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Migrantes: presentato oggi “Il diritto d’asilo. Report 2023. Liberi di scegliere se migrare o restare”?

13 Dicembre 2023 - Roma - Ibrahim è fuggito dal Togo a 16 anni: rischiava di essere perseguitato per l’attivismo politico del padre, membro di un partito di opposizione. Ancora sotto shock per l’omicidio del genitore e l’arresto arbitrario dello zio, si allontana da casa con i risparmi che la madre gli ha consegnato con la propria benedizione. Dopo due giorni di cammino arriva in Benin, dove l’ingresso gli è consentito grazie al pagamento di una tangente. Qui Ibrahim incontra alcuni connazionali che gli danno il contatto di un uomo che può organizzargli il viaggio fuori del Paese. «Ho chiesto dove potevo trovare i togolesi – racconta – e mi hanno portato lì. Gli ho spiegato cosa mi fosse successo e loro mi hanno detto che si stavano preparando per andare in Libia. Non avevo soldi per il viaggio, ma loro mi hanno detto che c’era un uomo che mi avrebbe fatto partire senza pagare prima. Ma che poi avrei lavorato per lui». In Bangladesh, Faysal è sempre vissuto ai margini della comunità, disprezzato per la dipendenza del padre dall’alcool e dal gioco d’azzardo. È per questo motivo che decide di allontanarsi dal Paese, per riuscire a provvedere alla moglie, alla madre e alle sorelle minori. Il viaggio viene organizzato da un dalal, un trafficante originario del suo villaggio, con il quale Faysal contrae un debito pesante, offrendo in garanzia l’abitazione di famiglia oltre alla moglie: «Ho fatto un debito di 300 mila taka (circa 2.500 euro, ndr) per pagarmi il viaggio e andare in Libia. Arrivato in Libia ho cominciato a lavorare come manovale: mi avevano promesso uno stipendio mensile di 30 mila taka, ma dopo due mesi non mi pagavano ancora. Quando ho chiesto i miei soldi mi hanno fatto arrestare da un gruppo di libici che chiedevano un riscatto per rilasciarmi. Hanno fatto una videochiamata alla mia famiglia per chiedere i soldi: i miei genitori sono andati dal sindaco del villaggio e altre persone ricche della zona a chiedere aiuto. Non ho restituito ancora nulla. Se non pago quell’uomo si prende mia moglie…». Trasferito a Benin City a otto anni, dopo la morte dei genitori, Musa vive come un servo in casa della zia, a cui è stato affidato. A 12, esasperato dai maltrattamenti e solo al mondo, si confida con un vicino che gli presenta un trafficante, a cui il ragazzo affida la propria sorte. «Io non avevo soldi, il trafficante li ha anticipati e mi ha detto che l’avrei ripagato una volta arrivato in Italia. Mi ha fatto fare un giuramento, ha fatto venire a casa sua un sacerdote tradizionale che mi ha tagliato un dito, ha raccolto questo sangue, ha messo dentro un po’ di noce di cola e me l’ha fatto bere. Mi ha fatto giurare che avrei pagato, altrimenti avrei perso la testa e, se fossi tornato in Nigeria, sarei morto».  Tre storie di migrazione, scelte forzate e dignità sottratta. Protagonisti, altrettanti giovani costretti ad abbandonare la propria terra barattando la libertà sognata con una schiavitù che schiaccia il futuro, e con la metamorfosi da esseri umani a merce. Le racconta Il diritto d’asilo. Report 2023. Liberi di scegliere se migrare o restare? (Tau Editrice 2022, pp. 400, euro 20) della Fondazione Migrantes, presentato a Roma oggi, giorno d’inizio del Forum globale sui rifugiati organizzato dall’ONU a Ginevra. Lo studio della Migrantes dedicato al “mondo” delle migrazioni forzate e dei rifugiati, giunto alla 7ª edizione, è scandito come le precedenti in quattro parti: “Dal mondo con lo sguardo rivolto all’Europa”, “Tra l’Europa e l’Italia”, “Guardando all’Italia” oltre a un “Approfondimento teologico”. Questi gli argomenti dei nove nuovi contributi, curati da un’équipe di redattori e collaboratori che, oltre ad essere professionisti ed esperti del settore, seguono concretamente i richiedenti asilo e i rifugiati nei loro percorsi in Italia, o sono essi stessi rifugiati: ● 2022-2023: solo passi indietro? ● Le frontiere esterne dell’UE: una tragedia annunciata Le sfide del diritto d’asilo nell’Italia e nell’Europa di oggi: una conversazione di Duccio Facchini con Gianfranco Schiavone I diritti negati dentro e fuori i confini italianiFuori dall’accoglienza: dalla ricerca di riconoscimento alla trappola dell’adattamento forzato Le novità legislative in materia di diritto d’asilo in Italia nel 2023 Uomini invisibili, esistenze in ostaggio: la tratta maschile attraverso la narrazione delle vittimeRipensare l’accoglienza: una ricerca-azione nel Centro giovanile del Sacro Cuore di Gesù Abitare insieme il Mediterraneo. Il rapporto riprende nel titolo il Messaggio di papa Bergoglio per la 109ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (GMMR) e alla sua realizzazione hanno contribuito, fra gli altri, i rifugiati dell’UNIRE (Unione nazionale italiana per rifugiati ed esuli) e la redazione dell’osservatorio Vie di fuga sul diritto d’asilo. Le prime tre parti sono corredate di altrettante sezioni statistiche con grafici, tabelle, cartine e schede di “dati e fatti” sulle migrazioni forzate e il diritto d’asilo nel mondo, lungo le varie “rotte” migratorie verso l’Europa, nel territorio dell’UE e in Italia, con numeri e serie storiche aggiornate fino all’autunno 2023 sotto decine di parole chiave. Sei invece le schede-Paese di quest’anno fa Sud e Nord del mondo: Nigeria, Costa d’Avorio, Tunisia, Turchia, Germania e Spagna. Ad arricchire le pagine del rapporto, infine, una galleria di istantanee della fotografa Monika Bulaj, che con le sue potenti immagini ci restituisce i volti (e la dignità di sguardo) di persone rimaste imprigionate in situazioni di crisi protratta. Anno 2023 e diritto d’asilo, dunque. Da una parte la situazione del diritto alla protezione nel mondo, in Europa e in Italia, dall’altra il forte appello che papa Francesco ha lanciato in occasione dell’ultima GMMR, chiedendo che ogni abitante della Terra sia veramente libero di scegliere se migrare o restare: per la redazione del rapporto 2023 è un’antitesi sconfortante. Perché oggi 114 milioni di persone (un abitante della Terra su 71 e, in cifra assoluta, sei milioni in più rispetto alla fine del 2022) non sono state libere di scegliere se restare. Perché sempre più numerosi sono i conflitti e sempre più gravi, in alcune aree del mondo, le situazioni di crisi economica o sociale e le difficoltà nel procurarsi cibo ed acqua, mentre si è sempre meno capaci, a livello globale, di gestire processi di pace e non lo si è ancora abbastanza nella salvaguardia del pianeta. Ma anche guardando al secondo verbo di papa Bergoglio, quello che ammonisce sulla libertà di migrare, occorre constatare, con amarezza, che le politiche europee e del nostro Paese stanno facendo di tutto per limitare l’ingresso a chi è in cerca di protezione. Benché esso sia tutelato da stringenti convenzioni internazionali, si accumulano le norme che rendono più difficile sia l’accesso al territorio sia la possibilità, per chi ce l’ha fatta ad arrivare, di essere realmente riconosciuto e preso in carico. Ciò avviene – affermano le curatrici del rapporto Migrantes Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti – attraverso i sempre più diffusi processi di esternalizzazione delle frontiere, l’accrescersi delle liste di Paesi cosiddetti “sicuri”, l’erosione delle prestazioni di accoglienza, la con-trazione delle tutele garantite ai minori stranieri non accompagnati, la costruzione di centri di confi-namento e segregazione, gli ostacoli all’effettiva fruizione del diritto di chiedere asilo «L’augurio – concludono però Molfetta e Marchetti – è che questo volume possa anche quest’anno aiutare a costruire un sapere fondato rispetto a chi è in fuga, a chi arriva a chiedere protezione nel nostro continente e nel nostro Paese. E che ci aiuti a restare o ritornare umani, capaci finalmente - come diciamo nel titolo - di creare condizioni reali, e non solo di prospettiva a cui tendere, perché le persone siano libere di scegliere se migrare o restare».    

Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes: ad Asti la presentazione

12 Dicembre 2023 - Asti - Giovedì 14 dicembre si terrà ad Asti, presso la sede del Centro Provinciale Istruzione Adulti, un incontro in tema di immigrazione a partire dal Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes. Il Centro Provinciale Istruzione Adulti è un avamposto di inclusione e promozione delle persone migranti e un crocevia di culture e lingue che ben rappresenta la bellezza della diversità. Aprirà i lavori il Dirigente Davide Bosso, seguirà la relazione di Simone Varisco della Fondazione Migrantes mentre al vescovo di Asti, mons. Marco Prastaro, saranno affidate le conclusioni. Seguirà un secondo appuntamento, venerdì 15 dicembre, con alcune classi seconde e terze dell'IIS "A. Artom" di Asti, organizzato nell’ambito di un’unità didattica di apprendimento multidisciplinare (Italiano, Storia, Diritto e Religione) dedicata al tema delle migrazioni e curata dai professori Gianna Corazza, Marta Rabbione e Paolo Maccario. L’incontro sarà introdotto dal saluto del Dirigente Franco Calcagno, che anticiperà l’intervento di Simone Varisco.

Migrantes Ferrara-Comacchio: sabato il ritiro di Avvento e il 6 gennaio la Festa dei Popoli

12 Dicembre 2023 - Ferrara - L'Ufficio Diocesano per la Pastorale dei Migranti (Migrantes) della diocesi di Ferrara-Comacchio, organizza due eventi rivolti alle comunità linguistiche (anglofona, filippina, francofona, latino-americana, polacca, rumena, ucraina) che vivono in diocesi e a chiunque voglia partecipare. Il primo appuntamento è il ritiro di Avvento previsto per sabato 16 dicembre dalle ore 9.30 alle 15 nel Seminario di Ferrara. Tema del ritiro, "Assumere il mistero dell'incarnazione come stile autentico nella nostra vita di cristiano". Predica don Graziano Gavioli, Assistente interdiocesano della Migrantes di Modena-Nonatola. Alle 11.30 messa presieduta dall'arcivescovo mons. Gian Carlo Perego. Dopo la Celebrazione i partecipanti condivideranno i cibi tipici offerti dalle varie comunità, con l'accompagnamento di musiche etniche e balli. Il secondo appuntamento è in programma il 6 gennaio con la Santa Messa alle ore 17 nella Cattedrale di Ferrara, riaperta alle Celebrazioni. La S. Messa sarà presieduta dall'arcivescovo e animata dal coro liturgico multietnico di Ferrara.

