Primo Piano

Migrantes Cesena-Sarsina: visita al circo

17 Luglio 2023 - Cesena - La mia città Cesenatico, con connotati turistici balneari, accoglie durante questo periodo estivo, oltre ai numerosi turisti, anche il popolo dei lunaparchisti (2 spazi a loro dedicati distanti tra loro circa un chilometro), nonchè alcuni giostrai singoli sistemati in piazze o piccoli parchi, ed a volte anche la presenza di grandi circhi. Già in passato, in quanto delegato dal Vescovo per la Pastorale Migrantes e spettacolo viaggiante, abbiamo visitato queste persone che ormai da anni offrono i loro servizi per lo svago ed il divertimento di piccoli e grandi. La nostra visita, come sempre ci auguriamo, sia di stimolo per la loro pratica religiosa spesso problematica per le loro particolari modalità di vita quotidiana. Non ci sarà quest’anno, purtroppo il grande circo, ma in compenso abbiamo avuto la presenza del circo “Soluna”. Certo basta cliccare ed è tutto spiegato. Ometto pertanto tutte le descrittive informazioni su chi sono quanti sono di dove sono cosa fanno ecc., per lasciare spazio ad altro. Non, che non siano importanti queste descrizioni, anzi, ma penso che il nostro incontro racchiuda particolari aspetti che a mio avviso non siano puramente marginali. Venerdì pomeriggio (14/7/2023) sono andato a trovarli. Sono ospiti presso l’Associazione Albero della vita nell’area messa a loro disposizione nella frazione di Bagnarola. Tra l’altro attirati dal termine “Albero” in ossequio al loro credo ecologico. Mi sono presentato ai titolari Stefan e Petra ed ho offerto loro una copia del nostro mensile Migranti Press (mese di maggio in cui era riportato un articolo su circo ed Ucraini), molto apprezzato, ma soprattutto per gli articoli riguardanti gli ultimi naufragi di migranti. Digiuni di televisione, cellulari ed altri mezzi tecnologici quella carta stampata rappresentava per Stefan e Petra una fonte informativa di primordine. Sapendoli ecologisti, vegetariani, non hanno avuto difficoltà ad accettare anche un pò di frutta che avevo opportunamente comprato per farne loro dono. Ho chiesto a Stefan se nel loro trentennale “peregrinare” siano stati visitati da altri delegati Migrantes e mi sono reso cnto che ciò avviene poche volte. Tralascio gli altri temi affrontati anche perché sia da parte mia che loro penso debbano restare racchiusi nel nostro particolare e personale ricordo. Ancora una volta la forza delle iniziative di periferia (luoghi da Soluna privilegiati per i loro spettacoli) contribuiscono a sottolineare la straordinaria bellezza della vita vissuta dall’essere umano. In cambio della visita ho ricevuto l’invito al loro spettacolo serale sul tema del cambiamento climatico...anche se questa esperienza di incontro già di per se racchiuda tutto dello “Spettacolo” vero e proprio. Domenica a Ruffio di Cesena, poi a San Mauro Pascoli in un parco, poi a Pennabili ed a passo di cavallo, circa 5 km. all’ora, varcare gli Appennini per raggiungere le Marche, poi…. salutati dalla mia silenziosa benedizione possano soprattutto essere sempre silenziosamente accompagnati dal Signore come sicuramente avrà fatto sino ad ora. E lo spettacolo continua. (Ettore Rossi, diacono delegato Migrantes diocesi Cesena-Sarsina)

Nuovi tragitti e Migrantes, a Latina: “Quanti percorsi!”

17 Luglio 2023 - Latina - Tutto esaurito al Teatro Ponchielli di Latina nei giorni scorsi per la manifestazione finale del progetto "Quanti Percorsi", finanziato dalla fondazione Migrantes e realizzato dall'associazione "Nuovi Tragitti". Emozionanti i racconti dei bambini dell'istituto G. Cena di Latina, guidati dai docenti volontari e dai mediatori culturali di Nuovi Tragitti sotto la supervisione di un educatore sociopedagogico. La rassegna è proseguita con due bambine dell'istituto che hanno declamato due poesie, una in lingua indiana e l'altra in italiano. Presentate anche le modalità operative dell'azione "Tutti in classe", che ha visto protagonista l'istituto del capoluogo guidato dalla dirigente scolastica Annarita Mattarolo. In questo progetto pilota, l'associazione ha elaborato tre interventi attivi in contemporanea. Il primo ha riguardato la mediazione linguistica da parte di un mediatore culturale presente in aula per alcune ore la settimana. Ciò al fine di favorire il rapporto docente-alunno, la didattica nel contesto e agevolare le relazioni tra pari. Il secondo, il sostegno allo studio, che si è svolto in orario pomeridiano negli stessi locali della scuola ed è stato portato avanti da alcuni volontari di “Nuovi Tragitti” tra cui docenti, mediatori culturali, insegnanti di lingua italiana per stranieri, sotto la supervisione di un educatore socio-pedagogico. Il terzo, la mediazione linguistica tra famiglie e docenti. «Tutti in classe, questo il nome dell’azione specifica, ha affrontato il tema dell’integrazione scolastica ed il sostegno allo studio», spiega il presidente di "Nuovi Tragitti" Ivan Andrea Fausti, «una criticità per i tanti ragazzi che frequentano un ciclo di istruzione nel nostro Paese e non conoscono la lingua italiana. Seppur la legge, giustamente, preveda l’inclusione degli allievi nello stesso contesto scolastico dei coetanei, ciò rappresenta spesso un problema relativo alla didattica che si misura con il gap linguistico e all’integrazione nel gruppo classe. Anche il recente arrivo di ragazzi provenienti dall’Ucraina ha reso ancora più urgente la problematica già rilevata e presente sul nostro territorio». «Un'azione, quella di "Tutti in classe", che ha avuto un impatto fortemente positivo non solo in termini di didattica sui bambini stranieri, ma anche a livello sociale sui genitori e i compagni di classe italiani che si sono compattati attorno ai loro coetanei» afferma la vicepreside dell'istituto, Pasqualina Falcone. «Un'esperienza indimenticabile che ci ha dato l'opportunità di metterci in gioco e ricevere più di quanto dato. Abbiamo visto i bambini progredire a tutti i livelli, una sorpresa poi, quanto costruito a livello relazionale con loro e le loro famiglie» commentano Antonella Solazzo e Antonia Rapuano, facendosi portavoce di tutte le docenti volontarie. La serata è proseguita con il monologo di un giovane ventenne che, recitando, ha raccontato la sua storia e la relazione con "Nuovi Tragitti" e con il progetto "Quanti Percorsi", grazie al quale si è avviato verso l'autonomia ed è riuscito ad entrare nel mondo del lavoro a tempo indeterminato. Per finire la rappresentazione dello spettacolo "Come funamboli", realizzato al termine del laboratorio teatrale destinato a giovani dai 18 ai 30 anni sulla tematica della diversità, tenuto con la collaborazione dell'educatore ed attore Christian Mastrillo. "Quanti Percorsi" è stato dunque una fucina di diverse azioni realizzate da "Nuovi Tragitti". Un progetto complesso che ha racchiuso interventi in favore di giovani e famiglie e realizzato da educatori, pedagogisti, docenti volontari e mediatori culturali e all'interno del quale si colloca questa prima esperienza di laboratorio teatrale, lanciata lo scorso anno. Tra le molteplici attività troviamo tirocini formativi, tutoraggio educativo per giovani adulti, avvio all’autonomia, assistenza educativa per nuclei familiari, inserimento lavorativo, formazione continua. Presenti tra gli ospiti, il direttore generale della fondazione Migrantes, Mons. Pierpaolo Felicolo, il Vescovo, mons. Mariano Crociata, i servizi sociali del comune di Latina e diverse realtà istituzionali della rete in cui "Nuovi Tragitti" è collocata.  

