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Naufragio in Calabria: mons. Panzetta, “nel cuore una certa indignazione”

27 Febbraio 2023 - Crotone - Ancora una volta il nostro mare è diventato una tomba, di vite e di speranze. Ancora una volta una tragedia immane si consuma davanti ai nostri occhi. Si mette in moto la macchina dei soccorsi, fatta di operatori che sanno esprimere grande professionalità, di volontari instancabili, di gente che accorre spontaneamente per offrire quel che serve. Questo però non basta, non più. Non è più tollerabile che giovani vite siano inghiottite dalle onde e dalla nostra incapacità di mettere in atto, come comunità sociale, risposte strutturali, durature, di ampio respiro, perché non si debba più assistere al naufragio dell’umanità. “Sono appena tornato dal luogo della tragedia – ha detto l’arcivescovo di Crotone - Santa Severina, mons. Angelo Panzetta, che si è recato ieri pomeriggio a Steccato di Cutro – e ho nel cuore una certa indignazione. Vedere quasi sessanta buste piene di esseri umani che avrebbero potuto essere accolti diversamente ci dà da pensare e riempie il cuore di tristezza”. “Nella tradizione cristiana la persona umana è il diritto sussistente, poi vengono tutte le altre normative umane”, ha continuato il Vescovo. Questo ci fa avvertire tutto il senso di responsabilità per la vita di queste persone, nostri fratelli in umanità, che sono semplicemente alla ricerca di condizioni di vita migliori. Esercitano un diritto fondamentale, che viene loro negato perché non si è scelto ancora di mettere in atto misure efficaci, che garantiscano loro un viaggio sicuro e un’accoglienza dignitosa. Questo è un dovere morale fondamentale. Ogni ordinamento umano degno di questo nome, non può che rispettare questo valore imprescindibile. (Francesco Gentile)

Diocesi di Crotone-Santa Severina:” l’odio e l’indifferenza nei confronti dei migranti” è “contrario all’autentica pietà cristiana”

31 Agosto 2020 - Crotone - La tragedia che si è consumata ieri a largo della costa di Praialonga nel comune di Isola Capo Rizzuto "scuote profondamente le nostre coscienze di uomini e di credenti" e "ci spinge a chiedere perdono a Dio per questa ennesima tragedia dell’emigrazione". E' quanto scrive la diocesi di Crotone-Santra Severina in una nota dopo l'incendio di un barcone con a borod migranti che ha causato la morte di tre persone e il ferimento di un finanziaere. La comunitèà diocesana "piange per la morte di questi nostri tre fratelli migranti, dei quali pur non conoscendo i nomi, intuiamo la tragica storia di sofferenza, e spera che i dispersi (o il disperso) siano ritrovati salvi". la cuoria diocesana è vicina anche agli uomini della Guardia di Finanza rimasti feriti nelle operazioni di soccorso, così come "ci sentiamo in dovere di ringraziare e di lodare tutti gli uomini e le donne dello Stato, delle associazioni di volontariato e del personale medico e paramedico per la dedizione con cui si stanno adoperando nei soccorsi dei superstiti e nella ricerca dei dispersi. Riteniamo - si legge ancora nella nota - che sia proprio il prendersi cura del prossimo, senza distinzione di razza, lingua, sesso, religione, il valore più alto della nostra Repubblica di cui come cattolici ci sentiamo orgogliosamente ispiratori e parte integrante". La diocesi calabrese, guidata dall'arcivescovo mons. Angelo Raffaele Panzetta fa suo l’appello di papa Francesco, che proprio domenica scorsa, 23 Agosto, durante l’Angelus in Piazza San Pietro, ricordava ai credenti e alla comunità internazionale che "Il Signore ci chiederà conto di tutti i migranti caduti nei viaggi della speranza, vittime della cultura dello scarto" e fa appello al Governo Italiano, alla Commessione Europea e alla comunità internazionale perché "non lascino nulla di intentato nel favorire l’accoglienza dei migranti e la risoluzione dei conflitti interni ai loro Paesi che li costringono alla fuga. In questo momento siamo altresì increduli e turbati per l’aria d’odio e d’indifferenza che si respira sui social e ci preoccupa e rammarica sapere che anche tra chi si professa cristiano e cattolico ci si abbandoni a giudizi e a considerazioni che rasentano il razzismo". Da qui l'invito a tutti i responsabili politici ed amministrativi "del nostro paese a farsi carico dei problemi sociali che esasperano la nostra gente e che il Corona Virus ha aggravato ancora di più, guardando con lungimiranza ai valori di civiltà sanciti dalla nostra Costituzione, gli unici in grado di traghettarci verso una società più giusta, con meno disuguaglianze e più attenta ai bisogni dei cittadini più fragili. Come figli dell’unico Padre misericordioso, credenti in Gesù Cristo, che si è fatto prossimo di tutti, soprattutto dei più poveri e degli ultimi, riteniamo che l’odio e l’indifferenza nei confronti dei migranti, sia contrario all’autentica pietà cristiana". Il Vangelo di Gesù, attraverso la Dottrina Sociale della Chiesa - ssi legge ancora nelle nota - ricorda che ogni uomo è, "in quanto figlio di Dio, chiamato a realizzarsi in modo dignitoso secondo giustizia e carità". Pertanto è "eticamente inammissibile rifiutarsi di accogliere i migranti perché, come ricorda il Concilio Vaticano II 'Dio ha destinato la terra e tutto quello che essa contiene all'uso di tutti gli uomini e di tutti i popoli, e pertanto i beni creati devono equamente essere partecipati a tutti, secondo la regola della giustizia, inseparabile dalla carità'".  La Diocesi di Crotone- Santa Severina mentre si augura che "i toni più aspri si stemperino", presenta a Dio tutte "le vittime innocenti delle disuguaglianze mondiali e incoraggiamo, con rinnovato slancio, a favorire nel nostro territorio percorsi di integrazione, di fratellanza e di tutela dei più fragili e dei più poveri, perché nessuno tra di noi abbia a soffrire e a sentirsi escluso e scartato".

Raffaele Iaria