Primo Piano

Vescovi del Mediterraneo: “la vita è sacra e dobbiamo fare tutto il possibile per salvarla”

21 Settembre 2023 - Marsiglia - “Il Papa ripeterà anche qui a Marsiglia ciò che ha già detto più volte e cioè che la vita è sacra e che dobbiamo fare tutto il possibile per salvare le vite umane, ribadendo che la persona ha il diritto di migrare”. Sono parole chiare e inequivocabili quelle pronunciate dal card. Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat (Marocco), illustrando in conferenza stampa al Palais du Pharo di Marsiglia i temi al centro degli Incontri sul Mediterraneo che si svolgeranno fino al 24 settembre e che vede la partecipazione di vescovi e giovani dei Paesi che si affacciano sulle cinque rive del Mare Nostrum, in attesa dell’arrivo domani, venerdì 22 settembre, di Papa Francesco. Parlando delle tragedie in mare e del flusso migratorio sui Paesi di primo approdo, il cardinale prosegue: “Il Papa non darà delle ricette pratiche per organizzare la migrazione ma ribadirà un principio chiaro: non si può pensare a politiche solamente poliziesche o semplicemente repressive; non si può pensare di chiudere tutto come non si può solamente pagare altri Paesi perché facciano il lavoro di fermare i migranti”. “L’Europa deve mettersi a pensare ad una politica positiva verso la migrazione, garantendo almeno qualche porta di accesso”. “I giovani marocchini – incalza l’arcivescovo di Rabat – sono prigionieri nel loro Paese. Non possono uscire, non possono andare in Algeria perché la frontiera è chiusa, non possono andare al sud perché c’è il deserto, non possono andare verso sinistra perché c’è il mare. Non possono andare in Europa perché è impossibile per loro ottenere il visto. Occorre pensare almeno ad alcune porte di entrata, altrimenti si genera una situazione ancora peggiore”. L’incontro di Marsiglia mette sul tavolo delle discussioni vari temi: economia, educazione, lavoro, pace ed ecologia. Sabato, i vescovi e i giovani presenteranno al Papa un documento di 10 pagine. “Ma non potevamo non discutere di questo fenomeno migratorio che tocca non solamente il Mediterraneo ma tutta l’umanità in tutto il mondo”, confida il card. Lopez. “Le cause delle partenze sono le guerre, l’ineguaglianza economica, le persecuzioni politiche. Il problema non sono le migrazioni”. “Il fenomeno migratorio è sempre un tentativo volto a dare una soluzione a problemi irrisolvibili nel Paese di origine”. A Marsiglia giungono le notizie dei morti in mare, anche di bambini di pochi mesi che hanno perso la vita sfuggendo dalle braccia delle loro mamme. “Non è una situazione sostenibile se le persone muoiono continuamente nel tentativo di attraversare il mare su barconi di fortuna. Cosa possiamo fare in quanto Chiese? Innanzitutto, annunciare il diritto umano, presente anche nella Dichiarazione universale, secondo il quale ogni persona ha il diritto di restare là dove è nato ma ha anche il diritto di migrare. Essere ‘liberi di migrare e liberi di restare’, sviluppando nei Paesi più poveri le condizioni necessarie per permettere ai giovani di restare se lo desiderano”. Mons. Nicolas Lhernould, vescovo di Costantina (Algeria), rappresenta la regione apostolica dell’Africa del Nord. “È vero che il Mediterraneo purtroppo è diventato il più grande cimitero dell’Europa ma, prima di arrivare al mare, questi giovani migranti hanno dovuto affrontare il deserto mettendo a rischio la loro vita. Il Mediterraneo è purtroppo solo l’ultima tappa di un lungo e pericoloso viaggio. Raccogliamo testimonianze che ci parlano di tragedie e morti. Il mare è certamente un luogo che chiama l’attenzione di tutta l’Europa ma occorre volgere lo sguardo anche più a Sud”. Anche il vescovo algerino mette in chiaro il principio del soccorso: “Quando una persona soffre, è un dovere imprescindibile andargli incontro e aiutarlo. E di conseguenza tutto ciò che va contro questo principio, non è conforme a ciò che riteniamo essere umano e ancor meno conforme al Vangelo”. “Questa assistenza imprescindibile alla persona nello Spirito del Buon Samaritano è un principio che richiamiamo sempre, non in maniera ingenua di chi non guarda le cause e non conosce le conseguenze ma come una necessità. Quando una persona è in pericolo, occorre sempre fare di tutto perché venga salvata”. Il vescovo parla della sua esperienza in Tunisia e Algeria e fa notare come, soprattutto negli ultimi anni, questi Paesi siano diventati non più Paesi di transito ma di accoglienza. Ma all’Europa lancia un avvertimento: “L’accoglienza non deve essere imposta semplicemente per sbarazzarsi del problema” perché “presto o tardi il problema si amplifica”. Sulla questione è intervenuto anche mons. Rafic Nahara, vicario patriarcale latino per i cattolici di lingua ebraica in Israele. La Chiesa, dice, deve svolgere anche un’azione di “cambiamento di mentalità” perché, “quando ci sono molti migranti che approdano in un Paese, c’è la paura di perdere la propria identità”. Occorre quindi a lavorare non solo sul fronte dell’accoglienza per chi arriva ma anche sul fronte culturale per chi accoglie, e far capire che “l’altro non è una minaccia ma una persona che porta con sé una cultura diversa che non può non arricchire i Paesi di approdo”. (M.C.Biagioni - Sir)

Cei: da lunedì sessione autunnale del Consiglio Permanente

21 Settembre 2023 -

Roma - Da lunedì 25 a mercoledì 27 settembre si svolgerà a Roma la sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente della Cei. I lavori, che saranno introdotti lunedì pomeriggio (alle ore 16.00) dal presidente, il card. Matteo Zuppi, prevedono un approfondimento sul tema della formazione dei sacerdoti oggi e un focus sul Cammino sinodale delle Chiese in Italia. All’ordine del giorno anche la presentazione del programma dell’Assemblea Generale Straordinaria (Assisi, 13-16 novembre) e un aggiornamento delle Linee Guida per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili alla più recente normativa, in particolare all’ultima versione delle Normae de delictis Congregationi pro Doctrina Fidei reservatis (11 ottobre 2021) e di Vos estis lux mundi (25 marzo 2023). Mercoledì 27 settembre, alle ore 15.30 presso la sede della CEI (Circonvallazione Aurelia, 50), il Segretario Generale, Mons. Giuseppe Baturi, incontrerà i giornalisti a conclusione dei lavori.

