Card. Bassetti: “no a dinamiche che ci rendono estranei gli uni agli altri”

14 Ottobre 2021 – Roma – “In un tempo come quello che stiamo vivendo non possiamo permettere che si affermino dinamiche che ci rendono estranei gli uni agli altri. In un tempo così deve sovrabbondare la speranza”: queste le parole del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, intervenuto oggi a Roma alla presentazione del XXX Rapporto Immigrazione di Caritas italiana e Fondazione Migrantes. “Il Rapporto – ha detto – ci racconta di un calo dei migranti. Presto cominceremo ad accorgerci della mancanza di queste persone. E allora ci pentiremo di non averli accolti come dovevamo accoglierli, di non averli seguiti come avremmo dovuto”. “Parliamo di milioni di cittadini stranieri che vivono in Italia spesso dimenticati – ha proseguito -. La loro voce ci dice che viviamo in tempo di incertezza, la gente sta soffrendo di una solitudine immensa”. Il card. Bassetti ha ricordato che “affrontare l’immigrazione da molteplici punti di vista ci dimostra che tutto è in relazione, che siamo tutti collegati gli uni agli altri. La crisi sociale, che non è dipesa solo dalla pandemia, è una ferita grave per la nostra società. Invece stiamo assistendo al venire meno del senso profondo della fraternità, della comunione, del vivere insieme”. “Questo è il tempo di edificare, di vivere la speranza”, ha sottolineato, evidenziando la “grande lezione” della pandemia, ossia aver scoperto che “la fragilità non caratterizza solo gli altri” ma “ognuno di noi”. “Quanti preconcetti, quanti pregiudizi, quanti diti puntati – ha osservato -. Serve una cultura più aperta a quanto c’è di buono nell’altro e sempre più convinta dell’incontro. Non esiste un incontro a mezz’aria. O ci si incontra o si mettono le basi dello scontro. Ci sono cose nella vita che sono out out. Ci attendono mesi forse anni difficili in cui ricostruire le nostre comunità. E se diventa più grande il noi un po’ alla volta si sgonfia questo benedetto io che ci paralizza tutti”.

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