Tag: Italiani nel mondo

“Presenza italiana in Perù”, una mostra di acquerelli

31 Agosto 2021 - Lima - L’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura a Lima, in Perù, hanno organizzato una mostra di acquerelli dal titolo “Presenza italiana in Perù”. Dieci edifici rappresentativi della presenza italiana nel paese sudamericano sono protagonisti dell’evento culturale, allestito al Parque Tamayo, a San Isidro. Un’iniziativa realizzata, in collaborazione con la Municipalidad de San Isidro, in occasione del Bicentenario dell’Indipendenza del Perù. L'autore delle opere esposte è l'artista italo-peruviano José Luis Vértiz, che ha vissuto oltre 20 anni a Roma ed attualmente risiede in Perù. La mostra - inaugurata lo scorso 13 agosto - rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 12 settembre.

Tanzania: l’ambasciatore Lombardi incontra enti della società civile

31 Agosto 2021 - Roma - L'Ambasciatore d'Italia in Tanzania, Marco Lombardi, ha incontro nei giorni scorsi, i rappresentanti delle organizzazioni della società civile e delle opere missionarie italiane operanti nel Paese. Il primo incontro si è svolto con la Presidente de ‘L’Africa Chiama’, Anita Manti, con la quale ha fatto il punto sull’importante attività svolta nella regione Iringa per quanto riguarda il sostegno ai bambini portatori di handicap e alla loro inclusione nelle comunità locali. Lombardi ha tenuto a sottolineare, come l’Italia, in questo settore, sia all’avanguardia a livello mondiale. Successivamente, l’ambasciatore Lombardi ha ricevuto Giovanna De Meneghi, Partnerships and Advocacy Manager del CUAMM, con la quale ha discusso del sostegno da parte dell’Ambasciata alle iniziative svolte dalla stessa organizzazione in Tanzania in campo sanitario con particolare riferimento al contrasto del Covid-19. L’Ambasciatore ha preso parte alle celebrazioni per i 100 anni dell’Ordine dei Cappuccini in Tanzania. Alla presenza dell'arcivescovo di Dar es Salaam, mons. Ruwa’ichi, anch’egli Cappuccino, Lombardi ha tenuto a ringraziare i missionari italiani il cui apporto allo sviluppo della Tanzania è innegabile e perché, grazie al loro straordinario lavoro, contribuiscono a rendere così rispettata l’Italia in questo Paese. Con tutti i suoi interlocutori informa una nota - l’ambasciatore Lombardi ha sottolineato la necessità di un ulteriore rafforzamento della nostra presenza in questo Paese che, con i suoi robusti tassi di sviluppo, un’età media di 18 anni, un livello di scolarizzazione in costante crescita, è in grado di fornire ottime opportunità al Sistema Italia.

Bellunesi nel Mondo: ricordata ieri la tragedia di Mattmark

30 Agosto 2021 - Belluno - “C’era fretta di completare questa diga. Qualcuno sapeva cosa stava succedendo. Dal mio paese, Sospirolo, eravamo in trenta. Tra di noi ha perso la vita Casal”. “Ho fatto trent’anni di lavoro in Svizzera, di questi sei a Mattmark a costruire quella maledetta diga. Tutte le vittime di questa tragedia erano miei amici. Un’amicizia particolare quella che si costruisce nei cantieri. Per questo il dolore per la morte dei miei compagni è ancora forte. Inoltre noi operai per l’azienda non eravamo niente. Contava solo il guadagno”. “Mio padre Angelo Bressan ha lavorato a Mattmark all’età di diciassette anni, assieme ad altri suoi due fratelli e a mio nonno. Fortunatamente tutti e quattro si sono salvati, perché in quel momento non erano presenti nel cantiere. Mio nonno però era ricoverato all’ospedale di Berna per una controllo e, quando venne a sapere della tragedia – pensando che i suoi figli fossero periti – gli venne una paralisi permanente. Aveva solo cinquantadue anni. Questa catastrofe ha segnato tutta la nostra famiglia. Dall’inizio alla fine”. Sono le testimonianze portate rispettivamente da Lovat, Da Deppo e Bressan. Superstiti e parenti che hanno subito in prima persona l’immane tragedia di Mattmark commemorata ieri mattina, nel 56° anniversario, a Mas di Sedico. E a ricordare i nomi delle vittime bellunesi è stato il presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo, Oscar De Bona: “Fiorenzo Ciotti, Pietro Lesana e Enzo Tabacchi di Pieve di Cadore; Giovanni Baracco, Leo Coffen, Igino Fedon, Ilio Pinazza e Rubelio Pinazza di Domegge di Cadore; Arrigo De Michiel di Lorenzago di Cadore e Silvio Da Rin di Vigo di Cadore; Celestino Da Rech, Giovanni Zasio e Mario Fabbiane di Sedico; Giancarlo Acquis di Belluno; Aldo Casal di Sospirolo; Lino D’Ambros di Seren del Grappa; Virginio Dal Borgo di Pieve d’Alpago». 88 lavoratori, di cui 56 italiani, morirono a Mattmark (Vallese, Svizzera) sotto l’implacabile massa di ghiaccio, roccia e fango in quell’infausta giornata del 30 agosto 1965. In pochi istanti si consumava un dramma, che ha ferito profondamente la terra bellunese – veneta e italiana – e che è doveroso non dimenticare, tragico esempio delle sofferenze che hanno segnato la storia della nostra emigrazione. Una commemorazione organizzata dall’Associazione Bellunesi nel Mondo e dalla Famiglia ex emigranti “Monte Pizzocco”, con il patrocino dei Comuni di Cesiomaggiore, San Gregorio nelle Alpi, Santa Giustina, Sedico e Sospirolo. E anche dalle autorità presenti sono giunti messaggi di ringraziamento, rispetto e giustizia. “Siete in tanti presenti oggi – le parole del sindaco di Sedico, Stefano Deon – ed è un bel messaggio per una giornata così importante, in cui ricordiamo una delle tragedie più immani che ha coinvolto persone che erano andate all’estero a lavorare e vi hanno trovato la morte. Senza un ricordo non c’è un domani. Gli anni passano però i problemi restano, soprattutto sulla sicurezza nel lavoro”. “Il messaggio che voglio dare in occasione di questa commemorazione – ha detto il sindaco di Sospirolo, Mario De Bon – è che tutti noi dobbiamo impegnarci affinché queste tragedie non accadano più facendo rispettare le regole sul lavoro, sia da parte dei lavoratori, sia da parte dei datori di lavoro. È il miglior ricordo che possiamo portare di queste 88 vittime”. Parole di vicinanza sono giunte anche dai sindaci di Domegge di Cadore e dell’Apago, oltre che dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, tramite il consigliere regionale Giovanni Puppato. Non è mancato il pensiero del presidente delle Famiglia ex emigranti “Monte Pizzocco”, Marco Perot: “Ringrazio per la loro presenza i superstiti e i famigliari di questa tragedia sul lavoro. Il nostro impegno è ricordare e lo faremo fino a quando le nostre forze ce lo permetteranno. Il mio augurio è che poi, le nuove generazioni, possano portare avanti questo testimone della memoria e del ricordo del sacrificio dei nostri emigranti”. A conclusione della commemorazione il parroco di Mas di Sedico, don Francesco Tedesco – assieme al delegato diocesano della Migrantes Francesco D’Alfonso – ha benedetto la corona d’alloro deposta davanti al monumento dei caduti sul lavoro e in emigrazione.  

