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Papa Francesco: continuano in streaming le celebrazioni

23 Marzo 2020 - Città del Vaticano - Fino a nuova comunicazione, la Santa Messa, celebrata a Santa Marta alle ore 7:00 ogni mattina, la preghiera dell’Angelus e le Udienze Generali di papa Francesco saranno trasmesse in diretta televisiva da Vatican Media e in streaming sul sito Vatican News e le immagini degli eventi saranno distribuite da Vatican Media ai media che ne faranno richiesta, in modo da raggiungere i fedeli di tutto il mondo. Lo si legge in una nota della Sala Stampa della Santa Sede diffusa oggi.  

Malta: rinviato il viaggio di Papa Francesco

23 Marzo 2020 - Città del Vaticano - "A causa della situazione mondiale in corso e in accordo con le Autorità e la Chiesa locale, l’annunciato Viaggio Apostolico a Malta è stato rinviato a data da definirsi". Lo dice oggi in una dichiarazione il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Il logo della visita, prevista per il 31 maggio a Malta e Gozo,  mostrava delle mani che si indirizzano verso la Croce, provenienti da una nave in balìa delle onde. Le mani rappresentano un segno di accoglienza del cristiano verso il prossimo e l’assistenza a coloro che sono in difficoltà, abbandonati al loro destino. La barca rammenta il drammatico racconto del naufragio dell’apostolo Paolo sull’isola di Malta (cfr At 27,27-44) e l’accoglienza riservata dai maltesi all’apostolo e ai naufraghi (cfr At 28,1-10), oggetto anche delle recenti udienze del mercoledì di Papa Francesco. Il motto del viaggio apostolico è “They showed us unusal kindness”. (R.Iaria)

Papa Francesco prega per chi ha difficoltà economiche a causa del coronavirus

23 Marzo 2020 - Città del Vaticano – Papa Francesco invita a pregare per coloro che a causa di questa pandemia rischiano di perdere il lavoro e che soffrono dal punto di vista economico “e questo ricade sulla famiglia. Preghiamo per chi ha questo problema”, ha detto il pontefice introducendo la messa mattutina a Casa Santa Marta. Papa Francesco, nell’omelia, si concentra sul valore della preghiera. Una preghiera che va fatta con fede, perseveranza e coraggio. Una preghiera - ha detto il Papa – che deve partire dal cuore e non solo una preghiera orale. E poi la perseveranza che va insieme alla fede perché “se si ha fede il Signore ci darà quello che chiediamo”. E ancora il coraggio di chiedere insistentemente “quasi come minacciando il Signore” come hanno fatto Mosè ed Abramo che hanno negoziato con Dio. Quindi “fede, perseveranza e coraggio. Il Signore non delude anche se a volte ci fa aspettare, prende il suo tempo ma non delude”. (R.Iaria)

Papa Francesco: “momento di preghiera” sul sagrato della basilica di San Pietro e recita del Padre Nostro con tutti i capi delle Chiese cristiane

22 Marzo 2020 - Città del Vaticano – “Alla pandemia del virus vogliamo rispondere con la pandemia della preghiera, della compassione, della tenerezza. Rimaniamo uniti. Facciamo sentire la nostra vicinanza alle persone più sole e più provate. ”. A dirlo oggi Papa Francesco al termine dell’Angelus trasmesso sui media vaticani dalla Biblioteca Apostolica vaticana. “In questi giorni di prova, mentre l’umanità trema per la minaccia della pandemia, vorrei proporre a tutti i cristiani di unire le loro voci verso il Cielo”, ha detto il papa invitando “tutti i Capi delle Chiese e i leader di tutte le Comunità cristiane, insieme a tutti i cristiani delle varie confessioni, a invocare l’Altissimo, Dio onnipotente, recitando contemporaneamente la preghiera che Gesù Nostro Signore ci ha insegnato”. “Invito dunque tutti a farlo parecchie volte al giorno, ma tutti insieme recitare il Padre Nostro mercoledì prossimo 25 marzo a mezzogiorno”. “Nel giorno in cui molti cristiani ricordano l’annuncio alla Vergine Maria dell’Incarnazione del Verbo – ha pregato il papa - possa il Signore ascoltare la preghiera unanime di tutti i suoi discepoli che si preparano a celebrare la vittoria di Cristo Risorto”. “Con questa medesima intenzione, venerdì prossimo 27 marzo, alle ore 18 – ha quindi annunciato - presiederò un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota” ed ha invitato tutti a “partecipare spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione. Ascolteremo la Parola di Dio, eleveremo la nostra supplica, adoreremo il Santissimo Sacramento, con il quale al termine darò la Benedizione Urbi et Orbi, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria”. Papa Francesco ha quindi espresso la “vicinanza ai medici;  vicinanza agli operatori sanitari, agli infermieri, alle infermiere, ai volontari; vicinanza alle autorità, che devono prendere misure dure ma per il nostro bene. Vicinanza ai poliziotti, ai soldati che per le strade cerano di mantenere sempre l’ordine, perché si compiano le cose che il Governo chiede di fare per il bene di tutti noi. E vicinanza a tutti”. (R.Iaria)  

