Primo Piano

Bologna: 600 rintocchi per ricordare i morti in mare

6 Luglio 2023 - Bologna - Questa sera gli storici campanari bolognesi faranno suonare con 600 rintocchi dal Campanazzo della Torre dell'Arengo, che si erge sopra il Palazzo del Podestà, in piazza Maggiore a Bologna, per ricordare i migranti annegati il 15 giugno al largo delle coste greche e tutte le stragi nel mare. L’idea nasce da un'idea dell'attore Alessandro Bergonzoni, condivisa dall'Amministrazione comunale, che ha proposto di utilizzare, per l'evento in programma alle 18.30, la campana più simbolica della città che, dal 1259 chiama a raccolta i bolognesi quando c'è il rischio di una guerra. Sarà - spiega l’Unione dei campanari di Bologna - "un'azione silenziosa artistico civile ed anche spirituale" per fare memoria di tutte le stragi di migranti  nel mare

Mci Mosca: gratitudine e speranza dopo il viaggio del card. Zuppi

6 Luglio 2023 - Mosca - Qual è la sensazione della comunità italiana che vive in Russia dopo la visita del Cardinale Matteo Maria Zuppi a Mosca? C’è una risposta semplice e sintetica a questa domanda: la sensazione percepita in maniera netta è di gratitudine e speranza. Già, perché il Card. Zuppi, con la sua importante missione a Mosca, ha saputo immediatamente instillare questi sentimenti nei nostri cuori. Gratitudine, per essersi fatto carico di un compito gravoso, in un momento così difficile, in una realtà così complessa. Speranza, per il messaggio di umanità e di pace che ha saputo trasmettere a tutti noi, e non solo alla comunità italiana. La Speranza non è un’illusione. Vivere la Speranza in concreto significa che ciascuno di noi diventi “annunciatore” di unità, di amore costruendo relazioni di pace con gli altri, mettendosi al servizio e senza isolarsi. Il Cardinale ha ben evidenziato nella sua omelia l’importanza dell’unità: “Un cristiano non è mai isolato, non si pensa mai da solo, non si tiene mai in disparte” … “L'unità è il frutto del Vangelo, che ci insegna a pensare insieme. L'unità non è data dal potere, ma dal servizio reciproco; non da legami di sangue, ma da legami nati da Dio, che ci fa suoi, suoi figli, parte della sua famiglia. L'unità richiede comunicazione e include sempre tutti e tutto. Non dobbiamo mai smettere di cercarla, perché la divisione cresce nell'indifferenza, si insinua nella mancanza d'amore”. La Fede Cristiana è un dono senza confini e l’abilità di un uomo di Dio come il Card. Zuppi è quella di sapersi fare strumento di questa Fede, per portare nel mondo - soprattutto in luoghi e in momenti più critici - il messaggio di Cristo morto e risorto per l’umanità. Un messaggio che significa Amore, Carità, Fratellanza, Pace! Oggi, dopo la visita del Card. Zuppi, ciascuno di noi ha dentro il cuore un sentimento, nella mente un pensiero e sulla bocca una parola in più per il fratello, cioè per chiunque ci sia accanto nel nostro percorso di vita. Oggi, dopo la visita del Card. Zuppi, una sola preghiera ci unisce con forza, con la forza della Fede Cristiana. È la preghiera per la Pace, per la Pace qui in Russia, per la Pace nel Mondo, per la Pace tra gli uomini. Conosciamo, noi cristiani della comunità italiana in Russia, la forza della preghiera e il Card. Zuppi, con la celebrazione della Solennità dei SS. Pietro e Paolo, il 29 giugno scorso, presso la Cattedrale dell’Immacolata Concezione di Mosca, ci ha resi pienamente partecipi di questa forza. La sua omelia ha fatto sentire ciascuno di noi fratello di Gesù e messaggero della Sua Parola. “… siamo fatti per amarci e abbiamo sempre tutti bisogno di essere slegati dal male e legati nell’amore”, con queste parole il Cardinale ci ha abbracciato tutti sotto il mantello della grande speranza di Pace. E come ci ricorda Mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca, la Pace è dono di Dio, dono che va accettato ed accolto dall’uomo. Per questo noi preghiamo, affinché cuori di pietra possano essere trasformati in cuori di carne. Affinché uomini desiderosi di pace sappiano rinunciare a odio e pregiudizio. Ebbene, ricordiamolo sempre: il progetto di Dio è Pace e Amore, giammai guerra e odio. Ma sta a noi accettarlo e farlo nostro ogni giorno. (Missione Cattolica Italiana di Mosca)

Cei: sabato Consiglio Episcopale Permanente

6 Luglio 2023 - Roma - Sabato 8 luglio si svolgerà una sessione straordinaria del Consiglio Episcopale Permanente. I lavori prevedono la condivisione, la discussione e l’approvazione delle Linee guida per la “fase sapienziale” del Cammino sinodale delle Chiese in Italia. Dopo i primi due anni di ascolto narrativo, il percorso prosegue ora con la tappa dedicata alla lettura spirituale delle narrazioni emerse per poi culminare nella fase profetica (2024-2025). Ciascun passaggio mette in primo piano una dimensione: la fase narrativa privilegia l’ascolto, quella sapienziale il discernimento e quella profetica la progettualità. Il Cammino sinodale ha coinvolto finora 50.000 gruppi sinodali, insieme a 400 referenti diocesani e circa 200 equipe.  