Italiani in Svizzera: il museo di Losanna ripercorre 150 anni di presenza

24 Agosto 2021 -
Roma - “Losanna, Svizzera”: è il titolo della mostra che fino al 9 gennaio 2022 presenta la storia di un secolo e mezzo di presenza italiana nel capoluogo vodese. Ne dà notizia la Televisione svizzera di lingua italiana. “Dal loro arrivo in Svizzera alla fine del XIX secolo per scavare le nostre gallerie transalpine fino ad oggi, gli italiani hanno avuto una notevole influenza sul nostro modo di vivere. In 150 anni, l’italianità si è diffusa in tutti gli strati della società svizzera attraverso il cibo, la musica, il cinema, la vita sociale, lo sport, il patrimonio e la lingua”, hanno spiegato i responsabili del Museo di storia di Losanna. La mostra è “anche un modo per rendere omaggio a coloro il cui duro lavoro ha contribuito alla folgorante prosperità” della Svizzera. Inizialmente furono, come detto, i grandi lavori per scavare le gallerie attraverso le Alpi che attirarono manodopera italiana (soprattutto da Piemonte e Lombardia). A Losanna, la modernità aveva anche bisogno di braccia per disegnare il nuovo volto della città, le sue strade e i suoi ponti. “Se i ponti e le case della regione potessero parlare, lo farebbero in italiano”, ha sottolineato un operaio edile in pensione. Sul tema  anche un libro con fotografie che raccoglie una ventina di testimonianze di emigrati italiani di prima e seconda generazione.

Mci di Ludwigsburg: creare un gruppo di lavoro per supportare attività concrete di ricostruzione dopo l’alluvione

17 Agosto 2021 -

Ludwigsburg - La comunità cattolica italiana "Giovanni Battista Scalabrini" di Ludwigsburg ha vissuto molto intensamente la solidarietà e la vicinanza con le zone alluvionate del nord Germania. Le notizie e le terribili immagini, giunte da varie fonti, sono diventate subito motivo di preghiera. Nella domenica successiva, durante la Santa Messa abbiamo pregato per i defunti della tragedia e per le loro famiglie; la vice presidente del Consiglio Pastorale ha annunciato la volontà di una raccolta fondi a sostegno, supportando il lavoro della Caritas locale. Un’altra iniziativa è stata quella di lavorare in rete con una radio locale che coordinava la raccolta di coperte, acqua, generi alimentari e materiale di igiene. Abbiamo poi provato a mettere le mani in pasta e realizzare biscotti alle mandorle venduti dopo la Santa Messa di sabato 7 e domenica 8 agosto. Ultimo “sogno”: quello di creare un gruppo di lavoro con volontari per supportare attività concrete di ricostruzione, nel mese di settembre. (Sr. Giuliana M. Bosini)

