Primo Piano

Cresce la fragilità dei senza dimora

9 Gennaio 2024 - Roma - Cominciamo male. Solo nella prima settimana del 2024 sono già morti 12 senza dimora. Morti spesso senza un nome, un volto e quindi senza storia. Rischia così di ripetersi la strage degli invisibili dello scorso anno (310 morti) e del 2022, quando i morti furono addirittura 400. Uccisi a volte dal freddo e dal fuoco per scaldarsi o dalle malattie, dalle violenze, difficilmente dalla fame. Perché l’Italia almeno sul cibo resta generosa grazie alle mense di carità, alle parrocchie e alle associazioni che girano distribuendo coperte e pasti caldi a chi non ha un riparo o non vuole entrare nei rifugi a bassa soglia aperti dai Comuni per l’inverno, luoghi che salvano molte vite. Il più delle volte il vero killer è la solitudine, quasi mai una scelta. A volte per chi è solo è più facile di quel che sembra cadere senza rete. Ci si trova dimenticati e nascosti negli angoli più impensati, come il pronto soccorso di un ospedale, il ripostiglio di un garage, la sala di attesa di una stazione o di un aeroporto dove bastano un vestito “normale” e un trolley a celare una deprivazione assoluta che dovrebbe essere inaccettabile. Eliminiamo l’alone di romanticismo che circonda i “vagabondi”. Gli invisibili sono una realtà drammatica e complessa. Chi rovina in basso fin sulla strada somma alla povertà spesso ereditata e alla bassa scolarità traumi come un divorzio, un licenziamento o un fallimento, dipendenze da sostanze, da alcol e da azzardo, patologie psichiatriche e fisiche non curate, o il carcere che emargina chi esce senza una rete. Se a questo si associa la valanga di sfratti, ripresi a rotta di collo dopo il Covid, i salari da fame per i lavori e la penuria di case popolari o in affitto a canoni accessibili, è evidente che questi poveri sono gli scarti della nostra economia cui fa riferimento papa Francesco. Cittadini senza cittadinanza perché senza diritti. Non importa se sei italiano, se al momento del censimento non hai una residenza, non risulti iscritto in anagrafe e perdi carta di identità, tessera sanitaria, pensione. Diventi invisibile. Per quello a metà degli anni 90 il terzo settore ha inventato la residenza anagrafica presso vie fittizie o segretariati sociali. Gli invisibili che ignoriamo per paura o indifferenza, anche se magari dormono nell’auto parcheggiata sempre sotto casa, sono la cartina di tornasole dell’inefficienza di un sistema di welfare sempre più ristretto e inadatto a proteggere i diritti essenziali di cittadini multiproblematici. In più sono sottostimati. Secondo i dati dell’Istat sono circa 100mila le persone senza fissa dimora iscritte in anagrafe, in maggioranza uomini e per il 38% stranieri. Ma la cifra sale considerando chi non è iscritto in anagrafe perché senza residenza e gli stranieri irregolari. Un popolo che crescerà, come fa intuire la tendenza al sovraffollamento carcerario, con 9mila detenuti circa in più rispetto alla capienza delle celle nel 2023, la diffusione della malattia mentale, per la quale l’Italia è fanalino di coda europeo come spesa sanitaria, e l’inevitabile aumento di arrivi di profughi. Per combattere il killer della solitudine servono risposte da una politica che non lasci nessuno indietro anziché disprezzare chi è considerato un perdente. (Paolo Lambruschi)  

Oim: “in 8 giorni 4 naufragi”

9 Gennaio 2024 -

Milano - L’anno nuovo porta sempre il bilancio, in numeri, cifre e fatti dell’anno vecchio. Altrettanto avviene per i morti nel Mediterraneo. I migranti che tentano di raggiungere l’Europa rischiando la vita su una barchetta insicura, sovraffollata e costata come un volo transoceanico in business class. Nella sola settimana tra il 26 dicembre e il 3 gennaio, settimana solitamente dedicata alle festività natalizie in famiglia, ebbene proprio in questi giorni di gioia, pace e felicità sono in tutto 108 i migranti morti in mare e dispersi a causa di quattro naufragi avvenuti al largo della Libia. «Il 2023 si è chiuso con un totale di 2.383 morti nel Mediterraneo Centrale – scrive Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni – e purtroppo il 2024 è già iniziato con un naufragio che il 3 gennaio ha provocato 35 vittime al largo di Zwara». Sono 108 i migranti morti e dispersi in 4 naufragi avvenuti al largo della Libia dal 26 dicembre al 3 gennaio, aggiunge Di Giacomo. Nella rotta del Mediterraneo centrale nel 2023 sono morti 974 migranti mentre 1.372 sono stati dichiarati dispersi. Sono i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in Libia che mostrano un notevole aumento di morti e dispersi, rispettivamente 529 e 848 nel 2022 e 662 e 891 nel 2021. L’Oim sottolinea inoltre che sono stati 17.025 i migranti intercettati nel 2023 dalla Guardia costiera libica e riportati nel Paese nordafricano, 1.234 solo nella settimana dal 24 al 30 dicembre 2023. I migranti intercettati e riportati in Libia erano stati, sempre secondo l’Oim, 32.425 nel 2021 e 24.684 nel 2022. «A una settimana dall’inizio del 2024, continuiamo ad assistere alla violenta brutalità del letale regime di confine della “Fortezza Europa”» scrive su “X” Alarm Phone. « Nessuno dovrebbe rischiare la vita in mare in questo modo. I nostri cuori sono con le famiglie degli scomparsi» aggiunge confermando gli ultimi due naufragi del 2023, al largo della Libia, dello scorso 28 e 29 dicembre con almeno 78 persone morte.