Il Presidente della Repubblica e il Segretario di Stato Vaticano al Convegno “Il Codice di Camaldoli”

17 Luglio 2023 - Roma - Sarà il Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, a celebrare domenica 23 luglio la Santa Messa conclusiva del Convegno “Il Codice di Camaldoli”, in programma al Monastero di Camaldoli (Ar). L’evento si aprirà venerdì 21 luglio, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con la prolusione del Card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, e la relazione introduttiva di Tiziano Torresi, dell’Università degli Studi Roma Tre. Promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, dalla Comunità di Camaldoli, dalla Conferenza Episcopale Toscana, da Camaldoli Cultura e da Toscana Oggi, l’iniziativa intende celebrare - a ottant’anni dall’incontro del luglio 1943 - uno dei documenti più significativi del cattolicesimo italiano del Novecento, presentandone uno studio aggiornato e completo. Obiettivo del Convegno è rileggere il Codice di Camaldoli alla luce della recente storiografia, indagare le sue fonti e i motivi di ispirazione, evidenziare i collegamenti con le dinamiche della teologia e della filosofia del tempo, ripercorrere l’itinerario biografico e intellettuale delle personalità coinvolte nel suo allestimento, ma anche interrogarsi sulla capacità progettuale dei cattolici d’Italia e sul ruolo che essi hanno svolto e possono continuare a svolgere per una matura e consapevole partecipazione alla vita civile e politica del Paese. La sessione mattutina di sabato 22 vedrà gli interventi di Alberto Guasco, dell’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea – CNR, Angelo Maffeis, Presidente dell’Istituto Paolo VI, Marta Cartabia, dell’Università Bocconi, Alessandro Angelo Persico, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nel pomeriggio spazio ai contributi di Francesco Bonini, rettore dell’Università Lumsa, Marialuisa Lucia Sergio, dell’Università degli Studi Roma Tre, Daria Gabusi, dell’Università “Giustino Fortunato” di Benevento. L’ultima sessione, domenica 23 luglio, prevede le riflessioni di Sebastiano Nerozzi, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Enrica Chiappero Martinetti, dell’Università degli Studi di Pavia, Paolo Acanfora, dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Nella prima giornata verrà inaugurata una mostra fotografica curata da Claudio Ubaldo Cortoni, con documenti storici, molti dei quali provenienti dall’archivio storico di Camaldoli, mentre sabato alle 21 è in programma un Concerto d’organo nella chiesa del Monastero.  

Senegal: presentata una ricerca sulla realtà della migrazione

17 Luglio 2023 - Roma - “La testimonianza di un migrante arrivato in Italia riduce le intenzioni a migrare irregolarmente degli studenti di Dakar”. Nei giorni scorsi  ad Alghero Erminia Florio, ricercatrice presso l’Università Tor Vergata e socia di Sophia Impresa Sociale ha presentato al convegno “Ibeo” dell’Università di Sassari la ricerca “Information Campaigns and Migration Perceptions: Evidence from Senegal” realizzata insieme alla Fondazione Migrantes. L’obiettivo della ricerca è stato quello di valutare quale proposta formativa sia più efficace per informare gli studenti sulla realtà della migrazione e sui rischi della migrazione irregolare. In particolare, lo studio ha comparato la capacità di tre interventi formativi diversi: l’esposizione di dati e informazioni sul tema, il racconto di esperienze di migrazione e la formazione del corpo insegnanti. Infatti, da studi precedenti, emerge che gli studenti senegalesi hanno un’alta propensione a emigrare, ma hanno una conoscenza parziale dei rischi e delle difficoltà legate al viaggio e all’ottenimento dei documenti necessari a vivere in Italia. Lo studio è stato condotto su 1.500 studenti di 10 licei di Dakar, Senegal. A ciascuna classe è stato assegnato casualmente uno dei tre trattamenti ed i risultati sono stati comparati con un gruppo di controllo. Agli studenti sono stati somministrati questionari pre e post trattamento attraverso l’uso di tablet forniti dal team di ricerca. Insieme alla Fondazione Migrantes, sono stati progettati anche dei focus group per approfondire le tematiche chiave come le intenzioni di migrare degli studenti e la loro percezione della situazione lavorativa in Senegal. “Tutti e tre i trattamenti hanno avuto l’effetto di aumentare la conoscenza degli studenti sul fenomeno migratorio. Rispetto però agli incontri in classe, la testimonianza di un migrante ha avuto un impatto maggiore sulle intenzioni degli studenti, riducendo la percentuale di chi sceglierebbe vie irregolari per migrare” commenta la ricercatrice Florio. Dai dati relativi al primo questionario infatti è emerso che oltre due terzi degli studenti ha già considerato l’idea di migrare ed in particolare veda molto alta la probabilità di partire. “Non hanno fiducia nel paese e in loro stessi.” commenta la ricercatrice: "per questo preferiscono rischiare un viaggio irregolare per un lavoro in Europa piuttosto che impegnarsi per diventare imprenditori nel loro paese". I risultati della ricerca concorrono alla definizione della proposta educativa del progetto Educare Senza Confini che Sophia svolge a Dakar con il sostegno della Fondazione Migrantes per combattere le percezioni distorte sulla migrazione dei giovani senegalesi al fine di offrire loro un vero diritto a scegliere se partire o meno. (A.C.)

