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Dolo: il servizio allo stand gastronomico parrocchiale come occasione di formazione e integrazione

20 Agosto 2019 - Dolo - Nella sagra di san Rocco, sono una decina i ragazzi stranieri, protagonisti di un progetto di servizio comunitario allo stand gastronomico della Parrocchia di Dolo. Aiuto in cucina e addetto alla raccolta differenziata dei rifiuti, sono i ruoli d’impegno volontario e gratuito durante la sagra patronale dolese, che vede protagonisti alcuni giovani provenienti dal Gambia, Nigeria, Mali e Bangladesh. "Una testimonianza concreta di servizio e di integrazione -spiegano Alberta e Renzo, volontari coordinatori del progetto parrocchiale verso un territorio accogliente e sensibile ai forestieri che si fanno prossimi. Si lavora insieme con rispetto e collaborazione, uniti dal comune senso del mettersi a disposizione degli altri". L'iniziativa è stata favorita dall'Amministrazione comunale e resa possibile grazie alla collaborazione della cooperativa Città So.la.re. che, proprio a Dolo, vanta da tempo una positiva esperienza di accoglienza ed integrazione di migranti, richiedenti asilo e rifugiati su un immobile in via dei Frati 10, oltre a gestire nelle vicinanze, l'accoglienza turistica sociale e quella del disagio abitativo di Casa a Colori, un tempo antico convento del'500. Nella foto, con i ragazzi, anche i sacerdoti don Francesco Mascotto, don Michele Bagatella, la coordinatrice del progetto Alberta e il vice sindaco di Dolo Gianluigi Naletto.  

Diocesi di Treviso: “nessuna minaccia dallo straniero”

20 Agosto 2019 - Treviso - “Da tempo, soprattutto a causa di una continua e martellante propaganda, pare che i valori della bontà e della speranza non debbano essere più praticati. La paura come sentimento e la forza come auspicio sembrano ormai i tratti distintivi di questa società. Soprattutto perché ogni giorno molti vengono convinti, sovente senza alcun motivo valido, che come cittadini siamo minacciati da molte cose, soprattutto dallo straniero”. Lo scrive in una nota la Commissione per la Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Treviso. “Numeri alla mano – continua il comunicato ripreso dal Sir – questa minaccia non esiste, ma questa evidenza conta poco per chi è convinto del contrario e non sente e non vuole sentire ragioni”. La costatazione dell’Ufficio della diocesi di Treviso è che “si stanno facendo strada, tra i cittadini, convinzioni che stanno trasformando il carattere e i tratti che storicamente hanno caratterizzato, in positivo, le nostre popolazioni”. “Questi territori che sempre sono stati operosi, accoglienti, disponibili all’aiuto si stanno sempre più chiudendo in sé stessi, al punto che sempre più frequente si avverte la paura degli altri (chiunque), accompagnata dall’auspicio che intervenga qualcuno che risolva tutto con ‘forza’”. L’auspicio della commissione è piuttosto che “ognuno a voce alta chieda la fine di questa stagione di semina di paura, la quale certamente rischia di creare seri problemi sociali e, in prospettiva, avrà ripercussioni pesanti sullo sviluppo anche economico di questo territorio”. “Auspichiamo si concretizzi un argine civile e ‘mite’ a tutto questo, prima che la poca fiducia che circola si spenga definitivamente per lasciarsi dominare dalla paura e lasciare spazio alla richiesta della forza. E che riprenda vigore la volontà di costruire un futuro migliore per tutti attraverso le vie della solidarietà, del rispetto, della bontà verso l’altro”.  

Diocesi Sora sull’omelia ostile all’accoglienza: “Non esprime la volontà della nostra Chiesa “

20 Agosto 2019 - Rima - “Uno dei cardini fondamentali della vita di san Rocco è stata la scelta evangelica del ‘prima gli altri’ per amore di Cristo povero e sofferente, presente negli appestati, contagiati, ammalati e moribondi che san Rocco ha abbracciato, servito, amato più di se stesso”. Lo ha detto il vescovo di Sora, Mons. Gerardo Antonazzo, nella sua omelia in occasione della festa del santo patrono. Parole che rilancia il sito della diocesi per “chiarire la posizione della Chiesa diocesana” di fronte alla presa di posizione di don Donato Piacentini, il parroco che in occasione della festa patronale aveva pronunciato un’omelia ostile all’accoglienza dei migranti. “La testimonianza di san Rocco incoraggia ancor più l’operato della nostra Chiesa, soprattutto attraverso la Caritas, sempre impegnata nell’accoglienza e nel servizio amorevole delle antiche e nuove forme di povertà – sottolinea la diocesi -. Tale accoglienza è stata rivolta in particolare agli immigrati giunti sul nostro territorio, in perfetta collaborazione con la Prefettura di Frosinone, con le istituzioni civili locali, con le associazioni di volontariato impegnate nel processo di integrazione”. Dunque, la precisazione che “questa è la scelta pastorale che non potrà cambiare perché il cristiano obbedisce al Vangelo della Carità nei confronti di chiunque, senza distinzioni né esclusioni”. Mentre “qualunque pensiero in senso contrario, espresso da chiunque non esprime la volontà della Chiesa diocesana, si deve addebitare esclusivamente a discutibili scelte personali di ogni singolo soggetto”. Infine, si annuncia che “nel prossimo mese di settembre il direttore della Caritas diocesana sarà presente in Turchia all’incontro internazionale delle Caritas impegnate nell’accoglienza degli immigrati”. (Sir)

