Mons. Felicolo: solo studiando i cambiamenti in atto la Chiesa fa cultura

7 Dicembre 2023 – Aosta – Ieri sera, 6 dicembre, il Salone del Palazzo vescovile di Aosta ha ospitato la presentazione delle due pubblicazioni annuali curate dalla Fondazione Migrantes: il Rapporto Italiani nel Mondo, giunto alla diciottesima edizione, e il Rapporto Immigrazione, che nel 2023 vede la sua trentaduesima edizione.
Relatori sono stati Delfina Licata, curatrice del RIM, e mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione, insieme allo storico Alessandro Celi, autore dell’articolo sulla Valle d’Aosta per il RIM, e ad Andrea Gatto, direttore della Caritas diocesana, moderati da Michela Ceccarelli, ricercatrice della Fondation Chanoux di Aosta.
I lavori sono stati introdotti da un intervento del vescovo, mons. Franco Lovignana, che ha proposto «due sottolineature» alla riflessione dei presenti, giudicando innanzitutto «positiva la presentazione dei due rapporti insieme, perché permettono di guardare senza allarmismi e visione ideologiche a fenomeni che vanno analizzati insieme, a partire dalla storia delle singole persone migranti». Successivamente, il presule ha rilevato che i due rapporti «sono testimonianza di una Chiesa che fa cultura» sia «accompagnando materialmente e spiritualmente i migranti» sia documentando il fenomeno in maniera oggettiva.
Nel suo intervento, mons. Felicolo, dopo aver ricordato che per i Rapporti «si lavora insieme, in modo a volte complesso, ma sempre arricchente», ha messo in rilievo alcune tipologie di migranti: da quelli ambientali, in fuga dalla loro terra di origine perché i cambiamenti climatici rendono impossibile la coltivazione, ai minori che tali sono per la legislazione italiana, mentre nei Paesi di origine hanno superato prove di iniziazione – «si gettano dall’alto legati alle liane» – che li rendono più maturi rispetto agli adolescenti cui pensiamo normalmente. Il direttore ha poi fornito i dati relativi agli immigrati, ricordato il «problema dei titoli di studio, con ingegneri o chimici che non trovano lavoro perché la loro laurea non è riconosciuta in Italia», mentre «lavorano in Italia 77.500 professionisti sanitari di origine straniera, ai quali occorre aggiungere odontoiatri, fisioterapisti, psicologi, senza però ottenere la cittadinanza. Infatti, il 65% di essi non ha acquisito tale diritto, ma nessuno lo dice».
Proprio sulla correttezza dell’informazione mons. Felicolo ha concluso il proprio intervento: «La Fondazione fornisce i dati, altri danno i numeri» ossia cifre spesso decontestualizzate, al solo scopo di attirare l’attenzione senza cercare di spiegare il fenomeno, mentre «solo studiando il cambiamento in atto la Chiesa fa cultura». Soffermandosi sui dati della mobilità dei valdostani Licata ha detto che se a livello nazionale dal 2006 al 2023 «la crescita è stata del 91%, per i valdostani è stata del 125%: quindi da 3.500 sono passati a 7.800». Per Licata «siamo un Paese della mobilità, strutturalmente legato al fenomeno migratorio: i flussi, le partenze e i ritorni fanno parte della nostra quotidianità e della nostra storia».

 

 

 

 

 

(Foto Corriere della Valle)  (Foto Ansa)