Ferrara: incontro dell’arcivescovo con la comunità ucraina

12 Dicembre 2023 - Ferrara - Domenica scorsa,  10 dicembre, l'arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, ha presieduto la Divina Liturgia nel rito bizantino nella chiesa di Santa Maria dei Servi di Ferrara, in occasione della Festa di San Nicola. A seguire, festa con l'intera comunità:  37 bambini hanno intonato diversi canti per invocare la pace in Ucraina e nel mondo intero. Un piccolo grande gesto di speranza in vista del Natale. Inoltre, lo scorso 8 dicembre nella chiesa di via Cosmè Tura a Ferrara si è svolto il primo congresso della comunità “Madri in preghiera” sotto la guida del neo nominato coordinatore nazionale p. Vasyl Verbitskyy, parroco della comunità ucraina ferrarese.

Mons. Baturi: la conoscenza fa parte dell’accoglienza

12 Dicembre 2023 -

Roma - La crisi umanitaria dei migranti va compresa alla luce delle novità normative in materia di Diritto delle migrazioni, intervenute con l’entrata in vigore della legge 50 del 2023, il cosiddetto “Decreto Cutro”. La professoressa Paola Scevi, direttrice del Master in Diritto delle Migrazioni nell’Università degli studi di Bergamo e docente di Diritto penale nello stesso Ateneo, ha trattato ieri la complessa tematica a cui hanno partecipato gli uffici Migrantes delle Diocesi italiane. All’apertura dei lavori monsignor Giuseppe Baturi, Segretario generale della Cei, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa e la gratitudine « perché la conoscenza fa parte dell’accoglienza» ed il Diritto delle Migrazioni determina un’azione incisiva. Segno del benefico incontro tra accademia e istituzioni. Paola Scevi ha evidenziato che «gran parte delle categorie analitiche tradizionalmente utilizzate (migrante economico, profugo, richiedente asilo, vittima di tratta, migrante irregolare, clandestino) sono poco efficaci nell’interpretare percorsi migratori multiformi e complessi, all’interno dei quali si intrecciano negazione di diritti, esperienze di sfruttamento ed emarginazione, progettualità, talvolta in violazione dell’interesse pubblico all’integrità dei confini e al controllo dei flussi migratori». Al termine di un’articolata disamina delle nuove normative, la docente (che è anche componente del Consiglio scientifico-strategico del Consiglio italiano rifugiati) ha osservato che «i fenomeni del traffico e della tratta sono spesso strettamente correlati, poiché entrambi contraddistinti dall’approfittamento della vulnerabilità di persone in cerca di protezione internazionale o di accesso al mercato del lavoro all’estero». «I migranti irregolari che ricorrono ai servizi dei trafficanti volontariamente ingaggiati - potrebbero anche divenire vittime di tratta » ha ricordato. Di fatto, la commistione del trafficking (tratta) e dello smuggling (traffico illegale) in seno alla protezione internazionale, appare sempre più evidente. «Il viaggio, con il debito contratto per partire e le ragioni che lo hanno determinato, la tipologia dei documenti per l’uscita dal Paese e le modalità con cui sono stati ottenuti (spesso attraverso debiti, corruzione) e la vulnerabilità cui molti migranti sono esposti, risultano essere tutti elementi che creano un humus molto favorevole alla tratta e al grave sfruttamento». La docente ha affermato come « non può sfuggire che al pari della tratta, il traffico di migranti sovente ha luogo in condizioni di pericolo e di degrado, con gravi abusi dei diritti umani, e i migranti illegali che fanno ricorso ai trafficanti possono anche divenire vittime di tratta. Diviene dunque titolare degli altri beni giuridici di volta in volta tutelati, “vittima” della condotta criminosa: esposta ora a pericolo per la propria vita o incolumità, ora a trattamenti inumani e degradanti, ora al rischio di essere avviata alla prostituzione o sfruttata in attività lavorative».

Nelle conclusioni, mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, e mons. Pierpaolo Felicolo, Direttore generale della stessa, hanno evidenziato l’importanza di continuare ad approfondire le tematiche relative alle migrazioni dal punto di vista del diritto, sia per la salvaguardia della dignità delle persone, sia per un’opinione pubblica maggiormente informata. (G.G. - Avvenire)

Emigrazione italiana: il “caso Basilicata”

11 Dicembre 2023 - Potenza - Si parlerà del Rapporto Italiani nel Mondo 2023 e del “caso Basilicata", domani a Potenza su iniziativa del Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo. Sarà l’occasione per presentare i dati che la Fondazione Migrantes ha analizzato e approfondito, sul caso delle emigrazioni, vecchie e nuove, italiane e lucane. A presentare i dati e ad aprire il dibattito le relazioni di Delfina Licata, Curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes e Carmine Cassino, assegnista di ricerca Disu-Unibas, che ha approfondito il caso Basilicata. L’evento si inserisce nel quadro che va componendosi a livello nazionale verso l'anno del Turismo delle radici.