Marcinelle: la giornata e il ricordo dell’unico sopravvissuto vivente

8 Agosto 2021 - Roma - 262 morti, 136 italiani. E’ il bilancio della tragedia che ha colpito 65 anni fa l’ex miniera di Marcinelle, in Belgio. E’ l’8 agosto 1956. Ogni anno in questa data, dal 2001, anche il ricordo dei lavoratori italiani nel mondo con la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, istituita per celebrare, ricordare e onorare i tanti lavoratori italiani e il contributo economico, sociale e culturale delle loro opere. E anche questa mattina, alle 8,05, ora della tragedia, la benedizione a Marcinelle, della Campana “Maria Mater Orphanorum” e duecentosessantadue rintocchi della stessa in memoria delle vittime seguita da discorsi ufficiali, la deposizione di fiori dalle Associazioni di ex minatori presso il Monumento “Alle Vittime” e la visita al cimitero di Marcinelle dove si è svolto un momento di raccoglimento e deposizione  di fiori presso i monumenti  “Ai Minatori”  e  “Sacrificio dei Minatori Italiani”. Ieri sera l’inizio delle commemorazioni una celebrazione eucaristica presso il sito del Bois du Cazier  presieduta da padre Daniel Procureur, decano della regione di Charleroi ."In varie città italiane diverse iniziative per ricordare le vittime della tragedia mineraria di Marcinelle. Una tragedia che listò a lutto come ricorda lo storico Toni Ricciardi nel volume “Marcinelle, 1956. Quando la vita valeva meno del carbone” (Donzelli), più di un terzo delle province italiane, ben 32 tra Nord e Sud. Tra i tanti borghi colpiti, Manoppello (Pescara), che contava appena settemila abitanti e che proprio in Belgio aveva esportato, a partire dal 1946, 325 uomini: quel giorno morirono in 23. E ogni giorno a ricordali è l’unico sopravvissuto, oggi 86enne: Urbano Ciacci, matricola 709 che porta ben visibile sul petto. E ad ogni manifestazione è li, davanti a quella miniera, con una lampada sempre accesa legata alla sua cintura, un caschetto con un piccolo lume, la camicia  e il pantalone del minatore: “li conoscevo tutti e non posso dimenticarli”, ci dice commosso. Luì, originario di Fano, scampò a quella tragedia perché in Italia per sposarsi. Seppe dello scoppio e della morte dei suoi compagni la mattina successiva alla stazione di Milano: insieme alla moglie stava prendendo il treno per fare ritorno in Belgio e seppe la notizia leggendo il giornale: “non ho detto nulla a mia moglie altrimenti lei non sarebbe salita su quel treno”, ci dice raccontandoci di aver lavorato in miniera dal 1954 ai primi anni ottanta. In Belgio è arrivato all’età di 18 anni compiuti ed ha subito lavorato a Marcinelle a oltre 1000 metri di profondità insieme “ai miei compagni che sono morti e ogni giorno vengo a trovare e salutare uno per uno. Lo devo alla loro amicizia”. Ogni mattina prima di andare al lavoro – ci racconta ancora al telefono Urbano invitandoci a visitare il museo nato in quella miniera – davo un bacio ai miei figli. Mi chiedevano il perché, e io rispondevo: non so se ci rivedremo stasera”. (Raffaele Iaria)  

Marcinelle: per Di Maio “resta fortemente impresso nella memoria collettiva dei popoli italiano e belga

8 Agosto 2021 - Roma – “Il sacrificio di Marcinelle resta fortemente impresso nella memoria collettiva dei popoli italiano e belga, e anche dell’Europa tutta, considerate anche le diverse nazionalità delle vittime dell’incidente minerario”. Lo scrive oggi, in un messaggio, il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in occasione del 65° anniversario della tragedia mineraria di Marcinelle, nella quale l’8 agosto del 1956 persero la vita 262 minatori, di cui ben 136 erano cittadini italiani. Il 2021 – ricorda Di Maio – segna anche il 75° anniversario dell’accordo “uomini contro carbone”, siglato nel 1946 tra l’allora neonata Repubblica Italiana e lo Stato Belga. Come ricorda, con “forte impatto, il nome stesso con il quale questo accordo è passato alla storia, si tratta di un’intesa in base alla quale il Belgio si impegnava a cedere all’Italia carbone in cambio di manodopera italiana da impiegare nelle miniere belghe, garantendo così la forza lavoro necessaria. La stessa forza lavoro vittima della tragedia che oggi commemoriamo”. E rivolgendosi al popolo belga il capo della Farnesina esprime vicinanza per la recente alluvione che ha causato 36 vittime:  “una tragedia diversa, ma pur sempre un disastro inaspettato, cui l’Italia con altri Paesi europei ha risposto attraverso aiuti della Protezione Civile, e che ci induce a riflettere sulle conseguenze del nostro comportamento sull’ambiente, la grande scommessa del futuro, così come la ricerca del lavoro era la scommessa del popolo italiano uscito dal Secondo conflitto mondiale”. Per Di Maio il ricordo di Marcinelle è “così sentito e attuale perché rappresenta l’emblema delle conquiste sociali dei lavoratori italiani, così come di quelli europei e di tutto il mondo. La promozione di un lavoro equo, tutelato e sostenibile deve essere oggi più che mai al centro della nostra risposta alle gravi conseguenze economiche e sociali determinate dalla pandemia da COVID-19, risposta che viene fornita dai vari Piani di rilancio nazionali adottati sulla base dei fondi europei, grazie allo sforzo congiunto dei 7 Stati membri che hanno deciso di affrontare uniti l’emergenza globale”. Il sacrificio di quanti, in Italia e all’estero, a Marcinelle o altrove nel mondo, hanno perso la vita “intenti nello svolgere la loro professione o impegnati nelle attività di volontariato e di sostegno, in ogni epoca storica – prosegue il ministro degli esteri italiano -  e quindi anche e con più forza oggi che siamo alle prese con gli effetti di una devastante pandemia, non sarà stato vano se, proprio in questa fase di ripresa, saremo capaci di trasformare le nostre economie e creare opportunità e posti di lavoro per un’Italia e per un’Europa di cui vogliamo sentirci davvero partecipi e orgogliosamente cittadini. Da sempre, il valore del lavoro è stato esaltato da tutti gli italiani che sono emigrati e continuano ad espatriare alla ricerca di nuove e migliori occasioni: per questo, tale altissimo valore costituzionale merita di essere celebrato ogni giorno dalle istituzioni, italiane ed europee, attraverso la garanzia delle giuste tutele e dei giusti riconoscimenti per tutti, tanto a livello economico, che sociale e personale”. Di Maio poi rivolge un pensiero a tutti i familiari delle vittime di Marcinelle, ai familiari di tutte le vittime italiane cadute sul lavoro, ai cari di quanti hanno reso onore all’immagine dell’Italia nel mondo con “il loro impegno e con il loro sacrificio, e continuano quotidianamente a farlo: a tutti costoro rivolgo il mio profondo rispetto, la mia gratitudine e un genuino senso di compartecipazione e vicinanza”.

