Primo Piano

Migrantes Rossano-Cariati: con NoCap incontro con l’arcivescovo Aloise

2 Gennaio 2024 - Rossano - Nei giorni scorsi l’associazione NOCAP, rappresentanta da Yvan Sagnet e Giannatonio Ricci e la Migrantes di Rossano-Cariati con il direttore Giovanni Fortino e il vice doirettore  don Giuseppe Pisani hanno incontrato l’arcivescovo Maurizio Aloise per discutere di caporalato e legalità. L’associazione NOCAP ha riassunto il progetto di filiera etica che prevede l’inserimento lavorativo in aziende agricole di diversi lavoratori migranti che vivono nell’area della sibaritide ed in particolare nei territori della diocesi , in condizioni precarie e per questo particolarmente vulnerabili e facile preda di sfruttamento da parte dei cosiddetti “caporali”. All'inizio sono state numerose le difficoltà, sia nell’individuare le aziende che operavano in maniera etica sia nella logistica e nell’accoglienza come anche l’accompagnamento amministrativo  ha detto  Yvan Sagnet, problemi alleggeriti dalla vicinanza della diocesi attraverso gli uffici pastorali Migrantes e Caritas nonché dell’associazione Fraternità Giovanni Paolo II. Sul tema l'arcivescovo mons. Aloise  ha ribadito quanto già espresso proprio nel messaggio di Natale 2023 dove tra i vari argomenti toccati l’aspetto della legalità e del caporalato, inteso anche come sfruttamento lavorativo, assume un ruolo importante “ …… vorrebbero convincerci che la battaglia per la legalità e la giustizia sia inutile; la crisi lavorativa vissuta da giovani e famiglie, lo sfruttamento della persona che si trova a dover far fronte ai tanti disagi a causa dei mancati diritti e di un salario dignitoso, si presentano come condizioni che vorrebbero diffondere un senso di sfiducia collettiva spegnendo la speranza e la gioia di vivere".  "Ben vengano quindi - si legge in una nota -  le iniziative che affermano il principio di legalità  e dei diritti dei lavoratori su un territorio martoriato come quello della sibaritide. Ma cosa significa filiera etica? Avere il bollino di Nocap significa che sappiamo dell’impatto di quella azienda sull’ambiente e sulla società, del rispetto dei diritti umani e degli standard di lavoro dei prodotti che acquistiamo. La filiera etica punta ad un modello di sviluppo economico che aiuta sia i lavoratori che i produttori rafforzando il valore del prodotto ed evitando grandi ribassi che penalizzano appunto sia i produttori che i lavoratori evitando lo sfruttamento incontrollato e senza scrupoli. A distanza di due anni dallo sviluppo del progetto sono stati illustrati al Vescovo Maurizio i risultati ottenuti come l'inserimento lavorativo di diversi lavoratori migranti, il coinvolgimento di diverse aziende locali e nazionali nonché la risoluzione di numerose pratiche amministrative per finire alla messa a disposizione di alloggi ai lavoratori". Durante l’incontro è stato espresso, da parte di tutti i presenti, un ringraziamento particolare alle aziende che partecipano all’iniziativa.  