Torino: Quando una diocesi decide di accogliere

19 Agosto 2019 - Torino - Vogliono i migranti? Li ospitino a casa loro, ripete ancora, di tanto in tanto, il refrain aggressivo e vuoto. Senza curarsi di quante famiglie, poche o tante che siano, a “casa loro” già lo fanno. Ma accolgono “a casa loro” anche realtà più complesse, come ad esempio le diocesi, intese come comunità e non solo come istituzioni. Una di queste è la diocesi di Torino. Fra le iniziative di accoglienza abitativa che essa ha promosso o a cui partecipa, ma anche per gli organismi più diversi attivi sul territorio (Pastorale migranti diocesana, parrocchie, istituti religiosi, associazioni, cooperative, famiglie e singoli che hanno deciso di impegnarsi in prima persona…), non è facile tirare le fila. Ma nelle settimane in cui si è completata una tappa importante del superamento dell’occupazione dell’ex MOI di Torino, con lo svuotamento delle ultime due palazzine nell’ambito del progetto inter istituzionale “MOI, Migranti un’opportunità di inclusione”, ecco qualche dato e qualche considerazione dopo gli anni della cosiddetta “emergenza migranti” (e ai tempi dei decreti immigrazione e sicurezza). In questo periodo fanno o hanno fatto capo alla diocesi subalpina centinaia di posti d’accoglienza sostenuti interamente con fondi propri, o diocesani o della CEI presso decine di parrocchie, appartamenti, istituti o altre strutture; i 28 posti del progetto SPRAR di accoglienza in famiglia “Rifugio diffuso“; la partecipazione a un progetto con fondi FAMI per l’accoglienza di decine di minori non accompagnati; e ancora, centinaia di posti in CAS allestiti in appartamenti, istituti religiosi e, di nuovo, in altre strutture. Come Ufficio Migrantes di Torino – puntualizza a Vie di fuga Sergio Durando, direttore di questo ufficio diocesano -, sull’accoglienza abitativa “lavoriamo soprattutto per la connessione e l’attivazione di reti e risorse, umane, economiche e immobiliari per far fonte ai bisogni crescenti di diverse categorie di persone”. Si va dall’accompagnamento in percorsi di autonomia abitativa per nuclei famigliari “fragili” (non solo immigrati) all’alloggio di studenti universitari extra-UE (un’ottantina, accolti in 30 appartamenti); da “Rifugio diffuso” (di cui la Migrantes diocesana è “soggetto attuatore“) alla promozione-supporto per l’accoglienza diffusa nelle parrocchie e in comunità religiose; dalla messa a disposizione di immobili per progetti di accoglienza non profit alla partecipazione al progetto ex MOI in rappresentanza della Diocesi; dalla collaborazione per l’apertura di una comunità per MSNA a San Mauro Torinese (un’esperienza conclusa nello scorso marzo) alla promozione del progetto sperimentale unico in Italia per la “residenza transitoria” nata dall’occupazione di via della Salette, a Torino; fino alla partecipazione ai Corridoi umanitari per i rifugiati dalla Siria e dall’Etiopia e all’ospitalità data a due migranti sbarcati nel 2018 dalla nave Diciotti. Una realtà con cui la Pastorale migranti torinese collabora è la Terremondo di Torino, nata nel 2003 dall’esperienza dell’associazione ASAI. Nell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, questa cooperativa ha lavorato e continua a lavorare con giovani e famiglie migranti, e a supporto di parrocchie e istituti religiosi. Fra 2016 e 2018, con una cinquantina di posti complessivi in questo settore d’attività, gli operatori di Terremondo hanno seguito circa 150 persone. «Possiamo dire che abbiamo aiutato ad inserirsi in Italia tre quarti di loro – tira le somme il presidente della cooperativa Luca Mastrocola -, fra accompagnamenti all’autonomia, verso inserimenti nello SPRAR, con il proseguimento di accoglienze abitative…». Una delle “formule” amministrative adottate in questi progetti è stata quella dei CAS, i centri “straordinari” che fanno capo alle Prefetture. «Questa esperienza è stata faticosa e per certi versi positiva – commenta ancora Mastrocola -, ma non l’abbiamo più proseguita». «Negli anni dell’”emergenza” – spiega – abbiamo visto