Decreto Flussi: domani Click Day per 82550 stagionali

11 Dicembre 2023 - Roma - Domani martedì 12 dicembre 2023 scatta il click day per l’arrivo in Italia di 82550 lavoratori stagionali extracomunitari previsti dal nuovo Dpcm triennale del 27 settembre 2023 di programmazione transitoria dei flussi 2023-2025, che riserva 40000 unità ai nulla osta presentati dalle associazioni datoriali firmatarie del protocollo del 3 agosto 2022.

Acli Emilia-Romagna: “piena solidarietà ai vescovi della Regione, in particolare a mons. Erio Castellucci e al card. Matteo Zuppi”

11 Dicembre 2023 -
Bologna - Le Acli Emilia-Romagna esprimono “piena solidarietà ai vescovi della Regione e in particolare a mons. Erio Castellucci e al card. Matteo Maria Zuppi per i vili attacchi che hanno subito per i presunti finanziamenti ad alcune Ong ed Associazioni che si occupano di migranti”. Lo si legge in una nota delle Acli regionali. “Stigmatizziamo un certo tipo di giornalismo volto solo a screditare la Chiesa cattolica”, ha dichiarato Luca Conti, presidente regionale delle Acli. “Alcuni finanziamenti destinati alle diocesi tramite i fondi dell’Otto per mille, a quanto pare, sono stati destinati a salvare vite umane: cosa ci sarebbe di contrario all’insegnamento di Cristo?” prosegue. “Una vita è una vita, che ha valore in quanto tale e la Chiesa si occupa di salvaguardarla dal concepimento alla fine naturale, specie quando è in pericolo, come nel caso dei migranti che affrontano lunghi e angosciosi viaggi della speranza, per una vita migliore. La Chiesa segue concretamente quei principi contenuti nella ‘Fratelli tutti’, che non sono solo parole vuote, ma indicazioni da percorrere nella quotidianità. Siamo dunque solidali con i nostri vescovi per i vili e strumentali attacchi subiti. Questi vengono dagli stessi che, peraltro – conclude Conti –, accusano la Chiesa e i prelati di vivere nel lusso e di essere lontani dalle reali necessità della gente. A quanto pare, a questi detrattori non va bene né che si aiutino evangelicamente i fratelli, né che non lo si faccia, a dimostrazione di quanto possano essere ignoranti e sterili le critiche espresse”.

Viminale: da inizio anno sbarcate 153.126 persone migranti sulle coste italiane

11 Dicembre 2023 -

Roma - Sono 153.126 le persone migranti sbarcate sulle coste da inizio anno secondo il dato fornito oggi dal Viminale considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi 18.164 sono di nazionalità guineana (12%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (17.081, 11%), Costa d’Avorio (15.973, 10%), Bangladesh (12.122, 8%), Egitto (11.066, 7%), Siria (9.503, 6%), Burkina Faso (8.410, 6%), Pakistan (7.639, 5%), Mali (5.883, 4%), Sudan (5.829, 4%) a cui si aggiungono 41.456 persone (27%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Fino ad oggi sono stati 17.213 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare.

Papa Francesco: Gli immigrati “sono volti, non numeri”

11 Dicembre 2023 -
Città del Vaticano - Gli immigrati “sono volti, non numeri: persone che non si possono semplicemente classificare ma che occorrerebbe abbracciare. Fratelli e sorelle che hanno bisogno di essere sottratti dai tentacoli delle organizzazioni criminali, capaci di speculare senza alcuna pietà sulle loro disgrazie”. Lo ha detto papa Francesco  ricevendo in udienza i Prefetti della Repubblica italiana. “Abbiamo saputo di lager in alcuni paesi del Nord Africa”, ha proseguito a braccio: “Dove quelli che vogliono venire in Europa sono trattati da schiavi, torturati, anche uccisi”. Gestire i flussi migratori, ha aggiunto papa papa Francesco, non è un compito facile “perché affida alla vostra cura persone ferite, persone vulnerabili spesso smarrite”. Di qui la necessità di “organizzare sul territorio una loro accoglienza ordinata, basata ull’integrazione e sul costruttivo inserimento nel tessuto locale. Non potete essere lasciati soli in questo compito di sostenerli nei loro bisogni essenziali e al tempo stesso di prestare ascolto alle apprensioni e alle tensioni che si possono generare nei residenti, come pure naturalmente di intervenire quando si creino situazioni di disordine e di violenza”.

