27 Gennaio 2025 - "Quando il 27 gennaio 1945 Auschwitz-Birkenau fu liberato dai soldati dell'Armata Rossa, nello Zigeunerlager - dove migliaia di rom e sinti erano stati assassinati dalla fame, dalle malattie e fatti entrare con violenza nelle docce dove con lo ZiklonB, il gas in cristalli che li avvelenava in massa - di rom e sinti ne sopravvivevano solo 4. Nella notte tra il 2 e il 3 agosto del 1944 erano state, infatti, gasate circa 3.000 persone, tutte quelle che erano rimaste: donne, uomini e bambini".
Il 27 gennaio si celebra a livello internazionale la Giornata della Memoria, in ricordo delle vittime dell’Olocausto. È doloroso, ma necessario, ricordare che all’interno dei campi di sterminio, ad andare incontro alla morte furono anche oltre mezzo milione di Rom e sinti. Uomini e donne la cui memoria necessita di essere perpetrata di generazione in generazione.
Carla Osella, sociologa e pedagogista, nel suo libro Sterminate la piaga gitana, pubblicato all’interno della collana “Testimonianze ed esperienze delle migrazioni” (Tau Editrice) promossa dalla Fondazione Migrantes, ci ricorda quanto sia fondamentale la conoscenza del passato. L'intolleranza e le discriminazioni che ancora oggi permeano il nostro tessuto sociale nei confronti delle comunità rom e sinti riflettono, almeno in parte, l'ignoranza della loro storia.
Le storie raccontate in questo libro sono una rappresentazione romanzata di vite reali vissute da donne e uomini sinti e rom, che l’Autrice ha conosciuto personalmente, durante l’epoca del genocidio - Porajmos (in lingua rom vuol dire “grande divoramento” o “devastazione”) o Samudaripen (in lingua sinta) - e dei lager nazisti.
La loro storia di morte non ha avuto grande risonanza. "La storia ci dice - come ricordò papa Francesco a Blaj, il 2 giugno 2019, durante il suo viaggio apostolico in Romani - che anche i cristiani, anche i cattolici non sono estranei a tanto male. Vorrei chiedere perdono per questo".
