Il Ccit – ha spiegato il card. Turkson, sarà “un autentico dono per la Chiesa e peri Rom se saprà realizzare pienamente il proprio carisma nell’apertura e in sinergia con altre istituzioni”. Parlando poi del tema dell’incontro il porporato ha sottolineato che la missione di ritorno “implica una ricerca di tutto ciò che abbiamo in comune e che permette di conoscerci meglio, di comprenderci a vicenda, superando i pregiudizi e i preconcetti, al fine di costruire unità nella diversità”. Questo nasce in ogni incontro, innanzitutto nell’accettazione dell’altro con tutta la sua realtà e i suoi condizionamenti, nell’accoglienza senza riserve, nel dialogo, nell’apertura alla sua alterità e alla sua gerarchia di valori, nel riconoscere la sua identità e nel permettergli di essere e rimanere se stesso”. (R.Iaria)

Cagliari: da ieri una due giorni sul popolo rom e sinto

9 Aprile 2019 - Cagliari - Da ieri intanto è partita a Cagliari una due giorni in vista della Giornata mondiale dei popoli rom, sinti e camminanti. In città anche la rappresentanza dell’International Romani Union, i componenti del seggio della minoranza etnica presso l’Onu. Oltre a due concerti dell’Orchestra Europea della Pace e dell’Alexian Group, formazioni che propongono musica rom e sinti, di particolare importanza il convegno nei locali del Seminario arcivescovile, nel corso del quale verranno presentate le buone prassi di integrazione dei rom nella diocesi sarda dove la Caritas e l’Ufficio diocesano Migrantes portano avanti un  progetto "Un nuovo abitare possibile-Selargius", finalizzato al superamento del campo rom, in collaborazione con il Comune dell’hinterland, grazie al sostegno della Regione. “Quello che è stato fatto e si farà – ha detto Mons. Arrigo Miglio, arcivescovo di Cagliari – rappresenta un seme importante e lo racchiuderei nella parola cultura. Scoprire che il popolo rom ha una cultura che viene da lontano, una lingua estremamente ricca, per molti cagliaritani è un fatto importante. È troppo facile restare prigionieri degli stereotipi e dei pregiudizi”.

Sant’Egidio: “parole e comportamenti razzisti fanno male a tutti”.

Roma – In occasione del Romanò Dives, la giornata internazionale dei Rom, che si celebra oggi, la Comunità di Sant’Egidio rivolge gli auguri a tutti i Rom, Sinti e alle popolazioni romanì che si identificano con questo nome ed invita a ricordare “una storia segnata da persecuzioni e sofferenze - come il Porrajmos, lo sterminio durante la seconda guerra mondiale”. Per la comunità trasteverina  occorre “condannare con fermezza parole e comportamenti discriminatori, razzisti e violenti, come accaduto recentemente in un quartiere di Roma, quando si è impedito a poche decine di persone - quasi per la metà bambini - perfino di mangiare, arrivando al vergognoso gesto di calpestare il cibo. Sono gesti che fanno male a tutti e disonorano la città, senza risolvere o, meglio, aggravando i problemi esistenti in periferie abbandonate ormai da tempo da istituzioni e forze politiche. Non bisogna abituarsi – aggiunge la Comunità di Sant’Egidio - ad un linguaggio aggressivo che offre un'immagine distorta della realtà, ma al contrario occorre valorizzare tanti esempi di inclusione sociale, molto più diffusa nel nostro Paese di quanto si pensi”. Da qui l’auspicio che la Giornata Internazionale dedicata al popolo Rom “sia occasione per prendere le distanze da un linguaggio e da pratiche che tendono ad allargare le distanze e i pregiudizi e per intraprendere con coraggio iniziative volte a favorire la piena integrazione nel tessuto sociale del nostro Paese, certi che da questo trarranno beneficio tutti gli italiani”.

