28 Luglio 2023 - Roma - L'Unhcr, Agenzia Onu per i Rifugiati, e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) esprimono "profonda preoccupazione per l'incolumità e il benessere di centinaia di migranti, rifugiati e richiedenti asilo bloccati in condizioni disperate in Tunisia in seguito all'allontanamento verso aree remote e desolate a ridosso delle frontiere con la Libia e l'Algeria. Altri ancora sono stati spinti a fare ingresso oltre confine in Libia o Algeria". Molte di queste persone erano state costrette a fuggire da Sfax in seguito ai recenti disordini in città, mentre altre erano state trasferite da vari centri urbani di tutto il Paese. "Tra loro si registra la presenza di donne (alcune delle quali incinte) e minori. Sono bloccati nel deserto, esposti a temperature estreme e senza accesso a ripari, cibo o acqua. In attesa di trovare con urgenza soluzioni dignitose, è necessario assicurare loro al più presto aiuti umanitari di vitale importanza", chiedono le due agenzie Onu, dicendo che si "hanno già notizie di persone che hanno perso la vita". "Questa tragedia deve terminare - affermano -. In tali circostanze, salvare vite deve rappresentare la priorità e le persone bloccate devono essere messe in salvo". Unhcr e Oim esprimono il proprio apprezzamento per il lavoro svolto dalle Società di Mezzaluna Rossa di Tunisia e di Libia, impegnate ad assicurare aiuti umanitari a centinaia di persone nelle aree di frontiera. E sottolineano la necessità di "mettere in atto operazioni di ricerca e soccorso per salvare le persone ancora bloccate su entrambi i lati del confine", risolvendo la situazione "in tempi rapidi". "A tal fine - precisano -, è necessario identificare le persone che necessitano di protezione internazionale e assicurare loro l'opportunità di presentare domanda di asilo, e inviare i migranti vulnerabili, tra i quali vittime di tratta e minori non accompagnati, ai servizi competenti. I diritti umani di migranti, rifugiati e richiedenti asilo devono essere rispettati conformemente al diritto nazionale e a quello internazionale. Nel rispetto degli obblighi internazionali, è necessario inoltre assicurare l'accesso al territorio e la sicurezza delle persone in arrivo bisognose di protezione internazionale". Unhcr e Oim rivolgono un appello a tutti i Paesi coinvolti, "affinché onorino i propri obblighi giuridici internazionali nei confronti di migranti, rifugiati e richiedenti asilo".
28 Luglio 2023 - Madrid - Le onde sono alte e picchiano senza pietà contro la chiglia. A volte anche il tempo è inclemente: la pioggia e il vento sferzano la barca e i passeggeri. A bordo non ci sono però navigatori esperti, marinai in grado di padroneggiare le acque sempre agitate dell'Oceano Atlantico, ma uomini, donne, bambini in cerca di un futuro migliore alle Isole Canarie, arcipelago sotto la sovranità spagnola a un centinaio di chilometri dalla costa africana. Quella verso le Canarie è una delle rotte più pericolose e, allo stesso tempo, più battute dell'immigrazione africana.
Secondo le stime dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), almeno 543 migranti sono morti o scomparsi durante quel viaggio lo scorso anno. Sempre nel 2022, secondo l'Oim, ci sono stati 45 naufragi sulla rotta; la cifra è sottostimata perché i dati sono scarsi e incompleti.
L'immigrazione verso le Canarie è iniziata nel 1994. «Fu quell'anno, ad agosto - spiega padre José Antonio Benítez Pineda, clarettiano, parroco di Nuestra Señora de la Paz en Las Rehoyas, a Las Palmas de Gran Canaria - che due saharawi a bordo di una piccola imbarcazione arrivarono sulla costa di Fuerteventura. Per orientarsi avevano seguito la luce emanata dal faro di Entallada, a Tuineje. Quei giovani hanno inconsapevolmente inaugurato la rotta più letale di tutte, quella che va dalle coste di Tarfaya a Fuerteventura. Sono appena cento chilometri ma la forza dell'Atlantico la rende pericolosissima». I migranti sono in maggior parte marocchini, seguiti a grande distanza da saharawi, cittadini senegalesi, guineani, ivoriani, gambiani e maliani. Il loro viaggio inizia sulle coste della Mauritania, del Sahara Occidentale e del Marocco, oppure su quelle del Senegal e del Gambia. «Alcuni si imbarcano in Costa d'Avorio e Guinea - continua padre José - paesi che hanno meno controlli di polizia nonostante il viaggio sia molto più lungo (più di 1500 chilometri di distanza, una decina di giorni di traversata, ndr ) e le possibilità di arrivare vivi siano minori. Molti migranti non sanno nemmeno nuotare. Sono consapevoli di rischiare la morte ma la forza della disperazione li porta a imbarcarsi e a tentare la sorte».
Nei primi nove mesi del 2022, secondo i dati forniti dal ministero dell'Interno spagnolo e dall'Unhcr (agenzia Onu per i rifugiati), sono arrivate alle Canarie 11.231 persone con un aumento di circa il 27 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. Nei primi cinque mesi del 2023, le isole hanno accolto 4406 migranti. Il totale a giugno supera i 3000, il che significa almeno 100 migranti ogni giorno. In mare vengono calate barche leggere, con motori fuoribordo. Marciano veloci, ma la traversata è faticosa.