Continuiamo a seminare

17 Luglio 2023 -
Città del Vaticano - Le braccia spalancate di Papa Pio XII, quasi abbraccio alla folla del quartiere romano di San Lorenzo, dopo il bombardamento: 19 luglio del 1943. È l’immagine evocata da Papa Francesco con le sue parole, nel dopo angelus di domenica, quando parla di tragedie che si ripetono, come oggi in Ucraina, preghiera per un popolo che soffre tanto: “com’è possibile? Abbiamo perso la memoria? Il Signore abbia pietà di noi e liberi la famiglia umana dal flagello della guerra”.
Angelus nel giorno in cui il Vangelo di Matteo ci propone la parabola del seminatore, Gesù come un agricoltore che semina prima ancora di raccoglierei frutti e “bruciare la paglia con un fuoco inestinguibile” come diceva Giovanni Battista. Con una lettura superficiale si potrebbe dire che non tiene conto del terreno in cui cade il seme, un contadino distratto. Ma lui, il Signore, continua a seminare potremmo dire con pazienza e speranza; certo conosce i terreni, e sa che i primi tre, la strada, il terreno sassosi e i rovi, non porteranno alcun frutto, ma continua a seminare con tenacia e fiducia: sono “i sassi della nostra incostanza e le spine dei nostri vizi che possono soffocare la parola, eppure spera – dice Papa Francesco – spera sempre che noi possiamo portare frutto abbondante”. Poi ecco il quarto terreno, il terreno buono che darà frutto anche al di là delle aspettative. Nel linguaggio di Gesù la parabola aveva la funzione di far comprendere facilmente, attraverso immagini e esempi di vita quotidiana, il senso del suo discorso; il suo non era un linguaggio complicato come usavano i dottori della legge del tempo. E la semina – “immagine molto bella” dice il Papa – è utilizzata da Gesù per “descrivere il dono della sua parola”: il seme è piccolo ma “fa crescere piante che portano frutti”. Il Vangelo è “un piccolo libro semplice e alla portata di tutti che produce vita nuova in chi lo accoglie”. Matteo pone in primo piano il seminatore e il seme perché noi siamo il terreno e dipende da noi l’efficacia della semina. Con Isaia, la prima lettura, il legame tra Antico e Nuovo testamento, sappiamo che la pioggia e la neve non ritornano al cielo senza aver irrigato e fatto germogliare la terra, così la parola pronunciata dal Signore non tornerà da lui senza aver prodotto frutti. Anche noi siamo chiamati a seminare continuamente senza stancarci, afferma Francesco. Così, per spiegare meglio il senso delle sue parole, propone alcuni esempi, innanzitutto i genitori: “seminano il bene e la fede nei figli, e sono chiamati a farlo senza scoraggiarsi se a volte questi sembrano non capirli e non apprezzare i loro insegnamenti, o se la mentalità del mondo rema contro”. Il seme buono resta e “attecchirà a tempo opportuno”, per questo non bisogna cedere alla sfiducia e lasciare “i figli in balia delle mode e del cellulare, senza dedicare loro tempo e senza educarli”, altrimenti “il terreno fertile si riempirà di erbacce”. Poi i giovani che “possono seminare il Vangelo nei solchi della quotidianità”, con la preghiera “piccolo seme che non si vede” e che Gesù può far maturare. Ancora il tempo da dedicare agli altri, a chi ha bisogno: “può sembrare perso – ha affermato – e invece è tempo santo, mentre le soddisfazioni apparenti del consumismo e dell’edonismo lasciano le mani vuote”. Infine, lo studio: “è faticoso e non subito appagante, come quando si semina, ma è essenziale per costruire un futuro migliore per tutti”. Una parola, infine, per i “seminatori del Vangelo”, sacerdoti, religiosi e laici impegnati nell’annuncio che “vivono e predicano la Parola di Dio spesso senza registrare successi immediati”. Francesco li ha esortati a non dimenticare che “anche dove sembra non succeda nulla, in realtà lo Spirito Santo è all’opera e il regno di Dio sta già crescendo, attraverso e oltre i nostri sforzi”. Così invita tutti a fare memoria a quando è iniziata la fede in ognuno di noi, forse anni dopo l’incontro un testimone che ha posto la parola di Dio nella nostra vita. Angelus che termina con alcune domande: “getto qualche seme di Vangelo nella vita di tutti i giorni: studio, lavoro, tempo libero? Mi scoraggio o, come Gesù, continuo a seminare, anche se non vedo risultati immediati?”. (Fabio Zavattiaro - Sir)

Mons. Perego: fermare la strage degli innocenti

16 Luglio 2023 -

Roma - Fermare la strage degli innocenti, no ad una Europa che sempre più si incammina sulla strada di Erode. Mons.  Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, guarda con preoccupazione ai dati diffusi dall’Unicef che denunciano la morte di 289 bambini nel Mediterraneo in soli sei mesi e, in una intervista all’Adnkronos, parla anche della missione che oggi  porterà la premier Meloni a Tunisi con la presidente della Commissione europea e il premier olandese per parlare col presidente Saied: “Spero che gli interessi economici non siano superiori all’attenzione per i volti e le storie di migranti che stanno attraversando il Mediterraneo”. Partendo dai dati Unicef che parlano di 289 bimbi morti nel Mediterraneo in 6 mesi mons. Perego evidenzia che  “questo dato ha due valenze: chi si mette in cammino ha anche il volto del minore, di chi viene accompagnato dalle madri verso una realtà che possa dare un futuro oltre che salvezza. Dall’altra, questa strage degli innocenti , dimostra come ci sia una indifferenza di fronte a questo volto migratorio che è il volto del minore che dovrebbe essere più tutelato e invece viene rifiutato anche nelle nostre democrazie. Tutto questo ci deve fare riflettere se sia giusto proseguire con la politica del muro e del respingimento”. Che attendersi dalla missione a Tunisi nella quale si cercherà l’accordo sul tema dei migranti? “Spero - l’auspicio del presidente della Migrantes e della Commissione Cei per le Migrazioni - che non sia un terzo accordo come quello della Turchia e della Libia, che non riconosca i diritti di chi fugge e arriva in Tunisia per andare verso l’Europa e che ha bisogno di protezione internazionale. Spero che gli interessi economici non siano superiori all’attenzione per i volti e le storie di migranti che stanno attraversando il Mediterraneo. Spero che la solidarietà e la giustizia siano più importanti del profitto e del guadagno”. Mons.  Perego è reduce da un viaggio a Lampedusa nel decennale della visita del Papa: “Porto con me l’immagine della celebrazione della messa richiesta dai 1.400 ragazzi presenti nel campo profughi: l'immagine del futuro dell’Europa che non può ignorare questi volti, i loro segni di tortura, anche sulle gambe per le sigarette spente, le loro ferite al volto, la voglia e il desiderio di costruire il futuro in un contesto diverso. Uno spaccato di giovani che contraddice lo spaccato di un’Europa vecchia che non si accorge che la sua rigenerazione passa attraverso l’accoglienza, non il rifiuto”.

