9 Aprile 2019 – Roma – I rom che vivono nelle baraccopoli italiane, sia istituzionali che informali, sono circa 25mila: 15 mila nei campi rom comunali (7.200 dell’ex Jugoslavia), 9.600 in baraccopoli informali (sono 300 a Roma) di romeni e alcuni bulgari.
Il Rapporto annuale 2018 – presentato ieri nella Giornata Internazionale per i diritti dei rom dall’Associazione 21 Luglio, alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vincenzo Spadafora – svela che i campi autorizzati sono 127 in Italia in 74 Comuni (16 a Roma).
Più della metà i residenti minori, il 45% ha cittadinanza italiana, l’aspettativa di vita è di 10 anni inferiore alla media nazionale. Un lieve calo delle presenze è dovuto non a politiche inclusive, ma all’allontanamento volontario dai campi: inserimenti abitativi autonomi o trasferimenti all’estero. Le cause? «La condizione drammatica di molti insediamenti, la crisi economica, numerosi proclami politici».
Nel 2018 la 21 luglio ha registrato 125 discorsi d’odio contro rom e sinti, di cui 38 (il 30%) gravi. A Roma 28 sgomberi forzati nel 2016, 33 nel 2017, 40 nel 2018 coinvolgendo 1.300 persone con un costo di 1 milione 640 mila euro. Meno 8% il tasso di scolarizzazione del 2018, 940 gli alunni iscritti, ma solo il 20% frequenta: 200 bambini.
Per il rapporto sul tema “I margini del margine” l’Associazione 21 luglio ha ricevuto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella una medaglia per la sua stesura.