Vangelo Migrante: XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A – GMMR (Vangelo Mt 20,1-16)

21 Settembre 2023 - «Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi» (Mt 20,16). Talvolta le persone sono schiacciate da condizioni esistenziali, sociali, economiche, politiche, dalle quali è difficile uscire. Una fra le peggiori è la condizione del migrante, costretto a lasciare il Paese d’origine per cercare altrove migliori condizioni di vita. Se pensiamo che il fenomeno migratorio coinvolge milioni di persone in tutto il mondo, ci rendiamo conto della dolorosa complessità del problema che interessa, altra faccia del fenomeno, anche i cittadini dei Paesi ospitanti. Ad ogni migrante che parte deve corrispondere un luogo che possa accogliere al meglio, con opportune azioni e risorse adeguate, chi arriva. L’esperienza di questi anni fa capire purtroppo che questa corrispondenza simmetrica e virtuosa fra chi parte e chi accoglie è piuttosto rara. In questa situazione, spesso drammatica, che può fare il cristiano-cittadino in tensione continua fra la radicalità esigente della Parola di Dio («i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie» (Is 55,8) ed il rispetto delle leggi del proprio Paese? Se il Paese che accoglie è democratico, ci sono spazi per migliorare le norme sull’immigrazione, ben sapendo che nessun Paese, anche il più democratico ed aperto, rinuncerà a politiche per controllare i confini, garantire la sicurezza, stabilire quote di ingresso. Da un lato, quindi, c’è la strettoia di chi fugge, dall’altro quella di chi vuole accogliere, ma deve fare i conti con le istituzioni e le leggi del proprio Paese. Salvare vite umane è un dovere irrinunciabile ed inderogabile (il buon Samaritano soccorre il ferito anche se non è stato lui il colpevole), ma è pure necessario leggere la realtà in tutti i suoi aspetti, come scrive papa Francesco in occasione della  Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato - che si celebra domenica - “Liberi di scegliere se migrare o restare”. Ora, appare evidente, solo in una democrazia si può avere questa libertà di scegliere se migrare o restare, solo in una democrazia si può tendere all’uguaglianza delle opportunità (art.3 della Costituzione). Le dittature infatti non solo impediscono di entrare, ma non permettono neppure di uscire. Nel 2017 papa Francesco ha sottolineato l’importanza di «saper coniugare il diritto di “ogni essere umano […] di immigrare in altre comunità politiche e stabilirsi in esse” e, nello stesso tempo, garantire la possibilità di un’integrazione dei migranti nei tessuti sociali in cui si inseriscono, senza che questi sentano minacciata la propria sicurezza, la propria identità culturale e i propri equilibri politico-sociali». Poi ha aggiunto: «D’altra parte, gli stessi migranti non devono dimenticare che hanno il dovere di rispettare le leggi, la cultura e le tradizioni dei Paesi in cui sono accolti». Quindi ha precisato come «un approccio prudente da parte delle autorità pubbliche non comporta l’attuazione di politiche di chiusura verso i migranti, ma implica valutare con saggezza e lungimiranza fino a che punto il proprio Paese è in grado, senza ledere il bene comune dei cittadini, di offrire una vita decorosa ai migranti, specialmente a coloro che hanno effettivo bisogno di protezione». È un caso che questo discorso sia stato fatto al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede e cioè ai rappresentanti dei governi dei diversi Paesi? L’impegno per i migranti (anche l’Italia è diventato ormai un Paese dove le partenze sono più numerose di chi viene accolto) e l’impegno per realizzare società più democratiche sono facce della stessa medaglia. Che senso può avere allora la scelta di andare controcorrente, cui il Signore continuamente ci chiama, se occorre fare i conti come cristiani-cittadini con vincoli e strettoie che non ci permettono spesso di agire con quella radicalità che vorremmo? La verità è che anche quando non è possibile il rovesciamento di posizioni ingiuste che mortificano l’umano, resta sempre aperto l’orizzonte della fede: «grande è il Signore e degno di ogni lode, la sua grandezza non si può misurare» (Sal 145,3). Un orizzonte che genera una salutare tensione che nessuna soluzione provvisoria può appagare, ma che deve comunque attraversare la vita del credente e di ogni comunità ecclesiale. Ci sono cose, diceva il teologo Congar, «a un tempo impossibili e necessarie». Senza questa tensione non si cercherebbero nuove vie più giuste ed umane per chi non ha ancora la libertà di partire o restare, ma ci appiattiremmo disperati su questo tragico presente. (Dino Calderone - Operatore pastorale Migrantes Messina Lipari S. Lucia del Mela)

Migranti: in G.U. le misure approvate dal Governo

21 Settembre 2023 - Roma - E stato pubblicato nella "Gazzetta Ufficiale" del 19 settembre scorso il Decreto Legge recante Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonche' in materia di immigrazione., nel quale sono confluite le misure di contrasto all'immigrazione illegale, approvate nell'ultimo Consiglio dei ministri (n. 50 del 18 settembre scorso). Una delle principali misure riguarda il tempo massimo di trattenimento nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr), che passa da 6 a 18 mesi. Attualmente, l’Italia dispone di 9 Cpr con una capacità complessiva di soli 493 ospiti, ma il Genio militare realizzerà nuove strutture in aree con una “bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili”. L’obiettivo è potenziare la rete dei Cpr senza creare disagi nelle città italiane. Un altro aspetto di rilievo riguarda la lotta contro i “falsi minorenni”, ovvero migranti che dichiarano di essere minorenni per ottenere benefici e tutele specifiche. Il numero di presunti minori è aumentato notevolmente, e la nuova normativa introduce accertamenti per verificare la loro età in modo più rapido ed efficiente. Inoltre, saranno creati canali differenziati per l’ingresso di donne, bambini e minori di 14 anni, garantendo loro tutele specifiche e adeguate. (Alessandro Pertici)  

Reggio Calabria: mons. Denisi festeggia oggi 70 anni di sacerdozio

21 Settembre 2023 - Reggio Calabria – festeggia oggi i suoi primi 70 anni di sacerdozio mons. Antonino Denisi, per anni impegnato nella pastorale con i migranti nella sua diocesi – Reggio Calabria-Bova e nell’intera Calabria come direttore diocesano e regionale della Migrantes. Questa sera alle 18, nella Cattedrale di Reggio Calabria, solenne celebrazione eucaristica di ringraziamento presieduta dall’arcivescovo Fortunato Morrone. Nato a Reggio Calabria il 12 febbraio 1931 e ordinato sacerdote il 21 settembre del 1953 dall’allora arcivescovo mons. Giovanni Ferro, mons. Denisi dopo la licenza ginnasiale al Seminario arcivescovile di Reggio Calabria, il triennio liceale-filosofico presso il Seminario Pontificio Pio XI e la laurea in scienze sacre alla Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale San Luigi di Napoli ha ricoperto diversi incarichi sia a livello regionale che nazionale oltre che giornalista e direttore del settimanale diocesano. Autore di numerose pubblicazioni, oggi – all’età di 83 anni, è decano del Capitolo Metropolitano. Numerose le sue pubblicazioni: gli ultimi tre volumi raccolgono suoi scritti su "L’arcidiocesi di Reggio Calabria: Vescovi clero e parrocchie", "Emigrazione e immigrazione in Calabria: Storia, cultura, dimensioni del fenomeno" e "Santità religiosità e pietà popolare nella Chiesa reggina". (R.Iaria)  