Caldo di giorno, freddo di notte. L'acqua salmastra che brucia la pelle e gli occhi. I continui scossoni provocati dalle onde. Non tutti riescono a sopportare questo viaggio. «Molti migranti spesso perdono la testa», continua padre José: «Va tenuto conto che tanti di essi arrivano a imbarcarsi dopo viaggi estenuanti nel deserto per arrivare alla costa. Alcuni non ce la fanno e si gettano in mare. La barca sovraccarica, per evitare di capovolgersi, non può virare o fermarsi. Così molte persone perdono la vita. Anche chi non muore arriva alle Canarie profondamente provato. Sono comuni disidratazione, vertigini e ipotermia. In questi ultimi mesi, la popolazione delle isole è stata testimone di naufragi a pochi metri dalla costa in cui le vittime sono bambini, giovani e donne. Barche che arrivano spesso con a bordo i cadaveri».
Nel 2020 il Governo spagnolo ha varato il piano Canarias , un provvedimento, tuttora in vigore, per l'accoglienza di emergenza. «Questa misura doveva migliorare le condizioni dei migranti - osserva Benítez Pineda - ma non è altro che una soluzione improvvisata per una situazione già insostenibile a causa delle pessime condizioni di vita nei macrocampi che ospitano i migranti. Le organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato il sovraffollamento e le inutili sofferenze causate dalla cattiva gestione e dalla scarsa capacità di accoglienza, nonché dalla decisione del Governo di limitare i trasferimenti alle strutture disponibili nella penisola. Qualcosa è migliorato dopo le proteste ma molto rimane da fare». In tale contesto alcune realtà della Chiesa spagnola come la Caritas, il segretariato diocesano per le migrazioni, i gesuiti, i clarettiani, i salesiani, i fratelli lassalliani, le Figlie della carità e altre congregazioni religiose hanno creato un tavolo e stilato un quadro comune di lavoro che si basa sulla difesa della dignità e dei diritti umani, il cui obiettivo è offrire una risposta coordinata alla realtà delle migrazioni. In questo percorso, la Chiesa delle isole Canarie, insieme al sottosegretariato alle migrazioni della Conferenza episcopale, ha avviato i corridoi di accoglienza che cercano di collegare le diverse istituzioni ecclesiali per dare una risposta comune tra le diocesi. Allo stesso tempo si intende instaurare una collaborazione unitaria con la pubblica amministrazione, che rende possibile il transito.
«Vogliamo aprire varchi dicendo che il transito umanitario è possibile e generare significative storie di benvenuto che diano un segnale di speranza», conclude il parroco: «Non vogliamo sostituirci alla responsabilità dei governi e delle pubbliche amministrazioni, né risolvere tutte le sfide che sorgono dalla situazione di tanti giovani migranti nelle strade. Vogliamo solo dimostrare che un flusso ordinato è possibile attraverso iniziative pilota. È questo il segno coerente con cui, come Chiesa, ci mettiamo a disposizione della società per costruire insieme soluzioni umanitarie che favoriscano processi di inclusione nella vita sociale e lavorativa di questi giovani. Si tratta di esprimere, con il volto concreto della Chiesa in ogni territorio, la grandezza dell'accoglienza, per chi accoglie e per chi è accolto. Estendere e stabilire una cultura dell'ospitalità che contribuisca alla conversione personale e pastorale nelle diocesi, nelle comunità e nelle famiglie cristiane». (Enrico Casale - Avvenire)
28 Luglio 2023 - Roma - Nei giorni scorsi è stato approvato all’unanimità dalle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro alla Camera un emendamento al decreto legge c.d. Pubblica amministrazione 2 (DL 75/2023 recante Disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l'organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per l'anno 2025, a.C. n. 1239), che modifica il Testo unico sull’immigrazione, il Dlgsv. n. 286 del 1998 che all’articolo 27 disciplina gli “ingressi per lavoro in casi particolari”. La successiva c.d. legge Bossi-Fini del 2002 (n. 189) limitò la casistica a figure professionali altamente specializzate: docenti universitari, ballerini, sportivi, medici e infermieri professionali, tra gli altri. Con l’emendamento approvato si sono allargate decisamente le maglie della Bossi-Fini, concedendo il visto di ingresso ai “lavoratori che siano stati dipendenti, per almeno dodici mesi nell’arco dei quarantotto mesi antecedenti alla richiesta, di imprese aventi sede in Italia, ovvero di società da queste partecipate, così come rivenienti dall’ultimo bilancio consolidato ai sensi degli articoli 25 e seguenti del decreto legislativo 9 aprile 1991, n. 127, operanti nei Paesi extracomunitari, ai fini del loro impiego nelle sedi delle suddette imprese o società presenti nel territorio italiano”. A parte la finestra temporale del decreto flussi, l’emendamento rappresenta il primo e più concreto segnale nei confronti del sistema produttivo che per il triennio chiedeva addirittura 833 mila visti per lavoro. La modifica segue di pochi mesi la novità sui corsi di formazione attivabili all’estero da organizzazioni di categoria, sindacati, ong ed enti di vario genere per allargare i numeri dei decreti flussi con visti extra quote. (Alessandro Pertici)
27 Luglio 2023 - Cagliari - “Orizzonti comuni": questo il titolo del campo estivo internazionale di formazione, servizio, condivisione e preghiera che si svolgerà a Cagliari dal 18 al 26 agosto su iniziativa della Caritas in collaborazione con il Seminario Arcivescovile, i missionari Saveriani di Cagliari, l’Ufficio diocesano Migrantes, la Pastorale Giovanile e la Pastorale Vocazionale diocesana, diverse associazioni e realtà di inclusione sociale e con il sostegno di Fondazione di Sardegna. Il campo, destinato ai giovani dai 16 ai 28 anni, avrà sede presso il Centro dei missionari Saveriani e si pone in continuità con l’attenzione della Chiesa di Cagliari verso i giovani e con i percorsi e le progettualità attivate dalla Caritas diocesana, nell’ambito dell’educazione alla pace, alla mondialità, alla solidarietà. Il tema guida sarà quello della pace, confronto, dialogo e riconciliazione. Si tratterà di un’esperienza di vita comunitaria fatta di amicizia e fraternità con giovani che provengono da diversi Paesi del Mediterraneo, per scoprire la bellezza della multiculturalità; esso proporrà momenti di servizio nelle opere segno della Caritas diocesana e in altre realtà di inclusione sociale, oltre a momenti di formazione attraverso l’ascolto di testimonianze di chi si impegna nel concreto a vivere solidarietà e attenzione per il Creato.