Comece: “mettere in campo un approccio non paternalistico nell’affrontare l’inclusione dei rom

8 Aprile 2019 - Bruxelles - Un invito ai futuri leader dell’Ue “ad adottare per il post 2020 un quadro legislativo Ue per le strategie nazionali di integrazione dei rom e a rilanciare l’impegno delle istituzioni dell’Ue per rafforzare la loro inclusione” arriva dalla Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) alla vigilia della giornata internazionale per i rom (8 aprile). In una nota diffusa oggi dalla segreteria Comece si torna sulla relazione del 2018 della Commissione riguardo le strategie di inclusione, secondo la quale sono avvenuti “miglioramenti nell’accesso all’istruzione e alla salute, nonché nella lotta contro la povertà” per i rom; non ha fatto progressi il problema degli alloggi, mentre sono da segnalare regressi nell’ambito dell’occupazione e degli atteggiamenti anti-rom. “Rafforzare la fiducia reciproca tra la società e i rom è la chiave per superare l’anti-ziganismo”, sottolinea la Comece, indicando la necessità di “mettere in campo un approccio non paternalistico nell’affrontare l’inclusione dei rom”. “Anziché lavorare per loro”, ha sottolineato il segretario generale p. Olivier Poquillon, “è necessario lavorare insieme alle comunità rom e accompagnarle perché arrivino al pieno coinvolgimento”. (Sir)  

Mons. Russo: “stare attenti a non favorire una guerra tra poveri”

Roma -  “Bisogna stare attenti a non favorire una guerra tra poveri”. Così il Segretario Generale della CEI, Mons. Stefano Russo, ha risposto ai giornalisti parlando delle proteste avvenute a Roma in questi giorni nel quartiere Torre Maura, dopo l’arrivo di alcuni rom. Per il Segretario della CEI “quello della Chiesa è uno sguardo che guarda alle persone, e quindi all’accoglienza delle persone, qualunque esse siano”. Per la Chiesa – ha aggiunto - è importante “accogliere le persone, in questo caso i rom, e l’attenzione all’ambiente in cui vivono, alla loro comunità, per capire come si può favorire l’integrazione”. Emergenze come quelle in atto nella periferia romana, dunque, vanno affrontate “partendo dal principio che parliamo di persone: come ha detto ieri il Papa durante l’udienza generale, noi preferiamo parlare non di ‘migranti’, ma di ‘persone migranti’, persone la cui accoglienza ci sta a cure, soprattutto se si trovano in situazioni di difficoltà e di emergenza”.

Migrantes Cagliari: una due giorni per parlare del popolo rom

Cagliari - L’8 e il 9 aprile prossimo si terranno a Cagliari due giornate per la celebrazione della Giornata mondiale dei Rom, Sinti e Camminanti, organizzato dalla Caritas Diocesana di Cagliari e dall’Ufficio Migrantes attraverso due concerti dell’Orchestra Europea per la Pace e dell’Alexian Group di Santino Spinelli. L’8 aprile presso il Teatro Lirico del Comune di Cagliari alle ore 19:00 e il 9 aprile presso l’Auditorium del Conservatorio di Cagliari per gli studenti delle scuole alle ore 10:30. Lo stesso 9 aprile si svolgerà inoltre, a porte aperte, una sessione straordinaria del Consiglio direttivo dell’International Romani Union (IRU), l’organismo rappresentativo con un seggio consultivo permanente alle Nazioni Unite.  

Rom: ha preso avvio il progetto “Cresciamo insieme”

Pescara – Nei giorni scorsi ha preso avvio, presso l'istituto superiore “Tito Acerbo” di Pescara, il progetto “Avas bare a tekane” “Cresciamo insieme”  ideato dall' associazione Amici di Zefferino in collaborazione con il gruppo Intesa San Paolo . Il progetto prevede una serie di incontri che di volta in volta guiderà gli studenti nella scoperta del popolo millenario ed ancora sconosciuto dei rom. Tale progetto ha l’intento di creare conoscenza per facilitare integrazione senza assimilazione, abbattere i muri del pregiudizio e degli stereotipi.