Tag: Italiani nel mondo

Italiani in Germania: una mostra a Wolfsburg

6 Settembre 2019 - Wolfsburg - Il 10 settembre 2019, presso il Municipio di Wolfsburg, a partire dalle 18:00, si terrà l’evento di inaugurazione della mostra “Italiani di Germania” e la presentazione degli omonimi libro e web documentary, alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Germania Luigi Mattiolo, del Direttore Generale per gli Italiani all’estero presso il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale italiano, Luigi Vignali, del Sindaco di Wolfsburg Klaus Mohrs, degli autori Riccardo Venturi e Lorenzo Colantoni e di numerosi altri ospiti e rappresentanti della collettività italiana. Prima tappa di una serie che toccherà le principali città tedesche, la mostra sarà un evento multimediale che, tramite quaranta foto, video e testi, racconterà le comunità italiane in Germania dai primi del Novecento fino ai giorni d’oggi, il loro arrivo, la loro integrazione e il contributo che hanno dato – e tuttora danno – a costruire la Germania per come la conosciamo. La mostra è organizzata dall’Ambasciata d’Italia in Germania e dall’associazione Akronos.

Italiani nel Mondo: una cattedra “italica” per la prima volta nel mondo

6 Settembre 2019 - Roma - Per la prima volta nel mondo accademico si inaugura una cattedra italica, non italiana. Presso l’università di Mar del Plata, Argentina dal 9 al 12 settembre si svolgeranno le prime attività della cattedra aperta in “Comunità italica e glocalizzazione”. Il 9 ci sarà l’inaugurazione ufficiale della cattedra. L’evento è legato a Fiesa (Feria internacional de Educazione Superiore Argentina) che si svolgerà nel marzo 2020. All’inaugurazione parteciperanno, oltre ai vertici dell’Università di Mar del Plata, anche l’Ambasciatore italiano in Argentina, Giuseppe Manzo; il console italiano di Mar del Plata, Dario Cortese; la Direttore dell’Istituto italiano di cultura di Buenos Aires, Donatella Cannova, più altre personalità legate alla città di mar del Plata. La cattedra è stata promossa da un gruppo di personalità provenienti da diversi mondi professionali: Alfredo D’Ambrosio, Bettina Favero, Riccardo Giumelli, Juan Pablo Morea, Fabio Porta, Domingo di Tullio, e altri. Il tutto coordinato e promosso dal vice direttore della stessa università, Daniel Antenucci. Nei giorni successivi dal 10 al 12 si terranno tre seminari che vanno sotto il nome di “Glocalismo, italicità e Made in Italy”, tenuti dal sociologo Riccardo Giumelli, docente presso l’Università di Verona, sociologo. Ogni seminario sarà dedicato ad uno dei temi presenti nel titolo. Il tema principale di tutta la cattedra sarà l’italicità e “non l’italianità”, spiegano i promotori: “ha a che vedere con il contesto globale, o meglio locale, e con la presenza diffusa italiana nel mondo che ha dato origine a forme ibride e diverse di identità. Non solo, in un mondo postmoderno caratterizzato da forme di consumo che identificano, assume peso l’italofilia, chi ama la cultura italiana, chi consuma prodotti italiani e pertanto ne viene influenzato negli atteggiamenti e comportamenti. In sintesi, se l’italianità sta in Italia, l’italicità sta nel mondo. È anche per questo che l’iniziativa nasce a Mar del Plata, in Argentina, dove la presenza di italici è altissima. Lì anche il grande Borges sosteneva di sentirsi straniero perché non aveva sangue italiano”.  

MCI Genk: conclusa la vista dell’arcivescovo Bertolone

5 Settembre 2019 - Genk – Si è conclusa la visita dell’arcivescovo di Catanzaro-Squillace e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, Mons. Vincenzo Bertolone, alla Missione Cattolica Italiana di Genk, in Belgio, guidata da don Gregorio Aiello, originario della diocesi calabrese e missionario in Belgio da 12 anni. Ad accompagnare il presule il vicario generale Mons. Gregorio Montillo e il direttore Migrantes della diocesi, p. Piero Puglisi. Molto sono stati i momenti di incontro dell’arcivescovo con i nostri connazionali ma anche con la chiesa locale. “’ la prima volta che l’arcivescovo visita la Missione Cattolica di Genk – ci dice il vicario Mons. Montillo – per visitare un nostro missionario che qui è pastoralmente impegnato a  nome della Chiesa italiana per la cura dei nostri emigrati”. “Abbiamo incontrato una comunità viva,  cresciuta, testimone di una fede radicata”, aggiunge Mons. Montillo: una comunità che “che si è creato uno spazio ed è molto accettata nella chiesa locale. Una Missione cattolica italiana parrocchia tra le parrocchie belghe. Una Missione integrata nella Chiesa locale con una cultura e una lingua diversa, quella italiana”. Mons. Bertolone – che domenica ha presieduto una celebrazione eucaristica nella Chiesa Sacra Famiglia di Genk – ha invitato tutti a conservare i propri valori ed esserne testimoni nella realtà in cui vivono. A Genk è presente una comunità italiana con circa 10mila presenze. La loro realtà è raccontata, da oltre 30 anni, da Radio Internazionale, la radio che trasmette dalla Missione Cattolica Italiana e che ha a cuore, come dice don Aiello, la valorizzazione della lingua e della cultura delle varie comunità di immigrati presenti nel territorio. (R. Iaria)