Marcinelle: il ricordo del Capo dello Stato, Sergio Mattarella

8 Agosto 2021 - Roma – “Desidero rendere omaggio al sacrificio di 262 minatori, tra cui 136 italiani, che sessantacinque anni or sono persero la vita nella tragedia di Marcinelle". Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto rivolgere un messaggio in occasione del 65° anniversario della tragedia di Marcinelle e della 20ª Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. Il Capo dello Stato ricorda l’8 agosto 1956 con la tragedia che colpì particolarmente l’Italia: da qui “tragici eventi” l'Europa ha “appreso l'importante lezione di dover porre diritti e tutele al centro del processo di integrazione continentale. Oggi – scrive Mattarella - viviamo una nuova fase di ripresa e ripartenza. L'Unione Europea - edificata sulla base di valori condivisi e di norme e istituzioni comuni - ha saputo trovare in sé energie per aiutare i popoli degli Stati membri nel difficoltoso cammino di uscita dalla pandemia. Gli ambiziosi traguardi che ci siamo prefissati nei piani di rilancio e resilienza non potranno essere raggiunti senza un responsabile sforzo, individuale e collettivo. Quella responsabilità esercitata dai tanti lavoratori italiani che hanno percorso le vie del mondo”. Il pensiero “rispettoso” e di “vicinanza” di Mattarella, in questo giorno, va  “innanzitutto ai familiari di quanti hanno perso la vita sul luogo di lavoro, emblematicamente rappresentati dai parenti delle vittime di Marcinelle” e si augura che questo messaggio raggiunga tutti gli italiani che vivono all’estero  per “ragioni professionali, con sentimenti di viva riconoscenza per il loro contributo e il loro impegno”. (Raffaele Iaria)    

Migrantes ricorda la tragedia di Marcinelle

7 Agosto 2021 - Roma -L’8 agosto 1956 a Marcinelle, in Belgio, un incendio sviluppatosi all’interno della miniera del “Bois du Cazier” uccise 262 minatori di ben dodici nazionalità diverse, tra cui 136 italiani. La miniera di Marcinelle è comunemente riconosciuta come la tragedia legata all’emigrazione italiana. In realtà non fu né la prima né l’ultima, ma è oggi simbolo indiscusso della memoria collettiva italiana per tutti i connazionali morti sul lavoro. Nel 2001, l’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha istituito la Giornata Nazionale del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo che si celebra l’8 agosto per ricordare e onorare i tanti italiani che hanno perso la vita lavorando fuori dei confini nazionali. Il 65° anniversario, che ricorre quest’anno, diventa – spiega la Fondazione Migrantes in una nota - l’occasione per rivolgere lo sguardo a una storia che non va dimenticata. Il ricordo e la memoria devono fare da sprone per il costante miglioramento del presente. Come evidenziato dal Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, la mobilità italiana continua a crescere. Negli ultimi 15 anni il dato si attesta a +76%. Tra chi parte oggi, ben il 40% ha tra i 18 e i 34 anni. Si tratta di giovani alla ricerca di una realizzazione attraverso un’occupazione giusta e strutturale, la cui mancanza è un problema endemico della realtà giovanile italiana. Quando si parla di lavoro, però, non si può non parlare di giustizia e sicurezza sociale per i lavoratori che devono essere accompagnati dalle Istituzioni, sia in Italia che all’estero. Il lavoratore – aggiunge la Migrantes – merita luoghi di lavoro sicuri, trattamenti adeguati e tutele al passo con i tempi. La pandemia sta facendo toccare con mano quanto il mondo del lavoro sia in fermento, quanto velocemente esso possa cambiare con la digitalizzazione e telematizzazione. Ma ci sono altresì settori più tradizionali, dove il rischio continua ad essere alto, come dimostrano i circa 650 mila infortuni che si registrano in Italia ogni anno. A 975 metri di profondità, 65 anni fa, quell'incendio causò lutto e dolore per 262 famiglie: la tragedia rivive attraverso i ricordi dei protagonisti di quei fatti, ogni anno sempre meno numerosi a causa dell’inesorabile trascorrere del tempo. Occorre costruire una memoria collettiva all’altezza di quella tragedia, per non dimenticare aspetti che assomigliano alle tristi pagine attuali di cronaca delle migrazioni. La mobilità umana di oggi, economica e non, ricorda a tutti quanto per l’uomo il movimento sia connaturato all’esistenza felice. Per gli italiani, in particolare, mobilità significa non riscoprirsi migranti, ma trovarsi di fronte a un elemento nazionale strutturale, identitario e complesso.