Papa Francesco invita a pregare per i defunti e le loro famiglie

22 Marzo 2020 - Città del Vaticano – Nella IV domenica di Quaresima Papa Francesco chiede di pregare per i defunti. “In questi giorni preghiamo per i defunti, gli uomini e le donne che muoiono soli senza consolazione. Preghiamo per loro e anche per le loro famiglie che non possono accompagnarli nel trapasso”, ha detto questa mattina introducendo la celebrazione della Santa Messa celebrata dalla Cappella di Casa Santa Marta. Il pontefice ha citato, poi, nell'omelia, una frase di Sant'Agostino: “ho timore di Cristo quando passa”. Una frase che il Vescovo d’Ippona spiegava: “ho timore di non accorgermi che è Cristo e di lasciarlo passare”. “Una cosa è chiara: alla presenza di Gesù sbocciano i veri sentimenti del cuore, i veri atteggiamenti: vengono fuori. È una grazia, e per questo Agostino aveva timore di lasciarlo passare senza accorgersi che stesse passando”, ha detto. E citando il Vangelo della guarigione del cieco nato dice che “stupisce la saggezza del cieco” nel rispondere ai dottori della Legge che non capivano quando passava Dio, “erano rigidi attaccati alle loro abitudini” e se per conservare queste abitudini avessero dovuto fare una ingiustizia non sarebbe stata un problema. Un Vangelo che il Pontefice consiglia di leggere oggi più volte soffermandosi su vari passaggi per comprenderne meglio il testo e farlo proprio: “Io consiglio a tutti voi di prendere oggi il Vangelo, capitolo 9 del Vangelo di Giovanni, e leggerlo, a casa, tranquilli. Una, due volte, per capire bene cosa succede quando passa Gesù: che vengono fuori i sentimenti. Capire bene quello che Agostino ci dice: ho timore del Signore quando passa, che io non me ne accorga e non lo riconosca. E non mi converta. Non dimenticatevi: leggete oggi una, due, tre volte, tutto il tempo che voi volete, il capitolo 9 di Giovanni”.

Papa Francesco prega per le famiglie

21 Marzo 2020 -

Città del Vaticano – Papa Francesco ricorda oggi le famiglie che sono a casa in questi giorni a causa delle restrizioni dovute al contagio da Covid 19. “Oggi vorrei ricordare le famiglie che non possono uscire da casa, forse l'unico orizzonte che hanno è il balcone perché sappiano trovare il modo di comunicarsi bene e di costruire rapporti di amore nella famiglia e sappiano vincere le angosce di questo tempo insieme in famiglia”, ha detto introducendo la liturgia eucaristica a Casa Santa Marta e trasmessa dai media vaticani. Il Papa ha chiesto di pregare per la pace per le famiglie “in questa crisi, e per la creatività”. 

Nell’omelia il pontefice, commentando le letture del giorno, si è soffermato sul tema della preghiera. “Gesù ci insegna come pregare”, ha detto: l’atteggiamento del pubblicano “ci insegna come pregare, come dobbiamo avvicinarci al Signore con umiltà: pregare con l'anima nuda, senza trucco, senza travestirsi delle proprie virtù. Lui perdona tutti i peccati ma ha bisogno che io li faccia vedere i peccati, senza coprire.  Quando andiamo dal Signore un po' troppo sicuri di noi stessi cadiamo nella presunzione”. Per Papa Francesco la  strada è “abbassarsi” come ha fatto il pubblicano che ha “riconosciuto la realtà. Quando preghiamo “incominciamo ad aprirci” raccontando la “vera realtà: io sono peccatore, sono peccatrice. E’ un buon passo avanti per lasciarsi guardare dal Signore. Che Gesù ci insegni questo”, ha concluso. (R.Iaria)