lavorare gestori in modi molto diversi. Quanto a noi, abbiamo puntato su un’integrazione vera, piccoli gruppi di ospiti, non più di 10 per gruppo, in alloggi, con un numero sufficiente di operatori, con la responsabilizzazione verso l’autonomia, con formazione e orientamento al lavoro, con il coinvolgimento di territorio, volontariato e cittadini, avendo come riferimento il modello dello SPRAR. Ma oggi per gli ospiti che l’Italia inserisce nei CAS le chance sono drasticamente diminuite: a causa della sostanziale abolizione della protezione umanitaria sono in gran parte “diniegati” e dopo un iter di due, due anni e mezzo finiranno per ricevere un provvedimento di espulsione, ma di certo non se ne andranno, diventando così degli irregolari. Personalmente lo ritengo fallimentare e pericoloso. Comunque sia, anche questo ci ha spinto a lasciare l’esperienza dei CAS». Fine delle convenzioni, ma non è detto che sia la fine delle accoglienze. Ad esempio, nonostante il mancato rinnovo di una convenzione CAS, quest’anno l’accoglienza parrocchiale di Rivoli (uno dei comuni dell’hinterland torinese) con il supporto di operatori di Terremondo prosegue perché la parrocchia e la stessa Terremondo si sono fatte carico direttamente dei costi. “La vicenda del MOI l’abbiamo vissuta – come Diocesi e come Migrantes in particolare – come una sfida e un’opportunità che poteva segnare la vita della nostra città e costituire anche un modello per l’intero Paese. C’è voluto del tempo: fin dall’inizio abbiamo deciso di non procedere allo sgombero forzato, ma di accompagnare le persone perché potessero comprendere quanto il progetto che avevamo stabilito fosse vantaggioso per dare dignità e speranza in un futuro migliore alle numerose persone coinvolte”, ha detto Mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, il 30 luglio, giorno della liberazione delle ultime due palazzine occupate all’ex MOI di Torino, con il trasferimento ordinato di circa 400 persone. Per loro la vera sfida del progetto “MOI, Migranti un’opportunità di inclusione” inizia ora: saranno coinvolte in percorsi di formazione professionale, inserimenti lavorativi e abitativi, per favorirne l’inclusione e l’autonomia. I percorsi iniziano anche per quelli che sono stati accolti provvisoriamente nei centri di Settimo Torinese e Castel d’Annone (Asti): in autunno, dopo un bando del Comune, saranno ricollocati in appartamenti come gli altri. Il progetto, unico in Italia, è nato con un protocollo d’intesa inter-istituzionale firmato nel 2017 da Comune e Città Metropolitana di Torino, Regione Piemonte, Prefettura di Torino, Diocesi di Torino e Compagnia di San Paolo (ma contributi finanziari sono giunti anche dal ministero dell’Interno) per affrontare l’emergenza abitativa e lavorativa degli abitanti delle palazzine dell’ex MOI. Queste ultime, costruite per il villaggio delle Olimpiadi Invernali del 2006 e rimaste poi abbandonate, erano state occupate a partire dall’“emergenza” del 2013 da beneficiari di provvedimenti di protezione rimasti senza accoglienza: forse l’occupazione più grande d’Europa. La liberazione dello scorso 30 luglio è stata preceduta (in un percorso in cui non sono mancate difficoltà e contestazioni) dalla liberazione degli interrati e di altre due palazzine dell’ex villaggio olimpico durante quattro interventi fra il novembre 2017 e il marzo 2019, che hanno portato al trasferimento di 424 persone: fra loro, quelle oggi in accoglienza sono 301 (vi sono stati abbandoni ma anche raggiunte autonomie e passaggi in CAS), presso strutture del terzo settore o legate alla Diocesi. Sempre ad oggi sono stati promossi 88 tirocini e 218 formazioni professionali e sono stati attivati 132 contratti di lavoro. Inoltre 30 persone hanno affittato autonomamente una casa attraverso un accompagnamento alla locazione. Nella scorsa primavera gli accolti dal progetto che avevano raggiunto l’autonomia erano già una sessantina. Per le quattro palazzine liberate si prevede ora una riqualificazione e una destinazione di social housing. (Giovanni Godio)      

