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Rom: un incontro di Sant’Egidio su percorsi di integrazione a Milano

15 Novembre 2019 - Milano “I Rom di Via Rubattino 10 anni dopo. Immagini, video e racconti di un'integrazione possibile". Questo il tema di un incontro promosso dalla Comunità di Sant’Egidio di Milano il prossimo 19 novembre,  che vuole fare il punto sulle storie dei rom sgomberati dieci anni fa a Milano. Era il 19 novembre del 2009 quando 400 rom romeni venivano sgomberati dalla baraccopoli di via Rubattino a Milano. Venti sgomberi in un anno con bambini costretti a cambiare 8 scuole in tre anni. La Comunità di Sant'Egidio, insieme a tanti cittadini della zona ("Mamme e maestre di Rubattino"), reagì con azioni solidali, come le insegnanti che ospitarono gli alunni sgomberati, ricorda una nota. Oggi la quasi totalità di quelle persone (73 famiglie) vive in casa, è “finito il tempo delle baracche e dei topi; in ogni nucleo almeno un adulto lavora; il 100% dei minori frequenta le scuole dell'infanzia, primarie e medie, molti ragazzi studiano alle superiori e fanno volontariato”. All’incontro porteranno la loro testimonianza alcuni rom e interverranno l'Assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano Gabriele Rabaiotti, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio e Milena Santerini dell'Università Cattolica e Comunità di Sant'Egidio coordinati da  Stefano Pasta, Assunta Vincenti, Flaviana Robbiati e Elisa Giunipero. La vicenda dei rom di Rubattino rappresenta “uno dei maggiori casi di superamento della baraccopoli e di accesso alla casa, tra i più significativi percorsi di integrazione di famiglie rom in Italia”, spiega oggi la comunità: "Dieci anni di amicizia ci dicono che tanti muri sono stati abbattuti, tante cose che ritenevamo impossibili sono diventate la normalità: è normale che un ragazzo finisca le medie e si iscriva alle superiori, è normale che due amici rom e non rom escano insieme a Milano che è la città di entrambi, è normale che un anziano milanese sia accudito da una donna rom. E' diventato normale che persone tanto diverse si sentano parte della stessa famiglia. E' stata un'amicizia che ha chiesto di cambiare a tutti,  ai rom e ai non rom".