Bellunesi nel Mondo: un viaggio nel Vallese nel 2020 per il 55° anniversario della tragedia di Mattmark

4 Settembre 2019 - Belluno - 30 agosto 1965 Vallese, Mattmark (Svizzera). Una data e un luogo che non devono essere dimenticati, perché persero la vita, a 2000 metri di altitudine, 88 operai intenti a costruire una diga in terra battuta. Milioni di metri cubi di ghiaccio e roccia si staccarono dal ghiacciaio dell’Allalin abbattendosi sulle baracche dei lavoratori. 88 le vittime, di cui 56 italiane e di queste 17 bellunesi. A loro è andato il ricordo in occasione della commemorazione del 54.mo anniversario della tragedia di Mattmark organizzata dalla Famiglia Ex emigranti “Monte Pizzocco”, con il supporto dell’Associazione Bellunesi nel Mondo. Domenica 1 settembre erano presenti i parenti delle vittime, i superstiti, le Famiglie ex emigranti con le Famiglie Bellunesi del Trentino, di Roma e del Nord Reno Westfalia, gli alpini le Amministrazioni comunali di Sedico, Belluno, Santa Giustina, San Gregorio nelle Alpi, Cesiomaggiore, Sospirolo, Quero-Vas, Pieve di Cadore, Alpago e Domegge di Cadore e tutti si sono stretti nel deporre una corona d’alloro al monumento dell’emigrante presente a Mas di Sedico (Belluno), nel parco dedicato proprio alle vittime di Mattmark. “Siamo qui per non dimenticare - ha sottolineato il vicesindaco di Sedico, Gioia Sacchet - ma anche perché queste tragedie siano un monito per la sicurezza sul lavoro. Ancora oggi, purtroppo, si muore compiendo il proprio lavoro e questo non dovrebbe succedere. È nostro dovere ricordare il sacrificio dei nostri emigranti e ringraziarli per quanto fatto per lo sviluppo del nostro Paese”. “Preservare la memoria della nostra emigrazione è la missione della Famiglia Ex emigranti ‘Monte Pizzocco’”, ha etto il presidente Marco Perot: “non ci stancheremo di commemorare queste tragedie, che hanno tanto colpito i nostri emigranti. Questi ragazzi emigravano per vivere e dare un futuro migliore alle loro famiglie. Non dovevano morire. Il loro ricordo deve vivere in tutti noi”. Un fenomeno, quello dell’emigrazione bellunese, poco conosciuto ai giovani e che l’Associazione Bellunesi nel Mondo vuole invece portare nelle scuole. “Ringrazio Marco Perot per organizzare ogni anno questa importante commemorazione”, ha aggiunto il presidente Abm Oscar De Bona: “la nostra Associazione, grazie al contributo della Regione Veneto, sta per realizzare un libro didattico che verrà distribuito, nei prossimi mesi, a 1800 studenti e riguarderà la storia dell’emigrazione bellunese e veneta dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri”. La cerimonia si è conclusa con la benedizione della corona d’alloro da parte di don Davide Fiocco e con l’annuncio che l’Associazione Bellunesi nel Mondo, per il 55° anniversario della tragedia di Mattmark, organizzerà un viaggio nel Vallese il 30 agosto 2020.  