27 Luglio 2023 - Treviso - Festeggia 50 anni di vita l'Associazione "Trevisani nel Mondo". Domenica prossima, 30 luglio, a Pian Cansiglio è prevista la trentesima edizione della manifestazione internazionale Cansiglio Day, dal 2008 scelta dalla Regione Veneto come “Giornata dei veneti nel mondo”. Nei due giorni precedenti, domani e sabato, vari eventi ospitati a Castelfranco Veneto. Domani, nel giardino del teatro Accademico, lo spettacolo “Ridi e canta con noi”. Sabato 29 nel centro storico di Castelfranco Venet una rievocazione dei vecchi mestieri. Seguirà la messa dell’emigrante in duomo, mentre in centro c’è uno stand gastronomico e mercato di prodotti agro-alimentari tipici del territorio. Il titolo dell’evento è “Turismo delle origini. Una festa trevisana”. La manifestazione, infatti, oltre a celebrare il cinquantennio dell’associazione, apre le porte al 2024 Anno del turismo delle radici, o delle origini, che vede protagonisti milioni di persone di origine italiana che vivono fuori dai confini nazionali per nuove opportunità rivolte al territorio. Domenica il Cansiglio Day inizierà con il ritrovo nel piazzale del rifugio Sant’Osvaldo. Seguirà la sfilata con gonfaloni, autorità e partecipanti, preceduta dalla Banda di Cappella Maggiore. Alle 11 la messa celebrata dal vescovo di Treviso, mons. Michele Tomasi, animata dal coro Atelier Agogica. Seguiranno il saluto e un pranzo comunitario.
Gesù non è filosofo astratto o retore che affascina con la sua eloquenza, è molto concreto con le opta immagini vive e il desiderio di renderle operanti nel contesto, microscopico di ciascuno ma pur sempre irradiante su tutti e su tutta la comunità.
Matteo fa seguire una parabola all’altra, portando chi ascolta a interrogarsi su che cosa significhi la dinamica del regno. L’appello è sempre alla conversione, alla teshuvah: puntare i talloni e girarsi, cambiare, mutare. Osare giocare se stessi non per un potere mondano che, lì per lì, indubbiamente appaga e onora ma, poi, alla resa dei conti lascia amarezza, se non sconfitta.
Prestigio e guadagno non si addicono al Regno, quello di Dio, anche nel regno dei mortali che dominano, di tutti coloro che sono sempre degli arrampicatori sociali, prima o poi si svela il lato debole che produce il tonfo.
Il tesoro è nascosto, non palese a portata di mano ma a portata di fatica perché il contadino deve arare, lavorare duramente in un campo non suo, mentre la scoperta è casuale.
Chi sotterra qualche cosa, vi attribuisce valore notevole, tutela il suo tesoro, il suo bene, pensando forse a qualche erede che ne avrebbe potuto godere oppure a se stesso in tempi migliori?
Il nostro contadino, quello che scopre il tesoro- vale a dire noi stessi se accogliamo la parola che Gesù ci porge- non è un allocco, non grida ai quattro venti la sua scoperta: la tutela.
Vende quanto vale di meno e si assicura il bene maggiore. Il richiamo è limpido: il Regno di Dio vale per ognuno e per ognuna di noi la vendita di tutto quanto si possiede? In realtà noi stessi, con le nostre tensioni e i nostri desideri, le nostre vittorie e le nostre sconfitte, tutta la nostra esperienza di vita deposta nelle mani di Colui che annuncia salvezza personale e di tutti.
Quanti calcolano, esitano, si ritraggono?
Non hanno captato lo sguardo lungo che solo la nudità di ogni possesso conferisce alla persona, solo la consegna di sé garantisce che Lo si segue e tutto l’agire intende realizzare solo il Regno e non il proprio guadagno o la propria fama.
Per farsi intendere ancora di più, Gesù attira l’attenzione dei discepoli sulla perla di grande valore. Ecco comparire nuovamente la stessa dinamica e la stessa opzione sottesa: chi vuol capire e si abbandona, ha veramente afferrato l’invito del Figlio.
La sproporzione di ogni bene terreno e anche di se stessi come persona, è ineguagliabile e dovrebbe non solo risplendere ma abbagliare.
Come la perla che il mercante competente non cede a nessuno.
Quale schermo siamo capaci di opporvi? Quella stretta e angusta visuale solo su quanto si tocca e si possiede subito.
Non si può usare la calcolatrice con il Vangelo, bisogna buttarla, cestinarla e apprendere un linguaggio nuovo e inedito: la gratuità radicale.
E la paura? L’interrogativo si fa pungente: lasciare o trovare?
In fin dei conti …saremo pesci buoni o pesci cattivi? Al compimento, non alla fine del mondo.
Dipenderà dall’amore gratuito anche se siamo deboli e incapaci, solo per questo desiderio il Padre Misericorde ci guarderà e ci accoglierà.