Fa sempre discutere anche la vicenda dei porti lontani assegnati dall’Italia alle navi che hanno fatto soccorsi in mare, costringendo le Ong ad allungare i tempi (e i costi) delle missioni. Senza parlare del fatto di non poter fare, come in passato, salvataggi multipli, e poter “massimizzare” in questo modo l’impegno umanitario. «A causa delle nuove normative italiane, dall’anno scorso siamo costretti a sbarcare in porti lontani del nord. Durante l’inverno, questo viaggio diventa particolarmente difficile» sottolinea Medici senza frontiere. La nave dell’associazione umanitaria ha lasciato il porto di Ravenna, dove ha sbarcato le 336 persone salvate nel Mediterraneo, e si sta dirigendo verso il canale di Sicilia. Le condizioni del mare sono particolarmente difficili e il maltempo in corso dovrebbe almeno per qualche giorno tenere lontano le partenze dal Nord Africa (Libia e Tunisia). Negli ultimi 12 mesi, secondo i dati forniti dal Viminale, l’aumento degli arrivi si è attestato su un +50%. Un trend che sembra essere confermato anche nel primo giorno del 2024.

E sul tema, Ylva Johansson, la commissaria europea per gli Affari interni, scuote gli Stati membri. «Le nostre società, i nostri mercati del lavoro sono a corto di personale e abbiamo bisogno che la migrazione legale avvenga in modo ordinato» ha dichiarato a margine della conferenza a cui ha partecipato ad Atene dal nome “Soluzioni europee alla sfida comune della migrazione”. La commissaria ha sottolineato la necessità di affrontare le «sfide attuali » e di «investire nei canali legali per l’immigrazione regolare». La commissaria Ue ha poi spiegato che ogni anno 3,5 milioni di migranti entrano in Europa legalmente e 300.000 irregolarmente e che è necessario fare di più per permettere al sistema di canali regolari di funzionare meglio, invocando al contempo un’alleanza globale contro i trafficanti.(Daniela Fassini - Avvenire)

Migrantes Campania: ieri celebrazione comunità cattolica indiana a Nocera Inferiore

8 Gennaio 2024 - Salerno - Si è svolta ieri al Monastero di Santa Chiara in Nocera Inferiore la celebrazione della Santa Messa della comunità cattolica indiana di rito latino alla presenza di fr. Paul Sunny, coordinatore etnico nazionale della comunità indiana di rito latino e a oltre un ceninaio di fedeli. La liturgia di rito latino è stata fortemente voluta dalla comunità locale e resa possibile grazie alla disponibilità ed impegno della diocesi di Nocera Inferiore – Sarno, nella persona del vescovo mons. Giuseppe Giudice in sintonia e collaborazione con la Fondazione Migrantes, con il direttore generale mons. Pierpaolo Felicolo, con la Migrantes Campania, nelle persone di Mons. Giuseppe Mazzafaro, vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti e  delegato Migrantes della Conferenza Episcopale Campana e di Antonio Bonifacio, incaricato Migrantes Campania e membro della Consulta Nazionale Migrantes. L’esperienza liturgica e pastorale vissuta ieri - spoega Bonifacio -  arricchisce il territorio diocesano di Nocera nella cura delle comunità etniche presenti che vivono, lavorano e sono inserite nel tessuto sociale e vengono accompagnate e guidate nel cammino di Fede dai referenti don Jobby, per la comunità indiana malabarese, e don Paul per la comunità indiana di rito latino".

Viminale: da inizio anno sbarcate 552 persone sulle coste italiane

8 Gennaio 2024 -
Roma - Sono 552 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno secodo il dato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Di questi 182 sono di nazionalità bengalese (33%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Siria (117, 21%), Tunisia (45, 8%), Gambia (43, 8%), Pakistan (32, 6%), Sudan (32, 6%), Egitto (15, 3%), Guinea (14, 2%), Mali (3, 0,5%), Senegal (2, 0,3%) a cui si aggiungono 67 persone (12%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Fino ad oggi sono stati 55 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato sempre oggi.

Migrantes Ferrara-Comacchio: Festa dei Popoli con mons. Perego

8 Gennaio 2024 - Ferrara – “Con l’Epifania il Natale si apre al mondo, non esiste più ‘straniero o ospite’, ma tutti siamo figli e fratelli”. Lo ha detto l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, nell’omelia in occasione della celebrazione della Festa dei Popoli celebrata, su iniziativa della Migrantes diocesana, nella Basilica di San Francesco a Ferrara. Ad animare la liturgia – alla presenza dei diversi gruppi etnici della diocesi – il coro multietnico diretto da don Rodrigo Akakpo, responsabile diocesano Migrantes Molti i canti in lingua con strumenti tradizionali  ma anche balli soprattutto africani . "Questa ‘ricchezza delle genti’ – ha detto il presule - è la destinataria della salvezza che il Dio con noi porta” sottolineando che nel cammino sinodale “ci deve non far dimenticare il ‘tutti’ a cui è destinata la salvezza, perché il nostro cammino non si fermi nei recinti ecclesiali, ma raggiunga la città, il mondo, con un grande spirito missionario”. Parlando poi dei Magi mons. Perego evidenzia che il loro cammino è “un cammino di fraternità, perché i Magi rappresentano il mondo. E nel cammino i magi incontrano la difficoltà di Erode che non crede al senso del loro cammino. I Magi sono liberi di partire e di restare. Anche nel nostro cammino di costruzione di un mondo fraterno troviamo difficoltà - come l'indifferenza, l'odio, l'egoismo - ma dobbiamo confidare nella Parola del Signore e nei ‘segni dei tempi’, come hanno fatto i Magi”. Durante la celebrazione anche la preghiera del “Padre Nostro” è stata recitata nelle varie lingue poiché la Chiesa conferisce grande rilevanza alla lingua materna dei migranti, attraverso la quale esprimono la mentalità, le forme di pensiero, di cultura e i caratteri stessi della loro vita spirituale e delle tradizioni delle loro Chiese di origine. Quest’anno la celebrazione è stata arricchita ulteriormente dal gemellaggio con l’Ufficio Migrantes di Bergamo, presente con un centinaio di rappresentanti accompagnati dal direttore don Sergio Gamberoni: è – ha detto mons. Perego – il segno della condivisione di un cammino di fede e di Chiesa”. (Raffaele Iaria)