Dal centro ai bordi

21 Settembre 2023 - Roma - Il tamtam quotidiano sbilancia costantemente l’attenzione verso il proprio io. C’è da interrogarsi se le forme deviate di comunicazione non siano figlie di questo individualismo esasperato. La frenesia e l’ansia per il successo personale agiscono a discapito di chi sta intorno. È tempo di cambiare prospettiva: spostarsi dalla centralità alla marginalità, nel senso letterale del termine, aiuta a cogliere il senso pieno di ciò che avviene. Dai bordi delle autostrade comunicative emerge la necessità di un sano recupero di tutte quelle forme non verbali – un sorriso, una stretta di mano, uno sguardo… – che danno calore ai rapporti. E il primo guadagno sarà un beneficio per tutta la società. La comunicazione, d’altronde, è sempre un ponte… Attraversarlo e farlo attraversare permette di realizzare più ampiamente e compiutamente il proprio essere-in-relazione. (Vincenzo Corrado)

Mons. Baturi: “Il migrante non è mai il nemico. In Europa è tempo di condivisione”

21 Settembre 2023 - Marsiglia - Le barche ancorate lungo i moli sono decine. Barche di pescatori e di cultori del mare. È uno scrigno di storia il porto vecchio di Marsiglia. Quello turistico e mercantile, ben più trafficato, è qualche chilometro più avanti, dove attraccano anche le navi delle ong che hanno salvato i migranti naufragati fra le onde del Mediterraneo. Non c'è la fila della "carrette del mare" (e della speranza) in cerca di un approdo sicuro, come accade a Lampedusa. Però arriva l'eco della crisi umanitaria dovuta all'emergenza sbarchi in Italia. Ed entra fin nelle aule del porto vecchio che ospitano i centotrenta "testimoni" di un Mediterraneo nuovo: un Mediterraneo della fraternità e dell'incontro. Sono i vescovi e i giovani giunti dai Paesi affacciati sul grande mare e riuniti qui per gli "Incontri del Mediterraneo", una settimana di dialogo e riflessione promossa dall'arcidiocesi di Marsiglia sulla scia di due "summit" per la pace voluti in Italia dalla Cei nel 2020 e nel 2022. «L'altro non è un nemico. È, invece, portatore di eredità culturali e di civiltà che costituiscono la ricchezza del nostro Mediterraneo», spiega il segretario generale della Cei, l'arcivescovo Giuseppe Baturi. A lui è stato affidato ieri uno degli interventi della sessione di benvenuto ai pastori che sono qui insieme ai ragazzi di nazioni e fedi differenti impegnati già da domenica scorsa in un percorso di conoscenza, ascolto e proposta. All'ordine del giorno soprattutto un tema: le sfide delle migrazioni. Sfide raccontate nella Marsiglia cosmopolita dai suoi 870mila abitanti che ne hanno fatto un "melting pot" peculiare per l'Europa dove coesistono esperienze-modello di convivenza e integrazione mancata, abbraccio fra etnie e credi ed emarginazione che si tocca con mano nei quartieri ritenuti fra i più poveri e pericolosi della Francia. «Siamo di fronte a un fenomeno globale - afferma Baturi -. Ciò che accade deve inquietarci. Non nel senso di preoccuparci ma di scuoterci le coscienze. E devono inquietarci soprattutto le cause: infatti assistiamo a spostamenti di masse enormi che provengono da contesti di disagio, povertà e guerra, crisi climatica e dentro le quali si muovono forze oscure che sfruttano le difficoltà del prossimo. In pericolo è la dignità dell'uomo. Come ha sottolineato il Papa, essendo un fenomeno globale c'è bisogno di una mobilitazione globale». Marsiglia è porto e porta del continente. Cerniera fra Oriente e Occidente, fra Nord e Sud del Mediterraneo. Ecco perché si guarda anzitutto al ruolo dell'Europa. E vescovi e giovani la chiamano in causa. «I flussi migratori - avverte il segretario generale della Cei - hanno necessità di una risposta coordinata da parte degli Stati e delle realtà sociali e religiose. Ogni volta che un bambino, una donna o un uomo arrivano a mettere a rischio la propria vita pur di lasciare tutto perché minacciati dalla miseria o dai conflitti, tutti noi, in particolare se ci professiamo cristiani, non possiamo non sentirci chiamati a intervenire per salvare, accogliere, accompagnare ma anche per sollecitare politiche concertate in tutta Europa». Eccellenza, c'è chi specula sulla paura dello straniero o propone di alzare muri. Che cosa può dire la Chiesa? Anzitutto, che il migrante ha il diritto a vedere la propria vita custodita. È uno sguardo che scaturisce dal Vangelo e che deve sollecitare anche politiche di protezione e ospitalità. Guai a considerare il profugo come un numero e non come un fratello che chiede di stabilirsi nelle nostre città. Le migrazioni mostrano le profonde distanze fra le sponde del Mediterraneo. Quale contributo dalla comunità ecclesiale per colmare le sperequazioni? Siamo tenuti a impegnarci per costruire relazioni di amicizia e di giustizia che tengano conto del passato e scalfiscano le diseguaglianze. Non stanchiamoci di indicare questo orizzonte anche in termini di educazione. Inoltre le Chiese possono essere per gli Stati un esempio di cooperazione che li inviti a superare qualsiasi forma di egoismo nazionale. Uno slogan coniato dalla Cei dice: "Liberi di partire, liberi di restare". Infatti la possibilità di migrare implica anche l'opportunità di rimanere nelle terre d'origine in condizioni sicure, senza guerre, fame, sfruttamento. L'arrivo di "genti nuove" richiama la convivenza fra le fedi. In quale modo il dialogo interreligioso favorisce l'integrazione? È una delle grandi vie che possiamo indicare alle società nel segno del bene comune. Come ricorda il Documento sulla fratellanza umana di Abu Dhabi, il sentimento religioso è un antidoto all'inimicizia, alla parzialità, all'estremismo. E non si pone come fattore di divisione ma come elemento di unità intorno alla ricerca di un fondamento dell'esistenza umana. La Cei ha aperto la strada per stimolare le Chiese del bacino a ripensare il Mediterraneo come "lago" in cui ciascuno si faccia carico dell'altro. Nel 2020 abbiamo radunato a Bari per la prima volta i vescovi del Mediterraneo per un incontro concluso dal Papa. Nel suo discorso Francesco ha sottolineato la necessità di rapporti di fraternità fra le nazioni e l'urgenza di alimentare la cultura dell'incontro. Nel 2022, a Firenze, l'attenzione si è spostata sulla cittadinanza recuperando l'eredità di Giorgio La Pira che chiamava le città a essere protagoniste di percorsi di diplomazia e riconciliazione dal basso. Ed è stata firmata la "Carta di Firenze" con i sindaci convocati a fianco dei vescovi. Adesso è una diocesi protesa verso il Mediterraneo che ha storici rapporti con le altre rive a portare avanti l'iniziativa. Qui dialogano vescovi e giovani. Ma la Cei ha già lanciato il Consiglio dei giovani del Mediterraneo. È un'intuizione scaturita a Firenze per dare continuità al progetto investendo sui giovani e quindi sul futuro. Del resto i ragazzi sanno trasformare la mobilità in solidarietà. A Marsiglia stanno contribuendo a tessere con il Papa e i vescovi quella rete di bene che vogliamo leghi sempre di più i Paesi del Mediterraneo. Alla Gmg di Lisbona, lo scorso agosto, il Pontefice li ha esortati a farsi protagonisti: in questi incontri sta avvenendo. (Giacomo Gambassi – Avvenire).