Corridoi umanitari: arrivati oggi 25 rifugiati siriani

6 Luglio 2023 - Roma - Sono atterrati questa mattina a Fiumicino, con un volo proveniente da Beirut, 25 rifugiati siriani che hanno vissuto a lungo nei campi profughi della regione dell’Akkar, nel nord del Libano, nella Valle della Bekaa o in alloggi precari alla periferia di Beirut. Il loro ingresso in Italia è reso possibile attraverso i Corridoi Umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, in accordo coi Ministeri dell’Interno e degli Esteri, che dal febbraio 2016 hanno portato in salvo nel nostro Paese, dal Libano, 2544 persone. Complessivamente in Europa con i Corridoi Umanitari sono giunti circa 6300 rifugiati. I nuclei familiari giunti questa mattina saranno accolti in diverse regioni italiane (Lazio, Calabria, Lombardia, Sicilia, Veneto), in parte grazie ai loro parenti, giunti in precedenza coi Corridoi Umanitari e ben integrati nel nostro Paese, in parte in case messe a disposizione da famiglie italiane e associazioni. Queste ultime li accompagneranno nel percorso di integrazione, grazie all’apprendimento della lingua italiana e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, all’inserimento nel mondo lavorativo.

Comunicare è educare

6 Luglio 2023 - Roma - La comunicazione ha sempre a che fare con l’educazione. Di più: ogni processo educativo diventa espressione comunicativa. Impossibile, dunque, scindere le due azioni. Tenere a fuoco questa sottolineatura può aiutare a comprendere meglio l’importanza di delineare un orizzonte che consideri l’integralità di ogni singola scelta. La moltiplicazione di strumenti e di possibilità mediatiche richiede un surplus d’impegno per non lasciare che l’evoluzione continua prenda il sopravvento sulla conoscenza e sulla formazione. In questo senso, tornare a parlare di alleanza fra i diversi soggetti che hanno a cuore il futuro di tutti non è un discorso demodé ma un imperativo categorico. (Vincenzo Corrado)

Uisg: al via network internazionale tra le religiose di tutto il mondo per sostenere le comunità migranti

6 Luglio 2023 -
Roma - Un network internazionale guidato da suore di tutto il mondo, con l’obiettivo di fare rete e trovare insieme risposte a sfide urgenti e complesse della nostra epoca: è stato questo, nelle parole di suor Patricia Murray, segretaria esecutiva dell’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), il senso del Sister-led dialogue on migration, che si è svolto il 3 luglio a Roma sul tema delle migrazioni. “I nostri Sister-led Dialogues ci permettono di portare al medesimo tavolo esperienze e competenze diverse e trasversali – ha spiegato suor Murray -, per sostenere le comunità vulnerabili nell’affrontare alcune delle sfide di sviluppo più urgenti del nostro tempo, come quelle legate ai fenomeni migratori. Sono appuntamenti molto importanti perché, attraverso il confronto di diversi vissuti e il ricco scambio di riflessioni, ci consentono di conoscere bisogni, istanze ed esperienze da tutto il mondo, così da modellare le conversazioni sullo sviluppo internazionale attorno ai bisogni delle comunità locali”. Il Sister-led dialogue on migration ha raccolto nella sede della Uisg suore da tutto il mondo, rappresentanti delle organizzazioni delle Nazioni Unite e del terzo settore, esperti accademici e comunicatori. L’incontro si inserisce all’interno dell’iniziativa Uisg Sisters advocating globally, realizzata in collaborazione con il Global solidarity fund. Tre i temi chiave: l’analisi delle cause profonde della migrazione in un’economia globale, il ruolo dell’assistenza umanitaria e dei diritti umani e quello dello sviluppo umano integrale e della coesione sociale nei Paesi di arrivo. La giornata si è conclusa con la visita al progetto d’accoglienza Chaire gynai (dal greco, “Benvenuta, donna”), nato da una richiesta di Papa Francesco e abbracciato dalla Fondazione Scalabriniana della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo, rivolto a donne rifugiate con bambini e a donne migranti che si trovano in situazione di vulnerabilità. Il progetto è coordinato da suor Janete Ferreira, membro del Consiglio d’amministrazione della Fondazione Scalabriniana e una delle suore impegnata al tavolo di confronto del Sister-led dialogue on migration. Nell’ultimo decennio vi è stato un incremento delle migrazioni in tutte le aree del mondo, causato da squilibri socioeconomici, politici e climatici che portano inevitabilmente le persone a cercare altrove condizioni di vita migliori. Nel 2020, i migranti nel mondo erano circa 281 milioni, il che significa che il 3,6% della popolazione globale ha vissuto al di fuori del proprio Paese di nascita. Secondo l’Unchr alla fine dello scorso anno il numero di persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani è salito al livello record di 110 milioni, con un aumento senza precedenti di 19 milioni rispetto all’anno prima. E a pochi giorni dal decimo anniversario del viaggio di Papa Francesco a Lampedusa, la storica visita dell’8 luglio 2013 in memoria dei naufraghi del Mediterraneo, le cronache continuano a registrare decine di naufragi, la più tragica delle conseguenze a cui i flussi migratori possono portare. “A distanza di 10 anni da quel giorno – ricorda suor Carmen Elisa Bandeo, coordinatrice della Rete internazionale Migranti e Rifugiati della Uisg – , quella piccola isola continua a soccorrere e accogliere ogni giorno decine di persone, rappresentando un faro di speranza per chi è in fuga da atroci sofferenze e parte alla ricerca di un futuro migliore. È una questione che non può e non deve lasciare indifferenti e a cui vanno trovate risposte quanto più sostenibili e condivisibili”. Anche in quest’ottica, prosegue, “è nostro obiettivo creare una rete tra tutte le consacrate per favorire un ampio canale di comunicazione e di cammino comune, condividere esperienze e testimonianze e creare uno spazio di riflessione e comunità”. Nei prossimi mesi verrà presentato e pubblicato un policy brief, contenente una serie di raccomandazioni emerse nel corso dell’incontro, che verrà proposto alle suore di tutto il mondo come strumento di lavoro e diffuso ai partner come documento di riferimento.

