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Card. Bassetti: “il Mediterraneo è un appello per tutti noi a non guardare altrove, ma a incrociare lo sguardo di chi chiede aiuto”

23 Agosto 2021 - Roma - “Nel Mediterraneo sperimentiamo le fatiche dell’umanità. Quante sorelle e quanti fratelli recano in volto i segni evidenti delle sofferenze patite. È un appello per tutti noi a non guardare altrove, ma a incrociare lo sguardo di chi chiede aiuto. E ad agire di conseguenza”. Lo scrive il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale italiana, in un messaggio di saluto al Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi che si è aperto ieri e che ha ricevuto questa mattina anche la visita del vescovo cattolico di Pinerolo, mons. Derio Olivero. “Tre sono i verbi – si legge nel messaggio del card. Bassetti - che ci consentono di abitare questo tempo con fede, per ritrovare la gioia di camminare sui sentieri della vita: ascoltare, ricercare, proporre”. Sono le tre direttrici – spiega il presidente della Cei - attorno alle quali si svilupperà anche il Cammino sinodale della Chiesa cattolica che è in Italia. “La pandemia – ha scritto il presidente dei vescovi italiani - ha inciso e continua a incidere sui processi di vita, da quelli di routine a quelli più delicati e complessi” ma è questo il contesto in cui oggi le Chiese si trovano a vivere e dove sono chiamate ad “attualizzare la gioia di testimoniare il Signore risorto nella nostra società. Ce n’è tanto bisogno oggi!”. Il porporato invita a giardare  al contesto mediterraneo, dove "le confessioni cristiane stanno già facendo tanto. Da sempre la condizione diasporica delle comunità religiose è una situazione normale per chi vive attorno al bacino del Mare Nostrum: una complessa ricchezza da cui attingere per una fertile e rinnovata stagione culturale e religiosa”. Alla luce quindi degli impegni presi 20 anni fa dalle Chiese europee nella Charta Oecumenica, il cardinale disegna le vie d’azioni comuni declinate nei tre verbi. “Ascoltare – spiega - è una dimensione molto importante, perché favorisce la consapevolezza della realtà e aiuta a intuire l’azione dello Spirito che precede sempre la Chiesa. Sarà poi utile che la ricerca e lo studio sui dati raccolti siano arricchiti e illuminati dalla sapienza delle nostre tradizioni confessionali. Tanto è stato fatto! Dobbiamo riconoscerlo. Proprio questo c’incoraggia ad andare avanti con speranza e fiducia”. Infine, proporre: favorire cioè “processi innervati, ancora di più, nelle strutture delle nostre comunità, come metodo e come stile di vita”. Nel messaggio il card. Bassetti fa memoria di tutti coloro, "donne e uomini, vescovi e pastori, laici e laiche", che, appartenenti alle diverse confessioni, si sono seriamente impegnati in campo ecumenico. "Sono stati e sono pionieri coraggiosi dello Spirito. Credo che tutto questo, oggi, debba incarnarsi nei processi ordinari delle nostre realtà territoriali e vada trasmesso alle nuove generazioni". "Preghiamo tutti insieme lo Spirito - conclude Bassetti - perché guidi le nostre realtà: ci doni conoscenza reciproca, testimonianza autentica e impegno per il bene comune”.

“Mediterraneo frontiera di pace”: una preghiera mariana e la firma del documento finale da consegnare al Papa

22 Febbraio 2020 -

Bari - Il Mediterraneo rappresenta “una comune casa dei popoli”. Ala vigilia della visita di Papa Francesco a Bari per la conclusione dell’Incontro “Mediterraneo, frontiera di pace” promosso dalla Cei. Il venerabile Giorgio La Pira, negli anni della guerra fredda – scrive l’arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Franco Cacucci sulla prima pagine del quotidiano della Santa Sede “Osservatore Romano - convoco’ a Firenze i Convegni per la pace e la civiltà cristiana e poi i Colloqui mediterranei. Il punto di partenza - spiega il presule che domani accoglierà Papa Francesco - era quello dell’inadeguatezza della guerra a risolvere i conflitti e della inevitabilità del negoziato: l’unica strategia capace di governare l’epoca della decolonizzazione e della presa di coscienza della fondamentale comunanza di destino dei popoli”. Il mare sulle cui rive sono “sorte le prime civiltà in Oriente e in Occidente, è un paradigma della fratellanza universale”, aggiunge il presule , che evidenzia come il Mediterraneo “ci vede fratelli in nome di Dio. Per La Pira la radice comune per gli ebrei, i cristiani e i musulmani è Abramo. Il Mediterraneo, quindi, è il ‘grande lago di Tiberiade’”.

Nel pomeriggio di oggi l’evento “Sulla stessa barca” che ha chiuso il meeting dei vescovi del Mediterraneo, i quali nella giornata di oggi hanno firmato in documento finale che sarà consegnato domani a Papa Francesco. Un documento che è stato  deciso di non rendere pubblico  e che raccoglie sensibilità diverse su numerosi temi come quello dei migranti

Il Mediterraneo – ha detto il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti intervenendo all'evento del Petruzzelli alla presenza di molti vescovi e del presidente del parlamento Europeo, Davide Sassoli - torni ad essere una frontiera di pace e i popoli che abitano sulle rive del Mediterraneo non siano più rivali inteso come nemici, ma gli abitanti delle rive che stanno di fronte, quindi amici”. E in serata una preghiera mariana per la pace nella cattedrale di Bari. Durante la preghiera i 58 vescovi cattolici in rappresentanza dei 20 Paesi del Mediterraneo renderanno omaggio alla Madonna Odegitria, molto venerata in Puglia ma cara anche alle Chiese d’Oriente. (Raffaele Iaria)

CEI: Chiese del Mediterraneo a Bari con Papa Francesco a febbraio

26 Settembre 2019 - Roma - Nel corso dei lavori del Consiglio Permanente della CEI che si sono riuniti a Roma questa settimana,  sono stati offerti e approfonditi contenuti e modalità dell’Incontro di riflessione e spiritualità per la pace nel Mediterraneo (Bari, 19–23 febbraio 2020). L’evento – dalla forte valenza simbolica – riunisce insieme con Papa Francesco un’ottantina di rappresentanti delle Chiese dei 19 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo; intende essere, innanzitutto, “un momento di fraternità fra i Vescovi in comunione con il Successore di Pietro”, si legge nel comunicato. Nel dibattito che ne ha arricchito la presentazione, è stata sottolineata “l’importanza di guardare al Mediterraneo con l’attenzione all’aspetto ecumenico e inter-religioso, ai migranti e alle opportunità di natura economica. La realizzazione dell’incontro impegna a recuperare le radici culturali che hanno innervato la storia del Mare Nostrum e dell’Europa. Ne nasce la responsabilità di uno sguardo profetico, che aiuti le Chiese a trovare le vie per rinnovare la loro missione evangelizzatrice, nonché per osare la pace e fondarla sul diritto, la giustizia sociale, la riconciliazione, la salvaguardia del creato” Si tratta – è stato evidenziato – di “riproporre insieme la profezia dei cristiani del Mediterraneo, individuando le vie con cui accogliere l’altro con la sua tradizione religiosa, alimentare una convivenza che si traduca in fraternità, testimoniare come le religioni possano costruire unità, rispetto a ogni prospettiva o tentazione di scontro di civiltà”.