Redentoristi Stati Uniti: “solidarietà ai confratelli che accompagnano le famiglie immigrate

19 Agosto 2019 - Denver - I redentoristi della Provincia di Denver esprimono “solidarietà” ai confratelli che prestano servizio e accompagnano le famiglie immigrate, prive di documenti nel Delta del Mississippi e che temono la deportazione. Lo annunciano in una nota in cui esprimono sostegno anche ai vescovi nella regione, cattolici e non solo, che chiedono la fine delle incursioni federali. “Siamo solidali con i nostri confratelli redentoristi che stanno offrendo conforto e sostegno spirituale a questo popolo di Dio, molti chiedono asilo e sono rifugiati che vivono negli Stati Uniti da molti anni e hanno figli che sono cittadini degli Stati Uniti”, si legge nella nota.

Claustrali per i migranti: centinaia di adesioni alla lettera aperta

2 Agosto 2019 - Milano - Sono arrivate a centinaia le adesioni alla Lettera al Presidente Mattarella e al Premier Conte in cui clarisse e carmelitane esprimevano «preoccupazione per il diffondersi in Italia di sentimenti di intolleranza, rifiuto e violenta discriminazione nei confronti dei migranti», inviata lo scorso 11 luglio ai destinatari e resa pubblica attraverso il quotidiano Avvenire. “Non ci è stato possibile contattare tutte le fraternità monastiche esistenti sul territorio nazionale - precisavano le suore - , ma sappiamo di essere in comunione con quante di loro condividono le stesse nostre preoccupazioni e il nostro stesso desiderio di una società più umana”. “La nostra semplice vita di sorelle - scrivevano - testimonia che stare insieme è impegnativo e talvolta faticoso, ma possibile e costruttivo. Solo la paziente arte dell’accoglienza reciproca può mantenerci umani e realizzarci come persone”. “Molti monasteri italiani, appartenenti ai vari ordini - proseguivano -, si stanno interrogando su come contribuire concretamente all’accoglienza dei rifugiati, affiancando le istituzioni diocesane. Alcuni già stanno offrendo spazi e aiuti. E, al tempo stesso, tutte noi cerchiamo di essere in ascolto della nostra gente per capirne le sofferenze e le paure”. La pioggia iniziale di sottoscrizioni, scrive il quotidiano, non ha rallentato: per settimane sono continuate a giungere all'indirizzo indicato dalle suore email da ogni parte d'Italia, di singoli e di gruppi. Al 31 luglio la raccolta di adesioni si è conclusa.

“Si tratta di mettere gli ultimi al primo posto”

1 Agosto 2019 -

Città del Vaticano - La Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra il prossimo 29 settembre, si avvicina e la campagna comunicativa della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per lo Sviluppo Umano ed Integrale continua. 

Il tema “Non si tratta solo di migranti” questo mese è sviluppato nel sotto tema “Si tratta di mettere gli ultimi al primo posto”. Papa Francesco, durante la Santa Messa celebrata in occasione del VI anniversario della sua visita a Lampedusa, ha pregato per gli “ultimi” che ogni giorno gridano al Signore, chiedendo di essere liberati dai mali che li affliggono.

Il video che riprende la celebrazione è disponibile sul sito della Sezione assieme al  e a tutto il materiale della campagna che offre riflessioni, approfondimenti e risorse per la promozione delle attività pastorali sui temi della GMMR, affrontando vari sottotemi con testi e immagini differenti.

I sotto temi trattati sono stati “Si tratta anche delle nostre paure”“Si tratta della carità”, "Si tratta della nostra umanità" e “Si tratta di non escludere nessuno”

Migranti: arrivati ieri a Fiumicino 88 rifugiati reinsediati in Italia dal Libano

1 Agosto 2019 - Roma - Sono 88 i rifugiati arrivati ieri all’aeroporto di Fiumicino nell’ambito del Programma nazionale di reinsediamento. “Si tratta di 17 famiglie siriane fuggite dal conflitto e accolte per alcuni anni in Libano”, spiega una nota nella quale si evidenzia che “tra coloro che sono stati trasferiti, vi sono anche persone – adulti e minori – con situazioni mediche complesse, bisognosi di cure mediche specializzate”. L’arrivo del gruppo porta a 2.307 il numero di rifugiati reinsediati in Italia da Libano, Giordania, Turchia, Sudan, Siria e Libia dal 2015, anno di inizio del programma italiano. I rifugiati verranno accolti nell’ambito dei progetti del sistema Siproimi, dove inizieranno il loro percorso di integrazione. Il Programma nazionale di reinsediamento è promosso dal Governo italiano, in particolare il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, e finanziato con fondi Fami, con il supporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ed altri attori istituzionali. “Il reinsediamento – spiega Roland Schilling, rappresentante regionale dell’UNHCR per il Sud Europa – è uno strumento efficace di protezione per le persone maggiormente a rischio e costituisce un meccanismo tangibile di solidarietà tra i governi per condividere la responsabilità di rispondere alle crisi di rifugiati in tutto il mondo”. “Inoltre – sottolinea Federico Soda, direttore per l’Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM – permette a chi fugge da guerre, violenza e persecuzione di giungere in un altro Paese in modo legale e sicuro senza dover affrontare un viaggio pericoloso, rischiando la propria vita e quella dei suoi cari, per cercare salvezza in un altro Paese”. ha detto. Per il perdurare di conflitti in diversi Paesi, l’UNHCR stima che oltre 1,44 milioni di persone avranno bisogno di essere reinsediate nel 2020 ma “nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, le possibilità di reinsediamento attualmente messe a disposizione dagli Stati non sono proporzionate ai bisogni. Ad oggi, il reinsediamento è una possibilità per un numero esiguo di rifugiati al mondo; in genere, meno dell’1% dei rifugiati in tutto il mondo viene reinsediato”. Per questo, L’UNHCR “auspica un sempre maggiore impegno per l’ampliamento e il consolidamento del reinsediamento in Italia e negli altri Paesi coinvolti alla luce dei crescenti bisogni a livello mondiale”. (Sir)  