Vercelli: domani veglia di preghiera per i morti in mare

5 Luglio 2023 - Vercelli- Domani sera nella diocesi di Vercelli una veglia di preghiera per incordare i migranti morti in mare. A presiederla, nella Chisa di San Lorenzo, l’arcivescovo mons. Marco Arnolfo, alla presenza dei rappresentanti di diverse associazioni e cittadini che si occupano dei migranti, insieme ai migranti stessi che, da poco o molto tempo, vivono in città.

Mons. Baturi agli operatori Migrantes: prendere per mano le persone in mobilità

5 Luglio 2023 - Roma – “La vostra missione è quella di essere come angeli che prendono per mano gli uomini e li accompagnano nel loro cammino di vita”. Così ieri sera il segretario generale della Cei, l’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi, durante la liturgia eucaristica celebrata al termine della seconda giornata del corso di pastorale migratoria promosso dalla Fondazione Migrantes. “Questa è la missione della Migrantes: essere, per le persone in mobilità, angeli che li prendono per mano e danno loro speranza verso un futuro diverso”, ha aggiunto il presule ringraziandoli per aver assunto questo incarico perché “vi disponete ad essere quella mano che accompagna e non lascia indietro nessuno” invitando a “non guardare indietro perché Dio è sempre avanti a noi. Si può guardare Dio solo guardando avanti”. La seconda giornata del corso – al quale partecipano oltre 50 persone provenienti da circa 30 diocesi italiane e da alcune Missioni cattoliche Italiane in Europa – ha visto tante testimonianze sulle attività degli uffici Migrantes nelle diocesi italiane e nelle missioni cattoliche italiane in Europa - un profilo storico del magistero dei Papi sulle migrazioni a cura di p. Aldo Skoda, Preside dell’Istituto Simi di Roma. Tra le testimonianze quelle di direttori regionali Migrantes di Piemonte e Valle d’Aosta, Sergio Durando; della Sicilia Santino Tornesi, di padre Eraldo Cacchione impegnato in un progetto Migrantes nel campo rom di Scampia e di sr. Genèvieve Jeanningross delle Piccole Sorelle che da poco ha compiuto 80 anni. Di questi ben 54 trascorsi tra i giostrai. Oggi vive in una piccola roulotte al Park Lido di Ostia. Oggi i corsisti ascolteranno i referenti dell’Area Ricerca e Studi della Fondazione Migrantes che curano i Rapporti Annuali: Rapporto Immigrazione (insieme a Caritas Italiana), Rapporto Italiani nel Mondo e Rapporto Asilo. (Raffaele Iaria)

Suore di tutto il mondo “in dialogo” sul tema dei migranti e dei rifugiati

4 Luglio 2023 -

Roma - Le suore di tutto il mondo continuano ad interrogarsi, ma soprattutto a dialogare e a cercare delle risposte, sulle sfide globali odierne. E dopo un primo incontro nell’aprile scorso sui temi ambientali, e in vista del forum conclusivo previsto in ottobre, ieri, sempre a Roma, l’Unione internazionale delle superiori generali (Uisg) ha organizzato il “Sister-led dialogue on migration”, per comprendere dove e come allocare le risorse per favorire soluzioni inclusive e sostenibili. In rappresentanza di 1.900 superiore generali di 97 Paesi, che a loro volta “governano” oltre 600.000 suore nel mondo, le responsabili di migrazioni e rifugiati si sono confrontate con esponenti di organizzazioni intergovernative, partner interreligiosi ed esperti accademici, in un dibattito molto intenso, moderato dal giornalista e scrittore Luca Attanasio.

Davanti e rispetto ad un fenomeno sempre più di portata epocale, le superiori maggiori vogliono dare delle risposte concrete: «In autunno – anticipa suor Carmen Elisa Bandeo, coordinatrice della Rete internazionale per i migranti e i rifugiati dell’Uisg – tireremo le somme di questi incontri, compreso quello dell’aprile scorso sull’ambiente, e stileremo un documento, con una serie di raccomandazioni, anche sul tema dei migranti e dei rifugiati, che verrà poi diffuso alle suore di tutto il mondo e che servirà come punto di riferimento. Ancora non sappiamo quali saranno i contenuti, ma di certo il lavoro che già oggi le suore stanno facendo in ogni continente è importante, e cioè quello di mettere al centro la persona, senza escludere nessuno. Noi crediamo nella persona perché questo dice e ci chiede il Vangelo. L’amore di Dio è pratico, efficace, e anche noi vogliamo andare in questa direzione». Molto importante, rimarca la religiosa spagnola, è dunque anche la formazione delle suore, tema su cui l’Unione sta investendo molto.

