Tag: Natalità e fecondità

Istat: spesso nomi italiani per cittadini rumeni e albanesi

20 Dicembre 2022 - Roma - Si chiamano prevalentemente Adam, Rayan e Amir, ma anche Leonardo, Matteo, Luca, Mattia e Alessandro i bambini stranieri nati da genitori residenti nel nostro Paese da quanto emergedal Report "Natalità e fecondità" dell'Istat. Anche per le bambine straniere il primato spetta a Sofia, come per la totalità delle nate residenti, seguito da Sara, Amira, Emma, Aurora e Emily. Rispetto alla graduatoria generale, in quella dei nomi dei nati stranieri la variabilità è maggiore: i primi trenta nomi maschili e femminili coprono quasi il 14% del totale dei nomi dei nati stranieri.
Le preferenze dei genitori stranieri si differenziano a seconda della cittadinanza. Considerando le quattro cittadinanze per maggior numero di nati da genitori entrambi stranieri, la tendenza a scegliere per i propri figli un nome diffuso nel paese ospitante è più spiccata per la comunità rumena. Infatti, i nomi più frequenti tra i nati rumeni sono David, Leonardo, Luca, Matteo e Gabriel; per le bambine figurano Sofia, Emma e Sofia Maria, Maria, Melissa, Eva Maria e Giulia.
La stessa tendenza si osserva nella scelta dei nomi dei bambini albanesi: si chiamano prevalentemente Aron e Liam, ma anche Enea, Leonardo e Noel mentre le bambine Emily, Aurora, Ambra, Chloe e
Emma.
Un comportamento opposto - rileva l'Istat - si riscontra per i genitori del Marocco e del Bangladesh, che prediligono per i loro figli nomi legati alle tradizioni del loro paese d’origine. I bambini maschi marocchini si chiamano soprattutto Adam, Amir, Rayan, Youssef e Jad; le bambine marocchine Amira, Jannat, Nour, Sara e Lina.
I genitori del Bangladesh scelgono per i loro figli maschi soprattutto Abdullah, Anas, Arham e Ayan, Safwan e Zayan e Ayman; per le bambine Fatima e Sara, Ayesha, Maryam, Fatiha, Anaya e Raisa.

Istat: genitori entrambi stranieri per più di un nato su cinque al Nord

20 Dicembre 2022 - Roma - L’incidenza delle nascite da genitori entrambi stranieri sul totale dei nati in Italia è "notoriamente" molto più elevata nelle regioni del Nord (20,6% nel Nord-est, 20,1% nel Nord-ovest) dove la presenza straniera è più stabile e radicata e, in misura minore, in quelle del Centro (15,9%); nel Mezzogiorno l’incidenza è molto inferiore (5,6% al Sud e 5,2% nelle Isole). Il dato è evidenziato nel Report "Natalità e fecondità" dell'Istat. A livello Italia è il 14,2%, pari a quello del Lazio. Nel 2021 è di cittadinanza straniera quasi un nato su quattro in Emilia-Romagna (24%), il 20,9% in Liguria, il 20,6% in Lombardia e più o meno un nato su cinque in Veneto, Toscana e Piemonte. Al
Centro sono il 15,9% mentre nel Mezzogiorno la percentuale è decisamente più contenuta in quasi tutte le regioni (il minimo si registra in Sardegna 4,4%), con l’eccezione dell’Abruzzo (9,2%).

L’impatto dei comportamenti procreativi dei cittadini stranieri è più evidente se si estende l’analisi al complesso dei nati con almeno un genitore straniero, ottenuti sommando ai nati stranieri le nascite di bambini italiani nell’ambito di coppie miste. La geografia - spiega l'Istituto di statistica - è analoga a quella delle nascite da genitori
entrambi stranieri ma con intensità più elevate: in media nel 2021 ha almeno un genitore straniero il 30,1% dei nati al Nord e il 23,8% al Centro; al Sud e nelle Isole le percentuali scendono a 9,2% e 8,6%.

Considerando la cittadinanza delle madri al primo posto si confermano i nati da donne rumene (13.611 nati nel 2021), seguono quelli da donne marocchine (9.559) e albanesi (8.680); queste cittadinanze coprono il 41,1% delle nascite da madri straniere residenti in Italia. La propensione a formare una famiglia con figli tra concittadini (omogamia) è alta nelle comunità asiatiche e africane.

Istat: si riduce il contributo alla natalità dei cittadini stranieri

20 Dicembre 2022 - Roma - Dal 2012 al 2021 diminuiscono, in Italia, i nati con almeno un genitore straniero (21.461 in meno) che, con 85.878 unità, costituiscono il 21,5% del totale dei nati. Lo evidenzia l’Istat nel rapporto “Natalità e Fecondità”. “Le boomers straniere, che hanno fatto il loro ingresso regolarmente come immigrate o sono ‘emerse’ o sono stare ‘ricongiunte’ a seguito delle regolarizzazioni di inizio secolo – spiega l’Istituto di statistica italiana - hanno realizzato nei dieci anni successivi buona parte dei loro progetti riproduttivi nel nostro Paese, contribuendo in modo importante all’aumento delle nascite e della fecondità di periodo”. Ma le cittadine straniere residenti, che finora hanno parzialmente riempito i “vuoti” di popolazione femminile ravvisabili nella struttura per età delle donne italiane, stanno a loro volta invecchiando. Secondo l’Istat i nati da genitori entrambi stranieri, scesi sotto i 70 mila nel 2016, continuano a diminuire nel 2021 attestandosi a 56.926 (quasi 23 mila in meno rispetto al 2012), anche per effetto delle dinamiche migratorie nell’ultimo decennio, e costituiscono il 14,2% del totale dei nati. I nati in coppia mista, passati da 27.445 del 2012 a 28.952 del 2021, presentano un andamento oscillante. Il crescente grado di “maturità” dell’immigrazione nel nostro Paese – scrive l’Istat - testimoniato anche dal notevole aumento delle acquisizioni di cittadinanza italiana, rende però sempre più complesso misurare  comportamenti familiari dei cittadini di origine straniera. Si riscontra, infatti, un numero rilevante di acquisizioni di cittadinanza proprio da parte di quelle collettività che contribuiscono in modo più cospicuo alla natalità della popolazione residente. Nel 2021 hanno acquisito la cittadinanza italiana 121.457 stranieri. Le donne sono 61.544, il 50,7% del totale e, di queste, il 57,9% ha un’età compresa tra 15 e 49 anni. Le donne albanesi divenute italiane nel 2021 sono oltre 11 mila, il 17,9% del totale; quelle marocchine circa 8.200 (13,3%) e quelle di origine rumena poco meno di 5.600 (9,1%). Nel complesso, queste collettività rappresentano oltre il 40% delle acquisizioni di cittadinanza da parte di donne straniere, con quote in età feconda rispettivamente pari a 59,5%, 52,1% e 64,0%”.