Migrantes Cesena-Sarsina: ieri la Festa dei Popoli con mons. Felicolo

8 Gennaio 2024 - Cesena –“Siamo qui perché questa è la casa del Signore, la casa di tutti”. Così ha esordito ieri pomeriggio, a Cesena, il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, presiedendo, nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano, la celebrazione della messa in occasione della "Festa dei popoli" promossa dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Cesena-Sarsina, dalla Caritas diocesana e dall'Ufficio missionario. La celebrazione ha visto la presenza di oltre un centinaio di immigrati di diverse etnie presenti in diocesi. Durante la liturgia letture, preghiere dei fedeli e canti in diverse lingue con l’animazione di un gruppo di “Pasquaroli” (in dialetto romagnolo pasquarul)  che nel periodo dell’Epifania girano per le case ad annunciare la Manifestazione del Signore cantando alcuni brani della tradizione. A celebrare con mons. Felicolo diversi cappellani etnici e sacerdoti impegnati nella pastorale con gli immigranti nella diocesi romagnola. Tra loro anche mons. Silvano Ridolfi, 94 anni, per molti anni impegnato nella pastorale migratoria a livello nazionale e diocesano. Alla celebrazione ha fatto pervenire un messaggio anche il vescovo della diocesi, mons. Douglas Regattieri, assente perché in India. “Possiamo avere tradizioni diverse, venire da culture diverse, esercitare culti diversi, avere la pelle diversa: ma niente – ha scritto il presule - potrà mai dividerci e impedirci di sentirci tutti i fratelli, uniti dalla stessa fede e stretti dalla medesima carità”. La festa dei popoli – ha quindi aggiunto – “ci fa sentire tutti i fratelli, figli dell’unico Padre. E per questo tutti siamo impegnati ad amarci e servire quelli che sono più in necessità. La festa dei popoli consolida la nostra carità. Questa sola edifica un mondo più unito e fraterno”. Ai partecipanti alla liturgia una icona dipinta su mattonella raffigurante la scena del Battesimo di Gesù mentre ai bambini è stata consegnata una calza con doni. (Raffaele Iaria)                                                                   

Migrantes Forlì-Bertinoro: celebrata ieri la Festa dei Popoli

8 Gennaio 2024 - Forlì - Ieri, domenica 7 gennaio, la Diocesi di Forlì- Bertinoro ha celebrato nella chiesa parrocchiale di S. Paolo in Forlì la Festa dei Popoli, giunta alla sua 20a edizione. La celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo mons. Livio Corazza, coadiuvato dai cappellani etnici, ha visto la partecipazione di oltre 140 fedeli delle Comunità cattoliche rumena, ucraina, polacca, africana francofona, africana anglofona e indiana del Kerala che hanno animato con letture e cori in lingua originale la S. Messa, peraltro molto partecipata anche dalla Comunità locale. E’ seguito un momento di festa con il pranzo comunitario preparato dalle stesse Comunità che si sono espresse anche in canti e musiche tradizionali dei paesi di origine. (Walter Neri)

Napoli: festa dei popoli e coro con bambini rom nel Duomo della città

8 Gennaio 2024 - Napoli – Anche a Napoli la festa dei Popoli. Nel Duomo della città celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo ausiliare della città, mons. Michele Autuoro. presidente della Fondazione Missio della Cei. Molti i momenti significativi della celebrazione che ha visto la presenza di tanti immigrati con costumi tradizionali. Canti e danze di vari paesi del mondo hanno caratterizzato l’intera liturgia animata dai diversi gruppi etnici presenti e dal coro “Millecolori”, composto di bambini e giovani, rom e napoletani, provenienti dalle zone più marginali del quartiere di Scampia. Il coro - sostenuto, fra gli altri, dalla Fondazione Migrantes - ha cantato anche, in dialetto napoletano, l’antico inno, attributo a Sant’Alfonso, "Quanno nascette Ninno". Durante l’omelia mons. Autuoro ha sottolineato che il significato profondo dell'arrivo dei Magi è un messaggio di pace e di fratellanza soprattutto in questo tempo di guerra e sofferenza in diverse parti del mondo. (Raffaele Iaria)    