Gli afghani al primo posto negli arrivi Ue

1 Agosto 2019 - Milano - Quello degli afghani è attualmente il gruppo nazionale più numeroso tra coloro che giungono in Europa via terra o approdano sulle coste dell' Unione. Nei primi sei mesi di quest' anno sono arrivate circa 4.500 persone in fuga dal Paese, il 16,5% degli ingressi totali, percentuale che sale al 35% se si osservano i soli flussi verso la Grecia. Nelle isole dell' Egeo, dove si trovano gli hotspot per l' identificazione dei migranti, gli afghani costituiscono il 43% delle presenze. In molti, nei campi greci, raccontano di essere partiti da mesi o addirittura anni, ma c' è anche chi è appena andato via. Lo conferma l' Alto Commissariato Onu per i rifugiati. Nel mondo sono quasi 2,5 milioni i rifugiati provenienti dall' Afghanistan registrati dall' Acnur. Si trovano soprattutto in Pakistan e Iran. Molti altri sono in attesa di registrazione. Più di due milioni di persone sono sfollate all' interno dei confini nazionali.

Nave Gregoretti: l’accoglienza della Chiesa Italiana

31 Luglio 2019 - Roma - Una cinquantina di migranti, fra i 116 sbarcati oggi dalla Nave Gregoretti al porto di Augusta, saranno accolti presso la struttura “Mondo Migliore” di Rocca di Papa. In tal modo la Conferenza Episcopale Italiana, tramite Caritas Italiana, si è impegnata con proprie risorse professionali ed economiche a corrispondere a una richiesta del Ministero dell’Interno alla Chiesa Italiana di farsi carico dell’ospitalità, dell’accoglienza e dell’assistenza – anche legale – di queste persone. L’iniziativa, in coerenza con analoghe misure assicurate dalla CEI in supporto sussidiario al sistema di accoglienza italiano, si colloca in un orizzonte di collaborazione che vede lo Stato Italiano e la Chiesa Cattolica compartecipi nell’assistenza e accoglienza dei migranti. Nave Gregoretti: l’accoglienza della Chiesa Italiana.

Viminale: da inizio anno oltre 3.700 persone sbarcate sulle coste italiane

31 Luglio 2019 - Roma - Sono finora 3.729 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno, 950 delle quali nel solo mese di luglio. Rispetto agli anni scorsi, si è registrato una diminuzione delle persone arrivate in Italia via mare del 79,89% sul 2018 (furono 18.546) e del 96,08% sul 2017 (95.215). Il dato è stato diffuso poco fa dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Lungo il mese di luglio, non sono stati registrati sbarchi solo in 8 giorni (2, 11, 12, 13, 15, 16, 17 e 30). Negli altri giorni, sono state almeno 3 le persone registrate. Le giornate con il più alto numero di sbarchi sono state il 19 luglio (111), il 6 luglio (110), il 9 luglio (80), il 24 (77) e il 25 (75). Nell’intero mese di luglio del 2018 furono 1.969 le persone sbarcate sulle coste italiane. Degli oltre 3.700 migranti sbarcati in Italia nel 2019, 858 sono di nazionalità tunisina (23%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Pakistan (620, 17%), Costa d’Avorio (419, 11%), Algeria (339, 9%), Iraq (309, 8%), Bangladesh (190, 5%), Iran (101, 3%), Sudan (91, 2,5%), Guinea (91, 2,5%) e Marocco (71, 2%) a cui si aggiungono 640 persone (17%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Sono stati 502, invece, i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato, aggiornato al 29 luglio, mostra un deciso calo rispetto ai minori stranieri non accompagnati sbarcati sulle coste italiane lungo tutto il 2017 (15.779) e il 2018 (3.536). Per quanto riguarda i 105.142 migranti accolti sul territorio italiano (in hot spot, centri di accoglienza e centri Siproimi), il numero maggiore si trova in Lombardia (14.756, 14%), davanti a Emilia-Romagna (9.948, 9%), Lazio (9.605, 9%), Piemonte (9.079, 9%) e Campania (8.793, 8%).

Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca: oggi la Giornata dei Migranti a Felloniche

31 Luglio 2019 - Santa Maria di Leuca - “Siamo una terra accogliente…calda e madre”. Questo il tema  al centro della Giornata dei Migranti che si svolgerà oggi su iniziativa della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca. “La nostra diocesi, bagnata da due mari – dice don Fabrizio Gallo, direttore diocesano Migrantes - è realmente una terra di confine, una terra ponte e una terra porta e per questo motivo è chiamata sempre di più ad essere terra madre e accogliente, mentre il nostro bel faro di Santa Maria di Leuca deve essere punto di riferimento per tutti coloro che, in rotta verso un futuro di pace, viaggiano nel mare della vita, tra le tumultuose tempeste dell’indifferenza e del pregiudizio che portano alla paura dell’altro e quindi alla non accoglienza”. La “Giornata dei Migranti” si svolgerà sul lungomare di Felloniche e si aprirà con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Mons. Gian Carlo Perego e concelebrata da Mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento - Santa Maria di Leuca. Durante la celebrazione, in onore di Santa Francesca Saverio Cabrini, la patrona dei migranti, si pregherà per le vittime delle migrazioni, in modo particolare per la ragazza somala annegata l’11 gennaio 2016 nel mare di Felloniche. Alla celebrazione seguirà una tavola rotonda sul tema “Migranti portatori di speranza”.  