Papa Francesco: “costruire una vera fratellanza tra noi”

20 Marzo 2020 - Roma - “Dovremo guardare ancora di più alle radici: i nonni, gli anziani. Costruire una vera fratellanza tra noi. Fare memoria di questa difficile esperienza vissuta tutti insieme. E andare avanti con speranza, che mai delude. Queste saranno le parole chiave per ricominciare: radici, memoria, fratellanza e speranza”. Lo dice papa Francesco in una intervista pubblicata questa mattina dal quotidiano “La Stampa” sottolineando che “da questa situazione potremo uscire solo insieme, come umanità intera”. Il Papa, nella celebrazione mattutina dalla sua residenza di Casa Santa Marta, prega e invita a pregare per i malati, per gli operatori sanitari, per i defunti e per le loro famiglie. Anche questa mattina ha pregato per i medici e le autorità. Dopo questo tempo sospeso sarà “un po’ come un dopoguerra, dice il Papa. Questo tempo di Quaresima è un “tempo di preparazione alla Pasqua, con la preghiera e il digiuno” e che ci allena a guardare con solidarietà gli altri, soprattutto coloro che soffrono. In attesa del bagliore di quella luce che illuminerà di nuovo tutto e tutti”. Dio “ci sostiene in tanti modi. Ci trasmette fortezza e vicinanza, come ha fatto con i discepoli che nella tempesta chiedevano aiuto. O quando ha dato la sua mano a Pietro che stava affogando”. Tra i drammi di questo tempo a causa del coronavirus quello di molte persone che muoiono in isolamento, senza poter vedere per l’ultima volta i familiari. “ In questi giorni – ha detto papa Francesco - mi hanno raccontato una storia che mi ha colpito e addolorato, anche perché rappresenta ciò che sta accadendo negli ospedali. Un’anziana ha capito che stava morendo e voleva congedarsi dai suoi cari: l’infermiera ha preso il telefonino e ha videochiamato la nipote, così l’anziana ha visto il viso della nipote e ha potuto andarsene con questa consolazione. È il bisogno ultimo di avere una mano che ti prenda la mano. Di un gesto di compagnia finale. E tante infermiere e infermieri accompagnano questo desiderio estremo con l’orecchio, ascoltando il dolore della solitudine, prendendo per mano. Il dolore di chi se n’è andato senza congedo diventa ferita nel cuore di chi resta”. E il papa ringrazia tutti questi infermieri e infermiere, medici e volontari che, “nonostante la stanchezza straordinaria, si chinano con pazienza e bontà di cuore per sopperire all’assenza obbligata dei familiari”. Nell’intervista, parlando poi del Piemonte (terra di origine dei suoi genitori) invita a pregare la Consolata, “con fede e fiducia”. (R.Iaria)    

Papa Francesco: pregare per i medici e le autorità “colonne che ci aiutano ad andare avanti”

20 Marzo 2020 - Città del Vaticano – Papa Francesco questa mattina ha chiesto di pregare per i medici e in particolare per i medici di Bergamo, Brescia, Cremona e per le autorità. “Ieri ho ricevuto il messaggio di un sacerdote del bergamasco che mi chiede di pregare per i medici di Bergamo Brescia Cremona che stanno al limite del lavoro, stanno dando la propria vita per salvare la vita degli altri”. E “preghiamo – ha detto il Papa . per le autorità: per loro non è facile gestire questo momento e soffrono delle incomprensione. Sia i medici o volontari e le autorità in questo momento sono colonne che ci aiutano ad andare avanti e ci difendono in questa crisi, preghiamo per loro”. Nell’omelia si è concentrato sulla prima lettura dove c’è l’invito a “tornare al Padre e ha ricordato una canzone molto famosa, 75 anni fa, tra gli italiani in Argentina: “torna papà”. E “Dio non è un giudice ma un papà”. Quel papà che ci aspetta sempre: “Torna da tuo padre, lui ti aspetta. É la tenerezza dei Dio che ci parla in Quaresima, che è il tempo di entrare in noi stessi. Tornare a Dio é tornare all’abbraccio del Padre”. E in questi giorni chi ha bisogno di confessione “parli con Dio” con verità e “chiedendo perdono per tornare alla Grazia di Dio”. “Sarebbe bello – ha concluso - che risuonasse nei nostri orecchi la parola torna dal tuo papà, ti aspetta e ti farà festa”. (R.Iaria)  