Unica strada per diventare scriba accorto: cercare e gustare la sapienza con gioia.
Il senso dell’esistere nel pieno del quotidiano e banale lavoro, neppure nel proprio terreno: giace nel terreno di tutti, ovunque vivano.
Dinamica di decisione e dinamica di responsabilità.
Per questo tesoro siamo stati creati, per vivere di gioia.
Ognuno, se ha capito, se ha deciso, è scriba, gioioso anello di trasmissione. (Cristiana Dobner)
27 Luglio 2023 - Bruxelles - Dopo l'accordo dell'8 giugno a Lussemburgo sul cuore del Patto migratorio, ieri si è assistito a una nuova battuta d'arresto. Al centro un regolamento non incluso nell'accordo di giugno ma che è parte integrante del Patto: il meccanismo previsto in caso di gravi crisi migratorie, di cui hanno discusso ieri gli ambasciatori dei Ventisette a Bruxelles. Tra i punti più controversi, la possibilità per i Paesi sottoposti a forte pressione migratoria di potere almeno in parte derogare dagli obblighi di responsabilità, anzitutto quello di riprendersi migranti irregolari spostatisi dal proprio territorio a quello di altri Stati membri, e dall'attuazione integrale dei controlli dei migranti alle frontiere esterne. Un punto caro all'Italia ma inviso a vari Paesi soprattutto del centro-nord Europa. A esprimersi in modo contrario sono stati l'Austria e la Repubblica Ceca, oltre all'Ungheria e la Polonia che bocciano nella sua interezza il Patto, mentre la Germania, l'Olanda e la Slovacchia si sono astenute. In questo modo la presidenza spagnola dell'Ue ha dovuto constatare l'assenza di una maggioranza qualificata.
L'appuntamento è alla nuova riunione degli ambasciatori il 6 settembre, ma fonti diplomatiche fanno sapere che i «contatti» proseguiranno anche in agosto. Centrale è la Germania: se Berlino si sposterà sul sì, la maggioranza ci sarà. Senza, non sarà possibile avviare i negoziati con il Parlamento Europeo sull'intero pacchetto, e il tempo stringe vista l'imminente fine della legislatura Ue e le elezioni europee del giugno 2024. (G.M.D.R.)
26 Luglio 2023 - Roma - Sono 65mila i ragazzi italiani in partenza per la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, in programma dall’1 al 6 agosto. Ad accompagnarli 106 Vescovi insieme a sacerdoti, religiose e religiosi, educatori e animatori. Nella capitale portoghese, la delegazione azzurra – che vede rappresentate 180 Diocesi - avrà come punto di riferimento “Casa Italia”, un luogo dove trovare informazioni e materiali, risolvere problemi, oltre che per incontrarsi, stare insieme e condividere esperienze, anche con chi è rimasto a casa o sui social grazie al wifi gratuito. Ubicata in una scuola gestita dalla Suore di Santa Dorotea della Frassinetti in rua Artilharia, a “Casa Italia” – che sarà ben riconoscibile grazie agli allestimenti ideati e realizzati dagli studenti dell’Accademia di arti grafiche del Patronato San Vincenzo di Bergamo – saranno operativi la segreteria del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile che offrirà assistenza agli accompagnatori e ai responsabili dei gruppi, un ufficio dell’Ambasciata e un presidio medico. Ad inaugurare il “quartier generale tricolore” a Lisbona sarà mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, domenica 30 luglio alle 12 (ora portoghese).
Rispetto al programma ufficiale della Gmg, i ragazzi italiani parteciperanno dal 2 al 4 agosto alle catechesi che saranno tenute dai Vescovi nei luoghi di alloggio dei pellegrini. Il 2 agosto, alle 20 (ora portoghese), il Passeio Maritimo de Algés ospiterà la Festa degli italiani, un momento di condivisione e riflessione trasmesso in diretta da Tv2000 a partire dalle 21 (ora italiana).
“Il coinvolgimento delle Diocesi, che da mesi si preparano a questo appuntamento, e la grande partecipazione dei ragazzi – sottolinea don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI - raccontano di una Chiesa viva e più giovane di quanto immaginiamo. Quella di Lisbona sarà un’esperienza particolare per diversi motivi: innanzitutto, la generazione che vi prende parte, per questioni anagrafiche, non ha mai vissuto qualcosa di simile ma viene dalla sofferenza della pandemia; inoltre, è la prima volta che l’incontro mondiale dei giovani si svolge in un Continente in cui è in atto una guerra. Ogni Gmg è un grande laboratorio: culture, lingue, provenienze diverse aprono il cuore alla comprensione dell’esistenza stessa. Questa edizione, in particolare, servirà anche a rigenerare la fiducia negli altri, la consapevolezza che dipendiamo gli uni dagli altri, che abbiamo bisogno di riconoscere nell’altro un fratello e che vale la pena mettersi in gioco. E di farlo, come ci ha ricordato Papa Francesco, con quella mistica del cammino che è sempre vicino agli altri e non da soli”.
Roma - Sono 87.487le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno, secondo il dato, aggiornatao ad oggi, del ministero degli Interni. Di questi 10.392 sono di nazionalità ivoriana (12%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Guinea (10.088, 11%), Egitto (7.786, 9%), Bangladesh (6.704, 8%), Pakistan (6.087, 7%), Tunisia (5.866, 7%), Burkina Faso (5.086, 6%), Siria (4.063, 5%), Camerun (2.963, 3%), Mali (2.856, 3%) a cui si aggiungono 25.596 persone (29%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.