Muro Usa-Messico: altalene rosa per “superare” il confine

31 Luglio 2019 - Città del Messico - “Un evento pieno di gioia, eccitazione e solidarietà al confine”. Così Ronald Rael, professore di architettura all’Università della California, commenta l’installazione di una decina di altalene lungo il confine tra Usa e Messico a Ciudad Juárez. Le altalene sono state progettate insieme a Virginia San Fratello, professore associato di design all’Università di San Jose State. “I bambini e gli adulti sono stati messi in contatto su entrambe le parti per mostrate come le azioni che hanno luogo da una parte hanno una conseguenza diretta dall’altra”, prosegue Rael.

Miur: quasi la metà degli studenti con cittadinanza non italiana è di origine europea

30 Luglio 2019 - Roma - Sono oltre 200 i paesi di cui sono originari gli studenti con cittadinanza non italiana presenti nella scuola italiana come si evince dal Report “Gli alunni con cittadinanza non italiana A.S. 2017-2018” (stranieri-in-Italia) pubblicato dal Miur. Tra i paesi europei la cittadinanza più rappresentata si conferma quella Rumena con più di 158 mila studenti. Gli studenti di origine rumena con quelli Albanesi (114 mila unità) rappresentano nell’insieme quasi un terzo degli alunni stranieri in Italia. Nel periodo 2007/2008 - 2017/2018 la quota degli studenti di nazionalità Rumena è aumentata di 2,6 punti percentuali passando dal 16,2% al 18,8%  a fronte di una diminuzione della quota degli studenti Albanesi (da 14,8% al 13,6%). Nello stesso periodo sono aumentati anche gli studenti di origine Moldava e Ucraina che nel 2017/2018 raggiungono rispettivamente 25.500 e 20.000 unità, rientrando così nel gruppo delle comunità più rappresentate. Gli studenti Marocchini, circa 103 mila (12,3%) costituiscono la comunità più consistente del continente africano nonché la terza in valore assoluto in Italia, sebbene nel tempo si rilevi una diminuzione in termini percentuali (da 13,3% del 2007/2008 all’attuale 12,3%). Il secondo stato africano per numerosità di studenti è l’Egitto che, con quasi 23 mila studenti, è stabilmente presente negli ultimi anni nel gruppo delle prime dieci cittadinanze più rappresentate. Nell’ambito delle comunità asiatiche la cittadinanza più numerosa è senz’altro quella Cinese con oltre 53 mila studenti (6,3%). Dal 2007/2008 al 2017/2018, la presenza degli studenti cinesi è più che raddoppiata passando da 27 mila a 53 mila unità. È da notare anche che è la cittadinanza che ha registrato l’aumento più consistente nell’ultimo anno di quasi 4 mila unità (+7,7%). Seguono gli studenti di origine Pakistana che continuano a rappresentare il 2,4% degli studenti. In valore assoluto la graduatoria delle cittadinanze degli studenti nati in Italia rispecchia quella già nota del numero complessivo degli studenti stranieri. Il gruppo più numeroso è quello degli studenti con cittadinanza Rumena (91.389) seguito dagli studenti con cittadinanza Albanese, (85.144), Marocchina (76.978) e Cinese (43.552). Tuttavia, il rapporto tra gli studenti nati in Italia con una data cittadinanza e il corrispondente totale prospetta una diversa graduatoria tra i paesi. Considerando le percentuali più elevate si nota che la comunità in cui gli studenti nati in Italia più incidono è quella Cinese nella quale essi rappresentano ben l’82,3% del totale (43.552 su 52.928). Seguono gli alunni di seconda generazione con cittadinanza Marocchina e Albanese che rappresentano entrambe circa il 76% del totale degli studenti di stessa nazionalità. Quarti in graduatoria, sempre rispetto ai valori percentuali, gli studenti Filippini nati in Italia che rappresentano il 67% del totale dei connazionali.

Miur: il 63% degli studenti con cittadinanza non italiana è rappresentato dalle seconde generazioni

