22 Marzo 2021 – Roma – È passato un anno dall’inizio della pandemia, e siamo al punto di partenza. Sanità e economia del Paese al collasso. Nella grande recessione derivata dai lockdown e dal distanziamento sociale ci sono alcune categorie che hanno sofferto più di altre, arrivando a veri e propri picchi di povertà assoluta. Tra queste il mondo dello spettacolo, e in una situazione ancor più grave si sono venuti a trovare gli addetti dello spettacolo viaggiante fermi in giro per l’Italia e anche fuori dai confini nazionali.
Circhi, luna park, artisti di strada hanno ‘fatto la fame’, come dicono loro, sono sopravvissuti grazie all’intervento di alcune strutture quali la Fondazione Migrantes, la Caritas, le varie associazioni locali di volontariato e le amministrazioni pubbliche che si sono ritrovate sul proprio territorio queste attività. La Fondazione Migrantes, che è intervenuta anche per far rientrare alcuni circhi dall’estero, ha raccontato fin dall’inizio sul quotidiano www.migrantesonline.it e sul mensile “Migranti Press” le storie di queste persone ferme, senza potersi esibire e quindi senza incassi, linfa quotidiana di queste attività che, nella maggior parte, non hanno a carico solo gli stipendi degli operatori ma gli animali da accudire e da sfamare. A questo proposito Flavio Togni, della dinastia circense dei Togni, padre dell’American Circus, ora fermo nel proprio quartier generale a Sommacampagna in provincia di Verona, in una intervista rilasciata qualche giorno fa alla testata Fanpage.it si è lamentato perché in tutto questo arco di tempo c’è stata poca attenzione da parte della stampa e anche della politica. “Nessuno ha mai ha parlato del mondo del circo durante questo anno di pandemia. Nessun telegiornale, nessun politico, nessuno, siamo gli innominabili”, ha dichiarato. Andando a spulciare è la stampa locale che ha dato più rilievo a determinati casi proprio perché ha fatto notizia la generosità della gente del posto e le amministrazioni locali che hanno provveduto ad aiutare il circo di turno che si sono ritrovati sul proprio territorio. Il circo Togni quando lavora a pieno regime è costituito da circa 50 artisti provenienti da diverse nazioni e 150 addetti più 44 cavalli di razza e 11 tigri, ora il Patron ha dovuto mandare a casa gli artisti e ha ridotto all’essenziale il personale perché fermo da un anno.