Armenia: Italia in campo con calcio, cultura e arte

4 Settembre 2019 - Roma - Arte, musica, enogastronomia, senza trascurare il calcio. Questi gli appuntamenti proposti a Jerevan dall'Ambasciata d'Italia il cui clou sarà il 5 settembre l'attesissimo match Armenia-Italia. Due mostre d'arte contemporanea, invece, vogliono farsi ponte interculturale tra i due Paesi. Entrambe curate da Isabella Indolfi le iniziative, 'Ogni dove' di Bianco-Valente e 'Lighting flowers/ Remix Portrait'  di Franz Cerami, si prefiggono di esplorare la città di Jerevan, facendo leva su storie individuali. A partire da oggi, 4 settembre, la scritta 'Ogni dove' in lettere armene apparirà a Jerevan attraverso un’importante installazione sulla facciata dell’Ambasciata d’Italia, stendardi sugli edifici delle istituzioni che hanno aderito, teli scritti a mano dai cittadini e appesi ai balconi. Si tratta dunque di un’opera collettiva e diffusa, che coinvolge la popolazione residente e gli armeni della diaspora. Piccole e semplici azioni, come scrivere la parola sul palmo della propria mano e condividerne la foto sui social consentiranno la partecipazione più larga. “Lihhting Flowers e Remix Portraits” vuole invece illuminare le notti armene. Una serie di incursioni di video-mapping partendo da luoghi periferici di Jerevan illumineranno la splendida cornice del Teatro dell’Opera e l’Ambasciata d’Italia. La performance partita da Napoli, ha toccato Roma e entro la fine del 2019 sarà a San Pietroburgo, Madrid e Berlino. Come fiori luminosi e resilienti, si accenderanno le periferie, i luoghi abbandonati, le zone di passaggio. La pittura digitale di Franz Cerami si espanderà in maniera virale sulle superfici della città  e il 7 settembre accompagnerà il concerto della National Chamber Orchestra of Armenia.

Mattmark: un’eredità per gli italiani in Svizzera

30 Agosto 2019 - Zurigo – Il 30 agosto di 54 anni fa una grande tragedia dell’emigrazione italiana a Mattmark in Svizzera dove si stava edificando la diga in terra più grande d'Europa. Quella mattina  una valanga di oltre due milioni di metri cubi di ghiaccio travolse e seppellì le baracche, la mensa e le officine sottostanti causando la morte di 88 persone: tra queste 56 italiani. Morirono, sul colpo, 88 lavoratori; e di questi 56 erano italiani. “La presenza italiana nella vita sociale, culturale ed economica in Svizzera è caratterizzata da luci e ombre, che hanno concorso a dare smalto alla variegata quotidianità di un paese tra i più ricchi a livello planetario.  Si tratta di numerose storie che si alimentano dei sacrifici e dell’operosità di tanti operai, dei successi dei singoli professionisti e dell’incommensurabile protagonismo del mondo associativo italiano”, ricorda oggi il segretario generale del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’estero), Michele Schiavone in una nota: “è l’esempio di un modello di successo capace di rinnovarsi e di proporsi anche nel tempo della mobilità, della libera circolazione, delle merci e dei servizi.  Una presenza vincente in Svizzera, la nostra, che ha contribuito in modo decisivo al progressivo mutamento di tradizioni e abitudini, dei costumi e dei modelli di vita spalmando quell’essenza di cui è portatore il genio italico”. Oggi i nostri connazionali – sottolinea Schiavone - godono di alta considerazione nelle istituzioni, nel mondo economico e produttivo elvetico. In particolare, le giovani generazioni di italiani si muovono a briglie sciolte nei settori artistici, sportivi, commerciali e imprenditoriali. Ma non è sempre stato così. Lungo i sentieri della modernizzazione della Svizzera, gli italiani sono passati attraverso le forche caudine della xenofobia, del razzismo, delle infanzie rubate”. Ha segnato la nostra storia il sacrificio di tante vittime sul lavoro: nelle fabbriche, nella costruzione di strade, gallerie, ferrovie e opere civili, tra le quali alcune tragedia come Mattmark e Lötschberg. Da quelle tragedie iniziarono, evidenzia ancora Schiavone, “le battaglie sostenute dai sindacati che portarono ad un graduale mutamento delle assicurazioni sociali e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori sui luoghi di lavoro”. L’eredità di Mattmark è “il lascito di grande responsabilità dal quale trarre ispirazione per affrontare con consapevolezza le opportunità che si presentano nel mondo del lavoro in piena trasformazione e in continua competizione tra sistemi produttivi. Porre rimedio alle storture che costringono milioni di persone a mettersi in cammino alla ricerca del lavoro, costituisce l’emergenza di questo inizio di millennio”. (R. Iaria)  

MCI Genk: domenica una messa con Mons. Bertolone

30 Agosto 2019 - Genk - L’arcivescovo di Catanzaro-Squillace e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, Mons. Vincenzo Bertolone, in questi giorni visiterà la Missione Cattolica Italiana di Genk, in Belgio, guidata da don Gregorio Aiello. La visita si concluderà domenica, 1 settembre con una celebrazione eucaristica nella Chiesa Sacra Famiglia di Genk. A Genk è presente una comunità italiana con circa 10mila presenze. La loro realtà è raccontata, da oltre 30 anni, da Radio Internazionale, la radio che trasmette dalla Missione Cattolica Italiana e che ha a cuore, come dice don Aiello, la valorizzazione della lingua e della cultura delle varie comunità di immigrati presenti nel territorio. (R. Iaria)  