Ferrara: nuova iconostasi nella chiesa ucraina di S. Maria dei Servi

20 Settembre 2023 - Ferrara - Nella chiesa di S. Maria dei Servi a Ferrara, casa della comunità cattolica ucraina, nel primo pomeriggio del 17 settembre è stata consacrata la nuova iconostasi posta davanti all'altare, creata dalla ferrarese Liliana Brunelli, architetto ed ex insegnante di storia dell'arte. È la prima volta che un'artista italiano/a realizza questo tipo di struttura. L'iconostasi è una parete, o tramezzo, divisoria decorata con icone che separa la navata delle chiese di rito orientale (ortodosse e cattoliche) dal bema (presbiterio) dove viene celebrata l'Eucaristia.  Le icone presenti nell'iconostasi a S. Maria dei Servi sono: Gesù Cristo, la Madonna, S. Giorgio, San Nicola, Arcangeli Michele e Uriele (sulle due porte diaconali), i quattro evangelisti (sulla porta centrale/reale) e, sopra, l'Annunciazione a Maria. La struttura, installata nel periodo quaresimale e conclusa a metà luglio, è stata finanziata grazie alla Fondazione Migrantes. Il parroco don Vasyl Verbitskyy spiega come l'idea di realizzarla la coltivava fin dal suo arrivo a Ferrara 5 anni fa. Il 17 settembre era presente l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, Yaroslav Pryriz, vescovo di SambirDrohobych (Diocesi in Ucraina di origine di don Verbitskyy), P. Teodosio Roman Hren,  Vicario Generale dell’Esarcato Apostolico, mons. Pierpaolo Felicolo, Direttore generale della Fondazione Migrantes, il Vicario generale di Ferrara-Comacchio  mons. Massimo Manservigi, il Direttore dell'Ufficio ecumenico diocesano diac. Marcello Panzanini e altri sacerdoti.                                                                     

Migrantes: a Piacenza la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

20 Settembre 2023 - Roma - Domenica 24 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. In Italia le celebrazioni principali si svolgeranno nella regione Ecclesiastica dell’Emilia Romagna. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Migrantes, in collaborazione con la Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna e con gli uffici diocesani Migrantes. Il programma prevede, come momento centrale, una solenne liturgia eucaristica a Piacenza – ore 11,00 - nel Duomo dedicato a Santa Maria Assunta e Santa Giustina, presieduta dal vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto e trasmesso in diretta da Rai Uno. Concelebreranno i vescovi della regione, i direttori diocesani e il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. La Giornata sarà prece­duta da un incontro, oggi, mer­coledì 20 settembre, nella Sala degli Arazzi al Colle­gio Alberoni di Piacenza. Durante questo evento, si farà memoria della trage­dia del mare del 2 luglio 1940, quando la nave in­glese Arandora Star, cari­ca di deportati tra cui molti emigrati originari dell’Appennino parmen­se e piacentino, venne si­lurata da un sommergibi­le. Il vescovo mons. Adria­no Cevolotto insieme alle principali autorità citta­dine, si metterà in dialo­go per ricordare le vitti­me e rinnovare l’impor­tanza di non dimenticare le lezioni apprese dalla storia. Sabato 23 settembre al­le 20.30 si terrà in prepa­razione alla Giornata una veglia di preghiera nella Casa madre degli Scala­briniani. Il direttore Migrantes della diocesi di Piacenza-Bobbio, p. Mario Toffari, sottolinea come la scelta di Piacenza per la Giornata sia molto significativa, in quanto la città, che ha avuto come vescovo Giovanni Battista Scalabrini, canonizzato nell’ottobre scorso, ha “una lunga storia di emi­grazione e porta con sé tutta la drammaticità del­la prima migrazione emi­liana”. “Liberi di scegliere se migrare o restare” è il tema scelto da papa Francesco per la Giornata. Nel messaggio il Papa riafferma due diritti fondamentali, da sempre sottolineati nel Magistero sociale della Chiesa: il diritto di migrare e il diritto di vivere nella propria terra. “Spesso non si conoscono, o non si vogliono conoscere, le reali motivazioni delle partenze specialmente da luoghi dove c’è la guerra o si vivono situazioni di estrema povertà. Dovrebbe essere chiaro per tutti che, per comprendere, bisogna conoscere”, scrive il direttore generale della Fondazione Migrantes mons. Pierpaolo Felicolo in un editoriale per la rivista “MigrantiPress” della Fondazione Migrantes e dedicata alla Giornata. Nel numero – distribuito in tutte le parrocchie italiane - molti articoli sul tema scelto da papa Francesco affidati a diversi direttori degli Uffici della Conferenza Episcopale Italiana, un sussidio liturgico ed altri articoli sui vari settori della mobilità umana oltre ad alcune pagine sulle principali novità legislative sul tema delle migrazioni in Italia e Europa. Il cammino intrapreso dalla Chiesa italiana sul tema delle migrazioni nel nostro Paese – sottolinea ancora mons. Felicolo – “ci impegna a sviluppare, come Fondazione Migrantes, una cultura dell’incontro, della tutela e della promozione del mondo dei migranti, liberi di partire e liberi di vivere nella propria terra. Una libertà che dobbiamo accompagnare”.  