26 Luglio 2023 - Roma - In occasione della Giornata mondiale contro la tratta di persone che si celebra il 30 luglio, Talitha Kum, la rete globale di suore, alleati e partner, fondata nel 2009 dall’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), si unisce alla comunità internazionale impegnata contro la tratta di esseri umani. Il tema di questa edizione è “Reach every victim of trafficking, Leave no One Behind” (in italiano “Raggiungi ogni vittima della tratta, non lasciare nessuno indietro”) e Talitha Kum organizza il 28 luglio un incontro online sulla tratta con la partecipazione di giovani impegnati in tutto il mondo, che condivideranno idee e buone pratiche. Una delegazione di Talitha Kum international parteciperà alla Giornata mondiale della gioventù (Ggm) a Lisbona dal 1 al 6 agosto e coinvolgerà i partecipanti in attività di sensibilizzazione sulla tratta. Nel Rapporto recentemente presentato da Talitha Kum dati, storie, testimonianze e analisi critiche. “Il report nel 2022 mostra una significativa crescita quantitativa e qualitativa nelle aree della prevenzione, della cura delle vittime, accesso alla giustizia e networking. Talitha Kum è cresciuta, fino a diventare una rete di reti che raggiunge 560.606 persone in tutto il mondo”. Si tratta di un aumento del 40% rispetto al 2021. “Di queste 506.606 persone, 34.463 sono vittime e sopravvissuti, 442.276 sono coinvolte in azione di prevenzione, mentre 83.867 in quelle di networking, formazione e capacity-building”. A fronte di questa crescita nelle attività, c’è stata invece una lieve diminuzione dei membri attivi e dei collaboratori – spiega un comunicato – che nel 2022 sono stati 5445 (circa 554 in meno dell’anno precedente, equivalente ad un 9% in meno). “Un altro aspetto interessante delle attività di Talitha Kum è la sua forte collaborazione con altre religioni o gruppi interreligiosi, e in questo ambito si è registrato un aumento del 31% delle collaborazioni, sia a livello locale, regionale e internazionale, in particolare in Asia, Africa e Oceania”.
26 Luglio 2023 - Cosenza - Un viaggio sognato, atteso, voluto, per ritrovare le proprie radici. L’aspirazione di ogni emigrato, di chi ha varcato confini, superato oceani per approdare in regioni lontane, sconosciute, alla ricerca di condizioni di vita migliori. Rodolfo Fuoco è giunto in Italia dopo tredici ore di volo, proveniente dall’Argentina, assieme a parte della famiglia. Un tour che lo ha portato in diverse località d’arte e turismo (Cinque Terre, Firenze, Roma e Costiera Amalfitana) prima dell’ultima tappa alle pendici della Sila, nel piccolo borgo di Saliano, in cui è cresciuto il padre Rosario prima di trasferirsi nella terra dei gauchos. Una esperienza toccante fra stradine di montagna, orti e case antiche. Un impatto fisico (ed emotivo) disorientante rispetto alla realtà della Grande Buenos Aires coi suoi 18 milioni di abitanti, i 48 barrios, le immense avenida e la sterminata e fertile Pampa. Rodolfo è arrivato a Rogliano accompagnato dalla figlia Daniela.
“Eravamo molto entusiasti di vedere il posto – ha affermato quest’ultima - e non abbiamo smesso di fotografare ogni angolo. E’ stato come fare un viaggio indietro nel tempo immaginando i miei nonni che vivevano lì e facevano lunghi chilometri per vendere quello che producevano”. I due italo-argentini hanno sostato intrattenendosi con alcune donne del posto, ricordando circostanze, date e persone.
Un incontro che permesso un flash-back di forte intensità emotiva. “La felicità di mio padre – ha aggiunto Daniela – è valsa lo sforzo di questo viaggio. E’ stato un sogno per lui e un momento speciale per me. L’opportunità di conoscere le origini, l’identità”.
Nato il 12 ottobre 1900, il nonno Rosario Fuoco ha lasciato l’Italia il 20 novembre 1924. Si è imbarcato sulla nave ‘Conte Rosso’ dal porto di Genova alla volta della capital federal, dove ha vissuto (Villa Bosch) lavorando prima come contadino, poi in una impresa edile. Sposato con la compaesana Elvira Aiello (che lo ha raggiunto il 17 maggio 1937) e dalla quale ha avuto quattro figli (Francisca, Francisco, Angel e Rodolfo), si è spento l’8 marzo 1971. Una pagina di memoria del Savuto, una storia da raccontare. (PDV)
26 Luglio 2023 - Roma - A cosa serve una Gmg se non a essere sempre più protagonisti della propria vita? E cos'è una Gmg se non uno spazio, per la Chiesa tutta, di scoprire che i giovani possono essere davvero protagonisti nella società così come nella comunità dei credenti? Ecco perché proprio «Protagonisti» è il titolo scelto per la festa degli italiani che si terrà a Lisbona il 2 agosto presso il Passeio Maritimo de Algès (non lontano dalla Torre di Belem, uno dei simboli della città) dalle 20 (ora locale) e in diretta su Tv2000 alle 21 (ora italiana). Un appuntamento di ogni Gmg, promosso dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile e dedicato a tutti i pellegrini provenienti dalla nostra Penisola. La festa di mercoledì prossimo, spiegano gli organizzatori, sarà un momento di musica e spettacolo, ma soprattutto di riflessione. L'idea è quella di ascoltare i ragazzi che sono i veri protagonisti della Gmg, come racconta il titolo, partendo da temi che li riguardano come il fallimento, l'amore, il futuro, i sogni, la poca fiducia nelle istituzioni, le relazioni sbagliate, l'indifferenza, la famiglia.