Papa Francesco: “in questa situazione inedita, in cui tutto sembra vacillare, aiutiamoci a restare saldi in ciò che conta davvero”

19 Marzo 2020 - Roma - “In questa situazione inedita, in cui tutto sembra vacillare, aiutiamoci a restare saldi in ciò che conta davvero”. Così questa sera papa Francesco introducendo, questa sera, la preghiera del Santo Rosario promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana quale momento di unità per tutto il Paese. In tutto il Paese esposizione alle finestre di un drappo bianco e una candela accesa. Il Papa ha voluto spiegare il senso della preghiera del Santo Rosario: “preghiera degli umili e dei santi che, nei suoi misteri, con Maria contemplano la vita di Gesù, volto misericordioso del Padre. E quanto bisogno abbiamo tutti di essere davvero consolati, di sentirci avvolti dalla sua presenza d’amore!” “Questa sera – ha detto il Papa - preghiamo uniti, affidandoci all’intercessione di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, Custode di ogni nostra famiglia. Anche il falegname di Nazareth ha conosciuto la precarietà e l’amarezza, la preoccupazione per il domani; ma ha saputo camminare al buio di certi momenti, lasciandosi guidare sempre senza riserve dalla volontà di Dio”. Papa Francesco prega quindi San Giuseppe: “Proteggi, Santo Custode, questo nostro Paese. Illumina i responsabili del bene comune, perché sappiano – come te – prendersi cura delle persone affidate alla loro responsabilità. Dona l’intelligenza della scienza a quanti ricercano mezzi adeguati per la salute e il bene fisico dei fratelli.  Sostieni chi si spende per i bisognosi: i volontari, gli infermieri, i medici, che sono in prima linea nel curare i malati, anche a costo della propria incolumità. Benedici, San Giuseppe, la Chiesa: a partire dai suoi ministri, rendila segno e strumento della tua luce e della tua bontà. Accompagna, San Giuseppe, le famiglie: con il tuo silenzio orante, costruisci l’armonia tra i genitori e i figli, in modo particolare i più piccoli.  Preserva gli anziani dalla solitudine: fa’ che nessuno sia lasciato nella disperazione dell’abbandono e dello scoraggiamento. Consola chi è più fragile, incoraggia chi vacilla, intercedi per i poveri. Con la Vergine Madre, supplica il Signore perché liberi il mondo da ogni forma di pandemia. Amen”. (R.I.)    

Papa Francesco introdurrà, con un video messaggio, la preghiera promossa questa sera dalla Cei

19 Marzo 2020 - Città del Vaticano - Come annunciato ieri durante l’Udienza Generale, questa sera alle ore 21.00, Papa Francesco si unirà da Santa Marta al Rosario promosso dai Vescovi italiani e introdurrà la preghiera con un messaggio. Lo anticipa il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni spiegando che il pontefice inviterà ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a “rivolgersi al Signore – dice Bruni - perché custodisca in modo speciale ogni famiglia, particolarmente gli ammalati e le persone che si stanno prendendo cura di loro”. “Questa sera preghiamo uniti, affidandoci all’intercessione di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, custode di ogni nostra famiglia. Anche il falegname di Nazareth – dirà Papa Francesco - ha conosciuto la precarietà e l’amarezza, la preoccupazione per il domani; ma ha saputo camminare al buio di certi momenti, lasciandosi guidare sempre senza riserve dalla volontà di Dio.” (R.I.)

Mattarella a papa Francesco: gli auguri nel settimo anniversario di inizio pontificato