E con l’Uisg sa collaborando attivamente anche il Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, il cui sottosegretario Fabio Baggio ieri pomeriggio ha tenuto una delle relazioni più attese: « A questa e ad altre iniziative Uisg – ha detto monsignor Baggio ad Avvenire – vogliamo portare quello che è il dettato insito nel nome stesso del nostro Dicastero e che è poi l’invito ricorrente di papa Francesco. Una riflessione più profonda che muove dalla Popolorum progressio di san Paolo VI, in qualche modo rivista alla luce della Laudato si’, della Fratelli tutti e della Evangelii gaudium.

Al centro c’è il compimento del progetto di Dio sull’essere umano, su ogni essere umano, in tutte le sue dimensioni, compresa quella spirituale. Lo sforzo e l’impegno che la Chiesa deve profondere su questi temi corrisponde alla realizzazione del regno di Dio. E nessuno va escluso, nessuno va messo ai margini. Anzi, le periferie vanno messe al centro», sottolinea il missionario scalabriniano, introducendo anche il capitolo del Cammino sinodale che in tal senso sta scrivendoanche il suo Dicastero: « La vera azione sinodale è raggiungere le persone lontane, entrare nei circuiti della povertà, dare voce a chi non ha voce. E ascoltare, che non a caso è uno dei punti fondanti di questo periodo del Sinodo, per una Chiesa che vuole rispondere alle esigenze del mondo». Altrettanto preziosi gli altri e numerosi contributi portati all’incontro, anche con denunce circostanziate sulle disparità nelle varie parti del mondo, dall’Africa all’Afghanistan a Lampedusa, e che di certo verranno riprese nel documento del prossimo autunno. (Igor Traboni - Avvenire)

Cei: una tre giorni a Lampedusa nel X° anniversario della visita di papa Francesco

4 Luglio 2023 - Roma -

Roma – L’8 luglio di dieci anni fa, papa Francesco raggiungeva l’isola di Lampedusa per piangere gli oltre 20mila morti, donne uomini e bambini, nella tomba del Mediterraneo. Il primo viaggio apostolico del nuovo Papa ha raggiunto quest’isola delle Pelagie che è diventata approdo, casa, ponte per migliaia di persone in fuga da drammi, povertà, guerre, spesso legati a politiche internazionali in Africa, nel Medio Oriente in Asia. Per ricordare questo viaggio l’Ufficio dell’Apostolato del Mare della Cei, dalla Fondazione Migrantes e dalla diocesi di Agrigento hanno promuovono, da venerdì 7 a domenica 9 luglio, tre giornate nell’Isola sul tema “‘Chi di noi non ha pianto’. Il mare luogo di vita”. Il programma prevede per venerdì sera, nella chiesa parrocchiale di S. Gerlando di Lampedusa un concerto sul tema “Musiche e parole dal mare” e una riflessione sul tema “Chi di noi ha pianto?“ curata dall’attore  Michele La Ginestra. Sabato un percorso commemorativo dal sagrato della Chiesa parrocchiale S. Gerlando alla Porta d’Europa dove sono previsti interventi di Filippo Mannino, sindaco di Lampedusa e mons. Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento. Seguirà, davanti al porto, una riflessione sul tema “Il mare è vita” affidata a don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale CEI dell’Apostolato del Mare. Davanti, poi, Porta d’Europa una riflessione affidata al card. Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento e che nel 2013 accolse Papa Francesco. In serata, sul sagrato della parrocchia  di Lampedusa, una tavola rotonda con testimonianze e gli interventi del giornalista di Avvenire Nello Scavo, mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes; don Stefano Nastasi, già Parroco di Lampedusa; Enzo Riso, pescatore; Fardusa Osman Ahmed e Moussa Modibo Camara, rifugiati del Centro Astalli di Roma. Domenica la celebrazione eucaristica conclusiva presieduta dal card. Montenegro. (Raffaele Iaria)

Regno Unito: mons. McAleenan, no a deportare i migranti in Rwanda

4 Luglio 2023 - Londra - “Come cristiani il nostro punto di partenza deve essere la dignità innata di ogni persona perché ciascuno di noi è creato a immagine e somiglianza di Dio. Noi, quindi, non dovremmo mai considerare le persone che arrivano sulle nostre coste come un problema politico, ma come fratelli e sorelle nei confronti dei quali abbiamo responsabilità e che arricchiscono, in modo importante, le nostre comunità”. Con queste parole il vescovo Paul McAleenan, portavoce sull’immigrazione della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ha commentato la sentenza di giovedì scorso con la quale il Tribunale d’appello britannico ha deciso che il piano britannico di deportare in Rwanda chi arriva, in modo illegale, nel Regno Unito viola la legislazione sui richiedenti asilo. A ricorrere contro una sentenza dell’Alta Corte, che aveva dato il via libera al governo britannico il dicembre scorso, sono stati una decina di richiedenti asilo rappresentati legalmente dall’associazione “Asylum Aid”. “Il progetto di inviare alcuni di coloro che chiedono asilo in Rwanda contraddice l’insegnamento della Chiesa. È responsabilità del governo britannico e dell’intera comunità internazionale assicurarsi che abbiano un sistema di controllo dell’immigrazione che difende la dignità della vita umana. Continuiamo a pregare per tutti coloro che cercano di sostenere la dignità di coloro che cercano un rifugio sicuro”, ha concluso il vescovo McAleenan. (Stefano)

