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Fai-Cisl: una mozione parlamentare sui ghetti per tutelare i lavoratori sfruttati

5 Aprile 2022 -
San Giovanni Rotondo - “Aver giustificato o addirittura legittimato per anni l’esistenza dei ghetti, aver voltato lo sguardo dall’altra parte, ha consolidato nel tempo una vergogna nazionale alla quale non possiamo rassegnarci. Lo sappiamo, il caporalato e i ghetti non rappresentano l’agricoltura italiana, ma sono una realtà e un’offesa che ci riguarda tutti. Chiediamo alla politica di agire in modo più coerente e concreto”. Lo ha detto il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, in apertura del VII congresso nazionale in corso da oggi a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia. Il sindacalista ha annunciato la promozione in Parlamento di una mozione che impegna il governo a una serie di interventi, tra i quali: tutelare e garantire la dignità dei migranti e il rispetto dei loro diritti umani fondamentali, ripensare i procedimenti amministrativi utili all’ottenimento dei permessi di soggiorno, completare la mappatura degli insediamenti informali, rendere operativa la clausola di condizionalità sociale nella Pac dal 2023, promuovere le buone pratiche commerciali nei confronti delle imprese aderenti alla Rete del lavoro agricolo di qualità, intervenire sulle condizioni abitative dei migranti con un graduale processo di integrazione sociale. “La mozione – ha detto Rota – è già nelle mani del ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, e di diversi parlamentari. Continueremo a promuoverla in tutte le sedi, e chiediamo a tutte le forze sociali d’Italia e d’Europa di unirsi a noi e sottoscriverla. Partiamo da qui, dal foggiano, luogo di eccellenze produttive eppure ferito dall’illegalità, per guidare l’operato dei governi verso la lotta allo sfruttamento e la qualificazione del lavoro, perché chi produce il cibo non debba più vivere nel degrado e nella solitudine”. La Fai Cisl ha anche prodotto un “Atlante dei ghetti”: “Una mappatura – ha detto il sindacalista – della nostra incapacità di incanalare forza lavoro nei circuiti della legalità. In questi luoghi c’è la sofferenza di persone in carne ed ossa, c’è la tratta di esseri umani, eppure sono noti a tutti: non possiamo assuefarci a questa mostruosa normalità”.

“Fratelli tutti”: cerimonia interreligiosa nel ghetto di Borgo Mezzanone

5 Aprile 2022 -

Foggia -Si è svolta domenica nella chiesa del ghetto di Borgo Mezzanone, nel foggiano, la cerimonia 'Fratelli Tutti', organizzata dalla Fai-Cisl nell’ambito delle iniziative del congresso nazionale. L’incontro ha riunito sotto lo stesso tetto cattolici, musulmani e protestanti, in un momento di preghiera e riflessione sulla pace e l’unità tra i popoli.

«Questo è un tempo che tende a dividerci tutti – ha detto il segretario generale Onofrio Rota intervenendo alla cerimonia – invece noi condividiamo sentimenti e idee, e lo facciamo qui, in un luogo che è simbolo di fatica e solitudine. Pregare insieme qui per molti di noi è un gesto normalissimo, però è anche una scelta molto bella, rivoluzionaria, di coraggio, di fratellanza».

Sullo sfondo dell’iniziativa, un messaggio politico forte contro il caporalato e lo sfruttamento. Da tanti anni, denuncia il sindacato, la politica chiude gli occhi davanti a insediamenti come questi, ma ciò non ha portato nulla di buono per nessuno. Soprattutto, non ha portato nulla di positivo per i migranti, per i lavoratori, per le famiglie che giungono in Italia e in Europa per conquistare una vita dignitosa, libera, felice. «Qui – ha detto Rota – non ci sono prospettive di felicità, possibilità di emancipazione. Non vogliamo che si ripetano le violenze, le morti per il freddo, per i roghi, per la fatica nei campi. Non vogliamo che le persone cerchino lavoro rivolgendosi agli sfruttatori, persone che fingono di essere amici dei lavoratori, ma in realtà sono veri e propri trafficanti di esseri umani». Sono intervenuti alla cerimonia l’imam Zakariya Mutah, Erika Szilagyi, presidente del Consiglio della Chiesa Evangelica Valdese di Foggia, il Pastore Charles Ojieaga, sacerdote della Garden of Jesus Christ Church di Borgo Mezzanone e mons. Franco Moscone, vescovo di Manfredonia, che ha concluso la cerimonia sottolineandone il valore nell’ottica della «comune paternità di ogni persona e di tutta l’umanità, nella prospettiva che dobbiamo imparare a non fare più la guerra, a trasformare le lanci in falci e le spade in aratri, a trasformare i nostri cuori in cuori che accolgono e non dividono. Il lavoro autentico, libero da ogni sfruttamento, dall’illegalità – ha concluso Moscone in segno di condivisione delle azioni del sindacato – è lo strumento più grande per costruire la giustizia e aprire la strada della pace».