Brasile: un agosto all’insegna della cultura italiana

30 Agosto 2019 -   San Paolo - Un agosto fitto di proposte culturali italiane quello che si sta concludendo a San Paolo. Per i cento anni dalla nascita di Primo Levi, è stata presentata al Centro Culturale Tapera Tapera'  la nuova edizione in brasiliano delle poesie del grande scrittore torinese ('Mil Sois', casa editrice Todavia). Mauricio Santana Dias il traduttore ha curato l’evento che ha visto alternarsi nella lettura tre poeti brasiliani. Inoltre è ancora aperta presso il Centro della memoria del Museo ebraico di San Paolo la mostra fotografica 'Viaggio per l'Italia ebraica' di Alberto Jona Falco.  Sempre nell'ambito della letteratura Igiaba Scego, la scrittrice italiana di origini somale, si è incontrata con i suoi lettori nella Biblioteca Mario de Andrade, la più importante biblioteca pubblica di San Paolo, e al Festival LiterCultura di Curitiba  in vista del prossimo lancio dell’edizione in portoghese del suo romanzo Oltre Babilonia.  Inoltre sono ripresi i gruppi di lettura in vista della Fiera del libro italiano organizzata dall’Istituto italiano di cultura. Per quanto riguarda l’offerta cinematografica l'evento saliente è stato il Festival 8 1/2 nel Cinema Espaco Itau' di San Paolo alla presenza del Console Generale Filippo La Rosa e con il regista Marco Tullio Giordana come ospite d'onore. Il Festival 8 ½, che tocca 12 città brasiliane,  si conferma la principale rassegna di cinema italiano nel Paese con oltre 300 proiezioni di film di prima visione. La cerimonia di inaugurazione è stata organizzata nell’Ambasciata d’Italia che dà il suo patrocinio al Festival. A completare l’offerta culturale la quinta edizione del ciclo di musica barocca 'Itinerancia Musical Ruspoli', dedicata al Principe Francesco Maria Ruspoli, grande benefattore delle arti nel primo Settecento. Alla presenza dei Consoli Generali d'Italia e di Ungheria, nella chiesa di Nossa Senhora da Boa Morte nel centro storico di San Paolo, sono state eseguiti recitativi e arie in italiano composti da Alessandro Scarlatti (1660-1725) e Georg Friedrich Haendel (1685-1759).  

Karachi: nuovo accordo con università per corsi di italiano

29 Agosto 2019 - Roma - Firma di un memorandum of understanding a Karachi tra il Consolato italiano e The Institute of Business Management per continuare e incrementare i programmi di insegnamento della Lingua italiana. L’IOBM è una prestigiosa Università privata locale, fondata nel 1994 con il quale – si legge sul sito del Ministero degli Affari Esteri italiano - la collaborazione è cominciata nel 2016. All’epoca un’insegnante italiana, retribuita in parte dall’università e in parte con i fondi della Farnesina, stanziati a questo scopo, cominciò un corso base. L’italiano è entrato quindi nelle Facoltà di Economia aziendale, Economia sociale e Informatica come lingua straniera facoltativa a scelta tra francese, arabo, cinese e tedesco. Dalla firma del primo memorandum la domanda di italiano non ha cessato di crescere, tanto che nel 2018 è stato aggiunto anche un corso di livello intermedio con l’inserimento di una seconda insegnante. Tra il penultimo e l’ultimo anno accademico 2018-19 si è passati da 14 studenti a 79 a conferma di un trend che dimostra l’interesse per la lingua e la cultura italiana. In aggiunta ai corsi di lingua dal 2011 la stessa università ha un accordo di scambio con la Facoltà di economia dell’università di Firenze che ha visto in questi anni 15 studenti pachistani andare a studiare in Italia. La scelta dell’italiano viene spiegata dai ragazzi con il loro desiderio a recarsi in Italia, sia per studiare che per turismo e con un grande amore per l’arte e l’architettura italiana.

Tragedia Mattmark: il 1° settembre la commemorazione a Sedico

28 Agosto 2019 - Belluno - Quest’anno ricorrono 54 anni dalla catastrofe di Mattmark (Svizzera). 88 lavoratori, di cui 56 italiani – 17 bellunesi – morirono sotto l’implacabile massa di ghiaccio, roccia e fango in quell’infausta giornata del 30 agosto 1965. In pochi istanti si consumava “un dramma che ha ferito profondamente la nostra terra e che è doveroso non dimenticare, tragico esempio delle sofferenze che hanno segnato la storia della nostra emigrazione”, scrive in una nota l’Associazione Bellunesi nel Mondo. La Famiglia Ex emigranti “Monte Pizzocco”, con il patrocinio dell’Associazione Bellunesi nel Mondo e dei Comuni di Cesiomaggiore, San Gregorio nelle Alpi, Santa Giustina, Sedico e Sospirolo, organizza una cerimonia, in ricordo di questa tragedia sul lavoro, nella giornata di domenica 1° settembre. Il programma prevede alle 10.45 la Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Mas di Sedico; seguirà il corteo accompagnato dal suono delle campane, con il gonfalone del Comune di Sedico e i gagliardetti delle Famiglie Ex emigranti, degli Alpini e delle associazioni locali con deposizione di una corona d’alloro al monumento dei Caduti sul Lavoro e in Emigrazione presente in via Buzzati a Mas di Sedico. “Ringrazio la Famiglia ‘Monte Pizzocco’”, dice il presidente Abm Oscar De Bona, per ricordare ogni anno questa “immane tragedia. Il prossimo anno la nostra Associazione è intenzionata a organizzare un viaggio proprio a Mattmark per commemorare il 55° anniversario”.