Unhcr-Ocse: in 10 anni 2 milioni di sfollati hanno ottenuto permessi d’ingresso

4 Luglio 2023 - Roma -Un nuovo rapporto Unhcr-Ocse pubblicato oggi mostra che, tra il 2010 e il 2021, “sono stati più di 2 milioni le persone che sfollate a causa di conflitti e crisi sono state accolte in 37 Paesi Ocse e in Brasile, attraverso permessi d’ingresso”. Questi permessi hanno rappresentato un’ancora di salvezza per i rifugiati, consentendo loro di ricongiungersi con le proprie famiglie, proseguire gli studi o lavorare, e partecipare a programmi di sponsorizzazione. L’ultima edizione dello studio condotto dall’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati, e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), “Safe pathways for refugees”, evidenzia i progressi compiuti nel rilascio di permessi di ingresso ai rifugiati provenienti da sette Paesi selezionati: Afghanistan, Eritrea, Iran, Iraq, Somalia, Siria e Venezuela. La pandemia di Covid-19 e le relative limitazioni di viaggio e chiusura delle frontiere hanno inevitabilmente portato a un calo del rilascio dei visti nel 2020. Tuttavia, il rapporto mostra che il numero complessivo è rimbalzato nel 2021, con 160.000 permessi concessi, superando di oltre il 50% i numeri del 2011, un decennio prima. “Lodiamo gli sforzi compiuti dai governi e dai partner per creare sempre più percorsi per i rifugiati, andando oltre le tradizionali soluzioni di reinsediamento”, ha dichiarato Gillian Triggs, assistente dell’Alto commissariato dell’Unhcr per la protezione. “Questi percorsi hanno creato opportunità per le persone rifugiate per offrire il loro contributo positivo alle nuove comunità di cui fanno parte. È attraverso questi approcci di valorizzazione che possiamo davvero costruire società resilienti e inclusive”. I permessi di ingresso per ricongiungimento familiare hanno rappresentato una parte significativa – oltre 1,2 milioni, pari al 64% – di tutti i permessi rilasciati. Ciò evidenzia quanto è importante tenere unite le famiglie e garantirne la sicurezza e il benessere. Anche i programmi di sponsorizzazione privata hanno svolto un ruolo cruciale, sono migliaia le persone che ne hanno beneficiato. Nel 2021, Germania e Canada sono stati i primi Paesi a concedere visti per motivi di lavoro, studio o motivi famigliari ai rifugiati provenienti dai sette Paesi presi in analisi. Hanno svolto un ruolo significativo anche il Regno Unito, la Svezia e gli Stati Uniti, sono questi i primi cinque Paesi in termini di rilascio di permessi d’ingresso. Complessivamente, l’Europa rappresenta il 54% di tutti i permessi d’ingresso rilasciati, a seguire l’America con il 38%. I progressi ottenuti, tuttavia, sono stati raggiunti non senza qualche difficoltà. Il rapporto evidenzia anche le barriere ancora esistenti che impediscono ai rifugiati di accedere a questo tipo di permessi, tra cui la mancanza di documenti di viaggio, gli alti costi amministrativi, i requisiti di documentazione poco flessibili e l’insufficiente informazione e assistenza. “Poiché continuiamo ad assistere a un aumento delle persone sfollate su scala globale, è imperativo lavorare insieme per ampliare i percorsi sicuri per i rifugiati. Aumentando l’accesso alle opportunità in Paesi terzi si proteggono le persone costrette alla fuga e si allevia la pressione sui Paesi ospitanti”, ha detto Triggs. In vista del Forum globale sui rifugiati 2023 che si terrà a dicembre, l’Unhcr esorta i governi e le parti interessate a riaffermare il loro impegno per ampliare i percorsi sicuri per i rifugiati.

Migrantes: il lavorare insieme e la cittadinanza al corso di pastorale migratoria

4 Luglio 2023 - Roma - Il tema della cittadinanza e il costruire il lavoro insieme sono stati al centro della seconda parte della prima giornata del Corso di pastorale migratoria promosso a Roma dalla Fondazione Migrantes. Sul tema della cittadinanza Sonny Olumati, vice presidente di “Italiani senza cittadinanza” ha parlato della richiesta che avanzano ragazzi, figli di migranti che, pur nati e cresciuti in Italia non hanno diritto alla cittadinanza. Olumati racconta del suo impegno di attivista e “creativo” per costruire una società più inclusiva, per superare il controsenso di essere italiani ma non essere riconosciuti tali dalla legge. In Italia i minori di seconda generazione sono 1 milione e 300 mila, il 13% di tutta la popolazione dagli 0 ai 17 anni. Un intervento, quello di Olumati, che riflette su come ci si concentri ancora sul colore della pelle quando l'appartenenza passa da altri elementi quali il linguaggio, la cultura e l’educazione. Il costruire il lavoro insieme è stato al centro dell’intervento di Marco Ruopoli e Dullal Ghosh della cooperativa Sophia. Ruopoli ha raccontato come la sua esperienza, partita  da un percorso spirituale guidato in una parrocchia di Roma da don Alessandro di Medio, abbia fatto nascere in lui il desiderio di scoprire la sua vocazione a partire dalla realizzazione di una impresa. Nel discernimento, scopre che “la voce di Dio è la gioia” e realizzando piccoli passi nel mondo del lavoro si rende conto che “lavorare insieme ai migranti gli dà gioia”. In quell’anno, 2013, incontra Dullal Ghosh, che racconta ai corsisti la sua storia: vende fazzoletti e accendini ad un semaforo di via Cristoforo Colombo a Roma. Lì incontra Marco. Comincia così la loro avventura fatta di dialogo, creatività e fiducia che ha portato Dullal a diventare socio della Cooperativa Sophia e protagonista del progetto Educare Senza Confini che ha formato sul tema della migrazione nelle scuole circa 12.000 studenti.

