Tag: Salvataggi in Mare

Mediterraneo: dal 2015 a oggi sono stati salvati in mare 175.000 migranti

19 Giugno 2025 - Con una nota congiunta resa pubblica il 18 giugno, le organizzazioni di soccorso in mare operanti nel Mediterraneo hanno dichiarato di aver salvato negli ultimi 10 anni 175.000 persone in difficoltà; e hanno chiesto un programma di soccorso a livello europeo per il Mediterraneo, finanziato dagli Stati dell'Ue. Attualmente, secondo quanto riferito, sono 21 le organizzazioni coinvolte nelle missioni di soccorso nel Mediterraneo centrale, dieci delle quali provenienti dalla Germania. Questa “flotta civile”, come viene spesso chiamata, comprende attualmente 15 navi di soccorso, sette barche a vela e quattro aerei da ricognizione. “Stiamo assumendo il ruolo che in realtà spetterebbe alle agenzie governative”, ha affermato Lisa Groß di Alarm Phone. Tuttavia, i centri di coordinamento del soccorso marittimo, in particolare quelli italiani e maltesi, si limitano a trasmettere le informazioni alla cosiddetta guardia costiera libica “in modo che possa portare le persone in Libia nei campi di tortura”, ha affermato Groß. Secondo SOS Humanity, il soccorso marittimo civile ha dovuto affrontare sempre più spesso ostacoli burocratici, procedimenti penali e confische di navi (28) almeno dal 2017. David Yambio, cofondatore di Refugees in Libya, si è espresso a tal proposito in questo modo: "Il fatto che siano passati 10 anni, caratterizzati dalla negligenza degli Stati, dalla violenza sistematica e dall'abuso di potere senza fine, è un duro promemoria del fallimento della politica migratoria europea nei confronti dell'umanità. Ha fallito in mare, sulla terraferma, dal punto di vista giuridico e morale. Abbiamo imparato che l'Europa non può perseguire i morti, quindi persegue coloro che cercano di tenerli in vita".
La richiesta di un programma di soccorso a livello europeo
Le organizzazioni hanno anche invitato l'Ue e i suoi Stati membri a ristabilire un programma di ricerca e soccorso dell'Ue per il Mediterraneo lungo le rotte di fuga, che non esiste più dalla fine dell'operazione Mare Nostrum nel 2014. A tal fine, hanno ribadito le proposte per una nuova operazione, “Mare Solidale”. Basata sulle strutture esistenti di protezione civile e di aiuto umanitario dell'Ue, questa operazione organizzerebbe la ricerca dei rifugiati in pericolo e la loro accoglienza iniziale nei paesi dell'UE in conformità con le norme del diritto del mare. “Finché non ci sarà un programma di soccorso in mare coordinato a livello europeo, migliaia di persone continueranno a morire nel tentativo di raggiungere l'Ue o rimarranno intrappolate in un orribile ciclo di violenza in Libia”, ha affermato Giulia Messmer, portavoce di Sea-Watch.

(fonte: InfoMigrants - nostra traduzione)

“Un mare di porti lontani”, una serie di proiezioni per non dimenticare la strage di Cutro