Festival delle “Spartenze” chiude con la speranza di chi ce l’ha fatta

27 Agosto 2019 -   Corigliano - Insieme per dividere e condividere il sogno: quello di una partenza che ha tracciato un solco tra il vecchio ed il nuovo ma ha saputo mantenere ben salde le radici alle prospettive. Si è chiusa con una vena romantica e nostalgica, mista ad una rinnovata speranza nel futuro, l’appendice del Piccolo Festival delle Spartenze 2019, dedicata ai giovani che dalla Calabria e dall’Italia sono partiti alla volta del Mondo per seguir virtute e canoscenze. Ai piedi dell’icona di Santa Maria ad Gruttam, nel cuore della Sila Greca tra Paludi e Cropalati, si sono ritrovati 16 tra ricercatori e docenti universitari delle più importanti università operanti nei cinque continenti. Un simposio di menti eccelse con un unico comun denominatore: essere giovani, appunto, ed emigrati. “La notte dei Ricercatori”, questo l’evento promosso dall’associazione AsSud, a chiusura della sessione estiva del Piccolo Festival delle Spartenze – ideato e curato da Giuseppe Sommario - che quest’anno ha celebrato la sua quarta edizione, tenutosi nella suggestiva cornice dell’abazia bizantina di Santa Maria ad Gruttam sulle colline di Cropalati. «L’amore per la propria terra rimane sempre qualcosa di disinteressato ma che ti porti dentro fino alla fine dei tuoi giorni. Sempre. Senza chiedere mai nulla in cambio». Sta tutta qui, nelle parole di Vincenzo Piro, docente di Filosofia all’Università Jean Moulin di Lione e che dal prossimo anno accademico siederà sulla cattedra della prestigiosa Sorbona, la sintesi di una notte nella quale ricercatori e docenti universitari si sono ritrovati a condividere le loro esperienze. E una su tutte: quella di aver dovuto lasciare la propria terra natia. «Certo – ha detto ancora Piro – c’è una sensazione di disinteresse nei confronti della propria terra una volta che si parte. Di disinteresse e amore». Insieme a loro un’altra grande eccellenza calabrese: Francesco Mazzei, cerchiarese di nascita e oggi tra i più apprezzati chef gourmet a Londra che ha raccontato della sua esperienza creativa che lo ha portato a rielaborare e rileggere i piatti arroccati all’identità e alla tradizione calabrese e a promuoverli nella grande city d’oltre Manica. Esperimento riuscitissimo che, oggi, lo pone tra le stelle della cucina più apprezzate e ricercate d’Inghilterra. Speranza, esperienza e successo, invece, sono stati il leitmotiv, di domenica 18 agosto, quando, a chiusura delle Spartenze 2019, è stato presentato il libro di Aldo Platarota “Gli anni del Riscatto – Storia di una piccola rivoluzione sociale in un paese del Sud” (Ed. Phromos 2019). Ad introdurre i lavori, moderati dalla giornalista Samantha Tarantino, il direttore artistico delle Spartenze, Giuseppe Sommario. Il libro racconta del riscatto della generazione nata nel secondo dopoguerra, costretta ad andare via alla ricerca di una occupazione, cercando una dignità nel poter fare ritorno con il sudato lavoro. Il profumo dei ricordi viaggia su quello stesso treno rievocato nelle pagine di un libro, che alla piacevolezza della lettura fa inevitabilmente accompagnare una nostalgia, forse a tratti canaglia. Le valigie di cartone chiuse con lo spago a custodire i sapori di casa, gli affetti, i sogni. E tra le pagine, il lettore si imbatte in racconti storici che parlano di fatti, vita e quotidianità di migliaia di italiani che da nord a sud nel tempo hanno conosciuto l’esodo e che alla fine ce l’hanno fatta. E nel racconto c’è spazio per la riflessione sul problema terribilmente ancora attuale, l’emorragia dei tanti giovani alla ricerca di quella dignità.