Vescovi Calabria: il tema delle migrazioni all’assemblea autunnale

20 Settembre 2023 -

Locri - I vescovi calabrei hanno "preso in considerazione il doloroso tema delle migrazioni" che interessa le diocesi della regione, ribadendo "l’urgenza di rispondere evangelicamente e adeguatamente alle persone fragili e ferite che si presentano alle nostre porte, soprattutto se si tratta di minori non accompagnati. Esse hanno diritto ad essere accolte anche mediante gli aiuti europei e la cura della collettività e della comunità cristiana". E' quanto si legge nel comunicato finale dei lavori dell'assemblea autunnale dei vescovi della Calabria che si è svolta a Gerace nel salone dell’arazzo del Museo diocesano.

Migrantes: ieri audizione in Senato sui Compiti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in materia di minori stranieri non accompagnati

20 Settembre 2023 - Roma - Da anni in Italia ci si confronta con i numeri dell’accoglienza di minori stranieri non accompagnati (MSNA), con cifre che si attestano intorno alle 20.000 presenze (al momento poco più di 21.000), e, da anni, si ribadisce che l’accoglienza che dovrebbe essere riservata loro è quella all’interno del Sistema Accoglienza Integrazioni (SAI). Nonostante questa insistenza, andando a verificare i dati, è facile constatare che per i minori soli non accompagnati i posti a disposizione nel SAI sono solo 6.300 e quelli nei Centri di accoglienza straordinaria (CAS) soltanto 1.700. Lo ja detto ieri in Senato, nel corso di una audizione sui Compiti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali in materia di minori stranieri non accompagnati, mons. Pierpaolo Felicolo Direttore generale della Fondazione Migrantes. Parlando anche a nome di mons. Gian Carlo Perego,  presidente dell’organismo pastorale della cei, mons. Felicolo ha evidenziato  “la prima accoglienza rimane troppo spesso concentrata nelle regioni del Sud Italia (Sicilia, Calabria e Puglia). Territori generosi, ma che non possono offrire, né per qualità né per quantità, percorsi di possibile formazione e inserimento lavorativo. Rispetto a questo quadro, già di per sé estremamente preoccupante”, la Fondazione Migrantes ha individuato una serie di azioni: “iniziare una seria programmazione che coinvolga il Governo ma anche le Regioni, gli enti locali e le organizzazioni di tutela specifiche sui minori; aumentare i posti del Sistema Accoglienza Integrazioni per i minori soli non accompagnati; creare in ogni Regione un luogo di prima accoglienza per MSNA, che però sia autenticamente e soltanto di prima accoglienza ed esclusivamente dedicato ai minori, propedeutico ad un successivo e rapido inserimento nei SAI, nelle comunità per minori o in forme di affido familiare; promuovere, in diversi ospedali in ogni Regione, la nascita di un’équipe multidisciplinare (medici, psicologi, etc.) per la definizione dei casi dubbi relativi all’età dei minori soli non accompagnati, che tenga però sempre presente il principio imprescindibile della presunta minore età come principio a base della stessa convenzione del fanciullo…; favorire sempre di più la possibilità che i minori stranieri non accompagnati possano accedere anche ai percorsi di affido e realizzare una vera accoglienza decentrata, tale per cui ogni Comune in Italia deve arrivare ad avere dei posti destinati ai minori soli non accompagnati in base alla popolazione, al territorio, al PIL, alla presenza di altre persone migranti etc”.  

Mons. Felicolo: rom e sinti “vanno riconosciuti in dignità e umanità”

20 Settembre 2023 - Roma - Rom e sinti “non devono essere salvati da nulla o civilizzati, ma riconosciuti in dignità e umanità”. Lo ha detto mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes intervenendo al convegno “Integrazione, sorveglianza sanitaria e comunicazione con la minoranza Rom e Sinti in Italia” promosso dal Centro di ricerca di Salute globale della Facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica, dall’Università Gemelli e dall'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar). Mons. Felicolo ha citato le parole di papa Paolo VI pronunciate nel 1965 a Pomezia incontrando i Rom: “voi oggi nella Chiesa non siete ai margini, ma sotto certi aspetti, voi siete al centro, voi siete nel cuore” . Questo – ha detto mons. Felicolo - vuol dire che i rom e i sinti per la Chiesa non solo soli ma nel “cuore”, al “centro e ci insegnano a non avere l’atteggiamento di salvatori ma di salvati che giustifica la nostra speranza”. Durante il convegno è stato presentato il primo studio organico su queste comunità dal quale è emerso che i due terzi di loro non fa screening e analisi di routine. La diffidenza ne limita fortemente l'accesso ai servizi sanitari. Stando allo studio di salute su queste comunità all'interno del progetto, le cause di malattia e morte tra le popolazioni rom e sinti sostanzialmente ricalcano per percentuali quelle della popolazione generale, con al primo posto le malattie cardiologiche e ischemiche, seguite da quelle tumorali principalmente del colon tra gli uomini e dell'utero tra le donne. A loro è dedicato il sito web infosaluteromesinti.it, con un linguaggio semplice e tutte le informazioni utili per le comunità, ma anche per i cittadini e gli operatori sanitari.

Migrantes La Spezia: al santuario di Gaggiola la Gmmr

20 Settembre 2023 - La Spezia - La diocesi della Spezia celebra domenica prossima la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato al santuario francescano di Sant'Antonio a Gaggiola. Il tema di quest'anno è: "Liberi di scegliere se migrare o restare". Il responsabile diocesano dell'ufficio Migrantes, padre Gianluigi Ameglio dei frati minori francescani, sottolinea: «Nel corso di questi ultimi mesi siamo tornati spesso sia sul diritto di vivere nella propria terra che su quello di migrare liberamente. E li abbiamo vissuti con immagini e con tragedie che addolorano e che impongono scelte lungimiranti». La celebrazione vedrà la presenza, alle 11, del vescovo mons. Luigi Ernesto Palletti che presiederà la celebrazione eucaristica.