Migrantes Vicenza: un’Epifania segnata dal vero incontro con molti popoli

8 Gennaio 2024 - Vicenza - “La vostra presenza qui è importante per noi perché ci ricorda che molte persone credono ancora in un mondo di pace, giustizia e solidarietà”. Con queste parole il vescovo di Vicenza. Mons. Giuliano Brugnotto, ha accolto nella mattina del 6 gennaio i 26 giovani ucraini ospiti di alcune famiglie dell’Azione Cattolica vicentina dall’1 al 7 gennaio. Si tratta di metà di un gruppo di 50 ragazzi, gli altri sono stati ospitati da alcune famiglie dell’Azione Cattolica di Bologna. L’incontro è stato realizzato nella comunità delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria a a Vicenza, poco prima della Messa dei popoli. Anche i giovani accolti hanno voluto ringraziare la diocesi di Vicenza ed il Vescovo in particolare, soprattutto perché i legami creati in questa settimana diventano segni di speranza per loro che ieri sono partiti per rientrare in Ucraina. Hanno voluto sottolineare che desideravano raccontare la fortezza del loro popolo per testimoniare anche la convinzione che l’impegno delle diverse chiese, compresa quella italiana, potrà aiutarli in tanti modi. La richiesta dei giovani ucraini di rinsaldare i legami nati in questi giorni di permanenza italiana è stata subito raccolta da mons. Brugnotto: durante la Messa dei popoli, promossa dall'ufficio Migrantes della diocesi, celebrata in cattedrale alle 10,30 il Vescovo ha fatto salire in presbiterio tutti i ragazzi ucraini con alcune delle famiglie ospitanti spiegando all’assemblea il motivo della loro presenza. Nell'omelia il vescovo  ha voluto sottolineare il tema della luce collegandolo alla presenza dei giovani ucraini: “Oggi è la festa della luce, della gioia, della missione. È la festa della luce che apre i nostri cuori alla gioia e ci spinge ad andare a tutte le genti per condividerla. Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce [cit. del profeta Isaia, ndr]”. Mons. Brugnotto ha continuato dicendo che quello dell’Epifania potrebbe esser considerato “un annuncio che sembra del tutto fuori luogo in un tempo come quello in cui viviamo. Anche al tempo di Isaia la tenebra ricopriva la terra e una nebbia fitta avvolgeva i popoli. La tenebra delle guerre e dell’odio avvolgono ancora la terra. Ne sono testimoni questi giovani provenienti dall’Ucraina che ho fatto salire qui in presbiterio. E pure le tenebre della vita quotidiana sembrano non avere un senso perché segnate da paure e tristezze, ferite e malattie, debolezza e morte. Ma sono questi stessi giovani, che hanno affrontato un viaggio di condivisione a illuminare sentieri nuovi di vita. Loro ci attestano che a risplendere è la gloria del Signore. Mi hanno chiesto poco fa di sentire – come chiesa – la vita insieme con loro, cioè di sentire comuni le gioie e le fatiche gli uni degli altri. Hanno bisogno di sentire la forza della fede”. Sempre nell’omelia, raccontando l’esperienza del Cammino di pace dell’1 gennaio, mons. Brugnotto ha ricordato che “la sera del primo gennaio, al termine del cammino di pace, un bambino mi ha posto una domanda tanto semplice quanto complicata: “perché ci sono le guerre?” Vi possono essere tanti motivi legati a circostanze locali. Ma se apriamo lo sguardo a tutti i popoli – come ci sollecita spesso papa Francesco – la risposta va individuata nell’iniqua distribuzione dei beni che non garantisce a tutte le persone il diritto di non migrare. Si dovrebbe essere liberi di scegliere se migrare o restare, garantendo a tutti il diritto di una vita dignitosa”, ha concluso il Vescovo citando il tema del Messaggio di Papa Francesco per la 109° giornata del migrante e del rifugiato. L’assemblea numerosa, molto variopinta e festosa, ha rappresentato con canti, danze, lingue (9 quelle usate nei diversi momenti della celebrazione) e fisionomie differenti il senso dell’Epifania, cioè la manifestazione al mondo del Re delle genti. Erano presenti i cappellani ed i fedeli provenienti da tutta la diocesi e dai 16 Centri pastorali per migranti di fede cattolica: 7 a Vicenza (per filippini, ghanesi, nigeriani, romeni, srilankesi, latinoamericani e ucraini), 3 a Bassano del Grappa (per filippini e ghanesi, latinoamericani e ucraini), 2 a Schio (per ghanesi, nigeriani e romeni), 2 a Valdagno (ucraini e ghanesi) e poi uno ad Arzignano (per ghanesi), uno a Creazzo (per africani francofoni).  