MCI Germania e Scandinavia: cambiamenti nella diocesi di Freiburg

22 Agosto 2019 - Francoforte - p. Maria Arokiadoss Antonyraj, operativo nella Missione Cattolica Italiana di Pforzheim dal 15 gennaio 2014, dal primo di settembre inizia a lavorare nell’Unità Pastorale della città, alle dipendenze del decano Bernhard Ihle, per le parrocchie di St. Franziscus, Herz Jesu, Liebfrauen, St. Antonius, St. Bernhard e St. Elisabeth. La Comunità Guanelliana si arricchisce comunque di un nuovo confratello, p. Desmomd Uce, che da luglio ha iniziato a studiare il tedesco a Freiburg, per un anno, per poi trasferirsi definitivamente a Pforzheim. La Missione Cattolica di Mannheim, da giugno retta dal parroco Pfr. Theo Hipp, che parla molto bene l’italiano, a ottobre riceverà il nuovo missionario, don Sebastiàn Frias, della diocesi di Coira (Svizzera), informa il coordinatore delle Missioni Cattoliche Italiane in Germania e Scandinavia, p. Tobia Bassanelli.

Giovani talenti italiani in Svizzera al Consolato d’Italia in Basilea

21 Agosto 2019 - Basilea – Una giornata dedicata ai giovani talenti italiani in Svizzera, per “esaltare e promuovere le eccellenze nostrane che hanno valorizzato, con passione e dedizione, le proprie doti artistico-musicali, eleggendole a terreno di unicità in terra straniera”. È l’obiettivo di una iniziativa che si svolgerà a Basilea il prossimo 5 ottobre su iniziativa del gruppo GIR, Giovani Italiani in Rete, con il sostegno e la collaborazione del Consolato d’Italia a Basilea, del Comites di Basilea e dei Comites di diverse circoscrizione svizzere, il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Berna, del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e dell’Istituto Italiano di Cultura a Zurigo. “Giovani italiani in Svizzera dai 18 ai 35 che si sono particolarmente distinti in uno degli ambiti culturali individuati: musica, poesia/letteratura, scienza e innovazione tecnologica, arti performative/ pittoriche e artigianato, potranno spontaneamente candidarsi per partecipare all’iniziativa a loro dedicata”. Attraverso la candidatura tramite il google-form predisposto “le nostre giovani eccellenze potranno esibirsi e farsi conoscere nel contesto locale, tessere reti con altri giovani residenti in Svizzera e condividere i propri talenti e aspirazioni”. Le porte del Consolato d’Italia a Basilea si aprono dunque “all’arte, alla musica e alla cultura giovanili in una giornata di condivisione” che culminerà con il concerto ‘Soireè Conte’ a cura della Paul Count Jazz Band. Le candidature potranno essere presentate, tramite il google-form predisposto (forms.gle/e9EmXybn1SpbfQq8A), entro il 14 settembre. Per i giovani talenti italiani di età inferiore ai 18 anni è possibile inviare la propria candidatura all’indirizzo mail girsvizzera@gmail.com

MCI Svizzera: è morto don Salvadè

21 Agosto 2019 - Zurigo - È morto improvvisamente ieri, 20 agosto, Don Giuseppe Salvadè, per tutti Don Peppino. La sua morte è arrivata all'improvviso e inaspettatamente nonostante tutte le complicazioni di salute, fa sapere il coordinatore Migrantes delle Missioni Cattoliche di Lingua Italiane in Svizzera, don Carlo De Stasio. Don Peppino ha per moltissimi anni “donato” il suo ministero sacerdotale per la MCLI di Wil nella chiesa locale di San Gallo. La celebrazione dell'Eucaristia e il servizio al prossimo “hanno contraddistinto il suo Sacerdozio. Riconoscente resta nei nostri cuori il ricordo di un Sacerdote amorevole e comprensivo e buon pastore”, dice don De Stasio. La celebrazione eucaristica in suffragio dell’Anima di Don Peppino verrà presieduta dal Vescovo, Mons. Markus Büchel, lunedì 26 agosto alle ore 18,00 nella Chiesa di Sant Peter in Wil. Dopo la celebrazione eucaristica la Salma verrà trasferita in Italia dove in Lodi, nella sua Diocesi di provenienza, verranno celebrati i funerali. La Fondazione Migrantes è vicina ai familiari.  

Si parla di Migrazioni al festival John Fante

20 Agosto 2019 - Torricella Peligna - Si svolgerà dal 22 al 25 agosto a Torricella Peligna in Abruzzo la XIV edizione del John Fante Festival “Il dio di mio padre”, diretto da Giovanna Di Lello. La manifestazione, fin dalla prima edizione, è organizzata dal Comune di Torricella Peligna per ricordare e omaggiare lo scrittore americano John Fante (1909-1983), il cui padre Nicola era un muratore originario proprio di questo piccolo paese abruzzese. Tra gli ospiti presenti in questa edizione, che affronta il tema delle migrazioni e celebra l’anniversario degli 80 anni dalla pubblicazione del romanzo “Chiedi alla polvere” di John Fante e i 110 anni dalla sua nascita: i figli dello scrittore Jim e Victoria Fante, Sandro Veronesi, che riceverà il premio alla carriera, Yvan Attal, che dialogherà con Fabio Ferzetti, Gad Lerner, Elena Stancanelli, Luca Briasco, Eleonora Molisani, Simona Baldelli, Maura Chiulli.