Gmmr: la Giornata del migrante e del rifugiato in Italia a Piacenza. Domani il primo appuntamento

19 Settembre 2023 - Piacenza - “Liberi di scegliere se migrare o restare”: è questo il tema della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra domenica 24 settembre e che a livello nazionale avrà il suo centro a Piacenza. In quel giorno Rai Uno dalle ore 10.50 trasmetterà in diretta la messa dalla Cattedrale della città presieduta dal vescovo mons. Adriano Cevolotto e alla quale parteciperà anche il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. Al termine della celebrazione nella Casa madre degli Scalabriniani una festa allietata dal concerto musicale di Domenico La Marca con la possibilità per tutti di visitare il Museo dell’emigrazione e quello dedicato al santo vescovo Scalabrini. L’iniziativa della Giornata è promossa dalla Fondazione Migrantes in collaborazione con le diocesi dell’Emilia Romagna e i loro Uffici Migrantes, con in prima linea quello piacentino, diretto da padre Mario Toffari. “La scelta di Piacenza - spiega il religioso - guarda a due santi emiliani, di nascita come Artemide Zatti da Reggio Emilia, di adozione come Giovanni Battista Scalabrini, comasco e vescovo di Piacenza per quasi trent’anni. È singolare il legame ideale che si è instaurato tra queste due figure che papa Francesco ha dichiarato santi il 9 ottobre 2022 in una gremitissima piazza San Pietro a Roma. Li accomuna l’emigrazione: costretta dalla povertà, la famiglia Zatti partì per l’Argentina nel 1897, mentre dieci anni prima Scala­brini aveva fondato la Congregazione dei Missionari di San Carlo inviandoli nelle Americhe”. In preparazione della Giornata del 24 è in programma una serata domani , mercoledì 20 settembre alle ore 20.30 alla Galleria Alberoni in via Emilia Parmense 67 a Piacenza. Verrà proiettato un video sulla vicenda della “Arandora Star”, nave inglese, carica di deportati tra cui molti emigrati originari dell’Appennino parmense e piacentino, che venne silurata da un sommergibile tedesco; dell’episodio parleranno Romeo Broglia e Giuseppe Conti. A seguire, interverranno Giulia Cassi e Moussa Lebchir (“C’è anche del bene”), Cherep Oleksandr, Bazylevych Olga e Lyudmyla Popovych (“La guerra: emigrazione non libera”), Nello Scavo, inviato del quotidiano di Avvenire (“Non liberi di partire, non liberi di restare”) ed Emanuele Ricifari, questore di Agrigento (“Lampedusa: isola della speranza o della disillusione”). Sarà poi la volta del confronto “Anche alle autorità è lecito sognare” con il vescovo mons. Adriano Cevolotto, il prefetto Daniela Lupo, la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi e il questore Ivo Morelli; al termine, saluto finale a cura del vicario generale della diocesi don Giuseppe Basini. Intermezzi musicali con Patrizia Bernelich (pianoforte), Giammaria Conti (piva emiliana), Massimo Visalli (chitarra) e Maria Maddalena Scagnelli (voce). Coordinano la serata  Camilla Cesena e padre Toffari. Sabato 23 settembre alle 20.30 si terrà una veglia di preghiera nel chiostro della Casa madre degli Scalabriniani in via Torta 14 a Piacenza. “O emigrare o ru­bare”: padre Toffari ricorda l’espressione con cui i piacentini spiegavano a fine ’800 al vescovo Scalabrini le ragioni per cui erano costretti a lasciare la patria. “L’espressione - aggiunge - fa emergere un quadro va­riegato di un fenomeno che a quel tempo registrò flussi imponenti di emi­grazione, soprattutto dal­le aree della montagna piacentina, portando tantissime per­sone verso Londra, Pari­gi, New York, Buenos Ai­res, dove rimangono ag­gregazioni vivaci e anco­ra legate alle terre di ori­gine”. Il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato riafferma due diritti fondamentali, da sempre sottolineati nel Magistero sociale della Chiesa: il diritto di migrare e il diritto di vivere nella propria terra. “Spesso non si conoscono, o non si vogliono conoscere, le reali motivazioni delle partenze specialmente da luoghi dove c’è la guerra o si vivono situazioni di estrema povertà. Dovrebbe essere chiaro per tutti che, per comprendere, bisogna conoscere”, è il commento del direttore generale della Fondazione Migrantes mons. Pierpaolo Felicolo in un editoriale per la rivista “MigrantiPress” della Fondazione Migrantes e dedicata alla Giornata

Libertà da accompagnare

18 Settembre 2023 - Roma - La terra è di tutti e ogni per­sona ha diritto di muover­si liberamente senza alcuna limitazione. Papa Francesco nell’ultimo messaggio per la Giornata Mondiale del Migran­te e del Rifugiato che si cele­brerà il prossimo 24 settembre, sottolinea questa libertà. Il titolo scelto è “Liberi di sce­gliere se migrare o restare”. Due diritti fondamentali come il diritto di vivere nella propria terra o migrare liberamente. Diritti che oggi sono a rischio perché spesso non si cono­scono – o non si vogliono conoscere – le reali motivazioni delle partenze specialmente da luoghi dove c’è guerra o si vi­vono situazioni di estrema po­vertà. Dovrebbe essere chiaro per tutti che per comprendere bisogna conoscere. Spesso si è sentito, da più parti, dire: meno partenze in mare e meno morti. Uno slogan poco corretto se non si è mai avuto la possibilità di vedere in faccia persone provate dal dolore e che hanno visto la morte da vicino durante le loro traversa­te nel Mediterraneo. I racconti dei sopravvissuti non lasciano dubbi… Occorre conoscere le storie di questi uomini, donne e bambi­ni per avvicinarsi a compren­dere le motivazioni delle loro partenze. La Giornata Mondia­le del Migrante e del Rifugiato che ogni anno, da 109 anni, la Chiesa ci propone, riporta da­vanti ai nostri occhi il feno­meno «complesso e articolato» delle migrazioni, come scrive papa Bergoglio nel Messaggio: un fenomeno «la cui compren­sione esige l’analisi attenta di tutti gli aspetti che caratteriz­zano le diverse tappe dell’e­sperienza migratoria, dalla partenza all’arrivo, incluso un eventuale ritorno». Ed è questa la vera libertà: diritto al ritorno e diritto a rimanere nella pro­ pria terra. La Chiesa italiana, nel 2017, convinta di questo, ha lancia­to una campagna significati­va dal titolo “Liberi di partire liberi di restare” che ha visto protagonisti diversi uffici della Conferenza Episcopale Italiana (tra questi la Fondazione Mi­grantes) e associazioni catto­liche impegnate nella coopera­zione internazionale per dare una risposta concreta attraver­so progetti avviati nei Paesi di partenza dei flussi migratori, di transito e di arrivo. Una cam­pagna che oltre ad agire sul fronte culturale, ha sostenuto l’educazione e la formazione (anche professionale), l’infor­mazione in loco, i settori socia­le e sanitario, l’inserimento la­vorativo e l’accompagnamento di chi ha scelto volontariamen­te di tornare in Patria. Il cammino intrapreso dalla Chiesa italiana sul tema del­le migrazioni nel nostro Pa­ese ci impegna a sviluppare, come Fondazione Migrantes, una cultura dell’incontro, del­la tutela e della promozione del mondo dei migranti, liberi di partire e liberi di vivere nella propria terra. Una libertà che dobbiamo ac­compagnare... (mons. Pierpaolo Felicolo - Direttore generale Fondazione Migrantes)      