30 Luglio 2019 - Roma - La costante crescita degli studenti nati in Italia da genitori emigrati nel nostro paese caratterizza significativamente l’evolversi della presenza degli studenti con background migratorio. Nel quinquennio 2013/2014 - 2017/2018 questo gruppo di studenti è passato da circa 415 mila unità a 531 mila con un incremento di quasi 116 mila unità (+28% circa). Nell’ultimo anno la crescita è stata di oltre 28 mila unità (+5,7%). Sul totale degli studenti con cittadinanza non italiana la quota dei nati in Italia supera il 63%  mentre in rapporto al totale degli studenti rappresenta il 6,1 % (era 4,7% nel 2013/2014). Lo si evince dal Report “Gli alunni con cittadinanza non italiana A.S. 2017-2018” (stranieri-in-italia) pubblicato dal Miur. Nei diversi ordini di scuola, la proporzione dei nati in Italia sul totale degli studenti stranieri è dell’84,4% nella scuola dell'infanzia, del 75,2% nella primaria e raggiunge il 56,7% nella scuola secondaria di primo grado. Nella scuola secondaria di secondo grado gli studenti con cittadinanza non italiana nati in Italia sono ancora una minoranza (31,8%). Considerando la dinamica delle iscrizioni è tuttavia facilmente prevedibile che nel giro di qualche anno raggiungeranno la maggioranza anche in questo grado di istruzione. Nel 2017/2018 gli studenti italiani e gli studenti con cittadinanza non italiana nati all’estero sono diminuiti, nel confronto con l’anno scolastico precedente rispettivamente di 93 mila e quasi 13 mila unità, mentre come si è detto gli studenti nati in Italia da genitori stranieri sono aumentati di oltre 28 mila unità limitando il calo complessivo degli studenti totali a 77.000 unità. Anche tra le seconde generazioni vi sono, tuttavia, segnali di una tendenza alla contrazione, in particolare tra i bambini nell’età dell’infanzia. Infatti, l’aumento rilevato di 28.500 unità deriva da un aumento di 29.825 studenti nella scuola primaria e secondaria di I e II grado a fronte di un calo di quasi 1.600 bambini nella scuola dell’Infanzia. In effetti, è rilevabile che dall’A.S. 2014/2015 il contingente dei bambini con cittadinanza non italiana nati Italia presenti nella scuola dell’Infanzia tende a diminuire, così come accade per i bambini italiani e per quelli nati all’estero. Per quel che riguarda la dimensione nazionale, a fronte dell’aumento registrato dagli studenti nati in Italia, gli studenti che entrano per la prima volta nella scuola italiana tendono in realtà a diminuire. Considerando l’ultimo quinquennio, tra il 2013/2014 e il 2017/2018 i dati dei frequentanti (infanzia esclusa) registrano un saldo negativo di oltre 9 mila unità, di cui oltre 2 mila tra l’anno scolastico 2016/2017 e il 2017/2018. La riduzione ha interessato esclusivamente gli studenti della scuola di primaria diminuiti di oltre 3mila unità, pari al 35% rispetto all’anno precedente .

Aversa: domenica 28 luglio otto ragazzi nigeriani hanno ricevuto il battesimo

30 Luglio 2019 - Aversa - Domenica scorsa, 28 luglio, nella parrocchia Santa Maria a Piazza in Aversa, la Celebrazione del Battesimo di otto ragazzi nigeriani. La celebrazione è stata presieduta dal parroco don Gaetano Rosiello con la presenza di don Evaristo Rutino, direttore dell’ufficio Migrantes diocesano e di Padre Laurianus, Cappellano delle Comunità Francofone presenti nella diocesi di Aversa. “È stato sicuramente un bel momento di gioia e di condivisione spirituale”, commenta don Evaristo: “una preziosa occasione per continuare essere Chiesa che accoglie, promuove e integra i tanti fratelli stranieri presenti nel nostro contesto diocesano, realizzando concretamente quella parola di Gesù che dovrebbe essere vissuta come impegno da parte di tutti: ‘Ero forestiero e mi avete accolto’”. Prima di ricevere il sacramento del battesimo, i ragazzi nigeriani hanno svolto un cammino di preparazione, affiancati dalle rispettive famiglie di appartenenza. “Mi sento di ringraziare il parroco della Chiesa di Santa Maria a Piazza per l’accoglienza e per la testimonianza di fede dimostrate”, ha aggiunto don Evaristo:  “un ringraziamento sincero va anche alla comunità parrocchiale, così attenta e sensibile alla problematica dell’integrazione dei fratelli migranti, che ha preparato anche un momento di festa e di fraternità al termine della celebrazione”.  

Miur: la Lombardia è la regione con il più alto numero di studenti con cittadinanza non italiana