«In questi dieci anni alla guida della pastorale giovanile italiana, abbiamo provato a lavorare molto sulla cura e sull'ascolto sincero dei ragazzi - racconta don Michele Falabretti, responsabile del Servizion nazionale per la pastorale giovanile -. Ascoltare significa non avere risposte già pronte, ma farsi interrogare da gesti, azioni, parole che vengono dai ragazzi. Solo uno sguardo che parte dal desiderio di bene può spingerci oltre l'indifferenza, oltre la ribellione, facendoci arrivare dritti al cuore».
La speciale serata sarà aperta dalle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, raccolte durante la visita al Quirinale di una delegazione di giovani in partenza per Lisbona, ricevuti assieme al segretario generale della Cei, l'arcivescovo Giuseppe Baturi. Un incontro cordiale e significativo, durante il quale il Capo dello Stato ha firmato la bandiera italiana portata dai ragazzi a Lisbona.
Al Passeio de Alges a condurre le fila della serata mercoledì saranno Carolina di Domenico e Gabriele Vagnato. Gli ospiti che saliranno sul palco e faranno sentire la propria voce attraverso le testimonianze o la propria musica non daranno risposte, ma proveranno a dare una chiave di lettura o uno stimolo in più rispetto ai grandi temi che animeranno la serata. Tra gli ospiti ci saranno l'attrice Giusy Buscemi, don Luigi Ciotti, l'insegnante e scrittore Enrico Galiano, la pallavolista della nazionale Cristina Chirichella, l'operatore umanitario Gennaro Giudetti. Non mancheranno gli artisti conosciuti dai più giovani come LDA, Fiat 131, Carlo Amleto (comico e cantautore, nuova scoperta di Zelig e Bar Stella), Dany Cabras e Mr Pallotta con il loro dj set.
La serata si concluderà con un momento di preghiera e lo scambio dei doni (la Madonna di Loreto e la Croce di San Damiano) che saranno lasciati alla diocesi di Lisbona. Saranno presenti il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, il segretario della Cei, Baturi, e, per la diocesi di Lisbona, il vescovo ausiliare Américo Aguiar, che sarà creato cardinale nel Concistoro di settembre. (Matteo Liut)
Roma - Nell’aprile 2023, 72.630 richiedenti asilo per la prima volta (cittadini non Ue) hanno presentato domanda di protezione internazionale nei Paesi europei. Si tratta di un aumento del 34% rispetto all’aprile 2022 (54.350). I richiedenti successivi sono stati 5.310, con una diminuzione del 5% rispetto all’aprile 2022 (5.610). È quanto emerge dai dati mensili sull’asilo pubblicati oggi da Eurostat. “La maggior parte dei richiedenti asilo per la prima volta sono siriani e afghani come nei mesi precedenti, nell’aprile 2023 i siriani sono stati il gruppo più numeroso (9.420)”. Seguono gli afghani (7.405), venezuelani (5.785), colombiani (4.770) e turchi (4.640). Dopo l’aggressione della Russia contro l’Ucraina, si è registrato un “aumento significativo dei richiedenti asilo per la prima volta ucraini (da 2.105 nel febbraio 2022 a 12.190 nel marzo 2022), ma il numero è diminuito mensilmente fino a 895 nell’aprile 2023”. Questo anche perché le persone in fuga dall’Ucraina beneficiano di una protezione temporanea. “Nell’aprile 2023, il numero di richiedenti asilo per la prima volta con cittadinanza russa era al dodicesimo posto tra tutte le cittadinanze, con 1.720 domande”. Germania, Spagna, Francia e Italia hanno rappresentato il 72% dei richiedenti asilo per la prima volta. Nell’aprile 2023, la Germania (20.950), la Spagna (12.910), la Francia (10.260) e l’Italia (8.175) hanno ricevuto il maggior numero di richiedenti asilo per la prima volta, rappresentando quasi i tre quarti (72%) di tutti i richiedenti per la prima volta nell’Ue.
Nell’aprile 2023, in Europa i richiedenti asilo per la prima volta erano 162 per milione di persone. “Nove Stati membri hanno registrato un tasso superiore a quello complessivo dell’Ue” rispetto alla popolazione di ciascun Paese a gennaio 2023. Il tasso più basso è stato osservato in Ungheria (0,4). Inoltre, nell’aprile 2023, “2.625 minori non accompagnati hanno presentato domanda di asilo per la prima volta nell’Ue, provenienti soprattutto da Afghanistan (895) e Siria (685)”. Infine, sempre nell’aprile 2023, a ricevere il maggior numero di domande di asilo da parte di minori non accompagnati sono stati la Germania (1.105), davanti a Paesi Bassi (340) e Austria (285).
Roma - Sono 87.351 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo il dato fornito oggi dal ministero degli Interni. Di questi 10.048 sono di nazionalità ivoriana (11%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Guinea (9.812, 11%), Egitto (7.751, 9%), Bangladesh (6.670, 8%), Pakistan (6.087, 7%), Tunisia (5.771, 7%), Burkina Faso (4.995, 6%), Siria (4.058, 5%), Camerun (2.836, 3%), Mali (2.740, 3%) a cui si aggiungono 26.583 persone (30%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Fino ad oggi sono stati 8.795 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare, sempre secondo il Viminale.