Il silenzio che aiuta a discernere

11 Dicembre 2023 -
Città del Vaticano - È via maestra la Dichiarazione universale dei Diritti umani, firmata, 75 anni fa il 10 dicembre, dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite a Parigi. Testo quanto mai importante, oggi, alla luce dei conflitti che insanguinano il nostro mondo, e delle “repressioni a più livelli degli stessi diritti”. Papa Francesco, tornato ad affacciarsi dal Palazzo Apostolico per il consueto appuntamento dell’Angelus, ricorda questa dichiarazione e dice: “molti passi avanti sono stati fatti, ma tanti ancora ne mancano e a volte purtroppo si torna indietro. L’impegno per i diritti umani non è mai finito”. Per questo il vescovo di Roma si dice vicino “a tutti coloro che, senza proclami, nella vita concreta di ogni giorno, lottano e parlano di persona per difendere i diritti di chi non conta”. Partendo da questo testo “estremamente attuale”, Francesco ha rinnovato il suo appello per la pace, chiedendo di continuare “a pregare per le popolazioni che soffrono a causa della guerra. Andiamo verso il Natale: saremo capaci, con l’aiuto di Dio, di fare passi concreti di pace?”. Domanda che ha come conseguenza l’attenzione a situazioni di conflitto nel mondo, e, in modo particolare, la “martoriata Ucraina, la Palestina, Israele”. Torna quindi sul tema dei diritti umani chiedendo che “si proteggano i civili, gli ospedali, i luoghi di culto, siano liberati degli ostaggi e garantiti gli aiuti umanitari”. Certo, lo dice anche il Papa, “non è facile” fare quei passi concreti, perché “certi conflitti hanno radici storiche profonde ma abbiamo anche la testimonianza di uomini e donne che hanno lavorato con saggezza e pazienza per la convivenza pacifica. Si segua il loro esempio si metta ogni impegno per affrontare e rimuovere le cause dei conflitti”. Uomini e donne che hanno speso la loro esistenza per le popolazioni sfinite dalla miseria e dalla fame, per i profughi spesso rifiutati, per coloro che subiscono violazioni dei loro diritti. Angelus nella seconda domenica di Avvento in cui le letture – Isaia, il Vangelo di Marco – propongono un messaggio di speranza, annuncio di salvezza profetico perché in Cristo si sono compiute la “antiche promesse”. Ecco allora l’immagine di Giovanni Battista che fa il suo ingresso nella narrazione vestito di pelli di cammello; ecco il deserto, in cui si scontrano assenza e presenza, aridità e fecondità. In questo luogo, essenziale per definizione, ecco che risuona la “voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” Il deserto, afferma Francesco, “è il luogo del silenzio e dell’essenzialità, dove non ci si può permettere di indugiare in cose inutili, ma occorre concentrarsi su quanto è indispensabile per vivere”. Richiamo quanto mai attuale ricorda, perché per procedere “nel cammino della vita è necessario spogliarsi del di più”. Vivere bene “non vuol dire riempirsi di cose inutili, ma liberarsi del superfluo” e cogliere “ciò che è veramente importante davanti a Dio”. Silenzio e preghiera, dice il Papa, per fare spazio a Gesù, e per “liberarci dall’inquinamento delle parole vane e delle chiacchiere”. Il silenzio e la sobrietà, “nelle parole, nell’uso delle cose, dei media e dei social – ricorda ancora – non sono solo fioretti o virtù, sono elementi essenziali della vita cristiana”. Dopo il deserto ecco la voce, “strumento con cui manifestiamo ciò che pensiamo e portiamo nel cuore”. Per Francesco è molto collegata al silenzio: “se non si sa tacere, è difficile che si abbia qualcosa di buono da dire; mentre, più attento è il silenzio, più forte è la parola”. Nelle parole del vescovo di Roma, dopo la preghiera mariana, non poteva mancare un riferimento alla “liberazione di un numero significativo di prigionieri armeni e azeri”: l’Azerbaigian ha accettato di rilasciare 32 prigionieri di guerra armeni, e l’Armenia libera 2 militari azeri. Francesco afferma di guardare con speranza questo segno positivo e incoraggia le parti a concludere il trattato di pace. Infine, la Cop28 in corso a Dubai: chiede preghiere perché “si arrivi a buoni risultati per la cura della nostra casa comune e la tutela delle popolazioni”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Cei sulle “accuse diffamatorie” di questi giorni

8 Dicembre 2023 - Roma - In questi giorni la Conferenza Episcopale Italiana e alcune Diocesi, insieme ai loro Pastori, sono state "pretestuosamente chiamate in causa da qualche organo di informazione". Nel contesto di un’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Ragusa a carico di “Mediterranea Saving Humans – APS” per presunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e presunta violazione del codice della navigazione, sono state avanzate - si legge in una nota della Cei diffusa oggi -  "accuse diffamatorie nei confronti di persone e istituzioni ecclesiastiche, a partire da alcune chat usate in modo strumentale e improprio. Una pratica questa che, contro chiunque venga utilizzata, merita sdegno e disappunto. Nel pieno rispetto della magistratura e nonostante non ci sia alcuna contestazione a carico della comunità ecclesiale, abbiamo - spiega la Cei - volutamente atteso che l’iter giudiziario seguisse il suo corso prima di intervenire sulla vicenda". La CEI "non ha mai sostenuto in modo diretto 'Mediterranea Saving Humans – APS', ma ha accolto una richiesta presentata da due Diocesi in una cornice ampia che prevede, secondo il magistero di Papa Francesco, l’accoglienza, la protezione, la promozione, l’integrazione dei migranti e la cura e l’assistenza agli sfollati in zona di guerra in Ucraina. Tutto ciò con un sostegno nettamente inferiore rispetto a quello riportato sulla stampa: 100mila euro a ciascuna Diocesi nel 2022 e così pure nel 2023. In questo solco - prosegue la nota della Cei - si muove e si muoverà l’azione ecclesiale con libertà e nel rispetto dei ruoli di ciascuno, schierandosi dalla parte di chiunque soffre fuggendo da guerre, violenze e povertà. L’impegno della Chiesa è combattere l’illegalità con la legalità, evitando che il Mediterraneo diventi sempre più un cimitero: ogni vita va salvata! La Chiesa è l’unica istituzione a finanziare attualmente con continuità e ingenti risorse progetti di sviluppo nei Paesi poveri o in situazioni di particolare difficoltà: circa 80 milioni di euro l’anno; a sostenere e promuovere insieme ad autorità di Governo e altre Istituzioni i corridoi umanitari – tre sono in arrivo proprio in questi giorni – unica alternativa legale e sicura ai viaggi della morte; a garantire l’accoglienza ai profughi: circa 50.000 nel solo primo semestre 2023 nel nostro Paese. Il tutto nella massima trasparenza e rintracciabilità". La Chiesa italiana rinnova - quindi - l’invito ad "affrontare il problema epocale delle migrazioni, sfuggendo alla polarizzazione del 'tutti dentro o tutti fuori', attraverso un sistema che dia garanzie e che combatta l’illegalità".