Unicef: 289 i bambini morti nel Mediterraneo nel 2023

14 Luglio 2023 - Roma -  Almeno 289 bambini sono morti o scomparsi quest’anno cercando di attraversare la pericolosa rotta migratoria del Mediterraneo centrale dal Nord Africa all’Europa. Vale a dire circa 11 bambini morti o scomparsi ogni settimana in cerca di sicurezza, pace e migliori opportunità. Lo riferisce in una nota l’Unicef, secondo cui dal 2018 circa 1.500 bambini sono morti o dispersi mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo centrale. Questo numero corrisponde a 1 su 5 delle 8.274 persone morte o disperse lungo la rotta, secondo i dati del Progetto Migranti Scomparsi dell’Oim. Molti naufragi durante la traversata del Mediterraneo centrale non lasciano sopravvissuti o non vengono registrati, rendendo praticamente impossibile verificare il numero reale di bambini morti, probabilmente molto più alto. Negli ultimi mesi, bambini e neonati sono stati tra coloro che hanno perso la vita su questa rotta, su altre rotte attraverso il Mediterraneo e sulla rotta atlantica dall’Africa occidentale, comprese le recenti tragedie al largo delle coste della Grecia e delle isole Canarie spagnole. “Nel tentativo di trovare sicurezza, ricongiungersi con la famiglia e cercare un futuro più speranzoso, troppi bambini si imbarcano sulle coste del Mediterraneo, perdendo poi la vita o risultando dispersi durante il viaggio – ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef, Catherine Russell -. Questo è un chiaro segnale che bisogna fare di più per creare percorsi sicuri e legali per l’accesso dei bambini al diritto d’asilo, rafforzando al contempo le azioni per salvare vite in mare. In definitiva, bisogna fare molto di più per affrontare le cause alla radice che portano in primo luogo i bambini a rischiare la vita”.

Mons. Baturi ai Giovani del Mediterraneo: “contribuite a fare del nostro mare un crocevia di pace e armonia”

14 Luglio 2023 -
Firenze - È un messaggio di incoraggiamento quello lanciato da mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, all’apertura del Convegno dei giovani del Mediterraneo nel salone dei Duecento in Palazzo Vecchio a Firenze: «Cercate indomiti il grande, il bello e il necessario. Non lasciatevi costringere in compromessi senza respiro. Non abbiate paura della sete di radicalità e della ricerca del definitivo». E ancora al centro del suo discorso alcune «piste di lavoro» tratte dalla Carta di Firenze, il documento sottoscritto dai vescovi e dai sindaci del Mediterraneo al termine della seconda tappa del convegno “Mediterraneo frontiera di pace”, che li aveva radunati a Firenze proprio nei giorni dello scoppio della guerra in Ucraina. In primis, il riconoscimento della diversità come patrimonio condiviso per tutta l’umanità. «La sfida è che la diversità delle culture e delle storie possa essere motivo di ricchezza, di incontro e non di estraneità», ricorda mons. Baturi: «la pace nel Mediterraneo avrà effetto in tutte le parti del mondo». Poi, la domanda rivolta ai giovani riuniti in Palazzo Vecchio: «Sapremo sviluppare valori per i quali queste civiltà del Mediterraneo potranno incontrarsi? Dipende da noi e, un po’, dipende anche da voi». All’attenzione dei ragazzi, il segretario della Cei ha posto anche l’urgenza di un rinnovato impegno educativo. Già ispirato dalla Carta di Firenze, che prometteva la creazione di percorsi universitari condivisi nel Mediterraneo. «L’educazione rende la persona più libera, responsabile e attenta a generare speranza», ha detto: «Non c’è pace, non c’è democrazia né reale pluralismo culturale senza un’efficace azione educativa, che tende alla verità ed esige affermazione del valore assoluto dell’uomo e della sua coscienza». Un messaggio lanciato da mons. Baturi anche alla politica internazionale: «È triste constatare che, già prima dello scoppio della guerra in Ucraina, siano diminuite in modo significativo le spese per l’educazione, mentre le spese militari hanno superato addirittura il livello registrato al termine della Guerra fredda». Poi, un appello alla fraternità religiosa nelle città: «Contro la contrapposizione tra il proprio particolare assolutizzato e quello dell’altro, serve una ripresa del senso religioso – continua mons. Baturi -. Per noi cristiani vale la parola della fede». Infine, la memoria del segretario della Cei è andata ai moltissimi ragazzi impegnati, proprio in questi giorni, in guerre e migrazioni: «Non possiamo non ricordare con dolore i tanti giovani che stanno combattendo in Ucraina in campi di battaglia che solo fino a pochi mesi fa erano campi di grano – conclude il vescovo -. In tanti luoghi anche i bambini sono usati come arma di distruzione». (Andrea Ceradani)

Vangelo Migrante: Domenica 16 luglio – Vangelo Mt 13, 1-23

14 Luglio 2023 -
Nella XV Domenica del Tempo Ordinario ascoltiamo la Parabola del Seminatore, la principessa delle parabole. Se non comprendiamo questa, come potremo comprendere le altre? Tutta la vita è una parabola, ma dobbiamo capirne il significato: è la sfida dell’ascolto. Il seme di cui si parla è la Parola seminata nei fatti della nostra storia. Nei primi tre casi la Parola non la prende chi avrebbe dovuto prenderla, cioè il terreno buono.  Nella vita o fraintendiamo o comprendiamo e siamo chiamati ad una crescita. La vita è crescita e non esistono fasi intermedie: nella vita spirituale o si va avanti o si va indietro. Lo stesso seme produce frutti molto diversi. Dio non dà alle persone a chi più e a chi meno, quello che il Signore dona è, però, diverso secondo l’apertura del cuore delle persone. La parabola inizia con la folla che esce sulla spiaggia e Gesù se ne distanzia. Stanno tutti lì, ma ognuno non può vivere mescolandosi e nascondendosi nella folla. Ognuno è chiamato a un atto personale d’accoglienza: la fede è scelta personale. Anche io devo prendere una posizione: o lascio cadere le parole o non mi perdo una parola. Il problema della comprensione non è un esercizio intellettuale, ma cambia secondo il rapporto con il maestro. La Parola dice, infatti, la Prima Lettura “non torna in cielo come la pioggia e la neve, senza aver prodotto l’effetto per cui è stata mandata”, quantomeno l’effetto della verità. C’è il seme che cade sulla strada: è destinato ad uno, ma gli uccelli, cioè i pensieri che vengono dal demonio, lo portano via. È ciò che accade quando il Signore ci dice cose che noi non comprendiamo, perché quando una cosa non la capiamo di solito non la accettiamo: la novità implica sempre un trauma. Dio non può dirci sempre quello che capiamo o quello che già sappiamo, Dio ci dice ciò che ci serve per farci crescere e crescere vuol dire uscire dall’infanzia e diventare adulti: nessuno di noi va a scuola o manda i figli a scuola per imparare qualcosa che già sa, ma per imparare qualcosa di nuovo. I Vangeli, subito dopo Natale, ci narrano che “Maria non comprendeva, ma custodiva nel suo cuore queste parole”.  Il problema della nostra ragione è che spesso ci dà soltanto ragione e se ci fermiamo a quello che non capiamo ci chiudiamo. E se invece quello che non capiamo fosse parte di un disegno più grande? E se fosse un pezzo di una storia che si deve ancora compiere? Perché dobbiamo farcelo rubare dal maligno? Lasciamoci insegnare da Dio. C’è il seme che cade sul terreno sassoso, spunta subito, ma poi il sole lo secca.  Qui Gesù fa riferimento a coloro che accolgono la Parola con entusiasmo, poi arriva una tribolazione e si “seccano”. Se chi vive la strada vive di ragioni e cerca solo ciò che lo conferma, chi vive il sasso vive solo di emozioni, di sensazioni. Invece le persecuzioni arrivano: arrivano da fuori quando ti attaccano, perché vieni in chiesa; arrivano da dentro, quando le persone, anche dentro la chiesa, ti deludono; arrivano da Dio quando non ti dice quello che ti piace, ma ti contesta e ti fa soffrire. In questo caso abbiamo due possibilità: o ce ne andiamo o la Parola inizia a entrare in noi proprio quando non è l’entusiasmo che la conserva, ma qualcosa di più profondo che va oltre il cuore di pietra, cioè l’uomo vecchio. Ci sono, poi, le spine che crescono insieme col grano e lo soffocano. Qui Gesù fa riferimento a quelli che credono di poter ascoltare due cose e non scelgono mai: per poter dire sì alla Parola bisogna dire no ad altre cose. Le spine sono ciò che è incompatibile con quello che Dio ti sta dicendo e non si eliminano da sole, vanno tagliate. Anche a Maria una spada trafiggerà l’anima non per uccidere, ma per separare. Bisogna sempre tagliare qualcosa per fare spazio a Dio. C’è, infine, il terreno buono: “che dà frutto dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta”. Quando vivo con il Signore lasciandomi seminare da Lui in quello che c’è, che oggi può essere cento, sessanta, trenta, porto frutti, non risultati. Questi cento, sessanta e trenta non sono numeri messi a caso visto che erano anche le misure dell’Arca dell’Alleanza. Il terreno è, invece, il nostro cuore, dove cambia e dove non cambia, sapendo che il cammino con la Parola e con il seme è un cammino che dipende da quanto mi apro, perché la Grazia è per tutti e produce frutti straordinari, ma l’apertura spetta a me ogni giorno. (Francesco Buono)