25 Luglio 2023 - Roma - C’è anche un bambino tra i cinque dispersi di un naufragio di migranti avvenuto domenica in acque maltesi. A provocare il ribaltamento del barcone — partito sabato notte da Sfax, in Tunisia, e sul quale viaggiavano circa 45 persone —, pare sia stato il tentativo di un peschereccio tunisino di sottrarre il motore ai migranti. Soccorsi dalla guardia costiera, i superstiti sono approdati a Lampedusa; alcuni di loro sono stati ricoverati in ospedali per ustioni e ipotermia. Ma l’isola siciliana ieri è stata teatro di numerosi sbarchi: in sole 24 ore, se ne sono contati 21, per un totale di 829 persone, tutte trasferite poi all’hotspot di contrada Imbriacola. Un altro grave naufragio si è verificato al largo della capitale del Senegal, Dakar, ed ha provocato almeno 17 vittime. I corpi senza vita dei migranti sono stati trovati su una spiaggia e recuperati dalla marina. Altri 5 cadaveri, invece, appartenenti a persone africane, sono stati recuperati nel deserto libico, al confine con la Tunisia, dalle guardie di frontiera di Tripoli. Nella
medesima zona, oltre 400 migranti, tra cui molti bambini, sono stati soccorsi dalla Mezzaluna rossa libica e dall’Unicef che hanno fornito loro acqua potabile, cibo e kit igienici.
25 Luglio 2023 -
Roma - Un «piano d'azione» per avviare misure concrete per la crescita e lo sviluppo del Mediterraneo e dell'Africa: questo il focus della Conferenza internazionale sullo sviluppo e le migrazioni, organizzata dal governo italiano e svoltasi a Roma, alla presenza di 21 tra leader dei Paesi del Mediterraneo, del Golfo, dell'Unione europea e dell'Unione africana.
Le conclusioni dei lavori, che saranno trasmesse all'Onu, delineano «una piattaforma strategica, globale» per «rinnovare l'impegno comune ad affrontare i fattori politici, socio-economici e climatici della migrazione e a promuovere percorsi legali e sicuri per i migranti e contrastare più efficacemente la tratta di esseri umani». Un obiettivo ribadito anche dal presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha chiesto di «aprire percorsi legali di migrazione fra i continenti e contro trafficanti spietati». Il modello da seguire, ha aggiunto, deve essere l'accordo siglato recentemente con la Tunisia, ovvero «un approccio pragmatico basato su interessi condivisi e valori comuni». Presente a Roma, tra gli altri, anche il presidente tunisino, Kaïs Saïed, ricevuto stamani dal suo omologo italiano, Sergio Mattarella.
Il documento finale della Conferenza invita, inoltre, «le organizzazioni internazionali a valutare le forme più opportune di sostegno finanziario ai Paesi di origine e di transito dei migranti per la realizzazione di iniziative e progetti di cooperazione». Al contempo, si sottolinea «il nesso clima-rifugiati», con l'impegno a «rafforzare il ruolo dell'Africa, del Mediterraneo e del Golfo come hub per la cooperazione sulle energie rinnovabili».
«La Conferenza di Roma - ha detto il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni - è l'inizio di un percorso pluriennale, ma con una obiettivi urgenti». Le ha fatto eco il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, il quale ha parlato di «un impegno rafforzato e condiviso da parte dei governi e delle organizzazioni internazionali».
Voci critiche, tuttavia, arrivano da alcune ong, come Save the children che afferma: «È necessario che l'assistenza ai Paesi terzi sia fondata sul rispetto dei diritti umani», perché «solo adottando misure concrete per migliorare le condizioni dei più vulnerabili, compresi i minori, l'Ue può aspirare a definire politiche sostenibili e a lungo termine nel campo della migrazione».
25 Luglio 2023 - Roma - Ancora soccorsi e arrivi: l'imbarcazione Ong Nadir ha chiesto aiuto per 87 persone che ha a bordo, provenienti da tre soccorsi. Altre 15 sono assistite su una scialuppa di salvataggio. Provengono dalla Tunisia. Domenica Nadir aveva preso a bordo 17 persone, poi soccorse dalla Guardia costiera italiana. Altri 100 migranti sono sbarcati a Lampedusa dopo che i tre barchini sui quali viaggiavano sono stati agganciati dalle motovedette di Guardia di finanza e Frontex. Salgono a 12, per un totale di 424 persone, gli approdi a partire dalla mezzanotte. I migranti sono originari di Gambia, Guinea, Guinea Conakry, Mali, Senegal, Tunisia e Senegal.
I tre natanti sono partiti dalla Tunisia, stando alle dichiarazioni degli sbarcati: due da Djerba e l'altro da Sfax. Sono invece 75 le persone a bordo della nave Ong Open Arms che ieri ha effettuato una seconda operazione di soccorso di naufraghi sotto il coordinamento della Guardia costiera italiana: 37 persone, tra cui un bambino di 14 anni che viaggiava da solo. «Quattro persone gravemente disidratate e denutrite - spiega la Ong - sono arrivate a bordo incoscienti e sono state immediatamente trattate dal nostrro team medico». La nave, che qualche ora prima aveva soccorso 38 migranti, é adesso diretta verso il porto assegnato di Napoli.
Sono complessivamente 86.132 i migranti giunti in Italia via mare da inizio anno, quasi tre volte tanto rispetto a un anno fa, con 36.600 arrivi registrati. Sono invece 1.931 quelli che hanno perso la vita lungo la rotta centrale, solo nel 2023.