Viminale: da inizio anno sbarcate 153.071 persone migranti

7 Dicembre 2023 - Roma - Sono 153.071 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secondo i dati del ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi 18.164 sono di nazionalità guineana (12%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Tunisia (17.073, 11%), Costa d’Avorio (15.972, 10%), Bangladesh (12.101, 8%), Egitto (11.008, 7%), Siria (9.501, 6%), Burkina Faso (8.410, 6%), Pakistan (7.586, 5%), Mali (5.883, 4%), Sudan (5.824, 4%) a cui si aggiungono 41.549 persone (27%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.  

Corridoi Umanitari Cei: ieri l’arrivo di profughi afghani

7 Dicembre 2023 - Roma - È arrivato ieri all’aeroporto di Fiumicino il secondo gruppo di tre in programma per questo mese di dicembre di profughi afghani provenienti dal Pakistan, nell’ambito del Protocollo per i “corridoi umanitari” stipulato dal Governo italiano con la Conferenza Episcopale Italiana. Si tratta di 93 persone in tutto che verranno ospitate in varie diocesi, chiese, comunità d’Italia, da Nord a Sud. Si tratta degli ultimi arrivi di un totale di 300 rifugiati afgani che si trovano sfollati in Paesi di transito, come il Pakistan e la Turchia. Il progetto è interamente finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana e viene realizzato in coordinamento con le diocesi italiane. Dà una nuova possibilità di vita a persone che si trovano in contesti di guerra e di grave violazione dei diritti umani che diversamente non potrebbero mai raggiungere in sicurezza il territorio europeo. A questa esperienza si sono aggiunti più di recente i “corridoi universitari” – che danno a giovani rifugiati il supporto necessario a completare gli studi e a favorire l’integrazione nella vita universitaria – e i “corridoi lavorativi”, nati con l’obiettivo di trasferire in Italia un certo numero di beneficiari individuati in Paesi terzi, sulla base dei criteri previsti dai protocolli nazionali siglati con il Governo italiano. Dall’inizio del programma ad oggi sono state accolte dalla Chiesa in Italia, in 50 diocesi, quasi 1.600 persone (di cui 400 minori), provenienti prevalentemente da Eritrea, Somalia, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan, Sudan, Siria, Iraq, Afghanistan, Yemen. Un ulteriore protocollo, appena firmato con i Ministeri competenti, è incentrato sull’Africa e sulla Giordania e dovrebbe essere avviato nel 2024.  

Mons. Delpini: coloro che hanno responsabilità sono chiamati ad affrontare con fiducia il fattore migrazioni

7 Dicembre 2023 - Milano - "Coloro che hanno responsabilità sono chiamati ad affrontare con fiducia il fattore migrazioni per elaborare pensieri e non solo emozioni e paure, per propiziare l’incontro tra persone che, conoscendosi, possano stimarsi e aiutarsi, mentre temendosi possono soltanto evitarsi e respingersi". Lo ha detto l'arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, nel suo discorso alla città in occasione della festa di Sant'Ambrogio, patronoi della diocesi, di Milano e della Lombardia. Le migrazioni - ha detto il presule - sono "interpretate come un inarrestabile fenomeno globale. Luoghi comuni e sentimenti diffusi, informazioni parziali e ideologie tendono a ridurre i migranti ai profughi, folla indistinta di poveracci che sono da temere come invasori o da accogliere come miserabili bisognosi di tutto".  In realtà, si tratta - ha spiegato mons. Delpini -  di "un fenomeno complesso studiato e analizzato in molti modi. La tragedia delle guerre che devastano molti Paesi del mondo è tra le ragioni più drammatiche delle migrazioni. La difficoltà che l’Europa sperimenta nell’affrontare il tema è un segno preoccupante. La questione, infatti, è ineludibile per molti Paesi del continente africano, asiatico, americano". L’Europa - ha proseguito - potrebbe avere "la fierezza e la genialità di una via più sapiente e lungimirante. Le nazioni d’Europa hanno risorse e competenze per incisive opere di pace, per promuovere sviluppo umano e alleanze internazionali, per contribuire a rendere possibile il diritto di restare e il diritto di partire e contrastare quel migrare disperato che espone a inimmaginabili sofferenze. Noi vorremmo essere cittadini di una Europa protagonista nell’opera di pace e di sviluppo dei popoli". (R.Iaria)