Migrantes: aperto a Roma il Corso di formazione di pastorale migratoria

3 Luglio 2023 -

Roma –  Un corso che mette al centro la formazione per un servizio concreto al mondo della mobilità. Così, questo pomeriggio, mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes aprendo il corso di formazione di pastorale migratoria promosso dall’organismo pastorale della CEI. Al corso, riservato soprattutto ai nuovi direttori e operatori pastorali Migrantes e agli operatori impegnati nei vari campi della mobilità umana, partecipano circa 50 persone provenienti da oltre 30 diocesi italiane e da alcune Missioni Cattoliche Italiane in Europa.

La prima giornata si è aperta con una presentazione dell’associazione Api-Colf sull’importanza della collaborazione domestica nelle case degli italiani. Un ruolo significativo quello del collaboratore domestico esercitato nel nostro Paese soprattutto da cittadini stranieri. Antonia Paoluzi, dell’associazione, ha sottolineato l’importanza del riconoscimento del profilo professionale nella collaborazione domestica e che deve essere sostenuto anche con l’apertura di modelli che possono permettere l’arrivo di cittadini stranieri attraverso percorsi legali. In questo campo – ha detto Paoluzi - gli immigrati sono una grande risorsa soprattutto per il loro impegno nei lavori di cura alle persone. Noi siamo chiamati a creare nuove progettualità nei vari territori per accogliere i migranti, ha detto la direttrice della Migrantes della Toscana Sara Vatteroni portando l’esperienza di Casa Betania a Massa Carrara impegnata nell’accoglienza, in attività di cooperazione e solidarietà internazionale, nell’ascolto, nell’assistenza legale ai cittadini stranieri e informazioni in merito alla normativa sull’immigrazione e poi in attività di inserimento scolastico dei bambini dello spettacolo Viaggiante e  Richiedenti Asilo. Occorre - ha detto Vatteroni - rispondere alle necessità di chi arriva da noi.  Una pastorale di prossimità dando una prospettiva concreta di incontro. E gli attori di questo “dobbiamo essere noi della Migrantes”. Un altro settore della mobilità è quello degli studenti internazionali presenti in Italia. Maurizio Certini del Centro Studenti Internazionali “Giorgio La Pira” ha ripercorso la storia degli studenti internazionali in Italia, una parte importante, anche se piccola, della pastorale migratoria. Il Centro “La Pira”, che ha sede a Firenze, rappresenta oggi anche un luogo di dialogo tra giovani provenienti da diversi Paesi del Mondo e di diverse confessioni religiose. Il dialogo - ha detto Certini – è il principio fondamentale per stare insieme e vivere insieme la stessa città. Occorre – ha concluso - “recuperare il senso pastorale delle nostre azioni e mettere al centro delle nostre attenzioni la persona” (Raffaele Iaria)

Migrantes Bologna: domenica Divina Liturgia in rito siro-malabarese

3 Luglio 2023 - Bologna - Una Divina Liturgia in rito siro-malabarese sarà celebrata per la prima volta a Bologna domenica 9 luglio alle 15.30, nella Cripta della Cattedrale di San Pietro. L'iniziativa è promossa in collaborazione con la Migrantes diocesana da alcuni nuclei di fedeli cattolici di questo rito, in particolare da gruppi di religiose provenienti dall'India e operanti a Bologna, di diverse congregazioni. Secondo una antica tradizione l'apostolo Tommaso evangelizzò prima la Siria e la Persia e poi si spinse fino all'India occidentale, da dove raggiunse l'India meridionale. La Chiesa prende il nome dalla regione costiera del Malabar, nello Stato indiano del Kerala. I Cristiani di san Tommaso condividono con altre Chiese la tradizione liturgica siro-orientale e vissero tempi difficili per la loro identità culturale e spirituale nel contatto con i colonizzatori portoghesi, con fasi alterne anche nei rapporti con la Sede Apostolica di Roma: solo nei secoli XIX e XX ebbero stabilmente una propria gerarchia, in comunione con il Papa, che diede un forte impulso alla evangelizzazione. La liturgia siro-malabarese chiamata «Qurbana», che significa «sacrificio», utilizza l'antichissima anafora di Addai e Mari in lingua siriaca e viene oggi celebrata oggi anche il lingua Malayalam.

Rossano: giovedì preghiera per i morti in mare

3 Luglio 2023 - Rossano - Domenica 9 luglio si celebra la Giornata del Mare. Abitualmente l’appuntamento ricade proprio nella seconda domenica di luglio, e viene riconosciuto l’importante contributo lavorativo dei marittimi all’economia di tutti i Paesi del mondo. Questa ricorrenza, come ricorda la Cei, ha anche un’importanza ecumenica perché in molti porti le celebrazioni e le diverse attività di sensibilizzazione riguardo la situazione umana lavorativa dei marittimi vengono fatte congiuntamente con altre denominazioni cristiane. Il tema scelto per quest’anno è “Chi non ha pianto? – Il Mare come luogo di Vita”. L’Ufficio per l’Apostolato del Mare della diocesi di Rossano-Cariati, diretto da don Giuseppe Ruffo, ha organizzato in preparazione all’appuntamento, due momenti di preghiera. Giovedì 6 luglio alle 19, ai piedi della statua della “Madonnina” sul lungomare di Schiavonea, si terrà un incontro di preghiera, presieduto dall’arcivescovo mons. Maurizio Aloise, a conclusione del quale ci sarà un omaggio floreale alla Madonna e il lancio in mare di una corona di fiori a ricordo delle vittime del mare (marittimi, pescatori, migranti). Venerdì 7 luglio, alle 21, nell’area antistante il lido del Minigolf sul lungomare di Mirto Crosia, altro momento di riflessione “Con Maria in attesa della domenica del mare”, presieduto dal cappellano diocesano dell’apostolato del mare don Giuseppe Ruffo. Domenica 9 luglio, invece, a Cariati si celebrerà la Domenica del Mare nella parrocchia di Cristo Re con la Santa Messa alle 19 presieduta da don Giuseppe Ruffo e, a seguire, benedizione del mare e lancio di una corona di fiori in ricordo delle vittime del mare.