65mo della tragedia di Marcinelle: domenica alle 12 a Civitavecchia il suono delle sirene delle navi in sosta nel porto

6 Agosto 2021 - Civitavecchia – Domenica ricorre la Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, istituita dalla presidenza della Repubblica nel 2001 per celebrare, ricordare e onorare i tanti lavoratori italiani e il contributo economico, sociale e culturale delle loro opere, in occasione dell’anniversario della tragedia di Marcinelle. L’8 agosto 1956 nella miniera del Bois du Cazier, in Belgio, un incendio causò la morte di 262 minatori, di cui 136 italiani. La miniera di Marcinelle è diventata un simbolo e un santuario della memoria per tutti gli emigranti italiani che hanno perso la vita sul lavoro. La giornata onora quindi la memoria degli emigranti italiani di ogni paese e regione che, alla ricerca di un futuro migliore per sé e per la propria famiglia, hanno affrontato grandi sacrifici e difficoltà. La capitaneria di porto di Civitavecchia, accogliendo con favore l’invito della prefettura di Roma, commemorerà la giornata attraverso il suono delle sirene delle navi in sosta nel porto che, alle 12 di domenica 8 agosto, si uniranno simbolicamente in ricordo delle vittime di quella immane tragedia.

65mo della tragedia di Marcinelle: domenica il ricordo dei Bellunesi nel Mondo

6 Agosto 2021 - Belluno – Domenica prossima si celebra la Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. Questa giornata cade ogni anno il giorno 8 di agosto, anniversario della tragedia di Marcinelle. L’Associazione Bellunesi nel Mondo celebrerà questa giornata domenica 8 agosto alle ore 11.00 a Belluno, davanti al monumento dell’emigrante in via Cavour 3. Il programma prevede il saluto del sindaco di Belluno, Jacopo Massaro; del presidente Abm, Oscar De Bona e il saluto dell’assessore della Regione veneto ai Flussi migratori, Cristiano Corazzari. Seguiranno interventi di alcuni ex minatori e la benedizione del cero. «Faremo ascoltare inoltre – spiega Oscar De Bona – il video saluto del sindaco di Charleroi, Paul Magnette. Non dobbiamo infatti dimenticare che a Marcinelle perse la vita anche un bellunese, il sedicenne Dino Della Vecchia». Oltre alle autorità saranno presenti anche le Famiglie Ex emigranti con il proprio gagliardetto. La commemorazione si svolgerà all’aperto, nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19. Inoltre verrà garantita la diretta sul canale YouTube e la pagina Facebook dell’Associazione Bellunesi nel mondo in modo da permettere a chiunque di partecipare a questa importante giornata dedicata all’emigrazione italiana.  

 

Mci Germania-Scandinavia: festeggia 60 anni la Mci di Rottweil

4 Agosto 2021 - Francoforte - Festeggia 60 anni di vita la Missione Cattolica Italiana di Rottweil con una celebrazione eucaristica, domenica 26 settembre, alle ore 11.00, presso la chiesa di Auferstehung Christi (Krummer Weg 47). L’incertezza legata al coronavirus non ha permesso di attivarsi prima sottoliea la Delegazione naziona delle Mci in Germania e Scandinavia. La messa del Giubileo, cui seguirà un rinfresco, verrà presieduta da don Detlef Stäpps. Una intervista alla collaboratrice pastorale Maria Angela Mariano sul mensile del Missioni Cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia  di settembre presenterà la storia ed e i momenti più importanti della Comunità.

