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Croce Rossa Italiana lancia una raccolta fondi per il campo di Lipa

3 Febbraio 2021 - Roma - A Lipa dopo l’incendio del 23 dicembre scorso che ha tolto il solo riparo ad oltre un migliaio di persone migranti, le condizioni umanitarie sono «gravissime». I profughi, provenienti in gran parte dal Pakistan e dall'Afghanistan, sono supportati dalla Croce Rossa bosniaca che «sta facendo il massimo. Due settimane fa circa abbiamo inviato i primi aiuti, afferma in una nota la Croce Rossa Italiana. Sono partiti, infatti, dal Centro Operativo Emergenze di Avezzano della CRI, tre autoarticolati contenenti beni di prima necessità e giacche a vento, coperte, vestiario e scarpe invernali che sono stati messi a disposizione della Società Nazionale bosniaca a Sarajevo e a Bihać (nell'area dell’Una Sana ai confini con la Croazia). Ma la situazione «è ancora drammatica e dobbiamo intervenire. Mancano l’acqua, le fognature o l’elettricità. Non si può vivere in queste condizioni, non dobbiamo voltare la testa dall'altra parte», afferma Francesco Rocca, Presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa: «occorre un sostegno ulteriore, per le persone migranti ma anche per la popolazione locale che si trova ad affrontare una doppia emergenza: la crisi migratoria e la pandemia di COVID-19, con le sue drammatiche conseguenze anche socio-economiche. In questo momento il tuo aiuto può fare la differenza». La Croce Rossa Italiana è da anni al fianco della Società di Croce Rossa di Bosnia ed Erzegovina, che dall’inizio dell’emergenza assiste migliaia di persone che transitano per il Paese, fuggendo da guerre e povertà con la speranza di poter raggiungere l’Europa. «Supportiamo il lavoro della Consorella nei centri di accoglienza ma anche e soprattutto fuori. Le Unità Mobili, formate da personale medico-sanitario, psicologi e altri volontari esperti, lavorano senza sosta per raggiungere i numerosi migranti rifugiati nelle aree più remote, in condizioni inumane, tra boschi e zone di frontiera, in attesa di poter attraversare il confine con la Croazia. Il Covid-19 non deve farci dimenticare le gravi crisi in atto».