Fides: nel 2023 uccisi nel mondo 20 missionari

2 Gennaio 2024 -
Città del Vaticano - Nel 2023 sono stati uccisi nel mondo 20 missionari: 1 Vescovo, 8 sacerdoti, 2 religiosi non sacerdoti, 1 seminarista, 1 novizio e 7 tra laici e laiche. E’ quanto emerge dalle informazioni raccolte anche quest’anno dall’Agenzia Fides. Anche se gli elenchi compilati da Fides sono sempre aperti ad aggiornamenti e correzioni, si legge nel Rapporto, si registrano 2 missionari uccisi in più rispetto all’anno precedente. Secondo la ripartizione continentale, quest’anno il numero più elevato torna a registrarsi in Africa, dove sono stati uccisi 9 missionari: 5 sacerdoti, 2 religiosi, 1 seminarista, 1 novizio. In America sono stati assassinati 6 missionari: 1 Vescovo, 3 sacerdoti, 2 laiche. In Asia sono morti, uccisi dalla violenza, 4 laici e laiche. Infine in Europa è stato ucciso un laico. Uno dei tratti distintivi che accomunano la maggior parte degli operatori pastorali uccisi nel 2023 – si legge nel Dossier a cura di Stefano Lodigiani – è senza dubbio la loro normalità di vita: non hanno compiuto cioè azioni eclatanti o imprese fuori del comune che avrebbero potuto attirare l’attenzione e farli entrare nel mirino di qualcuno. Scorrendo le poche note sulla circostanza della loro morte violenta troviamo sacerdoti che stavano andando a celebrare la Messa o a svolgere attività pastorali in qualche comunità lontana; aggressioni a mano armata perpetrate lungo strade trafficate; assalti a canoniche e conventi dove erano impegnati nell’evangelizzazione, nella carità, nella promozione umana. Si sono trovati ad essere, senza colpa, vittime di sequestri, di atti di terrorismo, coinvolti in sparatorie o violenze di diverso tipo. “Avrebbero potuto andare altrove – si legge nel Dossier -, spostarsi in luoghi più sicuri, o desistere dai loro impegni cristiani, magari riducendoli, ma non lo hanno fatto, pur essendo consapevoli della situazione e dei pericoli che correvano ogni giorno. Ingenui, agli occhi del mondo. Ma la Chiesa, e in definitiva il mondo stesso, vanno avanti grazie a loro, che “non sono fiori spuntati in un deserto”, e ai tanti che, come loro, testimoniano la loro gratitudine per l’amore di Cristo traducendola in atti quotidiani di fraternità e speranza”. Secondo i dati in possesso dell’Agenzia Fides, è stato il decennio 1990-2000 il periodo più sanguinario con un totale di 604 missionari uccisi.Il numero risulta sensibilmente più elevato rispetto al decennio precedente per diversi fattori, tra cui il genocidio del Rwanda (1994) che ha provocato almeno 248 vittime tra il personale ecclesiastico. Nel decennio 1980-1989 hanno perso la vita in modo violento 115 missionari. Tale cifra però – scrive Fides – è senza dubbio in difetto poiché si riferisce solo ai casi accertati e di cui si è avuta notizia. Negli anni 2001-2022 il totale degli operatori pastorali uccisi è di 544.

Pace: appello del mondo cattolico contro tutte le guerre

2 Gennaio 2024 - Gorizia - Un appello, l’ennesimo, del mondo cattolico, contro tutte le guerre. È contenuto in un documento firmato da Ac, Acli, Comunità Papa Giovanni XXIII, Focolari e Pax Christi, a conclusione di un anno, il 2023, chiuso con il rumore delle armi: lo scontro tra Israele e Hamas è andato ad aggiungere ulteriori tensioni a un quadro internazionale già segnato dall’invasione russa in Ucraina e dai tanti conflitti dimenticati. Occorre invertire la tendenza, scrivono le associazioni, prima che sia troppo tardi. «Non possiamo restare in pace in questo fine anno segnato dalla tragedia che sconvolge la Terra Santa, mentre nel cuore dell’Europa continua la sofferenza del martoriato popolo ucraino. Resta desolatamente senza risposta ogni ragionevole appello per porre termine alla follia della guerra e alla strage degli innocenti». Secondo gli organismi cattolici, questo «è un tempo che ci invita alla conversione profonda per non restare inerti e indifferenti davanti a scelte che appaiono delegate solo ai capi delle nazioni, gli stessi ai quali si è rivolto papa Francesco per ribadire che “a nulla giova conservare oggi un’autorità che domani sarà ricordata per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario” (Messaggio alla Cop28 del 2 dicembre 2023). Per questo motivo, come cittadini di questo Paese e del mondo intero, rinnoviamo la forte sollecitazione a mettere al centro del dibattito pubblico il ripudio della guerra a partire dalla necessità di bandire non solo l’uso ma anche il possesso delle armi nucleari».  