19 Marzo 2020 - Roma - “A nome del popolo italiano desidero unirmi a quanti, nel mondo intero e nella Chiesa universale, desiderano farle giungere oggi le più sincere espressioni di affetto e vicinanza in occasione del VII anniversario dell’inizio solenne del Pontificato”. Inizia così il messaggio che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato a Papa Francesco in occasione del settimo anniversario dell’inizio del pontificato. “Tale ricorrenza – scrive Mattarella - coincide quest’anno con un periodo di speciale prova per la diffusione globale del coronavirus Covid-19. In un contesto drammaticamente segnato dalla pandemia la comunità internazionale trova nella Sua illuminante Missione Pastorale e nella Sua viva e paterna testimonianza dei più alti valori evangelici un pressante invito a riscoprire le ragioni della collaborazione e della solidarietà tra gli stati e tra i popoli, in adesione all’esigente messaggio di attenzione ai più vulnerabili che Vostra Santità propone con instancabile determinazione all’umanità tutta”. Il presidente Mattarella ricorda i “costanti appelli” del pontefice ad “abbracciare il dialogo e a rifuggire dalla ‘cultura dello scarto’ suggeriscono il cammino per affrontare le emergenze globali e perseguire uno sviluppo autenticamente integrale”. Da qui anche l’auspicio che “tale prospettiva possa essere prontamente accolta al fine di poter meglio superare la drammatica sfida dell'oggi e tracciare un luminoso cammino verso il futuro. In molteplici occasioni Ella ha manifestato la sua speciale vicinanza nei confronti dell’Italia, vicinanza confermata, anche nelle ultime ore, in occasione delle Sue recentissime visite a luoghi di culto che per secoli hanno rappresentato fonti di consolazione e di speranza. L'Italia, oggi impegnata a fronteggiare circostanze eccezionali, sa di poter guardare sempre con fiducia e gratitudine alla sollecitudine particolare del Suo primate. Con questi sentimenti, Santità – conclude il Capo dello Stato - Le rinnovo i migliori auguri per il Suo benessere personale e per la continuazione della sua altissima Missione”. (R.I.)  

Papa Francesco: l’invito alla comunione spirituale e una preghiera per i detenuti

19 Marzo 2020 - Città del Vaticano –  Papa Francesco, durante la celebrazione a Casa Santa Marta, in diretta sui media vaticani, invita a pregare in questo tempo di pandemia. E oggi lo fa per i detenuti: “loro soffrono tanto, per l’incertezza di quello che accadrà dentro il carcere, e anche pensando alle loro famiglie, come stanno, se qualcuno è malato, se manca qualcosa. Siamo vicini ai carcerati, oggi, che soffrono tanto in questo momento di incertezza e di dolore”. E parlando oggi di San Giuseppe evidenzia che egli era “giusto”, cioè “un uomo di fede, che viveva la fede”. Giuseppe è “uomo di fede”: per questo era “giusto”: “non solo perché credeva ma anche viveva questa fede”, ha detto il pontefice. Un uomo “capace di essere uomo e anche capace di parlare con Dio, di entrare nel mistero di Dio. E questa è stata la vita di Giuseppe. Vivere la sua professione, la sua vita di uomo ed entrare nel mistero. Un uomo – ha detto ancora papa Francesco - capace di parlare con il mistero, di interloquire con il mistero di Dio. Non era un sognatore. Entrava nel mistero. Con la stessa naturalità con la quale portava avanti il suo mestiere, con questa precisione del suo mestiere: lui era capace di aggiustare un angolo millimetricamente sul legno, sapeva come farlo; era capace di ribassare, di fare meno un millimetro del legno, della superficie di un legno. Giusto, era preciso. Ma anche era capace di entrare nel mistero che lui non poteva controllare. Questa è la santità di Giuseppe: portare avanti la sua vita, il suo mestiere con giustezza, con professionalità; e al momento, entrare nel mistero”. E si è chiesto: “I nostri fedeli, i nostri vescovi, i nostri sacerdoti, i nostri consacrati e consacrate, i Papi, sono capaci di entrare nel mistero? O hanno bisogno di regolarsi secondo le prescrizioni che li difendono da quello che non possono controllare?”. Quando la Chiesa “perde la possibilità di entrare nel mistero, perde la capacità di adorare. La preghiera di adorazione soltanto può darsi quando si entra nel mistero di Dio”. Entrare nel mistero per il Papa “non è sognare. Entrare nel mistero è precisamente questo: adorare. Entrare nel mistero è fare oggi quello che faremmo nel futuro, quando arriveremo alla presenza di Dio: adorare”. Al termine l’invito alla comunione spirituale e poi il momento di adorazione eucaristica. (R.Iaria)  

CEI: da Papa Francesco “parole che confortano e sostengono”