I 90 anni di mons. Toso

3 Agosto 2021 - Treviso - Ha compiuto novant’anni mons. Canuto Toso, fondatore dell’Associazione “Trevisani nel Mondo” e direttori, per tanti anni, dell’Ufficio Migrantes diocesano. “È stata come una stella che, spuntando dal niente, ha cominciato a brillare nel firmamento dell'emigrazione trevisana, ponendosi subito al fianco dei conterranei all'estero per un aiuto di formazione e di diritti civili e umani”, ha scritto il mensile dei Trevisani nel Mondo che dedica a mons. Canuto la copertina del numero di luglio-agosto questo numero e una lunga intervista. “Ringrazio tutti i Trevisani nel Mondo, che mi hanno inviato auguri di riconoscenza e di vita lunga, a Dio piacendo”. Nei primi anni del sacerdozio don Canuto ha visitato alcuni parenti a Guelph nell’Ontario: “qui sono rimasto per quarantacinque giorni, incontrando italiani-veneti-trevisani, visitando le città dell’Ontario, in particolare Toronto, e ascoltandoli ho capito che sentivano il bisogno di relazioni con la loro terra di origine. Incontrando il vescovo di Hamilton, gli ho raccontato l’esperienza dei miei incontri con gli italiani ed Egli mi ha fatto richiesta di rimanere in Canada per fare il missionario fra gli emigrati. Io ero d’accordo, ma dovevo avere il permesso del vescovo di Treviso. Mistrorigo dopo averlo negato, rilanciò affidandomi il compito di seguire gli emigrati trevisani attraverso l’Ufficio della Pastorale del Lavoro di Casa Toniolo. Fu così che si giunse nel 1973 alla fondazione dell’Associazione Internazionale Trevisani nel Mondo”. A don Toso gli auguri della Fondazione Migrantes.  

Italiani nel mondo: è morto p. Montanari, per anni missionario con gli italiani in Belgio ed Australia

27 Luglio 2021 - Roma – Apprendiamo da un post sui social della scomparsa, ieri, di p. Aldo Montanari. Il religioso scalabriniano è morto ieri, all’età di 91 ani, nella Casa “Maria Assunta” di Arco. Per tanti anni aveva seguito gli italiani che vivono in Belgio Australia. Originario della diocesi di Piacenza. dopo aver completato gli studi nei vari seminari scalabriniani d’Italia, fu ordinato sacerdote a Piacenza. Svolse il primo ministero sacerdotale tra gli emigrati italiani del Belgio. Dopo circa un anno gli fu chiesto di lavorare al porto di Genova, da dove moltissimi italiani partivano per emigrare. Oltre ad assisterli alla partenza, ebbe modo di accompagnarli più̀ di una volta anche durante il lungo viaggio di mare. Uno di questi viaggi lo portò anche in Australia, scriveva qualche anno fa il mensile “Rintocchi”. Australia che divenne la sua terra di missione nel 1960. Nel 2014 fece ritorno in Italia nella casa dei missionari scalabriniani di Arco di Trento, dove si è spento ieri. Ai familiari e all’intera famiglia scalabriniana la vicinanza della Fondazione Migrantes.  

Veneti nel Mondo: il card. Parolin alla festa dell’emigrante a Lusiana

27 Luglio 2021 - Lusiana – Si è pregato per gli emigrati vicentini e veneti nel mondo domenica nella chiesa di Velo di Lusiana in occasione della festa dell’emigrante. Si è pregato anche per tanti che a causa del Covid non hanno potuto rientrare nei paesi di origine. A presiedere la celebrazione il Segretario di Stato della Santa Sede, il card. Pietro Parolin che ha ricordato come la terra veneta è ancora oggi terra di emigrazione. Prendendo spunto dal Vangelo di Giovanni e il miracolo del pane e dei pesci, il Segretario di Stato Vaticano – riferisce il Giornale di Vicenza - ha indicato come “il Signore ha risposto con generosità alla generosità. Dai pochi pani e pesci donati da alcuni presenti, tutti sono stati sfamati quindi è con la stessa generosità ricevuta dai nostri emigranti che dobbiamo accogliere i disperati che arrivano nel nostro Paese”. Essere cristiani significa “assumere un atteggiamento di accoglienza, di protezione e di integrazione. Che non significa che chi arriva debba abbandonare la propria identità; è nella pluralità dei popoli che si trova l’unità in Cristo”. Al termine della celebrazione eucaristica, il card. Parolin ha ricevuto una targa d'oro in quanto illustre vicentino nel mondo. Attualmente nel mondo vivono, secondo il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, circa 460mila cittadini veneti. (R. Iaria)  

MCI Hanau: una celebrazione multietnica

26 Luglio 2021 - Hanau – Ieri mattina si è celebrata la Santa Messa nella chiesa parrocchiale dove risiede la comunità cattolica italiana di Hanau. La celebrazione è stata presieduta dall’amministratore parrocchiale Patrick Prähler che ha salutato la sua comunità perché la diocesi lo ha trasferito presso una delle chiese parrocchiali più belle della diocesi di Fulda, il duomo di Fritzlar. Quest‘anno pastorale per lui non è stato un anno facile per due motivi: è subentrato con l’obbedienza, al parroco che a causa di un incidente, infermo e convalescente non ha potuto più animare quella comunità, e poi per il periodo storico difficile che è quello della pandemia. A quella Santa messa sono affezionato in maniera particolare perché è costituita da un‘assemblea internazionale: africani, vietnamiti, polacchi, russi, spagnoli. portoghesi, sud americani e nel periodo estivo anche gli italiani. La Santa Messa è stata animata dall’organista del duomo di Fritzlar che con l’ausilio di una solista di origine polacca ha elevato lo spirito e l‘animo dell’assemblea intera. L’amministratore parrocchiale che conosco dal 2019 mi ha sempre trasmesso, mentre celebra la fedeltà all’appartenenza del Signore, Gesù Cristo per il bene della comunità. È bello constatare che ci sono preti innamorati della propria vocazione e della spiritualità! Con questa celebrazione ho subito pensato alle bellissime celebrazioni comunitarie tenute nella chiesa parrocchiale di Sant‘Antonio in Foggia con la mia prima fraternità! Ringrazio Dio per quella fraternità perché non sarei stato fedele e quello che sono ora lo devo anche a loro! Grazie Padre Paolino Castrillo e Padre Anto. Pregate per tutti i sacerdoti e noi garantiamo la nostra preghiera. Ringrazio anche i frati della mia attuale fraternità del convento di Fulda che per me sono una forza per poter proseguire nel percorso missionario intrapreso con gli italiani in Germania. (p. Antonio Gelsomino)  