Battesimo, nuovo compleanno

8 Gennaio 2024 -
Città del Vaticano - Lo abbiamo appena lasciato adagiato nella mangiatoia tra Maria e Giuseppe per farsi vedere e toccare, piccolo nella sua grandezza, visitato dai tre re Magi; questa domenica lo vediamo adulto sulle rive del Giordano, uomo tra gli uomini, nella sua prima manifestazione pubblica: il battesimo. Ma fermiamoci un momento sul giorno dell’Epifania. Don Tonino Bello commentava l’incontro dei Magi dicendo che una volta visto il bambino e la madre “si potrebbe concludere che vissero felici e contenti”. E invece no, dopo aver offerto i doni fecero ritorno alle loro terre “per un’altra strada”. Così diceva che “da allora sarà sempre così per chi lo ha trovato e poi vuole rimanere con lui: bisogna saper cambiare strada, per non perderlo, anzi, per non perdersi”. Torniamo allora al Vangelo. Marco ci racconta con poche parole quanto accade con Giovanni Battista il quale con poche parole manifesta la conclusione della sua missione mentre accoglie colui che non avrebbe battezzato solo con acqua ma con lo Spirito Santo. L’evangelista è sobrio nella sua descrizione, non ha raccontato la nascita e nemmeno l’infanzia di Gesù, per lui tutto ha inizio sulle rive del Giordano, con il battesimo, gesto simbolico che porta con sé l’elemento della purificazione: quell’acqua fa rinascere, da spazio a un altro uomo. Nella sua essenziale descrizione, Marco racconta così quel momento: Gesù “uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba”. Dal cielo una voce proclama: “tu sei il figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. Gesù va da Giovanni Battista “inaugurando il suo ministero – dice Papa Francesco all’Angelus – e mostra così di voler stare vicino ai peccatori, di essere venuto per loro, per noi tutti che siamo peccatori”. In mattinata, nella Cappella Sistina, il Papa ha battezzato 16 bambini, affermando, nella breve omelia che pronuncia senza testo scritto, che i piccoli sono i veri “protagonisti in questa cerimonia, perché loro oggi daranno anche a noi la testimonianza di come si riceve la fede: con innocenza e con apertura di cuore”. Celebrando nella Cappella Sistina il rito del battesimo nel 2009, Benedetto XVI ricordava che “il bambino non è proprietà dei genitori, ma è affidato dal Creatore alla loro responsabilità, liberamente e in modo sempre nuovo, affinché essi lo aiutino ad essere un libero figlio di Dio”. E il battesimo “è l’arcobaleno divino sulla nostra vita, la promessa del grande sì di Dio, la porta della speranza e, nello stesso tempo, il segno che ci indica il cammino da percorrere in modo attivo e gioioso per incontrarlo e sentirci da lui amati”. È anche l’evento durante il quale, afferma Papa Francesco, “Dio viene in noi, purifica e guarisce il nostro cuore dal peccato, ci fa suoi figli per sempre”. Per questo ha sottolineato, ancora una volta, l’importanza di fare memoria del giorno del battesimo, una data che è un “nuovo compleanno” che va ricordato e festeggiato. Il battesimo, ha quindi affermato il vescovo di Roma, “ci ha resi a nostra volta figli di Dio”; ancora è Dio che viene in noi, purifica e guarisce il nostro cuore, ci fa suoi figli per sempre, suo popolo, sua famiglia, eredi del Paradiso”. Di qui l’invito che il Papa rivolge alle persone presenti in piazza San Pietro, ma anche a tutti noi: “prendiamoci l’impegno di cercare e di ricordare la data del nostro Battesimo”, perché da quel giorno il Signore “non solo è con noi, ma in noi”. Dopo la preghiera mariana, Francesco ha ricordato che le chiese orientali, che seguono il calendario Giuliano, celebrano il Natale, e ha augurato loro che il Signore “le ricolmi di luce, di carità e di pace”. La pace che manca in Ucraina, in Palestina, in Israele e anche in molte altre parti del mondo. La preghiera del Papa è per questi popoli, per le popolazioni del Congo colpite da inondazioni e per le persone sequestrate in Colombia per le quali chiede la “liberazione senza condizioni”; un gesto, dice, “che è un dovere davanti a Dio, favorirà anche un clima di riconciliazione e di pace nel Paese”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Bologna: domani Festa dei Popoli con il card. Zuppi

5 Gennaio 2024 - Bologna - Domani, Festa dell’Epifania, alle ore 17.30 l’arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, il card. Matteo Zuppi, celebrerà la Messa dei Popoli in cui verranno utilizzate 13 lingue per le letture, i canti e le preghiere, e saranno portati ai piedi della statua di Gesù Bambino, da parte di alcuni fedeli vestiti con abiti tradizionali, doni caratteristici delle comunità etniche presenti in Diocesi.  La festa della Epifania celebra la manifestazione di Gesù Cristo come salvatore di tutti i popoli, ricorda la diocesi. Nel pellegrinaggio dei Magi dal lontano oriente verso la Casa di Betlemme, è prefigurato il cammino di tutti i popoli verso la luce della fede, nella ricchezza e la varietà delle lingue e delle culture. Questo è il motivo che sta alla base della Messa dei Popoli, celebrata ogni anno in cattedrale. Sono 13 quest’anno le lingue utilizzate per i canti, le letture e le preghiere, mentre il coro sarà composto da cantori provenienti dalle comunità cattoliche degli immigrati a cura della Migrantes diocesana.  La bellezza della cosiddetta “Messa dei Popoli” consiste anzitutto - si legge in una nota -  nella profonda verità del modo in cui viene celebrata: l’utilizzo di molte lingue diverse, le sonorità utilizzate che vanno dai ritmi africani fino alle struggenti melodie dei popoli ispanici non sono semplicemente elementi giustapposti gli uni agli altri, ma l’unico ambiente profondamente spirituale, che manifesta visivamente la comunione dei doni diversi e la profonda unità nella fede di queste comunità. La Chiesa riconosce grande importanza alla lingua materna dei migranti, attraverso la quale essi esprimono la mentalità, le forme di pensiero e di cultura ed i caratteri stessi della loro vita spirituale e delle tradizioni delle loro Chiese di origine.  Il gruppo tanzaniano delle Suore Minime dell’Addolorata canteranno il salmo responsoriale in lingua swahili, mentre le letture bibliche saranno proclamate in inglese e polacco. Alla preghiera universale si pregherà in francese per la Chiesa, in romeno per il Papa e i vescovi, in ucraino per la pace tra i popoli, in bengali per i governi e gli organismi internazionali, in arabo per i bambini, in malayalam per i giovani, in portoghese per le vocazioni al sacerdozio, in cingalese per gli ammalati, in cinese per le famiglie, in tagalog per i migranti, in eritreo per quanti subiscono violenza, in tamil per tutti i presenti al rito. Alla processione offertoriale, aperta da bambini cingalesi in costumi tradizionali che porteranno l’omaggio della luce, con i doni per l’Eucaristia, saranno presentati dalle comunità doni rappresentativi del proprio paese che saranno destinati ad opere di carità, mentre il coro delle comunità latino-americane eseguirà i canti. Particolarmente toccante il momento del Padre nostro che ognuno dei presenti reciterà contemporaneamente nella propria lingua natale: un piccolo momento di apparente confusione dal sapere profondamente pentecostale. Per quanto riguarda l’attività di Migrantes, si segnala in questo anno l’organizzazione della comunità di lingua malayalam, che raggruppa fedeli provenienti dal Kerala (India), soprattutto religiose e studenti universitari, che celebrano la Liturgia secondo il rito siro-malabarese, secondo l’antica tradizione che risale all’apostolo Tommaso.