24 Luglio 2023 - Città del Vaticano - Papa Francesco ancora una volta richiama "l’attenzione sul dramma che continua a consumarsi per i migranti nella parte settentrionale dell’Africa”: “Migliaia di essi - ha detto ieri al termine dell'Angelus in piazza San Pietro - tra indicibili sofferenze, da settimane sono intrappolati e abbandonati in aree desertiche”. Da qui l'appello, in particolare ai capi di Stato e di Governo europei e africani, affinché "si presti urgente soccorso e assistenza a questi fratelli e sorelle. Il Mediterraneo non sia mai più teatro di morte e di disumanità. Il Signore illumini le menti e i cuori di tutti, suscitando sentimenti di fraternità, solidarietà e accoglienza". (Raffaele Iaria)
Roma - “Avviare un percorso internazionale per attuare misure concrete per la crescita e lo sviluppo del Mediterraneo allargato e l’Africa; affrontare le cause profonde dei flussi irregolari per sconfiggere l’attività criminale dei trafficanti di esseri umani; individuare soluzioni a tutela dell’ambiente cogliendo le sfide della diversificazione energetica e del cambiamento climatico”. Questi gli obiettivi al centro della prima “Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni” che si svolgerà domani, domenica 23 luglio, a Roma, presso il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, organizzata su iniziativa del presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni. Nell’occasione, spiegano da Palazzo Chigi, si riuniranno i leader di quasi tutti gli Stati della sponda Sud del Mediterraneo allargato, del Medio Oriente e del Golfo, gli Stati Ue di primo approdo e alcuni partner del Sahel e del Corno d’Africa, i vertici delle Istituzioni europee e delle Istituzioni finanziarie internazionali per affrontare le emergenze e lanciare una strategia di sviluppo condivisa. “Si tratta di un’iniziativa di politica estera – viene precisato in una nota – dove l’Italia esercita il suo ruolo centrale nel Mediterraneo allargato con il fine di dare avvio a un percorso pluriennale, con impegni concreti e verificabili da parte degli Stati partecipanti sui temi dello sviluppo e delle migrazioni”. “La Conferenza – viene sottolineato – mira a governare il fenomeno migratorio, contrastare il traffico di esseri umani e promuovere lo sviluppo economico secondo un nuovo modello di collaborazione fra Stati, attraverso la pianificazione e la realizzazione congiunta di iniziative e progetti in sei settori principali: agricoltura; energia; infrastrutture; educazione-formazione; sanità; acqua e igiene”.
Roma - Siamo tutti o quasi tutti, alle prese con un’estate infuocata e sappiamo bene che cosa significhi soffrire il caldo e la sete. Abbiamo però a portata di mano bibite, gelati, ghiaccio. Insomma… ci difendiamo. È difficile sostare sulla fotografia della madre e della sua bambina non distese a prendere il sole sulla spiaggia ma morte, sfinite, letteralmente abbandonate dalle forze sulla sabbia ustionante di un deserto che non perdona.
(Foto Ahmad Khalifa)
Non si tratta di un incidente, di un quid imprevedibile che, una volta capitato o sopravvenuto, è indipendente dal proprio o altrui volere. È un caso in cui noi, persone, dobbiamo vergognarci di queste morti che, magari, non sono le sole e non lo saranno le sole, perché dipendono da noi, dal nostro volere. Si può abbandonare esseri umani, come noi bisognosi di cibo, di acqua, di riparo diurno e notturno, soprattutto bisognosi di accoglienza?
Accoglienza semplice, non sofisticata ma quella che può guardare negli occhi la persona che hai davanti.
In quella fotografia della vergogna, un aspetto fa tremare lo sguardo: non si vede il volto della madre e della figlia, cadaveri.
Indubbiamente chi, personalmente, o in gruppo si implica nei traffici dei migranti, non batterà ciglio, con una spallucciata sarà capace di dire: toh! Due di meno!
Se poi hanno già pagato e non devono saldare il conto giunte a destinazione, non rientrano nemmeno nella lista da controllare.
Perché madre e figlia hanno lasciato la loro casa (se l’avevano), il loro paese?
Nessuno ignora che cosa significhi deserto: dune, sabbia, caldo torrido implacabile, notti gelide, mancanza di cibo e di acqua.
Soprattutto alla fine della traversata sabbiosa, quale altra sabbia ingurgiterà chi sta per attraversarlo?
Non per essere macabri e indurre al ribrezzo ma è doveroso chiederselo: come sono morte, quale la loro agonia?
Una donna e una ragazzina, senza nome, senza provenienza, senza volto.
Volto riverso nella sabbia, affondato nel nulla.
Sappiamo dai Maestri d’Israele che il deserto ha portato a pienezza il suo compito quando Mosè, proprio nel deserto, è diventato un interlocutore dell’Altissimo.
Sappiamo che Gesù Cristo nel deserto ha reagito al Nemico e ha fatto suo il progetto di salvezza dell’Altissimo.
Oggi corriamo il rischio di vanificare la stessa irruzione dell’Altissimo nel popolo di Israele e l’annuncio di salvezza di Gesù Cristo.
Il deserto con il suo richiamo orante lo abbiamo ridotto a sventura, a distruzione. Non dobbiamo chiederci dove mai era l’Altissimo mentre madre e figlia agonizzavano. L’interrogativo è molto più tagliente: io e noi dove eravamo quando madre e figlia agonizzavano?
In spiaggia? In un prato di montagna? In una casa con aria condizionata e il frigorifero ben ricolmo di bibite?
Lasciamo madre e figlia senza nome, così possiamo scrivere su quella sabbia i nostri nomi. Con grande vergogna.
Arrestarci però alla vergogna è anche comodo e, forse, fresco. Dobbiamo agire, intervenire, ognuno a proprio modo, ciascuno al suo posto. Monaci e monache intercedendo. Preti e consacrati gridando il Vangelo. Laici e laiche prestando mani e cuore perché la vergogna non si ripeta. (Cristiana Dobner)