Mons. Felicolo: solo studiando i cambiamenti in atto la Chiesa fa cultura

7 Dicembre 2023 - Aosta - Ieri sera, 6 dicembre, il Salone del Palazzo vescovile di Aosta ha ospitato la presentazione delle due pubblicazioni annuali curate dalla Fondazione Migrantes: il Rapporto Italiani nel Mondo, giunto alla diciottesima edizione, e il Rapporto Immigrazione, che nel 2023 vede la sua trentaduesima edizione. Relatori sono stati Delfina Licata, curatrice del RIM, e mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione, insieme allo storico Alessandro Celi, autore dell’articolo sulla Valle d’Aosta per il RIM, e ad Andrea Gatto, direttore della Caritas diocesana, moderati da Michela Ceccarelli, ricercatrice della Fondation Chanoux di Aosta. I lavori sono stati introdotti da un intervento del vescovo, mons. Franco Lovignana, che ha proposto «due sottolineature» alla riflessione dei presenti, giudicando innanzitutto «positiva la presentazione dei due rapporti insieme, perché permettono di guardare senza allarmismi e visione ideologiche a fenomeni che vanno analizzati insieme, a partire dalla storia delle singole persone migranti». Successivamente, il presule ha rilevato che i due rapporti «sono testimonianza di una Chiesa che fa cultura» sia «accompagnando materialmente e spiritualmente i migranti» sia documentando il fenomeno in maniera oggettiva. Nel suo intervento, mons. Felicolo, dopo aver ricordato che per i Rapporti «si lavora insieme, in modo a volte complesso, ma sempre arricchente», ha messo in rilievo alcune tipologie di migranti: da quelli ambientali, in fuga dalla loro terra di origine perché i cambiamenti climatici rendono impossibile la coltivazione, ai minori che tali sono per la legislazione italiana, mentre nei Paesi di origine hanno superato prove di iniziazione - «si gettano dall’alto legati alle liane» – che li rendono più maturi rispetto agli adolescenti cui pensiamo normalmente. Il direttore ha poi fornito i dati relativi agli immigrati, ricordato il «problema dei titoli di studio, con ingegneri o chimici che non trovano lavoro perché la loro laurea non è riconosciuta in Italia», mentre «lavorano in Italia 77.500 professionisti sanitari di origine straniera, ai quali occorre aggiungere odontoiatri, fisioterapisti, psicologi, senza però ottenere la cittadinanza. Infatti, il 65% di essi non ha acquisito tale diritto, ma nessuno lo dice». Proprio sulla correttezza dell’informazione mons. Felicolo ha concluso il proprio intervento: «La Fondazione fornisce i dati, altri danno i numeri» ossia cifre spesso decontestualizzate, al solo scopo di attirare l’attenzione senza cercare di spiegare il fenomeno, mentre «solo studiando il cambiamento in atto la Chiesa fa cultura». Soffermandosi sui dati della mobilità dei valdostani Licata ha detto che se a livello nazionale dal 2006 al 2023 «la crescita è stata del 91%, per i valdostani è stata del 125%: quindi da 3.500 sono passati a 7.800». Per Licata «siamo un Paese della mobilità, strutturalmente legato al fenomeno migratorio: i flussi, le partenze e i ritorni fanno parte della nostra quotidianità e della nostra storia».           (Foto Corriere della Valle)  (Foto Ansa)

Bologna: Divina Liturgia in Rito greco-cattolico rumeno concelebrata dal card. Zuppi

7 Dicembre 2023 -
Bologna - Domenica scorsa nella cattedrale di Bologna l’arcivescovo, il card. Matteo Zuppi, ha concelebrato la Divina liturgia in Rito greco-cattolico romeno presieduta da mons. Cristian Dumitru Crişan, vescovo ausiliare di Făgăraş e Alba Iulia, a nome dell’arcivescovo maggiore card. Lucian Mureşan. La celebrazione si è svolta al termine del pellegrinaggio dei fedeli romeni in Cattedrale dove sono custodite le reliquie di Sant’Anna, Madre di Maria, che lo scorso luglio hanno raggiunto alcune località della Romania accompagnate da una delegazione della Diocesi di Bologna.

Meravigliose invenzioni

7 Dicembre 2023 - Roma - Ci sono eventi storici che, per la loro forza propulsiva, imprimono una discontinuità nel vissuto personale e comunitario. Sono quei passaggi che rappresentano una sorta di cesura tra ciò che è stato e ciò che sarà, prefigurazione del futuro nella ricchezza del passato. Così è stato nelle Chiese in Italia dopo la promulgazione del Decreto Inter mirifica. A sessant’anni dalla pubblicazione, restano alcune intuizioni di fondo, in primis quella dell’inculturazione del messaggio cristiano nel tempo dei mass media. «Ogni epoca, ogni condizione, ogni contesto richiede un suo specifico linguaggio. La Chiesa lo ha sempre tenuto presente nell’annunciare la parola di Dio» (Direttorio sulle comunicazioni sociali, n. 49). È a partire da questa consapevolezza che si possono scrivere i nuovi capitoli del libro aperto dal Decreto conciliare. Come evidenzia il volume “Meravigliose invenzioni” promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali: edito da Scholé-Morcelliana, raccoglie i contributi di storici, semiologi, filosofi, massmediologi e giornalisti. Per celebrare una ricorrenza speciale e ritrovare nuovo slancio. (Vincenzo Corrado)