Migrantes Palermo: Festa dei popoli con mons. Lorefice

5 Gennaio 2024 - Palermo - Come ogni anno, il 6 gennaio la Cattedrale di Palermo sarà la “casa di tutti i popoli” dove saranno accolti uomini, donne e bambini provenienti dai cinque continenti ma che vivono nella diocesi siciliana: immigrati e nativi che formano una sola famiglia umana, una sola famiglia dei figli Dio. La Cattedrale si colorerà quindi anche quest’anno delle diversità culturali dei fedeli che prenderanno parte alla “Messa dei Popoli” grazie al coinvolgimento e all’animazione dell’Ufficio Migrantes diocesano. Alle ore 10.00 sul sagrato della Cattedrale si ritroveranno i rappresentanti dei diversi Paesi che inviteranno i fedeli a manifestare la volontà di voler vivere in armonia rinunciando alla guerra che insanguina il mondo ed anche la terra dove tutto è cominciato con un bimbo venuto per portare amore e pace. Successivamente avrà inizio la marcia dei bambini verso l’altare: i piccoli troveranno ad accoglierli l’arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice che condividerà con loro la volontà di dire "no alle ingiustizie – perché non ci sarà pace sulla terra senza giustizia – e alle guerre – perché non si può vivere di giustizia sulla terra senza il perdono -. I bambini saranno il segno di speranza di quell’umanità che vuole traghettare verso la pace. Ai piedi del bambinello porteranno ramoscelli di ulivo". Alle ore 11.00 avrà inizio la Celebrazione Eucaristica nella Solennità dell’Epifania del Signore presieduta dal presule e animata dalle comunità etniche della Chiesa di Palermo, coordinate dal coro interculturale “Arcobaleno di popoli”.  

Migrantes Vicenza: domani festa dei Popoli con mons. Brugnotto

5 Gennaio 2024 - Vicenza -  Domani in Cattedrale alle 10,30 il vescovo di Vicenza, mons.  Giuliano Brugnotto, presiederà la tradizionale Messa dei popoli, che viene curata in particolare dall’Ufficio diocesano Migrantes, perché ricorda l’incontro dei Magi con il Bambino Gesù, segno della manifestazione divina a tutti i popoli del mondo. Il tema per il 2024 è “Migranti: liberi di scegliere se migrare o restare”. Quest’anno a Vicenza vi sarà dunque una nota mondiale particolare con la presenza anche dei giovani ucraini accolti in diocesi dall’1 al 7 gennaio, che ripartiranno il giorno dopo per la loro terra d’origine.  Nella Diocesi vicentina sono 16 i Centri pastorali per migranti di fede cattolica: 7 a Vicenza (per filippini, ghanesi, nigeriani, romeni, srilankesi, latinoamericani e ucraini), 3 a Bassano del Grappa (per filippini e ghanesi, latinoamericani e ucraini), 2 a Schio (per ghanesi, nigeriani e romeni), 2 a Valdagno (ucraini e ghanesi) e poi uno ad Arzignano (per ghanesi), uno a Creazzo (per africani francofoni).