Papa Francesco: affrontare insieme la sfida migranti

18 Settembre 2023 - Città del Vaticano - "Venerdì mi recherò a Marsiglia per partecipare alla conclusione dei Rencontres Méditerranéennes, una bella iniziativa che si snoda in importanti città del Mediterraneo, riunendo responsabili ecclesiali e civili per promuovere percorsi di pace, di collaborazione e di integrazione attorno al mare nostrum, con un’attenzione speciale al fenomeno migratorio. Esso - ha detto ieri mattina papa Francesco al termine della preghiera mariana dell'Angelus - rappresenta una sfida non facile, come vediamo anche dalle cronache di questi giorni, ma che va affrontata insieme, in quanto essenziale per il futuro di tutti, che sarà prospero solo se costruito sulla fraternità, mettendo al primo posto la dignità umana, le persone concrete, soprattutto le più bisognose". Papa Francesco ha chiesto di accompagnarlo con la preghiera ed ha ringraziato "le autorità civili e religiose, e quanti stanno lavorando per preparare l’incontro a Marsiglia, città ricca di popoli, chiamata a essere porto di speranza. Già da ora saluto tutti gli abitanti, nell’attesa di incontrare tanti cari fratelli e sorelle". (R.Iaria)

Vescovi Sicilia, “a Lampedusa la comunità ha testimoniato la solidarietà evangelica”

18 Settembre 2023 -
Palermo - “I vescovi seguono con particolare apprensione gli ultimi sviluppi degli sbarchi a Lampedusa, dove la comunità attraverso gesti di umanità e di generosità, ha testimoniato la solidarietà evangelica, e in altre parti della Sicilia”. Così i pastori delle diciotto diocesi di Sicilia al termine della sessione autunnale di lavoro della Conferenza epicopale siciliana che si è svolta nei giorni scorsi a Palermo. Il passaggio è inserito nel comunicato finale dove si invitano le Autorità internazionali, nazionali e regionali ad "intervenire con sollecitudine per garantire una più regolare gestione dei flussi dei migranti in transito nell’Isola”. I vescovi siciliani rivolgono anche un “incoraggiamento” a tutte "le persone di buona volontà ad impegnarsi a diffondere la cultura dell’accoglienza per affermare la dignità di ogni persona che chiede aiuto e sostegno”.  

Domenica la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento dei sacerdoti

15 Settembre 2023 - Roma - I nostri sacerdoti sono affidati alla generosità dei fedeli per poter compiere la propria missione. “I sacerdoti, donando sé stessi, ci insegnano che Dio è la realtà più bella dell’esistenza umana”. Sono circa 32 mila in Italia i sacerdoti che - come evidenziato da Papa Francesco - si dedicano agli altri. Non solo ai più abbandonati ma ad ognuno di noi. Quotidianamente ci fanno spazio, ci offrono il loro tempo, dividono volentieri un pezzo di strada e ascoltano le nostre difficoltà. Per richiamare l’attenzione sulla loro missione, torna domenica 17 settembre la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero diocesano, celebrata nelle parrocchie italiane. La Giornata – giunta alla XXXV edizione – permette di dire “grazie” ai sacerdoti, annunciatori del Vangelo in parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anticrisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione, punto di riferimento per le comunità parrocchiali. Ma rappresenta anche il tradizionale appuntamento annuale di sensibilizzazione sulle offerte deducibili. Uno strumento di grande valore come spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, Massimo Monzio Compagnoni: “La Giornata è un appuntamento importante per dire ancora una volta ai fedeli quanto conti il loro contributo. Non è solo una domenica di gratitudine nei confronti dei sacerdoti, ma un’opportunità per ricordare che fin dalle origini le comunità si sono fatte carico di sostenere la Chiesa e questo dovrebbe, ancora oggi, essere il principio di base che spinge a farsi carico del sostentamento dei sacerdoti. Come allora l’impegno dei membri della comunità nel provvedere alle loro necessità è vitale. Le offerte da sempre, quindi, costituiscono un mezzo per sostenere tutti i sacerdoti, dal proprio parroco al più lontano. Basta anche una piccola somma ma donata in tanti”. Nonostante siano state istituite nel 1984, a seguito della revisione concordataria, le offerte deducibili sono ancora poco comprese e utilizzate dai fedeli che ritengono sufficiente l’obolo domenicale; in molte parrocchie, però, questo non basta a garantire al parroco il necessario per il proprio fabbisogno. Da qui l’importanza di un sistema che permette a ogni persona di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento di tutti i sacerdoti diocesani. “La Chiesa – aggiunge Monzio Compagnoni – grazie anche all’impegno dei nostri preti, è sempre al fianco dei più fragili e in prima linea per offrire risposte a chi ha bisogno”. Nate come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, le offerte per i sacerdoti sono diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica, in quanto espressamente destinate al sostentamento dei preti al servizio delle 227 diocesi italiane; tra questi figurano anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi più poveri del mondo e 2.500 sacerdoti ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo. L’importo complessivo delle offerte nel 2022 si è attestato appena sopra gli 8,4 milioni di euro in linea con il 2021. È una cifra ancora lontana dal fabbisogno complessivo annuo, che ammonta a 514,7 milioni di euro lordi, necessario a garantire a tutti i sacerdoti una remunerazione pari a circa mille euro mensili per 12 mesi. In occasione della Giornata del 17 settembre in ogni parrocchia i fedeli troveranno locandine e materiale informativo per le donazioni ed avranno la possibilità di ricevere un “dono speciale”: le riflessioni di Papa Francesco.  Nel sito www.unitineldono.it è possibile effettuare una donazione ed iscriversi alla newsletter mensile per essere sempre informati sulle numerose storie di sacerdoti e comunità che, da nord a sud, fanno la differenza per tanti.

