Oim: “in 8 giorni 4 naufragi”

9 Gennaio 2024 –

Milano – L’anno nuovo porta sempre il bilancio, in numeri, cifre e fatti dell’anno vecchio. Altrettanto avviene per i morti nel Mediterraneo. I migranti che tentano di raggiungere l’Europa rischiando la vita su una barchetta insicura, sovraffollata e costata come un volo transoceanico in business class. Nella sola settimana tra il 26 dicembre e il 3 gennaio, settimana solitamente dedicata alle festività natalizie in famiglia, ebbene proprio in questi giorni di gioia, pace e felicità sono in tutto 108 i migranti morti in mare e dispersi a causa di quattro naufragi avvenuti al largo della Libia. «Il 2023 si è chiuso con un totale di 2.383 morti nel Mediterraneo Centrale – scrive Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni – e purtroppo il 2024 è già iniziato con un naufragio che il 3 gennaio ha provocato 35 vittime al largo di Zwara». Sono 108 i migranti morti e dispersi in 4 naufragi avvenuti al largo della Libia dal 26 dicembre al 3 gennaio, aggiunge Di Giacomo. Nella rotta del Mediterraneo centrale nel 2023 sono morti 974 migranti mentre 1.372 sono stati dichiarati dispersi. Sono i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in Libia che mostrano un notevole aumento di morti e dispersi, rispettivamente 529 e 848 nel 2022 e 662 e 891 nel 2021. L’Oim sottolinea inoltre che sono stati 17.025 i migranti intercettati nel 2023 dalla Guardia costiera libica e riportati nel Paese nordafricano, 1.234 solo nella settimana dal 24 al 30 dicembre 2023. I migranti intercettati e riportati in Libia erano stati, sempre secondo l’Oim, 32.425 nel 2021 e 24.684 nel 2022. «A una settimana dall’inizio del 2024, continuiamo ad assistere alla violenta brutalità del letale regime di confine della “Fortezza Europa”» scrive su “X” Alarm Phone. « Nessuno dovrebbe rischiare la vita in mare in questo modo. I nostri cuori sono con le famiglie degli scomparsi» aggiunge confermando gli ultimi due naufragi del 2023, al largo della Libia, dello scorso 28 e 29 dicembre con almeno 78 persone morte.

Fa sempre discutere anche la vicenda dei porti lontani assegnati dall’Italia alle navi che hanno fatto soccorsi in mare, costringendo le Ong ad allungare i tempi (e i costi) delle missioni. Senza parlare del fatto di non poter fare, come in passato, salvataggi multipli, e poter “massimizzare” in questo modo l’impegno umanitario. «A causa delle nuove normative italiane, dall’anno scorso siamo costretti a sbarcare in porti lontani del nord. Durante l’inverno, questo viaggio diventa particolarmente difficile» sottolinea Medici senza frontiere. La nave dell’associazione umanitaria ha lasciato il porto di Ravenna, dove ha sbarcato le 336 persone salvate nel Mediterraneo, e si sta dirigendo verso il canale di Sicilia. Le condizioni del mare sono particolarmente difficili e il maltempo in corso dovrebbe almeno per qualche giorno tenere lontano le partenze dal Nord Africa (Libia e Tunisia). Negli ultimi 12 mesi, secondo i dati forniti dal Viminale, l’aumento degli arrivi si è attestato su un +50%. Un trend che sembra essere confermato anche nel primo giorno del 2024.

E sul tema, Ylva Johansson, la commissaria europea per gli Affari interni, scuote gli Stati membri. «Le nostre società, i nostri mercati del lavoro sono a corto di personale e abbiamo bisogno che la migrazione legale avvenga in modo ordinato» ha dichiarato a margine della conferenza a cui ha partecipato ad Atene dal nome “Soluzioni europee alla sfida comune della migrazione”. La commissaria ha sottolineato la necessità di affrontare le «sfide attuali » e di «investire nei canali legali per l’immigrazione regolare». La commissaria Ue ha poi spiegato che ogni anno 3,5 milioni di migranti entrano in Europa legalmente e 300.000 irregolarmente e che è necessario fare di più per permettere al sistema di canali regolari di funzionare meglio, invocando al contempo un’alleanza globale contro i trafficanti.(Daniela Fassini – Avvenire)