Bologna: il card. Zuppi incontra i giovani ucraini

5 Gennaio 2024 - Bologna - Nel pomeriggio di ieri l'arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Matteo Zuppi, ha incontrato a Bologna in arcivescovado una cinquantina di giovani ucraini di ritorno dall'Incontro europeo di Taizè a Lubiana. Dallo scorso 1° gennaio sono ospiti dei Centri diocesani di Azione cattolica di Bologna e Vicenza e accolti in famiglie e in strutture messe a disposizione dalle Chiese locali. Sono soprattutto giovani donne, alcuni di loro sono figli di militari ucraini uccisi in guerra. In questa esperienza - si legge sul sito della diocesi  - sono accompagnati dai rappresentanti dell'Ufficio della pastorale giovanile della Chiesa ucraina greco-cattolica e provengono dalle diocesi greco-cattoliche dell'Ucraina centrale e sud-orientale: Kyiv, Kharkiv, Kherson, Odessa, Donetsk, le aree del paese più colpite dal conflitto. «Noi dobbiamo - ha detto il card. Zuppi - e possiamo fare tanto per la pace. Come si sa anche papa Francesco continua a insistere e a cercare tutti i modi per far cessare al più presto le guerre. Questi giovani, che oggi ospitiamo e incontriamo, ci fanno vivere e costruire tanti legami di solidarietà, di condivisione e amicizia che per certi versi sono già il primo passo per sconfiggere la violenza e i conflitti che isolano, contrappongono e fanno scontrare persone e popoli. Il primo modo è invece far sentire a casa i nostri fratelli e le nostre sorelle per creare legami che superano ogni divisione. Questa è una bellissima esperienza e testimonianza che speriamo si moltiplichi. E credo lo sarà ancora di più in estate quando ci sarà la possibilità che possano venire tantissimi ragazzi e ragazze dall'Ucraina a passare un periodo di pace, qui nelle nostre famiglie e nelle nostre parrocchie. La luce del Natale illumina anche il buio della guerra. Non preoccupatevi: non vi lasciamo e non vi lasceremo soli». «Abbiamo voluto dare a questi giovani - ha sottolineato padre Roman Demush, Vicedirettore del Comitato della pastorale giovanile della Chiesa ucraina greco-cattolica - la possibilità di stare per qualche giorno in pace e sperimentare un po' di serenità. Sono testimoni vivi della verità, di questi orrori della guerra; sono la voce del nostro popolo perché il conflitto in Ucraina non sia dimenticato; raccontano i loro coetanei che oggi sono pronti a dare la vita per il nostro popolo, per i propri familiari e difendono la pace di tutta l'Europa. Vogliamo anche con loro ringraziare tutti quelli che ci sostengono e che non ci fanno sentire soli ed abbandonati. Dobbiamo pregare il Signore della pace perché ci doni la pace». «Non si tratta - hanno spiegato i responsabili dei centri diocesani di Ac Bologna e Vicenza - di un semplice gemellaggio: è un'occasione di fraternità e condivisione, una possibilità di incontro e testimonianza, con chi ha vissuto e vive sulla propria pelle gli orrori della guerra. Questa esperienza vuole essere un momento di socialità tra giovani di Paesi diversi fatta di appuntamenti culturali, di spiritualità, festa e conoscenza dei territori e delle Chiese diocesane, in modo particolare con le comunità ucraine delle nostre due città. L'incontro con il cardinale Zuppi è stata l'occasione per dire insieme ancora una volta che di fronte alla barbarie della guerra in corso in Ucraina, come a Gaza o nello Yemen, e in troppe altre parti del mondo, non bisogna mai rassegnarsi né smettere di pregare perché torni la pace. Per ridire insieme le parole Francesco: "La guerra è sempre una sconfitta, è la distruzione della fraternità umana. Fratelli fermatevi!"». L'iniziativa si pone nell'ambito delle molteplici attività e dell'impegno per la pace che l'Azione cattolica italiana porta avanti anche attraverso la sua adesione al Mean - Movimento europeo di azione nonviolenta. Lo scorso ottobre 2023, oltre cento attivisti del Mean hanno partecipato tra Kyiv e Leopoli a una due giorni di preghiera e alla prima conferenza per l'istituzione dei "Corpi civili di pace europei". Un progetto di recente presentato al Parlamento italiano insieme alla richiesta al Governo italiano di farsi promotore dell'iniziativa presso l'Unione europea.  

Migrantes Cesena-Sarsina: domenica la Festa dei Popoli con mons. Felicolo

5 Gennaio 2024 - Cesena - Si celebrerà domenica 7 gennaio, nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano a Cesena, la "Festa dei popoli" promossa dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Cesena-Sarsina, dalla Caritas diocesana e dall'Ufficio missionario. Alle 15,30 la Messa sarà celebrata da monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes. Al termine della Messa, monsignor Felicolo presenterà la Fondazione Migrantes soffermandosi su finalità, ambiti e compiti. A seguire, nel teatro della stessa parrocchia, ci sarà un momento ricreativo preparato da persone provenienti da vari Paesi.

Migrantes Piacenza-Bobbio: domani Messa delle Genti con mons. Cevalotto

5 Gennaio 2024 - Piacenza - Sabato 6 gennaio alle ore 11.00 nella Cattedrale di Piacenza il vescovo di Piacenza-Bobbia, mons. Adriano Cevolotto, presiede la “Messa delle Genti” nella Solennità dell’Epifania. Alla celebrazione partecipano le comunità migranti presenti sul territorio. A coordinare l’iniziativa padre Mario Toffari, responsabile dell’Ufficio Migrantes della diocesi insieme a padre Salvatore Mazzitelli che guida la "Missio cum cura animarum" che nella chiesa di San Carlo in via Torta a Piacenza ospita ogni domenica le celebrazioni delle diverse tradizioni linguistiche: alle ore 10,45 in italiano con apporti in lingua inglese ad opera della comunità filippina e alle 16 in spagnolo per i latinoamericani; una volta al mese è in programma la messa in lingua cingalese per le persone provenienti dallo Sri Lanka. Domani dopo la liturgia della Parola, con letture proclamate in varie lingue, sarà annunciata la data della Pasqua in varie espressioni linguistiche. Al termine della celebrazione il presule impartirà una benedizione speciale ai bambini presenti.

Migrantes Padova: il 6 gennaio “Cori dal mondo cantano il Natale”

4 Gennaio 2024 -
Padova - Nella chiesa della Madonna Incoronata in Padova (via Siracusa 52), dalle 15.30 alle 17 del 6 gennaio, è in programma un appuntamento dal titolo "Cori dal mondo cantano il Natale". A intervenire sono i cori delle comunità etniche presenti in città: africani, srilankesi, filippini, cinesi, indiani, latinoamericani, e romeni. Durante la rassegna dei canti - promossa dall'Ufficio Migrantes della diocesi di Padova  - è prevista la benedizione dei bambini e, al termine, la condivisione di dolci e cibi tipici di ciascuna comunità etnica.

Migrantes Pordenone-Concordia: il 6 gennaio festa dei Popoli con mons. Pellegrini

4 Gennaio 2024 -
Pordenone - Sarà il vescovo di Pordenone-Concordia, mons. Giuseppe Pellegrini, a presiedere la celebrazione eucaristica in occasione della festa delle comunità di cattolici immigrati della diocesi che si terrà alle ore 11.30 nel Duomo Concattedrale di San Marco. È un'iniziativa della Commissione diocesana Migrantes per tenere unite tutte le comunità cattoliche straniere presenti sul territorio diocesano, un momento di condivisione con la comunità cittadina in occasione di una festa importante, che conclude le festività natalizie. La messa sarà animata dalle diverse comunità presenti, non solo nei canti, ma anche nelle letture e nei differenti momenti della celebrazione.