Ricuciamo il tessuto comunitario: il messaggio del card. Zuppi e mons. Baturi

24 Dicembre 2023 - Roma - Pubblichiamo il messaggio di auguri per il Natale inviato dal presidente e dal segretario generale della Cei, il cardinale Matteo Zuppi e l’arcivescovo Giuseppe Baturi, ai vescovi e alle comunità diocesane. La lode che l’angelo e la moltitudine celeste innalzarono nella Notte Santa a Betlemme risuonerà ancora una volta, tra pochi giorni, in tutte le nostre chiese. Mentre ci prepariamo a questo momento di grazia, contempliamo il Mistero del Dio-connoi, dell’Emmanuele, che si rinnova nelle tante mangiatoie sparse nel mondo: parlano di guerre, note o dimenticate, di crisi, di miseria e povertà, di tutte quelle storture della storia che rendono ciechi dinanzi alla luce. È proprio la mangiatoia a farci prendere coscienza della necessità di una grande opera di ricucitura del tessuto comunitario devastato dalla solitudine e dalla violenza. Sarebbe bello, allora, che quel canto di lode diventasse impegno concreto a essere artigiani di pace, attenti al prossimo, capaci di sconfiggere le tenebre con la luce dell’Amore incarnato. In quelle parole troviamo, infatti, una verità che ci sorprende sempre per la sua radicalità. La gloria che è nel più alto dei cieli e che è contemplata dagli angeli ha un suo riflesso sulla terra: è la pace destinata all’umanità amata dal Signore. La pace terrena che il cristiano annuncia rimanda, dunque, al mistero di Dio: viene dall’alto ed è data in dono all’umanità, che è chiamata a farla fruttare attraverso scelte e stili di vita coerenti. Abbiamo bisogno della conversione del cuore, di tornare a fidarci di Dio: di abbandonare le certezze acquisite per percorrere nuovi sentieri di vita. Non possiamo consentire che si diffonda quella cultura della guerra, dell’odio, dell’ignoranza, del pregiudizio, che trova campo libero nel vuoto dei sentimenti, dei pensieri e delle idee. «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore» (Gv 14,27). In un tempo complesso, fatto di sfide e opportunità, di cambiamenti e grandi prove, la pace che viene da Dio dà coraggio, sostiene nella testimonianza, favorisce l’ascolto e la comprensione, consente di perseverare anche quando violenza e menzogna sembrano prevalere sulla verità. La pace evangelica non bada al tornaconto o all’interesse personale o di parte, ma è umile e nonviolenta come il Bambino Gesù a Betlemme. Condividiamo questi pensieri, esprimendo l’augurio di vivere in pienezza il Santo Natale. Che il silenzio dell’attesa ci renda pronti a cantare ancora una volta con fede il canto degli angeli: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2,14).

Cardinale Zuppi, chi salva i migranti non va criminalizzato

24 Dicembre 2023 - Roma -  "I cristiani, ma direi tutte le persone, devono fare il possibile per salvare le vite umane. Un solo morto in mare è una sconfitta per tutti",. Lo ha detto il card.  Matteo Zuppi, presidente della Cei, in un'intervista al Corriere della Sera.  "Poi - ha aggiunto - piangiamo come per Aylan e non facciamo nulla? Francesco non ha mai detto: dovete accogliere tutti. Ha detto: gestite il fenomeno, ma non nei lager, come in Libia, o neanche in centri di raccolta dove restano anni senza fare nulla. Il fenomeno - ha quindi spiegato il card. Zuppi - va gestito aiutando sia a partire con i corridoi umanitari, sia a restare: motivo per cui la Chiesa italiana investe 80 milioni l’anno per progetti di sviluppo in Africa". (R.Iaria)

Circo Rony Roller: oggi celebrazione con mons. Felicolo

22 Dicembre 2023 -
Roma - Da oggi e fino all’11 febbraio torna a Roma, in Via Boccea, il circo Rony Roller con uno spettacolo affascinante. Prima dell’inizio di questa sera gli operatori del circo hanno assistito, nel pomeriggio, ad una celebrazione eucaristica presieduta dal direttore generale della Fondazione Migrantes, mons.Pierpaolo Felicolo. Con lui il direttore Migrantes  dell’Esarcato degli Ucraini in Italia, don Marco Jaroslav Semehen, rettore della basilica di Santa Sofia a Roma da dove sono partiti aiuti umanitari verso l’Ucraina. Anche il circo Rony Roller si è molto impegnato per aiutare il popolo ucraino dopo lo scoppio della guerra con la Russia mettendo a disposizione anche le proprie strutture per conservare gli aiuti che venivano  raccolte. Il circo ha partecipato anche a diverse udienze con Papa Francesco e più volte ha voluto offrire spettacolo in beneficienza per bambini in difficoltà, bambini rom e poveri della città.(R.I.)