Parlamento europeo: salvataggio vite in mare: sì alle navi delle Ong, organizzare una missione europea, no a finanziamenti a Paesi terzi se non collaborano

14 Luglio 2023 -

Bruxelles - Gli eurodeputati chiedono ai Paesi Ue e all’agenzia Frontex “di fornire una capacità sufficiente in termini di navi, attrezzature e personale dedicato alle operazioni di ricerca e soccorso e un approccio più proattivo e coordinato per salvare efficacemente le vite in mare”. La risoluzione non legislativa approvata per alzata di mano ieri  a Strasburgo dal Parlamento europeo, sollecita inoltre gli Stati membri a “utilizzare appieno le navi gestite dalle Ong” e chiede una “missione di ricerca e soccorso globale dell’Ue”, messa in campo dalle autorità degli Stati membri e da Frontex. Nella risoluzione si condanna inoltre “il contrabbando e il traffico criminale” e si ribadisce che “percorsi sicuri e legali, in particolare attraverso il reinsediamento, sono il modo migliore per evitare le vittime in mare”. Nel testo anche la richiesta alla Commissione di presentare proposte per “condizionare i finanziamenti ai Paesi terzi alla cooperazione nella gestione dei flussi migratori e nella lotta contro i trafficanti di esseri umani e i contrabbandieri di migranti”. La Commissione dovrà fornire informazioni complete al Parlamento “su tutti i tipi di sostegno che l’Ue e i suoi Stati membri forniscono alle guardie di frontiera e costiere dei Paesi terzi, tra cui Libia, Turchia, Egitto, Tunisia e Marocco”, oltre che valutare le accuse di gravi violazioni dei diritti fondamentali da parte della guardia costiera libica, onde “porre fine a tale cooperazione se tali violazioni sono provate”.

foto: Parlamento europeo
 

Genova: “Estate allegri” anche per le famiglie immigrate

13 Luglio 2023 -
Genova - Il centro estivo “Estate allegri” del Centro Storico Ragazzi “si rivolge a bambini e adolescenti che abitano o frequentano il centro storico di Genova, un luogo nel quale vi è una grande presenza di famiglie immigrate”. Così padre Andrea Decaroli, parroco di San Siro, descrive l’attività estiva pensata per “non far vivere in questo periodi i ragazzi nell’apatia o nella solitudine”. Si tratta di giovani “nati o arrivati piccoli nella nostra città ma con radici familiari in altri Paesi, che parlano una lingua a scuola e un’altra a casa, che frequentano coetanei di varie tradizioni a scuola e nello sport, ma magari in casa frequentano solo persone che hanno le stesse origini”. Le provenienze sono le più diverse: sino a qualche anno fa sicuramente primeggiava l’America Latina. Col passare del tempo, si sono aggiunti bambini cinesi o del Maghreb e, ultimamente, anche del Bangladesh e del Senegal. Quest’anno - riferisce l'agenzia Sir - gli iscritti sono 100 tra ragazzi che frequentano le elementari e le medie. “Abbiamo avuto tante richieste, più dei posti che avevamo a disposizione, tanto che a un certo punto abbiamo dovuto chiudere le iscrizioni”. Se d’inverno l’attività del centro è rivolta primariamente al sostegno allo studio, d’estate l’attenzione si concentra sul gioco e su altre attività.  “Le famiglie che mandano i loro ragazzi – spiega ancora padre Decaroli – sono a conoscenza della matrice cristiana della nostra proposta educativa, anche perché fra gli educatori c’è un sacerdote. La nostra iniziativa, però, è aperta a tutti. L’unica richiesta è la partecipazione comunitaria alla preghiera di inizio mattina. Chi è cristiano può unirsi. Chi non è cristiano può comunque recitare e cantare con noi. Chi non desidera cantare, può solo ascoltare. Chiediamo solo a tutti il rispetto".