Migrantes Ferrara-Comacchio: il 6 gennaio la Festa dei Popoli con mons. Perego

4 Gennaio 2024 - Ferrara - La "Festa dei popoli", celebrata ormai da diversi decenni in Italia, è uno degli appuntamenti più amati dalle comunità degli immigrati cattolici. Nella diocesi di Ferrara-Comacchio  è preparata dall’Ufficio Migrantes, coadiuvato dai Cappellani di lingua straniera, e sarà presieduta dall’arcivescovo mons. Gian Carlo Perego il 6 gennaio alle ore 17, presso la Basilica di San Francesco. La giornata seguirà il tema dell’anno, suggerito da Papa Francesco: "Liberi di migrare o restare", e avrà come finalità il coinvolgimento di tutta la comunità diocesana  - senza distinzioni di razza, lingua, cultura o tradizione - per - spiega la diocesi - "stimolare la conoscenza e l’apprezzamento delle qualità, valori, capacità di ogni popolo presente sul territorio; mirando a creare l’apertura di spazi in cui i rappresentanti dei diversi popoli possano trovare i modi più opportuni per comunicare la loro originalità". Sarà uno spazio di dialogo a cui sono invitate tutte le comunità linguistiche delle Parrocchie diocesane (Comunità francofona, filippina, inglese, latino- americana, polacca, ucraina, romena), oltre agli italiani: "si pregherà lo stesso Dio ma in lingue diverse", accompagnati da un coro multietnico che canterà in italiano, spagnolo, francese, inglese, tagalop, rumeno e ucraino. Anche la preghiera del "Padre Nostro" e la "Preghiera Universale" saranno recitate nelle varie lingue poiché la Chiesa conferisce grande rilevanza alla lingua materna dei migranti, attraverso la quale esprimono la mentalità, le forme di pensiero, di cultura e i caratteri stessi della loro vita spirituale e delle tradizioni delle loro Chiese di origine. Per questo non mancheranno balli e canti in costumi tipici africani che accompagneranno l’offertorio con la presentazione di generi alimentari portati sull’altare nel ricordo dell’offerta dei Magi d’Oriente. Quest’anno la celebrazione sarà arricchita ulteriormente dal gemellaggio con l’Ufficio Migrantes di Bergamo, presente con un centinaio di rappresentanti accompagnati dal direttore don Sergio Gamberoni. Dopo la Santa Messa i partecipanti condivideranno i cibi tipici offerti dalle varie comunità, con l’accompagnamento di musiche etniche e balli. Un’occasione "importante - si legge in una nota -  per esprimere il desiderio di essere capiti, ma anche di comprendere la cultura del paese ospitante, e per meglio inserire se stessi ed i figli - poiché qui non si tratta di ospiti di passaggio ma di cittadini - nei processi di costruzione di una società migliore, sostenendo così la cordiale convivenza e la reciproca integrazione".

Migrantes Lecce: non lasciare nessuno indietro

2 Gennaio 2024 - Lecce - L'Ufficio diocesano Migrantes di Lecce è espressione, a livello diocesano, della Fondazione Migrantes (organismo pastorale della Cei), ed ha come finalità la cura pastorale degli stranieri immigrati attraverso opere di prossimità e prevenzione del disagio per una testimonianza viva del Vangelo.  Nell’anno appena trascorso l’aspetto catechetico-liturgico ha avuto il suo centro nella cappella Santo Spirito (ex ospedale Vito Fazzi) ove ogni domenica alle 11 si è celebrata l'Eucarestia animata dalle varie etnie e presieduta dai Missionari Comboniani; di particolare rilievo sono stati i momenti di catechesi pomeridiana durante l’avvento e la quaresima. Per il raggiungimento concreto della diffusione della cultura dell'accoglienza e della integrazione nel tessuto sociale, l’Ufficio ha operato, attraverso il suo centro ascolto, in sinergia e stretta collaborazione con la Caritas diocesana e le parrocchie, in una lenta ma incessante opera d’integrazione fra gli immigrati e le comunità locali, valorizzando le risorse umane di cui gli stranieri sono portatori, per far comprendere al mondo la ricchezza dell’incontro e dello scambio. Su questo fronte occorre segnalare la manifestazione culturale Tukutane Ndandie, insieme al Liceo scientifico “Banzi” di Lecce, che ha visto la collaborazione di varie associazioni in un susseguirsi di ritmi senegalesi, poesie africane, canti gospel e creazioni sartoriali africane con evidenti contaminazioni artistiche europee di una nostra stilista keniana, a ribadire che il bello è dovunque nel mondo e che l’incontro tra le diverse culture genera sempre accoglienza e benessere. Sul fronte del contrasto alla povertà le risorse economiche messe in gioco quest’anno sono state significative in particolare per rispondere al crescente bisogno d’aiuto per l’affitto (circa il 30%) e per le utenze (20 %) oltre ai normali e numerosi aiuti per i permessi di soggiorno, ricongiungimenti famigliari ed altro. Nel campo della prevenzione continua la tradizione delle scuole d’italiano per adulti (circa 35 partecipanti), i corsi di alfabetizzazione d’informatica (circa 10 corsisti) e il doposcuola per studenti immigrati della scuola primaria e secondaria di primo grado (50 bambini con 25 volontari per 2 ore al giorno cinque giorni la settimana per tutto l’anno scolastico) in collaborazione con la parrocchia della cattedrale di Lecce, associazioni locali e tanti operatori di buona volontà. Questo 2023 consegna, dunque, una immagine di Chiesa diocesana oltremodo aperta e collaborativa con il territorio capace di progettare e realizzare quel "camminare insieme” per non lasciare nessuno indietro. (Marilena Morelli)