Alle porte di Natale con lo sguardo a chi non trova posto

22 Dicembre 2023 - Roma - Siamo ormai arrivati alle “porte” del Santo Natale. La Terra dove Gesù è nato oggi è in piena guerra. In quel luogo,  una grotta, dove Gesù è voluto nascere “perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Luca 2, 7): una grotta, fredda ma “ricca di calore”, quello dell’amore di Maria e Giuseppe per il Bambino e quello portato dai pastori, pronti ad accogliere Colui che nasce per noi e ad annunciarlo al mondo. Nessuno deve restare escluso da questo annuncio. Questo monito rimane valido anche oggi, soprattutto in questo tempo di guerra  - o meglio di più guerre in tante parti del mondo, dall'Ucraina alla Terra Santa, al Sudan -  che ci interpella profondamente. Le morti e le sofferenze di tanti ci rimandano all’essenzialità dell’esistenza. In questo anno sono stati molti coloro che hanno persona la vita a causa della violenza, della guerra o in mare per raggiungere luoghi più sicuri e sperare una nuova vita. Una vita che va salvaguardata sempre. Allora, continuiamo a guardare con premura alle vicende complicate e dolorose che ogni giorno vivono tante persone giunte in Italia da ogni angolo della terra, ed insieme ad esse, a quelle dei nostri connazionali che vivono all’estero, anche loro lontani dalle loro famiglie, al mondo dei Rom e dei Sinti, e alle famiglie dello Spettacolo viaggiante. In questi giorni così speciali, cerchiamo ancor di più che ci sia un po’ di  posto per loro nell’ “albergo” del  nostro cuore. Buon Natale a tutte e tutti (Raffaele Iaria)        

Mons. Marcianò a Lampedusa: luogo “aperto” e “accogliente”

22 Dicembre 2023 - Lampedusa - "Celebrare il Natale in questa isola della nostra Nazione ha un significato del tutto particolare.  Lampedusa si è trovata, negli ultimi decenni, a diventare un luogo in cui un numero sempre più elevato di stranieri poveri, profughi o migranti, trova ospitalità, pur tra innumerevoli difficoltà; il che ha reso l'isola non solo un punto di riferimento per coloro che vi giungono ma un anche luogo a cui guardano popoli e Nazioni". Lo ha dette l'ordinario militare per l'Italia, mons. Santo Marcianò, nell'omelia della messa celebrata ieri nella chiesa madre dell'Isola  dove si è recato per le festività natalizie, incontrando il personale militare e civile, le forze di polizia e quanti svolgono il proprio servizio presso l'isola. Un luogo, Lampedusa, che continua a rimanere "aperto" e "accogliente", "nonostante lo scorrere degli anni, il mutare delle situazioni e della politica". Parlando poi dei viaggi, spesso drammatici, di chi attraversa il Mediterraneo, mons. Marcianò ha sittolineato che i migranti "sono persone che hanno rischiato, hanno varcato il mare con mezzi di fortuna, maltrattati e ricattati dai trafficanti, vedendo morire persone care e vedendo la morte con gli occhi. E' disumano, è tragico. Ed è soprattutto per loro che voi siete qui!". "È per loro che voi - ha aggiunto -, con le diverse competenze che vi caratterizzano, sostenete quell'opera di ricerca, soccorso e salvataggio della vita umana, senza la quale sarebbe ben più tragico il bilancio delle morti che hanno fatto di questo nostro splendido mare un cimitero". (R.Iaria)

Vangelo Migrante: Domenica 24 dicembre – IV di Avvento

22 Dicembre 2023 -

Ci siamo: Dio viene ad abitare dentro di noi e con noi. Questa è la certezza che siamo la sua casa, che siamo stabili con Lui. Questa promessa fu fatta da Dio a Davide tramite Natan: Dio promette stabilità   al regno di Davide e una discendenza. Questa certezza diventa realtà in chi crede e si fida di Dio. Chi si fida non vacilla ma sarà stabile per sempre. La roccia del mio cuore è sempre il Signore (salmo 73).  Dio non abita in una casa di Cedro o sotto una tenda di teli, ma dentro ciascuno di noi. La nostra intimità è il vero paesaggio natalizio da realizzare. Ce lo ricordava anche S. Agostino: Deus est intimior intimo meo (Dio è più intimo di me stesso). Cerchiamolo dentro e non fuori di noi. E in questa ricerca dobbiamo essere attenti e come Maria lasciarci toccare dallo Spirito Santo, come ricorda questa domenica della Annunciazione. L’Annunciazione è il preludio del Natale.

L’Angelo portò l’annuncio a Maria ed ella concepì per opera dello Spirito Santo. Non è un premio ma una collaborazione santa con Dio. Dobbiamo allora anche noi essere docili e disponibili a lasciarci toccare dallo Spirito per generare l’amore. L’amore si genera se, come Maria, disposti, presenti, attenti e consapevoli di ciò che siamo. Maria è la kekaritomene, la piena di grazia e di bellezza che diviene  Madre di Gesù. Il Natale non viene per raccomandazione, ma per risposta alla grazia di Dio. Dobbiamo rispondere alla grazia attraverso un atteggiamento di umiltà e semplicità. La semplicità di Maria è disarmante; non oppone resistenza anche se ha paura e non conosce uomo, ma si fida e si allea con Dio.  Dalla Alleanza sinaitica all’alleanza del cuore che fa del suo un grembo puro il primo Tabernacolo della storia.