Sassari: icona programmatica dell’anno liturgico la croce dei migranti

7 Dicembre 2023 - Sassari - Nel segno della solidarietà e del pensiero ospitale la festa di san Nicola, patrono dell'arcidiocesi e titolare della chiesa cattedrale di Sassari. Atti concreti e conversione culturale chiesti dall'arcivescovo mons. Gian Franco Saba nella Lettera pastorale «Educare al pensiero ospitale. Per una cultura della pace e dell'inclusione in un contesto di cambiamento d'epoca», presentata alla diocesi e alle autorità civili nel corso di un incontro pubblico nel palazzo della Provincia di Sassari. Icona programmatica, quest'anno, una povera croce di legno, corrosa dalla salsedine, di nessun valore artistico, ma per il suo significato simbolico più preziosa dell'oro. È ricavata, infatti, da una tavola di uno dei barconi che trasportano migranti lungo la rotta della disperazione: dalle coste dell'Africa a Lampedusa e Pantelleria. Una croce realizzata e consegnata ieri all'arcivescovo dagli 11 uomini e donne della motovedetta CP291 della Capitaneria di Porto di Porto Torres, che nel corso di 2 missioni (15 maggio-15 luglio e 15 settembre- 15 novembre) hanno operato nel Mediterraneo centrale presso Pantelleria e Lampedusa, fornendo supporto e assistenza tecnica nelle operazioni attuate dall'Italia per rafforzare la capacità di sorveglianza delle frontiere sul controllo dei flussi migratori. La motovedetta in 4 mesi ha partecipato a 44 soccorsi traendo in salvo 1.445 persone e percorso complessivamente 4.505 miglia nautiche. Un impegno solidaristico apprezzato dall'arcivescovo che davanti al comandante della capitaneria di Porto Torres, il capitano di fregata Giuseppe Cannarile, ha annoverato i componenti dell'equipaggio della motovedetta CP291 tra i membri del Comitato d'onore della Fondazione Accademia Casa di popoli, culture e religioni - istituita 5 anni fa dal presule turritano - per aver contribuito con gesti concreti al nuovo umanesimo dell'incontro. La croce donata all'arcivescovo è un segno di riconoscenza nei confronti del vescovo Gian Franco Saba che fin dal suo arrivo, sei anni fa, a Sassari ha messo i problemi dell'integrazione sociale e del dialogo interreligioso e interetnico tra gli obiettivi prioritari della sua pastorale. (M. Girau)  

La storia di Abdullahi Mire: giovane somalo premiato dall’Unhcr

7 Dicembre 2023 - Città del Vaticano - «Per me il momento più felice è quando metto un libro nelle mani di un bambino rifugiato»: così Abdullahi Mire - giornalista freelance somalo di 36 anni, negli anni Novanta rifugiato nel campo profughi di Dadaab - sintetizza il senso del suo impegno nella vita. Un impegno che gli è valso il Premio Nansen per i Rifugiati dell'Unhcr per il 2023, con la consegna in programma il 13 dicembre, le congratulazioni del segretario generale dell'Onu, António Guterres, e dell'Alto commissario Onu per i rifugiati, Filippo Grandi, che lo ha definito «la prova vivente di come all'interno delle comunità sfollate possano nascere idee trasformative». La storia di Mire testimonia la possibilità di riscatto tramite i libri di scuola e inizia quando a soli 3 anni si ritrova, per via della guerra civile esplosa nel 1991 in Somalia, nell'enorme campo profughi kenyano di Dadaab. Dopo essere stato reinsediato in Norvegia, Mire ha avvertito il desiderio di tornare per servire la comunità dei rifugiati somali ed ha trovato lavoro proprio in Kenya. Qui ha creato l'organizzazione Refugee Youth Education Hub, gestita da rifugiati, che sostiene il diritto all'istruzione tramite la donazione di 100.000 libri ai bambini rifugiati nel campo di Dadaab. In questo campo sterminato di tende e alloggi di fortuna nel nord-est del Kenya, uno dei più grandi e di più lungo corso al mondo con oltre 300.000 rifugiati ospitati, l'organizzazione fondata da Mire ha creato tre biblioteche piene di libri provenienti dalle donazioni. Secondo l'ultimo rapporto sull'istruzione dell'Unhcr, oltre la metà dei quasi 15 milioni di rifugiati in età scolare rimane fuori dal sistema educativo formale. Questo dato vale anche per Dadaab, dove solo il 58 per cento dei bambini rifugiati può frequentare le scuole. A far decollare l'attività di Mire, nel 2017, l'incontro con una giovane rifugiata a Dadaab, Hodan Bashir, determinata a diventare medico ma costretta a studiare biologia su un libro condiviso con altre 15 ragazze. Un incontro che ha spronato Mire ad avviare una prima campagna di raccolta libri. Tramite i social network e i propri contatti, come quelli della diaspora somala, il giovane è riuscito a raccogliere 20.000 libri solo per la prima fase della campagna. L'obiettivo finale è ridurre in maniera significativa il rapporto che vede una media di un libro disponibile per ogni dieci bambini a Dadaab. Hodan è stata tra le prime a ricevere un libro di testo e oggi lavora come infermiera in uno degli ospedali del campo profughi. «Nel campo ogni cosa è provvisoria. La sola cosa che rappresenta un passaporto per superare le sfide è l'istruzione», sottolinea Mire. (Valerio Palombaro - OR)