Rom: oggi la proiezione del cortometraggio “Hero” e la presentazione di una ricerca

15 Settembre 2023 - Torino - Nuova tappa della campagna di sensibilizzazione contro l’antiziganismo coordinata dalla cooperativa sociale Liberitutti. Questa sera a Cascina Falchera a Torino proiezione del cortometraggio contro l'antiziganismo che insieme a una ricerca dell’Università di Padova è una delle principali azioni di Hero (Housing and Employment for ROma people). Un progetto che coinvolge l'Italia, la Germania e l'Ungheria e promuove l'integrazione delle minoranze Rom combattendo l'antiziganismo e la discriminazione nell'accesso alla scuola, al lavoro e all'alloggio. La campagna di sensibilizzazione, ha preso il via in occasione della giornata internazionale dei Rom, l’8 aprile scorso. Ora continua grazie al seminario-concerto dell’Alexian Group: sarà un viaggio di conoscenza che porta sul palco i ritmi della musica etnica rom. Anche in questa occasione – spiega un comunicato - l’obiettivo del progetto è quello di far riflettere, ai vari livelli, sulla mancata integrazione, sugli stereotipi e la sfiducia verso le comunità rom. A Torino e provincia i rom e sinti sono 1600.

Lampedusa: chiesa aperta per i migranti

15 Settembre 2023 -

Milano - C’è un’immagine che rimarrà nella mente di don Carmelo Rizzo quando gli chiederanno di Lampedusa e di come l’isola ha affrontato l’onda d’urto di 7mila arrivi in un solo giorno. Settemila persone disperate, con poco o nulla, dopo l’orrore della prigionia libica e la pericolosa traversata in mare. Quelle case aperte. Tutte le case aperte dei lampedusani durante la notte. Per offrire cibo, acqua, qualche vestito e anche qualche giocattolo per i più piccoli. È una «bellissima Lampedusa» che aiuta. «Non ci aspettavamo certo questi numeri: con 7mila arrivi salta tutto, salta anche la dignità» ammette don Carmelo Rizzo, da due anni parroco dell’isola. Quello che è successo la scorsa notte è però, di converso, anche una «bella pagina di accoglienza ». È successo tutto in poco tempo: l’hotspot al collasso non era in grado di offrire alcun tipo di accoglienza e i migranti, disperati, si sono riversati lungo le strade dell’isola per cercare un po’ di cibo e conforto. «Hanno bussato alle porte e hanno trovato tutte le case aperte» racconta con una punta di orgoglio don Carmelo. Uomini, donne e bambini si sono radunati anche davanti alla chiesa. «Abbiamo aperto i saloni parrocchiali e le strutture della “Casa della fraternità” – prosegue – per cercare di offrire aiuto, la parrocchia è diventata un punto di raccolta per tutto quello che serve ai migranti».

Sullo sfondo, ovviamente, c’erano anche i contorni drammatici della crisi umanitaria, con il dolore per la piccola neonata di 5 mesi morta annegata mercoledì e per tutti i morti in mare. Sull’isola ieri è stato un giorno di lutto cittadino e ieri sera si è svolta anche una fiaccolata silenziosa, un momento di preghiera per tutte le vittime del mare. Sono tanti i lampedusani che anche per l’intera giornata di ieri, caratterizzata dai trasferimenti, «si stanno prodigando in qualsiasi modo cercando di assistere ed aiutare tutte le persone che sono arrivate in questi giorni. Desidero ringraziarli di cuore» ha detto il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino. «Ringrazio il parroco di Lampedusa e il vescovo che non hanno esitato un attimo – aggiunge – a mettere a disposizione i locali della Casa della Fraternità per ospitare donne, bambini e le categorie più vulnerabili. E ancora grazie alle forze dell’ordine e alla Croce Rossa che da giorni ininterrottamente stanno dando il massimo per gestire questo dramma umanitario».

Un’altra decina di migranti si sono presentati, questa volta per il pranzo, a casa del vigile del fuoco Antonello Di Malta. E come, nella tarda serata di mercoledì, mamma Teresa, la madre 84enne del pompiere, anche ieri si è rimessa ai fornelli per preparare altre due pentole di pasta asciutta. Tavola apparecchiata e bottiglie d’acqua ghiacciata, i migranti, anche loro minorenni - ma un gruppo diverso rispetto a quelli che vi avevano cenato la sera prima - hanno dimostrato di apprezzare molto la cucina di mamma Teresa. Lungo le strade del centro del paese numerosi lampedusani, vedendo girovagare giovani migranti in cerca di cibo, hanno fatto a gara per acquistare teglie di pasta o pezzi di rosticceria per consegnarle ai migranti che si sono seduti a pranzare nei tavoli dei locali.

«Non abbiamo ancora i numeri precisi – racconta Giovanna Di Benedetto di Save the children, in prima linea anche lei sull’isola – ma abbiamo visto tanti bambini. Sappiamo che molti sono soli, non accompagnati dai familiari. Questo avviene perché magari durante il viaggio si perdono o vengono separati o i genitori li affidano ad altri per il ricongiungimento con i familiari in Europa, una volta attraversato il Mediterraneo». Le statistiche parlano solitamente di un 10% di minori soli e, calcolatrice alla mano, sull’isola, nell’ultime 24 ore dovrebbero esserne arrivati un migliaio. «Con questi numeri tutto è più complicato e più difficile aggiunge – l’unica cosa da fare è trasferirli in un luogo dove poterli accogliere». Sul fronte degli arrivi intanto la scorsa notte c’è stata una tregua dopo 48 ore di caos e l’approdo di 2.154 migranti mercoledì (con 51 barchini) e di altri 5.112 con 110 natanti martedì. «La situazione all’interno dell’hotspot di Lampedusa è di circa 4.200 presenze ancora in diminuzione – spiega Francesca Basile, responsabile Migrazione della Croce Rossa italiana – La situazione è sicuramente complessa ma stiamo cercando gradualmente di ritornare alla normalità. Questo vuol dire che nonostante la situazione critica abbiamo comunque cercato di distribuire brandine alle persone per non farle dormire all’addiaccio, abbiamo fornito a tutti il cibo e anche nella giornata di oggi (ieri, ndr) tutti riceveranno quello di cui hanno bisogno, compatibilmente con la situazione». Intanto si muove anche la protezione civile regionale che, su impulso del governatore Renato Schifani, ha raccolto la richiesta avanzata in queste ore dal sindaco dell’isola e dalla prefettura di Agrigento per assicurare alloggio e un ricovero temporaneo consono a tutti i migranti . E con la tregua degli sbarchi continuano i trasferimenti disposti dalla prefettura di Agrigento per alleggerire l’hotspot di Contrada Imbriacola. I primi a partire ieri 453 migranti sulla nave Lampedusa diretta a Trapani, altri 480 sono stati trasferiti con la nave Veronesi diretta ad Augusta, altri 700 sulla nave di linea Galaxy e 300 sulla nave militare Orione diretta a Catania. (Daniela Fassini)