MCI Germania e Scandinavia: vicinanza e preghiera per le persone colpite dalle alluvioni

20 Luglio 2021 -

Bruxelles - In questi giorni, diverse città in Germania e in Belgio sono state colpite da devastanti alluvioni, che hanno causato molti morti, mentre sono centinaia i dispersi. Molto attive in questi giorni le Missioni cattoliche Italiane che sono state protagoniste di atti di solidarietà a fianco delle persone colpite o rimaste senza casa.  A tutte le persone colpite la “vicinanza” e la “nostra preghiera”, si legge sul sito delle delegazioni delle MCI in Germania e Scandinava www.delegazione-mci.de. Interi paesi ancora oggi sono senza corrente elettrica e senza acqua potabile e la conta delle vittime non è ancora finita: ieri, 19 luglio erano 160 in Germania e le vittime accertate, 110 nel distretto Ahrweiler, Renania Palatinato, e 46 nel Nordreno Vestfalia. Molti le persone ancora disperse. Una grande catena di solidarietà si è attivata, uomini e donne si recano nei paesi colpiti portando la forza delle loro braccia, cibo, vivande, acqua, evidenziano le Missioni Cattoliche Italiane ricordando che la Caritas locale oltre a fornire aiuto immediato alle popolazioni colpite sta raccogliendo fondi.

Belgio: case salesiane danneggiate e comunità mobilitate per aiutare gli sfollati

20 Luglio 2021 - Liegi - Remouchamps, Verviers, Liegi, Farnières (Vielsalm), Huy: il territorio belga è stato colpito da drammatiche inondazioni, che hanno provocato morti e dispersi nelle province di Liegi e Namur, città dove le opere e le case salesiane sono numerose. A fare la stima dei danni è Ans, l’agenzia di informazione salesiana. A Remouchamps, che si trova proprio accanto al fiume Amblève, l’istituto “St. Joseph – St. Raphael” ha subito gravi danni, soprattutto nel laboratorio di saldatura con un danno stimato in oltre 100.000 euro. Meno colpito il laboratorio di falegnameria, nel quale è entrata soltanto un po’ d’acqua. Anche il palazzetto dello sport, la sala, il refettorio e la cucina sono stati allagati. Anche la scuola Don Bosco di Verviers è rimasta gravemente danneggiata. Tutti i macchinari delle officine, infatti, sono andati persi. È stato dunque lanciato un appello per i volontari, per aiutare a liberare l’area e pulire. Al centro spirituale di Farnières, invece, il maltempo non ha avuto alcun impatto sulla casa. Così, la comunità si è subito mobilitata per preparare pasti per le vittime di queste gravi inondazioni e per ospitare, all’interno dei locali, le famiglie che hanno perso tutto. Anche la casa delle suore salesiane, a Notre-Dame-au-Bois, ha subito danni considerevoli, con la sala giochi e il deposito totalmente allagati. Infine, a Liegi, nessun danno è stato riportato in tutta la casa, che si trova nella parte più alta della città. Giovedì sera, poi, la comunità ha accolto una persona che non ha potuto fare ritorno a casa, a causa dell’innalzamento delle acque. Oggi a Liegi sarà celebrata una messa, alla quale parteciperanno i Salesiani, per commemorare coloro che sono morti nelle inondazioni.

Alluvioni in Belgio: una testimonianza dalla Missione Cattolica Italiana di Liegi