Giornata del mare: “la Chiesa è vicina agli oltre un milione di lavoratori del mare”

3 Luglio 2023 -
Città del Vaticano - “La Chiesa vi è vicina”. Ad assicurarlo a tutti i lavoratori del mare è il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, in un messaggio inviato in occasione della Giornata del mare, che si celebra domenica prossima, 9 luglio. “Ciò che vi rallegra e ciò che vi opprime ci sta a cuore”, si legge nel testo: “Non abbiamo solo da darvi qualcosa, ma anche da ricevere il vostro racconto, le vostre testimonianze: il punto di vista sul lavoro, sull’economia, sui rapporti fra religioni e culture diverse, sulle condizioni del mare e della terra, sulla fede, che soltanto dalla vostra esperienza può raggiungere e interrogare tutti i membri della Chiesa e, per loro tramite, le nostre società”. “Siamo una Chiesa sinodale, in cui cioè si cammina insieme”, si ricorda nel messaggio: “Dobbiamo andare avanti insieme, navigare insieme, senza lasciare nessuno indietro, e arricchirci l’un l’altro. Nessuno pensi di non avere nulla da offrire”. “La Domenica del mare offre ogni anno alle comunità cattoliche di tutto il mondo la possibilità di non dimenticare le proprie origini e di pregare per coloro che lavorano oggi sulle navi che trasportano merci nel mondo intero”, si sottolinea nel testo: “Si tratta di oltre un milione di esseri umani grazie ai quali la nostra quotidianità diviene possibile e l’economia si sostiene. Di loro, della loro fede, di come possano amare e sperare, quasi nulla sappiamo. La domenica è il giorno dell’Eucaristia, la Pasqua settimanale: sono molti a non avervi accesso perché forzatamente lontani dai loro cari e dalla propria comunità”. “Gli apostoli raccontavano Gesù sulle navi, radunavano comunità in ogni città di porto: erano dunque presenti a un mondo che oggi è sempre meno conosciuto”, ricorda il Dicastero: “La complessa organizzazione delle nostre società e una certa propensione a nascondere le diseguaglianze lasciano spesso in una zona d’ombra i tesori spirituali e i bisogni materiali delle persone umili. La Domenica del mare non è dunque riservata agli addetti ai lavori, ma accende l’attenzione di ogni comunità cristiana su coloro grazie ai quali ci raggiungono gran parte dei beni di cui ci nutriamo o facciamo uso ogni giorno”.

Card. Zuppi: trovare risposte adeguate al fenomeno migratorio

  3 Luglio 2023 - Bologna - Colori e canti africani ieri a Bologna per ricordare il viaggio – il primo del suo pontificato – di papa Francesco a Lampedusa. Condivisione e memoria dei tanti migranti morti durante i lori viaggi di speranza verso l’Europa.  Una iniziativa promossa dalla diocesi di Bologna, guidata dal card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, da Fondazione Migrantes, dal Simposio delle Conferenze episcopali d’Africa e Madagascar (Secam) e dal coordinamento Migrantes per la pastorale degli africani di lingua francese in Italia. Hanno partecipato anche molti ambasciatori di Paesi africani presso la Santa Sede. “Papa Francesco a Lampedusa per ricordare le tante Lampeduse note e meno note nel mondo” ha detto il card. Zuppi nel suo intervento. Un viaggio, quello nell’isola siciliana, che il papa decise dopo il naufragio costato la vita a centinaia di migranti. “Quello che è avvenuto e avviene anche oggi non si ripeta più”, ha detto il porporato: “quel monito lanciato dal papa a Lampedusa è rimasto inascoltato. E tante sono state le stragi in mare negli ultimi anni. Per il card. Zuppi i migranti non “rappresentano un problema, ma una ricchezza”. Occorre oggi trovare “risposte adeguate” e “vie legali per combattere l’illegalità”.  Lampedusa ancora oggi è simbolo di tante stragi ma anche di speranza “per chi cerca una vita migliore”, ha detto don Luis Gabriel Tsamba, coordinatore Migrantes per la pastorale dei cattolici francofoni in Italia . Occorre aumentare i Paesi che “accettano i corridoi umanitari ad aumentare il numero delle persone che possono venire legalmente e nei Paesi dove possono essere accolti”, ha sottolineato il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pier Paolo Felicolo. (Raffaele Iaria)

Migrantes: da oggi il corso di formazione “linee di pastorale migratoria”