Scuola, sanità e promozione sociale: 72 nuovi progetti della Chiesa in Italia

13 Luglio 2023 -
Roma - Il Comitato per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli, nella riunione del 7 e 8 luglio, ha approvato 72 nuovi progetti, per i quali saranno stanziati € 13.564.698 così suddivisi: € 5.273.407 per 27 progetti in Africa, € 5.429.915 per 30 progetti in America Latina; € 2.810.454 per 14 progetti in Asia; € 50.922 per 1 progetto nell’Est Europa.
Dei 27 interventi che saranno realizzati nel Continente africano, assume particolare rilevanza quello promosso dai Missionari Oblati di Maria Immacolata che a Belmonte, in Angola, costruiranno nuove aule per l’Istituto scolastico “Padre Mathuni”: questo permetterà di ampliare l’offerta formativa, aggiungendo alle sezioni di primaria e secondaria anche quelle tecnico-professionali di sartoria e informatica, e di organizzare corsi pomeridiani di alfabetizzazione per le donne del quartiere. Sempre sul versante della formazione, in Kenya, le Piccole Ancelle del Sacro Cuore ingrandiranno la struttura che ospita la scuola primaria “Sacred Heart” a Banana Hill dando la possibilità ad altri 400 bambini appartenenti a famiglie povere di frequentare le lezioni. In Costa d’Avorio, invece, l’arcidiocesi di Gagnoa amplierà il Centro Emaús per garantire corsi gratuiti e attività socioculturali e sportive a circa 700 persone di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Nella Repubblica Democratica del Congo, le suore della Divina Provvidenza potenzieranno e attrezzeranno il Centro di riabilitazione “Guy Homery”, nella città di Kahemba a Sukisa, che offre assistenza a giovani disabili, in particolare quelli affetti da Konzo, una grave malattia che provoca paralisi; attualmente il Centro ne ha in carico più di 160, di età compresa tra 1 e 25 anni. Tra gli interventi più significativi, cinque sono nel Continente latino-americano: ad Ampére, in Brasile, gli Agostiniani Scalzi, attraverso l’Associaçâo Social Agostiniana, realizzeranno una fattoria agricola dove coltivare foraggio e insegnare a produrre latte a basso costo alle famiglie più bisognose del territorio. In Messico, la diocesi di Tarahumara, mediante l’Associazione “Todos hermanos”, allestirà un laboratorio di cucito per le donne indigene, e in Venezuela la Fondazione Sofia Onlus (Salvatorian Office for International Aid) doterà di nuove attrezzature il Centro “Padre Jordan” che, ogni mese, offre assistenza sanitaria a 900 persone. In Costa Rica, l’Universidad Católica ristrutturerà alcuni spazi della sede di San Carlos, colpiti dal sisma, costruendone di nuovi, mentre ad Haiti la diocesi di Les Gonaives ricostruirà un collegio scolastico nel comune di Petit Riviere, fortemente lesionato dai terremoti. Nel Continente Asiatico, due dei progetti vedranno la luce in India: la Hyderabad Archidiocese Social Service Society promuoverà un programma di agricoltura sostenibile, fornendo sementi, materiali e corsi di formazione e rendendo gli abitanti della zona protagonisti del loro sviluppo. A Koduppunna, le Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori ristruttureranno e amplieranno la “Vijamata Public School”, una scuola ancora segnata dall’alluvione del 2018, facilitando così l’inserimento scolastico di 180 bambini, tra cui piccoli con disabilità motoria o ritardo cognitivo, emarginati e poveri. Nell’Europa dell’Est, la diocesi di Rrëshen in Albania acquisterà computer e materiale informatico per la scuola “San Giuseppe Operaio”, che offre corsi professionalizzanti ai giovani della regione.
 

Naufragio in mare: cinque dispersi (c’è una bimba)

13 Luglio 2023 -

Roma - Nuova ed ennesima tragedia del mare. Fra i numerosi arrivi registrati in questi ultimi giorni a Lampedusa c’è anche la testimonianza di un naufragio di cui in realtà si sa poco o nulla. Sarebbe avvenuto la notte scorsa fra le coste tunisine e quelle maltesi. E ci sarebbero vittime secondo quanto testimoniato dai superstiti, alcuni dei quali soccorsi e trasferiti sull’isola. Si tratta di quattordici migranti tratti in salvo e trasbordati da un peschereccio tunisino sulla nave della Guardia costiera Dattilo. Il gruppo, che sarebbe partito dalla Tunisia a bordo di un barchino poi ribaltatosi, é stato successivamente trasferito sulla motovedetta Cp305 che é arrivata nella notte al molo Favarolo di Lampedusa. Fra i soccorsi un uomo della Sierra Leone con una donna e un bambino e un nigeriano che ha riferito che la moglie e la figlioletta sono dispersi. Tratti in salvo pure una donna incinta della Sierra Leone accompagnata da un connazionale, e un’altra donna in stato di gravidanza del Camerun, con un uomo e quattro bambini. Una donna del Benin é stata, invece, soccorsa e portata a bordo dalla stessa motovedetta dal motopesca Hassil Salah. I 14 sopravvissuti raccontano che il naufraggio sarebbe avvenuto al confine fra le acque tunisine e quelle Sar maltesi: hanno parlato di una barca che si è all’improvviso inabissata. Complessivamente vi sarebbero 5 dispersi. tra cui una donna e una bambina appunto. Né i soccorritori della nave Dattilo, però né i militari delle motovedette della Capitaneria che si sono occupati delle evacuazioni mediche hanno trovato alcun riscontro: né pezzi del relitto o taniche galleggianti, né vestiario. I migranti verranno ascoltati dai poliziotti della Squadra mobile.

Intanto non si fermano gli arrivi sull’isola. Salgono a 10 gli approdi di ieri sull’isola. Sugli ultimi tre barchini, partiti da Sfax in Tunisia, c’erano 39 (11 donne e 2 minori), 44 (11 donne e 2 minori) e 45 (11 donne e 3 minori) persone originarie di Mali, Costa d’Avorio, Guinea, Sierra Leone, Burkina Faso, Camerun e Gambia. I tre gruppi sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove la situazione rimane sempre critica con oltre 2.200 presenze. La prefettura di Agrigento, d’intesa con il Viminale, ha disposto il trasferimento di 530 persone con il traghetto d linea diretto a Porto Empedocle. Altre 178, con un volo charter, per Olbia. (D. Fas.)

Dalle tante periferie ai ghetti: quei minori soli dimenticati

13 Luglio 2023 -

Milano - Ci sono i minori soli che arrivano dal mare, quelli che spuntano improvvisamente nelle città, quelli che se ne vanno dalla famiglia verso un destino ignoto. La mappa degli under 18 stranieri non accompagnati è in forte crescita nel nostro Paese e le prime antenne a segnalarlo sono quelle attivate dai territori: i servizi sociali delle metropoli sanno che da mesi, ormai, la fila dei ragazzi fuori dalla porta dei loro uffici è andata allungandosi. Spesso non si sa da dove arrivino e dove siano diretti, quel che è certo è che occorre una presa in carico e per questo si attivano percorsi il più possibile personalizzati presso comunità per minori, associazioni e ovviamente scuole. Ma i percorsi da fare sono complicati, dall’individuazione dell’età dei ragazzi, innanzitutto, e poi dalle differenti storie personali di ciascuno. Un conto è la grande città, infatti, un altro la periferia della grande città, un altro ancora la “periferia della periferia”, com’è accaduto nella vicenda dei due bimbi morti nelle campagne tra Zapponeta e Manfredonia. Sono i casi delle campagne abbandonate e, più in grande, dei “ghetti” disseminati su e giù per la penisola: tante situazioni di irregolarità che vedono per protagonisti nuclei familiari, a volte con genitori giovanissimi, dove regna degrado e incuria: sono condizioni difficili, in cui anche le associazioni impegnate fanno fatica ad arrivare, con interventi efficaci. In questo senso, è cruciale la presenza di enti locali efficienti, pronti ad affrontare contesti difficili, a volte impenetrabili. Tanti piccoli, poi, vivono in situazioni familiari complicate: non sono soli, ma vengono lasciati soli perché i genitori non hanno altre soluzioni. Devono lavorare e hanno spesso orari impossibili per poter poi accudire i figli. Sono i casi dei minori scomparsi, come è accaduto recentemente anche con la piccola Kata, di origini peruviane, sparita nel nulla a Firenze.