20 Luglio 2021 - Liegi - Le forti piogge dei giorni scorsi hanno causato gravi disastri nella provincia di Liegi e in diverse zone del Belgio. Grandi e violente le inondazioni a causa dell’innalzamento dei livelli dei fiumi Vesdra e Ourthe fino ai comuni di Chênée e Angleur dove confluiscono nella Mosa. Diversi i comuni colpiti e messi in ginocchio dalla catastrofe: oltre a Liegi, Eupen, Limbourg, Verviers, Trooz, Chaudfontaine, Spa, Theux, Wanze (Mehaigne) Hamoir, Comblain-au-Pont, Esneux e Tilf. Anche il centro stesso di Liegi ha rischiato per un giorno e una notte di essere gravemente sommerso dalle acque della Mosa in piena. Intere famiglie si sono ritrovate isolate ai primi piani delle loro case, mentre le loro cantine e i pian terreni venivano sommersi da acqua e fango; tanti sono riusciti ad evacuare, trovando accoglienza dei centri di crisi e nelle abitazioni di vicini, familiari e amici. L’emergenza ha richiesto tanto coraggio ai soccorritori (forze dell’ordine, pompieri, militari, volontari) che hanno lottato contro la violenza dei fiumi in piena per poter mettere in protezione le persone più a rischio. La mancanza di elettricità e di cibo ha reso ancora più difficile l’attesa della fine del pericolo per quanti non hanno potuto abbandonare la loro dimora. Le immagini del disastro sono impressionanti. Irriconoscibili gli scorci di vita quotidiana. Tutto è tragicamente trasformato. Mentre l’acqua si ritira, ciò che rimane è tanta desolazione, distruzione, accumulo di detriti, macchine e oggetti di ogni tipo, elettrodomestici, mobili, trascinati per metri nelle strade trasformate in fiumi. Tanto fango. Case devastate e anche alcune chiese gravemente colpite dall’acqua che non ha risparmiato niente là dove è arrivata. Il suo passaggio ha devastato il sogno e il risparmio di una vita: quanto è rimasto è da buttare. Alle terribili inondazioni è seguito un coraggio grande delle famiglie, anche italiane, che, tra lacrime e forte emozione, hanno iniziato a liberare le loro case dai detriti e a depositare sulla strada i mobili e tutto ciò che era ormai irrecuperabile.  Ai piani bassi tutto è da buttare, tutto da sanificare, tutto da restaurare. La tristezza è grande: tra la distruzione tanti souvenirs e ricordi che vanno via per sempre. Ma il coraggio non manca! Appena è stato possibile avvicinarsi alle zone disastrate, schiere di volontari, amici e familiari hanno manifestato tutta la loro solidarietà e aiuto alle famiglie colpite. Mentre i primi raggi di sole sbaragliano le nubi nel cielo, tanti con stivali e attrezzatura si sono adoperati per spalare fango e ripulire le abitazioni dai detriti.  Una grande catena di generosità ha garantito pasti caldi, vestiti, viveri e materiale di prima necessità. I diversi centri di emergenza hanno visto la presenza di tanti che con forza hanno e stanno prestando servizio e aiuto senza stancarsi. Se per le famiglie colpite la prova è grande, la sensazione è che essa sia meno dolorosa grazie al fiume di solidarietà che si è e che si sta visibilmente adoperando per favorire il ritorno alla normalità il più presto possibile. Certamente ci vorrà tempo per la ricostruzione, la messa in sicurezza delle infrastrutture e il restauro delle abitazioni, settimane e forse anche mesi, ma constatare la grande generosità e la solidarietà delle intere comunità in questo momento di crisi da una forza di speranza nello sguardo verso il futuro. Anche l’appello al sostegno economico è lanciato. Sarà importante continuare a garantire i pasti caldi alle famiglie impossibilitate a causa anche della mancanza di cucine e di elettricità e gas. Occorrerà procurare e garantire nuovi alloggi e sostenere le spese di affitto in attesa di risistemare le case danneggiate. E bisognerà pensare soprattutto ai più poveri e a quanti hanno meno possibilità di ripresa, avendo perso quel poco che garantiva loro una qualche sicurezza. Oggi in tutta la diocesi di Liegi, la più colpita del paese, si celebreranno le messe per i defunti e in sostegno spirituale per le famiglie colpite dalle inondazioni. A mezzogiorno suoneranno a lutto tutte le campane del paese per invitare tutti a un minuto di silenzio. Una giornata di lutto nazionale per piangere le vittime delle inondazioni e sostenere con un forte grande abbraccio solidale tutte le famiglie messe duramente alla prova da questa grande catastrofe che ha colpito il nostro paese. (don Alessio Secci – Responsabile MCI Liegi)  

Turismo delle radici: presentato il secondo volume dedicato ai discendenti degli italiani all’estero

20 Luglio 2021 - Roma – Nei giorni scorsi è stato presentato, sul canale YouTube del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il secondo volume della “Guida alle radici italiane. Un viaggio sulle tracce dei tuoi antenati” dell'associazione Raiz Italiana realizzata grazie al sostegno della Direzione generale per gli italiani all’estero e le Politiche migratorie della Farnesina con la collaborazione di Enit. La Guida nel vol. 1 includeva le regioni Puglia, Basilicata, Abruzzo, Emilia Romagna, mentre nel vol. 2 protagoniste sono le regioni Sicilia, Calabria, Molise e Lombardia. Il progetto editoriale si pone l'obiettivo di stimolare la conoscenza dei luoghi di origine da parte delle nuove generazioni di italiani all'estero e degli italo-discendenti attraverso una serie di elementi che permettono di ricostruire la memoria migrante e collettiva ma anche attraverso i luoghi e gli appuntamenti più significativi dei diversi territori. La Guida intende raggiungere i quasi ottanta milioni di oriundi Italiani all’estero e di italo discendenti interessati a mantenere vivo un legame con l'Italia, e che rappresentano un potenziale straordinario per stimolare questo segmento del turismo, con possibili ricadute positive sulle economie dei luoghi interessati e sul rafforzamento dei rapporti delle comunità italiane all’estero con il nostro Paese.