18 Marzo 2020 -
Roma - “Faccio mio l’appello dei Vescovi italiani che in questa emergenza sanitaria hanno promosso un momento di preghiera per tutto il Paese. Ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa: tutti uniti spiritualmente domani alle ore 21 nella recita del Rosario, con i Misteri della luce. Io vi accompagnerò da qui. Al volto luminoso e trasfigurato di Gesù Cristo e al suo Cuore ci conduce Maria, Madre di Dio, salute degli infermi, alla quale ci rivolgiamo con la preghiera del Rosario, sotto lo sguardo amorevole di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia e delle nostre famiglie. E gli chiediamo che custodisca in modo speciale la nostra famiglia, le nostre famiglie, in particolare gli ammalati e le persone che stanno prendendosi cura degli ammalati: i medici, gli infermieri, le infermiere, i volontari, che rischiano la vita in questo servizio”.
Queste le parole che Papa Francesco ha pronunciato questa mattina  al termine dell’udienza generale dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico e trasmessa dai media vaticani.
La Chiesa che è in Italia, nella persona dei suoi Pastori, dei sacerdoti e dei fedeli, ringrazia Papa Francesco per "questa prossimità, che diventa motivo di sostegno e d’incoraggiamento a pregare e a camminare insieme sulle strade del Vangelo", si legge in una nota della Conferenza Episcopale Italiana: "in questo momento di sofferenza per il Paese, la preghiera del Rosario di domani sera sarà invocazione e supplica alla misericordia del Padre perché ci liberi da questa pandemia".
TV2000 offrirà la possibilità di condividere la preghiera.

Papa Francesco: ritrovare i piccoli gesti concreti di vicinanza e concretezza

18 Marzo 2020 - Città del Vaticano – “In questi giorni difficili possiamo ritrovare i piccoli gesti concreti di vicinanza e concretezza verso le persone che sono a noi più vicine, una carezza ai nostri nonni, un bacio ai nostri bambini, alle persone che amiamo. Sono gesti importanti, decisivi. Se viviamo questi giorni così, non saranno sprecati”. Papa Francesco parla della situazione che oggi viviamo a causa della pandemia da coronavirus in una intervista pubblicata oggi dal quotidiano “la Repubblica”. Due giorni fa è andato a Santa Maria Maggiore e nella chiesa di San Marcello al Corso per pregare. “Ho chiesto al Signore di fermare l’epidemia: Signore, fermala con la tua mano. Ho pregato per questo”, dice aggiungendo che in questi giorni occorre “ritrovare la concretezza delle piccole cose, delle piccole attenzioni da avere verso chi ci sta vicino, famigliari, amici. Capire che nelle piccole cose c’è il nostro tesoro. Ci sono – ha aggiunto - gesti minimi, che a volte si perdono nell’anonimato della quotidianità, gesti di tenerezza, di affetto, di compassione, che tuttavia sono decisivi, importanti. Ad esempio, un piatto caldo, una carezza, un abbraccio, una telefonata”. Gesti “familiari di attenzione ai dettagli di ogni giorno che fanno sì che la vita abbia senso e che vi sia comunione e comunicazione fra noi”. Papa Francesco chiede di scoprire una nuova vicinanza ascoltandosi a vicenda nelle famiglie. Il papa si dice poi vicino a chi ha perso dei famigliari a causa del virus e a chi sta lottando in prima linea per salvare altre vite: “Sono un esempio di questa concretezza. E chiedo che tutti siano vicini a coloro che hanno perso i propri cari, cercando di accompagnarli in tutti i modi possibili”. E si dice colpito dalle parole scritte sul quotidiano da Fabio Fazio soprattutto quando scrive che è “diventato evidente che chi non paga le tasse non commette solo un reato ma un delitto: se mancano posti letto e respiratori è anche colpa sua”. E conclude che “tutti sono figli di Dio e sono guardati da Lui. Anche chi non ha ancora incontrato Dio, chi non ha il dono della fede, può trovare lì la strada, nelle cose buone in cui crede: può trovare la forza nell’amore per i propri figli, per la famiglia, per i fratelli. Uno può dire: ‘Non posso pregare perché non credo’. Ma nello stesso tempo, tuttavia, può credere nell’amore delle persone che ha intorno e lì trovare speranza”. (R.I.)  

Papa Francesco prega per i defunti e  gli operatori sanitari morti a causa del coronavirus

18 Marzo 2020 - Città del Vaticano – Papa Francesco continua a pregare in questo momento dio pandemia da coronavirus. E continua a farlo a partire dalla mattina con la celebrazione a casa Santa Marta e che da ieri conclude con un momento di adorazione eucaristica. Oggi ha chiesto di pregare per i defunti, “coloro che a causa del virus hanno perso la vita. In modo speciale vorrei che pregassimo – ha detto iniziando la celebrazione - per gli operatori sanitari che sono morti in questi giorni, hanno donato la vita nel servizio degli ammalati. Guida i miei passi secondo la Tua parola e nessuna malizia prevalga su di me”. Commentando le letture del giorno sottolinea che la Legge che Dio da al suo popolo Gesù “ha voluto portarla fino alla massima perfezione”. Il papa ha quindi parlato della vicinanza: “il Dio vicino che cammina con il suo popolo”. Speso ci allontaniamo da Dio mentre “Lui si fa vicino e noi ci allontaniamo”. “In questo momento di crisi per la pandemia questa vicinanza ci chiede di manifestarla di più, di farla vedere di più”, ha detto il papa: “vicinanza tra noi con la preghiera e con l'aiuto. Dobbiamo essere vicini perchè il nostro Dio è vicino, è il Dio della prossimità. Per questo noi non siamo persone isolate, siamo prossimi, perchè l'eredità che abbiamo ricevuto dal Signore è la prossimità. Chiediamo al Signore la grazia di essere vicini l'uno". (R.Iaria)

