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Papa Francesco celebra per il Myanmar: “consolazione grande”, dice Claudio, “sapere che il papa non ha dimenticato questi popoli”

15 Maggio 2021 - Roma –  Domani mattina Papa Francesco celebrerà una liturgia eucaristica con per i fedeli del Myanmar a Roma. Una celebrazione che segue i numerosi appelli al dialogo e alla riconciliazione espressi dal pontefice. Una celebrazione per questi popoli da lui incontrati nel viaggio apostolico del novembre 2017. “Ero lì quel giorno, fin dalle prime ore dell’alba, in quello stadio strapieno di colori di etnie diverse, con tantissime persone arrivate da tutte le parti della Birmania”, ci dice Claudio Pacion: “il silenzio assoluto nell’ascolto delle sue parole e l’atmosfera di gioia, di preghiera e di unità che la sua presenza sollecitava, sono indimenticabili. È perciò consolazione grande per tutti sapere che il papa non ha dimenticato questi popoli e chiede a gran voce la pace per questo paese ferito nel profondo da decenni di abusi e soprusi e, dal primo febbraio, giorno del colpo di stato, da una violenza brutale”. In questo periodo sono state 800 le vittime di cui almeno 50 bambini. “Sparare sulla gente che protesta è divenuta la norma. Fra i morti tantissimi sono i giovani e giovanissimi. Migliaia le persone arrestate, picchiate, torturate, solo per aver partecipato a dimostrazioni pacifiche o anche solamente per trovarsi per strada al momento sbagliato. Un ragazzino è stato arrestato mentre andava a fare la spesa. Dei paramedici picchiati a sangue mentre stavano andando a soccorrere dei feriti. Sempre di più le forze speciali della polizia entrano arbitrariamente nelle case, sequestrano persone, rubano effetti personali, distruggono proprietà. La vita quotidiana è semi-paralizzata, con il movimento di disobbedienza civile che rende difficile il funzionamento di ospedali, uffici, banche, ferrovie, e i militari che possono apparire da un momento all’altro. Sulle montagne – ci spiega Claudio -  delle diverse etnie, soprattutto Chin, Kachin e Karen, la giunta attacca con jet militari, bombardamenti mai visti prima, attacchi e distruzioni di interi villaggi. Decine di migliaia di persone (vecchi e bambini inclusi) vivono da due mesi nella foresta, per riparo solo qualche telo di plastica. Le scorte di cibo finiscono e la stagione delle piogge incalza. Gli aiuti hanno difficoltà ad arrivare”. Il cardinale di Rangoon/Yangon, Charles Bo ha condannato duramente la violenza della giunta militare invitando al dialogo e alla non-violenza . Ma le persone “si stanno stancando di andare al macello, vedono che nessuno risponde ai loro appelli accorati, che nessuno interverrà ad aiutarle, e alcuni cominciano ad armarsi. I militari spargono terrore e morte, i civili spargono speranza e ferrea determinazione a non mollare. Ma la paura di una guerra civile cresce”. Claudio ringrazia papa Francesco per essersi fatto “fratello di chi si sente solo ed abbandonato” e per “farsi prossimo di chi sta sanguinando a morte sul ciglio della strada”. (R.Iaria)