Ha guardato l’umiltà della sua serva (tapeinos) in greco significa insignificanza. Maria “tapina”, vuol dire che le cose grandi avvengono quando siamo nel nascondimento e quando non cerchiamo onori e privilegi. La tapinità di Maria crea lo spazio per una nascita meravigliosa: Gesù Cristo Il Verbo eterno che si fa carne (sarx) diventa uno di noi e prende il peccato di tutti.  In questa chiamata di Maria riscopriamo un progetto di amore che va oltre i calcoli umani e si realizza in un luogo preciso nella storia di una donna: il villaggio di Nazareth. Anche noi siamo chiamati a partire dalla nostra insignificanza e dal nostro peccato per realizzare la storia del Natale e per generare l’Amore negli altri. Dal grembo verginale di Maria scaturisce una luce nuova e una speranza da vivere.  Non siamo disperati se ci lasciamo toccare, se nel nostro Eccomi permettiamo ancora a Dio di parlarci, di agire dentro di noi, di curare le nostre ferite e di ridonandoci il senso vero di ciò che siamo. Credere che “nulla è impossibile a Dio” è la chiave di volta per accogliere, valorizzare e dare senso a ogni insuccesso e fallimento. Anche nel buio del disordine e della confusione di oggi sarà allora possibile un parto. Anche la creazione soffre e geme le doglie del parto dice San Paolo e aspetta anche lei la redenzione. (Rm 8,19-23). Il Natale di Gesù è vicino e non si compie solo in un giorno ma avviene tutti i giorni. In ogni momento della vita siamo infatti chiamati a vivere il Natale di Betlemme. Come Maria allora diciamo sì ogni giorno, facciamo spazio, apriamo il cuore e ogni volta che sapremo dare valore alla dignità di ogni essere umano sarà sempre Natale. Allora potremo anche noi cantare Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Dio ama. Buon Natale. (Andrea Fulco)

Patto sui richiedenti asilo, una politica incerta e per niente solidale

22 Dicembre 2023 -
Roma - Sono stati approvati da 26 su 27 Paesi della Commissione europea i cinque regolamenti sull’immigrazione e asilo, che hanno tradotto i dieci punti già indicati dalla Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen durante l’estate scorsa. Positiva è questa quasi unanimità dell’approvazione – con l’eccezione dell’Ungheria -, che segnala una comune preoccupazione a regolare il diritto d’asilo. Come positivi sono almeno due regolamenti: quello sui criteri unitari di identificazione e di creazione di una banca dati condivisa e quello su procedure unitarie di riconoscimento o revoca della protezione internazionale, che evitano derive sul piano nazionale, già presenti. I cinque regolamenti dovranno essere approvati dal Consiglio e dal Parlamento europeo, che esaminerà anche le singole norme. Nei cinque regolamenti approvati emergono, però, molte incertezze e indecisioni, che rischiano di indebolire la protezione internazionale. Anzitutto non si è fatto riferimento a un uso regolare della protezione temporanea, ripresa con la crisi ucraina e l’arrivo in Europa di almeno 5 milioni di ucraini. Al tempo stesso, non si fa cenno ai migranti ambientali, il cui numero è sempre più in crescita e la cui tutela e protezione internazionale è debole nel contesto europeo o lasciata a permessi di protezione speciale. L’accelerazione dei tempi del riconoscimento di un titolo di protezione internazionale (asilo, protezione sussidiaria o speciale/umanitaria) e la semplificazione delle procedure possono essere positive se non diventano strumenti per una non considerazione attenta della storia personale – il diritto d’asilo è un diritto personale – e una tutela puntuale dei diritti delle persone migranti. Rimane, poi, in vigore, il regolamento di Dublino: pertanto, non si rafforza il sistema solidale di accoglienza, ma rimane volontario, tranne che nei momenti di crisi, con la possibilità solo di pagare una quota economica (20.000 euro per ogni migrante) in sostituzione delle quote assegnate. L’indicazione, inoltre, di un possibile “Paese terzo sicuro” in cui inviare i migranti che non hanno un titolo di protezione internazionale, apre la strada al rinnovo di accordi – come quello con la Libia e la Turchia già in essere  - o ad aprire quelli annunciati dall’Italia con la Tunisia e l’Albania, dove la tutela dei diritti fondamentali delle persone sono fortemente a rischio, come dimostra anche la drammatica cronaca recente sulla situazione dei migranti nei campi libici. Dal Patto europeo sui migranti e rifugiati, che sarà consegnato all’approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo, emerge un’Europa unita, ma incerta sulla politica dell’asilo, un’Europa meno solidale: un’Europa che si prepara alle prossime elezioni europee con un volto più sicuritario e meno democratico. (mons. Gian Carlo Perego - Presidente Cemi e Fondazione Migrantes - Famiglia Cristiana)