Papa Francesco prega per gli anziani che soffrono questo momento in modo speciale

17 Marzo 2020 - Città del Vaticano – Una preghiera dedicata agli anziani. "Oggi preghiamo per gli anziani che soffrono questo momento in modo speciale, con una solitudine interna molto grande e anche con tanta paura”, ha detto Papa Francesco questa mattina iniziando la liturgia eucaristica mattutina da Casa Santa Marta e trasmessa dai media vaticani. Il papa ha chiesto di pregare il Signore perchè sia vicino ai nostri nonni, gli dia forza. Loro ci hanno dato vita, saggezza e forza. Anche noi siamo vicini a loro con la preghiera”. Commentando il vangelo del giorno il pontefice si è soffermato sul evidenziando che “Dio non è venuto per condannare, ma per perdonare”. Dio dimentica tutti i nostri peccati quando perdoniamo. “Dio perde la memoria dei nostri peccati, ci perdona, ma ci chiede di fare lo stesso, di imparare a perdonare, di non portare la croce non feconda del rancore. Per entrare in cielo dobbiamo perdonare. Ci vuole coerenza di amore, perdonare di cuore”. E ha pregato perché il “Signore ci aiuti a non esser superbi ma magnanimi nel perdono. Perdoniamo, perchè se non perdono non sarò perdonato”. Al termine un momento di adorazione eucaristica e la benedizione conclusiva del pontefice. (R.Iaria)  

Papa Francesco: i riti della Settimana Santa si svolgeranno in assenza di fedeli e in diretta streaming

16 Marzo 2020 - Città del Vaticano - “A motivo dell’attuale emergenza sanitaria internazionale tutte le Celebrazioni Liturgiche della Settimana Santa si svolgeranno senza la presenza” dei tanti pellegrini che tradizionalmente chiedevano di partecipare ai riti. Inoltre, fino al 12 aprile le udienze generali del Papa e le recite dell’Angelus “saranno fruibili in diretta streaming sul sito ufficiale di Vatican News” e attraverso i consueti canali di diffusione delle immagini in mondovisione. Lo so legge sul sito della Prefettura della Casa Pontificia che spiega che i riti della Settimana Santa si svolgeranno in assenza di fedeli.

Papa Francesco: una preghiera per i malati e per le famiglie che sono a casa

16 Marzo 2020 - Città del Vaticano – “Continuiamo a pregare per gli ammalati. Penso alle famiglie, chiuse, i bambini non vanno a scuola, forse i genitori non possono uscire; alcuni saranno in quarantena. Che il Signore li aiuti a scoprire nuovi modi, nuove espressioni di amore, di convivenza in questa situazione nuova”. Così Papa Franceso ha iniziato la celebrazione di oggi a Casa Santa Marta in diretta sui media vaticani spiegando che questa è “un’occasione bella per ritrovare i veri affetti con una creatività nella famiglia”. Da qui la preghiera per la famiglia, perché “i rapporti nella famiglia in questo momento fioriscano sempre per il bene”. Durante l’omelia il pontefice, commentando le letture del giorno ha evidenziato un atteggiamento umano, ma non di buono spirito: lo sdegno”. “Dio ci fa capire che Lui agisce sempre nella semplicità: nella semplicità, nella casa di Nazareth, nella semplicità del lavoro di tutti i giorni, nella semplicità della preghiera … Le cose semplici. Invece, lo spirito mondano ci porta verso la vanità”.  