30 Luglio 2019 - Roma - Il dato nazionale del 9,7% di alunni con cittadinanza non italiana sul totale riassume una distribuzione territoriale “tutt’altro che omogenea”. Spiega il Miur  nel Report “Gli alunni con cittadinanza non italiana A.S. 2017-2018” (stranieri-in-Italia). La Lombardia è la regione con il più alto numero di studenti con cittadinanza non italiana (213.153), circa un quarto del totale presente in Italia (25,3%), laddove la regione assorbe il 15,1% degli studenti con cittadinanza italiana. Negli ultimi tre anni la regione ha registrato un aumento di oltre 9.000 studenti stranieri a fronte di un calo di oltre 11 mila studenti italiani. Viceversa, nelle scuole della regione Campania sono iscritti appena il 3% del totale studenti con cittadinanza non italiana, a fronte del 12,1% di studenti con cittadinanza italiana. Le altre regioni con il maggior numero di studenti stranieri sono l’Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Piemonte che ne assorbono una quota compresa all’incirca tra il 9% e il 12%. La presenza degli studenti con cittadinanza non italiana nelle diverse regioni incide, però, in misura diversa quando si studia il fenomeno in rapporto alla popolazione scolastica locale e alle sue dinamiche di crescita e/o diminuzione. Da questo punto di vista la regione in cui gli studenti con cittadinanza non italiana più incidono nel contesto scolastico locale è l’Emilia Romagna dove oltre il 16% degli studenti non ha la cittadinanza italiana. Segue la Lombardia con il 15,1%, al terzo e al quarto posto si collocano la Toscana (13,8%) e l’Umbria (13,7%) seguite dal Veneto (13,3%) e Piemonte (13,2%). In pratica per ogni 5 studenti italiani uno è straniero. Nell’ambito delle regioni meridionali l’incidenza degli studenti con cittadinanza non italiana è ovunque inferiore alla media nazionale del 9,7%. In particolare in Abruzzo gli studenti con cittadinanza non italiana incidono per il 7,4%, benché la regione accolga un numero modesto di studenti (1,6%) mentre in Campania l’esiguo numero di studenti con cittadinanza non italiana in rapporto alla ragguardevole consistenza della popolazione scolastica regionale fa sì che la loro incidenza non superi il 2,6%.  A livello provinciale si osserva che le prime 10 province con il maggior numero di studenti con cittadinanza non italiana assorbono da sole il 41,4% del totale. Prima in graduatoria è la provincia di Milano con 88.957 studenti (+3.838 rispetto al 2016/2017), seguita da Roma con 62.328 e Torino con 39.342 presenze. Tra le altre province figurano Brescia (32.950 studenti), Bergamo (25.435), Firenze (22.034), due province dell’Emilia Romagna (Bologna 21.531 e Modena 18.326) e due del Veneto (Verona 19.946 e Treviso 17.971).  

Miur: i tassi di scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana sono prossimi a quelli degli italiani

30 Luglio 2019 - Roma - I tassi di scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana sono prossimi a quelli degli italiani sia nella fascia di età 6-13 anni (intorno al 100%), corrispondente alla scuola del 1° ciclo, sia nella fascia 14-16 anni, corrispondente al primo triennio di secondaria di II grado (nella quale scendono al 90%). Al contrario, a 17 e 18 anni di età (ultimo biennio di secondaria II grado) il tasso di scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana diminuisce fino al 65,8% rispetto al 79,7% degli studenti italiani. E’ quanto emerge dal Report del Miur sugli alunni stranieri con cittadinanza non italiana 2017/2018 (stranieri-in-italia). Pur tenendo presente che i dati di base utilizzati per il calcolo dei tassi portano a sovrastimare – spiega il Miur - la situazione effettiva della scolarità tra gli studenti con cittadinanza non italiana e non considerando al momento la problematica del ritardo scolastico interessa “rilevare l’interruzione della frequenza scolastica che avviene a 17 e 18 anni e che di conseguenza impedisce a oltre un terzo degli studenti con cittadinanza non italiana di realizzare una formazione più completa per l’inserimento nel mondo del lavoro”. L’altro ambito educativo in cui la scolarità degli studenti con cittadinanza non italiana è “nettamente inferiore” a quella degli italiani, è la scuola dell’Infanzia. Tra i 3 e i 5 anni i bambini con cittadinanza non italiana presenti nelle scuole rappresentano il 79% (77% nel 2016/2017) dei bambini con cittadinanza non italiana residenti in Italia, mentre il dato raggiunge il 94% per i bambini italiani.

Sae: adesione all’appello di Clarisse e Carmelitane

29 Luglio 2019 - Assisi - È stata votata e approvata l’adesione dei partecipanti alla plenaria della sessione ecumenica del Sae alla lettera inviata dalle clarisse e carmelitane scalze al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in favore dei migranti e rifugiati che cercano protezione in Italia. L’incontro si è concluso sabato scorso ad Assisi.

Miur: circa 850mila gli alunni stranieri in Italia

29 Luglio 2019 -

Roma - Nell’anno scolastico 2017/2018 le scuole italiane hanno accolto complessivamente 8.664.000 studenti di cui circa 842.000 con cittadinanza non italiana. Rispetto al precedente Anno Scolastico la popolazione scolastica è calata complessivamente di oltre 77 mila unità, pari allo 0,9%. Gli studenti con cittadinanza italiana hanno registrato una flessione di 93 mila unità (-1,2%) a fronte di una crescita di quasi 16 mila studenti con cittadinanza non italiana (+1,9%), per cui la loro incidenza sul totale passa da 9,4% a 9,7%.

E’ quanto emerge dal Report del Miur sugli alunni stranieri con cittadinanza non italiana 2017/2018. Per il Miur al contempo, i dati di trend mostrano che la presenza degli annunci con cittadinanza non italiana tende a stabilizzarsi. Nel decennio 2008/2009 - 2017/2018 gli studenti stranieri sono complessivamente aumentati del 33,7% (+212 mila unità) un ritmo di crescita “assai lontano da quello verificatosi nel decennio precedente che aveva raggiunto il picco di oltre il 500% (+500 mila unità)”.