Francesca Saverio Cabrini: oggi si festeggia la patrona dei migranti

22 Dicembre 2023 - Milano - Sono tanti i motivi che spingono gli esseri umani a migrare, ma per tutti il motore principale è sempre la speranza, la tensione verso un futuro migliore. Ecco perché la Chiesa, testimone di una speranza che può cambiare la storia, è chiamata in prima linea ad accompagnare chi lascia la propria terra. Una missione che santa Francesca Saverio Cabrini fece propria fino in fondo, facendosi portatrice del Vangelo in mezzo agli emigrati italiani in America. Ecco perché oggi è la patrona di tutti i migranti. Nata a Sant'Angelo Lodigiano (Lodi) il 15 luglio 1850, Francesca era rimasta orfana e aveva desiderato di entrare in convento, ma la sua salute malferma non glielo permise. Maestra diplomata, accettò la proposta del parroco di prendersi cura dell'orfanotrofio di Codogno, curando però il sogno di potersi dedicare alla missione sull'esempio di Francesco Saverio. Il vescovo di Lodi le propose di fondare una congregazione missionaria e così nel 1880 nascevano le Missionarie del Sacro Cuore di Gesù. Fu Leone XIII, poi, a suggerire alla Cabrini di seguire la via dei migranti italiani verso l'America. Nel 1889 partiva verso il Nuovo Continente, dove creò 67 opere tra asili, scuole, collegi, ospedali, orfanotrofi, laboratori. Morì a Chicago nel 1917 e il suo corpo fu traslato a New York. È santa dal 1946. (Matteo Liut)

Più di 11 milioni di euro per sostenere donne, bambini e poveri

21 Dicembre 2023 -
Roma - Sanità, educazione, promozione sociale con una particolare attenzione alle donne, ai bambini e alle persone con disabilità. Sono questi gli ambiti principali dei progetti approvati dal Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli nelle settimane scorse . Si tratta di 53 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 11.088.174 dai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, così suddivisi: € 6.991.622 per 27 interventi in Africa, € 1.755.898 per 12 interventi in America Latina; € 1.476.177 per 9 interventi in Asia, € 543.065 per 4 interventi in Medio Oriente e € 1.321.412 per 1 intervento in Europa. Tra i progetti più significativi, otto saranno realizzati in Africa: In Burkina Faso, le figlie di San Camillo, che nella città di Ouagadougou gestiscono il centro medico “Saint Camille” (nel 2022 ha erogato 60mila visite ambulatoriali, 1.132 parti, 8600 ecografie, 30.000 esami di laboratorio), costruiranno ed equipaggeranno un nuovo reparto di radiologia. In Madagascar le suore francescane di Maria, per migliorare il servizio offerto dall’ospedale Policlinico San Francesco di Assisi, acquisteranno nuovi dispositivi sanitari per il blocco operatorio. In Cameroun, la diocesi di Edea amplierà l’offerta formativa professionale e tecnica rivolta ai giovani del villaggio di Mogong: per loro saranno costruiti un dormitorio e un laboratorio d’informatica e verrà avviata un’attività di piscicoltura. A Capo Verde, la diocesi di Santiago de Cabo Verde realizzerà un Centro educativo per prevenire l’abbandono familiare e scolastico di bambini e giovani che abitano nella Baia de Alcatraz, quartiere di São Domingos, zona periferica, altamente popolata con un alto tasso di povertà e di abbandono scolastico (aumentato nel 2022-23 del 17,7%). In Sud Sudan, a Maker Kuei, nella diocesi di Rumbek, le suore dell’Istituto della Beata Vergine Maria (conosciute come le Dame Inglesi) intendono sostenere e promuovere l’accesso delle ragazze ad un’istruzione di qualità. Nella Repubblica Democratica del Congo, le Suore Oblate delle Assunzione costruiranno un Centro per accogliere gli orfani di Beni in un ambiente sicuro e protetto, fornendo loro assistenza di base e educazione. In Tanzania, “L’Africa Chiama ODV” supporterà i bambini disabili della regione di Iringa, potenziando l’accesso ai servizi sanitari e riabilitativi, attraverso la diffusione di un sistema di prevenzione e diagnosi precoce a livello regionale e la partecipazione attiva delle famiglie. In Etiopia, C.V.M (Comunità Volontari per il Mondo) migliorerà l’accesso alle fonti di acqua pulita per le strutture igienico-sanitarle di base nei distretti di Besketo, Semen Ari-e-Geze-Gola e sensibilizzerà le comunità sull’importanza delle pratiche igienico-sanitarie per ridurre il rischio di trasmissione di malattie. Sono previsti interventi di costruzione o riabilitazione di sistemi idrici, di formazione, di sviluppo di piccole cooperative e di nuove attività generatrici di reddito. Dei 12 progetti finanziati nel Continente latino-americano, grande rilevanza assume quello promosso in Brasile dalla diocesi di Paraiba che, nel quartiere di Taquara, costruirà il Centro sociale Sao Jose per dare ai giovani la possibilità di frequentare corsi professionali; il tutto per contrastare fenomeni come il disagio sociale, il traffico di droga e la prostituzione. In Colombia, a Medellin, le Suore Oblate del S. Redentore aiuteranno le donne vittime di prostituzione e tratta con strumenti di formazione finalizzati a raggiungere una autonomia personale ed economica. Il progetto si svolge in sinergia con le autorità locali e con il “Centro di Attenzione nell’Area Giuridica e Psicologica” dei Padri Francescani dell’Università di San Buenaventura e del National Learning Service (SENA). Nel Continente asiatico, uno dei progetti vedrà la luce in Bangladesh: le suore Salesiane, che da quattro anni hanno istituito un “Collegio Infermieristico” per formare 200 giovani infermieri, amplieranno la struttura del “Nursing College di Mymensingh” che ha come destinatari i più poveri e vulnerabili della comunità adivasi. In India, ad Harmoti, in Assam, la diocesi di Saint John Chrysostom of Gurgaon dei Siro-Malankaresi costruirà una nuova scuola (dotata di un ostello) che accoglierà 600 studenti, ovvero il doppio di quelli che attualmente sono ospitati in un edificio fatto di bambù, fango e lastre di metallo. 171217-103-664x373 (Foto www.chiesacattolica.it)