Papa Francesco: oggi pomeriggio preghiera a Santa Maria Maggiore

15 Marzo 2020 - Città del Vaticano - Questo pomeriggio, poco dopo le 16:00, Papa Francesco ha lasciato il Vaticano in forma privata e si è recato in visita alla Basilica di Santa Maria Maggiore, per rivolgere una preghiera alla Vergine, Salus populi Romani, la cui icona è lì custodita e venerata. A comunicarlo ai giornalisti il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. Successivamente, facendo un tratto di Via del Corso a piedi, come in pellegrinaggio, il pontefice  ha raggiunto la chiesa di San Marcello al Corso, dove si trova il Crocifisso miracoloso che nel 1522 venne portato in processione per i quartieri della città perché finisse la “Grande Peste” a Roma. "Con la sua preghiera, il Santo Padre - ha detto Bruni - ha invocato la fine della pandemia che colpisce l’Italia e il mondo, implorato la guarigione per i tanti malati, ricordato le tante vittime di questi giorni, e chiesto che i loro familiari e amici trovino consolazione e conforto. La sua intenzione si è rivolta anche agli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri, e a quanti in questi giorni, con il loro lavoro, garantiscono il funzionamento della società". (R.Iaria) Foto Vatican Media  

Papa Francesco: riscoprire e approfondire il valore della comunione che unisce tutti i membri della Chiesa

15 Marzo 2020 - Città del Vaticano - “In questi giorni Piazza San Pietro è chiusa, perciò il mio saluto si rivolge direttamente a voi che siete collegati attraverso i mezzi di comunicazione”. Per la seconda domenica consecutiva Papa Francesco recita la preghiera dell’Angelus dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico e sottolinea che in questa situazione di epidemia, “nella quale ci troviamo a vivere più o meno isolati, siamo invitati a riscoprire e approfondire il valore della comunione che unisce tutti i membri della Chiesa. Uniti a Cristo non siamo mai soli, ma formiamo un unico Corpo, di cui Lui è il Capo. È un’unione che si alimenta con la preghiera, e anche con la comunione spirituale all’Eucaristia, una pratica molto raccomandata quando non è possibile ricevere il Sacramento. Questo lo dico per tutti, specialmente per le persone che vivono sole”. Il pontefice ha, quindi, rinnovato la “vicinanza a tutti i malati e a coloro che li curano. Come pure ai tanti operatori e volontari che aiutano le persone che non possono uscire di casa, e a quanti vanno incontro ai bisogni dei più poveri e dei senza dimora”. “Grazie tante – ha poi aggiunto a braccio - per tutto lo sforzo che ognuno di voi fa per aiutare in questo momento tanto duro”: “Il Signore vi benedica, la Madonna vi custodisca”. Prima della preghiera dell’Angelus il papa ha detto che “in questo momento sta finendo a Milano la Messa che il Signor Arcivescovo celebra nel Policlinico per gli ammalati, i medici, gli infermieri, i volontari. Il Signor Arcivescovo è vicino al suo popolo e anche vicino a Dio nella preghiera. Mi viene in mente la fotografia della settimana scorsa: lui da solo sul tetto del Duomo a pregare la Madonna. Vorrei ringraziare anche tutti i sacerdoti, la creatività dei sacerdoti”. “Tante notizie mi arrivano dalla Lombardia su questa creatività. È vero – ha quindi aggiunto - la Lombardia è stata molto colpita. Sacerdoti che pensano mille modi di essere vicino al popolo, perché il popolo non si senta abbandonato; sacerdoti con lo zelo apostolico, che hanno capito bene che in tempi di pandemia non si deve fare il ‘don Abbondio’. Grazie tante a voi sacerdoti”. E commentando il Vangelo della liturgia odierna ha detto che al centro del dialogo tra Gesù e la Samaritana “c’è l’acqua. Da una parte, l’acqua come elemento essenziale, che appaga la sete del corpo e sostiene la vita. Dall’altra, l’acqua come simbolo della grazia divina, che dà la vita eterna. La promessa dell’acqua viva che Gesù ha fatto alla Samaritana è divenuta realtà nella sua Pasqua: dal suo costato trafitto sono usciti sangue ed acqua. Cristo, Agnello immolato e risorto, è la sorgente da cui scaturisce lo Spirito Santo, che rimette i peccati e rigenera a vita nuova".Come la Samaritana, “chiunque – ha detto il Papa - incontra personalmente Gesù vivo sente il bisogno di raccontarlo agli altri, così che tutti arrivino a confessare che Gesù è veramente il salvatore del mondo, come dissero poi i compaesani di quella donna. Anche noi, generati a vita nuova mediante il Battesimo, siamo chiamati a testimoniare la vita e la speranza che sono in noi”. (R.Iaria)