Casellati: a Marcinelle “tragedia dell’emigrazione che l’Italia non potrà mai dimenticare”

8 Agosto 2019 - Roma – “Il disastro di Marcinelle è stata una delle più tremende sciagure sul lavoro della storia dei popoli. Una disgrazia che portò via la vita di 262 persone, tra cui 156 nostri connazionali emigrati in Belgio con la speranza di potersi costruire una vita migliore. Un dramma dell'emigrazione che il nostro Paese non potrà mai dimenticare”. Lo ha detto il Presidente del Senato Elisabetta Casellati ricordando la tragedia di Marcinelle dell'8 agosto 1956, causata da un incendio divampato nelle miniere di carbone Bois du Cazier. “Una memoria che va coltivata e tramandata a chi verrà dopo di noi, per non far cadere nell'oblio i sacrifici patiti da quelle generazioni che si sono sacrificate per costruire un mondo migliore” ha concluso.

Mattarella: la tragedia di Marcinelle è “parte della memoria collettiva dell’Italia e dei Paesi che ne furono colpiti”

8 Agosto 2019 - Roma – “Nel giorno in cui si commemora il sacrificio del lavoro italiano nel mondo desidero riaffermare la più partecipe vicinanza ai familiari delle vittime di Marcinelle e degli altri tragici eventi che hanno coinvolto i nostri connazionali all’estero, morti o feriti sul lavoro, prestato in condizioni difficili, per un futuro migliore per le proprie famiglie”. Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 63° anniversario della tragedia di Marcinelle evidenziando che la tragedia di Marcinelle, in particolare, “è parte della memoria collettiva dell’Italia e dei Paesi che ne furono colpiti. Il sacrificio di duecentosessantadue lavoratori, di cui centotrentasei connazionali, ci esorta a promuovere, oggi come in passato, migliori opportunità di lavoro e massime garanzie di sicurezza per tutti i lavoratori, in Italia, in Europa e nel mondo. La tutela di tutti i lavoratori e la incessante promozione dei loro diritti “costituiscono principi di civiltà irrinunciabili per ogni Paese e sono un obiettivo fondamentale nel processo di consolidamento della comune casa europea e dell’intera comunità internazionale”. (R.I.)

Moavero Milanesi: italiani nel mondo concreto ponte fra i vostri Stati di residenza e l’Italia

