25 Febbraio 2025 - Durante i monitoraggi dei centri in Albania effettuati dal Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI) sono emerse almeno tre criticità importanti, innanzitutto "la questione dei tempi di trattenimento". Lo ha spiegato all'agenzia "9 Colonne" Filippo Miraglia, coordinatore del Tai, a margine della presentazione del rapporto “Oltre la frontiera. L’accordo Italia Albania tra propaganda e sospensione dei diritti”, redatto dal Tavolo Asilo e Immigrazione a fronte di informazioni e dati raccolti durante le tre visite di monitoraggio dei centri.
"Una persona - continua Miraglia - può essere privata dalla sua libertà per 48 ore prima che intervenga una convalida di un magistrato: le persone, dopo essere state salvate, vengono trasferite su una nave della Marina Militare e il periodo di tempo che intercorre tra quando salgono sulla nave della Marina fino a quando vengono portate in Albania è un periodo di fatto di trattenimento coatto, perché non vogliono andare in Albania, quindi non si capisce perché non dovremmo conteggiare i 3-4 giorni che hanno passato a bordo di quella nave nel periodo di trattenimento".
Un'altra questione critica, prosegue Miraglia, riguarda "l'individuazione della vulnerabilità", che "non funziona, perché palesemente alcune persone sono state ritenute vulnerabili dopo che era stato fatto il primo screening e quindi che erano state portate in Albania". Inoltre la procedura per rilevare la vulnerabilità dei migranti è per Miraglia "del tutto superficiale, soprattutto per le persone che arrivano dalla Libia che sono state tutte torturate e sottoposte a violenze e, come diciamo sempre, non è
che se uno è stato torturato va in giro con un cartello".
La terza questione riguarda poi la tutela legale, definita dal rapporto "di facciata", innanzitutto perché per i migranti è "indistinguibile l'audizione con la commissione dalla convalida del trattenimento col tribunale: non capiscono cosa fanno in una e cosa nell'altra, perché nessuno glielo spiega nella loro lingua. Successivamente vedono questo avvocato a distanza durante la convalida, ma non l'hanno visto prima né lo vedranno dopo, quindi si tratta di un avvocato che non si è preparato sul singolo caso, non gli ha spiegato niente, non ha potuto parlare col suo cliente. Sicuramente se si trattasse di un italiano non sarebbe ammissibile una tutela legale di questo tipo".