Non è facile dare risposte a questo universo in movimento, che rappresenta una grande emergenza sociale. Secondo Save the Children, a maggio 2023 i minori non accompagnati accolti in Italia risultavano essere 20.510: di questi 3.881 sono bambini e bambine fino ai 14 anni di età. Dall’inizio del 2023 fino a metà giugno sono oltre 6mila i minori stranieri non accompagnati arrivati nel nostro Paese dopo aver attraversato il Mediterraneo: sebbene negli ultimi anni l’incidenza sugli arrivi via mare sia diminuita (15,8% nel 2021, 11,5% nel 2022, 11, 1% nel 2023), in termini assoluti i bambini e gli adolescenti approdati nel corso dell’anno sono più del doppio di quanti erano arrivati nello stesso periodo lo scorso anno (erano 2.505 il 13 giugno del 2022). L’Italia può vantare una delle migliori leggi in Europa in materia di protezione dei minori stranieri non accompagnati, la legge 47 del 2017, fortemente voluta dalla stessa Save the Children e dalle principali organizzazioni di tutela dei diritti di minori, migranti e rifugiati e dagli operatori del settore. Ciò che chiedono questi soggetti, però, è la piena attuazione del testo, poiché continuano ad esserci alcune criticità evidenti, a partire dalla situazione alle frontiere, fino alla risposta da strutturare meglio nei centri di prima accoglienza. Oggi a Manfredonia, sarà lutto cittadino in concomitanza con i funerali di Daniel e Stefan. Lo ha deciso il sindaco Gianni Rotice che ieri ha parlato di « profondo sgomento» per la vicenda dentro la comunità. Per tutta la giornata le bandiere esposte nel Palazzo di città e negli altri edifici pubblici saranno a mezz’asta. Gli esercizi commerciali abbasseranno le serrande per 10 minuti, dalle 16 alle 16.10, durante le esequie. (Diego Motta - Avvenire)

Cosenza: dal 27 agosto “Attraverso23”

13 Luglio 2023 - Cosenza - Dal 27 agosto al 2 settembre, con “Attraverso23”, una settimana piena di incontri, con l'ufficio Migrantes di Cosenza-Bisignano e ASCS - Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo e con giovani con radici, colori e sapori diversi alle spalle per costruire un’Italia e un mondo multiculturale e multicolore. Ascoltando testimonianze e andando a conoscere persone e realtà che operano sul territorio a Cosenza e nei suoi dintorni, sperimentando varie sfumature che può avere l’accoglienza. Oltre al dialogo e l’ascolto, si andrà anche ad affiancare le realtà locali nello svolgimento dei servizi da loro svolti, che vanno dalla mensa a progetti artistici svolti in strutture di accoglienza, per diventare compagni di strada di persone più in difficoltà.

Viminale: da inizio anno sbarcate 73.414 persone migranti sulle coste italiane

12 Luglio 2023 -
Roma - Sono finora 73.414 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi  8.394 sono di nazionalità ivoriana (11%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Guinea (7.669, 10%), Egitto (7.371, 10%), Bangladesh (6.351, 9%), Pakistan (5.988, 8%), Tunisia (4.792, 7%), Siria (3.896, 5%), Burkina Faso (3.523, 5%), Camerun (2.280, 3%), Mali (2.126, 3%) a cui si aggiungono 21.024 persone (29%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato fornito oggi dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.

Comunità, antitodo alla solitudine

12 Luglio 2023 - Solitudine digitale: un efficace ossimoro per fotografare la realtà. L’espressione, già nota a studiosi e addetti ai lavori, ha suscitato grande attenzione negli ultimi giorni per la relazione annuale del presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione. “Se confondiamo la persona con la sua immagine – ha detto tra l’altro –, se non interveniamo sul male che si compie, ma lo filmiamo, rinunciamo a cogliere, della tecnica, le sue straordinarie potenzialità inclusive e ci condanniamo a un’inconsapevole solitudine digitale, celata da una malintesa idea di connessione totale”. L’analisi attenta e puntuale apre alla presa di coscienza: occorre invertire la tendenza! Se è vero che il digitale può aprire alla socialità, è altrettanto vero che il dispositivo può ingabbiare nell’egocentrismo. La cura alla solitudine è la comunità, soprattutto se è educante anche nel digitale. (Vincenzo Corrado)

Canaria: dispersi tre barconi di migranti

12 Luglio 2023 - Roma - Si affievoliscono di ora in ora le speranze di trarre in salvo i circa 300 migranti a bordo di tre imbarcazioni disperse da oltre una settimana al largo delle Canarie. Ieri, una di esse — una piroga presumibilmente partita dal Senegal — era stata avvistata dai soccorritori spagnoli mentre sorvolavano la zona in aereo. Ma poi, una volta giunti sul posto via mare, non hanno trovato nulla. Non è stato chiarito, inoltre, se le ricerche proseguiranno ulteriormente. Salvataggio riuscito, invece, per 200 persone in difficoltà nel Mediterraneo centrale: ieri, la nave ong la Humanity 1 ha effettuato quattro diversi interventi per andare in aiuto di alcuni barconi salpati dalla Tunisia. Tra i migranti soccorsi c’erano molte donne, una delle quali in avanzato stato di gravidanza, e diversi bambini. Infine, ancora un’ondata di sbarchi ha raggiunto l’isola siciliana di Lampedusa, dove ieri sono approdati, complessivamente, 218 naufraghi.