Viminale: da inizio anno sbarcate 153.651 persone migranti sulle coste italiane

21 Dicembre 2023 -
Roma - Sono finora 153.651 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo il dato fornito dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi 18.204 sono di nazionalità guineana (12%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (17.207, 11%), Costa d’Avorio (16.004, 10%), Bangladesh (12.122, 8%), Egitto (11.069, 7%), Siria (9.503, 6%), Burkina Faso (8.412, 6%), Pakistan (7.642, 5%), Mali (5.904, 4%), Sudan (5.830, 4%) a cui si aggiungono 41.754 persone (27%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Natale: inizio di una nuova storia

21 Dicembre 2023 - Roma - È un’immagine di estrema dolcezza che aiuta a entrare nel grande mistero del Natale. La povertà di una situazione contingente diventa l’inizio di una storia nuova per l’umanità. Pensando alla trepidazione del momento, è difficile soltanto immaginare lo stupore di Maria e Giuseppe quando persone sconosciute come i pastori accorrono in quel luogo. Chissà quanti pensieri per la loro testa! Eppure, trovano calore e accoglienza lì dove tutto sembrava perduto. Natale è anche la festa della fiducia e della speranza. Così quella immagine diventa provocazione per le coscienze: quante mangiatoie ancora nel mondo, perché non c’è posto per i poveri! Quante persone costrette a fuggire dai tanti “Erode”, che continuano a provocare violenze e guerre! Che questo Natale possa imprimere una svolta vera nel cammino dell’umanità! Auguri! (Vincenzo Corrado)

Corridoi umanitari: protocollo per far arrivare 1.500 profughi dalla Libia in tre anni

21 Dicembre 2023 - Roma - È stato firmato ieri pomeriggio il nuovo protocollo d'intesa tra ministero dell'Interno, ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), Arci, Comunità di Sant'Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) e Inmp, che permetterà a 1.500 rifugiati e persone, che necessitano di protezione internazionale, di essere evacuati dalla Libia all'Italia nell'arco di tre anni. Il nuovo protocollo segue il primo del 2021 e rinnova l'impegno già avviato dall'Italia nel 2017 che ha permesso l'arrivo di 1.400 persone nel nostro Paese, grazie a meccanismi di evacuazione o tramite i corridoi umanitari. Il progetto riguarderà persone costrette a fuggire dai loro paesi a causa di guerre e violenze che si trovano temporaneamente in Libia. Tra loro, bambini, donne vittime di tratta, persone sopravvissute alla violenza e alla tortura e persone in gravi condizioni di salute, che saranno individuate dall'Unhcr, in collaborazione con la Comunità di Sant'Egidio, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) e l'Arci. Sulle 1.500 persone che arriveranno 600 saranno trasferite in strutture del Sistema accoglienza integrazione (Sai), a carico del ministero dell'Interno mentre 900 saranno accolte dalle associazioni secondo il modello dei corridoi umanitari e distribuite in tutto il territorio nazionale: 400 dalla Comunità di Sant'Egidio, 300 dall'Arci e 200 dalla Federazione delle Chiese evangeliche.

