Lampedusa: chiesa aperta per i migranti

15 Settembre 2023 –

Milano – C’è un’immagine che rimarrà nella mente di don Carmelo Rizzo quando gli chiederanno di Lampedusa e di come l’isola ha affrontato l’onda d’urto di 7mila arrivi in un solo giorno. Settemila persone disperate, con poco o nulla, dopo l’orrore della prigionia libica e la pericolosa traversata in mare. Quelle case aperte. Tutte le case aperte dei lampedusani durante la notte. Per offrire cibo, acqua, qualche vestito e anche qualche giocattolo per i più piccoli. È una «bellissima Lampedusa» che aiuta. «Non ci aspettavamo certo questi numeri: con 7mila arrivi salta tutto, salta anche la dignità» ammette don Carmelo Rizzo, da due anni parroco dell’isola. Quello che è successo la scorsa notte è però, di converso, anche una «bella pagina di accoglienza ». È successo tutto in poco tempo: l’hotspot al collasso non era in grado di offrire alcun tipo di accoglienza e i migranti, disperati, si sono riversati lungo le strade dell’isola per cercare un po’ di cibo e conforto. «Hanno bussato alle porte e hanno trovato tutte le case aperte» racconta con una punta di orgoglio don Carmelo. Uomini, donne e bambini si sono radunati anche davanti alla chiesa. «Abbiamo aperto i saloni parrocchiali e le strutture della “Casa della fraternità” – prosegue – per cercare di offrire aiuto, la parrocchia è diventata un punto di raccolta per tutto quello che serve ai migranti».

Sullo sfondo, ovviamente, c’erano anche i contorni drammatici della crisi umanitaria, con il dolore per la piccola neonata di 5 mesi morta annegata mercoledì e per tutti i morti in mare. Sull’isola ieri è stato un giorno di lutto cittadino e ieri sera si è svolta anche una fiaccolata silenziosa, un momento di preghiera per tutte le vittime del mare. Sono tanti i lampedusani che anche per l’intera giornata di ieri, caratterizzata dai trasferimenti, «si stanno prodigando in qualsiasi modo cercando di assistere ed aiutare tutte le persone che sono arrivate in questi giorni. Desidero ringraziarli di cuore» ha detto il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino. «Ringrazio il parroco di Lampedusa e il vescovo che non hanno esitato un attimo – aggiunge – a mettere a disposizione i locali della Casa della Fraternità per ospitare donne, bambini e le categorie più vulnerabili. E ancora grazie alle forze dell’ordine e alla Croce Rossa che da giorni ininterrottamente stanno dando il massimo per gestire questo dramma umanitario».

Un’altra decina di migranti si sono presentati, questa volta per il pranzo, a casa del vigile del fuoco Antonello Di Malta. E come, nella tarda serata di mercoledì, mamma Teresa, la madre 84enne del pompiere, anche ieri si è rimessa ai fornelli per preparare altre due pentole di pasta asciutta. Tavola apparecchiata e bottiglie d’acqua ghiacciata, i migranti, anche loro minorenni – ma un gruppo diverso rispetto a quelli che vi avevano cenato la sera prima – hanno dimostrato di apprezzare molto la cucina di mamma Teresa. Lungo le strade del centro del paese numerosi lampedusani, vedendo girovagare giovani migranti in cerca di cibo, hanno fatto a gara per acquistare teglie di pasta o pezzi di rosticceria per consegnarle ai migranti che si sono seduti a pranzare nei tavoli dei locali.

«Non abbiamo ancora i numeri precisi – racconta Giovanna Di Benedetto di Save the children, in prima linea anche lei sull’isola – ma abbiamo visto tanti bambini. Sappiamo che molti sono soli, non accompagnati dai familiari. Questo avviene perché magari durante il viaggio si perdono o vengono separati o i genitori li affidano ad altri per il ricongiungimento con i familiari in Europa, una volta attraversato il Mediterraneo». Le statistiche parlano solitamente di un 10% di minori soli e, calcolatrice alla mano, sull’isola, nell’ultime 24 ore dovrebbero esserne arrivati un migliaio. «Con questi numeri tutto è più complicato e più difficile aggiunge – l’unica cosa da fare è trasferirli in un luogo dove poterli accogliere». Sul fronte degli arrivi intanto la scorsa notte c’è stata una tregua dopo 48 ore di caos e l’approdo di 2.154 migranti mercoledì (con 51 barchini) e di altri 5.112 con 110 natanti martedì. «La situazione all’interno dell’hotspot di Lampedusa è di circa 4.200 presenze ancora in diminuzione – spiega Francesca Basile, responsabile Migrazione della Croce Rossa italiana – La situazione è sicuramente complessa ma stiamo cercando gradualmente di ritornare alla normalità. Questo vuol dire che nonostante la situazione critica abbiamo comunque cercato di distribuire brandine alle persone per non farle dormire all’addiaccio, abbiamo fornito a tutti il cibo e anche nella giornata di oggi (ieri, ndr) tutti riceveranno quello di cui hanno bisogno, compatibilmente con la situazione». Intanto si muove anche la protezione civile regionale che, su impulso del governatore Renato Schifani, ha raccolto la richiesta avanzata in queste ore dal sindaco dell’isola e dalla prefettura di Agrigento per assicurare alloggio e un ricovero temporaneo consono a tutti i migranti . E con la tregua degli sbarchi continuano i trasferimenti disposti dalla prefettura di Agrigento per alleggerire l’hotspot di Contrada Imbriacola. I primi a partire ieri 453 migranti sulla nave Lampedusa diretta a Trapani, altri 480 sono stati trasferiti con la nave Veronesi diretta ad Augusta, altri 700 sulla nave di linea Galaxy e 300 sulla nave militare Orione diretta a Catania. (Daniela Fassini)