Mons. Moscone su bimbi annegati a Manfredonia: “dramma legato all’immigrazione, trovare soluzioni a problemi zone periferiche”

12 Luglio 2023 - Roma - “Ancora un altro dramma legato all’immigrazione è accaduto nel territorio della nostra arcidiocesi in questo anno 2023: diventa sempre più necessaria la presa di coscienza responsabile dell’opinione pubblica e l’impegno concreto delle Istituzioni civili per trovare vie di soluzione agli enormi problemi delle zone periferiche del territorio comunale, poste nella grande pianura del Tavoliere, ove ormai con scadenze ravvicinate vediamo morire di stenti, miseria, mancata custodia di minori e mancanza di sicurezza troppe persone”. Lo denuncia mons. Franco Moscone, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, all’indomani della morte di due fratellini di 6 e 7 anni, di nazionalità rumena, annegati in una vasca per la raccolta di acque piovane, utilizzate per l’irrigazione, nelle campagne di Fonterosa. “Serve per i fratelli e sorelle migranti un piano serio di accoglienza, che permetta loro di usufruire di case sicure, servizi sociali appropriati ed ambienti comuni per rendere la loro vita dignitosa e degna: sono lavoratori delle nostre terre e delle nostre imprese agricole che meritano tutte le garanzie, come qualsiasi cittadino”, prosegue il vescovo: “Ancor più i bambini, loro figli, che molto spesso sono lasciati soli per molte ore a motivo del lavoro dei genitori o per ricerca di elemosine e viveri”. Per mons. Moscone, “alla emigrazione è legato anche il grave problema dell’infanzia molto spesso lasciata senza alcun controllo da parte dei genitori, impegnati nei lavori dei campi, e soprattutto privata della necessaria, insostituibile istruzione, primaria ed educativa. Non possiamo ricordarci di loro solo quando succedono disgrazie come la morte di questi due piccoli”. Quindi, il vescovo si rivolge “ai genitori addolorati, che abbraccio fraternamente, a tutti i migranti presenti tra noi, ai tanti operatori e volontari che cercano di portare aiuto e solidarietà fattiva ai migranti”.  

I giovani del Mediterraneo “ambasciatori” di fraternità

12 Luglio 2023 -

Roma - A 81 anni il cardinale Gualtiero Bassetti ha ancora voglia di sognare. «Speriamo che tra dieci anni possiamo ringraziarvi per il lavoro che avete svolto e auguriamoci che tra venti anni sia possibile leggere sui libri di storia che un gruppo di giovani del Mediterraneo ha interrotto la spirale di morte della guerra e costruito un mondo di pace». Sorride l’ex presidente della Cei mentre si rivolge a quaranta ragazzi arrivati in Italia dai Paesi che si affacciano sul grande mare. Le loro radici affondano in Libano o in Francia, in Tunisia o in Terra Santa, in Bosnia ed Erzegovina o a Cipro, in Albania o in Siria. Tutti indicati dai vescovi delle proprie nazioni tramite le Conferenze episcopali o i Sinodi delle Chiese orientali. Quaranta testimoni di fraternità che formano il Consiglio dei giovani del Mediterraneo. È l’opera-segno, l’eredità che la Cei lascia a Firenze, la città che nel febbraio 2022 ha accolto il secondo Incontro dei vescovi del Mediterraneo dopo quello d’esordio a Bari nel 2020. Un doppio “G20 ecclesiale” voluto dal cardinale Bassetti quando era alla guida dell’episcopato italiano e ispirato alla profezia di pace del sindaco “santo” Giorgio La Pira. «Sono stati due grandi eventi nella storia della Chiesa: per la prima volta i vescovi cattolici di una zona che unisce tre diversi continenti si sono radunati per pregare e discutere insieme sul presente e sul futuro di questa regione », dice ai ragazzi. E subito aggiunge: «Voi vi trovate qui come un frutto fecondo dell’Incontro di Firenze, una splendida follia». Perché a distanza di oltre un anno dall’appuntamento che, assieme ai presuli, aveva chiamato a raccolta nel capoluogo toscano anche i sindaci del bacino, si insedia la consulta che intende abbracciare le sponde del Mediterraneo. Una sorta di piccolo Sinodo, tutto laico, in cui siede chi ha dai 18 ai 28 anni. Ieri nella sede dell’Azione cattolica a Roma l’abbraccio di Bassetti ai ragazzi riuniti per la prima volta. Stamani in Vaticano l’incontro con l’arcivescovo Paul Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati. Poi la partenza verso Firenze dove domani il Consiglio “giovane” verrà consegnato alla città in Palazzo Vecchio alla presenza del cardinale Giuseppe Betori e del segretario generale della Cei, Giuseppe Baturi, e dove inizieranno i lavori. Ai ragazzi Bassetti ricorda che il Mediterraneo va considerato un «mare che unisce e non divide» e chiede di spendersi per il «dialogo» che «deve portare alla costruzione di ponti e all’abbattimento di muri di ogni tipo: dell’indifferenza, della sofferenza, dell’ingiustizia e dei confini militarizzati». Poi affida loro quattro «stelle» prese a prestito da La Pira e da inserire nell’agenda del Consiglio: la «promozione della persona umana»; la necessità di «aiutare i poveri»; la vocazione sociale di «combattere le ingiustizie»; la ricerca di «vie di pace». «Non siamo davanti a un convegno ma a un percorso dal basso incentrato su due dimensioni fondanti del pensiero del sindaco “santo”: i giovani e il Mediterraneo. Il punto di partenza è creare una vicinanza umana e quindi una condivisione di esperienze di vita», racconta Patrizia Giunti, presidente della Fondazione La Pira. È una delle quattro realtà fiorentine cui la Cei affida il “parlamentino”. «Il progetto – aggiunge Angiolo Rossi, direttore della Fondazione Giovanni Paolo II promossa dalle diocesi della Toscana – è quello di mettere in contatto e fare dialogare in modo sistemico le comunità cattoliche del “mare nostrum” attraverso giovani liberi da pregiudizi o stereotipi che troppo spesso hanno condizionato anche le stesse relazioni tra le Chiese».

A Firenze i ragazzi saranno ospiti dell’Arma dei Carabinieri che aprirà le porte della Scuola brigadieri e marescialli. Ed è stato messo a punto un programma – anche con la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze – che li porterà a scoprire la città, a incontrare i coetanei fiorentini, a visitare la mensa Caritas, a pregare per la pace nell’abbazia di San Miniato al Monte. E poi nel fine settimana la tappa lungo la costa tirrenica nel villaggio “La Vela” dell’Opera per la gioventù La Pira che da trent’anni organizza campi estivi per giovani d’Oriente e d’Occidente. «Serve iniziare a pensare e agire da mediterranei – sottolinea il presidente dell’Opera, Gabriele Pecchioli –. E occorre farlo da credenti e cittadini che sono proiettati anche sul versante del dialogo interreligioso e culturale». Secondo il cammino tracciato dai vescovi, i ragazzi-consiglieri si incontreranno una volta all’anno in presenza a Firenze e poi in varie sessioni online. I lavori di questi giorni si terranno nel Centro internazionale studenti La Pira. «La nostra esperienza ci dice che i giovani sono ambasciatori di relazioni nuove – conclude il direttore Marco Salvatori –. Ed è la diplomazia dell’amicizia e della simpatia una delle vie fondamentali per avvicinare i popoli e quindi le nazioni». (Giacomo Gambassi)