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Unità dei Cristiani: le iniziative in Italia

19 Gennaio 2022 -

Roma - Momenti di preghiera, incontri, riflessioni. Le diocesi italiane da ieri stanno dando vita a una serie di iniziative per celebrare al meglio la Settimana per l’unità dei cristiani. A Roma - riferisce oggi il quotidiano Avvenire in un artucolo a firma di Enrico Lenzi -  il Vicariato vivrà stasera nella parrocchia di San Leone I una Veglia presieduta dal vescovo ausiliare, mons. Paolo Selvadagi, delegato diocesano per l’ecumenismo, mentre l’omelia sarà tenuta dall’arcivescovo Ian Ernst, direttore del Centro anglicano di Roma. Ci sarà anche la testimonianza del vescovo siro cattolico Rami Al Kalaban. Durante la Settimana nel Centro eucaristico ecumenico di Santa Maria in via Lata delle Figlie della Chiesa, si alterneranno le celebrazioni eucaristiche nei vari riti cattolici orientali e in quello romano, che sarà presieduta domenica 23 dal vicario di Roma, il cardinale Angelo De Donatis.  Anche nell’arcidiocesi di Bari-Bitonto la Settimana coinvolge le diverse Chiese cristiane presenti nel capoluogo pugliese, da sempre crocevia tra Oriente e Occidente. E proprio le diverse comunità cristiane ospiteranno la serie di incontri promossi in questa Settimana e domenica 23 alle 18 nella Basilica di San Nicola si svolgerà la preghiera ecumenica. Sarà invece domani sera alle 21 la Veglia ecumenica nella diocesi di Padova. A ospitarla sarà la Basilica di Santa Giustina e vedrà la partecipazione del vescovo, mons. Claudio Cipolla e dei rappresentanti del Consiglio delle Chiese cristiane di Padova. Anche nella diocesi di Milano, gli appuntamenti della Settimana –iniziata ieri con un momento di preghiera alla presenza dell’arcivescovo, mons. Mario Delpini, e con la predicazione della pastora valdese Alessandra Trotta – sono stati predisposti dalla Curia e dal Consiglio delle Chiese cristiane. Coinvolte tutte e sette le zone pastorali in cui è suddivisa la diocesi ambrosiana, privilegiando la preghiera e la celebrazione della Parola. La Chiesa di Matera-Irsina ha scelto di vivere tre momenti comunitari con riflessioni proposte dall’arcivescovo, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, dal pastore Luca Reina, da padre Nicola Mihaisteanu della Chiesa ortodossa di Romania e da don Donato Giordano, direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo. Il primo momento si è svolto ieri sera nella Chiesa di San Francesco d’Assisi a Matera. Il secondo sarà il 22 gennaio via webinar, mentre il terzo tornerà ad essere anche in presenza presso la Chiesa evangelica battista di Matera. Nella chiesa evangelica di Villa San Sebastiano a Tagliacozzo (provincia de L’Aquila) si svolgerà stasera alle 20.30 la celebrazione ecumenica della diocesi di Avezzano. Accanto al vescovo, mons. Giovanni Massaro, ci saranno anche la pastora Hitrud Stahlberger e padre Daniele Mititelu della Chiesa ortodossa romena. Un incontro che si potrà seguire soltanto in streaming. La diocesi di Terni-Narni-Amelia ha iniziato ieri sera nella parrocchia di Santa Maria del Carmelo a Terni la sua Settimana di preghiera, con l’appuntamento guidato dal vescovo, mons. Francesco Antonio Soddu. Domani alle 17.30 è in programma il Vespro ortodosso nella chiesa di San Matteo a Campitelli, mentre lunedì 24 la chiesa evangelica metodista di Terni ospiterà la preghiera ecumenica della Parola di Dio presente il vescovo, mons. Soddu. Sempre ieri sera la Chiesa di Vittorio Veneto ha celebrato la Veglia di preghiera nella parrocchia di Corbanese alla presenza anche del vescovo, mons. Corrado Pizziolo. Il Santuario della Santa Casa di Loreto ha deciso di dedicare un’intenzione di preghiera alle varie confessioni cristiane durante le Messe che da ieri e fino al 25 gennaio saranno celebrate alle 7.30. Sarà una Settimana di preghiera congiunta per le Chiese di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e quella di Foligno, che sono unite nella persona del proprio pastore, l’arcivescovo, mons. Domenico Sorrentino. Anche in questa Chiesa locale i momenti di riflessione e di preghiera toccheranno diversi luoghi diocesani significativi.

Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani: alla ricerca dell’unità perduta

18 Gennaio 2022 -

Roma - Il tempo di Natale è finito con la festa del Battesimo di Gesù, ma trova un’eco suggestiva nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si apre oggi. Quest’anno il tema del tradizionale appuntamento è «In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo», versetto del Vangelo di Matteo con le parole dei Magi. Come queste si leghino al tema della ricerca dell’unità perduta fra le confessioni cristiane lo spiega il messaggio firmato dal vescovo di Pinerolo Derio Olivero, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Cei, dal pastore Luca Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, e dal metropolita Polykarpos, arcivescovo ortodosso d’Italia e di Malta ed esarca per l’Europa Meridionale.

«La stella conduce i Magi dall’Oriente a Betlemme – scrivono i tre – da un Oriente così lontano e così vicino, allora come anche oggi. L’evangelista non ci ha consegnato il nome del paese esatto della loro provenienza, ma dice semplicemente dall’Oriente. Probabilmente, questa espressione descrive quella vasta area geografica che, agli occhi dell’uomo di oggi, da terra di fascino e sapienza è divenuta sinonimo di luoghi martoriati, ormai teatro di sofferenze, conflitti e guerre. Una terra così lontana dal nostro modo di vivere la quotidianità ma anche dal nostro modo di fare ecumenismo. Per l’ennesima volta l’oriente diventa la culla dove nasce un altro tipo di ecumenismo, che possiamo definire ecumenismo di Martirio. È quella terra che produce martiri che illuminano con i loro bagliori di luce il cielo spirituale dell’intera Chiesa di Cristo. È quella terra che porta alla nostra attenzione l’esempio di una fede viva che riesce a superare le differenze che dividono Cristo, unico fondamento della nostra fede».

Parlando con Avvenire il vescovo Olivero aggiunge altri motivi che rendono plausibile la scelta della vicenda dei Magi per questa Settimana di preghiera: «Ci ricorda che siamo tutti alla ricerca di Gesù Cristo, cattolici, ortodossi, luterani. Siamo in ricerca per quanto riguarda il modo testimoniare Gesù, di annunciarlo in un’epoca in cui il cristianesimo vive un processo di esculturazione, è considerato fuori dalla cultura. La sfida è quindi come dire il cristianesimo oggi, anche nella sua rilevanza antropologica. I Magi ci ricordano che dobbiamo essere dentro la ricerca degli uomini e delle donne di oggi».

Olivero, classe 1961, originario della diocesi di Cuneo, ordinato sacerdote nel 1987, racconta un episodio che ha contribuito a far nascere in lui una sensibilità ecumenica e che risale agli anni della sua formazione in Seminario: «Ero al terzo o quarto anno di teologia e l’incaricato per l’ecumenismo della diocesi mi portò a Torino a un incontro ecumenico. Era la prima volta per me. C’erano un cattolico, un luterano, un valdese, un ortodosso e sentirli parlare mi colpì. Avevo studiato un po’ di questioni teologiche inerenti all’ecumenismo, ma lì capì meglio che non era solo una questione teorica, riguardava una ricerca comune. Ero davanti a persone di confessioni diverse accomunate dal voler essere seriamente cristiane, molto seriamente». Del resto un vescovo di Pinerolo – diocesi nel cui territorio è presente Torre Pellice, il principale centro della Chiesa valdese in Italia – ha chiaro fin dal primo giorno del suo insediamento o quasi che il dialogo ecumenico non riguarda solo la teoria. «Qui i valdesi sono circa il 13% della popolazione – spiega il presule piemontese – l’ecumenismo per noi riguarda rapporti umani, di convivenza, come fra vicini di casa, fatti di cose molto concrete, anche di aiuti reciproci».