14 Febbraio 2025 - “È un delitto reprimere la speranza”. Con questa frase si conclude il docufilm Un mare di porti lontani il lavoro del regista fiorentino Marco Daffra che “smentisce i luoghi comuni sulle navi umanitarie” (Avvenire). Il film presenta le testimonianze di capitani, marinai, medici, infermieri, macchinisti, interpreti e mediatori culturali, nonché quelle del dott. Pietro Bartolo, “il medico di Lampedusa” che visitò 350mila sbarcati in 30 anni, e di Padre Bernardo Gianni, Abate di San Miniato a Monte. In occasione dell’anniversario della strage di Cutro, Marco Daffra parteciperà con la Carovana Migranti e la "Rete 26 febbraio" a un serie di proiezioni nei luoghi della commemorazione, momento centrale di un vasto tour per la penisola.
  • Lunedì 17 febbraio h 10.00. Esclusivamente per Liceo Cecioni, Cinema 4 mori, Livorno
  • Martedì 18 febbraio, h 21.00. Sede di Libera, Via Stamira n°5, Roma.
  • Mercoledì 19 febbraio, h 18.30, Club Nautico di Gaeta, Piazza Carlo III, Gaeta.
  • Giovedì 20 febbraio, h 17.00. Castello Ducale, Marigliano (Napoli). Con la Carovana Migranti.
  • Venerdì 21 febbraio, h 15.30. Sede Filcams-Cgil, Piazza Giuseppe Garibaldi n° 101, Napoli.
  • Sabato 22 febbraio, h 19.00. BiblioErica, Piazza Santini, Capaccio Scalo, Salerno.
  • Domenica 23 febbraio, h 17.00. Palazzo Spadafora, Cosenza. Con la Rete 26 febbraio.
  • Lunedì 24 febbraio, h 11.00. Liceo Gravina, Crotone. Con la Carovana Migranti e Rete 26 febbraio.
  • Lunedì 24 febbraio, h 17.00. Lega Navale, Crotone. Con la Carovana Migranti e Rete 26 febbraio.
Durante il viaggio di ritorno, altre tappe ancora:
  • Sabato 1° marzo, h 17.00. Biblioteca del Negroamaro, Guagnano (Lecce)
  • Lunedì 3 marzo, h 18.00. Casa del Popolo, Via Gioberti, Campobasso
  • Mercoledì 5 marzo, h 21.00. S.Giuseppe, via Italia 35, Falconara
  • Giovedì 6 marzo, h 09.00. Scuole, Rimini
  • Giovedì 6 marzo, h 18.30. Scouts, Rimini
  • Venerdì 7 marzo, h 09.00. Scuole, Rimini
  • Venerdì 7 marzo, h 21.30. Circolo il Botteghino, La Rotta (Pi)
Nel 2023 Marco Daffra e la sua cinepresa hanno navigato da Carrara a Siracusa per più di mille chilometri sulla nave Open Arms. Daffra è poi volato in ricognizione di naufraghi con Pilotes Volontaires. Il regista ha infine intervistato tanti protagonisti a Lampedusa, centro nevralgico degli sbarchi di migranti, come testimonia il monumento “Porta di Lampedusa – Porta d’Europa”. In 30 anni le morti di migranti accertate in Mediterraneo sono 50mila, ma in realtà sono molte di più. Per fortuna, però, molte più vite sono state salvate, un grande miracolo che continua a ripetersi ogni giorno grazie anche ai volontari che “tendono le mani ai naufraghi del Mediterraneo”, persone che il documentario di Marco Daffra permette di conoscere e di ascoltare.

Il lavoro della Guardia costiera di Lampedusa: “In mare un istante in più di attesa può decidere della vita o della morte”