8 Agosto 2019 - Marcinelle - “Cari Amici italiani, ovunque siate nel mondo, dovete essere consapevoli del contributo prezioso che, con il vostro lavoro operoso, fornite al lusinghiero capitale di immagine e reputazione della Patria. Rappresentate un essenziale architrave, un’infrastruttura di collegamento, che è nostro dovere potenziare e valorizzare. Siete un concreto ponte fra i vostri Stati di residenza e l’Italia”. E’ quanto scrive in un messaggio il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi nel 63° anniversario della tragedia della miniera di Bois du Cazier, a Marcinelle, in Belgio, dove perirono 262 minatori, l’8 agosto del 1956. Giornata che in Italia è dedicata al Sacrificio del Lavoro italiano nel mondo. Il pensiero del titolare della Farnesina è andato in particolare, “con commozione, a tutti coloro che sono caduti mentre lavoravano, durante l’adempimento di un nobile dovere e l’esercizio di un diritto basilare di ogni persona”. Il disastro di 63 anni fa, che causò la morte a 136 minatori italiani, “resta impresso nella memoria collettiva di noi italiani. Un dramma terribile, con vittime di undici nazionalità diverse, di cui nove di paesi europei”. La ricorrenza di oggi “solenne e importante” rende omaggio ai tanti italiani, lavoratrici e lavoratori, che hanno onorato e onorano la nostra Patria, ovunque nel mondo, con il valore della loro opera e del loro ingegno, animati da dedizione e desiderio di affermarsi nei paesi in cui si trovano”. Poiché l’Unione Europea – scrive ancora Moavero Milanesi - si trova alla vigilia dell’apertura di un nuovo ciclo di legislatura, “penso sia davvero importante che le Istituzioni UE indichino, rapidamente, le iniziative che intendono portare avanti” sul tema della sicurezza sul lavoro. In particolare, bisogna: “procedere verso sistemi di assicurazione europei per gli infortuni e le morti sul lavoro e pervenire a una maggiore armonia nelle pronunce giurisdizionali nazionali in materia; garantire il reale livellamento delle ingiustificabili disuguaglianze di trattamento, salariale e previdenziale, fra chi lavora in paesi UE differenti, allineandosi alle migliori regole e prassi vigenti; offrire a tutti una protezione sociale adeguata e moderna; tutelare i più vulnerabili e affermare la parità sostanziale tra donne e uomini, anche nella retribuzione; strutturare un sistema europeo di incisivo supporto a chi non ha un lavoro o desidera una formazione in vista di una riconversione professionale, finanziato dal bilancio dell’Unione; continuare a promuovere un mercato del lavoro europeo equo, dinamico e inclusivo”. Temi rilevanti e su ognuno l’Italia “non può non dare il suo contributo propositivo alla riflessione e all’azione comune nelle sedi UE. Lo stiamo facendo da tempo, forti della nostra solida esperienza legislativa, operativa e culturale, corroborata dagli stimoli delle comunità italiane all’estero, una fonte preziosa di ispirazione e un esempio vincente di affermazione sociale ed economica. Trovo che questo sia un modo tangibile per guardare avanti e stringerci al simbolo di Marcinelle in maniera fattiva e forte. Lo dobbiamo a chi morì nella miniera 63 anni fa, al lacerante dolore dei famigliari, alle tante vittime sul lavoro. Lo dobbiamo alla Costituzione della Repubblica, che la battezza ‘fondata sul lavoro’”. Il minsotro degli Estri ricorda, quindi, gli italiani che, soprattutto fra il XIX° e il XX° secolo, lasciarono le terre natie per cercare lontano “un futuro degno, per offrire di meglio ai propri figli. Sovente sono partiti affrontando l’ignoto con vaghe promesse, avventurandosi in viaggi incerti e pericolosi, e trovando condizioni impervie una volta arrivati a destinazione. Come altri europei, siamo stati, fino ai primi anni sessanta del novecento – in fondo, appena ieri – una nazione di emigrazione strutturale nel mondo. Lo testimoniano innumerevoli racconti, libri, film e canzoni. Un flusso immane dall’Italia che, seppure con numeri ben più contenuti, prosegue tuttora, ma con tratti diversi. Da un lato, riguarda abbastanza spesso persone qualificate, al punto che si parla di ‘fuga dei cervelli’; per loro, non di rado, l’esperienza estera consente di integrare il bagaglio professionale e di studi: poi, alcuni rientrano, mentre altri si stabiliscono fuori con una scelta definitiva o quasi. Dall’altro lato, oggi, all’interno dell’Unione Europea, vige il diritto alla libera circolazione e la libertà di risiedere in qualsiasi Stato membro; la stessa cittadinanza UE, che si affianca a quella nazionale, ci fa sentire meno stranieri, laddove un tempo eravamo tali, e il diritto UE ci protegge da ogni tipo di discriminazione. Un’evoluzione indubbia, dei cui frutti non beneficiavano ancora i nostri compatrioti che lavoravano e morirono a Marcinelle”. (Raffaele Iaria)  

Mons. Mazzocato: “i friulani emigrati hanno esportato i loro valori cristiani”

30 Luglio 2019 - Udine -  Si è conclusa domenica a Tolmezzo la XVI Convention dei friulani nel mondo promossa dall’associazione Friuli nel Mondo, con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e del Comune di Tolmezzo. Al centro della convention il tema  “L’ingegno dei carnici, patrimonio del Friuli e del mondo”. A presiedere la liturgia eucaristica nel Duomo della città l’arcivescovo di Udine, Mons. Andrea Bruno Mazzocato che nell’omelia ha evidenziato che uno dei patrimoni che gli emigranti friulani hanno portato con sé ovunque andavano è stata “la loro fede cristiana. In questa fede – ha spiegato - sono stati sostenuti da molti sacerdoti che, inviati dai vescovi di Udine, si sono fatti a loro volta emigranti per accompagnare i loro fedeli in terre lontane”. Pensando a questi emigranti che “nel loro bagaglio portavano la fede e le preghiere ricevute fin da piccoli in famiglia e in parrocchia”, Mons. Mazzocato ha evidenziato che “grazie a questa fede sono diventati una benedizione anche per i paesi nei quali si sono stabiliti”. Dove sono emigrati i friulani certamente hanno portato “il loro ingegno, la loro industriosità, la capacità di lavorare e di soffrire. Ma hanno anche – ha aggiunto il presule - ricostruito le loro tradizioni cristiane; a volte hanno eretto chiese attorno alle quali hanno tessuto rapporti di fraternità e solidarietà”. Non solo beni materiali, quindi ma anche - ha quindi detto Mons. Mazzocato - i loro valori cristiani che sono stati una benedizione per tutti”.