La confessione cristiana più numerosa in Italia, dopo quella cattolica, è quella ortodossa. E il mondo ortodosso sta vivendo una delle più gravi fratture interne che si ricordino, tra Mosca e Costantinopoli. Chiediamo ad Olivero se questo ha delle ricadute nei rapporti ecumenici in Italia. «Questa rottura ci preoccupa ed è un problema per l’ecumenismo – risponde il presule piemontese – quando in una famiglia di cinque o sei fratelli due litigano, è un problema per la famiglia, se si va a pranzo insieme si è a disagio tutti. Quando si farà un convegno, ci saranno dei momenti di preghiera ecumenici c’è il rischio non solo che ci sia disagio ma che addirittura la presenza di qualcuno, legato a un patriarcato, precluda la presenza di un altro, legato a un patriarcato diverso. Questa rottura deve renderci anche molto umili, perché a volte, dopo tanti di cammino e tanti gesti riavvicinamento, ci possiamo pensare dei “maestri di dialogo”. Mentre c’è bisogno di quegli “eroi” del dialogo di cui parla Francesco nella Fratelli tutti ».(Andrea Galli)

Chiese in Italia: messaggio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

17 Gennaio 2022 -  Roma - “Illuminati dal comune battesimo, insieme siamo come piccole stelle che adornano in modo intellegibile il cielo spirituale della Chiesa di Cristo e l’intero universo. Un grande oikos capace di accogliere il prossimo non come straniero ma quale fratello e sorella che cerca una famiglia dove trovare sollievo, luce e speranza”. È il “messaggio” quest’anno che le Chiese cattolica, protestanti e ortodosse in Italia rivolgono alle loro comunità per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si aprirà domani e si svolgerà con incontri, momenti di preghiera, tavole rotonde e celebrazioni in tutta Italia. A firmare il testo sono mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Cei, il pastore Luca Negro in qualità di presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, e il metropolita Polykarpos, arcivescovo ortodosso d’Italia e di Malta ed esarca per l’Europa meridionale (Patriarcato ecumenico). “In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo”, è il tema della Settimana scelto a livello internazionale dal Consiglio delle Chiese del Medio Oriente al quale è stato affidato il compito quest’anno di preparare e proporre i testi per le veglie di preghiera. Una terra, scrivono i responsabili delle chiese in Italia, di “fascino e sapienza” ma che “agli occhi dell’uomo di oggi” è “divenuta sinonimo di luoghi martoriati, ormai teatro di sofferenze, conflitti e guerre”. Una terra “così lontana dal nostro modo di vivere la quotidianità”, che è diventata oggi culla di “un altro tipo di Ecumenismo, che possiamo definire Ecumenismo di Martirio”. “È quella terra che produce martiri che illuminano con i loro bagliori di luce il cielo spirituale dell’intera Chiesa di Cristo. È quella terra che porta alla nostra attenzione l’esempio di una fede viva che riesce a superare le differenze che dividono Cristo, unico fondamento della nostra fede”. Ai “cristiani di quelle terre lontane”, le Chiese in Italia offrono “un omaggio di ringraziamento e un piccolo fiore che noi con devozione posiamo lì dove giacciono i nostri fratelli martirizzati per Cristo”. Durante la Settimana, i cristiani pregano per “l’unità visibile della Chiesa”. Questa preghiera si rinnova ogni anno e quest’anno – scrivono i responsabili delle Chiese – vuole lenire le “ferite” della “paura”, dell’”angoscia” e della “mancanza di fiducia verso il prossimo, che potenzialmente rischia di diventare la causa della nostra sofferenza”. Il quadro delineato nel messaggio in cui quest’anno si svolgerà la preghiera dei cristiani, è critico: “L’umanità di oggi si richiude in sè stessa, cerca di recidere i rapporti con il prossimo e vivere non soltanto in una separatezza fisica, ma in un isolamento spirituale, che fa crescere a dismisura la sua solitudine e la sua sofferenza psicofisica. Arenandosi nella loro solitudine esistenziale, gli uomini e le donne di oggi gridano a se stessi e si chiedono: ma che valore può avere la nostra preghiera davanti alle tante divisioni che strappano l’unica tunica di Cristo? Che valore può avere la preghiera di fronte al dominio della morte?”. Da qui l’invito “a pregare e a collaborare per la riconciliazione e il superamento delle nostre divisioni”.