7 Febbraio 2025 - «Nel mare non c’è la corsia d’emergenza, non puoi accendere le quattro frecce e aspettare, nel mare un istante in più di attesa può decidere della vita o della morte di un essere umano». Il tenente di vascello Flavio Verde, Comandante dell'Ufficio Circondariale Marittimo e Comandante della 7^ Squadriglia della Guardia costiera di Lampedusa, pronuncia queste parole senza enfasi: come le donne e gli uomini che lavorano al suo fianco, è addestrato a non mettere il sentimento davanti alla professionalità. Eppure il filo intrecciato dell’emozione e dell’orgoglio costituisce la trama preziosa del loro impegno: «Alle persone che operano nel soccorso – afferma, infatti, il tenente di vascello Verde – può capitare di non dormire o di non mangiare per un’intera giornata e più, e alla fine essere felici per avere strappato alla morte bambini, donne incinte, uomini». L'incontro con la Guardia costiera di Lampedusa era nel programma della 4 giorni sull'isola della Commissione dell’Ufficio regionale per le Migrazioni della Conferenza episcopale Siciliana, assieme al vescovo delegato, mons. Corrado Lorefice.
Una macchina rodata
Per soccorrere le migliaia di persone che ogni anno scelgono la rotta del Mediterraneo centrale è stata messa a punto una macchina i cui ingranaggi sono rodati da anni. Lampedusa del resto è più vicina all’Africa che all’Europa, le coste tunisine sono ad appena 113 chilometri, Pantelleria a 140, Malta a 176 e la Sicilia a 215. Gli equipaggi della Guardia costiera italiana che partono da Lampedusa si spingono anche nelle acque territoriali maltesi o tunisine per mettere in sicurezza donne e uomini in fuga. Per fare questo il tenente di vascello Verde può contare su un personale composto da 85 unità, sette navi delle "classi" 200 e 300 che oltre al soccorso devono garantire tutta una serie di altre attività.
Oltre i numeri
«Nel 2023 – spiega il comandante Verde – abbiamo soccorso 60mila migranti, nel 2024 sono stati 39.336 e nel primo mese di quest‘anno 2.728. Due anni fa abbiamo portato a termine 1.800 missioni, percorrendo 61.100 miglia nautiche, pari a tre volte le circonferenza della Terra. Non soccorriamo solo i migranti, ma vigiliamo su chi va per mare, dai pescatori ai diportisti. L’altro giorno, per fare un esempio, con la collaborazione dei Vigili del fuoco, abbiamo tratto in salvo un pescatore rimasto bloccato su una scogliera a 35 metri sopra il livello del mare nei pressi del Faro di Ponente. Loro si sono calati dall’alto e noi siamo intervenuti con una motovedetta. Alla fine lo abbiamo recuperato e consegnato al 118».
Il fattore umano
«Ci mettiamo in mare – prosegue il tenente Verde – dopo aver ricevuto l’allerta dal Centro operativo nazionale di Roma o dal Settore operativo regionale di Palermo, che raccolgono le segnalazioni di imbarcazioni in difficoltà. Spesso si tratta di barchini in ferro di circa 9 metri, stracarichi, che quando si fermano per un’avaria o perché è finito il carburante rischiano di affondare in poco tempo. La segnalazione può venire da un aereo di ricognizione del sistema di soccorso (Sar, Search and rescue) o anche da una nave mercantile o da un peschereccio che ha l’obbligo di prestare i primi soccorsi. A volte la segnalazione parte dal telefono satellitare di uno dei migranti: in quel caso la ricerca è più difficile, anche se cerchiamo di ricostruire le coordinate della loro posizione». «I nostri equipaggi – tiene a precisare il comandante – sono costituiti da sette persone, con un soccorritore marittimo che, quando agganciamo l’imbarcazione in difficoltà, deve essere pronto a tuffarsi per favorire il trasbordo delle persone attraverso una sorta di lettiga-salvagente. A bordo ci sono anche un medico e un infermiere del Cisom (Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta) e un mediatore culturale dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni). Sono figure fondamentali: l’equipe sanitaria tratta immediatamente i migranti raccolti e predispone il soccorso a terra, segnalando se ci sono casi particolari, emergenze o donne in stato di gravidanza; mentre il mediatore culturale riceve e fornisce indicazioni fondamentali per la riuscita dell’operazione di soccorso». Il collaudo della generosità Le motovedette sono collaudate per accogliere un centinaio di migranti accanto agli uomini e alle donne dell’equipaggio. Eppure non è raro vederle tornare in porto con molte più persone a bordo. «La legge del mare ci obbliga a salvare le vite e – osserva ancora il comandante Verde – in determinate condizioni, può accadere di doversi spingere un po' più in là. Non è solo la Guardia costiera ad agire così, ma tutte le forze armate, anche di altri paesi presenti a Lampedusa. Con tutti c’è un clima di collaborazione duraturo e forte. Al momento ci sono unità navali svedesi, danesi e lituane che, nell’ambito dell’operazione europea Frontex, partecipano all’operazione "Italy", mentre un nostra motovedetta tra qualche giorno dovrà raggiungere le acque greche». All’interno dell’imbarcazione di soccorso c’è un crocifisso: «Non è un caso se sta lì – dice il maresciallo Roberto Triolo – insieme ai giubbotti e alle cinture di salvataggio. Prima di partire per un’operazione di soccorso lo guardiamo e facciamo il segno della croce perché ci assista». (Nino Arena – Ufficio Migrantes Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela).

Mattarella: “il salvataggio di vite umane ha reso prestigio al nostro Paese”.

7 Giugno 2019 - Roma - “L’Italia è collocata dentro il mare e la sua dimensione marittima è ineliminabile. Per questo l’azione della Marina è fondamentale: è l'azione che garantisce la sicurezza del nostro Paese, dei suoi mari e delle sue coste sotto ogni profilo: la sicurezza in generale, il mantenimento della pace, la sicurezza della libertà di navigazione e dei commerci, la sicurezza delle infrastrutture, il salvataggio di vite umane - in questi anni con molta intensità - che ha reso prestigio al nostro Paese”. Lo ha detto questa mattina il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale una rappresentanza della Marina Militare per la Festa della Marina che si celebrerà a Taranto lunedì prossimo. Per il Capo dello Stato “questa azione viene svolta non soltanto nel nostro mare - il Mediterraneo - con l'operazione ‘mare sicuro’, che garantisce la sicurezza del mare avanti a noi, ma anche lontano. E anch'io sottolineo l'importanza dall’Operazione Atalanta, che ha recato al nostro Paese un grande prestigio in sede internazionale. Un saluto il presudewbte della Repubblica lo ha rivolto anche – insieme ad un “ringraziamento” - “a quella branca della Marina che è la Guardia costiera per l’opera preziosa che svolge per i nostri confini, per il nostro mare e sul nostro mare, con grande generosità”. (R.Iaria)