3 Luglio 2023 - Roma - Provengono da 30 diocesi italiane e da alcune Missioni Cattoliche Italiane in Europa i circa 50 sacerdoti e laici che parteciperanno, da oggi pomeriggio al 7 luglio, al corso di formazione “Linee di pastorale migratoria” promosso dalla Fondazione Migrantes a Roma presso Villa Aurelia. Il Corso è rivolto ai direttori diocesani Migrantes di nuova nomina, ai missionari italiani all’estero, ai nuovi coordinatori nazionali e cappellani etnici e agli operatori pastorali dello Spettacolo viaggiante e dei Rom, Sinti e caminanti. Una settimana intensa che vedrà anche la presenza, domani, martedì 4 luglio, del segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, l’arcivescovo di Cagliari, mons. Giuseppe Baturi, che presiederà una liturgia eucaristica animata da un gruppo cattolico filippino. Al corso, che sarà introdotto dal direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, sono previsti molti interventi sulla pastorale migratoria in Italia e molte testimonianze dai diversi territori. A concludere il presidente della Commissione Cei per le Migrazioni e della Fondazione Migrantes, l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego. (Raffaele Iaria)

Ascoltare gli altri per evitare i conflitti

3 Luglio 2023 -
Città del Vaticano - Mai stancarsi di pregare per la pace, anche in questo tempo che ha il sapore delle vacanze. “La preghiera è la forza mite che protegge e sostiene il mondo” dice papa Francesco all’Angelus, rinnovando il suo appello per la pace, “in modo speciale per il popolo ucraino tanto provato”. Pace in Ucraina, certo, ma ci sono tante altre guerre “dimenticate, numerosi conflitti e scontri che insanguinano molti luoghi della terra; tante guerre ci sono oggi… Interessiamoci di quello che accade, aiutiamo chi soffre e preghiamo”. In questa domenica il Vangelo di Matteo ci propone parole forti, esigenti, contenute nell’ultima parte del discorso missionario di Gesù. Parla ai discepoli, ma parla a tutti noi, per indicare la strada di quell’andare nel mondo, per essere testimoni della novità cristiana. Certo ci sono fatiche e sofferenze, dice sempre Matteo, ma chi compie questa scelta “non perderà la sua ricompensa”. La nostra vita è fatta di tanti fili sottili che ci legano, come il voler bene a una persona, l’affetto e la stima degli altri, il timore di non essere “qualcuno”, paure e insicurezze che ci impediscono di essere accoglienti, di guardare l’altro come un fratello e non un nemico, e di chiuderci nelle nostre pseudo sicurezze. Di qui l’invito fatto da Giovanni Paolo II, all’inizio del suo Pontificato, a non aver paura, a “aprire, anzi spalancare le porte a Cristo”. Le parole che leggiamo in Matteo sono sì parole esigenti: “chi ama padre o madre più di me, non è degno di me”; così chi ama di più il proprio figlio o non prende con se la propria croce. Ma non leggiamole come un assoluto, pretesa davvero inaudita – tutto l’insegnamento di Gesù è un invito ad amare l’altro, anche il nemico – ma cerchiamo di comprenderne la verità profonda. Non si tratta, cioè, di non amare padre, madre – come la mettiamo con il quarto comandamento? – o di non amare i figli. Gesù non esige un amore totalitario, ma chiede quel “morso del più”, direbbe don Ciotti, richiama l’amore che deve essere dato al Signore, e chiede che i cristiani siano testimoni di Gesù capaci di fare scelte serie, altrimenti, diceva Francesco, si è cristiani “da pasticceria”, oppure “cristiani da salotto”, più attenti alla forma che alla sostanza. Nella sua riflessione il Papa si sofferma sul termine profeta che in Matteo è ripetuto tre volte: “c’è chi lo immagina come una sorta di mago che predice il futuro; questa è un’idea superstiziosa e il cristiano non crede alle superstizioni, come la magia, le carte, gli oroscopi o cose simili”, ha commentato. Altri “dipingono il profeta come un personaggio del passato, esistito prima di Cristo per preannunciare la sua venuta”. Ma Francesco ci dice che profeti siamo tutti noi quando, in forza del battesimo, aiutiamo gli altri “a leggere il presente sotto l’azione dello Spirito Santo, a comprendere i progetti di Dio e corrispondervi. In altre parole, è colui che indica agli altri Gesù, che lo testimonia, che aiuta a vivere l’oggi e a costruire il domani secondo i suoi disegni”. Il profeta “è un segno vivo che indica Dio agli altri”, per il vescovo di Roma, “è un riflesso della luce di Cristo sulla strada dei fratelli”. Di qui l’invito a un esame di coscienza: “sono stato eletto profeta nel Battesimo, parlo e, soprattutto, vivo come testimone di Gesù? Porto un po’ della sua luce nella vita di qualcuno?”. La pagina dell’evangelista contiene anche un invito a accogliere i profeti. Per Francesco è importante “accoglierci a vicenda come tali, come portatori di un messaggio di Dio, ciascuno secondo il suo stato e la sua vocazione, e farlo lì dove viviamo: in famiglia, in parrocchia, nelle comunità religiose, negli altri ambiti della Chiesa e della società”. Assieme all’accoglienza c’è anche l’ascolto perché “lo Spirito ha distribuito doni di profezia nel santo Popolo di Dio”. È bene, dunque, ascoltare tutti, dice il Papa, “quando c’è da prendere una decisione importante”: pregare, ascoltare e dialogare, perché “anche il più piccolo, ha qualcosa di importante da dire, un dono profetico da condividere”. Così si ricerca la verità: “pensiamo – dice il Papa – a quanti conflitti si potrebbero evitare e risolvere così, mettendosi in ascolto degli altri con il sincero desiderio di comprendersi”. (Fabio Zavattaro)