Papa Francesco:non dimentichiamo i popoli che soffrono il male della guerra. All’udienza saluta il gruppo Mediterranea

20 Dicembre 2023 - Città del Vaticano - “Andiamo al presepe e chiediamo a Gesù la pace!”. Papa Francesco ha concluso con questo appello l’udienza generale di questa mattina in Vaticano dedicata agli ottocento anni del presepe allestito da San Francesco a Greccio nel 1223. Salutando i fedeli di lingua italiana, il Papa ha esortato a "non dimenticare la gente, i popoli che soffrono il male della guerra mare e per la guerra. La guerra è sempre e solo - ha aggiunto - una sconfitta, non dimentichiamo questo, soltanto arricchisce quelli che fabbricano le armi. Pensiamo alla Palestina, a Israele, pensiamo all’Ucraina”. Ha anche espresso la sua vicinanza alla popolazione della Cina, colpita da un “devastante terremoto”. Il Pontefice ha anche salutato il gruppo Mediterranea Saving Humans presente  all'Udienza e "che va in mare a salvare i poveretti che fuggono dalla schiavitù dell’Africa”.

Ue: accordo su migranti e richiedenti asilo

20 Dicembre 2023 - Bruxelles - Il Consiglio e il Parlamento Ue hanno raggiunto un accordo sui cinque pilastri principali del Patto sui migranti e l'asilo, che riguardano tutte le fasi della gestione dei casi: lo screening dei migranti irregolari al loro arrivo, il rilevamento dei datibiometrici, le procedure per la presentazione e la gestione delle domande di asilo, le regole per determinare quale Stato membro sia responsabile della gestione di una domanda di asilo, alla cooperazione e la solidarietà tra gli Stati membri e a come gestire le situazioni di crisi.

Mons. Moraglia incontra giovani migranti: “noi crediamo che Dio è accoglienza e si fa fratello degli uomini”

19 Dicembre 2023 -
(Foto diocesi di Venezia)

Viminale: da inizio anno sbarcate 153.621 persone migranti sulle coste italiane

19 Dicembre 2023 -
Roma - Sono 153.407 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secomdo il dato diffuso dal ministero degli Interni e aggiornato alle 8 di questa mattina. Di questi 18.204 sono di nazionalità guineana (12%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (17.156, 11%), Costa d’Avorio (16.004, 10%), Bangladesh (12.122, 8%), Egitto (11.066, 7%), Siria (9.503, 6%), Burkina Faso (8.412, 6%), Pakistan (7.642, 5%), Mali (5.904, 4%), Sudan (5.830, 4%) a cui si aggiungono 41.778 persone (27%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Fino ad oggi sono stati 17.273 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato a ieri, 18 dicembre.

Migrantes Ferrara-Comacchio: il ritiro di Avvento Natale delle comunità etniche

19 Dicembre 2023 - Ferrara - Sono stati oltre 60 i presenti in Seminario a Ferrara lo scorso 16 dicembre per il ritiro di Avvento della Migrantes diocesana guidata da don Rodrigo Akakpo. Tema, "Assumere il mistero dell'incarnazione come stile autentico nella nostra vita di cristiano", con predica di don Graziano Gavioli, Assistente interdiocesano della Migrantes di Modena-Nonantola. Prima di pranzo l'arcivescovo, mons. Gian Carlo Perego, ha presieduto la S. Messa e dopo la Celebrazione i partecipanti hanno condiviso i cibi tipici offerti dalle varie comunità, con l'accompagnamento di musiche etniche e balli. Il prossimo appuntamento promosso dalla Migrantes diocesana è in programma il 6 gennaio con la Santa Messa alle ore 17 nella Basilica di San Francesco a Ferrara. La S. Messa sarà presieduta da mons. Perego e animata dal coro liturgico multietnico di Ferrara. Per l'occasione, alla Festa si uniranno anche don Sergio Gamberoni, Direttore Migrantes di Bergamo, e con lui un centinaio di persone della sua comunità bergamasca, di passaggio a Ferrara.