Migrantes Vicenza: un’Epifania segnata dal vero incontro con molti popoli

8 Gennaio 2024 – Vicenza – “La vostra presenza qui è importante per noi perché ci ricorda che molte persone credono ancora in un mondo di pace, giustizia e solidarietà”. Con queste parole il vescovo di Vicenza. Mons. Giuliano Brugnotto, ha accolto nella mattina del 6 gennaio i 26 giovani ucraini ospiti di alcune famiglie dell’Azione Cattolica vicentina dall’1 al 7 gennaio. Si tratta di metà di un gruppo di 50 ragazzi, gli altri sono stati ospitati da alcune famiglie dell’Azione Cattolica di Bologna. L’incontro è stato realizzato nella comunità delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria a a Vicenza, poco prima della Messa dei popoli. Anche i giovani accolti hanno voluto ringraziare la diocesi di Vicenza ed il Vescovo in particolare, soprattutto perché i legami creati in questa settimana diventano segni di speranza per loro che ieri sono partiti per rientrare in Ucraina. Hanno voluto sottolineare che desideravano raccontare la fortezza del loro popolo per testimoniare anche la convinzione che l’impegno delle diverse chiese, compresa quella italiana, potrà aiutarli in tanti modi.

La richiesta dei giovani ucraini di rinsaldare i legami nati in questi giorni di permanenza italiana è stata subito raccolta da mons. Brugnotto: durante la Messa dei popoli, promossa dall’ufficio Migrantes della diocesi, celebrata in cattedrale alle 10,30 il Vescovo ha fatto salire in presbiterio tutti i ragazzi ucraini con alcune delle famiglie ospitanti spiegando all’assemblea il motivo della loro presenza. Nell’omelia il vescovo  ha voluto sottolineare il tema della luce collegandolo alla presenza dei giovani ucraini: “Oggi è la festa della luce, della gioia, della missione. È la festa della luce che apre i nostri cuori alla gioia e ci spinge ad andare a tutte le genti per condividerla. Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce [cit. del profeta Isaia, ndr]”. Mons. Brugnotto ha continuato dicendo che quello dell’Epifania potrebbe esser considerato “un annuncio che sembra del tutto fuori luogo in un tempo come quello in cui viviamo. Anche al tempo di Isaia la tenebra ricopriva la terra e una nebbia fitta avvolgeva i popoli. La tenebra delle guerre e dell’odio avvolgono ancora la terra. Ne sono testimoni questi giovani provenienti dall’Ucraina che ho fatto salire qui in presbiterio. E pure le tenebre della vita quotidiana sembrano non avere un senso perché segnate da paure e tristezze, ferite e malattie, debolezza e morte. Ma sono questi stessi giovani, che hanno affrontato un viaggio di condivisione a illuminare sentieri nuovi di vita. Loro ci attestano che a risplendere è la gloria del Signore. Mi hanno chiesto poco fa di sentire – come chiesa – la vita insieme con loro, cioè di sentire comuni le gioie e le fatiche gli uni degli altri. Hanno bisogno di sentire la forza della fede”.

Sempre nell’omelia, raccontando l’esperienza del Cammino di pace dell’1 gennaio, mons. Brugnotto ha ricordato che “la sera del primo gennaio, al termine del cammino di pace, un bambino mi ha posto una domanda tanto semplice quanto complicata: “perché ci sono le guerre?” Vi possono essere tanti motivi legati a circostanze locali. Ma se apriamo lo sguardo a tutti i popoli – come ci sollecita spesso papa Francesco – la risposta va individuata nell’iniqua distribuzione dei beni che non garantisce a tutte le persone il diritto di non migrare. Si dovrebbe essere liberi di scegliere se migrare o restare, garantendo a tutti il diritto di una vita dignitosa”, ha concluso il Vescovo citando il tema del Messaggio di Papa Francesco per la 109° giornata del migrante e del rifugiato.

L’assemblea numerosa, molto variopinta e festosa, ha rappresentato con canti, danze, lingue (9 quelle usate nei diversi momenti della celebrazione) e fisionomie differenti il senso dell’Epifania, cioè la manifestazione al mondo del Re delle genti. Erano presenti i cappellani ed i fedeli provenienti da tutta la diocesi e dai 16 Centri pastorali per migranti di fede cattolica: 7 a Vicenza (per filippini, ghanesi, nigeriani, romeni, srilankesi, latinoamericani e ucraini), 3 a Bassano del Grappa (per filippini e ghanesi, latinoamericani e ucraini), 2 a Schio (per ghanesi, nigeriani e romeni), 2 a Valdagno (ucraini e ghanesi) e poi uno ad Arzignano (per ghanesi), uno a Creazzo (per africani francofoni).